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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 24/05/2022 in tutte le sezioni

  1. Attento! Fa solo APPELLO, ma NESSUNO GLI RISPONDE Evidentemente, nei pressi delle stelle nere degli ultimi cieli non c'era abbastanza campo e l'appello di Mefisto è caduto nel vuoto !!! A parte le battutacce, dopo la mia recente rilettura in serie delle avventure di Tex contro Mefisto prima e Yama poi, ho potuto apprezzare come i poteri di Steve Dickart vadano crescendo di scontro in scontro, e soprattutto mi è sembrato piuttosto evidente come ne La gola della morte i poteri di illusione di Mefisto, benché certamente superiori a quelli mostrati in Pinkerton Lady (la principale differenza sta nel fatto che, tra i monti dell'Arizona, egli riesce a mandare le sue orribili visioni anche a distanza), sono ancora in una fase "pionieristica", specie se paragonati ai successivi scontri. E' solo in Black Baron, fondamentalmente, che Mefisto mostra già una buona confidenza con le forze oscure, a dimostrazione della lunghezza del suo "praticantato". E ciò secondo me può fornire anche una spiegazione alla mai completa assimilazione di poteri così terribili da parte di Yama: il padre vi è giunto gradualmente, forse con qualche intoppo ma comunque pienamente consapevole di quel che faceva, il figlio invece si è ritrovato catapultato di punto in bianco ad avere a che fare con la magia nera (certo, ha accettato di farlo e poteva rifiutare, tuttavia a ben vedere la sua non si può davvero dire sia stata una scelta non dettata da piena convinzione né, forse, dalle opportune motivazioni).
    1 point
  2. Visto che ci si gira sempre attorno, facciamo uno schema: - "fuorilegge": Mefisto non ha alcun potere, e anche come prestigiatore è dozzinale (non si fa mai riferimento ad una sua particolare bravura). Non usa mai nessuna abilità manuale, non fa manco trucchi con le carte, serve solo a dare sostegno a Lily che fa tutto. - "la mesa degli scheletri" (tex 39-40), Mefisto può proiettare la sua immagine e le sue parole a distanza e vedere e sentire sempre a distanza. Ma per farlo ha bisogno di "inviare lo spirito" di un suo sottoposto (umano) a fargli da tramite (il sottoposto cade in catalessi e dopo Mefisto vede e sente da uno specchio) Inoltre, può far vedere illusioni senza tramiti a chi ha di fronte 9tipo mostrare la sua testa muoversi lontano dal corpo), e può ipnotizzare fino a dominare la volontà di Carson e Kit. Fino a qui, sono cose che si sono già viste in "Pinkerton lady"... ma MESI DOPO, quando Mefisto riappare con Carson e kit, fa UNA COSA DIVERSA. Pagina 59 del n.40: Mefisto, senza più seguaci, e senza specchio sacro, utilizza una maniera diversa per comunicare con Tex: FA APPELLO, PER LA PRIMA VOLTA, A ENTITÀ INFERNALI! Fa appello alle "stelle nere degli ultimi cieli", ai "custodi del tempo" e soprattutto "agli abitatori degli abissi". Quindi, quello che ha scritto borden ieri NON È VERO: Mefisto fa per la prima volta appello ad entità degli abissi già nel numero 40, non dopo l'incontro con Padma. - "Incubo", (Tex 78-80) come nel numero 40, Mefisto riesce a sentire e vedere a distanza (e farsi vedere e sentire, mandando illusioni) senza bisogno di addormentare un seguace. Ma Padma gli dice che "grazie a lui Mefista ha aumentato la sua conoscenza del mondo oscuro e decuplicato i suoi poteri", e qui Mefisto dice esplicitamente che fanno uso di "magia nera". Però i poteri che mostra non sono apparentemente superiori a quelli che mostra nel numero 40. li usa magari con maggiore noncuranza. Non sembra che possa fare cose nuove, sembra solo che lo possa fare più rapidamente e facilmente. Ipnotizza molto rapidamente kit Willer, e nel numero 80 in una striscia si vede a che tipo di creature demoniache fa appello, mentre cerca Tex. Dice però che, una volta sconfitto Tex, chiamerà "le forze degli abissi e dei cieli", e conquisterà il mondo (Padma però pensa in quel momento che Mefisto è pazzo, quindi non è detto che si sarebbe riuscito) Anche in questa storia, come nella precedente, Mefisto non può compiere azioni FISICHE a distanza. L'unica eccezione è il gettare le braci in faccia a Nuvola Rossa, ma è possibile che il rito che Nuvola Rossa stava compiendo gli abbia dato quella possibilità. il vero grosso "balzo di qualità" lo fa la volta successiva, e per questo ritengo sia legata alla sua follia... - "Terrore sulla Savana" (Tex 93-95), per la prima volta Mefisto invece di fare riferimento alle "forze del male" o agli abissi in generale, tratta direttamente con "colui che ha mille volti, mille forme e mille nomi" (lo fa sia mettendo in trance otami che senza bisogno di usarlo, cosa che fa pensare che l'uso di un seguace lo renda solo più facile o meno pericoloso) Ma anche stavolta, non fa altro che far vedere illusioni. Niente di reale. La cosa "strana", quindi, è che Yama... sembra molto più potente di Mefisto! (vedremo poi in cosa). All'epoca probabilmente GL Bonelli scriveva di getto senza preoccuparsi di certe cose, ma oggi direi che se Yama dimostra maggiori poteri, ed ne sa molto meno di Mefisto... significa che Mefisto, anche nella sua follia, era più PRUDENTE, e con i suoi "paterni consigli" sta facendo correre a Yama (e Loa) grossi pericoli... - "il figlio di Mefisto": (Tex 125-128) Yama e loa, evocando "il nero principe dalle mille facce e dalle mille forme" riescono in quello che a Mefisto non era mai riuscito: attaccare a distanza! (strangolare Yampas). Quello che dicono fa capire che l'incantesimo è estremamente pericoloso, e si può fare solo una notte ogni mese 9"alla prossima luna"). infatti il mese dopo ci riprovano e ci riescono. Non solo: Yama riesce a scatenare un turbine di vento in Arizona, con un incantesimo in Florida. E sarebbe in grado di "afferrare Willer per il collo" con dei serpenti se non fosse protetto dagli amuleti. Inoltre Yama viaggia FISICAMENTE (la sua forma mortale sparisce durante l'incantesimo) per viaggiare negli abissi infernali. Tutte cose che Mefisto non faceva! (e magari non lo faceva anche perchè Yama rischia la pelle anche in quel viaggio) Yama inoltre è in grado di resuscitare i morti creando degli "Zombie", anche se dice che per far quello è più efficace Loa (ma specifica che il rito lo conosce anche lui) Insomma, non solo Yama, ma persino Loa, sembrano essere più potenti di Mefisto... la mia ipotesi è che siano "solo" più spericolati e ignoranti dei rischi che corrono, e che questo possa essere la chiave per capire come mai Mefisto possa avere ad un certo punto abbandonato la magia...
    1 point
  3. Confesso di avere un debole per questa storia dall'insolita trama. Certo ci sono GL Bonelli ai testi e Nicolò ai disegni, la mia coppia preferita, e questo basterebbe per rendermi soddisfatto. Ma qui c'è anche altro. Innanzitutto Kit Willer che, come successo a tutti noi, vive la sua prima avventura sentimentale, in un'età in cui l'attrazione per l'altro sesso è cosa ben nota. Siamo su Tex e quindi non c'è, fortunatamente, nulla di esplicito: l'affettuosa amicizia tra i due giovani ci viene mostrata con brevi e scarni dialoghi e con allusioni più o meno velate. Cosa ci sarà stato tra la bella Manuela (come al solito Nicolò ci mostra una bellezza notevole) e l'impavido Kit? Non ci è dato sapere e, probabilmente, nemmeno vogliamo saperlo: ci basta lo sguardo malizioso della ragazza che, all'arrivo del baldo Cortez, guarda di sbieco Kit e gli chiede: "Geloso?". Il massimo per il Tex di GL Bonelli! Non conoscevo la genesi di questa storia e quindi non comprendevo il quasi imbarazzo dell'autore nel raccontare l'intreccio amoroso tra i due rampolli, imbarazzo ben rappresentato da Kit quando deve raccontare al padre come stanno le cose: "Se mi prometti di non ridere, ti racconto". E cosa risponde Tex alla fine del racconto? "E' roba seria per te?" E il carico da undici lo butta Carson: "Che io sia dannato! Proprio un bel pasticcio". Immagino la gioia di Kit nel sentire queste comprensive risposte! Anche in queste piccole cose GL Bonelli riusciva ad essere unico ed inimitabile: quando la bella ed educata ereditiera risponde allo yaqui che la tiene prigioniera "Che l'inferno ti inghiotta" stavo per morire dalle risate. Lo sviluppo della storia è interessante ma non certo indimenticabile: tra la boria e l'arroganza di Don Carlos (che un bello sganassone se lo sarebbe stra-meritato), la sfortunata e in parte scalcinata banda Cordura e la figura da peracottaro di Don Pedro la storia va avanti senza troppi scossoni. E purtroppo l'idillio tra i due giovani rimane sullo sfondo e viene progressivamente dimenticato, fino a quel "Solo le montagne non si incontrano" pronunciato da Kit al momento dell'addio con Manuela. Infine un ricordo personale: le mie prime letture di Tex avvenivano prendendo gli albi in un capiente ma disordinato negozio di libri/fumetti usati. Per anni ho sempre letto solo la fine della storia, dato che il primo albo "I due rivali" era introvabile in negozio, fantasticando su come fosse nata la relazione amorosa tra i due. Erano i tempi in cui maledicevo le storie a metà nell'albo: curioso invece che oggi per quelle storie abbia quasi un pizzico di malinconia.
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  4. Scusate nuovamente il disturbo, vorrei scrivere il mio metodo, che può essere giusto o sbagliato, sul come creare un soggetto, con ovviamente un'idea di base ma qui scriverò della forma e non del contenuto. Sono solito, dal basso della mia inesperienza, trascrivere i nomi e le caratteristiche dei personaggi, nonché ovviamente il loro ruolo nella storia che vado a produrre. Dopodiché divido il soggetto, creandomi una scaletta, in scene iniziali, altresì dette antefatti, quindi in scene centrali e poi in scene finali. A volte ho utilizzato sia la versione più lunga, quindi divenendo più prolisso, sia quella più breve, meno minuziosa ma dove risultano esserci le fasi salienti. Non so se possa interessare a qualcuno e se voi ne usate qualcuno di diverso, chi ha provato a crearne uno, ma voglio semplicemente mostrare il mio metodo di lavoro. Sul contenuto, poi, è un altro paio di maniche in quanto, lo avete letto pure voi quanto io sia acerbo.
    1 point
  5. Permettetemi di ampliare un attimo l'oggetto della discussione. Ma prima, per spiegare meglio lo spirito del mio intervento, devo precisare che la serie del giovane Tex è per me motivo di entusiasmo, sia per quanto riguarda i soggetti, sia per quanto riguarda la sceneggiatura, sia per quanto riguarda i disegni. Però, un'osservazione critica, in un forum che tratta con serietà un tema frivolo come i fumetti, va fatta. Essa non intacca in alcun modo il piacere con cui si legge Tex Willer, ma - a mio parere - dà una migliore consapevolezza di ciò che sta accadendo. Per spiegare la mia riflessione, che in parte anticipai già quando erano in edicola gli albi de L'agente federale, prendo a esempio un composizione musicale, e cioé la variazione. In parole povere, si prende un tema musicale e lo si ripropone. Le note del tema rimangono, grosso modo, ferme; ma l'autore della variazione apporta delle modifiche, che, in qualche modo, si inseriscono tra le note del tema e ne alterano armonia, tempo, tonalità, addirittura linea melodica. Ecco, l'opera che Boselli sta portando avanti con la collana del giovane Tex è, a mio parere, molto simile a una variazione. Rimangono fermi i fatti raccontati ne Il totem misterioso e ne La mano rossa. In mezzo alle due avventure, però, Tex partecipa alla guerra indiana in Florida, vive con i Seminoles, ascolta Lincoln ed evita che venga ucciso, nel fare ciò si sfiora con Mefisto; quindi fa una capatina in Montana, frequenta Cortina e Cochise. In pratica, pur rimanendo fermi gli episodi fondamentali della saga di Tex, è la vita di Tex che cambia. E il Tex che leggiamo mensilmente in edicola è molto, ma molto diverso da quello che leggiamo settimanalmente sulla serie anastatica. L'obiezione che mi verrà mossa è che, in realtà, già nel 1948 Tex aveva vissuto le vicende cui faccio riferimento; solo che non erano state raccontate. Però, pur trattandosi di argomento difficile da superare sul piano logico, mi sembra innegabile che il profilo psicologico ed esperienziale del giovane personaggio narrato nel 2022 sia molto differente dalla dimensione del personaggio narrato nel 1948. Concludo ricordando che con la variazione si cimentarono con ottimi risultati Beethoven, Chopin, Schubert, Brahams. Dunque, la considerazione artistica che ho per Boselli non esce certo ridimensionata.
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