Per la prima volta sulla regolare si proposero due storie consecutive scritte da Faraci. Di certo, visto l'andazzo assunto dall'autore in quel periodo, c'era poco da stare allegri ma tutto sommato, col senno di poi, gli esiti furono decenti. Sinceramente nessuna delle due prove fu trascendentale, ma reputo che in entrambi i casi la sufficienza fu raggiunta. La storia in questione presenta quanto meno un soggetto un tantino più articolato rispetto alla media faraciana; molto classico e poco originale ma almeno più strutturato rispetto ad altri proposte esili come grissini. Lo sceneggiatore, ricordando molto Nizzi, cerca di far presa su buoni dialoghi e alcuni siparietti simpatici fra i due pards ma incappa stavolta, rispetto alla precedente, in alcuni errori già commessi in passato. L'uso sistematico del flashback alla lunga stanca, così come la presenza di alcune scene evitabili, come quella dei lupi nella foresta che serve solo a far incontrare ai nostri il boscaiolo che permetterà loro di scoprire la scorciatoia utile a rintracciare il giovane Matt Spencer, rompono un po' il ritmo della lettura. Tuttavia la storia va avanti senza grandi pecche e mostra una discreta leggibilità, a tal punto che avrebbe meritato un voto più alto, se un finale poco convincente, con snodi labili, non incidesse a sminuirla lievemente. Anche il sottoscritto si unisce al coro di coloro che reputano troppo fiacca la resa dell'infido sergente Duncan: fino a quel punto l'ufficiale corrotto ci viene presentato come un duro, vero villain dell'episodio visto che anche il maggiore incapace pende dalle sue labbra. Nell'epilogo, conscio di essere destinato alla forca, sembra strano che accetti così passivamente la resa. Tutta la scena con Tex che risolve la faccenda, facendo leva sulla sua personalità, è un'arma a doppio taglio, difatti ci sta che il ranger abbia un forte ascendente sui soldati ma l'epilogo sembra alquanto semplificato. Poco delineati e molto ingenui pure i due pezzi grossi che, volendo partecipare di persona alla spedizione militare (non si sa bene poi perché!) riescono a mettersi fuori gioco da soli con una banalità di azione disarmante. Un finale che, sebbene diverso dalla solita mega sparatoria finale a cui Faraci ci ha abituati, andava strutturato meglio a mio avviso e incide ad abbassare un po' la valutazione finale. I disegni furono affidati al debuttante Nespolino e l'artista campano se la cavò alla grande, fornendo una prova impeccabile, dalla pulizia di tratto notevole e molto valida anche sotto l'aspetto della caratterizzazione dei personaggi. Un disegnatore che mi convince appieno e che di certo avrebbe potuto affinare anche una maggior personalità grafica, peccato però che da allora è stato destinato ad altre collane e l'episodio in oggetto è finora un "pezzo unico" sulla serie regolare. Spero tuttavia che possa in futuro tornare a prestare i suoi pennelli per l'universo di Aquila della Notte. Il mio voto finale è 6