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TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

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Tutto il contenuto pubblicato da juanraza85

  1. In tutta sincerità, sono estremamente soddisfatto del Magazine di quest'anno, che personalmente ritengo essere quello di gran lunga più riuscito da quando tale uscita ha assunto l'attuale denominazione e relativa impostazione. Prometto e mi riprometto di non scendere troppo in particolari in questo intervento, in modo tale da non rischiare urticanti spoiler, però voglio dire di aver letto due storie molto ben strutturate. Conto, ovviamente, di dilungarmi di più tra qualche giorno, quando un po' tutti avremo letto l'albo. Maverick Bunch, sceneggiata da Ruju con soggetto del nostro pard @Carlo Monni, si lascia leggere con gran piacere nonostante gli eventi si susseguano con un po' di prevedibilità, comunque ben dosata e giammai stucchevole, grazie soprattutto all'ottima caratterizzazione del bounty hunter Adam Walker. La piacevolezza della lettura, va sottolineato, è stata molto facilitata dall' ottima prova ai disegni di Fabio D'Agata. Il ritorno del desperado, invece, trovo sia un piccolo gioiello. Boselli e Dotti ci narrano ed illustrano una drammatica vicenda del passato di Montales, accennata agli albori della serie regolare, che ha inoltre il merito ulteriore di lasciare aperte ulteriori porte per la serie del giovane Tex. Inoltre, sorpresa nella sorpresa, siamo andati vicinissimi ad apprendere un dettaglio privato di Montales su cui ci siamo posti spesso domande anche qui sul forum, in un topic appositamente creato; la curiosità è rimasta (o forse no ..?), del resto alcune cose piacciono appunto perché avvolte nel mistero. Molto interessanti anche gli articoli contenuti, in particolare ho apprezzato i reportage su Villa e Zapata e le loro trasposizioni cinematografiche, nonché il saggio sul filone dei western in stile "blaxploitation".
  2. juanraza85

    [215/217] Santa Cruz

    Uno dei migliori mix di puro western e soprannaturale che abbiamo mai potuto leggere sulle pagine di Tex. L'incontro in sogno di Tex col frate ucciso da Pepe Cardenas, che poi è il perno intorno cui regge l'intero impianto narrativo imbastito da GLB, risulta estremamente suggestivo e ben calibrato, poiché appunto trattasi di un soprannaturale che si manifesta in maniera non plateale né tantomeno prolungata su troppe pagine; una trovata a mio avviso da applausi, che giunge a sublimazione allorquando, la mattina successiva al bivacco presso le rovine della missione, Tex e Carson assistono alla fragorosa caduta della campana: segno evidente di come l'anima del povero frate, in pena per essere morto in terra sconsacrata ed in modo decisamente orribile, ha finalmente raggiunto l'agognata pace dopo aver trovato due persone disposte ad accogliere il suo appello per portare a pentimento i suoi due assassini, rei soprattutto di aver compiuto un gesto così immondo perché accecati dalla cupidigia. Tex e Carson, invero, non spandono eccessivo sudore per onorare la promessa fatta a padre Matias, soprattutto per "colpa" degli stessi fratelli Cardenas, i quali, forse colti impreparati dall'arrivo dei rangers (in quanto, non a torto, ritenevano di essere ormai al sicuro da guai con la giustizia per l'assassinio del frate), e forse anche poiché non circondati di scagnozzi particolarmente agguerriti, alla prova dei fatti risultano avversari poco ostici. Spalleggiati dall'onesto e simpatico sceriffo O'Connor, difatti, Tex e Carson sanno approfittare senza difficoltà delle circostanze che vengono a crearsi per rendere giustizia a padre Matias, Molto toccanti, in particolare, gli ultimi attimi di vita di Pepe Cardenas, che in punto di morte si pente del delitto commesso e dispone di lasciare i beni in suo possesso, ottenuti grazie al tesoro sottratto a padre Matias, alla missione da cui egli, il fratello ed il frate erano partiti in origine. Un grande contributo all'ottima riuscita di questa storia che rasenta il capolavoro lo danno senza dubbio gli splendidi disegni di Giovanni Ticci, autore forse di una delle migliori performances nella sua lunghissima carriera texiana. I suoi disegni, ricchi di espressività e contraddistinti da certosina minuziosità, rendono al meglio le forti sensazioni che suscita questa storia, nella quale forse stona solamente la sequenza in quel di Morelos: passi il trattamento che Tex e Carson riservano ai bulli del villaggio, che strappa sicuramente un sorriso, tuttavia dal mio punto di vista nulla toglie e nulla aggiunge all'economia di una sceneggiatura per il resto impeccabile, in cui grazie agli scambi di battute tra i due pards e lo sceriffo O'Connor non viene meno neanche qualche momento di ironia, che sicuramente non guasta in una storia dalle tinte così cupe.
  3. juanraza85

    [Tex Willer N. 37/40] Il Mio Amico Hutch

    Ieri, comunque sia, ho anche letto il terzo albo, nel quale la vicenda inizia ad entrare nel vivo, non tanto sotto il profilo dell'azione - nel complesso di portata non superiore a quanto visto nei primi due albi - quanto sotto quello della narrazione, poiché iniziano a dipanarsi molte questioni sulle quali Giusfredi aveva in precedenza sorvolato, o al massimo aveva lasciato intuire qualcosa ma senza chiarire del tutto, per ovvi fini di sceneggiatura. La lettura prosegue sui binari della piacevolezza e della scorrevolezza, e soprattutto lascia presagire un quarto ed conclusivo albo pieno di fuochi d'artificio, sia per quanto riguarda Tex ed Hutch che per quanto riguarda Kit Carson ed i suoi compari rangers.
  4. Anche nel Texone dello scorso anno, i personaggi e gli animali tendevano ad apparire un po' tracagnotti, ma evidentemente tali fattezze sono nello stile di Casertani, che per quanto mi riguarda non risulta poi così spiacevole, in quanto siffatte fattezze vengono compensate da un gran lavoro di caratterizzazione. La copertina, al netto delle caratteristiche sopra evidenziate, non mi pare così brutta, anzi, al pari delle tavole in anteprima, che secondo me grazie al colore mettono ancor più in risalto il lavoro di Casertano.
  5. juanraza85

    [Tex Willer N. 37/40] Il Mio Amico Hutch

    Al massimo si è creato 60 anni fa, con "Assedio al posto n.6" Io mi riferivo esclusivamente alla serie Tex Willer... Ricordavo perfettamente i tanti precedenti sulla regolare, mentre della cover dello Speciale Tex Willer 2020 non ho tenuto conto poiché, appunto, cover di un albo fuori collana.
  6. juanraza85

    [Tex Willer N. 37/40] Il Mio Amico Hutch

    La tua vista va ancora a meraviglia, in effetti di Tex non vi è traccia. Si è dunque creato un precedente...
  7. juanraza85

    OSCAR TEXIANI 2021

    La migliore storia della serie regolare del 2021 è stata a mio giudizio per distacco Alla ricerca delle navi perdute, realizzata con cura certosina dalla coppia Boselli/Bruzzo. Ho talmente apprezzato il loro lavoro che ho ritenuto di premiare quale miglior personaggio della scorsa annata per la regolare la bella ed indomita Dawn, mentre il terzo capitolo di tale avventura, La campana nella nebbia, si è cuccato la mia scelta quale migliore copertina della regolare (anche se, un questo caso, sono stato indeciso fino all'ultimo tra questa ed un altro paio di opzioni). Trattamento speculare ho riservato, per quanto riguarda la serie Tex Willer, a Sull'Alto Missouri, migliore storia tra tante altrettanto valide. L' albo omonimo è stato secondo me anche quello dotato della migliore copertina, e come miglior personaggio ho premiato anche stavolta una tipa tosta e determinata come la bella Lily, compagna di Birdy. Tra gli albi speciali, invece, ho deciso di dare il mio voto al Texone Old South, mentre la miglior copertina ho ritenuto fosse quella del cartonato L'ultima missione, il cui coprotagonista Joe Beauregard è stato da me votato quale personaggio preferito.
  8. juanraza85

    OSCAR TEXIANI 2021

    Prima di tutto, grazie ad @ymalpas per aver approntato e pubblicato il sondaggio per le storie dello scorso anno. Una domanda per quanto riguarda i messaggi che scriveremo: vi potremo indicare solo i voti che abbiamo dato o anche una o due preferenze?
  9. grazie dello spunto, recupererò la seconda storia che sono certo di non aver mai letto Fai benissimo, storia bellissima e soprattutto molto importante.
  10. Ottima trovata, la tua . Mi ricorda la proposta che io avanzai tempo addietro di riferirsi a lui come a COLUI CHE NON SI PUO' NOMINARE, benché impossibile in questo topic per motivi fin troppo evidenti. Per quanto mi riguarda, intendo parlare solo del NIzzi autore texiano, e penso di mantenermi nei limiti dell'obiettività se sostengo che il Nizzi nel pieno della forma, ossia tra gli anni '80 e '90, ci ha senza dubbio regalato stupende pagine texiane, mentre il Nizzi nella sua versione attuale, artefice di storie senza infamia e senza lode che rasentano il mero compitino, è un lontanissimo parente del Maestro che è stato per lunghi anni addietro. Sulle sue dichiarazioni magari non particolarmente "simpatiche" riguardo altri autori, invece, non conoscendone i retroscena eventuali preferisco astenermi.
  11. D'accordissimo che l'ultima apparizione di Mefisto ha deluso un po' le aspettative di noi tutti, chi più chi meno, tuttavia mi permetto educatamente di dissentire riguardo l'emotività palesata dallo stregone. Molto accentuata, senza dubbio, ma dal mio punto di vista pertinente: non sottovalutiamo, difatti, che Mefisto era pur sempre tornato dalla morte. Personalmente, non ho mai provato esperienze del genere, ma non fatico a credere che possano lasciare un certo segno : a mio avviso ci sta, dunque, che Mefisto si lasci trasportare da un odio indescrivibile che metta a dura prova i suoi nervi ogni qual volta sbircia dallo spioncino e rivede i suoi acerrimi nemici Carson e Tex (in rigoroso ordine sequenziale e crescente). Magari, per quel che ne sappiamo, tra il sogno premonitore e l'effettiva ricomparsa di Mefisto, Nuvola Rossa ha provveduto ad aggiornare la magia dei bracciali, un po' sulla falsariga di quanto avviene oggi con pc e cellulari. A me, almeno, piace immaginare possa essere andata così. Un conto è avere a che fare con i balordi da due soldi che frequentano una taverna, ben altro conto credo sia sostenere la pressione che esercita la minaccia di una pistola maneggiata da Tex Willer, che è in grado di fingere perfettamente assoluta risolutezza . Su questo mi trovi d'accordo. Partendo dalla liberazione dei pards e dalla contestuale precipitosa fuga di Mefisto, si fatica ad accettare che Tex, pur tenendo conto del fatto che fosse notte ormai fonda e quindi la visibilità assai difficoltosa, non abbia quantomeno provato ad inseguire l'acerrimo nemico, affidando i pards al vicesceriffo Moran affinché li portasse da un medico per disinfettare le ferite loro inferte dai morsi dei topi. Che in conclusione Mefisto si diverta a stuzzicare i pards travestendosi da frate lebbroso, penso anche io che il minimo che potesse concedersi era tentare (vanamente, tuttavia) di infondere un po' di strizza nel quartetto di avversari, lasciando intendere che prima o poi si sarebbero scontrati di nuovo.
  12. Lettura molto interessante, davvero .
  13. Avventura tra le meno epiche del cosiddetto - con buona ragione! - "centinaio d'oro", tuttavia la trama decisamente insolita e l'esordio sulla collana del compianto Marcello nel complesso la rende abbastanza gradevole e scorrevole. Tex, orfano di Carson preso prigioniero, cade ferito in un fiume vorticoso da cui lo ripesca un vecchietto origiario dell'Africa, Kende, che lo cura e di fatto gli si affianca come pard d'eccezione, non facendo rimpiangere - con le debite distinzioni, sia chiaro - il Vecchio Cammello, il quale però dal canto suo una volta liberato fa eccome la propria parte, contribuendo in larga misura alla neutralizzazione della banda di desperados di Matìas, alleatisi al corpulento tiranno Thonga (in realtà, forse, sfruttandolo) per dedicarsi a saccheggi e ruberie di vario tipo. Proprio l'anziano Kende rappresenta senza alcun dubbio la nota più lieta dell'intera storia: non solo spiega di essere stato il solo, ab illo tempore, a tentare di opporsi alla presa del potere da parte di Thonga e di essere di conseguenza scappato via dall'inaccessibile valle in cui la sua gente (i cui patriarchi erano schiavi africani liberatisi per effetto del naufragio della nave che li aveva trasportati in America) vive nascosta da decenni, e non solo salva Tex ferito da una freccia nella spalla dalle acque vorticose del fiume, ma diventa sua guida ed alleato per sconfiggere i predoni di Thonga e Matìas (sulle cui imprese lui e Carson stavano indagando), e si toglie addirittura lo sfizio di porre di fatto fine alla lotta catturando il tiranno, obbligandolo ad ordinare ai suoi uomini di arrendersi e favorendo il ritorno al potere del vecchio capo Omoko. Il finale è tipicamente improntato sul lieto fine, col capo Omoko che perdona i discoli che prendevano ordini da Thonga e si limita a mettere agli arresti l'ormai ex tiranno in attesa di processo, ma tutto sommato ci può anche stare. Quel che personalmente non ho molto apprezzato della sceneggiatura di Nizzi è stata la sua scelta di dare l'impressione che Tex capisca gli ordini che THonga impartisce ai suoi durante la prima imboscata che costa la libertà a Carson (dubito, difatti, che Thonga si rivolga in inglese ai suoi uomini, anzi già è tanto che lui e Kende ne mastichino un po'), inoltre ritengo non corretta la trasposizione dei pinnacoli indicati come Tusks Dragon, "zanne del drago": sarebbe stato più corretto, credo, denominarle "Tusks of Dragon", che secondo me suona anche meglio, o tutt'al più "Dragon's Tusks".
  14. Assolutamente! Bruzzo ha svolto un grandissimo lavoro anche nella caratterizzazione grafica di ogni singolo personaggio.
  15. juanraza85

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Verissimo, sarebbe stata una cover degnissima, di certo molto più adeguata di quella prescelta per un albo che, sia piaciuto o no, ha comunque sia rappresentato un evento di portata storica per il fumetto italiano.
  16. Hai detto niente, per l'appunto..! Un ambiente sterminato, dai confini non ben definiti, così selvaggio, ancora pressoché inesplorato e dunque da considerarsi ostile è già di per sé un nemico formidabile. Se poi ad esso vanno a sommarsi tribù primitive dedite al cannibalismo e reduci della spedizione di Franklin che hanno nel tempo adottato le medesime abitudini alimentari, oltre che cacciatori inuit psicopatici, direi che il nemico non è grande, bensì GRANDISSIMO !
  17. Per simpatici che possano risultare, ed a me Brandon e Dawn lo sono molto (un po' meno, devo dire, la pur bellissima Dallas), ci sta che tendano ad assumere ruoli di secondo piano, se non proprio di mero contorno, dinanzi ad un personaggio come Tex, assoluto protagonista della testata cui dà il nome. Se così non fosse, del resto, parleremmo di storie CON Tex, ma non DI Tex. E non credo vorremmo questo .
  18. la storia è di Ruju in teoria Che gaffe..!!
  19. In effetti se non avessi scritto che l'autore era Prisco, a primo acchito, avrei giurato che si trattasse di Mastantuono. Ci sta un periodo di rodaggio in cui ricercare un'identità stilistica, ma queste "giravolte" sono strane e mostrano un autore non ancora del tutto a suo agio con un personaggio così importante. Sia chiaro, le tavole sono ben realizzate e sotto certi versi, migliorate rispetto alle prime prove, ma a mio avviso, anche un'impronta stilistica personale è importante su una saga come Tex. Auguro a Prisco di trovare presto la sua strada, tecnicamente è un autore molto valido. Stesso dicasi per quanto mi riguarda. Premettendo che per giudicare al meglio i disegni dovremo aspettare di vederli su carta tra un mese, così a prima vista anche a me sembra che Prisco abbia scimmiottato un po' troppo lo stile di Mastantuono, "brutto, sporco e cattivo", che probabilmente si rivelerà molto adatto per una storia che, dalle anteprime, si preannuncia piuttosto cruda e drammatica, tuttavia personalmente preferisco di gran lunga i disegni che Prisco ci regalò ne Le schiave del Messico. Quanto a Rauch, ne I forzati di Dryfork era stato autore di una prova nel complesso più che positiva, per cui confido possa almeno confermarsi o addirittura superarsi.
  20. Finalmente quest'oggi, con i canonici tre giorni di ritardo in conseguenza dell'uscita prevista al sabato, ho potuto acquistare e leggere il quarto ed ultimo albo di questa storia: una degnissima conclusione di un'avventura emozionante in luoghi inesplorati, che hanno accresciuto non poco le difficoltà per Tex ed i compagni. Da pelle d'oca, pur nella sua brutalità, l'ultima manciata di pagine, tra i Nostri e Tornuak che, causa circostanze, fanno fronte comune contro i Mahaha (che, effettivamente, si sono rivelati imparentati con la tribù altrettanto selvaggia e con usanze affini che Tex incontrò ne I demoni del Nord, e come già ampiamente accennato nello scorso albo si sono anni prima mescolati con alcuni superstiti delle due navi perdute), a seguire un frettoloso e tutt'altro che agevole ritorno verso la Terror e, in conclusione, la fine di Tornuak, tragica ma piena di dignità: ormai prossimo alla morte per le ferite riportate nello scontro con i Mahaha, si adagia su un pack, dove viene assalito dallo stesso mastodontico orso polare che in precedenza aveva ferito gravemente, e cadono entrambi nelle gelide acque dell'oceano Artico. Come avevo detto in seguito alla lettura del primo albo, sembrava essere valsa la pena di attendere anni per leggere questa storia, ed oggi sono felicissimo di poterlo confermare. Davvero una prova superlativa, quella sfoderata da Boselli in sede di sceneggiatura, pressoché priva di passi falsi (o, almeno, passi falsi che risultino evidenti a prima vista), valorizzata egregiamente dai disegni di Bruzzo, la cui somiglianza a quelli del primo Ticci ha ammantato di ulteriore fascino e magia questi quattro albi.
  21. juanraza85

    [Maxi Tex N. 29] Mississippi Ring

    A dire il vero, credo tu non abbia ben interpretato il senso del mio post. Ho sì usato termini "forti", ma il mio voleva paradossalmente essere un complimento. Magari avrei dovuto esprimermi meglio.
  22. juanraza85

    [Tex Willer N. 37/40] Il Mio Amico Hutch

    Anche questa volta, se tanto ci dà tanto, Tex e Kit Carson perseguiranno in maniera più o meno diretta il medesimo obiettivo senza incrociarsi. Bella entrata in scena di Carson e dei suoi compari rangers, ancora più interessante l'ingresso in carcere di Tex ed Hutch, con il nostro che ovviamente è subito entrato del mirino degli altri ospiti del penitenziario e, soprattutto, del direttore, che a quanto si lascia intendere è un ex bandido riciclatosi pezzo grosso. Vediamo come evolverà la vicenda in conclusione dello scontro tra Tex e la cricca di Zemedo organizzato dal direttore per il ludibrio proprio e dei suoi prestigiosi ospiti, secondo me ci aspettano notevoli sorprese. Si mantiene su standard a mio avviso elevati il livello medio dei disegni di Valdambrini, per quanto anche io sono del parere che, probabilmente, nella caratterizzazione di Arkansas Joe avrebbe potuto fare qualcosa di più. Parimenti convengo, di contro, sulla somiglianza tra El Cangrejo e Charles Bronson.
  23. Come mi ero ripromesso e come avevo premura di fare, eccomi qui a fornire un più approfondito parere personale in merito alle storie di quest'ultimo Color. Dal mio punto di vista, nel complesso l'albo è di livello più che buono, soprattutto per quel che riguarda le sceneggiature (accomunate, eccetto una, dalla presenza del solo Tex), leggermente meno in relazione ai disegni ed alla colorazione. Sul podio posizionerei ex aequo La terribile banda, il cui soggetto è stato curato da Marco Bechere alias @Mister P, e Memorie di un soldato, sceneggiato dal compianto Emanuele Mosca alias @Ulzana. Questioni affettive e nostalgiche, ma sarebbe estremamente riduttivo limitarsi a ciò per dare un giudizio. Ne La terribile banda è impossibile non affezionarsi al piccolo Eddie e parteggiare incondizionatamente per lui, financo quando, per ottemperare alla sfida propostagli dai membri della banda di ragazzini in cui aspira di entrare, tenta di soffiare una delle colt di Tex. Non ci riesce, ma si riscatta più che ampiamente aiutando Tex a sventare la minaccia mossa a suo danno dagli sgherri di Lyman, e soprattutto ad incastrarli in via definitiva dinanzi alla legge. A questo punto, avrebbe tutti i titoli per essere accettato con tutti gli onori nella "terribile banda", ma declina l'onore, forse perché capisce di poter ambire a qualcosa di meglio, tipo diventare anch'egli pard di Tex Willer ! Una storia simpatica e scanzonata, nata da un soggetto insolito ed originale, cui Boselli ha regalato piena compiutezza, grazie anche all'ottima prova di Guido Masala ai disegni e di Matteo Vattani ai colori, mai troppo accesi pur non risultando troppo delicati. fa da ideale contraltare - non per minor bellezza, anzi!, bensì per l'atmosfera ben più malinconica - Memorie di un soldato, un po' commovente racconto dinanzi al fuoco di bivacco, un po' ballata dal sapore crepuscolare narrata da un anziano ormai ex militare semplice, di cui non si conosce il nome, che nel corso della propria vita in divisa ha avuto per ben tre volte salva la vita grazie a Tex, senza avere mai modo di poterlo ringraziare. Ma il destino, beffardo però insieme anche un pochino magnanimo, gli permette di poter ringraziare Tex per aver tentato di salvargli la vita una quarta volta, purtroppo non arrivando in tempo per impedire a tre bandidos di ucciderlo, ma di fatto dedicandosi. Davvero una sceneggiatura notevole, coadiuvata dagli eccellenti disegni di Fabrizio Russo e dalla colorazione piena di suggestivi chiaroscuri curata da Erika Bendazzoli, per una storia altrettanto notevole, che ovviamente rende ancora più doloroso capacitarsi di quanto accaduto al povero Emanuele. Un gradino sotto, La voce del muto (titolo genialmente ossimorico) dell'autore dampyriano Diego Cajelli, affiancato dai disegni stile Ticci "prima maniera" di Matteo Jannì e dalla vivace colorazione di Virginia Chiabotti, adattissima a rendere al meglio la bellezza della selvaggia natura del Montana. Un tentato omicidio in apparenza privo di motivazioni, in realtà originato da un odio tanto vecchio quanto comprensibile, su cui Tex e Carson non solo fanno piena ed autentica luce, ma per mezzo del quale prevengono, di fatto, le azioni criminose che i fratelli Rogers avevano in animo di compiere ai danni della comunità di Little Wing. Piuttosto classica ed un filino troppo "sbrigativa", La lama del rasoio di Ruju. Tex si presenta a Barstow, Texas, con l'irruenza di un bonario ciclone, eliminando in un batter di ciglio cinque dei sette banditi agli ordini di Harry Keech, giunti in città con fare prepotente senza che gli abitanti o il Placido sceriffo siano in grado di opporsi. Solo il capomafia ed il braccio destro Roscoe creano qualche difficoltà in più a Tex, che tuttavia riesce ad uscirne ancora una volta vincitore grazie al discreto ausilio del barbiere, che può così vendicare la moglie, probabilmente uccisa dalla stessa banda in una precedente incursione un città. I disegni di Marco Torricelli, autore di un'ottima prova, non vengono a mio avviso adeguatamente valorizzati dalla colorazione forse troppo delicata operata da Oscar Celestini. In ultima posizione, seppure nient'affatto malvagia in senso assoluto, ma penalizzata da uno schema forse un po' prevedibile, Funerale a Sierrita di Nizzi. Giunto nel piccolo centro su richiesta del vecchio amico sceriffo, portandosi dietro il macabro fardello di un cadavere, Tex arriva suo malgrado solo per assistere al funerale dell'uomo, vigliaccamente assassinato la sera prima. Tutti pensano all'evaso Randy Hogan, che l'aveva giurata al vecchio Bruce Corben, senza sapere che in realtà Hogan è morto poche ore prima per mano di Tex. Ergo, il vero assassino dello sceriffo è il suo vice Tom Grant, smascherato da Tex che era stato a conoscenza della sua vicinanza alla banda di Pablo Contreras, che a sua volta giunge in paese appena in tempo per cercare - inverosimilmente, direi - di salvare il complice, sfidando Tex in un duello truccato, di cui il Nostro si avvede da subito e da cui esce trionfatore, da solo contro quattro avversari. Mi sento di bocciare, ahimè, i disegni di Torti, copia sbiadita del primo Ticci ed assai incostanti da vignetta a vignetta, salvati solo in parte da un'altra buona prova ai colori della Bendazzoli.
  24. Mi sembra una ricostruzione attendibile . Bel lavoro, @MacParland!
  25. juanraza85

    [156/158] Il Tiranno Dell'isola

    Una storia che ho riletto pochi giorni or sono, e che ricordavo solo per sommi capi, contraddistinta da un teatro d'azione decisamente inusuale, ancor più della storia precedente cui al tempo è stata opportunamente concatenata. Come già sottolineato da vari pards in commenti precedenti al mio, oltre all'insolita location a rendere interessante e piacevole l'avventura dei Nostri in una sperduta isola melanesiana - dove sono finiti a causa del naufragio del Sea Tiger del capitano Bart - è il gran lavoro che, a suo tempo, GLB svolse per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi con cui i quattro pards (più il capitano Bart) si trovano a doversi rapportare. Da una parte Mapua e Narau, rispettivamente capo e stregone di uno dei villaggi di indigeni dell'atollo, sulle prime ostili verso Tex e company, scambiati per gli ennesimi avventurieri giunti sin lì per depredarli, in seguito ricondotti a più miti consigli dalle colt e dalla consueta risolutezza dei Nostri e convinti a stringere alleanza contro i veri profittatori bianchi, un trittico di canaglie composto dal (sedicente?) barone von Kramar, dalla bella e furba Veda e da Karl, i quali, capitati tempo addietro sull'isola, costringono gli indigeni a rischiare di cadere vittime degli squali per pescare le ostriche che vivono abbondanti nelle acque circostanti ed estrarne le perle. Complice anche il tratto delicato, raffinato ed anche un po' malinconico di Erio Nicolò, abilissimo ad accentuarne graficamente le peculiarità, GLB dal canto suo tratteggia in maniera esemplare la bieca avidità e l'assoluta mancanza di scrupoli dei tre profittatori bianchi, compiendo però un autentico capolavoro nel curare l'evoluzione di Mapua e Narau: inizialmente i due sembrano due i classici maggiorenti di una tribù primitiva che, consci dell'impossibilità - forse solo presunta, dopotutto - di opporsi allo sfruttamento perpetrato da von Kramar a danno della loro gente, cercano a proprio modo di trarre i maggiori vantaggi personali possibili dalla situazione (sotto forma soprattutto di whisky che il barone fa loro avere per tenerli buoni), ed invece con il susseguirsi delle pagine, e più nello specifico dopo aver duramente cozzato contro Tex ed i pards, iniziano pian piano a mostrare un insospettabile buonsenso e, a proprio modo, una ancor più insospettabile nobiltà d'animo, venendo infine convinti da Tex a fare fronte comune per porre fine alle angherie di von Kramar e soci, in modo tale da liberare la tribù dal giogo dello sfruttamento e, contestualmente, permettere ai Nostri di "approfittare" della nave dei mercanti che periodicamente riforniscono il barone per tornare a San Francisco. La ribellione ha buon esito, i tre sfruttatori ci lasciano la ghirba, l'equipaggio della nave viene convinto con le buone a collaborare (o meglio, con grande dimostrazione di diplomazia e magnanimità di Tex e Billy Bart), e sull'isola torna la pace. Quel che sembra il classico finale alla "... e vissero, tutti, felici e contenti" viene fortunatamente evitato dal commuovente commiato finale tra Tex e Mapua, ormai del tutto riscattatosi. Come premesso in principio del mio post, di questa storia avevo solo ricordi vaghi, per cui lascio immaginare come sia stato piacevole rileggerla e potermi sorprendere della piega che gli eventi stavano prendendo pagina dopo pagina. Location inconsueta, ma Tex più che consueto nel mostrarsi e dimostrarsi portatore sano di valori quali coraggio, lealtà ed insofferenza alle ingiustizie.
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