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Condor senza meta

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Tutto il contenuto pubblicato da Condor senza meta

  1. Bonelli comincia a prendere le misure con una tematica che porterà a risultati splendidi nel proseguo della pubblicazione editoriale. Vediamo per la prima volta il nostro Tex a dover spendersi per salvaguardare il precario equilibrio fra Navajos e "civilizzatori" bianchi, attratti nei territori della riserva dalla massiccia presenza di oro. La scoperta casuale del minerale aurifero porta, come prevedibile, all'invasione incontrollata di avventurieri e cercatori, che infischiandosene dei confini e dei trattati, s'insediano nel cuore della riserva, fondando addirittura una fiorente boom town. Le premesse sono poco tranquillizzanti e si capisce fin dal principio, che la situazione rischia di trasformarsi in una pericolosa polveriera, alimentata peraltro dall'azione subdola di spietati speculatori, disposti a tutto pur di riuscire nel loro intento di provocare i Navajos e far intervenire l'esercito per farli sloggiare. Il soggetto è interessante ed intriso di tantissime buone idee, vedi il macabro travestimento di Tex e Tiger, usato per creare una tensione psicologica agli invasori, o la presenza dello scribacchino prezzolato, che con i suoi articoli deve buttare fango sugli indigeni e favorire il piano dei due villain. Pure interessante (e odioso) lo strataggemma di servirsi di banditi travestiti da Navajos per far scattare la sospirata scintilla, bassezza ben neutralizzata da Tex e i suoi indiani e rispedita al mittente. L'azione non manca, così come le scene accattivanti, tuttavia la brevità dell'episodio e alcune sessioni non sviluppate a dovere, non permettono alla prova di Bonelli di ergersi a livelli notevoli, come accadrà in seguito con il capolavoro "Sangue Navajo". I nodi finiscono per sciogliersi un tantino troppo facilmente e appare un po' strano che in mezzo a tanta tensione, i nostri se la cavino senza il minimo spargimento di sangue. Comunque la storia, resa celebre dal travestimento da "Uomo della morte" di Tex, merita un plauso e funge da apripista a quella che sarà una delle tematiche ricorrenti più care e preziose della saga. Galep è una garanzia. Il suo tratto, vicino al culmine della maturazione artistica, tratteggia vignette di alto impatto e accompagna il lettore, tenendolo per mano, lungo lo sviluppo dell'avvincente sequenza narrativa. Dinamismo, ottimi sfondi, bilanciamenti da urlo e recitazione perfetta dei personaggi, uniti alla consueta e impareggiabile maestria nella realizzazione dei cavalli in movimento, rappresentano un potente valore aggiunto alla vena creativa di Bonelli e considerando l'immane mole di lavoro (e probabile ristrettezza di tempi di scadenza) ci si stupisce di cotanta qualità. Anche il sottoscritto, come fatto già notare da altri utenti prima, riscontra in alcune vignette la mano di Muzzi in ausilio al papà di Tex, collaborazione che si protarrà anche negli anni d'oro con alterni esiti, dovuti soprattutto all'assurda scelta redazionale dei ritocchi facciali, già tante volte da me citata (e criticata!), ma quella è un'altra storia. Il mio voto finale è 7
  2. Condor senza meta

    [40/41] Rinnegato

    Ho ripreso, dopo una lunga pausa, la rilettura degli albi del primo centinaio composti dall'inossidabile Bonelli. La storia in questione è breve e con poche pretese, ma si fa leggere senza annoiare e raggiunge una piena sufficienza. Tex, in solitaria, riesce a sventare un linciaggio ai danni del povero Tom, un gestore di locanda che ha come unica colpa il colore scuro della pelle. A dirla tutta, l'azione criminosa oltre a essere dovuta al razzismo imperante, serve al capoccia di paese, Randolph, per strappare Lucy, una dolce fanciulla che convive con Tom e di cui è palesemente attratto, sebbene la notevole differenza di età. Tex studia un piano per mettere al sicuro le vittime e passare al contrattacco del villain e i suoi accoliti. Contrattempi a parte, l'azione del ranger è risolutiva, anche per via di avversari tutt'altro che memorabili. Sotto l'aspetto grafico, Gamba caratterizza con il suo stile le tavole facenti parte dell'episodio. Nulla togliendo all'opera dell'autore, il gap con Galep si palesa in maniera impetuosa e lo stile alquanto naif di Gamba, appare oggi molto datato e al limite con la serie. Molto più utile il suo apporto come ghost drawer. Il mio voto finale 6
  3. Per non parlare delle almeno 60 sigarette a giorno. Il Tex (soprattutto delle origini) era un rullatore seriale.
  4. Percepiva il reddito di cittadinanza del Texas. Dopo l'abolizione, ha dovuto mettere su famiglia e farsi mantenere dalla moglie e suocero.
  5. Rispondere a topic simili, non è facile, soprattutto considerando una saga così longeva e più di trent'anni di letture personali. E' ovvio che di scene da menzionare ce ne sarebbe tante e a secondo gli stati d'animo della lettura, la lista si può allungare o variare a secondo i casi. Di conseguenza, volendo aggiungere il proprio contributo al post, si finisce col rispondere "di pancia" o facendo affidamento a quel barlume di memoria che l'incalzare della senilità di concede . Non per voler rinfuocare le polemiche recenti riguardando l'inopportuno ritorno di Higgins, ma di getto, mi viene da rispondere che una delle scene più liriche ed emozionanti è il giuramento di vendetta che Tex fa sulla tomba dell'amata moglie.
  6. Condor senza meta

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    In effetti Nizzi, nella fase della crisi, faticò molto pure con i soggetti. L'ispirazione venne meno e non fu un mistero che reciclò molte sue vecchie idee su Larry Yuma e in altri casi trovate di altri autori. Mi chiedo: provarono in redazione a fornigli soggetti esterni più freschi e originali da rielaborare e lui rifiuto? O lo lasciarono fare senza interferire, infischiandosi del risultato? Grazie della dritta pard, proverò a reperire la versione a fumetto. A dire il vero posseggo solo una vecchia copia del romanzo, (ereditata da mio nonno) edita dalla Sonzogno nella celebre collana "Romantica" con rigorosa copertina rossa. Lo tengo come una preziosa reliqua e a ogni rilettura delle ingiallite pagine (credo sia un volume di almeno sessant'anni fa) l'emozione è forte. E Caniff, presumo, prese ispirazione dalla celebre scena del romanzo di Zane Gray, con la coraggiosa Betty a sfidare il fuoco nemico, pur di reperire polvere da sparo agli assediati.
  7. Condor senza meta

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Betty Zane è un romanzo che adoro. Lo rileggo ciclicamente e ogni volta mi appassiona. Pratt lo omaggio' nel suo grande capolavoro (in coppia con Manara) "Tutto ricominciò da un'estate indiana". La scena eroica del barilotto di polvere è un piacevole omaggio al grande romanzo di Zane Gray.
  8. Condor senza meta

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Davvero un'ottima disamina caro @Leo, è sempre un immenso piacere leggere i tuoi interventi. Mi trovo perfettamente sulla tua stessa frequenza d'onda in merito ai giudizi di questo splendido texone. Le atmosfere nordiche hanno sempre fatto bene a Nizzi e di solito a quelle latitudini si è difeso alquanto egregiamente. In questa prova in maniera particolare, visto che ha davvero creato un piccolo gioiello compositivo, pervaso da una tristezza e rassegnazione di fondo, che ben si sposa con la vicenda dei protagonisti. (Trovo anch'io che i dialoghi dell'ultima tavola siano pura poesia). Magari in futuro, dopo una meritevole rilettura, scriverò anch'io una recensione, adesso posso solo concordare con i tuoi giudizi, e dire che il tutto fu impreziosito dallo stile molto particolare ed efficace di Parlov, davvero adatto per l'ambientazione e ideale per richiamare la cifra stilitica di Pratt, maestro che ispirò Nizzi in questa splendida escursione canadese dei nostri eroi. Peccato davvero che il disegnatore croato non sia entrato nella scuderia degli artisti texiani.
  9. Le mie puntate su questa tornata: 5 fiches sulla A 5 fiches sulla D
  10. Queste similitudini da te mostrate, parrebbero confermare ciò che ho di sopra scritto: Sergio, non curando le caratteristiche fondamentali del personaggio, si ritrovava a traslare su Tex situazioni e aspetti degli antieroi da lui creati. Ma una simile strategia è, a mio avviso, non idicata, poichè ciò che poteva andar bene su MisterNo è deleterio su Tex. Concordo con @Dix Leroy; Nolitta non amava scrivere Tex ed essere costretto a farlo dopo il passaggio di testimone, lo portava a fare scelte narrative "audaci" per cercare di sopperire alla sua mancata capacità (voluta?) di attenersi al percorso (glorioso!) tracciato dal padre
  11. Evidentemente non gli riusciva. Magari sentiva il peso del testimone importante passatogli dal padre, una sorta di blocco psicologico che gli impediva di imitare l'impostazione di scrittura del padre (quantomeno la caratterizzazione dei personaggi!). Magari non amava il personaggio, non trovandolo nelle sue corde, e non si sforzava proprio di seguire gli stilemi, riportando sulla serie ammiraglia le caratteristiche di Zagor e Mister No, ma quanto poteva durare la sua gestione? In quanto al calo di lettori come conseguenza di un cambio di qualità o di mano, per me è una cosa plausibile. Dylan Dog dopo l'abbandono di Sclavi e con l'appiattimento graduale della saga, è letteralmente precipitato.
  12. Che dire @gilas2, avrai pure ragione tu ma rimango della mia idea che se negli anni '80 Nolitta avesse continuato a scrivere il suo Tex 2.0 a quest'ora la testata avrebbe chiuso da un pezzo. Di sicuro il sottoscritto era uno dei tanti che avrebbe mollato se la media erano polpettoni del tipo Uomini Giaguaro e similari, poi la verità assolutà nessuno la possiede in tasca, nè io, nè te.
  13. Magari non leggevano il nome sul tamburino (che d'altronde in quegli anni manco veniva inserito) ma credi che un lettore non si accorga che lo stile è diverso? E' così diffusa la convinzione che un lettore medio di Tex sia un sempliciotto? Poi magari una grande fetta di questi se ne sbatteva altamente e altri insoddisfatti finirono di comprarlo perchè non ritrovavano più le atmosfere passate che gli piacevano, senza nemmeno sapere dell'esistenza di Nolitta. Sta di fatto che il calo di lettori (in un'epoca ancora lontana da internet e altri svaghi tecnologici) ci fu e Sergio consapevole delle sue possibili responsabilità, corse ai ripari e tirò un sospiro di sollievo con l'arrivo del manierismo di Nizzi. La crisi successiva dell'autore di Fiumalbo e l'errore di continuare a insistere su di lui in tempi in cui il crollo di qualità compositiva era palese, è un'altra storia.
  14. Ma infatti Carlo, quando parlo di stile personale, intendo tutti questi aspetti da te citati e concordo sul fatto che Mauro abbia uno stile molto differente da Bonelli, ma il suo Tex è comunque credibile, anche se a volte non unico protagonista. Nolitta, al netto dell'aspetto tecnico di narrare sempre con il personaggio in diretta e loquace quanto un politicante in campagna elettorale (è la sua cifra stilistica e ci sta, ci mancherebbe), non rispettava quasi mai le caratteristiche dell'eroe creato dal padre. Le sue storie possono pure piacere, d'altronde sull'autore non si discute, ma il suo Tex perdente e antieroe non ci azzecca nulla con la formula vincente della saga e alla lunga disorientò i lettori, che in buona parte mollarono l'acquisto. Poi come ogni cosa il giudizio personale è soggettivo, ma la scena del topic in questione per me resta una palese eresia, come altre trovate di Sergio sulla saga.
  15. Giusto ciò che dici @Magic Wind, ma infatti non ho mai messo in dubbio le qualità di Nolitta come autore, solo il suo stile lo reputo non adatto alla saga creata dal padre (così come Bonelli senior era poco affine alle atmosfere di Zagor come correttamente da te fatto notare). Il fatto però di avere uno stile personale non giustifica che tu possa stravolgere un personaggio, bisogna attenersi alla serie adattandosi al tuo modo di scrivere, così come fa da anni Mauro e Pasquale. Io posso essere un ottimo musicista di liscio, ma se mi scritturano i Led Zeppelin non posso eseguire la marzurka 😂
  16. Ovviamente ognuno è libero di pensarla come meglio crede, ma per il canone della saga, dettato dal grande Bonelli, quella scena è del tutto inopportuna e non accettabile. Soprattutto per il Carson isterico e rincoglionito che al confronto, la sbiadita macchietta del tardo Nizzi è un portento. Non credo che Sergio volesse ridicolizzare di proposito la saga, ma proprio non capiva che gli stilemi d'oro creati dal padre, non andavano toccati. Penso non sia un'offesa affermare che non fosse affatto tagliato per Tex!
  17. host foto gratis La mia versione della giovane Lily Dickart, realizzata qualche anno fa per il contest del Tex Willer Magazine 21. Tecnica mista, china e colorazione digitale.
  18. Condor senza meta

    Razzie Awards texiani - Commenti

    In effetti hai ragione e forse avrei fatto meglio ad attenermi al mio iniziale proposito di lasciar fuori dal lotto questa sequenza. Tuttavia la scena è davvero troppo poco texiana e inadeguata per la serie; dando le giuste attenuanti all'autore, non ci sono per la redazione, che avrebbe potuto editare la sequenza. La stessa redazione che era sempre molto attenta a non "scontentare" i lettori per i visi di Muzzi, fatti sistematicamente ridisegnare a Galep (con esiti discutibili in quanto di proporzione anatomica e di resa).
  19. Ti capisco pard, ma lasciami dire (e purtroppo parecchi TuttoTex li possiedo anch'io nella collezione) che hai scelto forse il formato meno d'appeal, basta solo lo scempio delle cover, ritoccate e con quell'assurda omologazione di logo e titolo e le costine totalmente fuori contesto rispetto le classiche. Con una nuova ristampa anastatica sarebbe tutto diverso per chi volesse completare o iniziare del tutto la collezione. Tuttavia sono il primo a dubitare che la direzione editoriale scelga un progetto simile, ormai si punta solo sull'inedito e uscite extra a quantità.
  20. Il mio era un discorso ipotetico nel caso in cui le vendite delle ristampe non fossero tali da garantire una terza uscita di questo tipo. Non dimentichiamoci che la TreStelle ha chiuso battenti e da ciò che si dice in giro i numeri delle altre non sono cos' stratosferici. Comunque niente in contrario che le mantengano, ma se al contempo ne inseriscano una anastatica senza le discutibili modifiche redazionali Adesso non si avvicinano più, ma di fatto ci troviamo con due ristampe che gravitano entrambe dopo il n.500 mentre le vecchie storie sono ristampate solo a colori nell'assurdo formato del Classic, che snatura numerazioni e collezioni.
  21. Beh io lascerei il formato tradizionale della gigante. Un'operazione come le strisce anastatiche, ma riguardante gli albi della regolare e prezzo pari all'inedito. Taglierei al contempo una ristampa tra TuttoTex o Nuova Ristampa, ormai molto vicine un dall'altra.
  22. Sono anni che la invoco sul Forum: un mezzo utile per permettere a chiunque di completare le proprie collezioni e sostituire gli eventuali albi di TuttoTex o Nuova Ristampa presenti. Temo tuttavia, che il mio è un desiderio destinato a rimanere inesaudito.
  23. Sono del tutto d'accordo con te, ma su questo punto permettimi di dissentire: magari le AI in futuro arriveranno pure a interferire sui lavori di progettazione, ma i CAD, al momento, senza conoscenza dei rudimenti fondamentali del disegno (proiezioni ortogonali, prospettiva, assonometria e sviluppo di rilievi) sono un mezzo "monco". Purtroppo è vero che una fascia di tecnici di vecchia data, ha faticato al passaggio, ma per usare ogni tipo di CAD è necessario saper disegnare (anche se non con le squadrette e righe). Con le AI in futuro temo, che si arriverà a superare pure questo aspetto, ma sai che casino se si impallano e non rispettano i parametri urbanistici. Denunce e cause a gogo, con stuole di AI legali che escogitano arringhe difensive in tribunali virtuali.
  24. E dietro ogni scelta artistica si nascondono anni e anni di esperienza, sacrifici, studi, tentativi, delusioni, soddisfazioni, d'altronde l'arte è lo specchio che riflette l'anima dell'artista. Purtroppo concordo con Letizia, le AI arriveranno a sostituire il lavoro umano anche in professioni artistiche come il fumetto, ma allora non sarà più la stessa cosa. Tutto sarà più arido e schematizzato. Ogni tecnologia ha indiscutibili pregi ma, al contempo, pericolosi rovesci della medaglia: pure il tanto sospirato internet, che in pratica ormai è entrato di prepotenza nella nostra vita divenendo imprescindibile anche sul lavoro, ci sta rendendo "schiavi" senza che ce ne accorgiamo. Basta un attacco informatico o un blackout elettrico per paralizzare ogni attività produttiva e non. E' vero non si può tornare indietro e occorre sempre seguire il processo evolutivo, ma lasciatemi dire che un po' di tristezza mi viene al pensiero di quello che può riservarci il futuro.
  25. Questo è un aspetto (e vantaggio in termini di tempo) che il digitale offre all'artista. Per non parlare della comodità di correggere una vignetta senza biacca o pecette, ma l'opera è comunque creata dall'artista, che si limita a rielaborare i suoi lavori per raggiungere l'obiettivo. D'altronde credo che anche in passato alcune sequenze e variazioni avvenivano con l'ausilio del tavolo luminoso. Ma le AI sono tutt'altra cosa a mio avviso: un fumetto realizzato con questa tecnologia non è più arte grafica, (magari lo rimane per ciò che concerne lo sceneggiatore, ma senza il disegnatore per me non è più lo stesso). Volete mettere un cantante che si esibisce con tutta la band, con uno che si presenta a canticchiare su basi computerizzate stile karaoke? E' la stessa cosa per voi? P.s. Svolgendo un lavoro tecnico, ammetto che i cad sono stati una rivoluzione per ciò che concerne l'aspetto grafico. In passato, fra millimetrate, lucidi e lamette per correzioni, un progetto era un'odissea, adesso tutto è molto più veloce ma state sicuri che il computer da solo non disegna e la fatica davanti al monitor nella stesura non è poi così minore.
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