Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Carlo Monni

Collaboratori
  • Contatore Interventi Texiani

    5934
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    134

Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Lefty non di sicuro: sta in California a gestire la sua palestra, che ci farebbe Damned Dick lo escluderei anch'io. Peraltro quel personaggio non porta il chepì che Dick indossa di solito. . Inoltre, per quanto ne so, almeno per il momento Manfredi non sta usando nessuno degli amici storici di Tex così come non usa Kit e Tiger.
  2. Carlo Monni

    [232/233] Scacco Matto

    Come hai detto bene, si tratta di una continuità che viene creata a posteriori proprio da Boselli. "Tucson!" è, se non sbaglio, l'unica apparizione di Tom Rupert in una storia di GLB. Non è che GLB si distraesse; è che, semplicemente, la cosa non gli interessava. Decisamente corretto. All'epoca, tranne sporadiche eccezioni, ogni volta che Tex capitava più di una volta in qualche cittadina lo sceriffo era sempre diverso e spesso sembrava comunque che fosse lì da una vita. Per la cronaca è giusto segnalare che Tom Rupert è menzionato anche in "L'uomo con la frusta" di Nizzi & Fusco ((n. 365 per la precisione). Va anche detto che in "bande rivali" ancora una volta lo sceriffo di Tucson è un altro. Magari la contraddizione può essere spiegata con la coesistenza del Town Marshall e del County Sheriff. In Italia i due termini, per antica tradizione, sono stati pressoché sempre tradotti con sceriffo. Solo una volta, almeno a mia memoria, Marshall è stato tradotto, correttamente da punto di vista letterale ma un po' incongruamente nel contesto con "Maresciallo", nel film "Ombre rosse" . Quando non lo si traduce con sceriffo, di solito lo si lascia in originale. Il Marshall aveva come giurisdizione i confini cittadini e lo sceriffo l'intera contea. Nel caso di Tucson all'epoca di Tex c'erano sia il city Marshall che lo Sceriffo della Contea di Pima di cui Tucson è il capoluogo.
  3. Carlo Monni

    [209/210] Linciaggio

    E magari non è un caso che il soggetto sia stato scritto da Giorgio Bonelli, il figlio minore di G.L.B., che all'epoca aveva 25 anni ed una sensibilità ovviamente diversa da quella del padre settantenne, Che si riferisce a fatti de 1966, figuriamoci nel 1880. Perché alla fin fine il tema del razzismo è solo accennato. Ricordo che anni fa Boselli espresse il timore che nella storia in questione lui stesso potesse cadere nella doppia trappola del politicamente corretto e del manicheismo, con i bianchi tutti necessariamente cattivi in quanto razzisti e i neri tutti stucchevolmente buoni e vittime. Confido sia riuscito ad evitare entrambe le insidie e stia scrivendo una storia "equilibrata". Nicolò era un disegnatore della "vecchia scuola". Come aveva un repertorio di facce e costumi così lo aveva di ambienti. Piccola nota personale: il 29 settembre 2011 al funerale di Sergio, ho avuto il mio unico incontro con Giorgio Bonelli e parlando con lui gli ho detto che avevo apprezzato questa storia di cui lui aveva scritto il soggetto. Lui mi ha sorriso sornione e mi ha replicato: "Sei davvero sicuro di intendertene di fumetti?"
  4. Carlo Monni

    [651/653] Luna Insanguinata

    Beh... sei in buona compagnia, in fondo. Ymalpas si è ostinato a chiamare Leonora Diago col nome di Lenora per tutta la durata della storia che l'ha vista protagonista.
  5. Carlo Monni

    [651/653] Luna Insanguinata

    Dico la mia. Attenzione SPOILER Questa storia si candida ad essere la migliore del 2015 e siamo appena all'inizio dell'anno. Boselli si dimostra ancora una volta un narratore non solo bravo ma anche eclettico, capace di passare con disinvoltura dalle atmosfere classicheggianti de "La stirpe dell'Abisso" a quelle crude, cupe e violente di questa storia. Pienamente condivisibile la scelta di non farci praticamente mai vedere gli avversari per tutta la prima parte della storia ma di farci sentire la loro presenza immanente, quasi fossero, in particolar modo, Charvez, qualcosa di non umano, di soprannaturale. La tensione si mantiene alta anche quando Tex passa finalmente all'attacco. Ho trovato giusto che il cerchio si chiudesse con Ada e non Tex ad uccidere Charvez con tanto di ironico scambio di battute tra Tex e Silent Foot al riguardo, un'evidente strizzatina d'occhi dell'autore a certi critici. Ai suddetti critici, quelli che vorrebbero Tex in ogni pagina e che facesse sempre tutto lui, ricordo che senza Tex tutti gli inseguitori sarebbero morti e Ada non avrebbe mai avuto l'opportunità di uccidere Charvez e riportare a casa il figlio. Infine un'osservazione: sembra esserci in giro una corrente di pensiero che vanta esponenti anche in questo forum per cui se una storia ha un finale felice è, per definizione mal riuscita. Costoro, probabilmente, avrebbero preferito che o Rick o Daniel o Ada morissero, meglio ancora tutti e tre. Confesso che non li capirò mai. Certe storie devono avere un finale tragico, altre un finale felice. Questo va bene com'è.
  6. Carlo Monni

    [651/653] Luna Insanguinata

    Si chiama Ada, non Sara come la chiami tu due volte. Si vede che non c'è più Canzio anche per te.
  7. Per me è assolutamente necessario distinguere: se parliamo solo di Tex, il miglior sceneggiatore di sempre è e rimane G.L. Bonelli, non foss'altro che per il fatto di esserne stato il creatore e di avere avuto un processo di identificazione pressoché totale con il suo personaggio. Gli autori successivi devono sempre chiedersi cosa farebbe Tex in una determinata circostanza, GLB non ne aveva bisogno perché sarebbe stato ciò che avrebbe fatto lui. Che ci siano state e presumibilmente ci saranno singole storie migliori di alcune scritte da lui, non cambia il giudizio complessivo. Se invece il discorso si allarga oltre Tex, allora di sceneggiatori migliori di G.L. Bonelli ce ne sono, eccome. Per limitarsi all'Italia, bastano tre nomi: D'Antonio, Berardi e Nolitta. Ma su Tex non c'è storia. Più complessa la questione se consideriamo GLB fuori classifica perché entrano in gioco anche sensibilità e gusti personali. Nizzi ha scritto ottime storie ma se qui giudichiamo la produzione complessiva, non si può non tener conto degli ultimi 10/12 anni della sua produzione che sono stati, a mio parere, semplicemente disastrosi, La palma di secondo classificato va, quindi, a Boselli che in vent'anni ha mantenuto una qualità sempre alta e costante.
  8. Infatti non mi riferivo alla seconda guerra mondiale, ma alla storia tutta. Gli italiani, piaccia loro o no poco importa, sono praticamente sempre stati un popolo sconfitto. E' uno dei concetti fondamentali della sociolinguistica, che si può applicare anche ai popoli: l'essere umano, per natura, tende sempre ad assumere il linguaggio di chi, per un motivo o per l'altro, ritiene superiore o dominante. Interessante concetto mi chiedo come si concilia col fatto che ai tempi di Giulio Cesare e Augusto l'élite Romana amasse la lingua greca. Devo dedurne che anche se li avevano sconfitti e dominati li ritenessero superiori?
  9. Io aspetterei prima di essere così categorico. In un magazine è ovvio che ci siano articoli. Voglio vedere come è strutturata la cosa prima di criticare.
  10. La cultura italiana è sempre stata esterofila a prescindere dalla vittoria o meno in guerra. Fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale andava di moda il Francese e si usavano abitualmente termini francofoni. Le pillole per il mal di testa erano cachet, la pubblicità era réclame ed altro ancora ed è andata avanti almeno sino agli anni 60. Nel doppiaggio italiano del film di Hitchcock "La donna che visse due volte" (che è del 1956) il nome della protagonista Madeline è pronunciato "Madlén" e non "Madlin" come avrebbe dovuto. In ogni caso ci sono termini appartenenti ad alcune lingue che attecchiscono anche in altre per vari motivi tra cui il fatto che suonano meglio o perché non esist4e una traduzione accettabile. Prendete "computer", chi lo chiamerebbe Calcolatore oggi? Lo trovate anche nei dizionari della lingua italiana ormai. Magazine, piaccia o non piaccia, appartiene a questa categoria perché in Italia non è usato nel suo significato di "pubblicazione periodica non giornaliera" ma indica un tipo specifico di pubblicazione. Si poteva continuare ad usare il termine almanacco? Certo che sì, specie se il cambio si rivelasse essere solo di nome ma suppongo si volesse dare un segnale anche esteriore di cambiamento.
  11. Ognuno ha diritto alle sue opinioni ma è un dato di fatto e non un'opinione che i film interpretati da Basil Rathbone non erano adattamenti fedeli all'originale letterario, rispetto al quale si erano presi diverse libertà come, appunto, lo spostamento in età contemporanea (rispetto all'uscita dei film ovviamente). Posso concordare che come atmosfere e suggestioni erano più rispettosi del canone holmesiano dei film con Robert Downey Jr., che pure sono ambientai nell'Era Vittoriana, ma questo è tutto. La mia impressione è che in alcuni utenti ci sia stato un rifiuto a priori di questa storia e che loro giudizi siano influenzati da questo pregiudizio Peraltro ribadisco che è metodologicamente scorretto affermare che una persona che non può confermare né smentire quel che si dice (e mi riferisco ai due Bonelli e Galep) sarebbe sicuramente d'accordo con noi, Io stesso ero scettico sull'impostazione della storia ed avrei preferito che Serpieri non ne avesse fatta una canonica ma una volta accettata l'idea e letto il volume mi sono goduto la storia senza farmi troppi problemi.
  12. Vedo che la notte non ti ha portato consiglio e me ne dispiace. Quello che è accaduto con questo volume è né più né meno quello che accade con qualunque prodotto venduto in libreria dove sono autorizzati a praticare sconti sul prezzo di copertina non superiore al 15%. Si tratta di una pratica commerciale permessa dalla legge alle librerie. Qualunque prezzo la SBE avesse fissato per questo volume, in una qualunque libreria avresti potuto trovarlo al 15% di sconto. Se per assurdo la SBE l'avesse fatto pagare Un Euro, la Mondadori te l'avrebbe messo a 85 centesimi. L'altra settimana alla Feltrinelli ho comprato l'ultimo thriller di Jeffery Deaver appunto col 15% di sconto. Vogliamo protestare con la Mondadori per la scarsa correttezza nei confronti dei clienti che hanno comprato il libro a prezzo pieno da un'altra parte? La mia fumetteria di fiducia pratica da anni il 10% di sconto su tutta la roba che vende ed è lì che compro la Marvel. Devono offendersi quelli che comprano in edicola? Non esageriamo. Non ho controllato se quella fumetteria abbia ricevuto il volume di Serpieri ma se fosse accaduto, l'avrei comprato a 6 Euro e 20 e non mi sarei scandalizzato. Dov'è la scorrettezza della SBE? Nell'averlo distribuito anche in libreria? Si dà il caso che per me è stata una mossa saggia: quello è il posto giusto per un volume Tu lo consideri ancora scorretto? Mi dispiace per te,
  13. Aggiungo che chiunque, me compreso, sostenga con sicurezza che Sergio Bonelli si sarebbe comportato nel modo che piace a lui pecca di presunzione assoluta. In 54 anni di direzione della casa editrice Sergio ha cambiato idea parecchie volte... per fortuna.
  14. Quien sabe? Probabilmente no... Serpieri aveva già presentato a Sergio Bonelli un soggetto per un Texone più di vent'anni fa e Sergio l'aveva respinto perché a suo dire era troppo crudo e violento. Questa voce che circolava da tempo fu confermata dallo stesso Serpieri in un incontro pubblico a Orvieto Comics nel 2012 a cui io ero presente. Negli anni successivi ci furono diversi abboccamenti tra Sergio e Serpieri con il primo che cercava di convincere il secondo a fare il Texone e quest'ultimo che rifiutava costantemente. Per quanto ne so, Bonelli non mollò la spugna se non nel 2010. Alla Lucca del 2010 Mauro Marcheselli mi disse che si erano stufati di chiederglielo e ricevere un rifiuto. Quindi Sergio voleva Serpieri e lo stesso Serpieri avrebbe confermato che nei loro incontri era divenuto più possibilista sul suo soggetto rispetto al 1991 e che quasi certamente l'ostacolo maggiore era che ormai Serpieri non aveva voglia di impegnarsi in un lavoro di 224 pagine che lo avrebbe tenuto impegnato per anni. Credo sia stato l'arrivo delle storie brevi a sbloccare il tutto. Il mio parere personale? Io credo che Sergio avrebbe fatto quello che aveva già fatto col Texone e col Maxi: si sarebbe inventato lui il Tex d'Autore per poterlo pubblicare.
  15. Ok, ma questo non vuol dire che l'operazione debba piacere per forza o se ne debba per forza dare un giudizio positivo! Questo ovviamente no, ma visto che i lettori sono stati più e più volte avvertiti che quello di questa storia non era il Tex canonico ma un Tex "!immaginario" e che la storia stessa spiega in modo adeguato perché non lo sia, lamentarsi proprio perché è un Tex non canonico mi sembra illogico. Si tratta di un artificio tipico della narrativa di genere. Mi ricordo una storia di Conan anziano in cui lui racconta ai figli una sua avventura giovanile e dopo che pargoli sono stati messi a letto la moglie gli dice qualcosa del tipo: "Bella storia ma mi pare di ricordare che certe cose fossero andate diversamente e che tu certa gente l'abbia conosciuta più tardi e che in certi posti tu ci sia andato molto tempo dopo." E lui di rimando, sogghigna e dice:"Beh... ho abbellito un po' le cose e confuso qualche data, che male c'è?" Ecco... questa storia è dello stesso genere: una storia che narra un'impresa di Tex che è completamente inventata dal narratore inaffidabile. Se si vuol fare i puristi si potrebbe davvero dire che non è una storia di Tex ma una storia su Tex e sul suo mito e come tale dovrebbe essere giudicata. Comprendo critiche alla sceneggiatura o ai disegni, ma certe critiche all'impianto narrativo non le capisco proprio. Io ho apprezzato molto i disegni e meno la sceneggiatura ma non per il contenuto bensì tecnicamente (eccesso di verbosità etc.) ma la storia mi è comunque piaciuta e ritengo che valga ogni centesimo del prezzo e anche di più.
  16. Io intervengo adesso per due ordini di motivi 1. Di questi tempi sono pigro. 2. Anch'io volevo leggere i commenti altrui. Effettivamente come sceneggiatore Serpieri ha la tendenza ad essere troppo verboso. Stessa impressione mia. Le storie di Druuna che ho letto erano indubbiamente piacevoli a vedersi ma con una sceneggiatura debole tutto sommato Qui ho avuto un po' la stessa impressione: storia piacevole ma non eccezionale, disegni stratosferici. Purtroppo questa è una carenza di Serpieri come sceneggiatore. Non ha il dono della sintesi. Paradossalmente è uno dei motivi che ha portato alla nascita di questa collana: non è stato capace di stare nel limite delle 32 pagine. . Esatto. Cosa voluta. Alcuni utenti qui e altrove sembrano averla presa addirittura come un insulto alla memoria di Bonelli & Galep e la cosa proprio non la capisco. Io invece non la capisco: glie è stato detto più e più volte cosa aspettarsi, cos'era questa operazione, quindi dovevano sapere cosa aspettarsi. Peraltro, come fatto notare anche da Borden, escluse le incongruenze cronologiche e i capelli lunghi, non è che queswto Tex sia poi molto diverso dal solito Tex in fondo. Quello dell'infermiera antipatica che fa il cerbero col paziente è un vecchio e onorato cliché della narrativa da tempo immemore.
  17. mi autocito perché come avevo messo in preventivo mi ricredo sull'opinione nata dalle anteprime. La chiave di questo volume sta nella prefazione di Boselli o in John Ford se preferite; io l'ho digerito come una leggenda sulla leggenda preso così senza relazionarlo al Tex mensile, senza sindacare sul volto o quant'altro ma godendo liberamente dell'arte piacevole del veneziano baffuto; anche perché parliamo del racconto di un vecchio inaffidabile Bravo. Eccone uno che ha veramente capito come godersi questa storia. Anche se a dire il vero nel 1913 G.L. Bonelli aveva solo 5 anni.
  18. Infatti....concordo in pieno....Una storia che sarebbe andata bene per una collana stile Storia del West,ma non certo per Tex....... Anche quì,nel contesto di Serpieri,la leggenda e la realtà sono comunque relative,in quanto il Tex della "realtà" è raccontato nella realtà da un Carson fasullo a cui Bonelli si ispirerà per creare quello che affiancherà Tex nelle sue avventure.Di conseguenza la "realtà" di quel Tex è una leggenda o per meglio dire una fantasia del vecchio e fasullo Carson..... Ma se siamo tutti d'accordo che quello non è il "vero" Tex ma il Tex raccontato dal presunto Carson, e che in quel contesto potrebbe essere (ed è) una storia del tutto inventata, che senso ha discutere se il vero Tex avrebbe fatto così o cosà. Quello non è il Tex che abbiamo sempre conosciuto e non lo è volutamente. Quello è il senso della storia. Io l'ho accettato senza problemi.
  19. Le storie saranno scritte dagli autori ufficiali e saranno canoniche nel senso che presenteranno il Tex canonico e avranno il loro posto nella cronologia ma saranno diverse dalle storie canoniche per ritmo e struttura adeguandosi ai canoni di un albo alla Francese. Mi si dice, poi, che ci saranno belle sorprese per ciò che riguarda i disegnatori anche se le bocche rimangono cucite sui nomi.
  20. Per quanto scettico e prevenuto l'ho preso per curiosità,lo leggerò con calma,ad un primo impatto la qualità c'è,anche se 48 pagine mi sembran poche, Piccola precisazione di tipo tecnico: il volume è di 52 pagine e non 48, scelta alquanto insolita, in quanto di solito si usano multipli di 16 pagine e non di quattro. Suppongo l'aggiunta "anomala" di quattro pagine sia dovuta al fatto che non volessero tagliare i redazionali. In ogni caso di queste 52 pagine: due sono occupati da illustrazioni (che prendono anche i risvolti di copertina, due dal frontespizio con i dati della casa editrice, titolo e autore e dieci di redazionali veri e propri. La storia a fumetti occupa 38 pagine. Ho sempre avuto dei dubbi sulle qualità di Serpieri come sceneggiatore ma qui non se l'è cavata male per me almeno Nessun tipo di spiegazione, ma secondo me fa parte della contestualizzazione storica.Le fondine come le conosciamo noi furono un'innovazione sostanzialmente successiva.
  21. Mah...pensa che io la vedo decisamente all'opposto.
  22. Riprendendo il discorso di West10, io direi che la differenza con il Texone è piuttosto evidente: quelle del Texone sono storie sostanzialmente che tradizionali potrebbero essere pubblicate sulla serie regolare spezzate i due albi (basterebbe tagliare quattro pagine e due strisce, cosa che qualunque sceneggiatore degno di questo nome saprebbe fare benissimo senza danneggiare il ritmo narrativo). Le sole differenze sono il formato più grande delle tavole ed il fatto che è disegnato normalmente da autori esterni alla serie e anche questa non è una regola ferrea. Questa nuova pubblicazione avrà un impianto grafico differente essendo impostato come un albo francese con soluzioni che non sarebbero facilmente proponibili in un albo normale sebbene probabilmente non impossibili. L'impostazione grafica dovrebbe incidere per forza di cose anche sul ritmo narrativo ma le prossime storie saranno scritte dagli autori "regolari" Bisogna anche aggiungere che il formato permette anche di arruolare autori prestigiosi sia italiani che soprattutto stranieri (e penso a diversi maestri del fumetto franco-belga e americano) che si sarebbero tirati indietro dinanzi alla prospettiva di una storia di 224 pagine come quella del Texone. Anche questo non è poco.
  23. Carlo Monni

    [651/653] Luna Insanguinata

    Attenzione. SPOILER Per me è sempre interessante notare come ci possano essere due impressioni tanto differenti sullo stesso albo. A me questa seconda parte è piaciuta tantissimo. La sceneggiatura è impeccabile come pure la caratterizzazione dei vari personaggi. L'atmosfera sembra in più punti quasi da horror. Ottimo uso delle didascalie in uno dei pochi modi in cui io le ritengo ormai utilizzabili nella sequenza che va da pag. 70 a pag. 72. Mi si dice che non c'è azione ma dipende da cosa si intende per azione. Una storia non si distingue solo per le sparatorie. la marcia attraverso il deserto piena di tensione e il fatto che i Comanches non si vedano quasi mai ma se ne vedano solo gli effetti è per me una scelta azzeccatissima perché ne accresce il senso di minaccia incombente quasi fossero esseri soprannaturali. La sequenza onirica con il doppio incubo è scritta magistralmente secondo il mio parere. Che rabbia dover aspettare sino al 7 marzo.
  24. Non vedo faccine quindi presumo che tu sia serio. In questo caso ti dico che sono d'accordo con te. Per un volume del genere si tratta di un prezzo sostanzialmente basso. Il minimo possibile mi sa.
  25. Certo che non regge,ma intanto sai che Carson è morto,Tex non fa più il ranger,Tiger invecchia con lui nel villaggio,e Kit ( in questo caso il più normale come situazione) segue le orme del padre nei rangers....E se anche romanzo è.....te lo racconta Boselli, mica il primo scribacchino che gli viene in mente l'idea stupenda..... Ma il romanzo è sganciato dalla continuity ordinaria di Tex rispetto alla quale si è preso non poche (ma giustificabili dall'adattamento da un mezzo narrativo all'altro) licenze e quel che vi è narrato non rappresenta certo il futuro ufficiale di Tex se mai se ne può ipotizzare uno. Quello voleva dire Boselli, credo. Come il romanzo modifica ed adatta eventi a suo uso e consumo, così il fumetto può non seguirne gli eventi. Tanto per fare un esempio tratto da altro, i romanzi di James Bond, sia quelli originali di Fleming che quelli dei suoi continuatori, hanno una continuity del tutto diversa da quella dei film sia per le vicende narrate che per l'ordine sequenziale in cui sono sistemate
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.