Premetto che solitamente i cartonati non li acquisto; un formato che, per quanto elegante e fuori dei canoni, a mio avviso poco si confà alle caratteristiche del Tex che prediligo.
Una foliazione ridotta che costringe a ritmi narrativi non consueti, anche le gabbie che dovrebbero esulare dai classici schemi del formato bonelli, a tratti mi son sembrate forzate, poco "coraggiose". In alcuni casi ti ritrovi con tavole con quattro strisce contraddistinte da vignette piccole, riempite da disegni che rischiano in un simile formato di essere troppo compressi e poco leggibili.
Considerazioni personali ovviamente, come è mio pensiero che una simile pubblicazione proposta una tantum andrebbe bene, ma con una periodicità semestrale diviene meno appetibile.
Dopo simile premessa, mi si può chiedere: come mai lo hai comprato questa volta?
Ovvio; dopo aver visto la straordinaria attività su questo post, mi sono incuriosito e mi andava di leggerlo.
Ammetto però che diviene molto difficile scrivere la propria, dopo pagine e pagine di post dettagliati e contrastanti.
Ho provato a leggerli tutti, ma alla fine ho desistito, sia per mancanza di tempo che per evitare di essere troppo influenzato nel mio giudizio. Provo comunque a esprimere le mie opinioni su questo albo, che ha suscitato un vespaio che era dai tempi che non si creava sul forum.
Essendo ormai stato vivisezionato ogni passaggio e sequenza, sembrerebbe superfluo aggiungere l'avviso di spoiler, tuttavia per netiquette non mi asterrò.
Spoiler
L'incipit è davvero molto bello: un gruppo di contadini che si ribella ai soprusi del consueto "signorotto", reo di aver assetato il loro campi con una inopportuna diga. Il volo dei corvi, i forconi agitati a mo' di arma, le urla, il crepitare dei fucili, il sangue dei peones.
Un prologo ben sceneggiato, che ci mostra di quanto Ruju sia in grado di creare sequenze ispirate e cinematografiche quando vuole, il tutto reso ancor più avvincente dall'eccellente resa grafica di Casertano.
Dopo poche pagine però s'incappa nel primo punto stonato: si apprende che Felipe, il leader della rivolta, non figura tra i caduti. Che fine può aver fatto? E' stato imprigionato? Ferito? Gettato in un dirupo? Nessuna risposta, né sequenza chiarificatrice. Capisco che in una sceneggiatura non tutto deve essere spiegato al lettore, a maggior ragione in una storia di così poche pagine, ma rivedere Felipe vivo e vegeto e senza un graffio, ti fa chiedere come diamine possa aver fatto a schivare il piombo nemico e trarsi in salvo. Forzatura? Ognuno si fa la sua idea. Per me lo è!
Ancor più nebuloso il piano dello stesso Felipe per ricattare l'odiato don Vincente Samargo.
Mi chiedo, visto che la figlia del presunto villain è palesemente innamorata del giovane, perchè mettere in mezzo degli ineffabili bandidos per rapirla? Non sarebbe bastato convocarla con una scusa e costringerla a seguirlo? Come non prevedere che il desperado, una volta compiuto il misfatto non lo avrebbe tradito, come di fatto avviene?
Felipe se la cava alla grande con una semplice ferita di striscio e un volo attutito dai provvidenziali cespugli (seconda forzatura?), ma la stranezza della sua scelta e l'ingenuità mostrata nel contesto rimane.
L'efferatezza che la banda di Juan Heredia vorrebbe usare sull'ostaggio, dal taglio dell'orecchio alla violenza carnale, è un tocco di crudo realismo nella trama, ma vedremo che, alla resa dei conti, la cricca si scioglierà come neve al sole sotto il piombo dei due pards, ed effettivamente il loro innesto nella trama sembra anche a me un pretesto per far menare le mani ai nostri.
Veniamo al tanto dibattuto finale, che ha suscitato molto clamore e diviso nettamente la platea degli utenti.
Ammetto che la sequenza finale è molto a effetto e spettacolare; concordo con Diablero quando sostiene che Ruju sia partito proprio da questa idea per costruire la sua sceneggiatura, lo si fa quando si compone non è certo un mistero, l'importante è però rendere tutto il percorso scorrevole e senza forzature fine alla scena madre e purtroppo su questo aspetto, a mio avviso, l'autore stavolta si mostra deficitario.
Il colpo di scena lascia il segno, è vero, tuttavia nasce da alcune scelte di Tex rischiose e discutibili.
In primis, ci si aspetterebbe un Tex più deciso e meno legalitario dopo aver visto il triste carico di innocenti peones, sterminati dai bravacci di don Vincente. Di fronte a tanta crudeltà e arroganza, le prove per fare giustizia Tex di solito se le fuma nella pipa, al cospetto poi di un influente ranchero che si può permettere pure di far restituire i corpi alle famiglie, azione che denota il suo sentirsi forte e spalleggiato dalle autorità.
Il piano studiato da Tex, mi spiace dirlo, ma è poco plausibile e sembra solo il pretesto per giungere al colpo di scena finale, posto a base del soggetto. Anche ammettendo che don Vincente voglia inscenare l'incidente esplosivo per giustificare la morte di Felipe (scelta che entra in contrasto con la sicumera del primo eccidio), perchè condurlo vivo ai piedi della diga? Perchè non tagliargli la gola prima e poi far saltare in aria un corpo senza vita?
Ancor più mi chiedo come mai Tex non preveda questa ipotesi e rischi la vita del suo protetto per cercar prove (protetto sì visto le promesse fatte alla madre che non verranno mantenute per azzardo). Mica s'infiltra in incognito fra gli uomini del boss per controllare, quindi come può essere sicuro che l'esecuzione avvenga sul luogo della diga? (Terza forzatura?)
Il sacrificio eroico di Felipe è una trovata dell'autore per arricchire di pathos la vicenda e dare un epilogo epico alla vicenda, ma troppe forzature logiche a mio avviso si spendono per un tale traguardo.
Un finale che anche a me ricorda Nolitta a dire il vero e che, per quanto efficace, suona poco texiano.
Graficamente sono soddisfatto. Una prova molto ben confezionata e colorata degnamente.
Casertano è un artista che stimo da decenni e ammetto che mi ha molto stupito la sua versatilità per il genere western.
Un autore dallo stile personale e riconoscibilissimo, che ha il suo punto di forza sulla recitazione dei personaggi e il giusto dosaggio fra realismo e lieve ironia caricaturale di alcune espressioni. Un po' da migliorare l'anatomia dei cavalli ma per il resto il suo ingresso nella scuderia texiana è doveroso.
Per la valutazione finale, riconosco un lieve passo indietro di Ruju rispetto alla riuscita prova sul Magazine su soggetto del nostro pard Carlo; una sceneggiatura a luci e ombre che stavolta non mi ha dato l'impressione di aver azzeccato la scelta dell'acquisto. Il mio voto finale è 5