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Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [Color Tex N. 02] I Banditi Delle Nebbie

    Concordo in pieno, soprattutto perchè ho letto il Dyd Color: quello è un vero spettacolo per gli occhi, "loro" hanno gli acquarelli, noi i pastelli: un abisso incolmabile. Ma che siamo, noi di Tex, figli di un Dio minore?
  2. Storia non memorabile ma buona. Soggetto lineare ma ben sceneggiato, ci regala la buona figura dello sceriffo ubriacone che raddrizza la schiena dopo la cura di Tex. Piacevole lettura estiva, senza infamia e senza lode. Anche a me è venuta in mente La Mano Rossa per via della lista e per il piglio di vendicatore di Tex.
  3. Ho pensato anch'io la stessa cosa, Carson. In effetti, la trama non mi convince appieno e trovo alcuni punti forzati. Ma al di l' del soggetto, che obiettivamente non è granch?, la forza di questa storia sta nella sceneggiatura, che per larghi tratti è addirittura portentosa. Io amo questa storia, la leggerei e rileggerei sempre, e non tanto, come detto, per il soggetto, lacunoso e scarno, quanto per la splendida forma di Boselli nel costruire dialoghi e situazioni bellissime. Cito di seguito le tre più belle: 1) Tex che, con un linguaggio molto GLBonelliano, ridicolizza Indigo Jones e i suoi. Indigo gli regala un cavallo e lo assume al ranch, a patto che se ne vada in fretta, e Tex replica che "forse quel posto non mi interessa poi tanto, Indigo..." e da qui parte una scena da ovazione, con un grande Tex che con decisione e sicurezza sgomina con le sole parole (e una piccola dimostrazione di come si estraggano le pistole ) i bulli che importunano la bella Rose. 2) Il confronto tra Tex e Brackett, due uomini decisi con un proprio modo, schietto, di vedere le cose e di vivere la vita. Brackett, da pioniere che si è fatto da sè, è incline alla prepotenza e a soverchiare i diritti altrui sulla base della sola forza, ma non è realmente un uomo malvagio: ritiene solo che la legge del West sia quella del più forte, e lui vuole e sa farsi rispettare. Le parole di questo tenore che Brackett rivolge a Tex fanno capire in maniera efficace la psicologia spiccia di questo personaggio, e nonostante Tex replichi che gli uomini come lui da risorsa della frontiera diventano poi un pericolo, non si riesce a disistimare il vecchio Brackett. Segno che Boselli ha ben tratteggiato le sfumature di questo personaggio, facendo pervenire al lettore la sensazione di trovarsi di fronte a un personaggio sfaccettato ma non da stigmatizzare. 3) L'attacco di Indigo all'ufficio dello Sceriffo: qui Boselli dimostra ancora una volta quale mostro di bravura egli sia. Indigo grida allo Sceriffo di uscire fuori, e poi urla queste parole: Cittadini di Faust. Parlo a voi, bottegai, a voi, mezze calzette, a voi che avete avuto la disgraziata idea di assumere un uomo di legge al vostro servizio! Vi conosciamo tutti, uno per uno... ma queste parole sono accompagnate dai volti terrorizzati degli abitanti di Faust che, rinchiusi nelle loro case, protetti dalle mura delle loro abitazioni, ascoltano senza reagire manifestando la loro comprensibile, umana e al contempo ignobile, vigliaccheria. Subito dopo è lo Sceriffo Nat a replicare: Cittadini di Faust. Dite forte che non lascerete commettere un delitto e queste sue parole sono seguite dallo stesso, pavido, terrorizzato, colpevole, silenzio, e lo Sceriffo, di fronte alla prova tangibile della sua solitudine in quel mondo di vigliacchi, abbassa il capo sconfitto... Piccole grandi scene capolavoro.
  4. Leo

    [558/559] Evasione!

    Ho riletto questa storia che ricordavo essermi piaciuta ed in effetti confermo quanto pensato allora: Tito Faraci ha esordito in modo OTTIMO su Tex, regalandoci una storia ricca d'azione e di suspance per la sorte del Vecchio Cammello. Concordo con quanto detto nei precedenti post su Carson, che, sia pure relegato nel ruolo di "pretesto" della storia, si batte come un leone ed è anzi abilissimo nel liberarsi dai due tagliagole che lo sorvegliavano, anche se in ultimo non ce l'avrebbe fatta senza il provvidenziale intervento di Tex. Apprezzabilissima anche la figura "zekecolteriana" di Jason, il cui intervento è in fin dei conti abbastanza decisivo anche per la perfetta conoscenza del canyon in cui i banditi hanno predisposto la trappola per Tex. La scena in cui parla con il cane, per quanto classica, è molto gustosa e contribuisce a caratterizzare in maniera più incisiva questa figura secondaria ma ben riuscita. La storia continua a divertire fino alla fine, ed il lettore davvero non si immagina come farà Tex a trarsi d'impaccio. E mentre è estasiato (parlo per me) da un Carson in gran forma a cui per poco non riesce l'impossibile impresa di liberarsi da solo e con le mani legate, ecco che dall'altra parte Tex estrae dal cappello un trucco sorprendente quanto azzeccato che gli consente di avere ragione, come al solito, del nemico. Piccolo OTIl Carson di questa storia è a due facce: si fa imprigionare (anche se per colmo di sfortuna) ma è un leone, d'astuzia, di forza e di coraggio. Resta però pur sempre un pretesto, per una storia in cui Tex è il solo protagonista. Nell'altra gran bella storia faraciana, Lo Sceriffo Indiano (sua miglior prova insieme a questa Evasione), vediamo ancora un grande Tex calato in un'ottima avventura, ma sempre in solitaria. Sotto Scorta idem e adesso, sembra, anche la futura "Braccato". Come ho detto in altri post, ciò mi dispiace. Faraci mi piace (per ora anche più di Ruju, nei confronti del quale nutro comunque grande fiducia perchè ricordo come sia stato proprio lui a tenere alta la media delle storie di Dyd, dopo che Sclavi e Chiaverotti avevano un p? mollato la presa), e mi piace molto (Evasione, Lo Sceriffo Indiano e Sotto Scorta le considero davvero belle storie, dallo standard alto che sempre mi aspetto da una nuova avventura di Tex), ma questo accantonamento di Carson non riesco a digerirlo. Per me, anche se il fumetto si chiama Tex, i protagonisti sono entrambi i pards, e non è un mistero che Carson sia amato alla pari di Tex da tutti gli appassionati di questo fumetto. Faraci mi piace, non vorrei perderlo e credo che Tex abbia bisogno del suo talento e del suo apporto, perchè di bravi sceneggiatori ce n'? sempre bisogno, e il pur immenso Borden non può certo continuare da solo (io spero sempre in Manfredi...). Ma, Faraci, su Carson a mio parere deve cambiare registro, e finalmente sdoganarlo anche nelle sue storie. Non è possibile che la parte più bella riservata a Carson sia stata proprio quella di questa storia in cui il Vecchio Cammello passa la maggior parte del tempo impacchettato su un costolone di roccia...
  5. Leo

    [478/479] La Miniera Del Fantasma

    Storia di grande bellezza. l'ho riletta oggi in spiaggia e, nonostante avessi davanti a me il rasserenante paesaggio della costa salentina e potessi ammirare le grazie femminili fluttuanti sul bagnasciuga, io (pezzo di asino che sono) mi inquietavo di fronte ai tremendamente suggestivi monti Superstizione. E un'ovazione a Ortiz, per quei paesaggi mozzafiati, così vivi e palpabili che davvero i loro toni cupi hanno preso il sopravvento sull'azzurro immenso del mare che avevo di fronte. I personaggi, come tutte le volte in cui Boselli è ispirato e sforna capolavori, sono di quelli che restano impressi: Kurt e Jacob, in primis, così diversi tra di loro ma perfettamente complementari (duro come il ghiaccio il primo, più umano e pavido il secondo), il piccolo Andres e sua madre Maria, e poi gli straordinari, bellissimi guardiani delle Montagne Maledette, irriducibili apaches asceti votati alla causa della difesa del Sacro. La loro ammirazione per Gothlay riabilita questo personaggio, resosi colpevole, in giovent?, di un delitto odioso che ha continuato a tormentarlo per tutta la vita, facendogli pagare a caro prezzo la ricchezza conquistata con la violenza. Proprio Kurt-Gothlay è il personaggio più interesssante della storia, misantropo, tormentato, misterioso, omicida ma infine redento da un'esistenza dedicata alla sua famiglia indiana e al rispetto per il popolo apache. L'uncia nota stonata la vedo quando Tex, ferito, tenta da solo di recuperare dai banditi l'acqua e i cavalli: ma in quel caso non si poteva lasciare quel lavoro a Carson, che non era ferito? Boselli ritaglia per il Vecchio Cammello sempre grandi parti, all'altezza della fama del vecchio ranger, ma alle volte cade in quel "peccato" più frequente in Nizzi, che spesso e volentieri relegava Carson ad un ruolo subalterno a vantaggio della troppo "balia" Tex. Disegni di Ortiz, come detto, straordinari: l'Ago del Diavolo, i paesaggi delle Montagne, i personaggi sporchi e cattivi, sono quanto di meglio si sia visto in Tex. Straordinari.
  6. Leo

    [563/564] Spedizione In Messico

    Ad un buon primo albo segue un secondo che purtroppo ho trovato molto deludente. Deja vu nelle motivazioni degli avversari (solite miniere dei monti Navajos, solita agenzia indiana da carpire, solita guerra indiana da scatenare), deja vu nell'ufficiale corrotto (peraltro, si capisce subito che Masters ha qualcosa da nascondere: sembra il cattivo dei cartoni animati in cui individui subito l'animo malvagio), incredibili doti divinatorie di Tex e Carson nel fiutare i pericoli. Non sono (solo) questi elementi a non piacermi (perchè in fin dei conti ricorrono spesso nelle storie) ma tutta la conduzione della vicenda del secondo albo, che perde presto mordente e si avvia verso un epilogo scontato. Tocco di Borden, stavolta, molto meno felice che in altre occasioni. Peccato per i disegni, che invece ho reputato davvero buoni.
  7. Leo

    [561/562] Soldi Sporchi

    Bella storia con giallo finale inatteso. Niente di memorabile, ma ottimo intrattenimento. Disegni di Del Vecchio molto belli.
  8. Leo

    [621/622] Mezzosangue

    Ciao ilbor, hai ragione su molti punti Non ho capito bene la storia del 747...
  9. Leo

    [540/541] Puerta Del Diablo

    Questa storia non d' un attimo di tregua: . A me questa storia è piaciuta davvero tanto. Certo, quello che avete detto nei precedenti post su Tex e Carson comparse è vero. Basti riflettere che, se togliamo Tex e Carson, nella trama di questa storia non sarebbe cambiato assolutamente niente (salvo il fatto che Walker sarebbe fatto prigioniero dalle Giacche Azzurre, e ciò non avviene per la promessa di Tex)!! Però, se anche ciò è vero, è anche vero che la storia è davvero bella, e quindi mi va bene così: una bella storia è una bella storia. Punto.
  10. Leo

    [621/622] Mezzosangue

    Purtroppo non riesco ad accodarmi ai giudizi positivi su questa seconda parte di storia. Mentre Mezzosangue mi era piaciuta parecchio, e mi aveva fatto crescere le attese per questo secondo albo, La rivincita di Makua mi ha invece deluso. Mi sembra tutto troppo veloce, e ho trovato molte cose scontate. Sarà che ho letto senza soluzione di continuit? Golden Pass, I Sabotatori e Puerta del Diablo (la prima e la terza abbastanza classiche ma ricche d'azione e colpi di scena e con personaggi perfettamente caratterizzati, la seconda aggiunge alle altre caratteristiche anche l'originalità), e questa Rivincita al loro cospetto non regge proprio il confronto... Forse dovrei aspettare un p? e rileggermela... ma questo Makua, che nel primo albo mi aveva convinto, mi pare essersi sciolto come neve al sole: Insomma, voglio considerare questa storia come due storie di Ruju separate: la prima è ottima, e tanto di cappello all'autore, la seconda è passabile, ma non mi ha scaldato il cuore. Lo stesso Font mi è parso nettamente in calo, e qui mi è più facile dare ragione a Ymalpas (ma Font resta tra i miei preferiti).
  11. Leo

    [613/615] I Sabotatori

    Ragazzi, ho dato una rapida scorsa alla discussione su questa storia, e non mi sembra di aver letto (ma magari mi sbaglio) nessun riferimento a C'era una volta il West (mentre ho letto una citazione di Liberty Valance, film che non ho visto). Invece questa storia mi ricorda quel film per almeno tre elementi: 1) quello più scontato è ovviamente la carrozza del treno ferma sui binari dove vive il capo della Compagnia ferroviaria (ma probabilmente nella realtà doveva essere davvero così); 2) i killer assoldati dalla Ferrovia per eliminare tutti gli ostacoli alla stesa della strada ferrata: qui gli uomini di Wagoman, l' la banda di Henry Fonda 3) L'inerme villaggio massacrato: in C'era una volta il West non viene massacrato un intero villaggio, ma un'intera famiglia sè, nella brutale scena d'apertura. Peraltro, un altro elemento mi fa pensare che Boselli in qualche modo volesse omaggiare quel film, ed è il nome del villaggio massacrato, Green Plains, un nome dolce, che sa di natura, e che richiama, IMHO, il nome della fattoria del film (che poi diventer? una città), Sweet Waters Chiedo a Boselli, se mai dovesse ripassare da questi lidi, se in qualche modo ci ho visto giusto o se sono solo miei collegamenti mentali a cui lui non aveva neanche lontanamente pensato. Inoltre, caro Borden, ti faccio i miei complimenti (per quel che possono valere): ho appena finito di (ri)entusiasmarmi per Golden Pass, ed ecco che (ri)sono entusiasta per quest'altra tua storia. La fine di Bethanie Marsh è una scena incredibilmente bella: la maliarda, di fronte all'imminente sorte che la attende, mantiene un apparente sangue freddo che in realtà è già follia: "Ho vinto io. Il mio treno è il primo". Il suo primo piano trionfante e queste deliranti ma lucide parole sono semplicemente da brividi. Qui è palpabile la complicità tra l'autore e il disegnatore, perchè Leomacs ritrae l'espressione della donna (una folle espressione di vittoria) come meglio non si poteva fare: perfetto connubio tra testo e disegni, per una scena indelebile nella memoria (concordo con Paco circa la bellezza autentica di questa donna, non stereotipata ma con quelle piccole imperfezioni che la rendono viva e sensualissima). Ma anche la fine di Mondego è riuscitissima: ho letto che molti hanno storto il naso, perchè Mondego è stato bruciato e poteva invece tornare. Ed invece non poteva esserci altro destino per lui perchè, se è vero che è un personaggio in chiaroscuro, come tutti i più grandi personaggi boselliani, rimane pur sempre un killer a pagamento, un sicario, e Tex non può lasciarlo andare. Di conseguenza, la scelta di Mondego è stata una scelta di libertà, e non poteva essere diversamente, se non si voleva tradire il personaggio. Leomacs, come già ho detto in occasione di Bethanie, mi ha emozionato davvero. Spero sia ormai un definitivo texiano.
  12. Leo

    [466/468] Golden Pass

    Storia veramente magnifica! Anch'io la annovero tra le migliori in assoluto. Si fa leggere, nonostante i quattro albi, tutta d'un fiato, con una fluidità impressionante. Ciò che, come al solito, resta impresso, sono la grande quantit? e soprattutto qualità degli attori in scena: tutti, dal primo all'ultimo, riuscitissimi e tutti indimenticabili. Il Sergente Buster, il suo amico Walt, i minatori che abbandonano Nameless per poi tornarvi per affrontare il pericolo, la famiglia Behan, Roger Grayson e sua moglie Barbara, e naturalmente quella gran donna di Mamie Smith. Scene eccellenti se ne contano a iosa, ma qui vorrei citarne tre, la cui straordinaria riuscita è un p? l'emblema di questa storia:1) l'incontro tra Mamie Smith e Carson ("mi ricordo degli amici, io" e Carson "diciamo che mi sarebbe dispiaciuto trovarne la metà. Di una donna come Mamie Smith non ce n'? mai abbastanza") e tutte le scenette che li riguardano (Carson che ritorna all'alba da Tex dopo una notte brava con Mamie e viene rimbrottato dal suo pard è un altro momento di spettacolo);2) la morte di Dan Behan davanti al vecchio padre. Il figlio, non molto sveglio, colpito a morte cerca conforto nel padre, e quello, rabbioso e schiumante, lungi dallo stargli vicino gli inveisce contro, e continua a maltrattarlo anche quando il figlio è ormai morto. La morte di Dan fa capire quanto questo padre insensibile e degenerato abbia inciso sulla cattiva riuscita di questa disgraziata famiglia, in cui tutti, salvo Steve, sono vittime (ovviamente in primis la scarmigliata figura di Leah), vittime della depravazione e della bestialit? dell'uomo che è il loro padre. E', quella del vecchio Behan, una figura autentica, che purtroppo è spesso facile individuare nei piccoli centri, quando un'intera famiglia è prostrata e resa imbelle dal terrore casalingo di un padre-padrone oppressivo e malvagio.3) Il funerale di Walt. Il Sergente Buster che, sulla tomba dell'amico, si rammarica di non avergli ricambiato lo sganassone, l'incredulità, nella sua psicologia femminile, di Mamie di fronte a tanto orrore (il massacro del povero Walt), Carson che la rincuora e gli altri minatori che seppelliscono il loro sfortunato amico e decidono di rinunciare a combattere e di abbandonare Nameless. Sono tre scene che ci tenevo a citare, perchè spiccano e al contempo danno l'idea di quello che è questa storia nelle quasi quattrocento pagine che la compongono. Grandi Nolitta e Boselli, e come al solito superlativo Ticci. Deliziosi
  13. Leo

    [548/549] Documento D' Accusa

    Straquoto Don Fabio: Nizzi ha raccontato, attraverso i due protagonisti, un mondo sopraffatto che muore. Questa storia è una storia che sa di West, mentre non sa di Tex che, qui, fa davvero poco o nulla. Rivive le vicende di Natay attraverso il racconto fatto ai pards, e assiste impotente alla fucilazione di Santos. L'unica situazione in cui incide è quando scova il vero colpevole dell'omicidio, Merrick, ma è una situazione costruita male, perchè, come già molti di voi avete detto, è poco credibile che quest'ultimo non ritratti la confessione, chiaramente estorta con la violenza. Poco Tex, tanto West. Una storia boselliana (ma Natay non è all'altezza dei personaggi boselliani) con un finale bellissimo e direi obbligato.
  14. Leo

    [623/624] Braccato!

    Due osservazioni e una domanda:1) mi sembra che non ci sia Carson: questo mi rattrista molto. Per me, se non c'è il Vecchio Cammello, la storia già perde tanto. E' una mia debolezza, io Carson lo preferisco pure a Tex. Faraci conferma la sua scarsa dimestichezza col vecchio Kit, e questo è davvero un peccato. C'è da dire comunque che le sue ultime storie, pur senza Carson, non sono state affatto male, per cui speriamo che si confermi anche qui.2) la copertina: bellissima. D' proprio l'idea di essere BRACCATI, sia dagli uomini che dal maltempo3) DOMANDA: è una storia in quanti albi?
  15. Leo

    [Color Tex N. 02] I Banditi Delle Nebbie

    N° io capisco chi non distingue un discorso serio da un p? di goliardia, magari qualcuno può anche esagerare, ma l'inteto è solo divertirsi un p?.. :malediz... Oh si, quando c'era Tesah con le gonnine corte e Marie Gold con le vestagline trasparenti, la stessa Marie Gold che conversava col cpaitano Bud Lovett nuda e coperta nei punti strategici da una delle suddette vestaglie. Si certo, gli anni 40. Ma non siamo nel 2012 ( e dico duemiladodici )? Bene, scherzi a parte, sul vedere Tex fare sesso io e te in realtà la pensiamo allo stesso modo. Aldil' di ogni altra considerazione, Tex, anche in virt? della sua età editoriale è ormai strutturato in un certo modo e certe cose che non avrei grossi problemi ad accettare in certe serie, su Tex le troverei fuori luogo. Su Tex sono un fan convinto della dissolvenza, ovvero nel non mostrare nulla di esplicito, ciò non toglie che un certo tipo di allusioni anche di natura sessuale possano trovare cittadinanza se fatte con il giusto garbo, senza pregiudizi di sorta. Dipende da cosa uno cerca. Personalmente trovo le tue posizioni troppo intransigenti ed integraliste. Quoto Carlo, sia perchè è la risposta che avrei dato io (ma non avrei saputo farlo così bene) sia perchè mi ha fatto morire dal ridere In effetti si stava solo scherzando: Tex è quello che conosciamo, e qualsiasi altro suo "approccio" sarebbe di cattivo gusto, e penso che, realisticamente, tutti la pensiamo così.
  16. Leo

    Carson Fa Il Cascamorto!

    Ragazzi, non mi sembra che abbiate ricordato la scena di Fiamme sull'Arizona, in cui Carson e Tex irrompono di notte nella stanza del Capitano Dorantes ce dorme con una bella tardona con un neo sulla guancia. Carson la aiuta a rialzarsi, e le porge la vestaglia, assicurandole che si sarebbe voltato mentre lei si rivestiva. Nella vignetta successiva, Tex lo rimprovera, e Carson risponde: "Mi sono voltato, no?", "S? - gli contesta Tex - ma dopo" , e questa frase è accompagnata dallo sguardo risentito della signora... Non ci sono parole per descrivere la grandezza di quest'uomo: Carson è davvero il più forte -ave_
  17. Leo

    [Color Tex N. 02] I Banditi Delle Nebbie

    In un altro post, avevo scritto che Tex è un p? troppo attempato per la bella indiana, ma dato il riferimento di Jack65, anche questa mia obiezione viene a cadere
  18. Leo

    [585/586] La Grande Sete

    Io ho comprato questa storia nel 2009, quando è uscita, ma non sono mai riuscito a leggerla, perchè, man mano che la leggevo, non ci vedevo assolutamente Tex: per molti di voi è una storia classica, addirittura... io invece concordo con Don Fabio, quando la definisce decadente e crepuscolare. Oggi, complice un'indisposizione che non mi consente di andare al mare (per un salentino, con i 40 gradi odierni, questo è un sacrilegio e un sacrificio), mi sono apprestato a rileggerla (o meglio, a leggerla per la prima volta) e, nonostante sia in effetti crepuscolare e io continui a non vederci Tex (non nei dialoghi, che anzi sono molto texiani, ma nella trama), devo dire che mi è davvero piaciuta. La guerra dell'acqua, dice Jack65, non c'è. Ma non è vero che non c'è: Bold e gli altri contadini teste calde assaltano il villaggio dei Pima (e, prima ancora, tendono l'agguato al ragazzo e al vecchio) proprio per l'acqua, proprio perchè non vogliono dividere l'acqua con quei cenciosi Pima che gliela rubano con la tecnica dei pozzi. E questa non è solo l'idea di Bold e dei pecoroni che lo seguono: nella bellissima scena del fienile, quando Tex affronta i contadini che lo guardano con sospetto, anche Bruce, il capo dei contadini "pacifici", ha lo stesso punto di vista: pur non essendo passato ai fatti, anche lui è convinto che siano i Pima il problema. E' Tex che li illumina, ricordandogli che se l'acqua è razionata, non è certo per colpa dei Pima, ma per il losco affarista che canalizzandola la sottrae agli altri. Quello stesso affarista che, continuando così, ridurr? alla fame Pima e contadini insieme, accaparrandosi le loro terre sempre più assetate. E, nonostante questo discorso, che Bruce comprensibilmente non prende bene perchè Tex lo correda con accuse di vigliaccheria ("preferite prendervela con i Pima. Gente mia, vi compatisco"), ancora Bruce e gli altri non sono convinti, e ritengono Tex e Carson emissari del Governatore che vuole compiacere la chiesa metodista che porta voti lasciando al palo i contadini bianchi! Manfredi è davvero bravo nel rispecchiare la mentalit? diffidente dei contadini che, in lotta per la propria sopravvivenza, guardano a tutto con sospetto, e risulta loro più facile prendersela con altri poveracci come loro che con il potente di turno. Quasi non si rendono conto, nella loro guerra tra poveri, che è il potente colui che li minaccia realmente, non il povero contadino Pima. E Landsdale ci sguazza in questa situazione, e mette gli uni contro gli altri restando apparentemente pulito. Già, Landsdale, cattivo freddo come il ghiaccio: Jack65 dice che non avrebbe dovuto fare nulla, e i ranger non avrebbero avuto nulla in mano. Non sono così d'accordo: Landsdale, nel ristorante, è stato umiliato, e lui, per sua stessa ammissione, le mancanze di rispetto non le tollera. Per una psicologia come la sua, l'affronto subito da Tex deve essere lavato con sangue. E a questo si aggiunge che i rangers, schierandosi con i Pima, rappresentano una gatta che prima o poi dovr? essere pelata. E poich? è convinto, nella sua freddezza glaciale, di poter eliminare agevolmente i ranger grazie al piano di Hawks, tende loro un agguato non con l'intenzione di scatenare una guerra, ma anzi di evitare guai sotterrando con i rangers tutte le grane che questi avrebbero potuto arrecargli in futuro. Certo, forse un altro cattivo avrebbe atteso, forse Landsdale non ha brillato particolarmente per pazienza, ma se si parte dall'assunto che vuole eliminare i rangers e che crede, sbagliando, di poterlo fare senza grosse difficolt?, ecco spiegata la sua fretta, come al solito cattiva consigliera. E' freddo nei modi, ma non altrettanto calcolatore, questo cattivo, ma anche questo può starci. La scena finale, con i contadini che finalmente, aperti gli occhi anche grazie a Tex, si alleano con i Pima comprendendo che il reale nemico è la diga, e si assiepano sull'argine minato pronti a far scattare la loro protesta davanti alle autorit?, è una scena moderna e classica assieme (ricorda le occupazioni di terre dei braccianti agricoli minacciati dai soldati avvenute nei secoli XIX e XX raccontate ne Il Mulino del Po ed anche molte forme di protesta attuali, e, personalmente, mi ricorda altresè quella patetica e poetica protesta dei contadini di Fontamara di Ignazio Silone, che questa storia ovviamente mi riporta alla mente), che resta impressa nella mente per la bellezza e per l'originalità (mai si era vista in Tex una cosa del genere, credo). Il finale è l'unica cosa che non mi convince. Troppo rischioso il piano di Tex: chi gli assicurava che il solo Landsdale ci sarebbe andato di mezzo e non altri innocenti? Qui ci vedo in effetti una grossa forzatura: ed è vero che questo è un vero e proprio omicidio calcolato, e non è modo d'agire del moderno Tex (vanno bene tutti i riferimenti fatti alle storie come L'Implacabile, Massacro, I Predatori del Grande Nord, ma adesso i tempi sono cambiati e non sono scene IMHO da digerire a cuor leggero). L'unica cosa su cui mi sento di concordare è che Tex ragiona probabilmente bene nel pensare di dover distruggere la diga, perchè morto un Lansdale se ne fa un altro e la Compagnia avrebbe continuato a perseguire i suoi propositi portando comunque alla rovina i contadini della regione. Questo però non giustifica l'omicidio, n° l'incredibile rischio (per quanto calcolato: ma in definitiva Tex non è certo un ingegnere...) che Tex si assume nel provocare l'esplosione. A parte il finale sbrigativo e non riuscito, continuo a ritenere la storia molto bella e originale. Scene come quella già citata del fienile, con Tex che arringa i contadini, o quelle della spettacolare battaglia nel vecchio pueblo, e della protesta di contadini e Pima assieme, resteranno indelebili nella mia mente. Cosè come memorabile è peraltro la figura bellissima e tormentata di Swilling, pioniere roso dalla droga e dal pensiero di essere uno smidollato, un uomo in grado di fare (ha fondato Phoenix) ma anche di disfare (e disfare innanzitutto sè stesso), che cerca un ultimo riscatto dalla deplorevole vita che ormai conduce dopo gli iniziali anni di avventura e di gloria: personaggio crepuscolare, decadente e romantico, che vede la propria città marcire e che alla fine, con un colpo di reni, finalmente agisce per salvare la sua creatura dalla putrefazione. Detto tutto questo, ritengo davvero un peccato che Manfredi non voglia entrare a far parte in pianta stabile degli sceneggiatori di Tex: Verso l'Oregon, La Pista degli agguati e La Grande Sete lascerebbero presagire grandi risultati, se solo lo volesse. Non ho mai letto con continuit? Magico Vento, soprattutto per gli eventi soprannaturali che costituiscono la cifra di quella serie e che io non amo particolarmente. Non escludo, a questo punto, di dar credito a Manfredi, visti i suoi esiti in Tex, e di acquistarne la collezione... Infine Civitelli: semplicemente immenso. I suoi disegni sono più veri del vero. Non sono disegni, sono istantanee fatte da un eccezionale fotografo. Siamo fortunati ad avere Civitelli.
  19. Leo

    [Color Tex N. 02] I Banditi Delle Nebbie

    Curioso come quasi tutti la consideriate una storia breve, quando in fondo ha solo 60 pagine in meno di una standard d 220. Si tratta dell'equivalente di un albo e mezzo ed in passato questa lunghezza ci ha regalato autentiche perle. Giusto un p? di esempi: "La sconfitta"" (126 pagine), "Massacro" (155 pagine) "La Dama di Picche" (173 pagine) e "Il cacciatore di taglie" (179 pagine). Ai miei tempi l'avremmo definita una storia di media lunghezza. Non sarà che vi fate ingannare dal fatto che è racchiusa in un unico albo' Delle storie che hai citato, purtroppo non conosco ancora La Sconfitta (che pure mi sono ripromesso di leggere vista la bella recensione di Paco sul TWM, ma che ancora non ho avuto modo di procurarmi), mentre, a parte Massacro (ho dimenticato Goldena: imperdonabile! Il fatto che non mi fossi accorto che questa storia è così corta ti d' implicitamente ragione, in effetti) le altre due non mi hanno appassionato in maniera particolare. Le storie degli Almanacchi, o anche le rare storie autoconclusive nella serie regolare, per me sono state quasi tutte una mezza delusione, e ritengo che le ragioni di questo mio sentimento negativo siano dovute proprio all'impossibilità di sviluppare trame ariose e personaggi pesanti in un numero limitato di pagine. Lunghezza non è sinonimo di qualità, ma almeno consente di poter leggere storie che hanno il tempo di svilupparsi in maniera compiuta, senza fretta, magari con l'avvicendarsi di diversi personaggi (caratteristica tipicamente boselliana che a me è sempre piaciuta molto) e non è un caso che le storie per me capolavoro della saga siano tutte (o quasi) in 3 albi. Naturalmente si tratta di gusti personali: i tuoi capolavori, l'ho letto in un altro topic, sono molto differenti dai miei, ed è quindi normale che anche in questo possiamo avere delle vedute diverse. A prescindere dal fatto che io personalmente di storie come "Rio Hondo" o "Fort Sahara" avrei fatto volentieri a meno a prescindere dalla lunghezza (che non è affatto garanzia di capolavoro o anche solo di buona storia, non mi stancher? di ripeterlo), io non la vedo così tetra. Innanzitutto perchè nessuno ha mai detto che d'ora innanzi tutti i Maxi si vedranno applicata questa formula, la storia lunga non scomparir?, stanne certo, e poi perchè le storie "brevi" permettono alcune cose non da poco: 1) consentono l'accumulo di materiale da pubblicare in poco tempo (tre storie da 110 pagine di autori diversi sono pronte sostanzialmente in un terzo del tempo di un'unica storia da 330 pagine) permettendo di aver materiale pronto per il Maxi ogni anno evitando rischi di rimanere a corto. Questo a te non interesser? più di tanto, ma per l'Editore è fondamentale. 2) Fa sè che il Maxi non sia appannaggio pressocch? esclusivo di Ortiz, Repetto e Diso, che peraltro non sono più giovincelli e dovranno essere sostituiti prima o poi, e permette di non dirottare quasi esclusivamente sul Maxi disegnatori altrettanto veloci come Dotti. 3) Consente di veder pubblicati un p? più spesso disegnatori che per la loro lentezza si vedrebbero pubblicati solo una volta ogni tot anni se dovessero fare storie da 220 pagine o più per la serie regolare e chissà quando se dirottati su un Almanacco, che più di una storia all'anno non può pubblicare. 4) Permette di vedere relativamente presto autori esordienti che magari dovrebbero aspettare anni per veder pubblicata la loro storia di prova. Ad esempio, Sandro Scascitelli terminera di disegnare la sua prima storia all'inizio del 2013, ma per l'ALmanacco 2014 ha già almeno 3 concorrenti tra cui Gomez, lo lasciamo decantare sino al 2016° > Da semplice fruitore, e soprattutto da totale ignorante di logiche editoriali, continuo a non essere contento di questa scelta: preferisco vedere un disegnatore tra 40 anni, però magari con una bella storia, piuttosto che domani, con una storia breve che mi lascer? il palato insoddisfatto. Detto questo, è chiaro che l'Editore fa le sue scelte anche su altre logiche, e non fa male perchè, data la varietà di opinioni di noi lettori, a molti piacciono anche le storie brevi e quindi le scelte editoriali possono ben sposarsi con i gusti di molti lettori. Consentitemi un altro Off Topic (in effetti tutta la mia risposta è Off Topic...) su Rio Hondo: mi sento di difendere questa storia (non l'accosterei per nulla a Fort Sahara, Carlo, una delle prove IMHO peggiori di Nizzi) perchè, nonostante il soggetto sia classico (eufemismo per non dire che è trito, ritrito e tritrito), ha IMHO una sceneggiatura talmente bella da renderla un vero e proprio gioiello.
  20. Leo

    [Color Tex N. 02] I Banditi Delle Nebbie

    S?, sarà andata sicuramente così, Paco. Tex è troppo gentleman e troppo rispettoso del gentil sesso. E poi, la bella Imala, poteva essere una preda appetibile magari per Kit, ma non per Tex, un p? troppo attempato per la bella indiana. Naturalmente si sta solo scherzando un p? sulle qualità inumane del nostro ranger, tra le quali quella di saper resistere al gentil sesso per così tanti anni
  21. Leo

    [556/557] Morte Nella Nebbia

    Quoto Ymalpas perchè anch'io ritengo che il personaggio Langdon insanguini la pista in maniera eccessiva, divenendo il motore di una storia che, senza questo personaggio esagerato, non vedrebbe neanche la luce. Purtroppo non amo simili scorciatoie (la follia e l'esaltazione alla base delle situazioni che generano una storia, vedi anche l'ultimo Espectro) e questo è l'unico punto (seppur fondamentale, perchè per l'appunto da esso parte tutto) che un p? mi dispiace. Per il resto, dato per assodato questo elemento "genetico" (comunque non inverosimile, perchè sceriffi canaglia esaltati dal connubio tra una stella e un'anima nera nel West dovevano essercene eccome) credo che Boselli e Font ci abbiano regalato con questa storia un vero capolavoro. Il ritmo è serrato, l'azione è tanta e convincente, ma come al solito la grandezza di una storia la fanno i protagonisti, e qui abbiamo una messe di comprimari di altissimo livello e i pards grandissimi anche in solitaria (non solo Kit Willer, anche la breve comparsata di Carson è semplicemente da applausi). I comprimari: Wade Catlett: vestito da becchino e preceduto da una poco nobile fama, Wade ha, all'inizio della storia, uno scontro con Kit che immediatamente ce lo fa individuare come un avversario che dir? la sua nel corso della storia. Ed in effetti sarà così, anche se, con le solite e sempre gradite sorprese boselliane, ecco che questo nero personaggio diventa grigio ed infine quasi risplende, quando rinuncia a Bronco e continua la sua caccia e va incontro ad una fine inaspettata che lo nobilita facendo di lui una figura memorabile. Bronco Lane: più che lo stesso personaggio, sono i sentimenti di Kit nei confronti di quest'ultimo ad emozionare. Kit che lo vorrebbe con sè nella riserva (il paragone di Segnalidifumo che vede Kit e Bronco novelli Tex e Carson non è campato in aria), Kit che gli chiede, quasi con imbarazzo, se abbia fatto bene a presentarsi come suo amico (Kit vuole essere amico di Bronco, palesando debolezza nei suoi confronti, ma non sa se questo sentimento di amicizia sia realmente ricambiato oppure no). Ma lo stesso Bronco, al di l' dei riflessi in Kit, rifulge di luce propria, e la sua fine porta a sincero dispiacere per un personaggio che aveva saputo catturare e avvincere il lettore. Peraltro, una fine degna di un cuore nobile, sempre allegro e incosciente: nobile, perchè salva la vita a Kit, incosciente, perchè, quando viene beccato, dice "E' strano, mi ha preso...". In quell'aggettivo ("strano"), sta racchiuso a mio parere tutto il personaggio: scavezzacollo e incosciente perchè, nell'ottimismo della sua giovane età, non contempla la morte nel novero delle possibilità, ed ecco che quando essa arriva non è una cosa tragica, è solo "strana", quasi fosse una cosa assurda, inattesa, che lascia increduli perchè impossibile: qui sta il personaggio di Bronco, ed in esso si riflette la grandezza dell'Autore, che sempre sorprende con simili raffinatezze Padre Sebastian, e con esso tutto il villaggio di Quemado, pronto ad immolarsi per aiutare degli sconosciuti, perchè in essi vede i perseguitati dall'ingiustizia: piccolo grande esempio di coraggio e di nobilt?, villaggio "che è un paradiso" (come dice Bronco) fuori e che lo è anche nell'anima dei suoi pochi abitanti Hugh Langdon: pur non piacendomi il suo carattere eccessivo (come dice Ymalpas alla Jack Tunder), ?, come detto, il motore della storia e un cattivo come pochi, ributtante dentro e fuori (grande Font nella sua caratterizzazione estetica), ma dotato di fiuto e ingegno non comuni, che lo rendono un ottimo cacciatore di uomini e un avversario degno di essere affrontato (non a caso, le trappole di Kit con lui non funzionano, perchè questo vecchio segugio conosce il suo mestiere e si dimostra più in gamba dello stesso Kit) Insomma, un gioiello inestimabile, questi testi e un Boselli così. Capitolo Disegni: confermo quanto ho detto in post recenti sulle performance di Font. Io amo questo disegnatore, mi entusiasma, in questa storia come in altre è a dir poco superlativo. Eccellente, è uno spettacolo sia nelle ambientazioni che nei personaggi (il suo Kit Willer è quello che mi piace di più, le fattezze di Langdon sono la perfetta incarnazione della sua anima, il villaggio di Quemado è il luogo dove vorrei andare a vivere...)
  22. Leo

    [Color Tex N. 02] I Banditi Delle Nebbie

    Come tutte le storie brevi, anche questa non mi ha esaltato particolarmente. La verità è che, a mio parere, a parte rare eccezioni (La ballata di Zeke Colter e Eroe per caso), il corto respiro delle storie brevi le rende inevitabilmente limitate e povere (ecco perchè non sono affatto contento che il Maxi venga frazionato in più storie: non avremo più perle del calibro I Territori del Nord Ovest, Il Cacciatore di fossili, L'Oro del Sud e Rio Hondo: mah!) . In questa storia, il mestiere di Ruju si vede tutto, perchè nonostante tutto riesce a confezionare una storia decente, con la bella figura di Imala (massè, Kaciaro, qualcosa di più si poteva osare: grazie a Cossu, la ragazza era davvero sexi, addirittura splendida con la camicia di Tex, ed era visibilmente invaghita del nostro ranger. Bella anche la scena in cui lui, deciso, la prende in braccio: a contatto con quel bel pezzo di figliola, magari anche il nostro Ranger avrà provato qualcosa, no? ), con la buona trovata di separare Tex e Carson, e non è male neanche la figura del damerino Chance . C'è quindi il mestiere, e, IMHO, poco più. Dal lato dei disegni, Cossu mi è piaciuto molto: come detto la sua Imala è bellissima, e lo stesso Chance aveva espressioni del volto così verosimili da sembrare vivo.
  23. Leo

    [544/545] Intrigo Nel Klondike

    Storia bella nella prima parte, perde molto a mio parere nel finale quando la violenza diventa troppa e del tutto inutile I disegni di Repetto sono invece bellissimi. Il suo Grande Nord è da applausi.
  24. Leo

    [364] Il Medaglione Spagnolo

    Ho riletto questa storia ieri dopo tanti anni. Dato il periodo di lavoro molto intenso, volevo rilassarmi con una storia linda linda, tranquilla e non troppo impegnativa. E invece ce ne è voluto, d'impegno, per non lasciare la lettura anzitempo: la trama è davvero surreale... una grande battaglia, i cui resti sono tutti l' in evidenza, di cui nessuno sa nulla, Carson preveggente in maniera del tutto illogica e altre simili amenit?. Peccato, GLB se la sarebbe potuta risparmiare... concordo con West10 solo quando accenna ai dialoghi, che in effetti sono l'unica cosa non infelice di questa altrimenti inguardabile storia.
  25. Leo

    [378/381] Guerriero Apache

    Finito di leggere quello spettacolo che è L'Uomo con la frusta, mi è subito venuta voglia di rivedere Il Cobra, e sono andato a riprendermi questa storia. Anche questa può dirsi un vero e proprio gioiello: Cobra smagliante più che mai, Cochise protagonista, "Padre" Venustiano che non è solo, come propone il "nostro" Pedro Galindez, il rovescio di Padre Elias: la sua figura mi ha ricordato infatti Padre Carson della Leggenda della Vecchia Missione; come dire, chi di tonaca ferisce... Sul fatto che Galindez volesse tradire Baker, non capisco perchè vi siano dubbi: è evidente dai pensieri che Nizzi attribuisce al Cobra che le sue intenzioni sono proprio quelle. Fusco grandissimo: ci ha fatto fare davvero un viaggio nell'old Mexico. Piccolo OT: sul retro dell'albo Il Regno del Silenzio vi è la pubblicit? del Texone Fiamme sull'Arizona, altro capolavoro di quegli anni straordinari, nizzianamente parlando: quando mettiamo in discussione NIzzi (e ci sta, per carit?), ricordiamoci anche quello che ha fatto per Tex. Storie bellissime, che si susseguivano uno dopo l'altra, e scusate se è poco.
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