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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 25/04/2022 in tutte le sezioni

  1. Così a memoria, senza controllare le varie cifre date e quindi a rischio di dire cazzate, il grosso crollo si è avuto nel periodo di Nolitta (Sergio Bonelli in una comparsata televisiva dei primi anni 80 disse che perdeva il 10% dei lettori all'anno, cioe dimezzava le vendite ogni 5 anni circa, e il tono generale se ricordo bene era abbastanza funereo, praticamente diceva che pubblicava finché ci stava con le spese e poi chiudeva... solo che quell'intervista di pochissime domande dentro un programma del pomeriggio l'ho vista una sola volta, anni fa, e a quanto ne so su youtube non e mai stata postata...) Tex si dice vendesse negli anni 70 sulle 700.000 copie con punte di 800.000, quando fu superato da Dylan Dog alla fine degli anni 80 vendeva 350.000 copie, in meno di dieci anni aveva più che dimezzato i lettori. Anche se personalmente furono le storie di Nolitta a fare smettere me (almeno una mezza dozzina di volte, anche se poi ci ricascavo sempre) non penso che la responsabilità di un crollo simile fosse tutta sua. Era il periodo in cui i fumetti stavano perdendo in generale i lettori che "leggevano per passatempo", e che ora guardavano la TV (anche per questo sentire oggi che i fumetti vendono meno per la concorrenza della TV fa un po' ridere, quei lettori sono stati persi si, ma 40 anni fa. Non esisteva la TV nel 2010?). Inoltre essendo la prima visione "eretica" di Tex dopo 30 anni di GL Bonelli, lo stacco era molto, molto più netto di quelli che verranno dopo. Detto questo... il suo anti-Tex non fece sicuramente bene alle vendite, e credo ne fosse cosciente prima di tutto lui stesso. Se e vero che "Nizzi salvo Tex", non fu tanto per la bellezza delle sue storie, quanto per il fatto che quando arrivo Nizzi, Nolitta smise di scriverle (e il Tex di Nizzi, anche se era diversissimo da quello di GL Bonelli e quando dice che era più fedele al modello rispetto a Boselli dice una boiata sesquipedale, lo era comunque molto di più di quello di Nolitta. Purtroppo l'influenza dell'anti-tex di Nolitta continuo ad avere effetto come editore, con Nizzi spinto sempre più a fare Nizzate incontrastate. Sono convinto che se a meta degli anni 90 Sergio Bonelli avesse intimato a Nizzi di smetterla di ridicolizzare Tex, ne avrebbero guadagnato in primo luogo proprio le storie di Nizzi. Invece sulle nizzate non gli diceva niente e interveniva le rare volte in cui il Tex di Nizzi agiva come avrebbe agito quello originale...) Andando sempre a memoria, il Tex di Nizzi rimase pressappoco stabile per alcuni anni, ma le vendite tornarono a calare man mano che il livello delle storie di Nizzi crollava. Da quel momento il calo c’è sempre ma variabile. Credo, ma non ho le cifre per fare conti precisi, che anche se Boselli ha scontentato molti lettori che ormai volevano il Tex di Nizzi, o che avevano proprio cominciato con Nizzi e conoscevano solo quel Tex, in generale abbia rallentato il calo di vendite. Oggi è anche difficile stabilire le cause. Per anni Nolitta, Nizzi e Boselli si affrontavano praticamente "ad armi pari", con gli stessi disegnatori o quasi, lo stesso numero di storie, etc. Oggi è saltato tutto, chi lo sa quanti lettori hanno mollato perché continuavano a comprarlo solo perché "avevano la serie completa" ma con l'aumentare delle uscite hanno smesso? Quanti hanno mollato perché si sono trovati disegnatori molto sgraditi troppo spesso ai disegni? Vallo a capire...
    2 points
  2. Un numero ragguardevole, considerando la situazione attuale del fumetto italiano, tutt'altro che rosea. Se alla regolare sommiamo le tiratura di Tex Willer, delle varie ristampe e degli albi extra, si capisce benissimo come Tex sia la locomotiva della Bonelli. Di contro, proprio questa consapevolezza tende a far incrementare le pubblicazioni, con le problematiche connesse già discusse e ridiscusse. Saremo lontani dai numeri stratosferici degli anni sessanta e settanta, ma è pur sempre straordinario pensare come un personaggio, nato più di settanta anni fa, riesca ancor oggi a tener botta in edicola, in un'epoca in cui usi e consumi sono del tutto rivoluzionati e le giovani leve leggono pochissimo.
    2 points
  3. Mah... né più né meno di quelli che vedo gironzolare nel reparto playstation di MediaWorld o Unieuro. Ai miei bei tempi io leggevo Tex, Zagor, Diabolik, Alan Ford ma anche Pavese, Calvino, Salgari e Shakespeare... non avevo smartphone, internet, socials, playstation, Sky, Netflix... Non voglio scivolare nei luoghi comuni, ma che i ragazzi d'oggi leggano meno é un dato acclarato: hanno molte più alternative, spesso per una fruizione "usa e getta".
    1 point
  4. Confermo. Da Alessandro Distribuzioni, storica fumetteria di Bologna, non ho mai visto così tanti pischelli come negli ultimi mesi. A Dicembre, con fila interminabile alla cassa, quelli davanti e subito dietro a me erano tutti ragazzini con qualche manga in mano (e gadget vari sempre sullo stesso tema, che sembrano andare forte) oltre a qualche pubblicazione Marvel. Non credo sia nemmeno un caso che grandi distribuzioni come Feltrinelli e Mondadori abbiano ridotto il reparto fumetti praticamente ai soli manga (almeno qui a BO). Tirano parecchio e una bella fetta di acquirenti sono ragazzi.
    1 point
  5. Oltre al fatto che i ragazzi d'oggi leggono poco, e meno che mai fumetti, e ancor meno che mai Tex, legato a un genere, il western, che non tira piú né al cinema né in tv né in letteratura, aggiungo il fatto che quei nuovi lettori che vorrebbero accostarsi a Tex trovano estremamente arduo (e dispendioso) ricostruire una collezione completa, come invece potemmo fare noi che dovevamo recuperare tutt'al più 100 o 200 albi arretrati. Ritengo, dunque, che i nuovi giovani lettori di oggi siano per lo piû occasionali o comunque legati alle uscite odierne, senza particolare interesse a colmare i vuoti conoscitivi delle storie degli anni passati. Anche le ristampe (Collezione storica a colori di Repubblica, Tex 70 anni di un mito, le strisce anastatiche attualmente in edicola) credo che abbiano annoverato più acquirenti tra i fedelissimi oppure tra appassionati che avevano smesso di leggere Tex e hanno colto l'occasione per rimettersi al passo, piuttosto che tra le nuove generazioni. Spiace dirlo, ma se un ragazzo non ha in famiglia qualcuno che gli tramandi la passione genitoriale per Tex, dubito fortemente che voglia spendere per acquistare Tex piuttosto che un supereroe o un manga, temendo peraltro di essere bollato dagli amici come vecchio, perché Tex é ormai considerato roba per vecchi.
    1 point
  6. dopo divesri giorni in cui non ho potuto scrivere sul forum, causa troppi impegni e zero ferie, oggi ho deciso di fare il kamikaze e di buttarmi letteralmente con il mio caccia Mitsubishi "Zero" sul ponte della Uss Saratoga (il thread in questione) tentando una volta per sempre (ne dubito ) di dare da parte mia, quella di un semplice affezionato lettore di Tex, un contributo il MENO PARTIGIANO POSSIBILE (EVVIVA TRA L'ALTRO IL 25 APRILE!) su un punto divisivo in modo incredibile tra i FANZINARI di Tex...vale a dire, la diatriba infinita, snervante e stucchevole sul Tex del Vecio Nizzi. PRECISAZIONE DOVEROSA: io sono uno dei pochi fortunati ad aver visto un mio soggetto (ne seguiranno altri)accettato su Tex, per cui, al netto delle mie poche storie accettate e delle molte bocciate (ci sta, i curatori servono a questo) avrò sempre nei confronti sia del persoanle della Bonelli da me conosciuto (in particolare mando un grande abbraccio a Luca Barbieri e alla gentilissima Stefania BAjocchi) sia verso il curatore della testata (con cui ogni tanto mi sento) un affetto quasi fanciullesco, del bimbo che da adulto è riuscito a coronare un suo sogno. Detto questo, cercherò di formulare un mio pensiero articolato e obiettivo sull'intervista di Nizzi che sta facendo discutere in modo incredibile noi fanzianari (parlo volutamente dei fanzianari, non dei semplici lettori)..e ora, si comincia PREMESSA: I ritorni non sono mai semplici per nessun grande autore, soprattutto se ti ritrovi a scrivere sotto un altro autore che tu ritieni essere, secondo il tuo opinabile punto di vista, il tuo "Segundo", per dirla alla Messicana. non me ne voglia il buon Borden, che è parte lesa ovviamente, e a cui saranno girati i cabazizi sentendo le affermazioni di Nizzi (io al suo posto lo avrei chiamato per pretendere le scuse, poi ovviamente non so se i due si fossero già mandati a stendere in modo diretto mesi prima, al momento della famosa bocciatura del soggetto del telegrafo, di cui ovviamente Nizzi non fa cenno nell'intervista del Guarino). Di tutto questo, mi stupisco soprattutto del come non siano "volati gli stracci" prima! A livello psicologico e professionale, un autore di 80 e fischia anni, che non è mai andato d'accoro lavorativamente con il suo successore (perchè è tale Boselli, successore in linea cronologica come Terzo grande autore di Tex, escludendo ovviamente la parentesi di Sergio) e attuale supervisore, prima o poi era gioco forza che avrebbe "sbroccato": troppe sono le differenze tra i due Tex, e moltissime sono le divergenze anche caratteriali tra i due autori, che non si amano (e ci sta, nei luoghi di lavoro)...Mi si obietterà, giustamente in linea TEORICA:il Nizzi che ha accettato di Riscrivere storie di Tex grazie a Boselli (che ovviamente glielo ha proposto per necessità di lavoro in primis, non per affetto nei suoi confronti), non poteva non accettare la supervsione di Boselli come curatore, esseno strapagato (beato lui)...fin qui le regole scritte e giuste, in linea di princiapio...c'è un però Nizzi è stato il successore di Glb, l'unico che abbia avuto le palle di prendere il suo posto in anonimato e a portare avanti la baracca da solo per dieci anni(poi, se qualcuno conosce altre versioni, le porti a conoscenza, ma la Storia si fa coi fatti, non con il "what if"...)d'accordo, è stato strapagato, d'accordo ha scritto ciofeche negli anni 2000...ma ha preservato negli anni 80 90 Tex, sbagliando come tutti i grandi autori, ma non limitamdosi a far fare figure di letame a Tex...non è vero, questo, è una banalizzazione capziosa e volutamente provocatoria...Nizzi si sente (ed è stato fatto sentire da Bonelli per anni, e non solo da lui) il DEGNO EREDE di GLB...Secondo tutti voi, accetta di buon grado critiche legittime (e giuste, credo io) da chi lui ritiene essere un suo ex aiutante e un autore che gli "portava via il lavoro" e lo scettro di prima donna negli anni 2000? perchè tale è il pensiero di Nizzi, inutile girarci intorno: a livello psicologico secondo me Nizzi non è mai riuscito a liberarsi da questa idea, e non c entrano i soldi...Nizzi ci crede per davvero al fatto che il suo Tex sia migliore di quello degli altri autori, e ha sbattuto alfine la porta sentendosi trattato, secondo lui, come un Faraci qualsiasi...fin qui nulla di nuovo sotto al sole sull'intervista, mi piace rispondere SU ALCUNI PUNTI Nizzi sputa nel piatto in cui mangia: capita anche con gli attori, i calciatori e i grandi registi, strapagati anche più di Nizzi, criticare in modo duro chi li ha strapagati per anni, ma da cui non accettano critiche per il loro operato, sentemdosi AL DI SOPRA DELLA LEGGE: in questo la casa editrice è stata responsabile per anni, facendolo sentire intoccabile e non fcendolo mai scendere dal trono su cui era stato issato da Sergio. Nizzi critica glb: non è vero, dice semplicemente che glb era un omino basso di statura, che le sue ultime storie erano bruttine( e in questo è stato fin troppo edulcorato, perchè le ultime storie di GLB non hanno nè un capo nè un coda, dico purtroppo) e che all'inizio non gli piacevano le storie diluite di Bonelli (può essere, infatti, dal momento che Nizzi scriveva solo storie brevi per il Giornalino e quindi era abituato ad un altro stile...però ad un certo punto Nizzi ha anche detto che lo stile di Glb era inconfondibile e gli piaceva il lessico... Nizzi critrica Boselli: sbaglia perchè lo critica in modo diretto, davanti ad una folla di persone...di per sè legittimo ma di cattivo gusto, oltre che ingiusto GUARINO: ecco, il ruolo di Guarino mi ha davvero indisposto...non solo non riesce a dare una scaletta a Nizzi e a fare domande interessanti, ma USA UN NIZZI IN PIENA E INTAZZATO PER ATTACCARE VOLUTAMENTE LA SBE E IL CURATORE. Un Guarino che si crede il segretario di Nizzi, anzi la sua guardia del Corpo, l'unico in grado di avvicinare il sacro profeta del Verbo texiano (lo dico ironicamente)...ma Guarino è così, so di cosa parlo. Anni fa quando incontrai Nizzi l'ultima volta, e gli parlai in modo meno superficiale di altre Texofili, mi sentii ad un certo punto il fiato di Guarino sul collo, che mi chiese se lui poteva firmare al posto di Nizzi la copia del mio "tex secondo Nizzi": capì in un attimo che Guarino era infastidito dal fatto che qualcuno dei presenti potesse anche solo per due minuti "portargli via il suo eroe" e infastidirlo con domande meno banali e più pregnanti. la cosa mi ha infastidito a tal punto che me ne andai subito...e benchè sia io un uomo di mondo e sappia benissimo perchè Guarino sia entrato nella grazie di Nizzi (...) la cosa mi dà doppiamente fastidio, perchè secondo me a Nizzi Guarino sta dando un pessimo servizio. Per concludere, cosa penso dell'intervista: penso che se una buona metà dei commenti su youtube sono a favore di Nizzi, ciò significa che a una buona parte di lettori di Tex piace il suo stile e rimpiange le sue storie, che per altro anche lui non sa più scrivere come prima...sul fatto che Nizzi critrichi Boselli è legittimo da parte sua, anche se lo fa da vanesio. Sulla qualità delle ultime storie di Nizzi, comunque credo non si discostino molto dalla media degli altri autori, eccetto Boselli ovviamente. Adios "old Timer" da Fiumalbo, hai chiuso su Tex...peccato per l'epilogo, ma te la sei cercata anche tu. Detto questo, il suo Tex prima maniera mi è rimasto "appiccicato addosso" e mi manca moltissimo. Come ha detto qualcuno, al netto di tutti i limiti delle sue storie, l'ironia del suo primo Tex e i dialoghi con Carson nessun altro è riuscito a replicarli successivamente...
    1 point
  7. Letto "Trappola per Jim Callahan"...albo preparatorio, nella migliore accezione del termine : mi piacciono le storie che sanno prendersi i dovuti tempi nella narrazione, la presentazione del contesto, l'esposizione degli elementi e le forze in campo. In questo "Tex Willer" si conferma come serie coraggiosamente ambiziosa, e questa storia in particolare. La prima parte, ambientata nel Ranch di Cortina, è piena di tensione sotterranea, e impregnata sul confronto tra tre uomini (Tex, Cortina e Faver) saldamente fermi sulle proprie posizioni e convinzioni. Inoltre l'intreccio di Storia e Avventura è sempre più fine e cesellato...Tutto ciò che riguarda società segrete mi affascina moltissimo (anche se sono fondamentalmente ignorante come un'asse da stiro) quindi l'introduzione dei "Cavalieri del Cerchio d'oro"- gli antenati del Ku Klux Klan !- moltiplica ulteriormente il mio hype per il prosieguo di questa storia. Inoltre Boselli si conferma portato per l'introduzione di personaggi femminili avvenenti e combattivi, e la bella Gala (che mi ricorda molto la Sara Montiel di "Vera Cruz"), che prima esibisce il coltello ad altezza coscia, poi scaglia sprezzante un bicchiere di vino in faccia al gringo Tex Willer, si guadagna subito la mia stima ! A chiudere degnamente l'albo, un bel pestaggio vecchia scuola (anche se qui Tex dice che ci deve ancora prendere le misure)...anche se un po' mi spiace per l'ellissi : lo avrei voluto ancora più dettagliato ! Sempre maestosi i disegni di Brindisi, che si conferma "nato per il western".
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  8. A proposito di nuovi autori. Racconto, a due anni di distanza, un aneddoto: mando un soggetto a Boselli. Dopo un po' di tempo mi arriva la risposta: comincia coi complimenti per la storia in globale, poi elenca alcune cose che non vanno ma che sono ampiamente modificabili o migliorabili in fase di sceneggiatura, infine mi dice il motivo per cui me la boccia: troppo matura per Tex. Io rimasi stupito perché me l'aveva detto l'autore di Luna Insanguinata, che è piuttosto "matura" per la serie. Poi quell'appunto finale per cui Boselli ha storto il naso si poteva sfumare benissimo. Ci ho "bisticciato" un po' ma poi ho accettato il verdetto. Peccato. Se il giudizio comincia con un complimento, la bocciatura sa davvero di doccia fredda.
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  9. Aver ragione è un conto, nessuno mette in dubbio che Diablero sia uno degli utenti più acuti del forum e la maggior parte delle volte son d'accordo con il suo pensiero, tuttavia è davvero antipatico e controproducente per la serena interazione del forum, alludere continuamente alla presunta mancanza di capacità di comprensione dei testi degli interlocutori. (Special modo quando non si condividono i contenuti!). Capita troppo spesso e onestamente lo reputo un atteggiamento arrogante e poco edificante per un utente di spessore, come oggettivamente Diablero è. Perdonate lo sfogo e senza rancore.
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  10. Il secondo ritorno di Mefisto è una storia spettacolare, preparata dalla visione di Mefisto da parte di Tex sotto l'effetto allucinogeno del peyote solo pochi numeri prima! E' un crescendo, quello della saga di Mefisto, con storie via via sempre più belle che culminano con la bellissima "Il figlio di Mefisto", a mio parere la migliore. Trovo questo episodio superiore a quello precedente, soprattutto per la complessit? della trama, ma inferiore a quello che lo seguirò di pochi numeri. Qui le incongruenze ci sono, indubbiamente, come sottolineato in alcuni interventi precedenti. In particolare, credo che avrebbe potuto essere sfruttata meglio la setta del Drago Rosso, che rimane quasi sullo sfondo degli eventi... Qualche scontro tra Tex e i cinesi della setta avrebbe potuto rendere ancora più bella questa storia, e soprattutto avrebbe potuto dare più centralit? a Tex, che in fin dei conti qui non combina molto... Mefisto si conferma ancora il nemico numero uno, stavolta arriva davvero a un passo dalla sua vendetta, portata avanti con estrema lucidit? fino allo scontro con Padma!Insomma, una storia memorabile -ave_ Non ho mai capito invece la colorazione molto particolare della copertina di "Spettri", con quelle sagome di Tex e Kit completamente bianche... qualcuno degli espertissimi del forum ha informazioni o qualche aneddoto a riguardo? doubt
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  11. Patagonia 2: l'emozioneLeggendo Tex mi è capitato raramente di provare emozioni forti, di commuovermi, forse anche perchè nell'epoca d'oro ero poco più di un bambino, qualche volta è spuntata qualche lacrima, ma niente di più. Ebbene, con Patagonia per la prima volta ho pianto con Tex e per Tex, alla prima lettura con incredulità per quello che avevo appena letto, tanto che ho avuto bisogno di rileggerlo subito. Non potevo credere di avere di fronte un Tex così incredibilmente gigantesco, eroico, e al tempo stesso così incredibilmente umano, e sotto certi aspetti, fragile. La presenza simultanea di emozioni ?dure?, e soprattutto, una rarit? in Tex, di quelle ?morbide?, è una cosa di cui non potr? mai rendere grazie abbastanza. Cosè dopo la seconda lettura il pianto è stato ancora più convinto e partecipe. Ma anche le altre due volte che ho riletto la storia, l'ultima delle quali a Natale, ho pianto come e più della prima. Per quello che ha rappresentato per me, questa è la storia di Tex più bella, più emozionante, più coinvolgente che abbia mai letto. Forse non sarà quella scritta meglio, non ho la minima competenza per poterlo giudicare, ma per me rimane la più bella in assoluto. Pensare di emozionarmi così per Tex a 44 anni non l'avrei mai ritenuto possibile. Patagonia 3: anno zeroIl mio anno zero. Avevo deciso di arrivare stancamente al numero 600 e poi di decidere se continuare a leggere Tex: ultimamente non ce la facevo quasi più, mi annoiavo in un modo incredibile, leggevo le storie distrattamente tanto per passare una mezz?ora e poi le mettevo nello scaffale a prendere polvere. Poi arriva Patagonia e per la prima volta voglio sapere chi ne fosse l'autore, cosa che non avevo mai fatto, e comincio a guardarmi indietro, a dare un'occhiata alle seconde di copertina. Ma soprattutto mi domando perchè questa storia mi piace e perchè mi piace questo Tex, insomma mi faccio delle domande e non mi so rispondere. Capisco che devo cambiare modo di leggere, non solo l'ultimo modo stanco e annoiato al massimo, ma anche quello con cui ho ricominciato Tex cinque anni fa. Non ho tutt?oggi chiaro in che modo devo avvicinarmi a una storia, sono ancora in cammino, ho cercato aiuto e suggerimenti leggendo qualche forum ma tenendomi in disparte, sentendomi ancora un bambino: sentir parlare del Tex di Bonelli, di quello di Nolitta, di Nizzi, di Boselli eccetera, mi fa tuttora sentire veramente scemo, mi fa rendere conto di non sapere proprio nulla. Senza Patagonia sarei stato sempre annoiato, stufo, stanco, un lettore molto più tranquillo, sè, ma molto più superficiale. E la strada da fare è ancora tanta.
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  12. Patagonia 1: l'apoteosiSu Patagonia si potrebbero dire e scrivere centinaia di pagine. Preferisco riportare la parte finale del commento che mi venne di getto, a caldo, dopo avere letto la storia, che postai sul forum di N. Never. Non che sia nulla di originale, ma io sottolineo un punto che non ho visto così in evidenza su nessun commento letto in seguito. Avevo definito il volume ?eccezionale, straordinario, addirittura commovente, passa di diritto alla storia come uno dei più belli di sempre, se non il più bello in assoluto, della saga texiana e finisce direttamente nel mito.?La parte finale è questa.<<[?] Ma è nelle ultime 50 pagine che si raggiunge veramente l'apoteosi, e qui bisogna spiegare un po' di cose. Tex si è sempre battuto per i diritti delle popolazioni native a bocce ferme, cioè quando l'invasione/colonizzazione è già compiuta e le tribù sono già rinchiuse nelle riserve. Si può tranquillamente dire che Tex non ha partecipato a nessuna delle guerre che hanno visto la fine della libertà e dell'indipendenza delle ultime popolazioni indigene rimaste libere, tranne una eccezione, Little Big Horn, in cui non combatte ma si adopera per evitare un massacro. Dunque Tex si batte per i diritti di sopravvivenza, chiamiamoli così, dei nativi confinati dentro le riserve, perchè vede in queste ultime l'unica possibilità per evitare lo sterminio di fronte ad un progresso e a una civilt? aliena che si comportano come un vero schiacciasassi, fermo restando che le riserve siano garantite nei territori ancestrali delle popolazioni. Tex usa la violenza per far cessare ogni violenza, per la pace e la giustizia, sia nei confronti dei bianchi che violano i trattati sia nei confronti dei nativi ribelli che causerebbero danni non solo ai nemici bianchi ma anche a se stessi e ad altre popolazioni pacifiche scontando la repressione incondizionata dei soldati. Tex è un realista, sa che l'avanzata della civilt? è inarrestabile ed è ormai cosa fatta, la sua politica è il compromesso fra le esigenze di bianchi e rossi nel rispetto di un ideale di giustizia assolutamente personale che spesso e volentieri sconfina dalla legalit?, e quando questo non è possibile, passa alle maniere forti contro chiunque. Si può addirittura pensare che l'operato di Tex sia in realtà un'opera di normalizzazione ?reazionaria? ancora più dannosa per i nativi, in quanto spesso presta servizio per eliminare le bande indigene ribelli, le uniche ad avere ancora in corpo l'anelito alla vera libertà, ma le cose stanno così. Non si è mai visto Tex schierarsi apertamente con dei ribelli se non per delle ingiustizie subite, e anche qui è sempre attento a cercare di evitare perdite di vite umane ai bianchi non responsabili, civili e militari, e il fine è sempre stato quello del ripristino della giustizia e dei diritti violati e il ritorno alla riserva. Qui, in Patagonia, siamo in un'altra fase del processo di invasione/colonizzazione, siamo solo all'inizio e le tribù sono ancora tutte libere. Quando la missione rischia di trasformarsi da pacifica qual era in una vera e propria guerra di sterminio, cerca ancora la strada del compromesso per arrivare a una soluzione pacifica del conflitto, e a questo punto avrebbe fatto il suo, non ci sarebbe più da chiedergli nulla: ha avvertito gli indios ?nemiciò, si è dimesso da esploratore, ha implorato il suo amico di dimettersi per non macchiarsi del crimine di sterminio, il tutto in un paese che non è il suo, senza poter contare su nessun altro che se stesso, senza appoggi politici o militari. E quando il suo amico non solo non si dimette, ma lo arresta, pensavo che la storia si avviasse alla conclusione con la celebrazione di un processo per tradimento che in qualche modo sarebbe finito bene. Storia impeccabile. E invece ecco l'inaudito, l'insospettato, almeno per me: Tex si schiera apertamente con gli indios, contro l'esercito argentino, gli muove guerra aperta, riuscendo ad un tempo a conciliare combattimento e fuga ponendosi al completo servizio dei nativi. I dialoghi con Mendoza e con i capi indios sono esemplari ai fini di questo salto di qualità straordinario: non più la difesa del diritto di sopravvivenza, ma la lotta vera e propria per il diritto alla libertà degli aborigeni. Questo non è nemmeno più Tex, è Aquila della Notte come non si era mai visto prima: di fronte a una colonizzazione ingiusta, violenta, che ripeterebbe i massacri del proprio paese fino all'estinzione totale di un popolo, bisogna schierarsi, prendere posizione, e combattere con ogni mezzo necessario, a costo della propria vita, rinnegando quasi la propria razza, rompendo un'amicizia consolidata, per un'inflessibile ideale di giustizia. Il sacrificio dell'individuo per il bene e la salvezza del proprio popolo: questo era Toro Seduto. Il sacrificio dell'individuo per il bene e la salvezza di ogni popolo soggetto a ingiustizia: questo è Aquila della Notte, assurto al ruolo di vero e proprio combattente per la libertà, di mujaheddin. Questo Tex è una figura altissima, grandiosa, un ritratto straordinario e commovente, anche nel saluto col figlio, mi vengono i brividi solo a pensarci. Non è solamente cazzotti e pallottole, è l'incarnazione di una scelta di campo radicale che presuppone una scelta etica basilare a favore della giustizia, in ogni tempo e in ogni circostanza. Il suo ex amico, il colonnello Mendoza, non ce l'ha fatta, in lui ha prevalso il senso dell'onore, della patria, della fedelt? agli ordini. Non è riuscito a restare fedele a se stesso fino in fondo, è lui il vero traditore. Il rapporto Tex-Mendoza è uno dei più belli che siano mai stati esplorati, è una summa di ciò che Tex è e vuole rappresentare nella sua inflessibilit?, e anche il colonnello è a suo modo una figura tragica grandiosa, in bilico fra scelte morali diversissime fino alla definitiva rottura, anche questa un momento bellissimo. E le pagine finali, con le sequenze in parallelo della fuga fra le montagne da un lato e la guerriglia dall'altro, sono da antologia, mi ricordano l'odissea di Capo Giuseppe e dei Nasi Forati per raggiungere il Canada, braccati dagli eserciti americani. Che altro dire? Boselli ha scritto un capolavoro, Frisenda l'ha disegnato. M?inchino.>>
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