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Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Carlo Monni

    Le domande a Tito Faraci

    Uhm, intanto azzardo io una sorta di risposta: se non sbaglio e sempre che rispetto alle ultime notizie che avevo non ne abbia già finita qualcuna, il Buon Tito dovrebbe essere al lavoro su sette storie. Quattro destinate alla serie regolare (ed affidate ai Gemelli Cestaro, Del Vecchio, Bruzzo e Nespolino), una ad un Maxi (per Repetto) e due ad un Almanacco (rispettivamente per Suarez e Danubio). In più posso dire che, visto il carico attuale di lavoro di Boselli (che di storie di Tex ne sta scrivendo ben 10), è quasi certo che i prossimi due disegnatori che si liberaranno (con l'eccezione di Font, che Boselli non pare avere intenzione di mollare) se li beccher? proprio il nostro Faraci. Perdonatelo se non si fa troppo sentire.
  2. Io non sarei molto d'accordo con quest'analisi, anche perchè ricordo che a Muzzi sono toccate alcune storie molto belle come: "La caccia" o "La Dama di Picche", Era praticamente l'esperto in storie cittadine. Credo sia stata l'unica occasione, in effetti. Su questo posso essere utile io, che posso citare direttamente Fusco in persona, da me incontrato in almeno tre occasioni a Città di Castello, in occasione di Tiferno Comics. Dopo la performance dei quattro albi di "Athabaska Lake" Fusco rimase fermo per un p?, anche perchè si operò di cataratta o qualcosa di simile. In seguito è stato lui stesso a richiedere che gli dessero solo storie brevi, sia per non affaticarsi troppo e fare un lavoro migliore "perdendo" più tempo sulle tavole (ed il suo ritmo, infatti, è sceso dalle 15/20 pagine mensili a circa 8/10). Per questo motivo rifiut? la storia del ritorno di Cane Giallo, che fu poi affidata ad Ortiz e che leggeremo a partire da giugno. Nizzi, allora, scrisse appositamente per lui "Moctezuma" (e sotto un certo punto di vista, poteva risparmiarselo ) e questa. La destinazione sull'Almanacco non l'ha decisa lui, ovviamente, ma deriva dal fatto che è la destinazione naturale di storie da un albo, anche se non sono mancati esempi (tra cui, appunto, "Moctezuma") di pubblicazione sulla serie regolare. Vero è che è stato lui a richiederne la pubblicazione quest'anno e che Bonelli l'ha accontentato, posponendo la pubblicazione della storia di Torricelli originariamente prevista. Al vecchio Maestro non si poteva dire di no.
  3. Carlo Monni

    Ghost Artists

    In certe cose la precisione vuole dire tutto L'immagine in effetti si presta bene alle tue supposizioni, quello non è un Tex di Ortiz e assomiglia dannatamente a un Tex di Bernet. Se capita da queste parti Carlo Monni, sarei curioso di sentire le sue argomentazioni in proposito.Sono stato evocato ed ecco che compaio. haha In realtà, non ho molto da dire. Trovo molto improbabile una collaborazione di Bernet e perfino un intervento di Ticci. Credo che si tratti di interventi e correzioni redazionali. Temo che in qualche occasione la velocit? e l'età od entrambe abbiano giovato qualche scherzo al buon Ortiz ed in redazione abbaino pensato di metterci una pezza. Nel corso degli anni, c'è sempre stato un disegnatore, perlopiù di Milano o dintorni ed impiegato in Redazione, che era incaricato di effettuare questi ritocchi quando il disegnatore titolare non poteva farlo lui. Su Tex per un certo periodo è stato Franco Bignotti, poi è arrivato Raffaele Cormio e poi Luigi Corteggi. Negli ultimi anni l'ingrato compito era toccato a Vincenzo Monti. Oggi, francamente, non lo so. Nessuno dei disegnatori titolari, di questo ne sono sicuro. Forse ancora Corteggi o qualcuno del reparto grafico come Roberto Piere. Onestamente non saprei.
  4. Cosa tutt'altro che impossibile, anzi molto probabile. Del resto, non so se lo sapevate (Ymalpas quasi certamente si ) ma Marcello e Fusco, non solo erano coetanei, ma erano entrambi di Ventimiglia ed erano amici. Andarono quasi contemporaneamente, quando erano ancora molto giovani, a lavorare in Francia e per qualche tempo lavorarono proprio insieme, con uno che ripassava a china le matite dell'altro e viceversa. I loro stili si sono, quindi, influenzati a vicenda, anche se poi hanno preso strade diverse. Nulla di strano, quindi, che il Tex di Marcello abbia in questa prima prova, rimandi al Tex di Fusco.
  5. Tu sei troppo buono. In ogni caso, questa storia dovrebbe essere stata scritta tra il 2006 ed il 2007, in un periodo in cui Nizzi, con esiti alterni, ha mostrato comunque un certo sforzo nel costruire sceneggiature accettabili, quindi, chissà... Grazie. Concordo.
  6. Carlo Monni

    Domande A: Claudio Villa

    Per il momento io mi limito agliAUGURI!!!!
  7. Questo è chiarissimo, come è chiaro che io, ad esempio, non la vedo affatto coem te. A mio parere, ad esempio, "La ballata di Zeke Colter" è un mezzo capolavoro, "L'uccisore di indiani", "Bad River" e "Eroe per caso" sono delle buonissime storie. Alla fine, le sole che veramente ho trovato deludenti sono state: "Missione a Sierra Vista, "L'ultimo squadrone" e "la Palude nera" (che pure qualche momento buono lo aveva). Per quanto mi riguarda, non è la lunghezza della storia che conta, ma la qualità della scrittura. Nelle storie che ho citato gli autori sono riusciti con pochi tratti a dare le giuste caratterizzazioni ai personaggi ed il giusto ritmo alla trama, Io non chiedo di più, in fondo. Il capolavoro non si può pretendere, le buone storie si. Per il resto, che tu abbia dei pregiudizi al riguardo, è evidente Magari potresti dare una chance alle storie prima di stroncarle.
  8. Carlo Monni

    Quanto Sono Veloci I Disegnatori Di Tex ?

    Solo questo: 1) che non mi scandalizzerebbe affatto. Dopotutto, non solo è già stata fatta in passato (Penso ai vari inchiostratori di Galep nel periodo iniziale della serie, ma anche a Nicol', che lavorava spesso con matitisti come Francesco Gamba o Giolitti con il suo studio), ma anche in tempi recentissimi. Negli ultimi 10/15 anni, per esempio, Marco Bianchini ha lavorato pressoch? esclusivamente come inchiostratore, mentre le matite gliele hanno realizzate, in tempi diversi: Fabio Valdambrini, Giuseppe di Bernardo, Rossano Rossi e Marco Santucci. Proprio il fatto che, dopo tanto tempo, si è di nuovo cimentato come autore completo, pare gli abbia creato un p? di difficolt?, dovendo egli "riprendere la mano". Tuttora, su Magico Vento, su Martin Mystere o Julia ci sono o ci sono state coppie di matitista ed inchiostratore (Barbati & Ramella, Morales & Grimaldi e diversi altri). 2) In ogni caso, quasi tutti prima o poi, hanno provato a lavorare da soli e questo lo trovo significativo. Evidentemente, per quanto bravo sia il tuo collega, alla fine c'è sempre qualcosa che non ti quadra.3) L'esempio degli Stati Uniti è calzante solo fino ad un certo punto, perchè loro sono da sempre stati abituati a lavorare in squadra. I disegnatori che realizzavano sia le matite che le chine erano una rarit?, ma ultimamente anche l' stanno aumentando. Anche questo deve significare qualcosa, credo.4) Da noi c'è sempre stata la tradizione del disegnatore che fa tutto da se, anche se poi, accadeva che molti giovani disegnatori esordivano facendo, non accreditati, matite e chine per autori anziani presso cui "andavano a bottega". Penso, tra gli altri, a Ticci e Villa, che hanno entrambi esordito come assistenti di Franco Bignotti. 5) Infine, io credo che debba essere una scelta dei singoli e che non sia giusto che sia imposta dall'alto.
  9. Carlo Monni

    Copertine Inedite...

    Sono pienamente d'accordo. Io ci aggiungo anche la copertina n° 1 de "La Lunga pista" e quella de "L'ultima diligenza" Qui sono pienamente d'accordo. Qui dissento, io non ne sarei stato affatto scandalizzato. Piuttosto, vorrei segnalare che durante tutta la discussione nessuno sembra mai essersi accorto che di quel numero hanno campiato non solo la copertina, ma anche il titolo. Quella avrebbe dovuto essere la copertina del numero successivo a "Il segno di Cruzado, ovvero il n° 244, che fu poi intitolato "I cacciatori e la preda" (era in quell'albo, infatti, che c'era la sequenza, poi tagliata,, del pugno a Carson per calmarlo). Il titolo "Ore disperate", fu, invece assegnato al n° 241.
  10. Per quanto non sia d'accordo con alcune delle cose che scrive (e per chi mi conosce non deve essere una gran sorpresa ), trovo l'analisi di Wasted Years davvero interessante, specie l'analisi sulla modernit?, e, soprattutto, scevra da quegli assolutismi che deprecavo in precedenza. Personalmente apprezzo molto il modo di scrivere di Boselli, che è sicuramente molto vicino alla mia sensibilit? di lettore. Quanto a Nizzi, anche quando scriveva bene, io gli rimproveravo un eccessivo manierismo, ovvero il costruire le store di Tex come se fossero una sorta di formula matematica. Non c'è dubbio che in ogni tipo di narrativa seriale ci siano sempre dei "luoghi comuni" (i colti direbbero dei "topoi" ) che si ripetono, ma non necessariamente questo deve tradursi in una formula rigida. Lo stesso GLB, che pure questi "luoghi comuni" li aveva inventati, non seguiva necessariamente uno schema rigido nel costruire le sue trame, concedendosi spesso e volentieri delle variazioni sul tema. Un altro problema che ho sempre avuto con Nizzi è che la sua concezione dell'Eroe appartiene comunque ad una tradizione narrativa che era vecchia già sul finire degli anni 60. Ciò non toglie che molte sue storie siano state comunque belle e/o interessanti da leggere, anche se, secondo me, nessuna è mai arrivata allo status di capolavoro (sebbene "Fuga da Anderville" ci arrivi molto vicino ). L'errore è stato, forse, l'averlo caricato di un onere troppo gravoso dopo il forzato abbandono di Bonelli e poi di averlo tratteuto su Tex quando scoppiù la sua crisi creativa, senza aver cercato alternative valide in tempo utile. Pu? anche darsi che lasiato libero di riposarsi, avrebbe anche potuto rigenerarsi e tornare su Tex in forma adeguata. O forse il suo era un calo irreversibile o che sarebbe avvenuto comuinque, chi può saperlo? Tornando a Boselli, non è certo esente da difetti, ma riesce, a mio parere, a creare trame emotivamente più coinvolgenti ed in questo, anche se non ne copia lo stile (e non uso la parola "copiare" a caso), è più vicino allo spirito di GLB di quanto lo fosse Nizzi. Proprio questo è il punto per cui, ad esempio, per cui ho sempre trovato emotivamente più coinvolgente "Matador" rispetto a "L'uomo con la frusta" e lo ribadisco a costo di ribeccarmi l'accusa di eresia. Un ultimo appunto: non aspettatevi che Faraci e Manfredi seguano sentieri narrativi troppo diversi da quelli di Boselli. Il loro stile sarà sicuramente diverso da quello di Boselli, ma non pensate che siano delle repliche di GLB, perchè non lo saranno.
  11. Non è certo mia intenzione alimentare polemiche, casomai il contrario. Mi preme, però, puntualizzare due o tre cose: 1) il giudizio su quelli di TWO, forumo a cui sono ioscritto da anni ed a cui contribuisco attivamente, mi pare decisamente ingeneroso. Innanzitutto perchè io tutta questa esaltazione di Boselli e denigrazione di Nizzi proprio non la vedo... o meglio non la vedo più da un pezzo. Se c'è un'esaltazione delle storie di Boselli ed una critica di quelle di Nizzi è perchè le prime sono quasi sempre delle storie buone, se non ottime, mentre le più recenti di Nizzi sono quasi tutte pessime e che quest'ultima non sia solo una mia opinione mi pare sia dimostrato dal coro pressocch? unanime di critiche e lamentele spesso molto dure che dette storie hanno ricevuto pressocch? ovunque, compreso qui. Inoltre le storie più recenti di Boselli sono state spesso criticate da più di un utente, mentere è capitato che storie di Nizzi più recenti (come "La rivolta dei Cheyennes", per esempio) abbiano ricevuto una buona accoglienza. 2) In ogni caso, a prescindere da TWO, io ho sempre pensato e continuerà a pensare che tutti abbiano diritto alle proprie opinioni ed il diritto di esporle liberamente finch? usano un linguaggio adeguato e non offensivo verso nessuno. Se Virgin od io o chiunque altro, pensa che "Eroe per caso" o "Matador" siano allo stesso livello o addirittura superiori a "Fuga da Anderville" o "L'uomo con la frusta", non è solo suo diritto pensarlo, ma anche dirlo o scriverlo senza che sia tacciato di eresia, quasi che esistesse un parametro unico di verità a cui uniformarsi, cosa che. detto per inciso, è proprio quanto il buon Anthony rimprovererebbe a TWO. 3) Da parte mia non ho esitazioni a dire che per me "Matador" è una storia molto superiore sia a "Fuga da Anderville", che a "L'uomo con la frusta" (che pure reputo ottime storie), mentre "Eroe per caso", se non è alla pari con esse, gli ci si avvicina molto. Sono anch'io un eretico? Devo forse andare a Canossa col capo coperto di cenere e chiedere perdono per il mio peccato? Chi invoca il rispetto e la tolleranza, sia il primo a praticarla. Detto questo, per me la discussione è chiusa. :lupod:
  12. No ASSOLUTAMENTE no. Vedo che lo stesso Anthony Steffen mi ha anticipato nella shoutbox. La nascita di questa storia è storicamente documentata, a meno che qualcuno in questo forum non voglia mettere in dubbio la parola degli stessi autori. Non insistete.A prescindere dal fatto che non sempre gli autori debbono considerarsi assolutamente attendibili quando parlano del proprio lavoro (si veda ad esempio l'aneddoto, riferito a suo tempo da Villa, secondo cui, l'idea per il ritorno di Mefisto era stata concepita originariamente da G. L. Bonelli e lasciata in appunti che Boselli avrebbe poi girato a Nizzi, circostanza che invece Nizzi ha sempre smentito. Chi dice la verità), sta di fatto che la leggenda della Nave perduta nel deserto è un'autentica leggenda del west che ha ispirato più di un autore. Carl Barks ci tir? fuori un'avventura dei suoi paperi e, stando a quanto riferisce Boselli (nella prefazione al penultimo volume di "Cavalcando con Tex", se non ricordo male), lo stesso Bonelli voleva trarne un'avventura sin dagli anni 70, ma poi vi rinunciò, preso da altre idee. Nizzi si è ben documentato sulla leggenda della nave perduta, come dimostra l'incipit della storia. Che l'ispirazione gli sia poi venuta leggendo direttamente qualcosa sulla leggenda o rileggendo la storia di Barks (e perfino se fosse stato stimolato dall'aver rivisto in quel periodo "Incontri ravvicinati del terzo tipo", ipotesi che trovo comunque la più improbabile) avrebbe, a mio parere, meno importanza del fatto che comunque ne ha tratto una gran bella storia. :soldaton:
  13. Tutto può essere, ma io lo scorso ottobre ho parlato personalmente con Cavazzano al Tiferno Comics di Città di Castello e lui ha confermato la ripetute richieste di Sergio Bonelli, ma ha anche espressamente escluso di potersi cimentare in un Texone.
  14. Carlo Monni

    Michele Medda

    L'errore del grandissimo Michele fu a mio parere proprio quello di abolire completamente le didascal'e, con stacchi impropri e non comprensibili (almeno per i lettori di Tex): a metà di una pagina; da scena in interno a scena in interno e così via... Io le didascalie non le ho abolite affatto, ma solo ridotte e cum grano salis, non a discapito della comprensibilit?. Sinceramente mi infastidisce che qualcuno continui a sostenere questa inesattezza, non ricordando o ricordando superficialmente le mie storie di Tex. Le didascalie temporali nelle mie storie ci sono ancora, in molte occasioni, se non tutte. E ci sono SEMPRE quelle di luogo. E' chiaro che mancano o sono rare quelle esplicativo-narrative, che ANCHE GL BONELLI aveva ridotto nella seconda metà della sua carriera texiana! Borden Borden, non è solo la pesante riduzione delle didascalie ad aver rivoluzionato Tex, ma anche altre soluzioni, come le sequenze mute, che, nel Tex classico, non esistono. Penso che tu e Medda siate stati troppo rivoluzionari... Del resto, 'virtus in medio' : trovo pesante lo stile di Segura, con una didascalia per vignetta ( addirittura, 'Il Treno Blindato' comincia con il riassunto di metà storia! ), cose che non si sono mai viste neanche agli albori di Tex nel '48! In questo senso, preferisco il Nizzi anni '80-'90, che era texiano, pur avendo ringiovanito il linguaggio: peccato che il buon Claudio, oggi, non sappia e non voglia più scrivere del nostro ranger... Se posso permettermi, penso che tu (ed altri con te, sia chiaro) ti dimostri troppo conservatore. Personalmente non m'interessa lo stile con cui è narrata una storia, quando è una bella storia ed in ogni caso i personaggi sono rispettati. Nizzi negli ultimi anni ha scritto tante storie in stile classico totalmente dimenticabili se non addirittura illeggibili. Non ho mai visto n° Medda, n° Boselli come dei rivoluzionari, quanto, piuttosto, al passo coi tempi. Dal mio punto di vista, una didascalia che spiega una cosa già evidente dal disegno è inutile. Non sento affato la mancanza di didascalie come "Nel frattempo", "Più tardi" e simili. Sono, invece, un sostenitore della didascalia che io chiamo "letteraria". Come, ad esempio, la lettera di Kit Willer a Carson nelle ultime pagine di "Patagonia". Quanto alle sequenze mute non mi hanno mai disturbato. Perchè riempire con parole inutili pagine che parlano da sole? A volte temo che si tenda a scambiare il contenitore col contenuto. :capoInguerra:
  15. I soggetti di Fabio Civitelli sono, in realtà quattro in tutto. Oltre a a quelli da te citati ci sono anche quelli di "Il fuggitivo" (Almanacco 2005) e "Tumak l'inesorabile", anche se in entrambi i casi Nizzi ha rimaneggiato i soggetti (e non in meglio, a mio parere ) cambiando alcune cose. In più Nizzi ha completamente riscirtto un altro soggetto di Civitelli, che è poi diventato "Ritorno a Culver City". Del soggetto orginale sono sostanzialmente rimaste: la sequenza sulle tombe dei genitori di Tex e quella sulla tomba del fratello. Tutti questi soggetti sono stati presentati direttamente a Nizzi e non alla SBE e non sono stati firmati. In più, Nizzi, ha usato elementi di un altro soggetto di Civitelli da lui scartato, per realizzare parti di altre due storie senza avvertirlo, ma per dire di più al riguardo voglio l'autorizzazione di Civitelli stesso. Si Carlo, conosco i contributi di Civitelli a Tex. Scusa se insisto, ma in quell'intervista del 1998 parla di tre storie, di cui una bocciata. La curiosità sta appunto nel sapere se quell'idea è morta e sepolta oppure è stata riutilizzata successivamente in una delle avventure di cui hai parlato tu nel tuo post Credo che Fabio si riferisse al soggetto originale di quella che è poi diventata: "Ritorno a Culver City" e che era una storia tutta diversa, di cui sono rimasti praticamente solo le pagine iniziali, le scena al ranch e sulla tomba di Sam Willer. Il soggetto prevedeva che Tex venisse informato che suo fratello Sam aveva lasciato un figlio illegittimo, nato da una relazione con una ragazza di Culver City, che aveva scoperto di essere incinta dopo la sua morte ed avewva accettato la proposta di matrimonio del vecchio giudice, che aveva cresciuto il giovane come proprio . Il ragazzo (poco fantasiosamente chiamato Sam Jr.), scoperta la sua vera identit?, aveva lasciato la città ed aveva finito per mettersi nei guai in Messico, dove, finito in prigione, rimaneva coinvolto in un'evasione e finiva imbrancato con una banda di feroci cacciatori di scalpi. Tex ed il resto dei pards lo rintracciavano e dopo aver sterminato i cacciatori di scalpi lo riportavano negli USA e lo insediavano nel vecchio ranch dei Willer, chiudendo, in un certo senso il cerchio. Chi può dire se ne sarebbe venuta fuori una bella storia? Le premesse nel soggetto c'erano tutte. Civitelli si era ispirato alle atmosfere dei libri di Cormac McCarthy e l'elemento familiare era intrigante. Mi sia consentito dire, però, che dubito che Nizzi sarebbe stato capace di trarne una sceneggiatura ispirata. Credo che nelle mani di Boselli o Manfredi ne verrebbe fuori una sceneggiatura coi controfiocchi... sempre che Bonelli possa ora dare la sua approvazione ad un soggetto simile ed anche se ultimamente ha mostrato un certo grado di apertura, so come la pensa su certe cose, tipo i legami familiari, quindi rimango scettico. :capoInguerra:
  16. I soggetti di Fabio Civitelli sono, in realtà quattro in tutto. Oltre a a quelli da te citati ci sono anche quelli di "Il fuggitivo" (Almanacco 2005) e "Tumak l'inesorabile", anche se in entrambi i casi Nizzi ha rimaneggiato i soggetti (e non in meglio, a mio parere ) cambiando alcune cose. In più Nizzi ha completamente riscirtto un altro soggetto di Civitelli, che è poi diventato "Ritorno a Culver City". Del soggetto orginale sono sostanzialmente rimaste: la sequenza sulle tombe dei genitori di Tex e quella sulla tomba del fratello. Tutti questi soggetti sono stati presentati direttamente a Nizzi e non alla SBE e non sono stati firmati. In più, Nizzi, ha usato elementi di un altro soggetto di Civitelli da lui scartato, per realizzare parti di altre due storie senza avvertirlo, ma per dire di più al riguardo voglio l'autorizzazione di Civitelli stesso.
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