Nel topic dedicato a “Sierra Nevada” si è discusso tanto di retcon, soprattutto relativamente a Padma ed al suo primo incontro con Mefisto e, oltre ad aver trovato la discussione molto interessante, mi sono reso conto che se vengono effettuate delle retcon significa che su Tex esiste una sorta di continuity, alla quale, probabilmente, GL Bonelli non ha mai dato grande importanza, infatti in alcune vignette dei primi albi vi erano date di fine ottocento, poi Tex si ritrova il figlio adolescente durante la guerra di secessione (per poi rinnegare tutto con “Tra due Bandiere”) e per finire ne “Il Giuramento” sul quotidiano nel quale Tex legge di Brennan e Teller è riportata, se ricordo bene, una data dei primi del novecento (tutte date poi eliminate nelle ristampe) ma poi è arrivato Boselli che con “Tex Willer” ha cercato di mettere ordine creando una vera e propria linea spazio-temporale, con la definizione dei periodi storici di riferimento, che collega episodi e personaggi all’interno dell’arco narrativo che va dal giovane Tex al Tex adulto.
G.L. Bonelli non ha lavorato su una linea spazio-tempo ben precisa e dopo il salto temporale successivo alla morte di Lilyth, con il quale, nel giro di un albo, ha fatto diventare il Kit bambino un adolescente, con il conseguente invecchiamento di Tex e Carson, ha cristallizzato o quasi il periodo temporale in cui si svolgono le storie del Ranger e l’unica vera continuity presente nelle sue storie è, probabilmente, solo quella relativa a Mefisto, personaggio che si è evoluto nel tempo e da giovane e maldestro prestigiatore è invecchiato ed è diventato il negromante che ben conosciamo nel corso di diversi anni trascorsi sia dal punto di vista del personaggio che di quello editoriale.
GL Bonelli, all’interno di questa continuity, quando ha ripreso il personaggio non ha modificato quanto raccontato in precedenza tranne quando lo ha riproposto dopo il finale della Gola della morte, dove Mefisto sembra essere morto, per farlo resuscitare nel “Drago rosso” apportando, di fatto, una modifica di ciò che aveva narrato precedentemente.
In effetti l’espediente di far credere che un personaggio sia morto per poi rivelare, a distanza di tempo, che in qualche modo è sopravvissuto è una soluzione narrativa molto utilizzata nei fumetti, soprattutto in quelli sui supereroi, ed è una retcon alterativa, che dice al lettore: “quello che hai visto o che pensi di avere visto, in realtà, non è mai accaduto” al contrario di quanto fatto, sempre da GL Bonelli, con “Il figlio di Mefisto” che riprende il finale di “Black Baron” e lo completa facendo vedere ciò che è successo nei sotterranei del castello di Baron Samedi dopo la sua demolizione, con una retcon che aggiunge ma non modifica niente della storia precedente.
Con Tra due bandiere, invece, GL Bonelli ha effettuato la più famosa e drastica delle retcon con la quale ha sconfessato la versione precedente presentandoci un Tex più giovane, che non ha ancora incontrato i suoi pards Kit Carson e Tiger Jack, non è ancora padre e partecipa alla guerra come esploratore dell'esercito unionista insieme al suo amico Damned Dick del quale, sino a quel momento, non se ne conosceva neanche l’esistenza.
Proprio per alcune di queste incongruenze, probabilmente, Boselli, come ho accennato all’inizio, sta cercando, soprattutto con “Tex Willer”, di mettere ordine creando una continuity con un arco temporale molto lungo e che coinvolge diversi personaggi, sia già esistenti che nuovi, facendo, prevalentemente, una retcon che, principalmente, non contrasta quanto precedentemente stabilito da GL Bonelli, ma "riempie" con dettagli mancanti o mai narrati in precedenza e cercando di aggiungere senza modificare.
Ecco secondo me Boselli ha provato a non fare retcon evidenti ma non sempre ci è riuscito (di sicuro lo ha fatto consapevolmente) come, per esempio con il Mefisto di “Pinkerton Lady” che ha più personalità e poteri rispetto allo Steve Dickart di “Fuorilegge” e, anche se ha cercato di porvi rimedio con la storia “Mefisto le origini del male”, rimane, sempre a mio avviso, una retcon alterativa perché da molti lettori (me compreso) tale retcon è stata interpretata come un cambiamento del personaggio e non come un’aggiunta di qualcosa di cui non si era a conoscenza e che sarebbe servita a completare il personaggio (come appunto l’incipit de “Il figlio di Mefisto").
Inoltre, una retcon recente ed alterativa di Boselli (della quale se ne è già parlato tanto nel topic “Sierra Nevada”) è proprio quella relativa all’incontro tra Padma e Mefisto con la quale Boselli ha dato una spiegazione a quella che riteneva, evidentemente a suo parere, un’incongruenza, cambiando, di fatto, quanto raccontato da GL Bonelli.
Io penso che dove c’è una continuity lunga molti anni, ed in Tex c’è, andando a ripescare vecchi episodi, pubblicati diversi anni prima, l’autore che riprende tali episodi (che può non essere sempre lo stesso) si ritrova, probabilmente, a dover fare una qualche retcon (che sia motivata da nuove esigenze narrative, dal dover correggere qualche incongruenza o per adattare un personaggio alle proprie esigenze o per attualizzare un contesto che può risultare superato a livello narrativo) che diventa, comunque, un’operazione delicata perché il lettore, soprattutto quello di vecchia data, che ricollega gli eventi delle storie attuali a quelli delle storie precedenti, può percepire negativamente il cambiamento rispetto alle storie originali e, di conseguenza, non riuscire ad apprezzarlo.