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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 20/01/2023 in tutte le sezioni

  1. Per come è stata montata e illustrata la scena, Carson avrebbe dovuto realmente sparare alle spalle (sia per ferire o accoppare il feroce avversario) e per quanto sarebbe stato un gesto giustificabile visto il bieco nemico, "puzza" sempre un pizzico di vigliaccheria e credo che Ruju non se la sia sentita di proporla come sequenza. Magari si poteva subito dopo escogitare che Kircher, allertato dall'arrivo del Vecchio Cammello, cercasse di estrarre la colt voltatondosi, venendo puntualmente disarmato, in una azione che già richiama un duello più pulito e frontale ma l'autore ha scelto altrimenti e adesso diviene inutile discuterne per pagine e pagine. Il grande Bonelli, avendo creato il personaggio, poteva liberamente renderlo implacabile giustiziere o clemente a seconda delle situazioni, in fondo non doveva dare conto a nessuno, era suo diritto farlo; non è più lo stesso per gli autori attuali che si trovano costretti sempre a maneggiare con cura il prezioso eroe ereditato. Qui si accusa Ruju di aver reso troppo compassionevole Carson, ma se avesse deciso il contrario e realmente avesse scaricato un caricatore alle spalle del verme, son certo che un'altra flangia di lettori avrebbe chiesto la "crocifissione" dell'autore e del curatore. Chi accontentare? Per una sigaretta citata da Mauro, anni fa si scatenò un putiferio, se oggi si usassero con nonchalance gli epiteti razzisti di bonelliana memoria, sappi che fulmini e terminali sulla redazione. Secondo me nessuno vuol cancellare quarant'anni di gioielli bonelliani, è solo che i tempi sono realmente cambiati e gli adetti ai lavori (vuoi o non vuoi) sono costretti ad adeguarsi per andare incontro alla società e gusti attuali. Unica sorta di compromesso per cercar di coniugare l'ideologia originaria del personaggio con la mentalità e moda attuale (giuste o sbagliate che siano). O noi "boomer" ci rassegniamo o realmente possiamo smettere di comprare gli albi inediti e chiediamo una ristampa integrale delle storie di Bonelli.
    3 points
  2. Sono dell'idea che le circostanze non lo richiedessero, che Kircher non avrebbe potuto uccidere Kit prima che Carson lo freddasse. È vero, come dice Diablero, che su questo si può dibattere anche perché il tutto è concentrato in poche vignette, ma la scelta narrativa dell'autore parla da sé, e a meno di non volerci vedere l'errore a tutti i costi, l'errore non c'è. Premesso quanto ho scritto sopra, e cioè che le circostanze non lo richiedono, ecco che diventa ozioso chiedersi perché Carson non ha sparato nella schiena. Poi, è vera una cosa: che negli ultimi decenni (glb non scrive più dagli anni '80) Tex da questo punto di vista si è ammorbidito. La scena di Hanubi oggi difficilmente la vedremmo. E, cavolo, bisogna prendere atto anche di questo. Richiamarsi a una purezza primigenia del personaggio non è più possibile, perché decenni di storie scritte da altri e in altri tempi hanno addolcito alcuni tratti del personaggio. Dopo 40 anni, sarebbe opportuno prendere atto, altrimenti la soluzione è una sola, e la dà proprio Diablero: Forse quella è la soluzione: rileggersi solo le vecchie storie, perché le nuove non le si accettano. Non per Nizzi né per Ruju. E ribadisco che con il metro usato da Diablero e Exit per questa storia può andare tranquillamente stroncato anche Boselli, che per quanto abbia saputo tenere a modello il solo grande vecchio, è stato anche lui, con buona pace dei puristi, influenzato da decenni di Nizzi e dai tempi nuovi, e una rilettura delle sue storie non reggerebbe alle tante critiche piovute a Ruju per questa sua, in verità bella, storia.
    2 points
  3. Non mi stancherò mai di rileggere, di tanto in tanto, questa pietra miliare dell'ultrasettantennale saga di Tex: il commovente ed avventuroso racconto del primo incontro, e della conseguente nascita di un innato affiatamento, tra Tex e Tiger Jack, destinato a diventare uno dei suoi due fratelli acquisiti. Una storia struggente e coinvolgente come pochissime altre, figlia di una sceneggiatura curata dal miglior Nizzi di sempre e dai disegni, come sempre estremamente evocativi, di un Ticci all'apice della propria carriera. Il filo conduttore della storia, fondamentalmente, risiede nella densità e nell'estremizzazione di tanti sentimenti, anche contrapposti tra loro, necessari però perché un individuo scopra fino in fondo il proprio Io: amore, rabbia, vendetta, dolore, infine amicizia. Proprio questo, in sintesi, il viaggio - sia effettivo e materiale che metaforico ed interiore - che Tiger Jack compie dal momento in cui la sua promessa sposa Taniah viene rapita dai comancheros al soldo di Liborio Torres fin quando, passando attraverso una spietata vendetta, apprende del suicidio della ragazza e piomba nel più avuto dolore. Da brividi la scena in cui il fiero navajo viene a conoscenza della tragica decisione presa dall'amata, come è estremamente commovente la sequenza del suo esilio volontario sui monti Navajos in pieno inverno, al fine di superare il dolore che lo attanaglia dovendo provvedere alla propria sopravvivenza. Pazienza se, una volta tanto (insieme a Il passato di Carson), Tex deve "accontentarsi" di lasciare il ruolo di protagonista ad uno dei suoi pards, ruolo che Tiger Jack ricopre in maniera impeccabile nella tragicità degli eventi. Il Ranger, del resto, lascia comunque il segno spalleggiando al meglio Tiger tramite la propria esperienza e la propria audacia (da incorniciare i suoi siparietti con lo sceriffo di Santa Fe), e soprattutto fornendogli amicizia ed assistenza incondizionata per aiutarlo a superare il trauma della morte di Taniah.
    1 point
  4. Riletta la storia e letti i commenti, aggiungo qualcosa alle mie prime impressioni. Mastantuono ha un tratto deciso e incisivo, anche se discontinuo. Fosse un musicista, lo sarebbe nel Jazz. Per Ruju parlerei invece di un'artista a metà fra il pop e il rock, autore di una storia con qualche lacuna ma con il pregio di non essere banale, mentre c'era il rischio di una vicenda dalle caratteristiche già viste e riviste (il ricco cattivo, il killer sanguinario). Invece troviamo personaggi forti come Angela, "utili" come il poliziotto, e pards dal ruolo più forte, come il Carson più di tutti emotivamente coinvolto. Non sono buonista a tutti i costi e ad esempio sono fra quelli a cui non è piaciuto " Il passato di Cochise", però creare e gestire nuove storie di un personaggio longevo come Tex non è semplice e chi continua a farlo può per forza avere cali, per così dire, di tensione e di attenzione. Quelli di Ruju in questa storia li trovo marginali e come detto l'originalità di certi personaggi e di certe situazioni mi conferma il giudizio finale, positivo. Infine, nascere perdere i confronti con gli autori del passato, tempi diversi. E lettori diversi, come lo sono io dal Franchino che leggeva il primo Tex nel 1967. Nella mia attività da giornalista mi sono occupato prevalentemente di pallacanestro e penso che la bellezza del gioco NBA negli anni 80 e 90 fosse nettamente superiore a quella di oggi e lo stesso vale per la nostra Serie A, però un Teodosic qua e un Doncic là non mi metto a paragonarli a un D'Antoni o a un Larry Bird (come in maniera criticabile, in quest'ultimo caso fa Wikipedia): le regole sono le stesse, ma il gioco cambia.
    1 point
  5. Subito! Ci aggiungo anche il primo incontro con i pards, con qualche considerazione sul rispetto della legalità...
    1 point
  6. Kircher non viene "allontanato". In fondo a pagina 91 è SOPRA Kir Willer (che è disarmato, a terra e già sanguinante per la prima artigliata). Il suo pugno fa spostare LA TESTA di Kircher, con la gamba che invece rimane ferma bloccarlo al suolo. (oltretutto, due vignette prima UN CALCIO IN FACCIA non aveva spostato Kircher, come può riuscirci un pugno?) Poi si cambia pagina, e nella primissima vignetta si vede Kircher sollevare l'artiglio per infliggere un colpo con l'artiglio. dall'alto in basso. Quando poi si apre l'inquadratura, KIT È ANCORA TERRA. Non c'è nulla nella scena che possa far pensare che Kircher non fosse ancora sopra Kit Willer, e anzi, se non fosse così tutta la sua postura e il fatto che tenga il braccio così non avrebbero giustificazione (si mostra chiaramente che guarda Carson dal basso verso l'altro, quindi è ancora sopra a Kit. Oltretutto, di fianco a lui, C'È TIGER JACK STESO AL SUOLO. Per quello che ne sa Carson, potrebbe essere morto (e infatti poi Tex chiede a kit come sta, e Kit DOPO AVERLO CONTROLLATO risponde "respira ancora"). Eppure, per Ruju in quella situazione, è "ordinaria amministrazione" e Carson fa il solito "arresto standard del criminale standard"... In ogni caso, si può dibattere se in quel momento Kit fosse in pericolo di vita o no. Si può sostenere che Kit fosse sicuro al 100% che Kircher non potesse colpire più kit e sostenere che con il suo occhio di falco Carson anche da quella distanza ha visto a colpo d'occhio che Tiger respirava. Per me non può essere così, ma sono interpretazioni di una situazione mostrata in poche vignette. Quello che NON SI PUÒ SOSTENERE (e qui passo a rispondere a Letizia), davvero, è che Kit Carson è come Capitan Miki. Anche perchè GL Bonelli PER MANTENERE QUELLA CARATTERIZZAZIONE "ADULTA" dei pards ne pagava le conseguenze. Tex era all'indice, nell'elenco delle parrocchie delle "letture diseducative e violente". Suo figlio gli censurava i dialoghi e le storie, e Tex vendeva meno, molto meno degli eroi più "buffi e educativi" come Capitan Miki e Blek. Eppure, nonostante tutte le esortazioni del figlio perchè facesse storie più "per ragazzi"... un pochino si è limitato, ma il minimo indispensabile, e più di così non ha voluto TRADIRE la sua concezione del West e di Tex e dei pards. Mentre su Capitan Miki c'erano i comportamenti che poi sarebbero stati IMPOSTI al Tex di Nizzi, lui metteva nelle storie gente mangiata dalle formiche rosse o torturata, e il suo Tex era un personaggio duro, spietato a volte, che si comportava IN MODO SENSATO E ADEGUATO ALLA SITUAZIONE. E questa soprattutto è QUELLO CHE SI È PERSO: il Tex di GL Bonelli si accorgeva di quello che succedeva e cambiava atteggiamento di conseguenza, non era un robottino che faceva sempre le stesse cose. Certo che di solito avvertiva prima di sparare alle spalle per dare la possibilità di difendersi... QUANDO POTEVA E QUANDO AVEVA SENSO, non SEMPRE. Non trattava tutti i criminali alla stessa maniera, e non trattava tutti i pericoli e tutte le situazioni alla stessa maniera. Credete che non lo sapesse, che se faceva un Tex più "buffo e pacioccone", che non faceva mai niente che non potesse fare Capitan Miki, senza tutta quella violenza e presentando un West tipo quello di Rin Tin Tin, si sarebbe risparmiato un sacco di problemi sia con i censori che con l'editore suo figlio? Eppure, non ha ceduto. Alla fine Tex sono riusciti a castrarlo, ma solo dopo che se era andato lui. CANCELLARE PERSINO IL RICORDO del Tex che voleva lui, mi pare davvero eccessivo. E queste frasi equivalgono a cancellarne persino il ricordo: GLBonelli la pensava diversamente. Liberissima tu di pensare che facesse SEMPRE in tutte le decine di storie in cui ha mostrato chi era il suo Tex "gravissimi errori di sceneggiatura" Purtroppo oggi quella caratterizzazione è stata tradita così tante volte che vedo che se è perso pure il ricordo, e di "Tex" ce n'è una varietà, tutti diversi (alcuni addirittura se gli metti una torta davanti lasciano libero degli assassini...). Ma almeno così si accontentano tutti: vorrà dire che io mi rileggerò il Tex di GLBonelli, e tu quello di Ruju...
    1 point
  7. Mi son trovato a rileggere (e commentare) una delle storie più controverse dell’intera saga. Avete presente l’ora notturna tra le tre e le due, quando è previsto il ritorno dell’ora solare? Sessanta minuti che, qualsiasi cosa tu faccia (dormire, leggere, ballare, amoreggiare) ufficialmente allo scoccare delle tre, non sono esistiti. Un’ora fittizia in parole povere. A par modo, questa lunga e avvincente avventura di Bonelli, alla fin dei fatti è stata idealmente cancellata dalla saga per via della celebre incongruenza che contiene. Lo stesso papà di Tex la spodestò, quando agli inizi degli anni settanta, decise di comporre la notevole “Tra due bandiere”, ambientandola anch’essa durante la Guerra Civile americana, ma negli anni in cui Tex era giovane e il figlio ancora doveva essere concepito, contraddicendo così del tutto il finale dell’episodio che sto commentando. Dopo questo precedente, anche altri autori in seguito, (vedi Nizzi e Boselli), hanno tenuto per buona la seconda soluzione, così che della povera Manuela Guzman nella cronologia ufficiale della saga, non c’è più un vero posto. Se la storia fosse stata mediocre, l’opera di revisione sarebbe stata quasi indolore, ma si dà il caso che “L’enigma dell’Ippocampo” sia una bella storia, strutturalmente parlando e questo mette un po’ di rammarico. Inutile ribadire le eventuali ragioni di un simile “svarione”: Bonelli sceneggiava di getto e quando trovò l’idea giusta per rappresentare in maniera adeguata ed epica la triste carneficina americana, non ci pensò su due volte, e sciolse le vele alle correnti della fantasia, con gli esiti che quasi tutti conosciamo. D’altronde è possibile che durante la realizzazione della presente storia a strisce, l’autore, non essendo sicuro della durata della vita editoriale del suo personaggio, non diede peso alla programmazione e compose a braccio, per poi rivedere la sua scelta, appena la testata stava ormai vivendo un’epoca d’oro e richiedeva la realizzazione di storie altisonanti. Chiusa la doverosa premessa, tornando all’Enigma dell’Ippocampo, ribadisco che la sceneggiatura è valevole e la lettura scorre veloce e piacevole. Lo spunto di trama è interessante e il tutto è arricchito dalla presenza di una villain tanto affascinante, quanto ostica. Indizi, riunioni segrete, medaglioni e inseguimenti e trappole popolano la prima parte del lungo episodio. Scoperta la cospirazione, Tex, Kit e Carson passano al contrattacco, sconfiggendo la bella messicana in una avvincente battaglia tra le mura dell’hacienda. Tex risoluto, ben spalleggiato dai pards non si crea problemi ad allearsi con i suoi attentatori pur di sconfiggere i nemici e anche il giovane Kit, sebbene si faccia imprigionare per l’ennesima volta, se la cava alla grande anche da solo durante la prigionia. L’episodio poteva anche già chiudersi, ma Bonelli in preda alla verve creativa volta pagina e ci dona una seconda parte ancora interessante, con l’innesto di altre canaglie degne di rilievo come il Lobo. Ho sempre pensato che GLB fosse come un autista di bus che, caricati a bordo i passeggeri (lettori), li conduceva a spasso tra le piste dell’avventura, seguendo itinerari sempre vari e lasciandosi trascinare dall’improvvisazione durante il tragitto. Proprio di recente, su un altro topic, si è discusso sulla metodologia compositiva degli sceneggiatori. C’è chi segue uno schema ben definito di soggetto, chi dalla fine compone a ritroso e chi si lascia trascinare dalla ispirazione del momento. Di certo Bonelli rientrava nel terzo gruppo e anche stavolta ne troviamo le prove: la bella Guzman ci viene dapprima presentata come una feroce avversaria (a tratti pure sadica, visto che non si priva di lasciar divorare dagli alligatori nemici e alleati non abili), per poi col proseguo della storia, trasformarsi in una patriota, vittima dal tradimento del Lobo. Come prassi consolidata, l’autore le dona un degno finale tragico e il lettore finisce per provare empatia, dopo averla quasi disprezzata all’inizio. Tempi genuini in cui la programmazione non era di casa e le incongruenze non infastidivano i lettori, che cercavano solo lo svago per leggere belle storie. Al giorno d’oggi, con un pubblico più esigente, simili scelte sarebbero fatte a pezzi dalla platea. Cosa aggiungere sulla prova di Galep? Nulla! Ormai raggiunta una buona sintesi e maturità espressiva, il compianto artista materializza con estro e rapidità le fantasie dello sceneggiatore e l’ottima intesa si vede, considerando l’esito efficace e impeccabile. Ho scoperto pure che la Guzman fu realizzata con le sembianze di Tea Bertasi, ma mi chiedo se fu solo idea di Galep o Bonelli si divertì, per ripicca, a far dipingere come una pericolosa maliarda la ex moglie. Il mio voto finale è 8
    1 point
  8. Anche il duello di Ruju serve, invece. Kircher si è rivelato un grande avversario, sadico, disumano. Per due albi ha tenuto la scena come pochi vilain, ha fatto breccia nel lettore. A cosa serve un duello? Serve anche a eliminare - o a umiliare, come in questo caso - un grande avversario: a non sconfiggerlo banalmente in una sparatoria, a non farlo marcire tra le mura di una cella. Il duello serve allora a regalargli quella "bella morte" che un personaggio come lui merita. E poi serve anche a mettere in luce, per una volta, Carson in quella che è una "sua" storia dall'inizio alla fine. Serve a farne risaltare la grandezza, troppe volte messa in ombra dal suo più giovane e ingombrante pard. Serve ad ingigantire Carson e lo stesso Kircher. E se molti hanno apprezzato, qui come su facebook, significa che ha funzionato. Che è piaciuto. E quindi un duello può servire anche a questo, in definitiva: piacere. come sarebbe fuggito in barca? gli avrebbero sparato prima ancora che potesse fare alcunché. Non c'è nessun errore dei pards, la barca è anche legata saldamente al molo. Nessuna via d'uscita, dunque. In realtà Tex non sbaglia un colpo, ma appena si accorge che la sua barca sta affondando quelli si portano fuori tiro e lui non può più fare nulla. Anche qui, Ruju è attento nel farci vedere tutta questa sequenza. Circa il fatto invece che i due uomini riescano a non farsi raggiungere dagli indiani, sono in realtà gli Squamish a rinunciare all'inseguimento, perché ritengono che Kircher e il suo socio siano diretti all'arcipelago, dove non riuscirebbero più a trovarli. Nessuno sa che stanno andando ad appiccare l'incendio. Tex pensava che Angela sarebbe stata al sicuro perché protetta da diversi guerrieri. Non può immaginare che i rapitori siano una posse così ben organizzata di assassini. Solo quando viene a sapere di Kircher capisce di aver sottovalutato la minaccia. Una minaccia, tuttavia, di cui fino a quel momento non conosceva la reale entità. Vedi sopra. Interviene solo DOPO aver saputo di Kircher. Non "perché sì". Su questo siamo d'accordo, ma è un peccato veniale veniale veniale. Utilizzi spesso l'aggettivo "assurdo" e l'avverbio "assurdamente". Colpisci l'autore, il curatore che avalla, i lettori che apprezzano. Per te... ...non solo Ruju, ma neanche Boselli, e neanche io, e tanti altri qua dentro, hanno mai letto GLB. Ma non c'è nulla di assurdo nel comportamento di Carson. Kircher merita la forca, ma Carson vuole punirlo lui. E non per difendere l'onore dell'amata, o tante altre romanticherie. Kircher è un bastardo, e merita di morire. Avesse chiesto un duello a Tex, questi lo avrebbe accettato senz'altro, come ha fatto innumerevoli volte. Solo che stavolta il provocato è Carson. E il Vecchio Cammello non è meno da Tex. Vuole punirlo, vuole ammazzarlo, a quel bastardo di Artiglio d'Orso. E si toglie la soddisfazione di umiliarlo. Con il duello, Carson la fa pagare a Kircher. Non lo pesta, ma gli trafigge una mano. Lo umilia. Vince. Carson vince. Certo che Kircher è sempre soltanto prigioniero, ma se nel duello questi non muore è solo perché lo scontro si sviluppa diversamente e Carson lo ferisce soltanto (ma in maniera conclusiva per il duello). D'accordo con te, soluzione gestita male. *** Io credo, Diablo, che, semplicemente, ci sono soluzioni narrative che non ti piacciono, ma da qui a definirle assurde e anti-texiane (e a considerare questi tuoi giudizi come definitivi e insindacabili) ce ne corre. Credo che tu abbia perso fiducia in Ruju, come tu stesso hai ammesso, e che questo ti porti a non perdonargliene nessuna. Vivisezioni la storia col bisturi del chirurgo, vedendoci chissà quali parti da asportare, e non ti avvedi che l'insieme, al netto di qualche sbavatura, funziona e che il paziente non è poi così moribondo. Svilisci il lavoro di un autore la cui presenza io ritengo sia invece una piccola fortuna per Tex perché, pur non avendo mai raggiunto i picchi dei suoi predecessori, pure sta traghettando bene il suo Tex in questo fiume vorticoso degli anni Venti del ventunesimo secolo.
    1 point
  9. @Leo, proprio tu mi smonti una scena stupenda ed epica così piena di pathos! Proprio tu. Rileggiti il secondo albo, pag. 112, dove la povera Taki non solo è stata barbaramente uccisa dallo schifoso Kircher ma che è anche usata come esca per uccidere proditoriamente il nostro Carson. Non ti è salito il sangue al cervello quando hai letto la pag. 112? Figurati a Carson che l'ha vissuta prrsonalmente e ha rischiato di esserd ammazzato. Pensa quanto doveva essere incazzato il nostro quando si ritrova il mostro davanti. Pensa che lo sorprende mentre sta uccidendo il suo figlioccio. Mettiti nei suoi panni, @Leo. Hai il sangue agli occhi, rivedi l'espressione di Taki morta (vai, vai a pag. 112, ritornaci, prima non l'hai vista bene), ripensi a tutte le efferate mostruosità compiute dal mostro, a tutto il dolore causato ad Angela, il suo rapimento, il tuffo nelle acque gelide dove poteva morire assiderata. E ora il mostro è lì, davanti a te, e sta uccidendo il tuo Kit, sì il "tuo". E' il figlio del tuo migliore amico, è il tuo figlioccio, ti chiama zio. E sta per morire. Non ci vedi più, la tua vista è obnubilata dall'ira del giusto. La tua reazione è obbligata. Cancelli il mostro dalla faccia della terra. Gli spari 24 colpi nella schiena. Sì, 24. Quando Tex ti raggiunge, ti fai prestare le sue colt.
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