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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 09/11/2022 in Messaggi

  1. Nel topic dedicato a “Sierra Nevada” si è discusso tanto di retcon, soprattutto relativamente a Padma ed al suo primo incontro con Mefisto e, oltre ad aver trovato la discussione molto interessante, mi sono reso conto che se vengono effettuate delle retcon significa che su Tex esiste una sorta di continuity, alla quale, probabilmente, GL Bonelli non ha mai dato grande importanza, infatti in alcune vignette dei primi albi vi erano date di fine ottocento, poi Tex si ritrova il figlio adolescente durante la guerra di secessione (per poi rinnegare tutto con “Tra due Bandiere”) e per finire ne “Il Giuramento” sul quotidiano nel quale Tex legge di Brennan e Teller è riportata, se ricordo bene, una data dei primi del novecento (tutte date poi eliminate nelle ristampe) ma poi è arrivato Boselli che con “Tex Willer” ha cercato di mettere ordine creando una vera e propria linea spazio-temporale, con la definizione dei periodi storici di riferimento, che collega episodi e personaggi all’interno dell’arco narrativo che va dal giovane Tex al Tex adulto. G.L. Bonelli non ha lavorato su una linea spazio-tempo ben precisa e dopo il salto temporale successivo alla morte di Lilyth, con il quale, nel giro di un albo, ha fatto diventare il Kit bambino un adolescente, con il conseguente invecchiamento di Tex e Carson, ha cristallizzato o quasi il periodo temporale in cui si svolgono le storie del Ranger e l’unica vera continuity presente nelle sue storie è, probabilmente, solo quella relativa a Mefisto, personaggio che si è evoluto nel tempo e da giovane e maldestro prestigiatore è invecchiato ed è diventato il negromante che ben conosciamo nel corso di diversi anni trascorsi sia dal punto di vista del personaggio che di quello editoriale. GL Bonelli, all’interno di questa continuity, quando ha ripreso il personaggio non ha modificato quanto raccontato in precedenza tranne quando lo ha riproposto dopo il finale della Gola della morte, dove Mefisto sembra essere morto, per farlo resuscitare nel “Drago rosso” apportando, di fatto, una modifica di ciò che aveva narrato precedentemente. In effetti l’espediente di far credere che un personaggio sia morto per poi rivelare, a distanza di tempo, che in qualche modo è sopravvissuto è una soluzione narrativa molto utilizzata nei fumetti, soprattutto in quelli sui supereroi, ed è una retcon alterativa, che dice al lettore: “quello che hai visto o che pensi di avere visto, in realtà, non è mai accaduto” al contrario di quanto fatto, sempre da GL Bonelli, con “Il figlio di Mefisto” che riprende il finale di “Black Baron” e lo completa facendo vedere ciò che è successo nei sotterranei del castello di Baron Samedi dopo la sua demolizione, con una retcon che aggiunge ma non modifica niente della storia precedente. Con Tra due bandiere, invece, GL Bonelli ha effettuato la più famosa e drastica delle retcon con la quale ha sconfessato la versione precedente presentandoci un Tex più giovane, che non ha ancora incontrato i suoi pards Kit Carson e Tiger Jack, non è ancora padre e partecipa alla guerra come esploratore dell'esercito unionista insieme al suo amico Damned Dick del quale, sino a quel momento, non se ne conosceva neanche l’esistenza. Proprio per alcune di queste incongruenze, probabilmente, Boselli, come ho accennato all’inizio, sta cercando, soprattutto con “Tex Willer”, di mettere ordine creando una continuity con un arco temporale molto lungo e che coinvolge diversi personaggi, sia già esistenti che nuovi, facendo, prevalentemente, una retcon che, principalmente, non contrasta quanto precedentemente stabilito da GL Bonelli, ma "riempie" con dettagli mancanti o mai narrati in precedenza e cercando di aggiungere senza modificare. Ecco secondo me Boselli ha provato a non fare retcon evidenti ma non sempre ci è riuscito (di sicuro lo ha fatto consapevolmente) come, per esempio con il Mefisto di “Pinkerton Lady” che ha più personalità e poteri rispetto allo Steve Dickart di “Fuorilegge” e, anche se ha cercato di porvi rimedio con la storia “Mefisto le origini del male”, rimane, sempre a mio avviso, una retcon alterativa perché da molti lettori (me compreso) tale retcon è stata interpretata come un cambiamento del personaggio e non come un’aggiunta di qualcosa di cui non si era a conoscenza e che sarebbe servita a completare il personaggio (come appunto l’incipit de “Il figlio di Mefisto"). Inoltre, una retcon recente ed alterativa di Boselli (della quale se ne è già parlato tanto nel topic “Sierra Nevada”) è proprio quella relativa all’incontro tra Padma e Mefisto con la quale Boselli ha dato una spiegazione a quella che riteneva, evidentemente a suo parere, un’incongruenza, cambiando, di fatto, quanto raccontato da GL Bonelli. Io penso che dove c’è una continuity lunga molti anni, ed in Tex c’è, andando a ripescare vecchi episodi, pubblicati diversi anni prima, l’autore che riprende tali episodi (che può non essere sempre lo stesso) si ritrova, probabilmente, a dover fare una qualche retcon (che sia motivata da nuove esigenze narrative, dal dover correggere qualche incongruenza o per adattare un personaggio alle proprie esigenze o per attualizzare un contesto che può risultare superato a livello narrativo) che diventa, comunque, un’operazione delicata perché il lettore, soprattutto quello di vecchia data, che ricollega gli eventi delle storie attuali a quelli delle storie precedenti, può percepire negativamente il cambiamento rispetto alle storie originali e, di conseguenza, non riuscire ad apprezzarlo.
    1 point
  2. Ussignur! Ma ciofeche come La belva umana, Il veleno del cobra, Figlio del vento, Alaska, Il boss di Chicago me le ricordo solo io? Questo maxi ha un sacco di luoghi comuni texani, delle classiche scene nizziane che avete già citato più volte, però l'ho letto con gusto (a differenza dei balenotteri elencati sopra) non mi sono pentito dell'acquisto. La sceneggiatura scorre benissimo, non ci sono tempi morti, oltre agli origlioni e alle torte di mele ci sono anche diversi elementi originali e il finale mi ha fatto apprezzare anche di più questo maxi. E poi ci sono i disegni dell'immenso Giampo che sono una vera e propria gioia per gli occhi. Si è già detto della caratterizzazione dei comprimari e delle comparse, ma quello che mi piace ancora di più di questo disegnatore è la costruzione delle tavole, la sua abilità nella trasposizione della storia in disegni rendendo ogni scena interessante con cambi di inquadratura continui. Insomma, si è letto certamente di meglio ma I quattro vendicatori sono un maxi pregevolissimo.
    1 point
  3. Il primo albo scorre via che è un piacere, si parte con una scena drammatica d'impatto, si prosegue poi con il cercar di far tacere la verità ed infine con i pard che vengono informati mentre sono beati e tranquilli nel loro villaggio. La storia si arricchisce con due ottime protagoniste femminili e con delle belle scene d'azione con i nostri in piena forma, tanto che gli avversari di turno sono costretti a chiamare dei "professionisti" per cercare di avere la meglio. Passiamo quindi al secondo albo nel quale purtroppo scopriamo che questi killer"esperti" non sono tanto meglio dei fuorilegge locali. Purtroppo le due figure femminili vengono un po a meno. Buono il finale. I disegni di Acciarino, all'esordio sulla regolare se ho capito bene, mi sono piaciuti, particolare menzione per gli interni, mentre per le fisionomie mi hanno ricordato molto Seijas. Voto generale 7,5
    1 point
  4. Evvai, finalmente, dopo 7 mesi di agonia, una storia degna di Tex che ti fa venire voglia di avere tra le mani già l'albo successivo. Storia canadese urbana, pards in gran spolvero e disegni meravigliosi di Mastantuono! Evvai!
    1 point
  5. Nessuno ha parlato della splendida prova di Casertano. Ancora non ho letto la storia, ma ho guardato i disegni - il motivo principale per cui ho comprato questo Maxi - e non posso che essere ammirato dal talento e dalla professionalità di Casertano, che ha disegnato velocemente ben 330 pagine senza un minimo calo nella qualità, neanche nel finale, come invece spesso capita ad altri. Lui no, è perfetto dall'inizio alla fine. Sinceramente, prima del Texone pensavo che non fosse adatto a disegnare il genere western e invece piano piano sta diventando una colonna portante della serie. Anzi, non tanto piano, visto i suoi ritmi di lavoro. Quello che colpisce di più sono i visi, la loro espressività, i bellissimi primi e primissimi piani, la caratterizzazione che fa di tutti i personaggi, ognuno con una faccia molto diversa da quella degli altri. Spesso i disegnatori definiscono bene solo i personaggi principali e abbozzano quelli secondari, facendoli a volte somiglianti tra loro, magari con un po' di barba o baffi per distinguerli, o comunque senza dargli una personalità caratteristica. Casertano invece li differenzia tutti, ad ognuno dà un volto ben preciso, si sforza continuamente di contraddistinguere anche le comparse (gli avventori del saloon, per esempio), non solo come viso, espressione, tratti facciali, taglio dei capelli, ma anche come abbigliamento, con cappelli, abiti, calzoni molto diversi tra loro. Una galleria di volti e varia umanità. Il tutto in paesaggi e in un'atmosfera classicamente western. Forse l'ho già detto, ma dopo il Sud-Ovest sarebbe bello vederlo all'opera anche in una storia cittadina (Boston, New York, Chicago), dove potrebbe fare ancora meglio. In quanto alla storia, ancora non l'ho iniziata, ma ho già notato diverse scene attorno a tavole imbandite...
    1 point
  6. So di espormi a critiche da parte di chi è meno sprovveduto di me in fatto di artisti, però una storia canadese disegnata da Torti in versione Ticci l'avrei preferita. Come ha detto anche qualcun altro, Mastantuono è un grande disegnatore e su Magico Vento esprimeva tutto quanto di bello si può dire. Su Tex, invece, ho visto di meglio, soprattutto se si parla di storie ambientate a Nord.
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