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ymalpas

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  1. ymalpas

    Su Nizzi e Letteri

    Vero anche questo. Il 1992 è l'anno in cui Letteri, finita la lunga storia di Nolitta, ha bisogno di una nuova sceneggiatura. La logica suggerirebbe che Nizzi gliene scriva una. Canzio chiama Nizzi e gliela chiede. Nizzi sta vivendo la sua crisi. A Nizzi la domanda l'ho fatta io tramite Guarino: Nel 1992 Nizzi scrive ancora per Letteri.
  2. ymalpas

    Su Nizzi e Letteri

    La tua tesi è questa, ignora però che Letteri si occupa di tante storie brevi mentre contemporaneamente disegna anche le storie "lunghe" di Nizzi, non solo le ultime due rimanenze impubblicabili di GLB. E non perché fosse mal visto in redazione, il fatto è che era velocissimo. La versione corretta de La minaccia invisibile è disegnata in meno di un mese. Poi parti dal presupposto che i rapporti tra Nizzi e Letteri fossero talmente deteriorati da impedire una loro collaborazione: certo non erano idilliaci (anche per il carattere chiuso e riservato di Letteri, un vero orso) ma tali da pregiudicare la produzione di nuove storie (sarebbe una cosa gravissima) firmate dai due autori. Non abbiamo nessuna notizia "confermata" che la realtà fosse veramente questa. Resta un'illazione. Parliamo di Marcello. Nizzi lo segnala al Sergione non appena ha notizia del suo ritorno in Italia. Nasce il texone, subito bocciato, poi pubblicato sulla serie regolare. Segue una nuova storia di Nizzi, "Yucatan", interrotta a fine 1991 dopo un albo e ripresa e finita tre anni dopo. Con la crisi di Nizzi nel primo semestre 1992 il disegnatore passa a Boselli (prima Zagor e poi Tex) e non disegna più per Nizzi. A cui Marcello non piaceva. Litigio anche in questo caso ? Non direi. Quando Nadir Quinto si propone in redazione, siamo più o meno negli stessi anni, a Sergio e Nizzi scappa una battuta di quelle che non posso riportare su questa pagina. Nizzi collabora con Quinto, che era un suo vecchio disegnatore ai tempi del Giornalino, controvoglia, la storia difatti è un polpettone. Quinto muore, con la storia finita o quasi, il Sergione la paga alla famiglia ma non la pubblica, la dà da ridisegnare a Fusco. Litigio anche con Quinto ? No. Nizzi collabora anche con autori che non gli piacciono, salvo liberarsene alla prima occasione. E' chiaro che quando ritorna nel settembre 1992 a scrivere le prime pagine post crisi, gli autori sono Villa, Ticci, Civitelli (e Monti), Bernet, gli altri, Letteri e Marcello, passano agli autori esordienti. Si sceglie i suoi collaboratori, è normale, questo avviene dappertuitto, non solo alla SBE.
  3. Più che altro sembra un remake di storie gia lette e rilette. Se la si riassume in quattro o cinque righe, come suggerito, la cosa è evidente.
  4. ymalpas

    Su Nizzi e Letteri

    Riassumo per quanto sia possibile oggettivamente i dati: a) Negli anni ottanta Letteri disegna per Nizzi cinque storie a partire dal 1983 (I delitti del lago ghiacciato) fino al 1987 (L'uomo serpente). Data la velocità del disegnatore praticamente scrive per lui una storia all'anno (eccetto nel 1986). Da questo momento non collaborano più, eccetto il Maxi Tex iniziato nel 2004 e pubblicato nel 2006 e due storie di una pagina "Agente indiano" e "La carovana" risalenti ai primi anni del 2000. b) Negli anni ottanta, quando Letteri non è impegnato con le storie di Nizzi, è l'autore di cinque storie di un albo (da "Il segreto della Sierra Madre" a "Il medaglione spagnolo"), di cui quattro pubblicate dopo il numero 290. Conclusione Letteri si occupa delle cosidette rimanenze o storie abbozzate da GLB. c) Come Letteri, anche Monti è usato per disegnare storie brevi di un albo. Non è però un disegnatore navigato, alla Bonelli si è occupato solo di compiti redazionali come grafico, in più è estremamente lento. Negli anni ottanta disegna anche lui sei storie (da Le terre calde" a "Polizia indiana"). Le prime tre sono di Bonelli (due appartengono ai primi anni ottanta quando Nizzi non lavora ancora nella casa editrice e una, "Uno sporco imbroglio", è per me una rimanenza di magazzino. Conclusione: negli anni ottanta Monti lavora per Nizzi nella realizzazione delle storie di un albo, iniziando dal 1984 con "Gli avvoltoi" fino al 1987 con "Polizia indiana" (che è di due albi). Non si tratta di "rimanenze" ma di storie "brevi scritte apposta per la lentezza del disegnatore, l'ultima su spunto dell'editore. d) Villa e Civitelli, nei loro primi anni, realizzano rispettivamente una ("Il ranch degli uomini perduti") e due storie di un albo ("Gringos" e "La città corrotta"). Conclusione: anche loro, essendo giovani, sono scelti per occuparsi delle ultime storie pubblicate di GLB. Di queste tre storie solo l'ultima è sicuramente contemporanea, probabilmente del 1984 o 1985. e ) Abbiamo avuto recentemente una conferma (la storia di Ticci del n° 199) che Sergio non disdegnava di mettere alcune storie (terminate o no) nel cassetto. Negli anni ottanta lo fa con il Texone di Buzzelli. E' tentato di farlo con il maxi Tex "Oklahoma". Dimentica nel cassetto il maxi Tex di Manfredi e poi il texone di Seijas. La stessa cosa avviene con il Texone ancora alle prime pagine di Nizzi e Arias. In tutti i casi si tratta di storie non pubblicabili sulla serie regolare o che contengono delle particolarità che ne impediscono la pubblicazione (le donnine di Seijas, per esempio). f) Tra le pagine nel cassetto finiscono anche alcune storie "brevi" del padre considerate deboli o necessariamente da revisionare. Quali siano le storie finite nel cassetto e quali siano le storie scritte, corrette e subito pubblicate non abbiamo informazioni per affermarlo e dobbiamo affidarci a congetture. Le rimanenze sono quasi sicuramente da individuare nelle ultime storie pubblicate, di sicuro è una rimanenza "Il medaglione spagnolo" per la stessa ammissione di Sergio Bonelli. Un altro fattore da considerare è insito in quelle storie di cui sappiamo esserci stato un lavoro redazionale di revisione ("Tex 300", "La minaccia invisibile", "Il ranch degli uomini perduti", "La città corrotta", "Terra Violenta" e "Il medaglione spagnolo"). Trattandosi di storie disegnate da Letteri (e Villa e Civitelli) potremmo aggiungere alla lista delle "corrette" anche "Luna comanche" e "Gringos". Non c'è lavoro revisionale invece in "Uno sporco imbroglio" e "Geronimo" che sono ritenute (ahinoi) pubblicabili come sono o mancava in quegli anni un editor (Scalvi). g) Quali sono le rimanenze di magazzino certe ? Non ne ho idea. Quasi certamente lo sono "Terra Violenta", "Gringos", "Il ranch degli uomini perduti, "Luna comanche", "Uno sporco imbroglio". Qualche dubbio è lecito su "Tex 300" che segnava un punto di arrivo e che GLB probabilmente desiderava scrivere, insomma non ce la vedo la redazione ricorrere a degli scarti per un numero centenario. Le storie "Geronimo" e quelle precedenti potrebbero ancora essere delle storie scritte in vista della pubblicazione, qui vale il discorso di Mister P e di Diablero, abbiamo un autore stanco, capace ancora di qualche fiammata, ma anche di piccole storie che un tempo sarebbero state capolavori (il complotto, Tex contro Mefisto, "Geronimo"). h) Per giungere a una conclusione, Letteri disegna "Il medaglione spagnolo" perché è lui il disegnatore a cui vengono affidate le ultime rimanenze di Bonelli. Questo non esclude il discorso di Diablero per cui dalla fine degli anni ottanta i due autori abbiano finito per litigare e poi Letteri sia passato a Boselli. Però è un fatto che sia sempre lui l'autore chiamato a disegnare storie "particolari", per esempio "La minaccia invisibile" di Mauro Boselli (che porta tracce anche di Giorgio e GL Bonelli, oltre a Sclavi), per esempio la prima storia di Berardi destinata alla serie regolare e poi relegata in uno speciale, il lungo "polpettone" degli uomini giaguaro dello stesso Sergio. Insomma è vero che se c'era una certa antipatia, ci sono state anche delle iniziative collaterali che hanno allontanato il disegnatore da Nizzi, che stava salvando Tex ma iniziò a firmare le storie solo nel 1988, non dimentichiamolo. Questo è il solo punto in cui siamo in disaccordo. Però riconosco che le ultime due "Terra violenta" e "il medaglione spagnolo" appartengono alla categoria delle impubblicabili. Tra l'altro è Nizzi che si occupa dell'editing di "Terra violenta", interviene pesantemente facendo sparire anche il personaggio di Tiger (se non ricordo male), alla fine ne esce una storia appena pubblicabile. L'ultima "Il medaglione spagnolo" di cui si occupa invece Sclavi, poco o niente può, Sergio se ne rende conto benissimo e scrive il lungo editoriale scusandosi con i lettori: non avevano proprio nient'altro da pubblicare quel mese. Nel mio testo manca effettivamente una virgola. Vedi l'importanza della punteggiatura!
  5. ymalpas

    Su Nizzi e Letteri

    Vero. Non cambia di una virgola il discorso, anzi lo rafforza. Monti disegna la breve di Nizzi successiva, "Gli avvoltoi". Prima del numero 250, le storie disegnate da Letteri per GLB sono: Ombre dal passato ( neanche due albi) Scacco matto (circa un albo) La piramide misteriosa (neanche due albi) Il complotto (circa un albo) Bisogna arrivare a Tucson per trovare GLB/Letteri con una storia di tre albi. Se è vero che la media di Nicolò del periodo è di poco superiore (due albi a storia), possiamo dire che dal 1977 a Letteri sono destinate storie "riempitivo" o potenziali grandi storie mancate ("Il complotto", "La piramide misteriosa"). Negli anni ottanta la redazione ha continuato su questa falsariga assegnandiogli anche le storie che rimanevano perché incompiute o non giudicate all'altezza: questo perché GLB non scriveva più o lo faceva saltuariamente, come nel caso de "Un mondo perduto" su soggetto del figlio, forse "Tex 300" (completata e rifinita da Sclavi), "La minaccia invisibile" (soggetto e sceenggiatura di Boselli/Sclavi) e per certo "La città corrotta" (di cui trenta pagine di Sclavi) forse l'ultima storia scritta da Bonelli in senso cronologico. Negli anni novanta. Infatti non lo affermo con certezza, anzi dico che questo vale sicuramente dal 290 in poi, che poi è la stessa cosa che dici tu.
  6. ymalpas

    Su Nizzi e Letteri

    Il mio pensiero è che tutte le storie di GLB pubblicate almeno dopo il numero 290 siano da considerarsi alla stregua di riimanenze di magazzino se non vere e proprie rimanenze di magazzino, storie come "Uno sporco imbroglio", "Luna Comanche", "Tex 300", "Il ranch degli uomini perduti", "Gringos!", "Il pueblo nascosto"", "La città corrotta", "Terra violenta" e infine "Il medaglione spagnolo", storie che hanno subito profonde revisioni redazionali se non vere e proprie riscritture, come nel caso de "La minaccia invisibile" da parte di Sclavi (poi anche Nizzi). Andando indietro nel tempo, la storia (283) "Geronimo" pare una storia scritta, abbandonata e poi ripresa. "Un mondo perduto" è una storia nata per fare un piacere al figlio Giorgio e difatti ha il soggetto brutalmente sforbiciato. "Bandoleros" e "Dinamite" sono altre storielle che puzzano di rimanenza di magazzino. Concludendo, l'ultima vera storia scritta da GLB in vista della pubblicazione è più che "Il segreto della sierra madre" (altra storia di Letteri che puzza di rimanenza) l'ultima con Mefisto e Yama (inizio lavorazione nel 1980 circa), anche questa divisa in due parti nettamente distinte, segno che ormai di scrivere storie lunghe non ce la faceva proprio più. Appena è arrivato un disegnatore (Nizzi) in grado di accollarsi in maniera accettabile il compito di scrivere le nuove storie, padre e figlio hanno smesso di scrivere per Tex (il Sergione ha continuato per un po', probabilmente fino al 1982/1983 con "il colonnello Watson", poi una volta sicuro ha mollato. Tutto questo discorso per dire che se "Il medagloine spagnolo" è affidato a Letteri è perché negli anni ottanta era principalmente lui a occuparsi di queste rimanenze (Il medaglione spagnolo", "Terra violenta", "La minaccia invisibile" ), seguito a ruota dai nuovi arrivati Civitelli ("Gringos!" e "La città corrotta" ) e Villa ("Il ranch degli uomini perduti"). Il numero 300 non poteva non essere disegnato da Galep. "Luna Comanche" è invece di Monti, altro disegnatore factotum da considerarsi alla stregua di Letteri. "Geronimo" è di Ticci, MA nell'idea iniziale doveva essere una storia di grande respiro con un personaggio che è il più conosciuto tra quelli storici, invece è la storia che è, con stranezze e dimenticanze. Letteri, come Font, potevano piacere poco a Nizzi, ma non credo proprio che a metà anni ottanta lui imponesse le sue scelte in redazione. Letteri lavora sul balenottero di Berardi e poi sulla lunghissima degli uomini giaguaro per SergioBonelli come se fosse a tutti gli effetti una specie di jolly, un disegnatore svincolato in grado con la sua velocità di sopperire confezionando in tempi rapidissimi brevi storie (rimanenze) per coprire i buchi e dare respiro a Nizzi oppure storie lunghissime. Per Monti vale in parte lo stesso discorso di Letteri: da revisore e correttore redazionale solo gradualmente conquistò la dignità di disegnatore di Tex prima con le storielline "Le terre calde", "Bandoleros", "Uno sporco imbrioglio", "Luna comanche", "Il pueblo nascosto"" (tutte probabili rimanenze) e poi alcuni brevi per Nizzi. Non è che Monti disegnò le ultime di GLB perché fosse un disegnatore particolarmente a lui caro, furono scelte redazionali: l'idea che Letteri non disegnasse storie di Nizzi perché non gli piaceva è dunque IMO da considerarsi sbagliata nel fondo.
  7. ymalpas

    Le tre migliori storie di sempre

    Queste le mie tre: La cella della morte Furia rossa Seminoles
  8. ymalpas

    [199] A Sud Di Nogales

    Se le tavole di Ticci furono messe da parte il fatto è quasi certamente da addebitare alla "gliglia" non canonica delle tre strisce (o quattro), come vediamo per Galep. Altrimenti sarebbe stata finita oppure allungata, non c'era ragione di interromperla, in anni in cui i tempi di lavorazione e pubblicazione erano strettissimi. Un'ulteriore conferma a quanto detto sopra. E' stato fatto un rimontaggio artigianale delle vignette . Corteggi ? Questo progetto era ancora ben stampato nella mente della SBE quando si sono scelte queste due storie (scelta ovvia per Galep, meno per Ticci), oppure si è trattato di una mera scelta casuale (ci si è messo di mezzo il destino). Quando parlo di rimpianto mi riferisco ovviamente ai cartonati di Nicolò, Letteri, Fusco (forse anche Muzzi), nonché di altri autori internazionali di quegli anni che forse avrebbero accettato gli inviti di Sergio di fare una storia unica di Tex e con un numero limitato di pagine, una cinquantina come nel caso de "Gli sterminatori" di Galep. Il progetto dei Texoni nascerà solo vent'anni dopo, ma l'editore ci provava già dagli anni sessanta. Una perdita considerevole, direi, per noi lettori. Da notare che al posto di questi cartonati avemmo invece la collana "Un uomo un'avventura" (anche per saggiare i possibili disegnatori che si sarebbero potuti cimentare: immaginate un cartonato di Tex di Hugo Pratt) e i cartonati della CEPIM, ad iniziare da "Tex contro Mefisto".
  9. L'ultimo albo in edicola, se non fosse per il "continua" presente nel numero precedente, potrebbe essere considerato il primo di una nuova storia. In effetti debutta con un vignettone e conserva un carattere introduttivo, stavolta abbastanza noioso, rispetto ai due albi che leggeremo a gennaio e febbraio. Capisco le reagioni del raccontare e mettere a posto i tasselli del passato di Tex, è il prezzo da pagare per una serie che deve costruirsi lo scheletro. Il personaggio del ladro di cavalli quasi una spalla alla Cico, mi chiedo quanto ancora dovremo ritrovarcelo tra i piedi, dal momento che una presenza così massiccia per un character creato ex novo mi sembra piuttosto ingombrante. La piccola messicana, invece, disegnata divinamente da Brindisi, ricorda Lupe (e tutte le altre eroine dei primi numeri che restavano folgorate dal giovane Tex), questo perfettamente in linea dunque con i primi albi a striscia degli anni quaranta.
  10. ymalpas

    [199] A Sud Di Nogales

    Siamo finalmente in grado di fare chiarezza su questo piccolo tassello di storia editoriale di Tex, grazie a Giancarlo Malagutti cui mi ero rivolto e che ha avuto recentemente la possibilità di parlarne direttamente con Ticci. Riporto le sue parole: Quindi, concludendo, alla fine degli anni sessanta o primi anni settanta, Sergio Bonelli ebbe l'idea di lanciare una nuova collana natalizia probabilmente di cartonati e commissionò un paio di storie a Galep e successivamente a Ticci. Quella di Galep, finita, fu poi indirizzata sulla serie regolare dopo che Sergio decise, per ragioni sconosciute, di non puntare più sul progetto. La storia di Ticci, che era ancora in lavorazione, fu invece interrotta e finì in un cassetto. Solo anni dopo, quando serviva una storia breve per il numero 199, il disegnatore potè completare quella storia. Nel frattempo il suo stile era cambiato e anche le vecchie tavole originali, che dovevano avere un'impostazione simile alla storia di Galep furono riadattate. Che dire, un editore lungimirante, avanti coi tempi, i cartonati di Tex nasceranno infatti solo (quasi) cinquant'anni dopo, resta il rimpianto per un progetto che sarebbe stato sicuramente bellissimo. Tavola con le indicazioni di colore originali a matita di Galleppini prevista per la strenna natalizia del 1970.
  11. Ho avuto problemi di connessione durante la sera di ieri quindi posso rispondere in questo topic solo ora. I difetti della storia di Nizzi sono quelli che hai elencato tu, inutile girarci intorno, infatti mi sarei dovuto arrampicare sugli specchi per trovare uno straccio di plausibili giustificazioni. Per cosa poi ? Il messaggio che volevo far passare è che quella di Nizzi è una storiella insignificante e che dato il numero delle pagine non c'è il tanto di intentare processi ma di leggerla senza farsi venire un'ulcera . Esattamente come le altre storie. Che, così come le abbiamo lette, mostrano - se usiamo la lente d'ingrandimento o lanternino - delle lacune. Per esempio Tex sottovaluta la ferita dello sceriffo nella storia di Boselli ma questo avviene fuori campo, una storia di 220 tavole avrebbe inscenato il ferimento e Boselli avrebbe spiegato meglio perché Tex non si accorge delle condizioni della gamba che poi sarà amputata, mettendo così fuori gioco lo sceriffo, l'unico che si sarebbe idealmente opposto al giudice nel processo farsa al malcapitato prigioniero. Invece abbiamo solo la vignetta di Carnevale che mostra una vistosa fasciatura grondante di sangue, che da sola avrebbe dovuto mettere in allarme il Ranger (fermo ancora alla ferita di striscio). L'errore di valutazione costa la vita di un giovane, esattamente com'era avvenuto al Tex di Nolitta in una storia assai criticata. Anche la storia di Ruju e Micheluzzi, con un ampio preambolo, avrebbe potuto specificare perché per il rapimento si assalta addirittura un treno. Vediamo solo questa sequenza finale di una storia che ha avuto un inizio e uno sviluppo precedente. La leggiamo senza porci domande proprio perché è lo spezzone finale che preso in se sarebbe assurdo nella sua logica. La storia di Liriti insiste sul comportamento di un colonnello dalle idee che definire contorte è poco. Però Liriti ha poche pagine a disposizione, in una storia più lunga le ragioni per giusticare il suo modo di fare si sarebbero potute trovare. L'ultima di Ruju è debole perché si basa sull'unico presupposto che Tex non possa aprire bocca dal momneot dell'incontro con Chaco fino al palo della tortura con la lama a un palmo dalle sue guance. Dura da far passare nonostante delle trovate da parte dell'autore degne di nota che per molti versi ne fanno una delle più apprezzabili tra le storie proposte in questo pacchetto. Il problema è che come personaggio è il prepotente che non si preoccupa di questi dettagli. Difatti la sfortuna sua è quella di imbattersi in Tex e non nello sceriffo.
  12. Premettendo che ho trovato tutto sommato ben scritte e piacevoli le cinque storie di questa raccolta (pur con i limiti rappresentati dal fatto che siano storie brevi, cioè istantanee che devono mostrare molto ma non possono spiegare tutto) vorrei inizialmente concentrarmi su quel fattore d'illogicità che IMO può attanagliarsi anche alle altre storie, non solo a quella di Nizzi dunque che pecca di quel "reato" d'indifferenza sul quale si è fermato esemplarmente poco sopra Diablero. Per quanto mi riguarda mi sono goduto tutte le storie, quanto segue è dunque solo da considerarsi un mero esercizio per dimostare che la lente d'ingrandimento non risparmia nessuna delle storie di questo lotto di cinque e che dunque non è un buon metodo, IMHO, per recensire delle storie che dovrebbero beneficiare, per la loro brevità, di tutta la nostra accondiscendenza. a) Nella storia di Boselli il personaggio del giudice Flanders è un bel esempio di irrazionalità: criminale nell'anima e forcaiolo misantropo, da un lato si muove sagacemente sul filo del rasoio della legalità e dall'altro manda stupidamente i suoi uomini ad accoppare i poveri cristi, il sadico il cui quoziente d'intelligenza appare sopra la media nell'ordire macchiavellici piani per accapparrarsi le terre dei vicini, insomma decade tanto da non distinguersi più con i modi di fare dei prepotenti grand'uomini (senza un bricciolo di arguzia) mille volte incontrati da Tex. Tinte forti per un personaggio forsennato dalla mente già intaccata non dai rimorsi ma dalla paura (per esempio nel circondarsi di uomini prezzolati e nel barricarsi nella sua villa quando scendono le ombre della notte), che continua però a compiere scelte contradditorie in barba a quanto appena detto sopra. b) Nella prima di Ruju è la storia che non regge: per organizzare il rapimento di un bimbetto si inscena addirittura una rapina a un treno. c ) Nella storia di Liriti colpisce meno l'ambiguità del ragazzino nel voler restare tra i comanches (che gli hanno scalpato i genitori) quanto piuttosto l'ottusità del comandante del forte nel volerlo riportare a tutti i costi nel mondo civilizzato vanificando così tutti gli sforzi fatti da Tex a favore della pace con il capo Due Orsi. Senza tralasciare l'affidamento "provvidenziale" ai Tanner appena conosciuti, altrettanto stucchevoli nel finale da cercare assurdamente lo scontro frontale con i rangers quando la legge pendeva tutta dalla loro parte. Molto texiano il cazzotto sul grugno del colonnello Hancock, tirato con le pinze quel toglietevi dalla mia vita. Hancock un personaggio irrisolto che non si sa a cosa veramente ambisca. d) Nell'ultima storia di Ruju che è anche quella che forse presta in apparenza il minor fianco alle critiche, il comportamento di Chako è un inno alla miopia nel modo di fare che ha di non concedere a un capo come Aquila della Notte di potersi minimamente giustificare: paradossalmente quando ciò avviene, basta la semplice allusione di Tex al coltello macchiato di sangue per smascherare istantaneamente il vero colpevole. Il personaggio del cugino è poi uno di quei personaggi alla Ruju che sono, per quanto ricordi, estranei al mondo di Tex (glbonellianamente parlando). Vediamo il comportamento di Tex nelle quattro storie. a) Nella storia di Boselli sottovaluta la ferita riportata dallo sceriffo Olsen, ci può stare, sembra un dettaglio ma la valutazione errata compiuta da Tex è in realta un fatto determinante che costerà la vita del prigioniero. L'impiccagione di Jim, a cui aveva promesso una pena lieve, è in parte assimilabile alla sconfitta riportata anni prima in "Caccia all'uomo". Se Tex non ha colpe particolari, la colpa è tutta di Flanders che ricalca evidentemente Maddox, resta il fatto che quel corpo penzolante gli resta un tantino sulla coscienza. Tutto l'atteggiamento tenuto con Flanders ed esplicitamente il loro dialogo in cui il giudice gli confessa candidamente che per lui il processo è solo per la forma in quando gli imputati hanno già il cappio stretto al collo (vedi il povero Jim) avrebbe meritato una presa di posizione diversa da parte di Tex che si è sempre speso non per la legge ma per la giustizia. Comportamento nolittiano il suo, cioè antiteticamente glbonelliano. b) Nella storia "Rotaie" il nocciolo della questione, per Tex e Carson, sta tutto nell'individuare l'identità del capobanda, l'esimio Jarris. Nessuno dei due ci riesce. Hanno però alla loro portata due complici della banda comodamente seduti da sbattacchiare per bene, preferiscono aspettare il momento cardine in cui i banditi passeranno all'azione, il momento in cui cioè i passeggeri (di cui tanto si preoccupano) saranno nel momento di maggiore pericolo. Carson tanto per cambiare si becca una botta in testa, Tex non fa di meglio e si fa beccare al finestrino, da lì il ballo ha finalmente inizio (loro malgrado) per una conclusione scontata in cui nessuno dei passeggeri avrà da patire danni, nemmeno il ritardo sull'ora d'arrivo, grazie al bravo macchinista. c) A Fort Sill la prima stranezza sta nel fatto che Tex, che sembra essersi tanto prodigato con i comanches (ottenendo per loro condizioni vantaggiosissime) debba poi negoziare le condizioni surreali poste dal colonnello Hancock ostensibilmente provocatorie tanto da mettere il trattato di pace in fortissimo dubbio. Il colonnello gliela fa sotto il naso risolvendo a modo suo la questione di Waneka, cosa che gli costa il cazzotto stampato sul grugno, ma mi sembra pretestuoso il passaggio successivo di Tex e Carson che si mettono sulle tracce dei Tanner con la scusa che dietro le maniere untuose della coppia potrebbero celarsi in realtà due lupi. Cosa che di fatto avviene, ma a semplificare inverosimilmente la risoluzione del caso è proprio l'atteggiamento dei Tanner che smettono di colpo di essere agnelli per mostrare le zanne, quando la logica avrebbe dovuto suggerire di inscenare un quadro familiare esattamente opposto. Che poi sia solo la loro ingordigia a precipitare le cose ci può anche stare, ma che Tex e Carson abbiano la risoluzione del caso servita su un piatto d'argento, con la refurtiva che aiuterà Due Orsi a trascorrere meglio qualche inverno in previsione di quel che potrà combinare a loro danno Hancock (con il detto avvelenato) è una filosofia che non mi pare texiana al 100 %. d) Nell'ultima storia Tex da cacciatore diventa la preda. Il merito è tutto di Marrero. Tex si fa beccare dagli apaches mentre sta dando una cristiana sepoltura a degli apaches ribelli ammazzacristiani. A pagina 150 desiste incomprensibilmente dal fare ragionare Chako, cosa che gli costerà la botta in testa immancabile e il palo della tortura. Per sua fortuna se non arriva provvidenzialmente la cavalleria c'è il figlio, autore della sola prodezza della storia: il colpo di fucile che disarma in extremis Chako. Da sbadigli il duello finale tra Tex e Marrero, troppo poco comunque in una storia in cui Tex è sempre nel cono d'ombra della scena mentre la ribalta è tutta per delle mezze cartucce di cui ci dimenticheremo tra un paio di giorni.
  13. Il titolo di lavorazione di questa storia era "Coffin": Nizzi o Civitelli ?
  14. ymalpas

    [312/314 ] Gli Strangolatori

    Una delle storie più deboli di Nizzi, con il tema salgariano che avrebbe meritato in effetti una migliore trattazione. Che Borden ci pensi e rimedi nella parte finale della trasferta di Tex nel Borneo che Venturi sta disegnando ? In effetti, ora che ci penso, che rapporto ha, da lettore, Boselli con Salgari ?
  15. ymalpas

    La tomba di Gianluigi Bonelli

    Un mio vecchio messaggio sull'argomento. Giovanni luigi Bonelli riposa dal 2001 nel cimitero della città di Montecarlo. Alla sua tomba fa ombra la statua che riproduce Tex e il suo cavallo Dinamite. Una copia dell'opera può essere ammirata anche nel quartiere di Mezzocammino a Roma, interamente dedicato ai fumetti e ai loro autori!
  16. Nella nuova serie benvenuto allo sfondo a tinta unita di colore improbabile, il rosso del prossimo numero e il giallo dell'albo di dicembre. Un tuffo nel passato di Tex. Ottimo, non osavo sperarci!
  17. Si esatto, grazie. Non ricordavo più la storia , ma solo la sua presenza. Un altro personaggio ricorrente che potremo rivedere solo in un flashback o nella nuova serie.
  18. In quali altri albi è apparsa la bella Ether, tutta presa del nostro ?
  19. Per essere un albo introduttivo (anche il secondo lo sarà) si legge molto bene. E' sempre un piacere vedere Tex trai suoi,gli amici, i primi cazzotti, il primo amore, le prime sparatorie dettate da eventi tragici e ineluttabili. E con la fantasia viene da chiedersi (l'impossibile) sul resto della sua famiglia, gli altri Willer, i nonni, zii e zie, cugini, i cui nomi non sapremo mai, i cui volti resteranno in eterno nascosti dai fitti banchi di nebbia di qualche cittadina dell'est.
  20. ymalpas

    [Maxi Tex N. 27] I tre fratelli Bill

    Si sarà confuso. Capita.
  21. ymalpas

    Ancora Su Tex & Zagor

    Diciamo pure LA migliore.
  22. ymalpas

    [Maxi Tex N. 27] I tre fratelli Bill

    Dal topic della storia "Netdahe" riprendo questo messaggio che postai il mese scorso: Ho avuto fiuto, solo che non immaginavo che la storia fosse già stata realizzata e che addirittura sarebbe stata pubblicata un mese dopo nel maxi "I tre Bill", nonostante ricordassi bene che Carlo Monni avesse parlato di una specie di continuità tra le storie di Seijas e di Piccinelli. Borden sapeva e ha sorvolato sul mio messaggio. Bravo, bella conclusione di questa epica storia che ha messo di fronte, in tre storie diverse, Tex contro i ribelli apaches. Tiago si è alla fine dimostrato un avversario anche più ostico di Yavapay. L'altro elemento di interesse è la presenza dei tre fratelli Bill. Simpatici, molto glbonelliani nello spirito, ma anche terribilmente ingombranti: il loro West non è e non potrà mai essere però quello di Tex.. Che le pagine del Maxi siano un tributo al creatore di Tex e ai suoi personaggi, nel senso che non credo che rivedremoi Bill in azione, a meno che Boselli non decida di snaturarne la natura troppo esuberante e ai limiti del realismo. Disegni di Piccinelli sovraccarichi di neri. Le tavole migliori sono quelle in cui limita la china allo stretto necessario, il resto non è sempre leggibile, quando se ne accorgerà non sarà mai troppo tardi.
  23. Lettura gradevole anche per me, storia breve che non è un riempitivo ma che non mira neanche a restare immortalatanegli annali. A Font farei fare dei cartonati a colori, con i suoi colori (ne ha uno su testi di Giusfredi).
  24. ymalpas

    [721/724] Attentato a Montales

    Bellissima copertina, innanzitutto. Ruju ha trovato un'idea classica per dare avvio a quest'avventura: un'amico di Tex, Montales, che diventa un bersaglio. Era già accaduto a Jim Brandon, vittima di un complotto politico nella storia "Athabasca Lake". Di originale c'è che per la prima volta si vuole attentare alla vita di un comprimario di primo piano della serie. Una storia che ci accompagnerà durante i mesi invernali e che promette davvero tanto per i disegni di Biglia, davvero magistrali, mentre per la sceneggiatura di Ruju resto fiducioso.
  25. C'è da dire che negli ultimi anni Mauro Boselli non si è lasciato sfuggire troppi particolari su storie che prima o poi pensa di realizzare. Adesso è anche difficile rammentarsi di qualche indizio che, tra una discussione e l'altra è trapelato. Di una storia che, però, si era parlato, ricordo che qualche possibilità l'aveva lasciata aperta, anche se data la location se mai la leggeremo difficilmente sarà nei prossimi anni: Tex nella Guyana francese.
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