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Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Avrei solo due appunti da fare di tipo cronologico; Uno a Ymalpas: rileggiti "Frontera". In quella storia Tex è già noto come Aquila della Notte e Carson ha le tempie grige. Siamo dopo il 1871 e la storia va collocata tra il n. 9 ed il n. 10. Un'altro per Havasu: il 1858 è citato solo nell'introduzione firmata da Davide Bonelli e non nella storia. Il Territorio del Montana fu creato nel maggio 1864, prima era parte dell'Idaho e nel 1858 era addirittura diviso tra i territori di Oregon, Washington e Nabraska e il nome fu creato ad arte nel 1863. Gli Henry nel 1864 c'erano già Del resto, se fossimo davvero nel 1858 quando Tex aveva 20 anni al massimo, nel flashback ambientato qualche anno prima, quanti anni avrebbe avuto Tex;: 15/17? Io direi che il flashback è ambientato nel 1858 ma la storia principale si svolge nel 1865.
  2. Carlo Monni

    Il Tex di Manfredi

    Ti sbagli se pensi che io sia aperto a innovazioni e sperimentazioni sui personaggi. Sono un conservatore, è bene che questo entri nel cervello di alcuni lettori... I personaggi non si cambiano. L'essenza dei personaggi non deve essere mai cambiata non c'è dubbio su questo. Tutti i personaggi e le serie come struttura hanno quello che io chiamo nocciolo duro che non si può cambiare senza stravolgere tutto. Aldilà di questo si possono introdurre tutti i cambiamenti possibili ed immaginabili. Basta, appunto, non intaccare il nocciolo duro. Da quel che mi disse Manfredi anni fa, il suo Kit sarebbe stato più autonomo dal padre e più simile a come veniva caratterizzato dalle prime apparizioni fino ai primi anni Settanta, che, a meno che io non stia prendendo una colossale cantonata, è proprio il solco in cui ti stai muovendo tu, addirittura commissionando storie di Kit da solo. Anche esplorare le radici indiane di Tiger o rifarsi agli usi e costumi che avevano i Navajos all'epoca mi pare che sia nella tua impostazione della serie. Questo per dire che non credo che le idee di Manfredi sarebbero così radicali come lui stesso pensava.
  3. Carlo Monni

    Il Tex di Manfredi

    Non ci sei andato troppo lontano. Le idee di Manfredi nel 2009 si possono riassumere in due frasi :"I figli devono essere migliori dei genitori o non ha senso metterli al mondo" e "Recupero dell'identità indiana di Tiger.". Io dico che più di uno di voi salterà dalla sedia nel leggerle.
  4. Carlo Monni

    Il Tex di Manfredi

    Manfredi dovrebbe attenersi a GLB. punto. Imitare un imitatore è sempre la cosa sbagliata da fare. Quelli che per qualcuno sono difetti, per altri sono pregi. In ogni caso fanno spesso parte dello stile. Se si vuole che uno scriva in modo diverso da come fa, meglio prendere un altro autore. Temo che non ci siamo capiti. Manfredi parlava proprio di questo. Aveva in mente proprio il trattamento che Nizzi (ma non solo lui , siamo onesti) aveva fatto a Kit e Tiger ridotti al ruolo di comparse senza personalità. Non è un segreto per nessuno che li ritenesse superflui se non inutili. Manfredi aveva (ha) idee per rivalutarli, idee, peraltro, che andrebbero nella direzione intrapresa già da Boselli. Ti ricordo che quando parlavamo di certe cose Sergio era ancora vivo, Tex era senza curatore e Nizzi scriveva ancora. E il bello è che se qualche sceneggiatore lo facesse oggi ci sarebbe chi lo considererebbe un attentato alla centralità di Tex e questo spiega perché Manfredi non voglia scrivere Kit. Che è quello che spero.
  5. Carlo Monni

    Il Tex di Manfredi

    Ne ha scritte ma tu non le hai ancora lette. Anzi sì, una l'hai letta anche se il soggetto non era suo. Te lo concedo, come ti concedo "L'uomo senza passato" per Kit, ma questo cosa dimostra? Che avrebbe potuto fare di più se avesse voluto e non ha voluto. Tanto infelice non è di sicuro. Che tu legga un Tex diverso dal mio è una cosa che sospetto da diverso tempo. Quanto al resto, tu sei un maestro nel travisare le parole altrui e reinterpretarle in accordo con le tue tesi preconcette. Sicuro di non essere un avvocato? Manfredi non rifiuta niente. I quattro pards li scriverebbe volentieri ma semplicemente non si sentiva di darne un'interpretazione che per forza di cose sarebbe stata così dirompente da condizionare gli altri sceneggiatori cosa che lui sentiva di non avere il diritto di fare. Tu la chiami arroganza, io la chiamo umiltà. C'è anche da dire che quando mi diceva certe cose Manfredi aveva in mente i Kit e Tiger di Nizzi mentre oggi la versione datane da Boselli va in tutt'altra direzione e Manfredi potrebbe aver cambiato idea. Se a qualcuno interessa, possiamo discutere le idee di Manfredi ma preferirei non farlo qui, ma mi chiedo dove.
  6. Carlo Monni

    Il Tex di Manfredi

    Ma a me sembra che Manfredi abbia colto benissimo i personaggi. I suoi Tex e Carson mi sembrano sostanzialmente perfetti. La questione Aquila della Notte non me la pongo neppure. Manfredi ha usato più di una volta il rapporto di Tex con gli Indiani del resto. Comprimario storici? Finora anche Ruju li ha usati solo un paio di volte al massimo. Più storie Manfredi scriverà più occasioni ci saranno, posto che è abbastanza ragionevole presumere che con alcuni non sia in perfetta sintonia. Niente di strano. Per Nizzi era lo stesso con Pat Mac Ryan. Quanto alla Riserva Navajo, a Kit e a Tiger, si tratta di una scelta consapevole e voluta dell'autore. Come ho detto, Manfredi ha delle idee molto precise su Kit e Tiger, idee che sotto più di un punto di vista lui stesso considera radicali e che se le attuasse, sono parole sue,, costringerebbero inevitabilmente gli altri autori a seguirlo sulla stessa strada ed adeguarsi e lui sentiva di non avere il diritto di farlo. Considerato che scrive Tex solo saltuariamente, preferisce non toccare affatto Kit e Tiger non potendo scriverli come piacerebbe a lui, ha deciso di non scriverli affatto lasciandoli agli altri Si tratta di una scelta che posso anche non condividere ma di cui capisco le ragioni e che rispetto. Va detto che queste cose Manfredi le diceva nel 2010, quando Tex non aveva un vero curatore ed era convinto, secondo me a ragione, che di certe cose con Sergio Bonelli fosse meglio non parlarne Oggi non è affatto impossibile che almeno parte delle sue idee possano essere accettate da Boselli se gliene parla.
  7. Carlo Monni

    Il Tex di Manfredi

    Ti rispondo e nel contempo prego gli amministratori di spostare la discussione in un topic più adeguato, se esiste... o di crearlo. In pratica, tu stai dicendo che vorresti che Manfredi scrivesse Tex ma non lo scrivesse alla Manfredi? E allora che senso ha?
  8. Carlo Monni

    Il Tex di Manfredi

    Io ho avuto tempo fa l'occasione di parlare di questo con Manfredi stesso e lui mi ha detto che scrive volontariamente storie solo storie con Tex e Carson perché ritiene che le idee che ha sia su Kit che su Tiger siano troppo radicali per essere accettate dai lettori o almeno da una certa parte dei lettori e pertanto preferisce autocensurarsi.
  9. Carlo Monni

    [Maxi Tex N. 20] Il ponte della battaglia

    Nel 2012 Villa portò a Cartoomics per farle vedere ai fans 104 tavole, l'anno seguente ne portò 114. Dal 2014 non è più venuto ospite e nessuno ha più visto niente. Se ha tenuto lo stesso ritmo, a marzo di quest'anno dovrebbe essere arrivato a pag. 144. Io ormai ho rinunciato a chiedere informazioni al riguardo. Diciamo solo che se il ritmo è rimasto lo stesso, è impossibile che il Texone sia finito prima del 2024.,
  10. La risposta è molto semplice: mentre il volto di Kit Carson è reso particolare da caratteristiche come i baffi e il pizzetto, il volto di Tex non ha nulla di particolare che lo distingua e i disegnatori non punti di riferimento a cui rifarsi.
  11. Anche per me l'esempio è sbagliato. Miller scrisse la sua versione di Batman con le due opere fondamentali ,"Il ritorno del Cavaliere Oscuro" e "Anno Uno" in un periodo in cui la DC Comics stava reinventando i suoi personaggi classici. Il Batman di quelle opere è nuovo e vecchio al tempo stesso perché restituisce al personaggio caratteristiche che erano sue dall'inizio e si erano perse per strada. Senza contare che Gordon guadagnò più umanità e spessore di quanto ne avesse mai avuto nei precedenti 47 anni di pubblicazioni. Su Swamp Thing c'è ancor meno da dire: Moore rivoltò come un guanto le origini del personaggio e lo fece senza negare una sola virgola di quanto scritto da chi lo aveva preceduta, senza invalidate nemmeno una storia ma dando una nuova interpretazione di fatti noti. Che a qualcuno anche negli USA questo non sia piaciuto è nell'ordine delle cose. Ci sono e ci saranno sempre quelli che hanno in testa una loro versione di un certo personaggio e da quella non si scostano perfino se qualcuno gli fa notare che non è quella dello stesso creatore di quel personaggio: sarà lui ad aver torto non loro.
  12. Prima che esca il secondo albo e si scopra se ho avuto ragione o torto, mi sbilancio: questa storia dovrebbe essere divisa in due parti: la prima è quella ambientata nel 1874 che stiamo leggendo, poi l'azione si sposterà dieci anni dopo per narrare la fase finale della parabola di Ranald S. McKenzie e sarà in questa seconda parte che vedremo anche Kit e Tiger.
  13. Mi pare ovvio che il giovanotto ambisca a disegnare almeno una storia breve.
  14. Solo cinque? Doveva essere giù di forma. Nessuna provvidenza. Carson spara pur sapendo di essere fuori tiro perché sa di non essere lontano dal forte e spera di attirare l'attenzione di una pattuglia in perlustrazione, cosa ben diversa dalle botte di fortuna di nizziana memoria. Storica al 100%. Avvenne nel 1873.
  15. Io sono stato per anni Direttore di una rivista a livello Nazionale, stampata a Bologna che arrivava un giorno a Bormio e solo il giorno dopo a Reggio Emilia. Conosco il problema. In ogni caso, storia molto dinamica e ben disegnata. E sono convinto che ci saranno sorprese, perché autorizzano a crederlo i tre volumi complessivi, quando sul finire del primo l'epilogo sarebbe apparso scontato se gli albi fossero stati solo due. Mi intriga molto quello che si attribuisce allo sciamano nella presentazione del numero di luglio. Secondo la Storia, e quindi non è uno spoiler, nei suoi ultimi anni McKenzie soffrì di squilibri mentali all'epoca attribuiti alle conseguenze di una botta in testa in seguito alla caduta da un carro a Fort Sill nell'attuale Oklahoma. Oggi si pensa che potesse aver contratto una forma di meningoencefalite.. Fatto sta che nel 1884 dovette essere congedato e per qualche tempo fu rinchiuso in un manicomio. Sarebbe morto nel 1889 a soli 48 anni e mezzo. La mia ipotesi è che Boselli suggerirà che la malattia di McKenzie sia dovuta alla maledizione dello sciamano Kiowa. Peraltro, dovrebbe essere chiaro che la storia sarà ambientata in periodi temporali diversi.
  16. Nessuno ci credeva, nemmeno lui, ma a quanto pare, sì.
  17. Ti riferisci alla storia di Serra? Nessun mistero: semplicemente Boselli voleva esser certo che Serra consegnasse la sceneggiatura prima di rivelare il nome di chi l'avrebbe disegnata.
  18. Non so quanti di voi lo sanno, ma la Mandanici è già intervenuta su Tex eseguendo le correzioni dei disegni di Marcello in "La grande invasione".
  19. A me è successa la stessa cosa venerdì. Ad Arezzo è frequente che gli albi Bonelli escano un paio di giorni prima della data ufficiale, ma quattro è un vero evento. Condivido tutto.
  20. Stando a quanto detto da NIzzi stesso stesso non ricordo in quale occasione, l'idea di fare dei tre sorveglianti della ferrovia i fratelli Earp fu di Ticci, lui avrebbe dato solo indicazioni generiche.
  21. Non so come funziona nelle nostre forze armate ma in quelle americane all'epoca di Tex le cose funzionavano più o meno così: a fianco dell'Esercito Regolare c'erano le milizie statali e territoriali che in tempo di guerra erano integrate o si affiancavano alle truppe regolari. Sempre in tempo di guerra si formavano reggimenti di volontari sempre su base statale. Nell'Esercito Regolare gli ufficiali uscivano dall'Accademia Militare col grado di sottotenente e progredivano sino ai gradi più alti. Nelle milizie statali gli ufficiali sino a colonnello erano nominati dal Governatore. Nelle milizie volontarie spesso il comandante (spesso col grado di colonnello) era chi le aveva formate e/o finanziate con tanto di nomina formale da parte del Governatore. A complicare le cose capitava che alcuni ufficiali distintisi per meriti di guerra o politici ricevessero un "brevetto" temporaneo" ad un grado superiore. Terminata l'efficacia del brevetto tornavano al grado effettivo anche se spesso avevano una via preferenziale per le promozioni. Fu il caso di Custer che durante la Guerra Civile ottenne un brevetto da generale ed alla fine della guerra fu reintegrato nel grado effettivo di Tenente Colonnello. A complicare le cose c'era anche il fatto che un ufficiale poteva ritrovarsi contemporaneamente con più più di un grado in diversi servizi. Il già nominato Custer era, come già detto, Tenente Colonnello dell'Esercito Regolare, Brigadiere Generale per brevetto sempre dell'Esercito Regolare e Maggior Generale per brevetto di un una divisione di Volontari, gli ultimi due cessarono di avere validità il primo con la fine della guerra ed il secondo con lo scioglimento dell'unità di volontari Nell'Esercito della Confederazione le cose funzionavano allo stesso modo. C'era comunque l'uso di cortesia di rivolgersi ad un ufficiale col grado più alto raggiunto. Per questo Custer era chiamato Generale anche se era solo Tenente Colonnello. Inoltre sempre per cortesia ci si rivolge ad un ufficiale col suo grado anche dopo che è andato in congedo. Quindi, per rispondere finalmente alla tua domanda, sia Watson che Woodlord erano chiamati Colonnello perché sicuramente avevano avuto quel grado nel loro passato. Per Woodlord è facile ipotizzare che fosse al comando di un reggimento di volontari della Confederazione. Grazie mille Carlo una risposta molto esauriente, come sempre. Avevo trovato una lettera di un secolo fa fra una mia bisnonna e un colonnello germanico (a riposo) a cui aveva venduto una villa. Oggigiorno non saprei se dopo il congedo ci si rivolge con il massimo grado raggiunto. Io ti posso dire che se mi capita di scrivere, che so, "ex generale", il correttore di Word me lo segnala come errore perché, dice, la qualifica non viene persa alla fine del servizio e bisogna comunque scrivere "generale" .
  22. Oppure come se stesse ripensando al passato.
  23. Non so come funziona nelle nostre forze armate ma in quelle americane all'epoca di Tex le cose funzionavano più o meno così: a fianco dell'Esercito Regolare c'erano le milizie statali e territoriali che in tempo di guerra erano integrate o si affiancavano alle truppe regolari. Sempre in tempo di guerra si formavano reggimenti di volontari sempre su base statale. Nell'Esercito Regolare gli ufficiali uscivano dall'Accademia Militare col grado di sottotenente e progredivano sino ai gradi più alti. Nelle milizie statali gli ufficiali sino a colonnello erano nominati dal Governatore. Nelle milizie volontarie spesso il comandante (spesso col grado di colonnello) era chi le aveva formate e/o finanziate con tanto di nomina formale da parte del Governatore. A complicare le cose capitava che alcuni ufficiali distintisi per meriti di guerra o politici ricevessero un "brevetto" temporaneo" ad un grado superiore. Terminata l'efficacia del brevetto tornavano al grado effettivo anche se spesso avevano una via preferenziale per le promozioni. Fu il caso di Custer che durante la Guerra Civile ottenne un brevetto da generale ed alla fine della guerra fu reintegrato nel grado effettivo di Tenente Colonnello. A complicare le cose c'era anche il fatto che un ufficiale poteva ritrovarsi contemporaneamente con più più di un grado in diversi servizi. Il già nominato Custer era, come già detto, Tenente Colonnello dell'Esercito Regolare, Brigadiere Generale per brevetto sempre dell'Esercito Regolare e Maggior Generale per brevetto di un una divisione di Volontari, gli ultimi due cessarono di avere validità il primo con la fine della guerra ed il secondo con lo scioglimento dell'unità di volontari Nell'Esercito della Confederazione le cose funzionavano allo stesso modo. C'era comunque l'uso di cortesia di rivolgersi ad un ufficiale col grado più alto raggiunto. Per questo Custer era chiamato Generale anche se era solo Tenente Colonnello. Inoltre sempre per cortesia ci si rivolge ad un ufficiale col suo grado anche dopo che è andato in congedo. Quindi, per rispondere finalmente alla tua domanda, sia Watson che Woodlord erano chiamati Colonnello perché sicuramente avevano avuto quel grado nel loro passato. Per Woodlord è facile ipotizzare che fosse al comando di un reggimento di volontari della Confederazione.
  24. Ma infatti quello di "L'eroe e la leggenda" è un Tex volutamente non canonico ed in quest'ottica va visto ed accettato. Si tratta di un espediente narrativo vecchio come il Mondo. Tra gli esempi che mi vengono in mente c'è una storia Marvel in cui un Conan anziano racconta ai suoi figli una storia della sua giovinezza ed alla fine, quando i ragazzi sono andati a letto, sua moglie gli dice; "La storia che hai raccontato non torna con questo, questo, e questo." e lui ribatte ridendo: "Beh forse ho abbellito un po' troppo certi particolari ed ho aggiunto qualcosa ma era comunque una bella storia no?." In narratologia si parla in questi casi di narratore inaffidabile.
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