Non ho letto questo thread prima di leggere l'albo per evitare spoiler. Ma giuro che mentre lo leggevo, mi hanno dato fastidio alcune delle stesse frasi ridondanti che cita Poe, e già pensavo di parlarne commentando l'albo!
Ma partiamo dal principio: torna Borden, e torna pure il Western. Non sto facendo il confronto con la storia precedente di Rauch (che ormai, con la sovrapproduzione attuale, un Tex Willer di un mese fa vuol dire tanti di quegli albi fa che a malapena lo ricordo) quando al Tex più recente che ho letto, il ritorno di Wolfman di Ruju, e in quell'occasione avevo detto che Ruju, come Nizzi e come quasi tutti gli autori Bonelli attuali, ha un impostazione "gialla" e un west che somiglia a "quella casa nella prateria"
Avendo ancora in mente quella storia (e il mio commento) mi sono chiesto in cosa consista il fatto che invece questa storia di Boselli è invece un western. È una di quelle cose che riconosci anche se fai fatica a spiegarle a parole, ma ci provo. In gran parte è l'ambientazione: le ultime storie di Ruju erano spesso gialli o slasher movies (anche il Mostro del Lago Salato era la stessa roba, il mostro che arriva e ammazza tutti quanti scena dopo scena, idem il Pistolero Vudù). Ma uno slasher movie ha senso se le vittime sono un gruppo di studenti imbranati o scemi in vacanza, o gente "come noi" chi si fanno macellare incapaci di opporre resistenza. Come se arrivasse un mostro nella Casa nella Prateria.
Il Western invece è un genere per tipi duri. Solo in queste 62 pagine Boselli presenta un campionario di tipi tosti, fra indiani e comancheros, che ti immagini Wolfman che si presenta e un minuto dopo scappa via piangendo in mutande come il killer in "lo chiamavano Trinità". Altro che "vittime indifese". Non ci sono assassini misteriosi da scovare, sono TUTTI assassini (nel senso che tutti hanno già ucciso qualcuno, per le più svariate ragioni), tranne probabilmente il bambino, ma non lo nascondono mica, anzi è motivo di vanto e di orgoglio l'avere ucciso tanti nemici.
Non è ovviamente solo quello, non è che se ambienti una storia in un carcere fra assassini diventa un western, è un insieme di tante cose, ho citato la differenza che salta all'occhio con gli slasher movie e le ultime di Ruju, con altri generi (o anche sempre con gli slasher) potrei citare differenze diverse. Si fa prima a imparare a vedere la differenza che a spiegarla. Ma si vede, eccome.
E quando la vedi ti rendi conto di quanto davvero siano diventati rarissimi gli autori Western: e mica solo nel fumetto! Pensateci un attimo: ancora oggi in TV i western hanno un sacco di pubblico. Quelli che non vanno sono i western MODERNI (e fatti male, quando li fanno bene incassano anche quelli moderni). C'è stato sicuramente un "effetto rigetto" negli anni 70-80 dopo decenni in cui sono stati fatti centinaia di western ogni anno, in maggior parte di pessima fattura, e il pubblico è calato. Ma oggi? Oggi non c'è più il rigetto da sovrapproduzione, anzi sono rari e solo il fatto che si faccia un western genera interesse. C'è il problema del fatto che senza più la "catena produttiva" di una volta (che generava stuntman e cavalli addestrati, location ricorrenti, etc) farli è più costoso e difficile, e oggi con la Computer Grafica è più economico ambientare un film su Marte o su Tatooine che non in un set western. Ma allora bisogna chiederci perchè quella catena produttiva non esiste più, e altri generi con location più costose vanno ancora.
Credo che la crisi del western sia un caso abbastanza unico oggi, perchè non è data tanto dal disinteresse del pubblico, quando dalla generale incapacità di farli. Cioè di scriverli. Gli autori "moderni" non sono proprio più capaci. E si vede benissimo da tante cose. Come se ci fosse qualcosa nei western che si è persa completamente nei nuovi autori.
Pensate, per fare un altro esempio, a Deadwood Dick. Si parte da tre racconti dallo stesso autore, Lansdale, uno dei pochi che i western li sa ancora scrivere. Tre autori Bonelli devono "solo" sceneggiarli a fumetti. E il risultato per me è davvero "western" solo con quello sceneggiato da Boselli (Colombo ha preso praticamente solo la parte genericamente "pulp", poteva ambientarlo anche a Roma contro la banda della Magliana negli anni 70, e quello di Masiero è un miscuglio di cose woke con humor scatologico e brani di Lansdale)
Se ci pensate, è il problema principale di Tex attualmente, almeno secondo me: la sovrapproduzione a portato alcuno autori per me totalmente non adatti su Tex, ma sono ancora pochissimi, in gran parte il livello dei disegni è ancora ottimo. Sono le storie il problema.
(poi vabbè, magari sono l'unico a cui frega qualcosa, sotto Nizzi per anni e anni tutte le storie erano su Tex e Carson che "investigavano su delitti" con tecniche alla Nick Raider (compreso l'abuso di "soffia") e pare che piacesse a tutti lo stesso...)
Ma a parte queste disquisizioni sull'atmosfera e sul genere, come mi è parsa la storia? Beh, per adesso è presto per un giudizio complessivo, ma finora la storia fila e appassiona, i personaggi sono tutti ben caratterizzati, e Gomez si conferma abilissimo (anche se un po' forse "strafà", andando davvero a dettagliare tutto, sarà che sono abituato a leggerlo su Dago dove doveva andare molto più di corsa, ma con meno dettagli i suoi disegni mi parevano più "ariosi". E poi se con meno dettagli riuscisse a fare ancora più pagine noi lettori ne avremmo solo da guadagnarci...)
Tutto bene allora? Quasi. Ci sono le frasi e dialoghi "esplicativi" citati da Poe che ormai sono un po' una brutta abitudine di Borsden (bisognerebbe dirgli come con le sigarette, "nuoce gravemente alla sintesi", "Just Say No!")
Inizia a pagina 13 quando c'è un pesante "dialogo esplicativo" in cui i due fanno il riassunto di una storia risalentre a TRE NUMERI FA, mica centocinquanta, e per cui quindi non c'è nessun bisogno di "rinfrescare la memoria" (un nuovo lettore confuso può semplicemente comprarsi l'albo arretrato nella stessa edicola, se non ce l'hanno glielo trovano in pochissimo tempo... ma il fatto è che oltretutto NON SERVE A NIENTE, la storia sarebbe perfettamente comprensibile anche senza, a che serve sapere i dettagli della morte di Querquer?)
idem per il successivo "spiegone per lettori non capenti"... ma davvero Tex deve spiegare perchè non si è portato dietro il cavallo MENTRE STRISCIAVA DI NASCOSTO FRA GLI ARBUSTI? Ci sono lettori che davvero si chiedevano "ma perchè a strisciare sui gomiti vicino a lui non c'è Dinamite"?
Sono momenti "wtf" in cui, anche se la storia è appassionante, ti stacchi per forza dall'immersione nelle vicende raccontare e ti scappa da ridere...
P.S.: ma solo a me Gomez così dettagliato ricorda un sacco Barry Windsor-Smith?