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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 02/06/2022 in tutte le sezioni

  1. Sono molto incuriosito dal Texone di quest'anno, dalle anteprime i disegni di Freghieri mi piacciono molto. Il soggetto di Manfredi sembra classico, due innamorati in fuga da una banda di fuorilegge, una rapina al treno, una vecchia missione abbandonata però poi si parla anche di un misterioso mago della pioggia. Manfredi per me su Tex è sempre stato altalenante, trovo ottime storie come "La Grande Sete" e "Sei divise nella polvere" ma altre storie come "La banda dei serpenti" e l'ultimo color tex non le ho trovate molto gradevoli. Vabbè spero sarà un bella storia, comunque ho notato che negli ultimi tre anni i Texoni sono stati disegnati da disegnatori provenienti da Dylan Dog (Carnevale, Casertano e adesso Freghieri)
    1 point
  2. Sì, in effetti a confronto dell'addio a Lilyth (quello originale, non parlo ovviamente del Giuramento) quello a Lupe non sembra nemmeno tanto male... Però c'è un altra cosa che arriva con Lilyth, e credo che sia il punto in cui GL Bonelli capisce cosa farci con "Tex": con lilith arriva la prima storia davvero "lunga" (20 strisce, quasi 5 mesi, più di 200 pagine). Fino a quel momento la storia più lunga era stata "Mefisto la Spia", (12 albi), ma è una divisione un po' "artificiale", erano ancora i tempi in cui da una striscia si passava all'altra, quindi è un po' arbitrario dire che gli albi fra la comparsa di Mefisto e la sua cattura sono una "storia" mentre l'attacco del Messico precedente non ne fa parte. Mentre la storia con Lilyth non c'è dubbio che è un unica storia, ben delimitata. Si vede che, man mano che Tex rimane in edicola (mentre attorno altre serie Araldo chiudono) gli dà la stabilità necessaria per avventurarsi in narrazioni più lunghe, arrivando di lì a breve a "il tranello" (21 strisce più la "coda" di 12 strisce "la banda degli orsi) e "il figlio di Tex" (24 strisce)
    1 point
  3. Premesso che trovo più che legittima la trepida attesa per l'uscita del nuovo blocco di quattro albi con l'ulteriore sviluppo delle vicende di Tex contro Mefisto/Yama e condivido le aspettative per lo sviluppo (conclusione?) di questo ciclo, ma mi sembra davvero eccessivo andare a "vivisezionare" una copertina di Villa cercando richiami, ripetizioni o citazioni ad ogni costo. A me quella copertina piace in se stessa, con l'atmosfera che porta con sé. Detto questo, condivido in pieno il post di Diablero cui aggiungerei però un elemento di diversificazione cui, per "fortuna" la Sergio Bonelli editore ci ha abituato negli ultimi anni. A dispetto di queste ripetizioni, infatti, il bollino con il prezzo negli anni ha un'indicazione che cambia (chissà come, sempre al rialzo)... 😜 Da ultimo, quell'oggetto non poi tanto misterioso che si trova davanti a Tex e al suo cavallo è di certo un ramo che sporge dalla superficie innevata, che presumo Villa abbia inserito per rendere la parte inferiore della copertina meno monotona, con un blocco tutto bianco. L'enigma del feticcio c'è già stato con il numero 24... 😇
    1 point
  4. Sì, che però farà fuori in quattro e quattr'otto nella storia successiva ("La banda dei Dalton"), dove comparirà anche per la prima volta Tiger: ossia, meglio un pard indiano che una mogliettina noiosa! "- Hai saputo di Lylith? - Sì, Tex, mi dispiace..." Fine della storia con Lylith! Comunque, è vero, Lupe Velasco è strepitosa nelle prime strisce, poi sparisce via via, e Tex diventa il protagonista unico della storia, tutta azione e sparatorie. Era un po' il difetto di GL Bonelli, e dei fumetti di quel periodo (ma anche di oggi, dopo un po' è più facile mettere tanta azione, piuttosto che portare avanti dei personaggi fino in fondo). A me, in ogni caso, piace il Tex cavaliere solitario di questo periodo, che cambia continuamente partner, ambientazione, ruolo (fuorilegge, ranger, rivoluzionario, amico degli indiani, fra un po' padre), senza avere una sua stabilità e una collocazione ben precisa. Ed è anche per questo che apprezzo la serie "Tex Willer". Anzi mi verrebbe da pensare che il finale della serie "Tex Willer" (a cui auguro ovviamente lunga vita) potrebbe essere proprio quando Tex trova infine una sua stabilità come capo navajo, insieme agli altri tre pards, formando il celebre quartetto del west, che poi non cambierà più fino a oggi.
    1 point
  5. Con le strisce di questa settimana, esce di scena Lupe Velasco, con tutta la "seconda saga messicana". Leggendo quelle storie sulle strisce, ad una certa distanza l'una dall'altra, si nota per me abbastanza bene che... GL Bonelli non si diverte più con Lupe. Dopo le prime strisce, dove fa le cose più eclatanti,buffe ed eroiche, ci sono alcune strisce dove praticamente non dice una parola, e alla fine, per quanto Bonelli gli ridia la parola, per gli altri è solo un peso. Devo quindi un po' correggere quello che avevo postato qualche pagina fa: a leggere quelle storie negli albi giganti hai ancora in mente la Lupe dell'inizio, e ti "colora" il resto della lettura. Mentre invece nelle strisce si nota di più il calo di interesse (si nota anche come fossero consegnate e stampate a tre per tre. A Galep arrivano la sceneggiatura di tre strisce per volta, perchè doveva disegnarle "in parallelo" nei fogli, GL Bonelli sicuramente le scriveva una per volta, ma averle tutte e tre lì invece di consegnarle una ad una per me qualche effetto ce l'ha) Bah, per fortuna Boselli ha promesso di tenere Lupe più a lungo su Tex Willer! Ma non è solo di Lupe che pare essersi stufato Bonelli. Insieme a lei Tex abbandona tutto il Messico e Montales (dopo poche pagine dalla liberazione, e non si rivedrà più per vent'anni). Non so se era lui che perdeva interesse o se era il feedback dei lettori con cui parlava (di sicuro non avevano i soldi per indagini di mercato), se Sergio Bonelli fosse già stato l'editore potrei supporre un intervento per l'eccesso di Lupe su Tex, ma il Tex di questo periodo non trova una stabilità, pare che anche l'autore non sappia bene dove indirizzarlo. Inizia come "fuorilegge solitario", in avventure con tesori e indianine in minigonna, poi diventa ranger in incognito sempre circondato da donne buone o cattive, poi diventa un ricercato e poi un rivoluzionario in messico... leggendo le esilaranti note sulle strisce dove dicono che il fumetto è basato "sulle memorie di Tex Willer", si capisce anche perchè Bonelli lo ficchi in mezzo a guerre, rivoluzioni, e altre avventure "pseudo-storiche", Tex è presentato da subito come un tipo che diventerà famoso. Quindi ci sta che venga presentata una vita travagliata con cambi di situazioni, ma come eroe dei fumetti, il Tex iniziale per quanto sia coerente nei comportamenti e nei dialoghi è difficile da definire: come lo spieghi ad un possibile lettore? "è un giustiziere solitario, non è un agente segreto sotto copertura, no è un fuorilegge, no è un rivoluzionario in messico, no è un vagabondo raddrizzatorti in proprio, poi di nuovo un ranger ma stavolta allo scoperto, e poi? Anche con i partner... prima Tesah (per poche strisce), poi da solo, poi Montales, poi da solo di nuovo... Kit Carson appare ma non rimane mai molto. In "Satania" indagano insieme per 9 strisce (toh, come Lupe!) ma poi Kit sparisce. Riappare alla fine dell'avventura successiva per dare una mano mai scompare di nuovo, sembra usato più come "guest star" che come spalla (forse per il nome famoso?), poi Lupe e poi molla pure Lupe... È un fumetto ancora senza un equilibrio. GL Bonelli sembra avere ben chiara la personalità di Tex (che da tempo è stabile) ma non il suo "ruolo nel mondo" o se debba agire da solo o con spalle. Sarà per questo che ha deciso di fargli mettere la testa a posto: la settimana prossima arriva Lilith!
    1 point
  6. Non avete notato quel personaggio con la camicia gialla in copertina? C'è sempre lui, sono tutte copertine copiate. Guarda anche che c'è scritto "Tex" in tutte, e sono tutte western! Non c'è più originalità!!
    1 point
  7. Ed eccoci a commentare un'altra pietra miliare del corpus narrativo Texiano (Ammazza come mi esprimo forbito ). Cosa dire di questa storia? Che si può sorvolare tranquillamente sulle vere o presunte incongruenze storiche e goderci una gran bella storia dal forte sapore epico, tanto per cominciare. Perchè è questo che ?: una storia epica, che usa in modo impareggiabile il classico canovaccio della carovana in marcia verso l'Ovest minacciata dagli Indiani. La trama è abbastanza lineare, ma, al tempo stesso, articolata e del tutto priva di tempi morti. 1) Si tratta della prima storia che affronta il tema delle carovane in viaggio verso l'Ovest. Storicamente la grande ondata migratoria cominciò intorno al 1848, quando, dopo la guerra con il Messico, furono acquisiti e quindi aperti alla colonizzazione i territori degli attuali stati di California, New Mexico, Arizona, Nevada, Utah (per tacere di parti di Colorado e Wyoming) nonchè del cosiddetto Oregon Country , comprendente gli attuali stati di Oregon, Idaho e Washington. I pionieri partivano in genere da Independence, nel Missouri, e seguivano una pista chiamata Oregon Trail. Una volta arrivati a Fort Hall, in quello che oggi è l'Idaho sudorientale, la pista si biforcava: a Nord verso l'Oregon, a Sud verso la California, diventando California Trail. I pionieri di questa storia, la carovana Vernon, sono appunto diretti in California. 2) Non mancano i più tipici clichè delle storie di carovane. In particolare lo scontro con gli Indiani. Qui arricchito dal fatto che la carovana è deliberatamente portata al massacro, la guida Sterling, che gli indiani conoscono come Lupo Bianco, un tipo in gamba, visto che per breve tempo riesce ad ingannare perfino Tex e soci e Carson quasi ci rimette la buccia. 3) Davvero eccezionale tutta la sequenza dell'assedio sulla rupe ed anche se il lettore smaliziato sa che inevitabilmente Tex e Carson se la caveranno, l'autore è bravissimo a mantenere alta la tensione sino all'atteso arrivo dei "nostri". 4) Un altro punto da segnalare è che in questa storia (non è la prima volta e non sarà l'ultima) Tex (e GLB per bocca sua) esprime chiaramente qual è la sua opinione sul razzismo e dà degli Indiani un ritratto efficace, che anticipa di parecchi anni certe svolte cinematografiche americane (a dire il vero, John Ford sia ne "Il massacro di Fort Apache" che ne "I cavalieri del Nord Ovest" aveva già dimostrato una certa simpatia per le ragioni degli Indiani, ma i suoi film erano comunque centrati dalla parte dei pionieri e della Cavalleria), senza cadere, però, negli eccessi retorici di quei film. 5) Kit Willer entra ufficialmente nel corpo dei Rangers, fatto di cui gli autori tenderanno a dimenticarsi negli anni successivi. 6) A partire da questa storia, Kit Carson torna ad indossare i suoi classici abiti e tali resteranno sino ad oggi, se si eccettua qualche variazione sul tema da parte di autori come Nicolò e Giolitti. 7) Quanto a Sterling/Lupo Bianco, Tex, temendo di non poterlo rintracciare in seguito escogita un piano davvero machiavellico, facendo credere ai Pawnee che Sterling li ha traditi. Il piano ha avuto successo: Sterling è stato ucciso dai Pawnees per colpe che non aveva, ha però comunque pagato per colpe di cui si era effettivamente macchiato. Forse Tex avrebbe potuto catturarlo e, con le testimonianze dei superstiti della carovana, farlo condannare a morte, ma poco importa: il suo piano alternativo è riuscito e la giustizia in stile Tex ha colpito ancora. 8) Tex, però, dimostra essere un buon padre e manda via il figlio per impedirgli di vedere gli esiti delle torture su Sterling. 9) Ed ora il punto dolente: le incongruenze cronologiche. Riporto un mio vecchio intervento su TWO che riscriverei parola per parola: tutto questo racconto e quelli immediatamente successivi sono pieni di incongruenze storiche, praticamente impossibili da integrare con la storia di Tex. Partiamo con il racconto di James Hovendal: si cita il fatto che mentre Tex ed i pards erano assenti c'è stato l'assalto all'arsenale da parte di John Brown e della sua banda e che poi la situazione è precipitata, portando alla guerra. Peccato che l'assalto di John Brown all'arsenale sia avvenuto nel 1859 e che tra esso e lo scoppio della guerra ci siano stati nel mezzo: l'acuirsi del conflitto di frontiera tra abolizionisti del Kansas e schiavisti del Missouri, la nomina di Lincoln a candidato del Partito Repubblicano, la spaccatura del Partito Democratico tra schiavisti arrabbiati e moderati, l'elezione non proprio pacifica di Lincoln, l'interregno di 4 mesi prima che questi prendesse il posto del predecessore Buchanan, che nel frattempo si astenne dal prendere ogni iniziativa contro la secessione di ben 11 stati, ed infine l'attacco sudista a Fort Sumter che diede inizio alla Guerra. Tutto questo, secondo Bonelli, sarebbe avvenuto mentre Tex ed i pards davano la caccia a Dona Manuela, davvero impossibile, direi, a meno di ipotizzare che la caccia a Dona Manuela sia durata per più di due anni (due anni nel deserto? Cavoli). Ancora: Hovendal cita un incontro tra Lincoln e Jefferson. Evidentemente Bonelli aveva fatto confusione tra Jefferson Davis, presidente sudista, e Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti. L'idea del Corpo dei Rangers come forza di Polizia Neutrale, poi è totalmente antistorica e del tutto fuori dalla realtà per chiunque abbia una minima conoscenza di come funzionasse ai tempi uno stato. All'epoca non c'erano forze internazionali come l'ONU: gli americani dell'epoca o erano sotto la giurisdizione dell'Unione (come lo erano, ad esempio, il New Mexico e la California) o sotto quella della Confederazione (come il Texas o la Virginia). Si poteva essere neutrali, ma solo a titolo personale e non certo facendo parte di un Corpo che per forza di cosa non poteva che esser parte delle forze del Nord o di quelle del Sud in alternativa. Si potrebbe anche citare il fatto che ne "La mesa verde" Mac Parland parla del fenomeno dei fuorilegge nato "dopo la fine della guerra". Per Tex, Kit e Carson non sono certo passati 4 anni o più. Per non parlare delle contraddizioni con le storie passate, che vedono citazioni di Geronimo e Custer, tutti diventati famosi dopo la guerra. E vogliamo parlare delle contraddizioni con la storia personale di Tex? Se Kit Willer ha 15 anni nel 1861, allora è nato nel 1846 e la maggior parte delle avventure giovanili di Tex sono avvenute prima che il Texas entrasse nell'unione e molto prima che i Navajos fossero internati in una Riserva, per non parlare del fatto che Tex non avrebbe potuto avere un cavallo di nome Dinamite 20 anni prima che questa venisse inventata e nemmeno usare fucili a ripetizione, telegrafo e quant'altro. Non biasimo certo G. L. Bonelli perchè all'epoca aveva poche informazioni storiche ed ha dato una versione tutta personale della Guerra Civile, che, in fondo, ha un notevole fascino a cui non ha saputo resistere. Dopo pochi anni, però, ha lui stesso corretto il tiro a poco a poco, sino ad arrivare allo spartiacque rappresentato da "Tra due bandiere", il che dovrebbe voler dire che si era reso ben conto del pasticcio da lui fatto in precedenza (e quando parlo di pasticcio, mi riferisco, spero che sia chiaro, allo sfondo storico e non alla qualità delle storie, che rimangono comunque, specie questa, gradevoli da leggere ancor oggi). 10) Svarioni storici a parte, infatti, questa è In sostanza: una gran bella storia e non c'è altro da dire. 11)Come la precdente, anche questa storia non finisce al termine di un albetto, ma dopo poche pagine dall'inizio e prosegue nella successiva senza alcuna soluzione di continuità. 12) Una curiosità per quanto riguarda i disegni. Le matite di tutte le prime pagine sino alla sequenza dell'assedio sono di Lino Jeva con chine di Galep. Buona parte delle pagine dell'assedio sulla rupe sono interamente, matite e chine, di Jeva stesso (ma non so indicare esattamente quali ); il resto, dalla fuga dell'indiano in poi, vede il ritorno alle matite di Galep con chine presumibilmente di Pietro Gamba e qualche intervento nel finale anche di Francesco Gamba sempre alle chine. Basta così.
    1 point
  8. Molto bella anche questa storia, sicuramente non quanto la precedente, ma comunque validissima e in alcuni punti addirittura entusiasmante!Inizio dalla parte grafica, che, nelle prime pagine dell'albo, presenta un elemento secondo me molto interessante:la rottura della tipica striscia formata da tipiche vignette quadrate. Pag.18 del n.19, per esempio:qui la vignetta centrale ha la forma abbastanza inusuale di un rombo;e che dire dell'ultima striscia di pag.6, con la prima vignetta chiusa da una linea arcuata? Si giunge così a un effetto visivo interessante, sicuramente molto più animato del solito:la prima striscia di pag.10 è in questo senso esemplare. Per quanto riguarda la storia è da rilevare la bravura con cui Bonelli gestisce i tre pards:li divide, regalando a ognuno il proprio momento di gloria e mostrandone la piena autonomia- inutile dire che l' espediente della divisione sarà, tra gli espedienti narrativi bonelliani, quello forse più ripreso, e con ottimi risultati, da Boselli. Prendiamo Kit Carson:nel momento dell'assedio a Tex lui è assente. Ecco che lo sceneggiatore gli fa fare un'entrata in scena spettacolare:pistole in pugno e cavallo al galoppo, il vecchio satanasso toglie dai guai il pard nel giro una pagina!E tutta la vicenda è gestita ottimamente:gli avversari, tosti e subdoli, meritano davvero la divisione dei pards su due fronti separati, e le sparatorie e i momenti al cardiopalma non mancano!In un contesto così avventuroso risalta la resurrezione del fantasma:ecco che la psicologia (Tex meglio di Freud!) entra in una storia tutta azione!Voto 8!
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