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TWF - Tex Willer Forum

virgin

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Tutto il contenuto pubblicato da virgin

  1. virgin

    [621/622] Mezzosangue

    Storia che mi ha colpito moltissimo. Be', non del tutto, in verità, dato che Ruju su Tex è ormai una garanzia; tuttavia, non mi aspettavo di trovarmi così presto davanti a una storia degna di stare accanto a "La prova del fuoco". Ruju si sta dimostrando abilissimo a inserire in storie dall'apparato solidamente classico delle innovazioni che nessuno aveva mai visto su Tex, senza però che la cosa stoni. Dopo nove pagine di discussione mi riesce davvero difficile dire qualcosa di nuovo, eppure voglio spendere qualche parola su un aspetto che mi sembra non essere stato troppo indagato: lo stile di Ruju. Davvero strano e difficilmente definibile, secondo me. In alcuni punti è modernissimo, in altri indugia in didascalie descrittive abbastanza lunghe che non si vedevano dai tempi del medio Nizzi. Insomma, uno stile molto diverso da quello sempre calibratissimo di Faraci (quasi soppesato al millimetro), ma non per questo meno efficace. Anzi, mentre Tito si dimostra abile nel mantenere sempre la storia in un tono medio e rilassante (quasi pacioso, per dirla con termine gergale), tanto che nemmeno la morte di uno dei personaggi principali disturba molto, lo stile disuguale di Ruju riesce bene a impennarsi e a emozionare. S?, perchè in questa storia, soprattutto, ci si emoziona. Si resta intrigati e ci si diverte, ma anche ci si emoziona. Con una curiosa struttura bipartita (più che un'unica storia in due albi, sembra di leggere due storie di cui una è il seguito dell'altra) che si scioglie in un finale toccante in cui la frase a effetto non è per nulla retorica; ma, anzi, ulteriore materia di riflessione. Di Ruju su Dylan Dog ho letto solo una storia breve che, pur avendo un ottimo spunto, non era un gran che ("Il mago degli affari"); ma la mia amica dylaniata lo ritiene uno dei propri sceneggiatori preferiti in quanto nelle sue storie trova sempre una morale o uno spunto di riflessione. Ciò che è capitato anche a me in questa storia. Sul versante dei disegni, Font mi è parso molto meglio del solito. Le croniche sproporzioni ci sono sempre, ma sono un po' meno diffuse. In alcune vignette, addirittura, non sembra quasi lui. Siamo lontani dalle bellezze di "Nei territori del Nord Ovest", ma se dovesse continuare così, non me ne lamenterei. Voto globale: un bel nove mi pare più che meritato.
  2. virgin

    [Texone N. 27] La Cavalcata Del Morto

    Anche se gli ultimi due texoni mi erano piaciuti (intrigante quello di Manfredi, domestico e rassicurante quello di Nizzi), devo ammettere che non leggevo una storia così da anni. Sì, di storie più belle ne ho lette, ultimamente, anche se forse soltanto una ("I sabotatori"); quel che intendo dire è che a mancarmi erano proprio storie di questo genere. Sì, poi si scopre che , ma Boselli è abilissimo a gestire il passaggio e a creare ulteriore mistero, al punto che la storia, da quel momento in poi, guadagna perfino. Si crea anche un bel dilemma etico: a un certo punto ho cominciato a chiedermi perchè mai Tex mettesse tanto impegno a vendicare un criminale; ma poi Boselli ne è uscito benissimo . Qualcuno si è lamentato della lentezza delle fasi iniziali della storia, caratteristica che invece a me ha garbato parecchio: l'atmosfera che si crea è inquietante. Anche a me il personaggio di Sarita ha ricordato un poco Mitla. Non tanto per i lineamenti, quanto per il tipo (capelli lunghi e scuri... ma è un tipo comune) e per il diadema che porta sulla fronte, quello sì identico a quello che portava Mitla. Ho parlato delle atmosfere di questa storia... ma che cosa sarebbero le atmosfere se a disegnarla non ci fosse stato Civitelli? Le sue tavole non sono soltanto splendide da ogni punto di vista per impostazione, inquadrature, dinamismo e atmosfere; soprattutto, trasudano amore per il personaggio a ogni goccia di china. Bella, anche, la citazione della pellicola "Le tre sepolture" di Tommy Lee Jones nelle prime tavole della storia, con Melquiades Estrada sepolto accanto a Pablo de Almaviva (vecchio pseudonimo di Civitelli). Dal punto di vista narrativo, "La calvalcata del morto" è solo un'ottima storia, diciamo da otto e mezzo-nove. Dal punto di vista grafico, invece, per me è la vetta della collana dei Texoni.
  3. virgin

    Il Giornale Di Sergio Bonelli Editore

    Per una volta, a dispetto del mio caratteraccio, sono in parte d'accordo col nostro sempre pacato Lorenzo! ;)La prima cosa che mi piace è la riduzione dello spazio dell'anteprima del prossimo numero: in quarta di copertina e a colori non mi piaceva, così come la presenza delle vignette. Molto meglio in terza in bianco e nero con le vignette oppure come l'hanno trasformata ora. Anche i contenuti non mi sembrano malaccio. Certo, sono un po' troppo promozionali, ma non nego che, non avendo il computer a casa e non potendo collegarmi spesso, soprattutto in periodo estivo, sentire qualche notizia anche sulle altre pubblicazioni Bonelli non è spiacevole. Quando però si fa solo uno spottone al Color Tex... l' mi vedo già meno d'accordo, ma tant'?: negli ultimi mesi sto gestendo il giornalino universitario della mia sede, quello del link nella mia firma, e so che problemi si possono incontrare nel fare una pubblicazione per quanto amatoriale (su tutti, il problema della pubblicit?), quindi un po' di empatia verso Frediani riesco a provarla. Tuttavia, mi dispiace per la scomparsa degli elenchi degli arretrati, per ragioni affettive: ricordo che da bambino, ai miei primi Tex, mi leggevo e rileggevo quegli elenchi, bramandoli e fantasticando su ciò che i titoli mi evocavano.
  4. virgin

    [618/620] Gli Schiavisti

    Questa mi giunge nuova! o. O Purtroppo non ho sotto mano il volume "GLB: sotto il segno dell'avventura" per vedere se non l'ho mai letto oppure mi è semplicemente sfuggito... In fondo, se stavolta sono uno scrittore infantile, con Mondego ero stato ritenuto colto, moderno e raffinato... Insomma, vado in pareggio.Dir?... se "adolescenziale" mi pare anche adeguato per "I trappers di Yellowstone", storia che, escluso per la morte del trapper, era molto rassicurante, qui si tratta di una cantonata pazzesca. Certo, anch'io in genere preferisco le trame costruite in ogni minimo dettaglio a quelle più improvvisate; tuttavia qui si confonde una costruzione "ingenua" con una di stampo più "canterino". Poi sul viscidume di Castillo... boh, io non l'ho visto. Ma qui si scade nella sensibilit? personale. Forse l'unica critica su cui mi posso ritrovare è quella relativa al continuo rimarcare a parole l'eroismo dei personaggi: pur con la mia ridotta esperienza, posso dire che uno scrittore di solito fa così quando teme che un aspetto non sia sufficientemente sottolineato dai fatti e i lettori non riescano a notarlo; ciò che, fortunatamente, non è il caso delle storie di Tex.
  5. virgin

    [618/620] Gli Schiavisti

    Il primo numero mi ha lasciato un po' tiepido, a dispetto della buona partenza; il secondo mi ha coinvolto molto di più e il terzo, infine, mi ha fatto divertire come un matto. Forse per la prima volta sono riuscito a rintracciare nella scrittura di Boselli una forte influenza dei poemi cavallereschi medievali: l'improvviso ingresso nella storia da parte del fin l' innominato Espectro, prima nel racconto di Riago e poi in carne e ossa, è davvero tipico dei cantari, e ancor più boiardesco che non ariostesco (borden mi parl' del suo amore per Ariosto, ma di Boiardo non mi fece il nome... perciò mi farebbe piacere sentire cos'ha da dire in proposito ). Procedimento molto bello da ritrovare in un fumetto seriale, che in fin dei conti è l'estrema propaggine dei cantimbanchi medievali, ma soprattutto perchè d' l'impressione (chi sa se vera o frutto di un abile artificioè Applausi in entrambi i casi) di avere davanti un autore capace di giocare, che improvvisa per divertire il proprio pubblico e lo fa molto bene. Storia che spicca meno di altre per intensit? emotiva (penso alla splendida recente "Mondego il killer"), ma che intrattiene molto bene e fa sognare un'avventura davvero assoluta, in cui a ogni angolo la storia può prendere pieghe impreviste, con l'ingresso di nuovi personaggi che sembrano inventati l' per l' e proprio per questo ricchi di fascino. Mi sono piaciuti anche personaggi come Riago e, soprattutto, Castillo: ho sempre provato un'istintiva simpatia per gli scalcinati e purtroppo non sempre onesti rurales (e per i messicani in generale), e mi fa piacere che Boselli li stia un po' riabilitando: anche in "Spedizione in Messico" facevano tutto sommato una buona figura, erano scaltri e non gli idioti visti spesso... Castillo, però, ha qualcosa in più: un uomo di legge onesto, anche un po' sfrontato, ma non provvisto di quell'intoccabilità che hanno altri, Tex in primis. Insomma, si prova empatia, si teme per la sua sorte... un po' come accadeva col masieriano sargento Recabarren in quella che è una delle mie storie a fumetti preferite, lo speciale di Mister No "Sangue sul Sertao", anche se si trattava di un personaggio dal carattere molto diverso in un contesto tragicamente senza speranza. Disegni di Seijas sempre suggestivi, pur dandomi l'impressione che qua e l' l'età cominci a pesare. Se la storia coinvolge parecchio, però, lo deve anche a lui. Come voto globale, propenderei per un sette e mezzo, ma poich? non ci sono i mezzi voti... crepi l'avarizia e sia otto.
  6. virgin

    Antonio Segura

    Quando ci lascia qualcuno è sempre un dolore. Quando però ci lascia qualcuno di significativo, quel che rimane può essere più di quel che ci ha lasciato. Non conoscevo (a parte qualche nome) l'attività di Segura all'infuori di Tex, ma mi spiace ugualmente, perchè almeno sul nostro fumetto è sempre stato un GRANDE sceneggiatore.
  7. virgin

    [19] [Almanacco 2012] Il Ciarlatano

    Paco, ti ricordo che anch'io ho osannato Segura! Devo dedurre che, oltre che come critico d'arte e critico letterario, non mi dai credito nemmeno come critico texiano? :asd:Parlando dell'ultima fatica di Faraci, l'ho trovata una bella, piccola, riuscita miniatura, che mi ha riportato un po' ai tempi di brevi e fulminanti avventure bonelliane come "A sud di Nogales", incrociate con una caratterizzazione dei personaggi all'altezza degli esiti più felici di Nizzi."Il ciarlatano" è riuscita a divertirmi e, soprattutto, a risvegliare quel senso ingenuo della lettura che ti porta a fare il tifo per i personaggi e a sperare che giungano sani e salvi alla fine della storia: mi hanno colpito Barry e Angus, in particolare, che oltre a vivere un rapporto di amicizia ben reso che suscita immediatamente simpatia richiamano appunto quelle garbate figure da commedia nelle quali eccelleva Nizzi e con le quali lo stesso Faraci ha già dimostrato di essere in grado di districarsi nelle sue prove disneyane... e ora anche qui. Una parola di lode in particolare per il finale, che ho trovato, oltre che ben costruito, al tempo stesso spassoso ed emozionante, col richiamo (anche cialtronesco) al bel rapporto di amicizia fra Angus e Barry: due figure che non hanno certo la profondit? di un Fast Dan, ma che ricorder? con piacere. Disegni di Danubio efficaci, con qualche incertezza e una mimica non sempre adeguata, per una prova complessivamente inferiore a quella dell'anno scorso. Il suo è un bel Tex, comunque. Tuttavia, trovo ingeneroso prendersela tanto con lui e poi tollerare disegnatori come Font e Ortiz... (che, meraviglia delle meraviglie, quest'anno vedrà a scarabocchiare le sceneggiature del mio adorato Ruju! :malediz... )Voto globale: VI, più che abbondante. Mi ha regalato una serata di intrattenimento spensierato. Con tutto il rispetto, Anatas: l'appunto di joe65 era tutt'altro che pedantesco e voleva essere solo la notazione (anche divertita) di un'imprecisione. Imprecisione che, tra l'altro, non avevo nemmeno notato, e però ringrazio il pard joe65 per la segnalazione.
  8. virgin

    [613/615] I Sabotatori

    Confermo quanto di buono ho detto a proposito della prima parte, ovvero che trattasi della miglior storia di borden del 2011, l'unica che mi abbia convinto appieno e si sia mantenuta su un costante livello di eccellenza dall'inizio alla fine. Dopo una prima parte costruita soprattutto su dialoghi e confronti dall'ottimo ritmo, si ha una seconda parte ricchissima di scene d'azione, tra l'altro divinamente sceneggiate. Sinceramente non capisco l'indignazione di alcuni riguardo alla scena sensuale fra Bethanie e l'ingegnere: sono il primo ad erigere patiboli e accatastare legna quando trovo scene un po' spinte, ma qui non si vede veramente NULLA... :rolleyes:Anche le motivazioni dei personaggi sono ben fondate e svelate man mano, l'interesse non cala mai. Devo un po' rivedere al ribasso il giudizio su Leomacs, che nella seconda parte mi ha convinto meno, rispetto alla prima. Tra l'altro il suo segno cambia abbastanza durante la storia, così come la fisionomia di Tex, che attraversa fasi di "ticcizzazione" più o meno acute. In genere, lo preferisco più all'inizio che non alla fine, pur rimanendo il suo un lavoro molto buono. Come voto globale, la storia si merita un otto più. Sulla serie regolare si tratta della miglior storia dai tempi de "La prova del fuoco" e, senza dubbio, la prima grande storia del settimo centinaio. Era ora!
  9. virgin

    [613/615] I Sabotatori

    La prima metà della storia è stupefacente! Da anni Boselli non mi colpiva più in modo tanto positivo! hahaAl momento nella mia simpatia Wagoman batte di parecchie lunghezze Mondego, ma se ben conosco Boselli, mi sa che alla fine si riveler? esattamente il contrario. Peccato per Aguirre che esce di scena subito (sarà per l'omonomia con uno dei miei personaggi storici preferiti...), ma è un personaggio che si fa decisamente ricordare. Tanto piatta e discreta era "I trappers di Yellowstone" quanto questa trasuda ritmo e fantasia. Non vedo l'ora di continuarla, perchè Boselli sembra davvero tornato alla freschezza di un decennio fa. Menzione speciale anche per i disegni di Leomacs, che sviluppano atmosfere davvero personali e suggestive, regalando molte inquadrature interessanti: un disegnatore che secondo me si sta rivelando come una delle future colonne della serie.
  10. virgin

    Le Domande A Stefano Andreucci

    Che bello il tuo Carson! -ave_ Apprezzai moltissimo il tuo esordio sull'Almanacco (il ghigno al tempo stesso spavaldo e fragile del tuo Fast Dan mi è rimasto nel cuore) e vedo che da allora non hai certo fatto regressi, anzi. Aspetto con ansia la tua storia: peccato sia tanto lontana...
  11. virgin

    5 - Tex Willer Magazine

    Me lo sono scaricato e non ho resistito a dargli una scorsa: poich? in questo numero per una serie di problemi ho collaborato pochissimo, credo potr? essere più distaccato nel dare giudizi! ;)Comincio col fare i complimenti a Ymalpas per l'impaginazione, che ormai fa progressi a ogni nuova uscita. Ho leggiucchiato le prime righe dell'articolo di Jack65 e credo proprio che sarà il primo articolo sul quale mi butter?, non solo perchè pare interessantissimo, ma anche per meglio comprendere le piccole polemiche nate in questo topic.
  12. virgin

    [Texone N. 26] Le Iene Di Lamont

    Be', io ho ragionato in questo modo: so che questa storia non è esente da difetti, ma poich? Nizzi è (era) l'unico rimasto a offrirmi un Tex e dei pards minimamente "guasconi", per dirla con i tuoi termini, accetto volentieri le sue magagne. Poi, lo ripeto, questa storia mi ha davvero coinvolto e interessato, cosa che ad esempion non era accaduta con "Sei divise nella polvere", le cui premesse erano interessanti, ma in parte disattese dagli sviluppi. Certo, mi sarebbe piaciuto vedere un po' più di spazio per Katie e il vicesceriffo, ma se entriamo, come diceva Tazhay, nel campo degli "et si..." non ne usciamo più. P. S.: io, invece, capisco benissimo che qualcuno possa non apprezzare questa storia e dare dieci (o anche quindici, per carit?) a "Sei divise nella polvere".
  13. virgin

    [Texone N. 26] Le Iene Di Lamont

    Si può commentare questa storia discettando su quanto in essa sia ontologicamente giusto, degno e texiano, ma io sinceramente non me la sento. Invece di andare a caccia del Tex perfetto e stracciarmi le vesti ogniqualvolta non lo trovo, preferisco adeguarmi ai fatti e vedere ciò che il mercato offre. Poich? negli ultimi tempi mi viene offerto un Tex sempre meno ironico e sbruffone, con i quattro pards trasformati in anonime macchine di sterminio di ancora più anonimi nemici, questo texone di Nizzi è stato una vera boccata di aria fresca. Non si tratta di una storia che tiene il fiato sospeso, questo no. E nemmeno di una storia dinamica. Come hanno notato tutti, si tratta di una storia povera d'azione, ma permettetemi di osservare che, secondo me, non è per nulla povera di avvenimenti. Vi sono molti dialoghi, anzi, si può dire che la storia sia tutta un dialogo, tuttavia non mi sono mai annoiato e posso dire che seguire i quattro pards nelle indagini mi ha decisamente fatto divertire. Insomma, Nizzi fa Nizzi e ci riesce bene, a differenza di Boselli che, purtroppo, nelle ultime storie ha offerto molti dialoghi in stile Nizzi senza averne un briciolo di freschezza. Ecco, una piccola domanda OT: e se Boselli tornasse a fare Boselli, riprendendo quello stile cinematografico e frammentato in cui all'inizio si esprimeva alla perfezione?Tornando a questa storia, Tex talvolta non è bene in parte, ma Nizzi sa reinventare in modo gustoso e astuto perfino quello che è stato l'incubo di un decennio, vale a dire la scena dei cinturoni slacciati. Non è Tex, ma almeno è una controfigura passabile, il che non è poco, visto che in quest'ultimo anno sulla serie mensile non si è vista nemmeno quella. Pare incredibile come un Nizzi ormai ritirato in tono minore riesca, seppur in una storia non priva di difetti, a dare la paga agli altri autori rimasti. Se qualcuno me l'avesse detto cinque anni fa gli avrei riso in faccia, ma ora accettarlo come vero mi sembra naturale."Le iene di Lamont" ?, per me, la terza migliore storia dell'anno dopo "Verso l'Oregon" e "L'ora del massacro". Non che ci voglia molto, visto che tutte le altre storie vanno da una sufficienza risicata a un fallimento totale, tuttavia ho chiuso questo texone soddisfatto, con un sorriso sulle labbra e la sensazione, per dirla con Anthony Steffen, di essere ancora a casa. Sensazione che, a costo di ripetermi, negli ultimi dodici mesi non ho provato quasi mai. I disegni di Seijas sono semplicemente sublimi: senza di essi, probabilmente la sceneggiatura di Nizzi varrebbe la metà. Il maestro argentino sa rendere prezioso ogni momento, ogni inquadratura: ricco di dettaglio, sè, ma senza saturare n° essere stucchevole, e però espressivo e dinamico, senza mai pastrocchiare come Mastantuono. Le espressioni azzeccatissime e varie conferiscono ai personaggi un'espressivit? viva eppure sempre misurata, mai grottesca come talvolta capitava a Gomez. La sua Katie, poi, oltre a essere il personaggio più dolce della sceneggiatura, è graficamente perfetta. A differenza del nostro pard Paco Ordonez non ho però alcun problema a preferirla alla vedova, che pur bella è un po' troppo volgare per conquistarmi, ma funge perfettamente per il proprio scopo. Certo che... averne di più di donne così su Tex! :DCome voto finale alla storia darei un otto, al netto del sette meno di Nizzi e del dieci di Seijas. Un Tex come non ne leggeremo più in futuro, e me ne dispiaccio molto.
  14. In fin dei conti è una storia che funziona, anche se non so quanto ciò sia dovuto al fatto che ho impiegato due settimane per leggerla e certi aspetti mi siano sfuggite. Ho come l'impressione che Boselli si mantenga in superficie col solo mestiere e scriva col pilota automatico, ma non essendoci grandi attese dietro la storia, come invece accaduto nel caso di "Caccia Infernale", l'insieme risulta quasi sempre gradevole, talvolta divertente e solo raramente tedioso. Le battute azzeccate ci sono, il senso di avventura quasi, quindi l'insieme è sufficiente. Mi è piaciuto anche il rapporto fra i ricconi e gli indiani, sviluppato con molto buonismo, ma con un infinito garbo di fondo che mi ha quasi ricordato Jules Verne: non so quanto il paragone stia in piedi, ma essendomi riletto in blocco una mezza dozzina di romanzi di Verne, quest'estate, l'impressione è stata proprio quella. I disegni di Piccinelli, invece, sono semplicemente SPLENDIDI! Mi era piaciuto molto in "Vendetta per Montales", ma qui è perfino migliorato: paesaggi e pose spettacolari, scene d'azione dinamiche e caratterizzazioni azzeccatissime: il ragazzo è giovane, ma non sfigura accanto alle colonne della serie. L'unico difetto che gli imputerei sono i personaggi che, nelle sparatorie, non pensano mai, ma proprio mai, a cercarsi un riparo, e rimangono in piena vista, al massimo inginocchiati, sperando sempre nell'eterna pessima mira degli avversari, ma non so quanto ciò sia da attribuire al disegnatore o alla sceneggiatura. Un peccato, perchè simili aspetti su Tex sono sempre stati abbastanza curati. In definitiva, fra il sei di Boselli e il nove di Piccinelli, direi che "I trappers di Yellowstone" un sette se lo merita tutto.
  15. virgin

    [Maxi Tex N. 15] L'ora Del Massacro

    Cito questo particolare dell'intervento di anakyn per dichiararmi sostanzialmente d'accordo, anche se secondo me un'estrema evoluzione in questa storia vi è stata: quello che mi ha appassionato è stato proprio il totale nichilismo che, a dispetto della conclusione leggermente rassicurante (ma nemmeno troppo, se è per questo) vi alberga. Un mondo nel quale non esistono valori, e nel quale perfino Tex sembra non essere in grado di incarnarli, quasi il suo ruolo fosse semplicemente quello di ricoprire una funzione narrativa, e basta. Non so se sono l'unico ad avere visto questo totale svuotamento di significato, ma in ogni caso si tratta di un aspetto che mi è piaciuto, e molto. Nonostante alla fine il cattivo venga punito, la storia è inconclusa, molti spunti rimangono irrisolti, e sebbene molti trovino ciò insoddisfacente... be', io adoro le storie di tal fatta.
  16. virgin

    [Maxi Tex N. 15] L'ora Del Massacro

    Storia bellissima. Quanto si può dire è già stato detto: avventura picaresca, movimentata, dura, violenta, spietata etc... ma che bel West, accidenti! Si tratta di un mondo particolarissimo, quasi astorico, come se Segura se ne fregasse altamente di tutto quanto è stato fatto e scritto precedentemente, puntando a scrivere soltanto una storia. Tex? Ricorda un po' l'anonimo giustiziere dei primi numeri, ma meno scanzonato. Anche il ritmo velocissimo ricorda quello dei tempi pionieristici. I disegni di Ortiz migliorano leggermente da tre quarti in poi, ma stavolta li ho globalmente apprezzati, perchè la frontiera di Segura è lurida come solo lui sa renderla. L'ultima storia di Segura? Peccato. Qualche incongruenza e un paio di buchi ci sono, ma l'insieme è convincente. Segura mi ha incantato e mi ha fatto trascorrere quattro ore di sensazioni intense, fitte e anche crude. Il voto globale per me è un dieci. Un Tex che fa sempre piacere rivedere, un'interpretazione a parte. Curioso come l'unica altra grande storia di Tex pubblicata quest'anno, "Verso l'Oregon", sia figlia di una visione diversissima, eppure altrettanto alternativa.
  17. virgin

    [Texone N. 26] Le Iene Di Lamont

    Il nostro sceriffo Paco ha interpretato alla perfezione il mio pensiero. Nelle sue ultime storie, quando ha messo in campo delle donne Nizzi ha potuto inserirci un poco di sensibilit?, e soprattutto quel naturale talento da sceneggiatore di commedie che non ha perso nemmeno negli ultimi anni (sul quale mi sto concentrando in questi tempi nel mio compito di redattore del Magazine). Per Tex, che si possa essere d'accordo o no, la presenza di personaggi femminili è un fait divers da non sottovalutare, del quale nelle storie che ne sono prive si avverte tutta l'importanza. Non prendermi per maschilista, Segnali di fumo, ma le donne si comportano diversamente dagli uomini tanto nella realtà quanto nel fumetto, cosa che porta a vicende e riflessioni radicalmente diverse. Io stesso, nella mia attività di scrittore dilettante, mi rendo conto che alternare punti di vista maschili e femminili può portare le storie in direzioni differenti, e se ci sono arrivato io, credo che un professionista come Nizzi ne sia ancor più consapevole.
  18. virgin

    [Texone N. 26] Le Iene Di Lamont

    Forse passo un po' per bastian contrario, ma al pari di Ymalpas da questa storia mi aspetto qualcosa... qualcosina, almeno: negli ultimi anni, ogni volta che ci ha ficcato dentro personaggi femminili Nizzi ha tirato fuori lavori almeno discreti. Ciò, aggiunto ai disegni di Seijas, mi fa essere quantomeno ottimista. Non nego, inoltre, che il fatto di non rivedere più Nizzi dopo la sua prossima storia, mi dispiaccia, nonostante i passi falsi degli ultimi anni, quindi una sua storia in più non può che rendermi felice... sperando che non arrivi una palata sui denti.
  19. virgin

    Sergio Nelle Eterne Praterie

    Un grande... e anche qualcosa di più. Nonostante si schermisse autodefinendosi "autodidatta", era secondo me il più grande sceneggiatore italiano. Ho un solo terribile sospetto: in modo colorito, Sergio aveva detto che il texone di Nizzi & Seijas sarebbe stato pubblicato solo una volta che lui fosse venuto a mancare. Macabra ironia o che altro?
  20. virgin

    Il Manierismo Nell'ultimo Tex

    Dato di fatto? Non saprei. Io, ad esempio, pur apprezzando anche i Cestaro preferisco Piccinelli. Anche sui disegnatori che saturano le vignette di dettagli non sono molto d'accordo: molti riescono a farne un segno di stile, dall'esagerazione di Jacovitti fino agli esempi più leggibili di Don Rosa e Alessandro Bignamini, tanto per fare esempi non texiani. Tutti disegnatori che apprezzo moltissimo. Un altro che non satura le vignette, ma è indubbio che le curi molto, è Rossano Rossi, che non ho mai negato di ammirare moltissimo, tanto da considerarlo il migliore fra le nuove leve. L'atmosfera morbida e suggestiva che riesce a creare sarebbe la medesima anche con meno dettagli? Probabilmente no. Certo, è anche una questione di gerarchie interne alle vignette, e qui mi sento di darti più ragione, Ymalpas: se dovessi pensare ai pards caratterizzati da Piccinelli, farei molta fatica a evocare un'immagine (mentre non ho alcun problema a rievocare quelli di Ginosatis, decisamente ben rivisitati). Fermo restando che preferisco un'impostazione è la Piccinelli rispetto a quella di certi nuovi acclamatissimi pastrocchiatori di sgorbi... non faccio nomi, tanto sapete benissimo a chi mi riferisco.
  21. virgin

    [583/584] Missouri!

    Non ricordo perchè sparai a zero su questa storia al tempo dall'uscita. Potrei arrampicarmi sugli specchi, ma non lo faccio, al massimo provo a cercare qualche possibile giustificazione: o rimasi scottato dai disegni di Mastantuono (che sfacelo...) oppure ero semplicemente nervoso per cause scolastiche (il 2009 fu il primo anno nel quale non venni rimandato a settembre :asd:). In ogni caso, me la sono riletta ieri sera e l'ho trovata bella, molto bella. Non so perchè ai tempi mi lamentassi della "freddezza", ma è un aspetto che non ha per nulla risaltato a questa rilettura; anzi, la durezza della storia è tremendamente affascinante, direi anche piacevole, perchè West e Corrigan sono due personaggi tosti, ma che non hanno nulla del superomismo sensazionalista nel quale talvolta Boselli finisce per cadere. Le caratterizzazioni sono semplici, ma efficaci, senza sbavature n° tantomeno eccessi dovuti alla fretta di colpire. Molto riuscito anche il gioco di scambi di alleati e nemici fra la guerra e la vicenda attuale. A fare i pignoli si potrebbe obiettare che per West e Corrigan non sia molto logico tornare a Glendale un numero imprecisato di giorni successivi alla rapina, dando tutto il tempo a Tex e ai pards di arrivare dall'Arizona, che non è certo dietro l'angolo... ma, per dirla con Carson, simili buchi me li fumo nella pipa. Anzi, ce ne fossero di più di buchi simili! :DMi è piaciuto anche il modo non scontato in cui Boselli disegna la demarcazione fra buoni e cattivi, non coincidente per nulla con la divisione nordisti-sudisti. Oltre a essere molto realistico, credo che in una simile situazione noi italiani non facciamo fatica a proiettare il periodo della Resistenza, nel quale, al di l' della giustezza o meno della causa per cui si combatte, in entrambe le fazioni vi è chi combatte in modo umano (ma quale combattimento è umano, infine?) e chi con gratuita crudeltà. Con la popolazione civile che, spesso, finisce bersagliata da entrambe le parti. La guerra civile è un'ambientazione intrigante che permette di variare le atmosfere e di affrontare temi interessanti, dunque mi piacerebbe vederla più spesso, anche se di certo il passato di Tex non può essere dilatato fino a diventare una serie parallela. In questa storia Boselli mi sembra aver indicato un aspetto molto importante: diversi Jayhawkers, pur insultando gli schiavisti, finiscono per essere non meno razzisti di loro. Infatti è un'interpretazione sempre più accettata quella secondo la quale a molti unionisti non fregasse nulla della libertà dei negri (come il razzismo latente fino ai nostri giorni anche in molti stati liberi sta a dimostrare), e l'abolizione della schiavit? fosse soltanto un modo per affossare l'economia degli stati del sud. Insomma, come sempre anche i più alti valori non portano a nulla se non vi è nessuno che ci può guadagnare economicamente. Dopo questa interessantissima pippa storica, un commento sui disegni di Mastantuono: ha talento, cavolo, non vengo certo io a insegnargli a disegnare, ma la mia idea è sempre la stessa, ovvero che non azzecca nulla con Tex. Perfetto su Topolino e Paperino, perfetto sulle copertine di Nick Raider, Magico Vento e Volto Nascosto (davvero stupende), ma sugli albi di Tex è una rasoiata negli occhi: belle alcune figure in movimento, ma sgradevole, privo d'atmosfera e pieno di difetti. Su tutti, le armi: a parte il fatto che sono disegnate da schifo, i personaggi le impugnano con pose sovente impossibili e, inoltre, quando le impugnano bene mettono le dita in posizioni che è un miracolo se colpiscono qualcosa. Il grilletto si preme col polpastrello dell'indice, non con la parte interna della falangina, lo sanno anche i sassi. Sarebbe impossibile colpire qualcosa sparando in quel modo: l'arma si scomporrebbe troppo premendo il grilletto. Lo dice uno che all'inizio ha passato un mese a chiedersi come mai a venticinque metri mettesse nel bersaglio due colpi su dieci... :rolleyes:Nonostante il deludente comparto grafico, questa bella avventura merita un VIII, che non è la media fra l'otto di Boselli e il quattro di Mastantuono. Perchè confinare il grandissimo Diso sui Maxi e poi pubblicare robe simili sulla serie regolare? Bah.
  22. Non dirmi, Carlo, li hai letti anche tu? Credevo che Ymalpas e io fossimo gli unici qui sul forum! Boselli ebbe alcuni problemi di salute (non so quanto gravi, ma presumo fossero molto seri) che gli impedirono di scrivere per qualche tempo. Infatti, se ci fai caso vi fu un periodo, più o meno nella prima metà del sesto centinaio, nel quale le storie di Boselli diminuirono considerevolmente di numero: fra il ritorno di Juan Raza e "I lupi rossi" trascorsero ben sedici numeri, che credo sia un record di assenza per Boselli. Non so di preciso in che anni ebbe dei problemi, ma in quel frangente soltanto la presenza di Nizzi permise la regolare apparizione degli albi di Tex in edicola.
  23. virgin

    Medda, I Perch? Di Una Bocciatura...

    Trucco già utilizzato da Berardi in "Oklahoma", ma chi? perchè l' non ha candalizzato neuno. BUM! Non c'è alcun corpo a corpo e tu lo sai bene. Ehm... no, non lo so bene! Non si vede che è da un bel po' che non rileggo n° l'una n° l'altra storia? Ora mi chiedo se le assurdit? siano colpa di Medda o della mia memoria fallace. L'ho già raccontata diciassedicimila volte, ma di tempo in tempo la ripeto per essere sicuro che nessuno la dimentichi! Al di l' degli scherzi, credo che me ne ricorder? fin che campo. Non che sia chissà che ambiente, anzi, ma mi ha fatto un'impressione davvero terribile. Tornandoci col senno di poi dico che è tutta autosuggestione... altri dettagli indisssspensabbili! S?, hai ragione, tecnicamente non si può parlare di scena esplicita. Però, insomma, si capisce benissimo cosa stia accadendo.
  24. virgin

    Medda, I Perch? Di Una Bocciatura...

    No, Paco, non puoi farmi questo! Mi stai facendo fare la figura del progressista, ti rendi conto? :DTanto per gettare in ulteriore iscompiglio l'avvocato Monni che sostiene di non capire il mio modo di ragionare, io dico che le due storie di Medda mi sono sempre piaciute e mi farebbe moltissimo piacere poter rivedere la sua firma sulle sceneggiature di Tex!Certo, il suo esordio non è stato perfetto e qualche assurdit? era presente: vedere Tex che si lamenta del fatto che dei prigionieri vengano picchiati, vince una scazzottata a calci nei coglioni e viene sconfitto nel corpo a corpo da una vecchietta. Tuttavia perdono volentieri questi peccati veniali data la bontà dell'insieme. "Bande rivali" era molto violenta, e col senno di poi mi fa un po' tornare in mente Segura. Che dire poi di "Orrore"? Storia certamente fuori dai canoni, ma intrigantissima. La presenza dei bordelli in entrambe le storie non mi ha dato fastidio... e sapete tutti che sono molto sensibile sull'argomento essendo entrato in un bordello vero, durante una settimana di volontariato in Romania (prima che West10 faccia battutine, preciso che ci sono entrato per sbaglio e in compagnia di mio zio frate, non ho combinato nulla di bizzarro). Sono una realtà esistente, tanto più nel West di un tempo, e a mio avviso Medda non si è mostrato compiaciuto, n° ha calcato troppo la mano. Forse la scena di sesso esplicito in "Bande rivali" si poteva evitare, ma ammetto di dirlo con la malizia di un quasi-adulto: quando lessi la storia da bambino non mi traumatizz? per nulla, ci feci caso appena. Dunque, spero che Medda tenga fede alla propria promessa e possa regalarci una nuova storia di Tex, pur con tutte le differenze stilistiche fra il se stesso di vent'anni fa e quello di oggi. A ciò si aggiunge anche il fatto che, leggendo una recensione di una sua storia di Nathan Never, trovai Medda definito come "bilioso qualunquista", esattamente la definizione con cui mi apostrof? un giorno una tizia dopo aver letto un mio racconto. Dunque la mia simpatia per Medda è sempre più grande...
  25. virgin

    [609/610] Sei Divise Nella Polvere

    Be', quando urla che i prigionieri vanno rispettati, blablabla. Pescando dagli altri episodi di Manfredi, "i prigionieri non vanno picchiati blablabla" e "offro pace invece di piombo blablabla". Non è certamente il teppista che ammazzava, pestava a sangue e faceva saltare in aria i cattivi non solo perchè era giusto, ma perchè si divertiva e faceva divertire. Buono a sapersi! Torquemada è uno dei miei padri spirituali, dunque oltre che eccezionale anteprimista di Tex la mia stima per te sale anche per la tua levatura spirituale. Qui è un errore mio, perchè avrei dovuto precisare che il discorso era riferito alla caratterizzazione di Tex, non all'intera storia. Il punto forte di Faraci non risiede lì, secondo me, ma il resto è molto bello e, concordo con te, emozionante. Vedere "La belva umana", che pure molti hanno detto che "non scalda il cuore". Questo è un paragone augusto. Come Gomez Davila che "andava oltre il tradizionalismo". Pasquinate a parte, tutti questi distinguo che si sogliono fare su tradizionalisti e progressisti mi hanno sempre fatto un po' ridere. A me piace Nizzi, dunque secondo alcuni sono reazionario retrivo retrogrado e prevenuto, però mi piace Boselli, ed ecco che secondo altri divento un progressista sfegatato ed eretico. E prevenuto, ovvio. Sarà un progreazionario? Idem per te, caro quasi-omonimo.
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