Torno a parlare dell'ultimo numero (che avevo letto subito all'uscita) perchè riprendendolo in mano e vedendo di nuovo la "lettera di Davide Bonelli", mi ha dato di nuovo la forte sensazione di fastidio che avevo avuto quando avevo letto l'albo la prima volta.
Sulle prime l'avevo attribuita al fatto che, mentre su altre testate si era solo preso spazi pubblicitari o comunque poco interessanti, nell'ultimo Tex Willer si è "mangiata" (essendo stampata anche più in grande del necessario) l'intera pagina che sarebbe stata dedicata alla rubrica di Boselli, che invece di solito vale la pena leggere.
E insomma... mi chiedi aiuto e collaborazione, e intanto... mi dai di meno? Mi togli una parte dell'albo che ho acquistato? Bell'"amico"... non c'era proprio maniera di ridurre quel malloppone di testo, oppure di NON metterlo al posto di una rubrica?
Ma non è solo quello... "cari Amici" inizia. Da quando siamo amici? Come mai ultimamente, dopo ogni speculazione, ogni spremitura, ogni commercialata più o meno bieca, sento il mantra che la Bonelli è un azienda, è un attività commerciale, che deve fare i suoi interessi... OK, e allora se ciascuno si fa solo i suoi interessi, perchè dovrei fare la fatica di comprare Tex sempre alla stessa edicola? Per l'editore che NON MI FA TROVARE Tex sempre in quell'edicola perchè per speculare si inventa varianti "limited", "speciali", "per pochi"?
(che poi, anche questa storia del fare i propri interessi... sembrano dire che Sergio Bonelli era un idiota che non sapeva farli, mentre in realtà per me li sapeva fare molto meglio degli attuali dirigenti. Aveva capito che la benevolenza dei lettori vale molto e che non conviene buttarla via per qualche misera speculazione)
Siamo "amici" solo quando hanno bisogno loro? E poi dopo siamo "consumatori" da spremere?
O cambia la sua politica commerciale, speculando e spremendo di meno, oppure "cari amici" sto #####, scriva più onestamente "cari limoni da spremere"...