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TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

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Tutto il contenuto pubblicato da juanraza85

  1. Per esprimere in maniera ancora più circostanziata la mia opinione, parto con il ribadire che ritengo questa storia nel complesso leggibile, sia pure al netto di vari punti deboli riscontrati: molti passaggi scontati e prevedibili, avversari inconsistenti, comprimari anonimi, un monaco esperto di arti marziali di cui non si sa praticamente nulla. A salvarla in corner, almeno per quanto mi riguarda, è stata la caratterizzazione che Zamberletti ha conferito a Carson, il che mi lascia una speranza per le sue prossime performances texiane, allorquando si presume avrà acquisito maggior confidenza col personaggio e, va da sé, una storia con eguali punti deboli non gli sarà perdonata . Parimenti, se una storia del genere l'avesse sfornata un autore con alle spalle una già avviata carriera texiana, sarei stato assai meno indulgente nel dare il mio giudizio. Ma, ribadisco per l'ennesima volta, nel caso di un esordiente totale su Tex ho ritenuto corretto tenere conto della sostanziale inesperienza verso il personaggio ed il suo mondo.
  2. A mio modo di vedere, il bilancio complessivo delle storie non boselliane degli ultimi 10 anni, pur non entusiasmante, non lo definirei così terribile. Molto probabilmente, nessuno tra gli altri autori ha brillato per "continuità di rendimento", avendo molti di loro alternato buone prove ad altre al di sotto della sufficienza, tuttavia alcune storie sono secondo me degne di essere apprezzate e ricordate, quasi al pari di quelle meno eccellenti di Boselli (il quale, oltre all'oggettiva bravura, può senza dubbio mettere in campo una maggiore dimestichezza con il personaggio, acquisita in vent'anni di crescita nel mondo texiano). Ad esempio, impossibile per me non considerare una bella storia l'ultima di Ruju in Guatemala, benché condizionata da un finale un po' affrettato e scontato, così come sempre di Ruju ho trovato più che dignitose le due con Makua (Mezzosangue! e La tribù dei dannati), Furia comanche, La seconda vita di Bowen,Wolfman e Il ritorno di Proteus. Un gradino sotto, poiché purtroppo viziata da troppi elementi poco chiari quando non surreali, Il messaggero cinese, al pari di L'onore di un guerriero, La pista dei Forrester, Cuore apache e Sulla cattiva strada, passabili ma non esenti da "elementi di disturbo". Non hanno invece lasciato molto il segno nella mia memoria le sue restanti fatiche texiane, in ogni caso dal mio punto di vista Ruju è stato ed è di gran lunga, tolto Boselli, l'autore con la migliore costanza di rendimento, non avendo io ravvisato particolari abissi tra le sue storie a me gradite e quelle che non lo sono. Fermo restando che sono ancora in attesa della sua definitiva consacrazione. Assai più contraddistinto da alti e bassi, invece, il rendimento di Faraci, di cui non mi sono affatto dispiaciute, tra le altre, Carovana di audaci, Il ragazzo rapito e Partita pericolosa, mentre sono rimasto alquanto deluso dalle sue altre prestazioni, che hanno toccato il picco in negativo con La città nascosta, mossa da un'idea di base non disprezzabile sviluppata però malissimo. Resta per me un mezzo mistero Manfredi, che ho adorato quando ho iniziato a leggere il suo Magico Vento, ma che su Tex non ha mai trovato la sua giusta dimensione, palesando un probabile disagio con un personaggio non suo, o ancor più probabilmente non essendo riuscito ad adattare a Tex il suo stile narrativo tendente ad una sorta di cinismo di fondo. La sua sola storia texiana che mi ha convinto quasi appieno è l'ultima, La regina dei vampiri, le altre mi hanno lasciato vagamente insoddisfatto. Rauch ha al suo attivo la sola I forzati di Dryfork, che devo dire ho trovato nel complesso ben sceneggiata, al pari di Zamberletti, fresco di esordio con Il monaco guerriero, di cui ho ampiamente parlato nel topic apposito (prova intermittente, con elementi da rivedere ed altri promettenti, che lasciano intravedere possibili margini di crescita). Infine, lo storico Claudio Nizzi, autore in passato di numerose pietre miliari della serie, ma la cui verve negli ultimi anni si è pressoché appiattita, fino a rasentare il mero compitino, con il risultato di storie che non solo non restano impresse, ma suscitano almeno in me un certo rammarico in ricordo delle perle di una volta.
  3. juanraza85

    [154/156] San Francisco

    Mi fa sempre un certo effetto tornare a leggere questa storia, soprattutto in considerazione del fatto che l'albo di mezzo, da cui trae il nome l'intera avventura, è il primo albo di Tex in assoluto che acquistai presso un'isola dell'aeroporto di Fiumicino in un rovente pomeriggio di fine giugno 2001, e che lessi durante il viaggio verso l'isola di Reunion, facendomi dunque innamorare di questo fumetto. Lascio quindi immaginare il mio sconcerto quando mi sono reso conto che, al contrario di quel che ricordavo, non le avevo dedicato alcun commento in questa sezione. Eccomi dunque a rimediare, ed inizio subito con il dire che in questa storia non manca davvero nulla, tutti i canoni della texianità sono rispettati: azione, imprevisti, scazzottate, repulisti di delinquenti, trionfo della giustizia, senza trascurare una discreta dose di ironia, nel più tipico stile di Gianluigi Bonelli. Di straordinaria fattura i disegni di Galep, impeccabile sia nel raffigurare la vita urbana di San Francisco che la routine (si fa per dire, con Tex ed i pards imbarcati!) a bordo della nave, per tacere della violenta tempesta che si scatena alla fine, e che rischia di vanificare la liberazione di Kit, prigioniero di capitan Barbanera. Un personaggio assai complesso, il vecchio Drake (nomen omen, del resto), che mi risultò tutto sommato simpatico e soprattutto interessante sin dalla prima lettura dell' albo singolo: aspetto poco raccomandabile, ma lupo di mare di prim'ordine; contrabbandiere senza scrupoli, ma a suo modo persona di parola; impossibile da etichettare, quindi. Non da meno il suo eterno rivale Billy Bart, cui Tex si rivolge per salvare il figlio dal destino cui Diamond Jim lo aveva condannato, incaricando Barbanera di abbandonarlo in uno sperduto isolotto per una vendetta trasversale ai danni di Aquila della Notte. Audace e rischioso come poche altre volte il piano ordito da Tex per liberare Kit, arruolandosi a bordo del Black Shark di Drake e filandosela su un guscio di noce, tra pallottole fischianti ed onde minacciose. Da antologia, a mio parere, la fase preparatoria all'arruolamento del "marinaio" Tex imbastita da GLB, tra l'epica scazzottata nella taverna di Nakalele e l'ancor più epico siparietto tra il Ranger ed il barbuto Drake, tra minacce, battute e balle . Non meno memorabile, in ogni caso, anche la precedente rissa scatenatasi a Frisco tra il locale di Diamond Jim e la funeraria del suo alleato Li-Wang, grazie anche alla partecipazione della simpaticissima cricca di Lefty Potrero e delle dame della Santa Lega . Unica mezza delusione, l'inconsistenza del gangster Diamond Jim, machiavellico nel pianificare e mettere in atto il rapimento di Kit ma pressoché nullo nel tenere testa alla furia di Tex.
  4. juanraza85

    TOP 12 Mauro Boselli

    Colorado Belle rientra giustappunto nel novero di quelle storie di Boselli che, con rammarico, ho infine escluso dalla top 12 boselliana. Inutile specificare, dunque, che condivido appieno il tuo pensiero.
  5. juanraza85

    TOP 12 Mauro Boselli

    Dopo tanto rimuginare, ed al netto di dolorose esclusioni, posto a seguire la mia personalissima top 12 boselliana, attingendo sia alle storie della serie regolare che a quelle degli Speciali. Come mia abitudine, ho voluto dare alla mia top 12 un ordine decrescente, dalla meno gradita tra le preferite alla prediletta in assoluto. 12) I Lupi Rossi 11) Il ritorno del Morisco 10) I razziatori del Nueces 9) Il segno di Yama 8) La grande invasione 7) Patagonia 6) L'ombra del Maestro 5) Il magnifico fuorilegge 4) Nueces Valley 3) Tex l'inesorabile 2) Gli Invincibili 1) Il passato di Carson P.S. Auspico, naturalmente, che il suo meglio Boselli debba ancora scriverlo 😉..!!
  6. juanraza85

    Ristorante Tex

    Per te in effetti sarebbe decisamente più comodo dal punto di vista logistico rispetto - credo - a buona parte di noi !!
  7. Lungi dal gridare al capolavoro, poiché evidentemente di capolavoro non si tratta, mi sento di affermare che, per quanto mi riguarda, la prima fatica texiana di Zamberletti non è nel complesso uscita così male. Al netto di alcuni un po' troppo scontati, soprattutto nella prima mezza parte di storia, e dello scarso utilizzo e della ancor più scarsa valorizzazione della marmaglia dei guardiani della ferrovia, io l'ho comunque trovata una storia tutto sommato passabile, che ho letto senza sbadigli, e mi ha fatto apprezzare la prova ai disegni di Candita, per me più che buona. Zamberletti, a mio avviso, a caratterizzato al minimo sindacale anche gli altri personaggi con cui Tex e Carson hanno avuto a che fare, a partire da Lai Chen, cui il secondo albo è addirittura intitolato: a parte lo sfoggio della sua bravura nelle arti marziali, non si capisce ad esempio come e perché un monaco shaolin sia andato via da San Francisco per andare a lavorare come operaio in uno sperduto cantiere ferroviario in Arizona. Stesso dicasi per gli occasionali alleati dei due pards (il dottor Cabot e la figlia Susan, nonché il vice sceriffo Madison), ed altrettanto per gli inconsistenti antagonisti (il corrotto sceriffo Wake ed i tre balordi al servizio della compagnia ferroviaria, Carrey, Getty e Blanco). In compenso, ho apprezzato non poco lo spazio e la valorizzazione che sono stati dati al Vecchio Cammello, che semmai ci fosse bisogno di ricordarlo ha svolto egregiamente la propria parte in solitaria, tenendo testa senza patemi agli sgherri del cantiere (a proposito, appunto, di marmaglia inconsistente!), ma in perfetta simbiosi con Tex. Non banale neanche il finale: vero che, in un certo senso, Tex e Carson devono incassare il colpo per trovarsi di fatto impossibilitati a fare giustizia a 360 gradi, quasi come se Zamberletti avesse inteso rimarcare che nemmeno loro possono estirpare del tutto certi mali del mondo, ma i due pards non rinunciano comunque a far pentire il gran capo della Western Railway della sua boria ed arroganza da "padrone delle ferriere".
  8. juanraza85

    Il prezzo degli albi di Tex

    Sottoscrivo appieno il concetto espresso da @Condor senza meta. L'impressione è che la scelta dei piani alti della SBE di aumentare nuovamente il prezzo degli albi, oltretutto ad un paio d'anni di distanza dall'ultima volta, celi il presupposto che, tanto, gli appassionati siano disposti a spendere qualsiasi cifra per leggere i loro fumetti preferiti. Il rischio che la fascia ancora larga dei lettori affezionati finisca per assottigliarsi a quattro gatti non credo sia immediato, ma nemmeno è da escludere che possa verificarsi gradualmente ed a lungo andare. Confido, dunque, che nelle uscite del prossimo mese la SBE possa illustrare in maniera esaustiva i motivi di tale decisione.
  9. In linea di principio non posso che essere d'accordo, tuttavia credo sia un dato di fatto che, soprattutto negli anni recenti, i Maxi hanno deluso le aspettative di una buona fetta di lettori di Tex, almeno a giudicare da quel che abbiamo potuto leggere qui sulle pagine del TWF. Sempre attenendoci agli ultimi 6 o 7 anni, personalmente ho gradito appieno e senza riserve solo il magnifico Nueces Valley del 2017 e I tre fratelli Bill dello scorso ottobre; negli altri casi, in tutti gli altri casi, dire che sono rimasto deluso è un eufemismo. Di conseguenza, benché lungi dal lasciarci condizionare da sin troppo facili pregiudizi, bisogna purtroppo constatare che l'impressione che sui Maxi vengano dirottate storie di livello inferiore qualche fondamento potrebbe averlo... Ce lo auguriamo tutti, credo, come allo stesso modo sono certo che tutti saremmo felici di leggere due belle storie su questo Maxi in uscita tra un mese . Naturalmente, ed anzi a dimostrazione del fatto che le impressioni spesso non sono accompagnate da elementi concreti, accade talvolta che anche storie della serie regolare possano non essere giudicate all'altezza ...
  10. La copertina, anch'essa in linea con l'impostazione del mese volta a celebrare i primi 80 anni della SBE, non mi fa impazzire: non per i quattro pards in primo piano (che sembrano prossimi e smaniosi di entrare in azione, immagine di per sé stupenda), quanto per lo sfondo bianco, che a me risulta alquanto anonimo. Per quanto riguarda le due storie, direi che promettono di essere di puro stile western, senza ulteriori fronzoli. Relativamente alla prima, speriamo che Nizzi riesca a regalare un po' di brio in più rispetto alle più recenti prestazioni, limitate in sostanza al mero compitino, mentre dalle anteprime devo anche io convenire che i disegni di Torti, nel classico bianco e nero, sembrano rendere assai meglio rispetto alla sua precedente prova sul Color 2019, tanto da ricordarmi, sia pure molto vagamente, il primo Ticci. La seconda, invece, sarà illustrata da Ruju, ed essendo stata destinata - quando non dirottata - al Maxi non mi aspetto una prova di livello superlativo, e mi accontenterei di una storia dignitosa. Circa i disegni di Mauro De Luca postati in anteprima, invece, confesso di non essere riuscito a farmi un'impressione ben definita, che potrò acquisire solo sfogliando le pagine del Maxi. Ragione in più, quindi, per non rinunciare a priori all'acquisto dell'albo .
  11. juanraza85

    [726/727] Il pistolero vudu

    A differenza del pard @virgin, la copertina dell'albo di aprile non è particolarmente di mio gusto: se l'immagine alle spalle di un Tex in posa d'effetto fosse estesa su tutta la superficie, la riterrei di grande impatto, ma confinata così sullo sfondo, a mo' di cartolina, non mi fa impazzire. Considerandone la funzione celebrativa per gli 80 anni della SBE, comune da quel che vedo a tutte le uscite delle serie regolari del prossimo mese, posso accettarla come eccezione che conferma la regola, ma preferisco di gran lunga il formato classico. Soffermandomi invece sulla storia che leggeremo, indubbiamente un avversario mosso da motivazioni che affondano nello spiritismo non può non suscitare una legittima curiosità e buone aspettative. Vedremo se Ruju riuscirà a trovare la definitiva consacrazione texiana, e mi aspetto parimenti molto dai disegni di Ramella, che sulle pagine di Magico Vento è sempre stato impeccabile nel trasmettere attraverso la sua matita inquietudine mista ad azione.
  12. juanraza85

    Ristorante Tex

    Manca una fetta di torta di mele, anche quelle buonissime in zona. Giusto, avevo dimenticato il dolce ..! Essendo il locale in Trentino, non possono certo mancare dolci alle mele, oltre ad una classica torta non avrei problemi a concedermi una variazione ed optare per un ottimo strüdel ... Se non ricordo male in un episodio Carson manifesta tutta la sua riluttanza verso pesce e simili. Sto spremendo le meningi ma non ricordo l'albo esatto In ogni caso, in trentino opterei anch'io per un menù più texiano Varie volte, in verità, Carson manifesta la sua riluttanza a mangiare il pesce. Me ne sovvengono due in particolare. Nel # 326 Desperados, a proposito di pesce dice: "Ne vado matto! Purché sia della razza a quattro zampe e con tanto di coda e di corna!"; nel # 457 Catena di omicidi, invece, afferma chiaramente: "A me il pesce fa venire l'orticaria!". In ogni caso, ed a maggior ragione dopo avere letto anche io una delle recensioni sul locale, anche io sono del parere che sedersi in un ristorante trentino ed ordinare piatti di pesce rasenta l'assurdo... Anche se, per carità, de gustibus...
  13. juanraza85

    Ristorante Tex

    E so già che cosa ordineresti. Bistecca alta tre dita letteralmente sommersa da una montagna di patate fritte, il tutto accompagnato da birra a volontà (che, data la zona, dovrebbe senz'altro essere buonissima ed artigianale) ...
  14. juanraza85

    Ristorante Tex

    Semmai un domani mi trovassi a passare da quelle parti lo proverei senz'altro
  15. Chiaramente, non intendevo né intendo mettere in dubbio la tua annosa e comprovata esperienza in materia, questo mi preme sia chiaro . Può anche darsi che io non abbia colto appieno il senso del quesito posto da @San Antonio Spurs, tuttavia mi sia concesso di continuare ad essere del parere che titolare un albo Il messaggero cinese (aridaje !) e poi in copertina optare per un'immagine in cui Tex si scazzotta con un maori forse non è stata la migliore delle scelte possibili. Certo, sono parimenti dell'avviso che una cover, per essere efficace, deve anzitutto essere d'effetto ed al contempo non essere rivelatrice, ma secondo il mio modestissimo parere sarebbe meglio ancora se non riportassero immagini che si distanziano troppo da quello che è il titolo prescelto e ciò che esso vuole trasmettere .
  16. Opinioni... Ed in quanto tali legittime, ma soggettive e dunque opinabili...
  17. juanraza85

    OSCAR TEXIANI PER IL 2020 (FINALISSIMA)

    Non ho potuto che confermare i voti che diedi nel turno precedente: Tex l'inesorabile miglior storia e miglior copertina, i tre Bill migliori personaggi. Le motivazioni, va da sé, sono le medesime già espresse...
  18. Indubbiamente, la lunga saga di Tex è contraddistinta, a fronte di innumerevoli copertine memorabili, anche di copertine che non riescono ad essere anticipazione fedele di quello che si rivela poi il contenuto dell'albo, e che @San Antonio Spurs ha secondo me opportunamente definito "fuorvianti". Partendo dal presupposto che si tratta sempre e comunque di considerazioni molto soggettive, di esempi se ne possono portare parecchi. Così di getto, mi sovvengono immediatamente due esempi su tutti. In primis, la copertina di Le foreste dell'Oregon, in cui Tex impartisce uno dei suoi micidiali pugni ad un energumeno. Effettivamente, nella storia assistiamo a questo episodio, ma trovo che la cover non rispecchi molto il titolo dell' albo (forse, si poteva anche scegliere un titolo differente, ma è un altro discorso). Discorso della stessa caratura, e forse ancora più calzante, per la copertina de Il messaggero cinese, in cui Tex si confronta con quello che sembra subito essere (e poi si conferma tale) un colosso maori. Anche qui, la cover prescelta non offre alcun richiamo al titolo scelto.
  19. juanraza85

    [113/115] Tra Due Bandiere

    Bellissima avventura di Tex, quella che tratta nella maniera di gran lunga più diretta l'esperienza di Tex durante la Guerra di Secessione, e che tramite la sceneggiatura di Gianluigi Bonelli ed i disegni di un Galep nel suo periodo di maggior splendore ci illustra compiutamente la lucida contrarietà del Nostro al conflitto, da lui condivisibilmente considerato una immane ed insensata follia alla quale, paradosso dei paradossi, egli e Damned Dick si ritrovano costretti a partecipare a causa di alcune sfortunate circostanze, che il loro amico Rod Vergil contribuisce non volendo ad innescare. Gli eventi successivi alla separazione da Rod, che decide di arruolarsi sotto la bandiera confederati, altro non sono in fondo che una fedele metafora di quel che avviene a chiunque si trovi a vivere in una zona di conflitto: volenti o nolenti, il mostro non ti lascia in pace, ed in un modo o nell'altro è impossibile ed utopistico riuscire a mantenersi neutrali e non coinvolti. Tutti elementi, questi, che Glb inserisce con sapienza nella storia, che culmina con una delle scene più toccanti della saga intera, che rivela una volta per tutte la vera faccia della Guerra (non c'è nulla di eroico, solamente dolore e sofferenze), ed al contempo da solo regala alla storia la sua immortalità: la battaglia di Shiloh si è appena conclusa, e Tex e Dick, appena giunti sul luogo, hanno il dolore di incontrare il loro amico Rod, che fa appena in tempo a salutarli per l'ultima volta prima di morire tra le braccia di Tex. Una scena da brividi lungo la schiena, conclusa degnamente dal discorso di Tex e dal fucile spezzato, elemento quest'ultimo forse un po' plateale ma senza dubbio molto significativo. A differenza del mio quasi omonimo @Juan Ortega, io non ritengo una carenza della storia la scarsa caratterizzazione degli ufficiali che compaiono, dal momento che il tema di fondo, a mio avviso, non è il combattimento in sé, ma la sua insensatezza di fondo; di conseguenza, gli attori restano sostanzialmente irrilevanti, conta solo (purtroppo) il tragico risultato.
  20. juanraza85

    [Texone N. 23] Patagonia

    Un Texone tra i migliori di sempre, senza dubbio, nonché forse il più epico di tutti. Tex e Kit, affiatati forse come poche altre volte, si recano nell'opposto emisfero con l'intento di provare a far sì che l'avanzata della cosiddetta "civiltà" non comporti anche in Argentina gli stessi danni che ha ormai irreparabilmente causato nell'Ovest americano. Chiamati da un vecchio amico di Tex, il maggiore Mendoza, con il preciso obiettivo (insieme alla speranza) di assoggettare definitivamente le tribù ostili della Patagonia facendo le opportune distinzioni, ben presto gli eventi prendono una piega imprevista: il capo di stato maggiore, di posizioni moderate, viene a mancare sul più bello, e colui che gli subentra ordina guerra senza quartiere, e senza distinzioni tra indios ostili ed indios moderati. Tex e Mendoza, da amici quali sono sempre stati, si trovano improvvisamente uno contro l'altro: Aquila della Notte e Piccolo Falco, difatti, al momento decisivo non esitano un solo istante a disertare e mettersi dalla parte dei fieri indios della Patagonia (né più né meno, per inciso, di quanto il giovane Tex aveva fatto molti anni addietro in Florida), condividendone sofferenze e patimenti, tra una drammatica battaglia contro i militari argentini presso il Nido del Condor (citazione di derivazione dampyriana, forse?) ed un'altrettanto drammatica traversata delle Ande. Da brividi, in tutto ciò, il commosso e commovente saluto dei due Willer prima della partenza della gran parte delle tribù riunite verso il Cile, dove il giovane Kit è incaricato di scortarle, mentre Tex ha la grande "opportunità" (rigorosamente tra virgolette, poiché certo ne avrebbe fatto a meno) di prendere parte attiva ad un vero e proprio scontro di civiltà, combattendo per il diritto di esistere di un popolo fiero ed irriducibile, del quale sembra far parte da sempre, uscendone vincitore non sul piano bellico ma su quello morale. Contestualmente, un'ulteriore lieta nota nel finale è data dal riavvicinamento tra lui e Mendoza, che ha l'occasione di dimostrarsi una volta per tutte un uomo d'onore e la sfrutta appieno. Pazienza, dunque, se Boselli si è concesso qualche piccola licenza circa la storicità degli eventi che fanno da sfondo alla vicenda, se poi il risultato è una delle più avvincenti storie texiane di sempre, in più impreziosita dai disegni di un Maestro del fumetto come Pasquale Frisenda.
  21. Per come conosciamo il Vecchio Cammello, è probabile che sia come dici tu ..! E' vero !!!
  22. Finalmente il giovane Kit Carson in azione! Sono davvero curioso di vedere come la sua missione andrà ad intersecarsi nell'economia della storia con l'avventura di Tex, senza trascurare vere e proprie chicche come la comparsa di Ray Clemmons e Donna Parker (il che, dunque, lascia desumere un probabile nesso con Il passato di Carson) ed il ritorno di Birdy versione ventenne, dopo la rocambolesca prima apparizione in Sfida nel Montana. Su basi del genere, le aspettative per questa storia non possono che essere decisamente elevate...
  23. Ovvio che il simpatico Jimmy non avrebbe mai potuto essere un pards del livello di Kit Carson, per cui era chiaro che prima o poi il loro rapporto si sarebbe concluso. Certo, devo dire che io non mi sarei aspettato si potesse interrompere in maniera così brusca; in realtà, tra me avevo ipotizzato potesse finire per rimanere a Las Cruces con Soledad, che tramite lui avrebbe finito per dimenticare presto Tex... In ogni caso, anche a me è dispiaciuto sia finita così.
  24. La collina della morte (# 471) e Testimoni d'accusa (# 472) . Per tornare all'argomento del topic, devo confessare che Mac Parland è un personaggio che non mi ha mai particolarmente entusiasmato, forse perché poco valorizzato, ovvero adoperato negli anni più come richiedente aiuto a Tex che come partecipante attivo alle missioni per le quali chiede il suo aiuto. Anche se, va riconosciuto, il suo apporto contro la figlia di Satania non è stato poi così irrilevante.
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