Finito di leggere il terzo albo (e tutta la discussione precedente) con il consueto ritardo, pur non avendo ancora avuto occasione di leggere le due storie "originali" di GLB mi sento di promuovere questa storia.
I disegni, al netto di alcune vignette in cui i molti dettagli rallentano la lettura, sono quasi perfetti e comunque un "nuovo ingresso" sulla regolare, abbastanza giovane da poterci regalare altre storie per molti anni.
La trama apprezzabile, i dialoghi non spiegazionisti ma sufficienti, forse si poteva tagliare un po' tutta la scena della mandria in favore di un maggior approfondimento successivo, ma in ogni caso non si cade in un finale affrettato come è capitato talvolta a Borden.
Interessante invece il commento di alcuni altri, con una sorta di fil rouge.
Anche @Il Berna e @frank_one commentano sulla stessa linea.
Probabilmente, poiché nel tempo cambia la visione di eroe del pubblico cambia (scorre l'orologio della storia), un eroe per rimanere pienamente tale deve cambiare a sua volta.
Così se una volta l'eroe (Tex) non si poneva domande, ora deve avere un atteggiamento più aperto, per l'appunto moderno in cui cede all'evidenza e crede al soprannaturale se gli si presenta; e forse (nuovo Ulisse) deve anche (come fa l'uomo moderno, peccando di Hybris?) spingersi oltre i suoi confini, quindi perché no all'Africa o all'Europa?
Se i valori di una società cambiano, deve cambiare il personaggio oppure cambiare come il pubblico lo percepisce, considereremmo ancora Topolino un eroe se utilizzasse frasi razziste?
"Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi". esemplifica bene il mio pensiero su Tex.