Buona storia, ma ben lungi dal poter essere definita eccezionale. Nizzi imbastisce una trama fatta di intrighi e cospirazioni mescolati ad elementi più puramente western, come la location e le sparatorie di rito, che nel complesso funziona abbastanza bene, ma a mio avviso risente di un paio di forzature di sceneggiatura che non fanno fare una gran figura a Tex e Carson, che si ritrovano per puro caso costretti a lottare per impedire un attentato alla vita del presidente degli Stati Uniti, in viaggio elettorale a Santa Fe.
La mia prima perplessità si solleva già nelle prime pagine, allorquando i due pards ingaggiano battaglia con tale Kelly Wales e la sua banda, freschi di assassinio di due agenti Pinkerton. I banditi, persi due uomini, decidono di telare, e se la decisione di Tex e Carson di non gettarsi subito sulle loro tracce ci può stare (meglio, oggettivamente, verificare la possibilità di raccogliere indizi sul posto), assai meno logica la decisione dei due di attraversare un ponte pur prevedendo la possibilità che i banditi possano essersi appostati nei pressi per farli secchi; la qual cosa puntualmente si verifica, e i Nostri se la cavano solo grazie alla loro esperienza e ad un pizzico di buona sorte, col solo Wales che riesce a sfuggire alle loro colt. Pericolo scampato, i due giungono a Santa Fe dove, poco per volta, iniziano ad apprendere i contorni dell'attentato, o almeno così credono, poiché gli organizzatori materiali - Barry Wallace ed Ernie Kennan, che invero non sono valorizzati più di tanto - non li perdono mai d'occhio e pensano bene di spedirli su una falsa pista, facendo loro ritrovare Kelly Wales fresco cadavere e con in tasca una mappa della zona con falsi indizi dentro una capanna da poco darà alle fiamme. E da qui sorge la mia seconda perplessità: Carson fa subito notare a Tex l'anomalia del fuoco evidentemente acceso da poco e, di conseguenza, dell'alta probabilità che l'assassino sia ancora nelle vicinanze, ma Tex di fatto glissa e trascura di provare ad acciuffare il killer (Wallace, che in effetti resta nei pressi a spiare le loro mosse). Altro elemento della scena secondo me un po' forzato risiede nella mappa collocata nella tasca del defunto Wales: difficile che un tizio andasse a spasso dentro una baracca con una mappa in tasca, per cui strano per non dire assurdo che, già in quel frangente, Tex e Carson non sospettino che possa essere un depistaggio (come in effetti è).
Difatti, il vero attentato è destinato ad avvenire nella main street di Santa Fe, ad opera di un insospettabile killer (per quanto, la copertina di Una pallottola per il presidente è di per sé piuttosto rivelatrice), e solo grazie ad una confidenza di Ely Parker Tex e Carson - nel complesso abbastanza simbiotici e paritetici, nel bene e nel male - scoprono che a sparare al presidente debba essere un ex ufficiale dell'esercito "non vedente" (in realtà, ovviamente, un impostore che aveva prima provveduto ad eliminare il vero capitano Grady, effettivamente non vedente). Il resto della storia è pura accademia, con i due pards che dapprima neutralizzano il killer appena in tempo e poi, con l'aiuto del servizio di sicurezza e del cronista Martin London, smascherano Wallace e Kennan, tramite i quali risalgono ai mandanti comodamente in attesa in quel di Washington (uno dei quali preferisce il suicidio all'arresto), e sulla vicenda cala il sipario.
Tale storia, come già detto buona ma non eccezionale, risulta comunque valorizzata anche dagli ottimi disegni di Civitelli, come di consueto un perfetto mix di essenzialità ed accuratezza.