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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 13/02/2024 in tutte le sezioni

  1. Concordo con @Diablero e, a proposito di copertine, aggiungo un dettaglio tangenziale: l'altro giorno confrontavo le copertine originali del Comandante Mark nella Collana Araldo a quelle con i disegni ritoccati e la grafica cambiata nella ristampa Tutto Mark. Dopo aver provato a trovarci un senso, sono giunto alla conclusione che si tratti semplicemente di genuino gusto per lo sbagliato, per l'orrendo.
    1 point
  2. io le storie del primo periodo di Tex le leggo ancora oggi con molto piacere, e non solo per "nostalgia" o perché le ho lette da bambino: per me sono ancora oggi ottime storie avventurose, e le cosiddette "ingenuità" (che ingenuità non sono: sono elementi tipici delle storie avventurose dell'epoca. Ma io leggo abitualmente anche fumetti degli anni 30 o 40 e considero più "ingenuo" il lettore che si aspetta di trovarci roba scritta con lo stile attuale) non fanno che aumentarne il fascino. Sul capitolo "disegni", ci sarebbe un discorso lunghissimo da fare, e un thread su "Chinatown" probabilmente non è il posto giusto. Ma, in breve, se Galep aveva un segno più "asciutto" e sintetico, non era per colpa di Occhio Cupo. Galep disegnò solo 6 albi di Occhio Cupo, che era un quindicinale, quindi lo disegnò per tre mesi. L'ultimo numero disegnato da Galep uscì (fonte Wikipedia, io ho le anastatiche ma non vado adesso a tirarle fuori per controllare) alla fine di dicembre del 1948, in concomitanza con la quattordicesima striscia di Tex. In pratica quindi Galep dovette dividersi fra Tex e Occhio Cupo solo nelle storie ristampate ne "La Mano Rossa", e successivamente poté dedicarsi completamente a Tex. Quel disegno essenziale era dovuto invece a due diversi aspetti: uno era la necessità di produrre 32 strisce alla settimana (sarebbero 46 tavole di Tex attuali al mese, e comunque l'equivalenza non è esatta perché all'epoca la striscia era la pagina, e conteneva in genere più vignette che non oggi, diciamo che siamo più sulle 50 pagine al mese...), e a certi ritmi non ti metti a disegnare tutte le bottiglie sui ripiani di un Saloon. Ma l'altro aspetto, almeno per me, è che all'epoca i fumetti si facevano con un migliore equilibrio di testi e disegni. Oggi i disegnatori aggiungono un sacco di dettagli e dettaglietti che fanno "figo" ma che rendono le tavole molto più pesanti da leggere e distolgono l'attenzione dal centro dell'azione. Questo a sua volta porta i lettori ad essere abituati ad avere tavole sovrabbondanti di dettagli inutili, e a pretenderli (e poi magari si lamentano che la storia è pesante da leggere e danno la colpa allo sceneggiatore...), e , come in un serpente che si morde la coda, questo porta i disegnatori ad aumentare ancora i dettagli, come in una gara a chi è più barocco, e quindi... più lento (non è un caso che oggi la produzione di tavole media sia un quarto di quella dell'epoca e che servano decine di disegnatori...). Alla fine hai l'effetto "strano" e schizofrenico dell'avere disegni più "belli" esteticamente... ma fumetti più lenti, difficili da leggere, realizzati dunque peggio. (Il problema è che i fumetti non sono dei quadri, e il disegno deve saper raccontare: che narratore sarebbe uno che quando ti racconta Cappuccetto Rosso ti descrive per filo e per segno ogni mobile in casa della nonna?) Per tornare a Chinatown, e non rendere tutto questo post off-topic, quando un lettore "moderno" vede queste tavole ha spesso due reazioni contrapposte (o almeno, queste sono le reazioni che vedo spesso): da una parte vedono tavole che non corrispondono ai canoni estetici che gli hanno insegnato essere "quelli giusti": le tavole gli sembrano essere "vuote" (in realtà sono più ariose), ci sono meno dettagli sullo sfondo, anzi a volte non c'è proprio lo sfondo (lo storytelling è migliore, la telecamera è più centrata sulle cose importanti, l'occhio può seguire il corso dell'azione più fluidamente senza essere distratto da infiniti dettaglietti inutili), le anatomie non sono ultracorrette (il disegno è più efficace nel mostrare l'azione e la psicologia dei personaggi), ma dall'altra... la lettura è più piacevole! Da qui per me certi commenti sul fatto che queste storie "ingenue" piacciono ancora, magari giustificati per il fatto che si sono lette da bambino... è vero che da bambini siamo più sinceri nei nostri giudizi, se una cosa ci piace ci piace e se non ci piace non ci piace,, senza la necessità di farci piacere per forza qualcosa per adeguarci ai canoni correnti. E proprio per questo, nel giudicare queste storie, quei bambini avevano visto giusto: sono storie fatte bene, anzi, benissimo, e il disegno è straordinariamente efficace nel raccontare l'azione. Letteri era un signor disegnatore all'epoca, prima del suo inevitabile declino con l'età, e il fatto che non riempisse le pagine di dettagli ne è una dimostrazione.
    1 point
  3. Letto il terzo e ultimo albo di una bella ricostruzione storica, che impegna Tex in due momenti diversi della sua vita. E mi sono subito fatta una risata di cuore grazie a Kit e zio Kit! Ma è l' unico momento che Kit concede alla gioventù, poi è efficace e maturo nei comportamenti e nel contrapporsi al colonnello. Ottima storia inserita nella storia reale di Ranald Mackenzie. E non solo lui, ma tutti i suoi uomini ci piacciono, dagli ufficiali alla truppa. La conclusione della storia con capovolgimenti di fronte e ben 5 parti in causa (comancheros, kiowa, rurales, "scorridori" e Tex con navajos al seguito) è una giostra da seguire con massima attenzione. E questa giostra ha 2 giostrai d' eccezione : Tex e il colonnello! E poi un Tex sopra le righe in tutte e 3 le parti della storia : nella Lost Valley ( una storia nella storia), nella parte dedicata alla morte e al funerale di Lone Wolf ( quella vignetta silenziosa in cui Tex con la sua sigaretta, mentre tutti dormono, veglia la veglia di Dayte nella Montagna sacra mi ha messo i brividi) e nella parte finale dello sconfinamento in Messico (sia le parole spazientite rivolte a Gomda, sia quelle piene di pazienza e lucidità mentre il figlio è in ostaggio) e del rientro senza sparare né contro i rurales, né contro i soldati. Posso dire che è un bel film western! VOTO: OTTIMO DISEGNI. buona prova di Biglia, sia in esterni che in interni, sulle fisionomie dei nostri, Tex e Kit in particolare, un po' di variazioni. VOTO: BUONO PERSONAGGIO : Ranald Mackenzie ovviamente!
    1 point
  4. Non è una prorogativa unicamente di Sergio Bonelli e di Tex, comunque. Il "correggere" o addirittura censurare le vecchie storie perchè non più in linea con la sensibilità attuale è stato fatto anche da Berardi con Ken Parker, dalla Disney con Paperino, da George Lucas con Guerre Stellari, da Spielberg con E.T. ecc. ecc. E' un vizio vecchio come il mondo.
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