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  1. Su, ragazzi, state buoni. Non cominciamo il nuovo anno con un ban. Facciamo invece così, bastano poche righe di codice. Quando viene proposto un commento, si scorrono tutti i caratteri alla ricerca di una stringa e, nel caso incui venga trovata, il commento non viene scritto (senza alcuna segnalazione). La stringa naturalmente è comixarchive. In questo modo si ottengono due risultati: - si impedisce all'utente bannato di iscriversi con un altro ID e continuare a rompere i marroni - si inganna l'utente costringendolo a riscrivere il commento spaccamarroni inculcandogli la convinzione che il commento non sia andato a buon fine per un errore di rete. È vero che un utente intelligente non ripropone lo stesso commento trenta volte chiedendosi "ma perché non lo prende? Un utente intelligente. Auguroni
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  2. Perché @Indian Springs non è ancora stato bannato? Ogni suo post ha il solo scopo di rifilarci un link a comixarchive.
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  3. Letta oggi questa prima parte senza particolari aspettative, posso dire che non mi è dispiaciuta. Attenzione, trama vista e rivista decine di volte e qualche allungamento di brodo, però secondo me decisamente migliore rispetto alla collera di Falco Giallo. Non che ci volesse molto... Il soldato fuggiasco che da il titolo alla vicenda per ora non ci viene mostrato a parte che nel flashback inziale, vedremo se avrà un ruolo attivo nella vicenda. A sensazione Comunque se la seconda parte si mantenesse su questo livello sarei moderatamente soddisfatto, considerato poi che trattasi dell'ultima "fatica" Nizziana sulla regolare. I disegni di Bruzzo mi sono globalmente piaciuti.
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  4. In effetti, se voglio storie d'amore guardo Candy Candy o le telenovelas, che almeno sono coerenti: lì non fanno stragi e sparatorie e ti danno quello che ti aspetti. Io non li guardo, ma il concetto è questo. Ora, se ti guardi una storia western, cosa pretendi di vedere? Maison Ikkoku? Orange Road? Bacini e tormenti d'amore? Ti aspetti di vedere sparatorie e cazzotti, diamine, mica quella roba! Gianluigi Bonelli diceva chiaramente - e aveva ragione - che i lettori di Tex NON VOGLIONO quella roba. Poi ci saranno le eccezioni, ma se Tex ha avuto successo per tanto tempo è perché il Gianluigi ci vedeva chiaro...
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  5. Di questa storia è stato appena pubblicato il cartonato a colori, come fosse un classico da omaggiare, mentre invece è una fra le tante storie mediocri del periodo peggiore di Nizzi (la fascia 500). A parte la ovvia considerazione che c'erano decine di avventure migliori di questa da rieditare, stupisce che venga riproposta una delle più anti-texiane, in cui il nostro ranger non sembra nemmeno lui tanto è inerte, capace solo di assistere impotente prima alla tragica fine di una famiglia apache e poi alla fucilazione di Santos (che giustamente si è vendicato dell'uomo che ha ucciso i suoi genitori), in una delle peggiori pagine della serie. Per tutti e due gli albi Tex non ne fa una giusta, si fida degli ufficiali quando non dovrebbe, sbaglia spesso (e lo ammette lui stesso), non prova nemmeno ad aiutare Natay al momento della sua morte inseguito tra le rocce, sbaglia a valutare molte situazioni e così via. E' soprattutto un Tex incapace di assicurare il vero colpevole (il maggiore Leland ) alla giustizia, lasciandolo libero per vent'anni e, visto che la storia avviene quasi tutta in un lungo (e prolisso e ridondante) flash-back, il fatto risalta maggiormente: in tutti quegli anni Tex non ha fatto nulla per arrestare un uomo che sapeva essere un criminale assassino di indiani, costringendo così Santos a farsi giustizia da solo. Sembra persino impossibile che lo sceneggiatore di questa storia sciatta, di una drammaticità un po' fasulla, sia lo stesso che ha scritto "Furia rossa". Voto: 4 P.S. nel cartonato c'è anche l'errore di mostrare in copertina un Tex brizzolato, mentre la scena riproposta è ambientata nella giovinezza di Tex (visto che la storia è in flash-back), nel periodo successivo alla morte di Lilyth. A meno che quella sui capelli non sia neve!
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  6. Sensazione sgradevole di un bellissimo soggetto sciupato da una sceneggiatura così così. In effetti, la carne al fuoco c'è : la città inospitale, la corruzione, gli intrighi , i traffici, un indiano che ha rinnegato il suo mondo preferendo il marcio dei bianchi, i sogni indipendentisti del popolo corso. Come è stata cucinata? In modo affrettato, lasciando delle parti crude. Pierre Touissant, agente segreto di colore modellato su Denzel Washington, è il deus ex machina: i pards, in tre pagine, passano dal non sapere niente a sapere tutto: anzi, troppo. Cosè, una vicenda che poteva essere ariosa si sgonfia in fretta: un peccato, perchè gli autori sono stati abilissimi a creare una certa atmosfera di una Boston inospitale, la cui sporcizia si cela sotto il candore della neve; Civitelli perfetto per l' ambientazione. Sarei curioso di sapere se tutti i vari locali citati ( 'Cockfight Arena' , 'Perroquet', 'Le Crab D'Or', etc. ) siano, o fossero, posti realmente esistenti a Boston. Soggetto: 8,5Sceneggiatura: 5,5Disegni : 9,5
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