Comprata la seconda ed ultima parte di questa avventura, che anche io ho letto a tempo di record. Espressione, quest'ultima, che di norma vuole far risaltare una lettura come avvincente ed appagante, ma non è decisamente questo il caso: dopo un primo albo non certo trascendentale, ma tutto sommato dignitoso, il secondo albo si è rivelato di una tale piattezza nel dipanarsi degli eventi da risultare leggibile in una ventina di minuti scarsi, al punto da anestetizzare il risultato complessivo. Nizzi, chiamato a riscattarsi dopo la scialba prova dello scorso Color estivo, ha fatto un piccolissimo, quasi impercettibile, saltino in avanti rispetto ad allora, ma si è purtroppo mantenuto ben distante dagli standard con cui ci ha deliziati - e forse viziati - negli anni d'oro. In questa doppia, il Maestro di Fiumalbo (in virtù dei superlativi lavori prodotti in passato, ritengo doveroso continuare a chiamarlo così) è sembrato a tratti quasi rincorrere sé stesso, prima lasciando intendere che tipo di dinamiche avrebbero potuto evolversi, poi cercando di regalare colpi di scena che però, alla resa dei conti, nulla tolgono e nulla aggiungono ad una vicenda che scorre via velocemente senza eccessivi sussulti.
Evito volutamente di scendere in particolari per non fornire spoiler a quanti non avessero ancora letto, aggiungo solamente che dal mio punto di vista Nizzi ha avuto un'altra mezza battuta d'arresto. Sin dal primo albo avevo il sentore che avremmo letto una storia dal sapore di dejavu, ma dotata di tutti gli elementi per risultare più che dignitosa, e che mai mi sarei aspettato di vedersi appiattire tanto mano a mano che si scorrevano le pagine, al punto da tirare quasi un sospiro di sollievo nel leggere in fondo all'ultima tavola "Fine dell'episodio".