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TWF - Tex Willer Forum

Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Davvero interessante questo topic. Mi ero ripromesso di aprirne uno simile ed ecco che scopro che esisteva già. Secondo me dovremmo distinguere tra i casi in cui Tex si trova direttamente coinvolto con personaggi e/o fatti storici da quelle in cui fatti e personaggi storici sono rielaborati in contesti di pura finzione. Mi spiego con due (spero) semplici esempi: 1) In "Congiura contro Custer", Tex si trova direttamente coinvolto nei fatti di Little Big Horn ed incontra (o quantomeno ci apssa accanto ) un bel p? di personaggi storici, tra cui Custer (ovviamente :generaleN:), il Capitano Benteen, il Maggiore Reno, Toro Seduto, Cavallo Pazzo, Nuvola Rossa e perfino (sebbene non siano chiamati per nome) Wyatt Earp ed i suoi fratelli (e Bat masterson, se la memoria non mi tradisce). 2) Ne "Il passato di Carson", Boselli prende un fatto storico (ovvero l'esistenza della banda degli Innocenti), ma cambia il nome della cittadina da Bannack a Bannock e si inventa praticamente tutti i membri della banda reinterpretando tutti i fatti. In questo caso si parte da un fatto realmente accaduto e lo si modifica romanzandolo più o meno ampiamente. (Un altro esempiio lo troviamo in "Buffalo Soldiers", laddove Boselli nel reinterpretare l'assalto all'Agenzia Indiana, cambia il nome di battesimo del vecchio agente indiano, sposta l'agenzia sulla riva opposta del fiume dallo Stato del Colorado al Territorio dello Utah e si permette di cambiare l'esito dello scontro (nella realtà storica furono tutti uccisi dagli Utes). A questo punto non si narra più un fatto storico, ma lo si usa come ispirazione per la finzione. Un'ulteriore caso è anche quello in cui si usano personaggi inventati ma chiaramente ispirati a personaggi reali. Tanto per continuare a citare Boselli, Kid Rodelo è chiaramente ispirato a Billy The Kid. Per citare, anche Nolitta, ne "I ribelli del Canada", l'intero scenario è ispirato alla rivolta dei Metis del Saskatchewan (lo stesso che aveva ispirato GLB per "Il tranello") del 1873 ed il personaggio di Roger Goudret è ispirato a Louis Riel. Tutte le vicende narrate nella storia, però, sono sostanzialmente di fantasia. Talvolta sono gli stessi personaggi storici ad essere usati in contesti tolamente fittizi. Per esempio: Cochise, che nella realtà storica era morto nel 1874 e Ely Parker, che aveva cessato di essere Commissario agli Affari Indiani nel 1869. Tanto per rimanere IT, direi che sono stati citati un p? tutti i personaggi storici incontrati da Tex e soci o almeno al momento non me ne vengono in mente altri (anche se ho il vago sospetto che dovrei ricordarmene almeno un paio).
  2. A mio parere, Clemmons è un tipico personaggio con luci ed ombre. Non è sicuramente un cattivo senza mezzi termini come Boone il Cannibale, ma conosce e rispetta certi valori come l'amicizia e l'amore, per dirne due. In lui bene e male convivono legati inestricabilmente. Da questo punto di vista è sicuramente un personaggio che deve essere piaciuto a Sergio Bonelli, visto che è coerente con la sua poetica, ma personaggi simili non mancano anche nei migliori western del periodo classico che per Boselli sono un'indubbia fonte di ispirazione. Detto questo, se Clemmons può apparirci simpatico, Boselli non manca di rilevare due punti importanti: da un lato, ai tempi della banda degli Innocenti, non esita ad organizzare un attentato a Carson. Gli dispiace sicuramente, ma in quel momemto per lui salvarsi la cotenna è più importante dell'amicizia che pure prova sinceramente. Infine, nel "tempo presente", lo vediamo uccidere spietatamente Johnny Lame e qui Boselli ci ricorda che il lato oscuro di Clemmons è sempre presente dopo tanti anni. Se Boselli non ci avesse mostrato Clemmons uccidere a sangue freddo Johnny Lame, ci sarebbe stata una probabilità abbastanza alta che lo avrebbero alsciato andare, dopotutto i sui delitti risalevano a 25 anni prima e se avesse dato prova di essere cambiato Tex non avrebbe certo voluto vederlo a tutti i costi in prigione. Dopotutto, Tex non è semplice poliziotto e tantomeno uno sbirro. Era praticamente un finale inevitabile. In questo caso la redenzione non poteva che passare attraverso la morte.
  3. Carlo Monni

    Interviste Agli Autori

    E che invece è la mia.... Ed entro certi limiti è anche la mia. Primo perchè non è affatto vero che i personaggi interpretati da John Wayne siano semplici o, peggio ancora, semplicistici. Molto spesso, specie nei film di John Ford, hanno uan complessit? psicolgica dalla molte sfaccettature. Secondo, perchè Wayne ha sempre incornato una certa idea roamntica e leggendaria del West che decisamente mi appartiene. Intendiamoci, non è che non apprezzi delle sani dosi di realismo nella descrizione della vita della frontiera, ma il western come genere ha, secondo me,, qualcosa della fiaba o, per dirla con il direttore dello "Shinbone Star": "Tra la realtà e la leggenda, si stampi la leggenda". Personalmente, dovendo necessariamente fare dei paragoni con famosi attori western, io Tex lo vedo anche vicino ai personaggi interpretati da Charlton Heston e Randolph Scott. Su questo non ci piove ed a prescindere dal fatto che io non vedo negativamente l'ironia in salsa boselliana, occorre dire che Manfredi non scherza nemmeno lui quanto a intellettualismo. haha Detto questo, io considero un arricchimento della serie se gli autori della serie, pur seguendo comunque un sentiero comune, danno del personaggio una visione comunque personale, cosa in ogni caso inevitabile, visto che comunque si tratta di persone diverse tra loro Manfredi, come pure Boselli, per tacere di Faraci, sa benissimo che pur rispettando le caratteristiche fondanti dei personaggi, non potr? mai replicare lo stile di G. L. Bonelli e saggiamente non ci prova nemmeno Tutti gli autori, a mio parere, fanno benissimo a scrivere con il loro stile e, fermo restando che ognuno può vederla in modo differente, a me pare che siano stati più che capaci di darci un Tex comunque aderente al modello del suo cretore.
  4. Carlo Monni

    [593/595] La Mano Del Morto

    Se più di una volta ci capita di essere in disaccordo, stavolta sottoscrivo le tue parole al 500%.
  5. Carlo Monni

    Domande A: Claudio Villa

    Da un'idea concepita insieme a Sergio Bonelli alias Guido Nolitta.
  6. Carlo Monni

    [593/595] La Mano Del Morto

    Anche per me è finalmente venuto il momento di un commento articolato sull'intera storia. Se qualcuno non l'ha ancora letta, meglio se non legge le righe successive. Diciamo subito che la storia mi è piaciuta molto. Sia i pards che i comprimari sono caratterizzati magnificamente. I dialoghi sono azzeccatissimi. Che Boselli scriva diversamente da GLB non ci piove, ma trovo veramente difficile che qualcuno possa davvero contestare i dialoghi di questa storia... anche se so benissimo che c'è chi l'ha fatto e chi lo farà, ahimè. :capoInguerra: Certo, se vi piacciono solo le storie estremamente lineari, dove non c'è bisogno di capire nulla, dove esiste solo l'azione, è chiaro che questa storia non fa per voi. :capoInguerra: Boselli, come ha già dimostrato in passato, mescola benissimo la storia con la S maiuscola con la fantasia. Tutto il retroterra storico della vicenda è corretto, compreso il fatto che al secondo processo McCall fece i nomi di John Varnes e Tim Brady e che Buffalo Bill e Colorado Utter diedero loro la caccia senza trovarli. Da qui in poi Boselli lascia mano libera alla sua fantasia e si inventa un epilogo intrigante all'intera vicenda. Parlando dei protagonisti non si può non sottolineare la magnifica figura fatta da Kit Carson, che si dimostra perfettamente in grado di cavarsela da solo in più di un'occasione e sforna anche battute ironiche e taglienti quando occorre. Confesso di avere un p? di preoccupazione di ritrovare il mese prossimo il Carson imbranato e brontolone a cui ci ha purtroppo abituato Nizzi nelle sue storie degli ultimi anni. Non si può non rimarcare anche come Boselli ci presenti un ottimo Kit Willer, giustamente scavezzacollo, ma anche duro e tenace quando occorre, proseguendo in un cammino di "rivalutazione" dei pards, peraltro già iniziato con "Il passato di Carson". Un solco, peraltro in cui pare essersi inserito anche Faraci, vista l'ottima figura del suo Kit Willer nella storia precedente a questa. : : Menzione specaile per Luke Harrigan. Confesso che la sua "redenzione" all'inizio ha fatto storcere il naso anche a me, ma poi mi sono reso conto che Boselli stava gestendo il suo cambio di barricata con notevole sensibilit?. Luke non è stato folgorato sulla via di Damasco, il suo cambio di bandiera avviene poco a poco e gli stessi pards, Carson in primo luogo, ci mettono parecchio a fidarsi. Il momento centrale è sicuramente quando Carson rimane appiedato durante lo scontro con lo sceriffo di Denver ed i suoi uomini e Luke, dopo un attimo di esitazione, sceglie di tornare indietro ed aiutare l'anziano ranger. Dice di averlo fatto per motivi egoistici, ma a mio parere non è esattamente così. Ed eccoci, infine, ai ben quattro personaggi storici che fanno la loro comparsa in questa storia. Oltre a Wild Bill Hickok, il cui ruolo unico è quello della vittima, abbiamo, in ordine di apparizione: Buffalo Bill, Texas Jack (anche se non è chiarissimo quale dei due Texas Jack sia, visto che il padre, che aveva recitato con Cody, mor? nel 1880 e questa storia, con ogni evidenza, dovrebbe svolgersi più avanti nel tempo) e Calamity Jane. Se Texas Jack è poco più di una comparsa, Buffalo Bill è colui che permette ai pards di indirizzarsi sulla giusta pista per risolvere i misteriosi omicidi ed è un peccato che il suo ruolo si riveli, alla fine, marginale, confesso che non mi sarebbe dispiaciuto vederlo coinvolto nell'azione e reincontrare la sua vecchia amica Calamity. Sempre a proposito di Buffalo Bill, c'è chi si è lamentato che all'inizio venga presentato in modo eccessivamente macchiettistico, ma bisogna dire che a quell'epoca era stato lo stesso Cody a fare di se, consapevolmente, una sorta di macchietta. Venendo finalmente a Martha Jane Canary, alias Calamity Jane, ammetto senza problemi di essere stato tra coloro che non credevano che lei fosse il vendicatore misterioso. Il mio scetticismo era basato su due semplici considerazioni: 1) fino all'inizio del secondo albo non era chiaro che le morti di Varnes e Deadwood Dick erano state commissionate da personaggi diversi da chi avrebbe poi collocato le carte da gioco e non ritenevo possibile che Calamity Jane potesse essere coinvolta in un complotto per assassinare vigliaccamente delle persone. Quando, però, è diventato chiaro che il misterioso vendicatore era sulla stessa pista di Tex e soci e che il suo obiettivo era una sorta di giustizia privata amministrata in modo leale, l'ipotesi Calamity Jane ha ripreso quota. E qui entra in gioco la seconda considerazione: per tutta una serie di motivi troppo lunghi da analizzare, mi ero convinto che Sergio Bonelli fosse contrario all'uso di Calamity Jane, ma evidentemente e per fortuna Mauro è riuscito a convincerlo. Tra le altre cose, adesso capisco perchè quando, quattro anni fa, ebbi l'occasione di riferire a Boselli che Gino D'Antonio (che avevo avuto l'onore e fortuna di conoscere alla SBE durante un viaggio a Milano assieme a Civitelli) stava pensando ad un soggetto in cui Tex avrebbe incontrato Calamity Jane, Borden ebbe una strana reazione, quasi di delusione. Non è escluso che stesse pensando già a questo soggetto e temesse che la storia di D'Antonio potesse in qualche modo bruciare i suoi progetti. Alla fine D'Antonio mor? prima di poter scrivere quella storia e le altre due di cui aveva in mente il soggetto ed è un vero peccato. Mi piace, però, pensare, che alla fine Borden questa storia l'avrebbe comunque scritta. :generaleN: Tornando alla storia, una cosa da notare è come, in fondo, l'identit? di coloro che parteciparono al complotto contro Wild Bill sia assolutamente secondaria rispetto allo sviluppo di tutto l'intreccio. Ciò che conta sono le azioni di Tex del misterioso vendicatore. Non vi sorprender? di certo se vi dico che avevo da tempo dedotto che Tim Brady doveva essere o Mr. Black (ipotesi per cui propendevo) od il quinto destinatario delle carte da gioco da incontrare a Deadwood. Quanto alla scelta di Tex di mettersi dalla parte di Calamity Jane e consentirle di portare a termine la sua vendetta in barba alla legge, è quanto di più coerente con la sua storia Tex potesse fare, visto il suo comportamento quando gli hanno ucciso padre, fratello e moglie. I disegni di Font mi sono piaciuti, ad onta del fatto che tende a fare i tre pards forse eccessivamente magri. Calamity Jane, in particolare, l'ho trovata azzeccata: abbastanza aderente all'originale ed anche se non è bella, Font non è comunque riuscito a farla davvero brutta. Un paio di note finali: 1) rimanendo aderente ad una prassi tipica delle traduzioni usate in Italia sia nei film che nei fumetti western, Boselli ha nelle sue storie quasi sempre usato indiscriminatamente per indicare i tutori della legge il termine sceriffo anche per tradurre il termine inglese Marshal (a dire il vero in "Ombre rosse" lo traducono "Maresciallo", traduzione correttissima dal punto di vista letterale, ma che ho sempre trovato fuori luogo nel contesto ), che indica il tutore dell'ordine nelle cittadine, nominato e pagato dai residenti. In questa storia, però, il termine sembra usato sempre correttamente. Sia Phoenix che Denver che Deadwood, infatti, essendo già all'epoca capoluoghi di Contea, erano sede di uno sceriffo. Occorre, però dire, che il primo sceriffo di Deadwood fu nominato solo dopo la morte di Hickok e che Boselli ha perduto l'occasione di inserire nella storia un altro personaggio storico: lo sceriffo di Deadwood Seth Bullock, appunto, che forse alcuni di voi conosceranno come il protagonista del telefilm "Deadwood" ed interpretato da Timothy Oliphant. Magari Boselli non ha voluto esagerare coi personaggi storici ed ha preferito usare uno sceriffo fittizio e corrotto. Di certo il fittizio sceriffo Banner (che, peraltro, all'epoca in cui Wild Bill era vivo difficilmente poteva essere già sceriffo, visto che la cittadina era un insediamento illegale che, del resto, non avrebbe neanche dovuto avere un giudice ) ci perde nel confronto con Bullock. 2) Vorrei far notare che Boselli cita nel terzo albo una storia di Nizzi, ovvero "Congiura contro Custer" (più precisamente l'albo "Little Bighorn") e forse, nel finale, anche "I Lupi del Colorado" (quando Kit dice che alcuni dei suoi migliori amici sono stati dei fuorilegge). A Boselli è capitato più di una volta di farlo, ma Il suo collega in tutti questi anni non ha mai ricambiato il favore. E con questo è davvero tutto.
  7. Carlo Monni

    [596/597] Oltre Il Fiume

    In un'intervista radiofonica risalente a due anni fa circa ( o forse anche meno ) publicizzata a suo tempo su questo stesso forum e di cui dovrei conservare l' mp3 da qualche parte, Nizzi parlava ancora da autore texiano convinto della bontà del suo lavoro, come se avesse ancora davanti a se anni di immutata texianit?. Dalle sue parole traspariva anche una certa contentezza, insomma eravamo lontani dal sospettare un suo repentino abbandono come di fatto è avvenuto... Mi era sembrato di capire nel frattempo che fossero proprio i rapporti con la SBE ad essersi deteriorati, facilitandone di fatto la fuoriuscita dallo staff autori. Mi sorprende il venire a conoscenza dell'esistenza di un'altro ( se non addirittura due ) soggetti approvati. Sai di cosa parlava questo soggetto Carlo è ( p. s. grazie per le puntualizzazioni del tuo post precedente ) La sola cosa che so di questo soggetto, unico lavoro texiano di Nizzi nel 2008 ed ultimo di Nizzi in assoluto, è che avrebbe dovuto parlare di militari ed indiani in un contesto desertico. So anche che al soggetto, sollecitato, peraltro, da Canzio, furono richieste delle modifiche perchè troppo simile ad un altro già in lavorazione. Nizzi, dopo averci riflettuto un p?, decise infine di non farne niente e la cosa mor? l', ponendo fine, di fatto se non di diritto, alla lunga stagione di Nizzi su Tex. Immagino che qualcuno si stia chiedendo se non sia possibile riprendere quel soggetto, modificarlo quel tanto che basta e farlo sceneggiare a qualcuno degli attuali sceneggiatori. Immagino che tutto dipenda da chi debba essere considerato il proprietario del soggetto in questione. Se Nizzi l'avesse regolarmente ceduto alla SBE allora la casa editrice potrebbe affidarne la sceneggiatura a chi vuole e come vuole, salvo il diritto di Nizzi di vedersene riconosciuta la paternit? ed al compenso se non ancora corrisposto. In caso contrario, ci vorrebbe il suo consenso Ci sarebbe da chiedersi se alla SBE vorrebbero farlo e se la cosa andrebbe a Boselli o Faraci.. Stesso discorso per l'altro, ipotetico soggetto col Generale Davis. C'è da dire, comunque che spesso le ultime storie di Nizzi hanno avuto delle buone (per quanto non molto originali, a mio parere) idee di base con una realizzazione, però, che andava dallo sciapo al pessimo. Magari in mano ad uno come Borden potrebbe venirne fuori qualcosa di interessante da leggere. P. S. Sono d'accordo con chi ha detto che se alla resa dei conti Cane Giallo dovesse fare la figura di un capo indiano in rivolta qualsiasi, allora tanto valeva non ripescarlo del tuto. Io voglio essere ottimista e sperare che Nizzi lo sappia sfruttare adeguatamente. P. S. 2. Parliamo di Utes in rivolta e mi viene in mente una considerazione: non mi aspetto una citazione di "Buffalo Soldiers", ultima storia in cui sono comparsi gli Utes, non solo perchè Nizzi non ha mai praticamente citato una storia di Boselli (mentre Borden ha fatto il contrario anche nell'albo ora in edicola), ma perchè questa storia dovrebbe essere stata scritta o poco prima prima o quasi in contemporanea con quella ed è presumibile che Nizzi ne ignorasse i contenuti. Mi aspetterei, però, al'meno una menzione di Fiore di Luna... ma su questo sono molto molto pessimista.
  8. Carlo Monni

    [596/597] Oltre Il Fiume

    Per questa idea mi sono battuto per anni.E qui sono d'accordo con te al 100%. Sa il cielo se, dopo le ripetute delusioni delgi ultimi anni, io ormai sia decisamente scettico su ogni nuova storia di Nizzi, ma priam di dare giudizi preferisco leggerla la storia, sperando sempre che le m, ie funeree previsioni siano smentite. No: le cose non sono andate esattamente così. Quando Nizzi abbaia esattamente scritto questa storia non saprei dirlo, ma so che lui aveva sicuramente terminato di sceneggiarla per il giugno 2006, quando si prese uan pausa estiva insolitamente lunga (prodromo al suo addio avvenuto, di fatto, due anni fa) La storia era effettivamente destinata a Fusco che all'epoca non stava affatto disegnando l'Almanacco 2010, bensì, presumibilmente, "Moctezuma". Fusco (che, dopo aver finito di disegnare "Athabaska Lake" si era sottoposto ad una operazione agli occhi dopo la quale rimase a riposo per molto tempo) aveva, in effetti, in animo di ritirarsi definitivamente, ma Sergio Bonelli lo convinse a continuare. Fusco accett?, ma a patto che gli fossero affidate solo storie brevi. Rifiut?, quindi, la sceneggiatura di "Oltre il fiume" e Nizzi scrisse per lui due storie brevi. Oltre alla citata "Moctezuma" ci fu anche "La banda dei Messicani" (l'Almanacco 2010), scritta nel 2007. Nell'estate 2008, terminata di disegnare questa storia, Fusco avrebbe dovuto disegnarne una di Faraci, ma stavolta prefer? ritirarsi sul serio e declin° l'incarico. La storia in questione (il cui titolo di lavoro è "Medicine show") fu affidata a Giacomo Danubio, che sta terminandondola proiprio di questi tempi. Questo corrisponde a quanto ne so anch'io. Se la memoria non m'inganna, Ortiz dovrebbe averlo disegnato interamente nel 2008, visto che a dicembre di quell'anno era già al lavoro sulle prime pagine di sceneggiatura della storia di Segura su cui dovrebbe essere ancora al lavoro (anche se per poco, credo ). Ben detto. La sua ultima sceneggiatura, se non vado errato, è stata "Inferno bianco", scritta nel 2007 assieme a quella di "Sul sentiero dei ricordi". Di Nizzi esiste un'altro soggetto, approvato nel 2008, ma Nizzi ha deciso di lasciare prima di stendere una sceneggiatura e quindi è stato accantonato. Apparentemente esisterebbe anche un'altro soggetto, che sarebbe incentrato sul rapimento della figlia del Generale Davis e vedrebbe tra i comprimari Ely Parker e tra i cattivi gli Indiani dell'Est. La notizia mi fu riferit? nel 2006 da un amico di solito ben informato (che lo dava tra i soggetti in attesa di sceneggiatura nella fatidica estate 2006) e mi fu ripetuta nell'estate 2007 da Rossano Rossi che l'aveva appreso da Nizzi stesso, il quale, però, aveva confuso questo soggetto con quello di "Intrigo militare", che gli era stato effettivamente affidato. Io non sono un nizziano, ma spero anch'io la stessa cosa.
  9. Carlo Monni

    Carson Family

    Non ci sono parole, ci sono però inmmagini piuttosto eloquenti. Boselli non si affida ai testi che paleserebbero forse più del dovuto la paternit?, ma guida la mano di Marcello, eccome se la guida!Sono d'accordo al 200%. Ancora una volta saimo in perfetta sintonia. Non so come la vedi tu, ma io ho sempre sospettato l'esistenza di un veto di Sergio Bonelli a rivelare questa paternit?, probabilmente per motivi legati ad un certo conservatorismo in campo fumettistico. Se questo veto c'è, è anche possibile che si estenda anche al ritorno puro e semplice delle due donne di Carson. Mauro stesso in più di un'occasione ha dichiarato che in caso di ritorno di Lena e Donna (ritorno per cui lui dice di non avere ancora idee, ma io non sono così convinto ) lui istintivamente pensa a Font come disegnatore (ed avrebbe senso: non solo Font non se la cava affatto male nel disegnare le donne, ma si potrebbe anche dire che Borden lo considera una sorta di successore di Marcello, visto il tipo di storie che gli ha affidato ultimamente). Io personalmente ci vedrei bene anche Civitelli, Garcia Seijas, Venturi e Piccinelli (Ci avrei messo anche Villa, ma ancora lo considero un fuori quota. )-
  10. Carlo Monni

    Carson Family

    ma perchè ne è convinta? Dopotutto è lei che ha portato dentro di se Donna per nove mesi. Ne sapr? pur qualcosa. Anche se è vero che all'epoca non esistevano sistemi sicuri per attribuire una paternit?, ciò non voleva dire che non si potesse essere ragionevolmente certi dell'attribuzione stessa. Magari a Lena è bastato fare un semplce calcolo, basandosi sull'ultima volta che era stata con Clemmons per essere ragionevolmente certa che la figlia non era sua. Da quanto abbiamo capito dalla storia, Lena non era esattamente la donna dello Sceriffo (per quanto Carson fosse orientato a crederlo) e non andavano a letto insieme tutte le sere. Quanto al fatto che Ray avrebbe dovuto accorgersene, l'obiezione è presto superata, perchè Ray è scappato da Bannock e quando vi è tornato Donna, di cui lui ignorava l'esistenza, era già sufficientemente adulta. Lena gli ha detto che era figlia sua e lui ci ha creduto. Non si è messo certo a fare domande sulle precise date di nascita e così via. E fin qui ti d' ragione Ed anche su questo sono d'accordo. Quali che fossero le intenzioni dell'autore, finch? non sono, in qualche modo rese esplicite (il che, si badi bene, non vuol necessariamente dire che uno dei personaggi che sanno deve dirlo apertamente) possono sempre essere smentite dall'autoire stesso o da autori successivi. Piuttosto mi chiedo se l'accanimento mostrato da certi forumisti nel dimostrare che non esitono prove certe, che ogni frase o vignetta può essere interpretata nel senso di escludere questa paternit?, non nasconda un certo fastidio verso l'idea, una forma di respingimento. Lo stesso discorso, a parti invertite, vale, ovviamente per chi, invece è assolutamente convinto che Donna sia davvero figlia di Carson. Personalmente non ho remore nell'ammettere che l'idea mi piace e che non solo non avrei problemi se fosse resa esplicita, ma che vorrei addirittura che lo fosse. Sarebbe una ventata di aria fresca, arricchirebeb il cast dei comprimari ee permetterebbe di esplorare la figura di Kit Carson sotot nuove ed interessanti angolazioni. Un autore in gamba (e sia Boselli che Faraci lo sono, per tacere di Manfredi) ci riuscirebbe senza scadere nei più banali clich? da soap opera (o meglio, vista l'epoca, da feuilletton ) ed anzi usandoli in maniera intrigante... almeno per me.
  11. Carlo Monni

    Carson Family

    Io sinceramente spero proprio che non avvenga per i motivi che ho detto prima: non è che Donna si trasformerebbe in una palla al piede per Kit, però di certo entrerebbe prepotentemente nella vita di Carson e quindi anche del quartetto di pards!E sarebbe una cosa tanto brutta? In realtà il vecchio Kit è già moralmente impegnato nei confronti di Donna... perchè lo ha promesso ad un amico morente (perchè questo alla fine era ray Clemmons nonostante tutte le ambiguit? e le sue ombre) e perchè nonostante tutto ha sempre provato qualcosa per Lena. Ancora oggi, anche se non si dice esplicitamente, è facile immaginare che tra un'avventura e l'altro o durante le avventure a cui non partecipa Carson si rechi in Nevada a visitare le sue donne. Io voto si alla rivelazione: sarebbe un bel momemto per il vecchio Kit e sarebeb bello vedere la sua reazione. Quanto ad essere parte attiva nella serie, cosa vuol dire? Di certo Donna non si affiancherebbe ai pards nelle loro avventure. Non credo che nessuno ci abbia mai veramente pensato. Quanto al vedere lei e sua madre più spesso io non avrei nessuna difficolt?, l'ho già detto e ridetto più volte. Non credo che nessuno penserebbe veramente che una volta saputo di essere padre Carson mollerebbe la sua vita avventurosa per ritirarsi nel Nevada. Tex non l'ha fatto quando suo figlio era piccolo perchè dovrebbe farlo Kit Carson con una figlia già adulta?Superiamoli certi tab?. E poi, che sQuindi il cambiamento Tra l'altro questo potrebbe essere un buon argomento per il prossimo numero del Tex Willer Magazine!
  12. Carlo Monni

    Carson Family

    Concordo. basta con questa mania di far morire le donne dei pards. :capoInguerra: Io sarei per qualcosa di più e di meno al tempo stesso. un inserimento stabile, ma non regolarissimo. parte cioè di quello che in altre serte esiste ma in Tex è raro aldil' dei quattro pards: il cast di supporto. Quei personaggi che sono ricorrenti anche se non necessariamente parte integrante della trama. Un p? come lo sceriffo Tom Rupert, che appare ogni volta che i pards passano per Tucson oppure lo stregone Nuvola Rossa, che si vede spesso, ma non sempre, nelle storie ambientate in tutto od in parte al villaggio Navajo.
  13. Carlo Monni

    Carson Family

    Sicuramente ho la testa dura! Ma il fatto che per Boselli Donna sia la figlia di Carson per me vuol dire poco, anche se Boselli è l'autore della storia. Perchè, secondo me, all'interno della storia, non c'è nulla che provi in maniera DEFINITIVA e INCONTESTABILE la presunta paternit? di CarsonCerto che non c'è. Tutti gli indizi (e sono tanti) disseminati abilmente da Boselli sono volutamente non espliciti e lasciati all'interpretazione del lettore, ma conducono quasi inevitabilmente verso un'unica spiegazione. Che poi la cosa a te non piaccia e tu preferisca credere altrimenti è una cosa differente, per quanto rispettabile sia. Da avvocato posso dirti che la stragrande maggioranza delle volte le prove certe ed incontestabili non esistono, perfino le testimonianze oculari e la confessione non lo sono, perchè ci sono vari motivi per cui la percezione dei fatti può essere errata o per cui il testimone od il presunto colpevole può mentire. Nel nostro caso Donna piu? aver "scelto" Ray Clemmons come padre di Donna perchè ritenuto più afffidabile di Kit Carson e, perchè no, più ricco ed in grado di assicurare uno stabile futuro alla figlia. Esistono, invece, gli indizi gravi, precisi e concordanti (uso apposta la terminologia del Codice di Procedura Penale ) che vanno interpretati per giungere ad una conclusione. Sempre nel nostro caso, tutti gli indizi vanno, secondo me, verso un'unica soluzione che, del resto è proprio quella immaginata e voluta dall'autore. Su quest'ultima affermazione sono completamente d'accordo Personalmente credo che certe cose siano chiare anche se l'autore non le dice esplicitamente Quindi, a sentir te, se una cosa non è detta esplicitamente nel corso di una narrazione non esiste. Se Manzoni non avesse mai detto che Lucia era innamorata di Renzo avresti immaginato che lo sposasse per imposizione dei genitori? Mi pare di poter dedurre dal contesto della tua sequela di domande e dai termini da tre usati (anche se non lo hai detto esplicitamente e devo, quiindi, re le tue parole ) che tu propendi per l'ultima ipotesi e confesso che non capisco perchè. Io non vedo nulla di strano e di male nel fatto che Carson possa avere una figlia: ci mostra un lato inedito del personaggio ed al tempo stesso non cambia nulla di sostanziale del suo carattere, della sua caratterizzazione ed, al contrario, la arricchisce di nuove sfumature. Davvero non capisco perchè considerare Donna una palla al piede, per usare la tua terminologia e non un'occasione per arricchire il contesto del serial Texiano. Mi sorprende davvero che ancor oggi ci possano essere dei lettori che abbiano del ruolo della donna e delle dinamiche familiari e sentimentali un concetto sèmile. Non dico e non credo che sia il tuo caso, Paco, ma davvero c'è ancora chi crede che un personaggio seriale non possa avere delel relazioni con donne od avere figli o figlie con cui relazionarsi? Davvero c'è ancora chi pensa che la donna in un racconto avventuroso (e nello specifico: western) sia quella che dice: "No non andare" o che aspetta l'eroe a casa per lamentarsi del fatto che torna sempre tardi o con la camicia sporca o strappata? Ero convinto che decenni di narrativa avessero estirpato simili pregiudizi. Diamo per scontato che Kit Carson abbia una figlia. Cosa cambierebbe davvero nel suo ruolo all'interno della saga Texiana? Per come la vedo io continuerebbe a fare l'avventuriero solo che adesso avrebbe oltre alla sua casa di Santa Fe (di cui tutti sembrano ormai essersi dimenticati) ed alla Riserva Navajo, un altro centro d'interesse (che del resto ha gia, Kit si comporta già in tutto, a parte nel nome, coem un padre per Donna). Sarebbe più consapevole delle sue responsabilità e forse più presente, ma non per questo rinuncerebbe al suo attuale stile di vita. Di certo non sposerebbe Lena solo per questo motivo e, del resto, volete farmi credere che i lettori di Tex sono così bigotti da non accettare un figlio concepito e nato fuori dal matrimonio ed addirittura pretenderebbero un matrimonio ripatore?Se così fosse, capirei perchè Boselli certe cose non le rivela. P. S. Incidentalmente, io credo che un certo sentimento per Lena il vecchio Kit lo abbia sempre avuto, il fatto che sia un tombeur de femmes non implica certo che non possa innamorarsi.
  14. Carlo Monni

    Carson Family

    Bravo Virgin, concordo totalmente!.. e questo, per me, taglia la testa al toro!Se un giorno, in una qualsiasi storia,Carson o Lena o Donna diranno chiaramente di essere una famiglia, io ci creder?!.. ma per ora non mi bastano n° gli indizi(che per me rimangono comunque solo congetture), n° le parole di Boselli! Di certo sei un ostinato testone. haha Passi il non voler credere a quelli che per noi tutti sono segni inequivocabili ma che possono effettivamente essere interpretetati in modo non univoco, ma non accettare nemmeno la posizione dell'autore.... Mi chiedo cosa ci sia nel fatto che il vecchio Kit sia il padre di Donna a darti tanto fastidio.
  15. Carlo Monni

    Carson Family

    La penso esattamente come te. Il nostro Paco può essere scettico quanto vuole, ma è indubbio che per quanto riguarda Mauro Boselli Donna è la figlia di Carson ed era proprio questo che lui voleva sottintendere nelle storie che hanno visto coprotagoniste lei e sua madre. Credo sia altrettanto indubbio che ci sia un veto da parte di Sergio Bonelli e rendere ufficiale questa cosa e finch? questo veto non cadr? (cosa sempre possibile, perchè solo gli sciocchi non cambiano mai idee e Sergio Bonelli, lo ha dimostrato più volte, potr? anche essere ostinato, ma non è sciocco ) Donna rimarr? ufficialmente figlia di Ray Clemmons e sarà perfino possibile che ci possa essere una storia che confuti la paternit? di Carson, ma quest'ultima ipotesi la vedo estremamente improbabile. Ne approfitto, già che ci sono, per ribadire che io vedrei più che volentieri il ritorno delle due donne e che sono convinto che non sia affatto necessario che esse siano protagoniste di una storia completamente incentrata su di loro, ma che potrebbero benissimo essere comprimarie ricorrenti (per esempio: una storia potrebbe iniziare con Kit Carson che lascia la locanda del Nevada per riunirsi ai pards e cose così). Come ho detto spesso, il mio modello per il loro utilizzo e la relazione coi due Kit sarebbero ripettivamente Brenda MacDonald e Belinda Hall della "Storia del West". Quanto alla relazione di Lena e Kit Carson e quella di Kit Willer con Donna. A me sembra chiarissimo che fra Len e Carson ci sia della cosiddetta "tensione sentimentale", ma da qui ad ipotizzare un matrimonio ce ne corre. Quanto al Giovane Kit , anche qui non è difficile ipotizzare una relazione aperta. Difficile dire se Kit è innamorato di Donna, ma non vi è dubbio che quando è lontano si concede ben volentieri delle distrazioni. In ogni caso, io non sono affatto contrario a che i due pards abbiano delle relazioni più o meno stabili con figure femminili ben delineate. I tempi, rispetto, a quando scriveva G. L. Bonelli sono cambiati e con essi anche il concetto ed il ruolo della donne nel contesto del racconto d'avventura. Sono convinto che gli autori attuali di Tex saprebbero gestire la cosa con adeguatezza.
  16. Carlo Monni

    Civitelli Sceneggiatore Di Tex ?

    Per la serie "Ora può essere raccontato": Anni fa Civitelli sottopose a Nizzi un soggetto imperniato su un ex rapinatore di banche che era diventato un irreprensibile cittadino e che si candidava alla carica di senatore, per poi trovarsi di fronte ai fantasmi del suo passato, con Tex che si trovava preso nel mezzo di una sorta di faida tra vecchi compagni (onestamente non ricordo se era l'aspirante senatore a voler eliminare testimoni scomodi ed aspiranti ricattatori o se erano questi a pretendere qualcosa da lui). Nizzi respinse il soggetto, ma in seguito, diverso tempo dopo, invi? a Civitelli una sceneggiatura in cui del suo vecchio soggetto erano rimasti solo il politico rampante dall'oscuro passato e dei rapinatori che si erano rifatti una vita rispettabile. Civitelli ha sempre presunto, ed io sono d'accordo con lui, che Nizzi nemmeno si ricordasse che l'idea iniziale era di Civitelli stesso... dopotutto sarebbe stato sciocco e temerario da parte sua dare da disegnare la storia proprio all'uomo a cui l'avrebbe intenzionalmente plagiata... tanto più che il soggetto nizziano era, a parte gli elementi citati, sostanzialmente diverso da quello presentatogli da Fabio.
  17. Ed è ancor oggi l'autore che ha scritto il maggior numero di storie di Tex in assoluto, con all'attivo non meno di 190 storie in cui ha messo in qualche modo mano (il non meno dipende dal fatto che non tutti sono d'accordo su come suddividere le prime storie, che spesso iniziavano e finivano da una striscia all'altra). Con il suo abbandono, Nizzi si ferma a quota 137 sceneggiature complete, di cui una (il Texone di Garcia Seijas) forse destinata a rimanere ancora inedita per diverso tempo, quattro su soggetto di Civitelli, una su soggetto di Villa, una il cui soggetto nasce da un'idea di Fabio Civitelli ed una ("Delitto nel porto") dall'idea di un lettore. In più c'è "Il messaggio cifrato", la cui sceneggiatura Nizzi ha iniziato e non terminato e che è stata completata da Decio Canzio. Se la fortuna editoriale arride a Tex, prima o poi il record di GLB verr? superato, ma ne dovr? passare di acqua sotto i ponti.
  18. Carlo Monni

    Domande A: Claudio Villa

    Frankenstein Junior! Adoro quel film! 'spetta, 'spetta.. ci siamo persi qualcosa? Devi essere l'unico rimasto a non sapere che "Eagle Pass", la storia di Boselli per Villa (concepita nel lontano 2002 e rimasta da circa 3 anni interrotta a pag. 110 per la sceneggiatura ed a pag. 94 per i disegni a causa dei pressanti impegni del nostro Claudio con l'enorme mole di copertine che gli si è riversata addosso) è stata dirottata dalla serie regolare ad un futuro Texone, presumibilmente quello del 2013. Mi resta sempre il dubbio che la decisione sia stata presa (così come per il Texone 2012) a causa della crescente difficolt? a trovare disegnatori esterni alla serie disponibili a realizzare un Texone, oppure perchè in questo modo potevano smettere di tenerne conto nella programmazione annuale della serie regolare, ma forse sono troppo maligno. haha Sia come sia, ne sono ben contento, perchè la "consacrazione" del Texone Claudio Villa se la merita in pieno.
  19. Su questo non potremmo essere più d'accordo. Infatti. Creso sia proprio per questo che, a partire da quest'anno è stato distinto il ruolo del Direttore Generale da quallo del Direttore Editoriale. In ogni caso, non mi stancher? mai di ricordare che per circa 14 anni, dal 1943 al 1957, la casa editirice è stata gestita da una donna (Tea Bertasi Bonelli, ex moglie di Gianluigi e madre di Sergio) che prima di cominciare quel lavoro i fumetti sapeva a malapena cosa fossero. Non mi pare che abbia fatto un pessimo lavoro, anzi.... Cosa, ahimè, purtroppo, amaramente vera. C'è da dire, però, che se Tex viene percepito da una parte di pubblcio come "vecchiume" ciò è anche dovuto al fatto che è stata anche la stessa casa editrice a contribuire a dare quest'immagine, per quanto errata sia, quindi uno svecchiamento, purch? non comporti snaturamento (ed è possibilissimo riuscirci, si guardi all'operato di Gomboli e Faraci su Diabolik ) a mio parere sarebbe benvenuto.
  20. Carlo Monni

    [593/595] La Mano Del Morto

    Certo... ma tu pensa che a quell'epoca Wild Bill era addirittura sposato. Lo aveva fatto quattro mesi prima di morire con una certa Agnes Lake ed aveva lasciato la moglie a Cheyenne (Wyoming). Calamity Jane la incontr?, pare, solo dopo aver deciso di andare nel Dakota. Con la vita turbolenta che ha avuto, immaginare una figlia segreta di Wild Bill sarebbe fin troppo facile. Non so esattamente quando, secondo Boselli, sarebbe ambientata la storia, ma è chiaro che è ambientata diversi anni dopo la morte di Wild Bill visto che tutti parlano del Dakota, direi che ci troviamo prima del novembre 1889, quando il territorio fu diviso nei due stati di North e South Dakota, che furono ammessi nell'Unione. Con questi elementi, se davvero fossimo in presenza di una figlia di Wild Bill (ed ancora mi mantengo scettico al riguardo) abbastanza vecchia da passare per maestra, direi che sarebbe nata ben prima del 1876 e quindi sarebbe da escludere Calamity come madre. D'altra parte, la stessa Calamity afferm? di aver avuto una figlia da Wild Bill alcuni anni prima (anche se pare che la cosa fosse falsa) , quindi chi può dire come si evolveranno le cose?Del resto, non sarebbe la prima volta che Boselli (ma non solo lui, anche GLB lo faceva più che volentieri ) si prende qualche libertà con i fatti storici o la cronologia. Detto questo, trovo l'ipotesi figlia intrigante, ma, coem ho già detto sopra, mi permetto un sano scetticismo.
  21. Carlo Monni

    Virgilio Muzzi

    Ma quando lui ha scritto il pezzo e l'ha mandato in stampa (e cioè almeno 10/15 giorni prima dell'uscita dell'albo nelle edicole) l'articolo di Repubblica non era ancora uscito, giusto?
  22. Carlo Monni

    [593/595] La Mano Del Morto

    Attenzione ai possibili spoiler. Purtroppo non riesco a quotare senza far apparire ciò che l'Ammiraglio aveva messo sotto spoiler, siete avvertiti. Confesso che è anche un mio rammarico. In realtà Boselli non ha inventato niente o quasi. Anch'io credevo che Varnes e Brady fossero farina del suo sacco, ma lui stesso mi ha detto che McCall fece davvero i loro nomi al secondo processo. Basta digitare su Google "Varnes Brady Hickok Deadwood" e trovate un bel p? di siti (tra cui l'inevitabile Wikipedia ) che ne parlano. Ovviamente tutto l'intreccio conseguente è opera sua, compreso il fatto che il complotto c'era davvero stato. Di John Varnes e Tim Brady non si seppe mai più nulla a quanto ne so. Boselli ci offre una sua versione del fato di Varnes. A questo punto mi chiedo: e Tim Brady? Che sia uno dei tre uccisi? Ci credo poco. Forse dobbiamo ancora incontrarlo e forse sarà una delle chiavi per risolvere il mistero. Tutto gusto e non nego che l'idea sia balzata in testa anche a me, ma confesso di essere molto scettico al riguardo. Ho l'impressione che se non Boselli, sicuramente Sergio Bonelli sarebbe molto restio ad usare un personaggio realmente essitito per un ruolo simile... tuttavia... è chiaro che le tre vittime del giustiziere conoscevano la ragazza (perchè anch'io mi sto persuadendo che sia tale) e quindi... chissà. Infine, una nota: nessuno ne ha mai parlato: ma cos'è Lonesome Praire, ovvero Prateria Solitaria? Ne parla Varnes sul letto di morte e ne parla il giovane indiano nel delirio notturno. Si tratta di un luogo oppure del nome di una persona? Temo di non avere una risposta. Beh era diffusa come fucile da bisonti, non come arma ordinaria, era molto pesante e per usarlo bisognava quasi sempre metterlo su un supporto piantato in terra. la definizione di cannone ci sta. Concordo. P. S. Con questo, temo di rivelare fin troppo della mia età, ma quand'ero bambino mi capitarono tra le mani alcuni albi di un fumetto chiamato Kansas Kid (solo più tardi avrei scoperto che era l'ennesima ristampa di una serie uscita dal 1948 al 1950 su testi di Angelo Saccarello e disegni di Carlo Cossio, recentemente ristampata in volume dalla Mercury) il cui protagonista era figlio di Wild Bill Hickok e di una Sioux e la cui prima impresa fu vendicare l'uccisione del padre. Non posso fare a meno di notare che il misterioso vendicatore (o vendicatrice che sia) viaggia con dei Dakota e Dakota (o Lakota o Nakota a seconda del luogo e della suddivisione etnica) è il nome che davano a se stessi quelli che siamo abituati a chiamare Sioux. Mi chiedo se anche Boselli non abbia, a suo tempo, letto Kansas Kid e non ne sia rimasto un p? influenzato o, magari, non abbia voluto fargli un omaggio indiretto. :capoInguerra:
  23. Io non sono Zeca, ma si d' il caso che conosca personalmente Davide Bonelli e pertanto mi permetto di tentare una risposta. Se per interessamento all'opera degli avi, intendi se Davide è un appassionato lettore di fumetti, beh, temo di dover confermare almeno in parte che non lo ?. Se invece volevi sapere se si interessa alle sorti della casa editrice ed a ciò che produce e come lo produce, allora la risposta è senz'altro un si. da quanto ho potuto constatare Davide segue costantemente il lavoro, è informato su quanto fanno gli autori che lavorano per la SBE (io stesso l'ho sentito discutere con Civitelli sulla preparazione del numero del sessantennale ed avere parole di lode per il suo lavoro). Quanto alla seconda parte della tua domanda, in effetti Sergio Bonelli accentra ancora su di se il potere decisionale. Nonostante con il nuovo anno abbia formalmente delegato gran parte di questo potere al figlio ed a Mauro Marcheselli, ciò nonostante, l'ultima parola su tutto spetta sempre a lui. Quindi, si: sarà difficile vedere un'impronta di Davide finch? Sergio sarà l'effettivo capo della Casa Editrice. Certo, un passo decisivo nel coinvolgerlo nella gestione è stato nominarlo Responsabile Marketing, indicando il suo nome subito dopo quello di Sergio, quasi ad affermarne un ruolo di effettivo numero due della gerarchia interna. D'altra parte, io credo anche che il ruolo di Direttore Editoriale sia stato creato apposta per separare le attività di stretta gestione amminstrativa da quelle più direttamente connesse con il processo creativo. Infine a coloro che temono che il fatto che Davide non sia nun appassionato di fumetti possa essere negativo nella conduzione della casa editrice, ricordo che sua nonna, la mitica Tea Bonelli, non era certo una lettrice di fumetti quando assunse nel 1943 la conduzione della Casa Editrice e la tenne per quasi 15 anni, eppure guardate cosa ha saputo fare e non scordate che Tex è nato proprio mentre lei era il capo.
  24. Carlo Monni

    Un Nuovo Galep?

    Allo stato attuale delle notizie, la storia di Torricelli è ancora prevista per l'Almanacco 2011.
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