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TWF - Tex Willer Forum

[312/314 ] Gli Strangolatori


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In effetti, tolta l'aggressione dei Thugs ai danni dei quattro uomini nelle primissime battute, l'inizio della storia nel suo complesso risulta un po' compassato, per poi lasciare il passo, poco alla volta, ad una vicenda tutto sommato ben sviluppata ed abbastanza godibile, sebbene non si possa certo sostenere che raggiunga alte vette di emozione ed adrenalina. Se in fase di sceneggiatura Nizzi intendeva portare nel mondo di Tex un po' dell'atmosfera esotica ed avventurosa dei romanzi di Salgari, insomma, tale obiettivo non può forse dirsi raggiunto.

 

Di azione ed avventura, infatti, se ne vede sostanzialmente poca, ad eccezione dell'agguato che i Thugs tendono a Tex e pards e, successivamente, alla resa dei conti, con annessa liberazione della ragazza ostaggio dei fanatici.

 

Per stroncare i loschi crimini di Raymangan e McMurdo, Tex fa ricordo - o meglio, si convince a farvi ricorso in base alle circostanze - perlopiù all'attività, dapprima fingendo di morire insieme ai pards in un incendio, e poi simulando nuovamente la propria morte e travestendosi da Thug per introdursi nella loro caverna, dove provvede a liberare i pards presi prigionieri e, con il loro ausilio, risolve la questione alla sua maniera.

 

Quanto ai disegni di Galep, impossibile non notare come, pagina dopo pagina, il creatore grafico di Tex abbia già intrapreso la propria parabola discendente, comunque dovuta ad un'età non più verde ed una salute non più perfetta. Sulla raffigurazione della selvaggia e lussureggiante foresta di Brazoria e degli altri paesaggi nulla da dire, anzi, ma purtroppo i volti e le proporzioni dei personaggi non sono sempre delineati nel migliore dei modi.

 

 

P.S.

 

15 ore fa, ymalpas dice:

In effetti, ora che ci penso, che rapporto ha, da lettore, Boselli con Salgari ?

 

Penso che tu possa trovarne un valido indizio ne I vampiri di Mompracem, con cui Boselli trasporta con successo atmosfere tipicamente salgariane nel multiverso di Dampyr. Non lo dico assolutamente con piaggeria nei confronti del Bos, e anche se non leggi Dampyr ti consiglio di procurartelo ;)

Modificato da juanraza85
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  • 1 anno dopo...

Ho letto questa storia per la prima volta negli ultimi due giorni, nell'ambito delle mie letture di Tex comprati ai mercatini anni fa e mai letti, negli archi dal 300 al 330 e dal 501 a storie come Muddy creek, anche con lo scopo di approfondire e ripassare il lavoro di Nizzi su Tex.

 

Che dire, parto dai due aspetti migliori della storia, i disegni e il soggetto.

Galleppini sarà stato non più quello giovane delle prime storie ma nei suoi disegni comprendo appieno la poesia del fumetto, con ambientazioni tra foreste, fiumi, labirinti sotterranei e scene di naufragi, dove Galep si supera. Le riprese, le angolazioni sono capolavori, e Galep in questo non ha perso neanche per un po' (anzi tutto il contrario) la capacità di far sognare, come nessun altro è stato capace di fare per me su Tex. 

Le prime due copertine della storia molto belle, specialmente la seconda davvero suggestiva, la terza meno di mio gusto...

 

Il soggetto aveva il potenziale per una storia memorabile, tra le migliori possibili, perché offre dei personaggi insoliti, delle ambientazioni particolari e lo spunto per una trama sicuramente brillante, ma la sceneggiatura di fatto è da storia piacevole ma alla fine dimenticabile con le solite pecche.

 

Il Tex di Bonelli (ma correggetemi se sbaglio) è un gran conoscitore dell'animo umano, sicuramente sa leggere negli occhi di un uomo e al 99% capisce se ha di fronte un farabutto. Non è inverosimile, è un eroe del fumetto con altre qualità fuori dal normale e con un'esperienza enorme sul campo (la serie Tex Willer ci mostra come l'esperienza di Tex affondi le radici in tantissime avventure inedite nella sua fase giovane).

 

Con Nizzi, almeno in questa storia (ma l'ho notato in altre dato che sto rileggendo tantissimo di Nizzi ultimamente su Tex) Tex diventa un veggente.

All'inizio della storia gli basta un fazzoletto con due nodi e un professore che ipotizza la presenza dei Thugs in America (di per se un evento non proprio scontato) che Tex non solo la da per scontato (e fin qui ci può anche stare per dare una spinta alla trama) ma addirittura ha già capito tutto.

Tex è in arrivo a Galvestone e non solo è certo che vi troverà dei Thugs (ripeto solo sulla base di un fazzoletto, ma nessun segno di strangolamento sul cadavere che lo impugnava a inizio storia), ma è sicuro che i Thugs devono avere delle spie a Galvestone (ed è così), ed è sicuro e fonda il suo piano sul fatto che le spie a Galvestone avranno sicuramente saputo del suo arrivo e dei suoi pards e quindi li aspettano in città. Tutto sulla base di un fazzoletto con due nodi. Praticamente dopo poche pagine di una storia di 3 albi, Tex ha capito tutto e deve solo sgominare la banda dei Thugs e i loro fiancheggiattori.

 

Il lettore quindi sa tutto, Tex sa tutto, i suoi nemici sanno tutto. Calo della suspance inevitabile.

Non basta, Tex arriva in città e che succede? Doppia origliata.

Un fiancheggiatore li segue e origlia cosa Tex, Carson e Kit dicono allo sceriffo sui loro sospetti riguardo i Thugs (e fa parte del piano di Tex che praticamente sembra muovere i suoi nemici come burratini), ma poi arriva la contro origliata, con Tiger jack che segue l'uomo e scopre dove si nasconde il capo dei fiancheggiatori, origliando e scoprendo che si trama un attentato verso i pards quella notte stessa.

Tutto dopo poche pagine. Tutti sanno tutto.

 

La sceneggiatura diventa banale e a poco serve la bella scena della casa in fiamme con Tex e i pard che si fingono morti (espediente migliore della sceneggiatura).

 

La storia prosegue senza alti ne bassi particolari fino a quanto di bassi ne intravedo due; Tex che trova la santabarbara piena di dinamite nelle caverne dei Thugs ma piena anche di fucili (passi la dinamite che i Thugs usano per allargare la caverna, ma anche qui Tex da per scontato che ci sia della dinamite da qualche parte scommettendo tutto su questo, ma i fucili in mano ai thugs??? Non li usano mai nella storia e non potrebbero per il loro credo). Infine le due tigri che potendo avere un ruolo interessante si limitano a saltare in aria con la dinamite (perché non farle ribellare contro il padrone e capo dei Thugs, che magari crederà si tratti di una vendetta della dea Kalì per la distruzione del tempio sotterraneo?). 

 

Non serve citare che i Thugs vengono mostrati come una setta super segreta di cui tutti ignorano l'esistenza, ma molti ne sono a conoscenza tra i fiancheggiatori. A nessuno di loro è mai scappata una parola da ubriachi.

 

Continuando a leggere questo autore mi convinco sempre più che...

Si, può piacere a molti lettori, e posso capirne le motivazioni, senza dubbio, la lettura è spensierata. Il suo Tex non è pero quello di GLB, e se ne distanzia anche abbastanza, non è sufficiente richiamare le prime storie come il buon Nizzi fa per creare una mini continuitiy. Nizzi non sembra ispirarsi a Bonelli padre, semplicemente cerca di imitarne alcune cose, ma dall'imitazione si finisce spesso alla parodia, con un Tex macchietta (non in questa storia) e diverso dal vero Tex in certi comportamenti, un Carson rimbambito, mega mangiate e l'utilizzo di soltanto alcune espressioni tipiche del repertorio Bonelliano.

 

La scrittura è molto diversa, Bonelli non era così spiegone e il suo Tex aveva qualità innate credibili, Tex era Tex per definizione, con Nizzi Tex cerca di fare il Tex.

Diverso ad esempio dal Tex di Boselli, che è Tex ma scritto un po' diversamente (trame intricate, dialoghi mai banali anche se a volte un po' pesanti), ma il personaggio è quello delle origini solo con un autore che ha il suo stile (che a me piace solitamente).

 

Dire che quel Nizzi si mascherava bene e sembrava Bonelli, tanto da diventarne l'erede, mi pare un'eresia. 

Nizzi ne è l'erede come numero di tavole, e per il passaggio al timone in termini storici, ma non in termini di filosofia del personaggio.

Fossi stato un lettore dell'epoca, mi sarei chiesto cosa stava succedendo a Bonelli padre, e perché il suo modo di scrivere Tex fosse cambiato, e la prova è che oggi da lettore non navigatissimo appena prendo un albo di quell'epoca sgamo al volo se dietro alla firma di Bonelli si nasconde qualcun altro.

Sia chiaro, questo non è un difetto che attribuisco a Nizzi, e non è un difetto, ma sono due Tex abbastanza diversi e se qualcuno preferisce lo spunto Nizziano ci mancherebbe!

 

Detto questo, qui si va meglio, molto meglio della storia sul Ritorno della Mano Rossa, pubblicata poco prima, e ho letto con piacere la storia al netto dei punti sopracitati.

 

Disegni: 9 (Galep parte da 8 a prescindere, i suoi disegni vanno oltre la tecnica, sono pura magia, espressività, roba che non descrivi con il righello)

Soggetto: 8.5

Sceneggiatura: 6

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