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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 20/04/2023 in tutte le sezioni

  1. la prima parte del tuo discorso è da incorniciare, Puro Vangelo. la seconda parte è invece più discutibile, dal mio punto di vista. Sergio e Canzio, tutt'altro che due sprovveduti, dopo il Bornout di Nizzi di inizio anni 90 gli affiancano altri autori. all'inizio, secondo me, solo perchè COSTRETTI DALLA CONTINGENZA (Nizzi ha salvato Tex negli anni 80, qui al solito si dimentica sto PICCOLO E InSIGNIFICANTE PARTICOLARE ..Sergio NON VUOLE rinunciare a un Nizzi rodato, di mestiere: ci sarà stata magari anche una dose di riconosecnza da parte di Sergio, nella volontà FERREA di costringere Nizzi a rimanere su Tex, oppure come qualcuno dice, Sergio non ne voleva sapere di tornare a scrivere Tex come anni prima.) Detto ciò, si riparte con Nizzi che si riprende abbastanza bene, anche se non riesce più a ripetere i fasti degli anni 80 (centinaio capolavoro, checchè se ne dica). Nel frattempo un certo Boselli scrive una bellissima storia, il passato di Carson, che Nizzi ha SEMPRE ELOGIATO (magari ai tempi è stato invidioso, non lo sappiamo). Successivamente, la Casa Editrice capisce che a un Nizzi "classicista e lineare" va affiancato un talentuoso quarantenne, che scrive un Tex decisamente diverso sia da quello di Nizzi ma anche da quello di Glb. Un "rinnovamento nella continuità" di Tex negli anni 90 ci lascia un decennio di storie belle, in cui Boselli innova il personaggio e Nizzi continua a scrivere storie normali, ma a volte ancora belle. L'innesto di Boselli a Nizzi dà col tempo sui nervi, umanamente lo si può capire. A nessuno che si considera prima donna fa piacere essere accostato ad uno più giovane o, peggio ancora, essere messo in discussione. da lì secondo me nasce un'antipatia lavorativa (come accade ovunque, per altro, mica solo alla Bonelli). Ad ogni modo Nizzi lascia Tex. Viene richiamato perchè comunque è un buon conoscitore del personaggio, è un ruscone, è un professionista e anche perchè tanti lettori lo rivogliono su Tex. NIZZI è UNA RISORSA PER TEX (non l'ho scritto io, è un fatto). Si rimette a scrivere piuttosto bene, le sue storie ultime non dispiacciono ai lettori.Ha un curatore cui rendere conto, però...a lungo andare, la cosa a Nizzi non va giù, il "Vecio" ha carattere e non le manda a dire...sbrocca, e se ne va sbattendo la porta. Io non giudico ovviamente fatti che non conosco di persona, e non metto becco sulle motivazioni di una e dell'altra parte. Dico solo che le ultime storie di Nizzi erano buone, e che sono piaciute a molti lettori. me compreso. Per cui, sinceramente, mi spiace che non leggerò più storie di Nizzi su Tex.
    5 points
  2. A sentire Nizzi che rimprovera ai due la clamorosa figuraccia del numero 450 dobbiamo dedurne che, se non sprovveduti, fossero almeno distratti. Sappiamo in realtà come l'errore, anche quello più marchiano, possa sfuggire agli occhi più attenti. La verità, temo, stia nel mezzo, come sempre avviene. Il controllo sulle sceneggiature di Nizzi che nei primi anni era stato attento, per stessa ammissione dello sceneggiatore, col tempo si sgretola. Negli anni novanta, il controllo è di sola routine. E quando ci si mettono è che che bisogna dare delle risposte al Codacons, cioè censurare il 458, il 476, la copertina del Texone di Milazzo ecc, stare attenti a che Tex non fumi troppo, ma non che si cali le braghe. In realtà sappiamo solo che ne aveva detto del bene a Sergio quando fu pubblicata e questo lo sappiamo dallo stesso Mauro Boselli. Pubblicamente invece Nizzi non ha MAI speso una parola positiva per l'opera di Boselli, ne ha sempre e solo sparlato. Altra idea tua. Nizzi torna in campo nel settembre 1992 dopo il periodo di crisi, chiede a Sergio di non essere più lasciato solo. Degli autori che in quel periodo hanno scritto delle storie per i disegnatori che erano rimasti in attesa, solo Boselli è arruolato. Ma Boselli è chiamato a tappare i buchi. Cioè a scrivere le storie per il nuovo speciale (l'almanacco del west 1997, 1998, 2000) mentre il Texone, prestigioso, resta a Nizzi ( unico caso, quello di Font con cui lui si rifiuta di collaborare). È pur vero che Boselli continua a scrivere per la serie regolare ma solo per i disegnatori con cui Nizzi non vuole più collaborare (oltre a Font, Marcello, Letteri, inizialmente anche Ortiz, per il quale Nizzi poi si ricrede e se lo riprende). Altro che talentuoso autore riconosciuto! Altra tua fantasticheria. Il fatto è che negli anni novanta Boselli inanella una serie di capolavori, che godono del plauso popolare e della critica, mentre Nizzi fa sbadigliare. Ma lui non si mette mai in discussione, ne allora lo mette in discussione la casa editrice. C'è solo gelosia. Umana gelosia. Io non sono un antinizziano. Dell'ultimo Maxi ho detto anche era una lettura godibile. Anche perché negli ultimi vent'anni alle rigorose sceneggiature boselliane sono succedute storie di Faraci, talvolta Ruju, Manfredi che impeccabili non erano. L'asticella si è abbassata di molto. Ma devo confessarti che se io mi fossi trovato al posto dell'Editore storie come questo Maxi, per la loro faciloneria, le avrei rispedite al mittente senza se e senza ma. Difatti ho scritto che non meritava in alcun modo la serie regolare. Io sono cresciuto con il Tex di GLB, di Nolitta e del primo Nizzi, a cavallo degli anni settanta e ottanta, cioè quando andavano in edicola storie per le quali non occorreva ''spegnere il cervello''. Poche storie su questo.
    4 points
  3. Personalmente ritengo che (anche se consapevole che la storia non è di certo il massimo e che Nizzi ormai da tempo sia alla frutta), fra tutte le sue ultime storie del cosiddetto "Nizzi bis", questa sia quella che più delle altre meritava la regolare. "L'assedio di Mezcali" e la "Rupe del Diavolo" sono inferiori in qualità, ma a parer mio, sono state realizzate da disegnatori che davano più garanzie dinanzi al giudizio dei lettori tipici della testata. Alessandrini è un grandissimo professionista, ma con una cifra stilistica particolare che magari non accontenta tutta la platea "classica". Ripeto, non è certo una storia indimenticabile (scorciatoie e sbavature ce ne sono eccome) ma scorrevole e piacevole sì, e se son finite nella programmazione episodi sciapi (se non irritanti) come il Monaco Guerriero, il Pistolero vudù, Il breve riempitivo di Ruju dei gemelli e tante storie senza mordente di Faraci, non vedo perchè si dovesse gridare allo scandalo se ci finiva pure questa. Poco importa in fondo, ormai Nizzi rappresenta il passato, e spero che si possa tornare a leggere tante altre belle avventure futuro. Mauro d'altronde è una garanzia, Ruju sembra in ripresa e confido in Rauch e Giusfredi per un onesto turnover. "L'ottimismo è il profumo della vita" (cit.)
    2 points
  4. I più bravi non sono neanche professionisti, sono artisti con la A maiuscola. GLB (o Moore o Barks o Trillo, solo per citarne alcuni) sono qualcosa ancora di più. Sono gli Italo Calvino o i Pink Floyd del fumetto, ovvero dei fuoriclasse. Non fanno compitini, creano qualcosa di unico. Nizzi al più è stato un onesto artigiano e solo all'inizio. Lavoro rispettabilissimo e con la sua parte di creatività, ma il livello è un altro. Io non mi sono mai iscritto a Facebook, però non capisco l'importanza data ai giudizi favorevoli lì e l'insignificanza delle critiche attribuite in questa sede. Sotto il regno di Bonelli da zero si è passati a 700.000 lettori, sotto quello di Nizzi come minimo gli acquirenti sono dimezzati. E molti dei rimasti, come me, non hanno smesso certo non per merito suo. Poi ci si può attaccare a tutto,tipo Belushi nel monologo "le cavallette", ma la realtà resta.
    2 points
  5. Abbiate pazienza, tutti. Ma, continuo a leggere di possibili alternative alla narrazione espressa da Mauro Boselli, di ritorni di fiamma per cose trite e ritrite. Claudio Nizzi è stato un grande protagonista su "Tex", senza alcun dubbio: non lo dico io, lo confermano la miriade di storie in archivio. Che ormai, fisiologicamente, sono però il passato. In più, credo fortemente che determinati approcci nel linguaggio, e pertanto nello stile espresso tramite sceneggiatura, appartengano davvero a un periodo che non c'è più; che non è ripetibile. Pensare che GLB e coevi, calati nell'oggi, possano scrivere progetti in linea con quelli di cinquant'anni fa è una discreta follia; per quanto irrealizzabile. Esistono le indoli autoriali, indubbiamente, ma non meno valgono i contesti: periodo storico di pubblicazione e tendenze del momento. Nizzi è stato un autore che ha espresso la sua autorevolezza percorrendo un cammino simile a molti altri colleghi. Non esiste un Nizzi prima e dopo, concretamente. Ogni scrittore fa tesoro di esperienze, confronti e maturazione artistica. Ebbene, anche per Nizzi è avvenuto tutto questo. Chi lo conosce artisticamente, bene, sa che il suo stile è sempre stato assai caratteristico e coerente. D'altronde, diversamente, non avrebbe potuto incidere così come realmente ha fatto. Mauro Boselli, invece, è attualmente "Tex". Non può esistere, in una visuale immediata, un'alternativa nemmeno pensabile: ciò, sulla base di valori consolidati e di quelli espressi quotidianamente. Mi pare di dire persino un'ovvietà, ma vorrei esser chiaro. Boselli è "Tex" anche quando sciorina avventure per Mefisto e ci fa traballare di meraviglia nell'algida sintesi espressa per i cartonati "alla francese". Anche per Boselli sono le storie scritte e sceneggiate a cantare messa: credo che non sia nemmeno difficile valutare, con un'oggettiva e distaccata presa di coscienza, l'eccelso livello raggiunto dalla sua narrazione negli ultimi periodi. Poi, certo, ci sono i nostri gusti (traballanti e, quindi, precari); le nostre episodiche voglie di nuovo, le stagionali passioni per un personaggio tra i tanti. Ma, tutto quel che passa nella testa e nel cuore di noi cultori è limitato al nostro cortile. E, in parte, abbastanza fine a se stesso. "Tex", come sempre, è solo uno: fatto di tutto quello che ci aggrada, così come di ciò che ci piace assai meno. Lo stile di un autore che, da decenni, scrive migliaia di pagine per un protagonista popolare non può essere confinato stilisticamente: per questioni di ovvia tenuta di mercato della testata, legata a doppio nodo all'offerta variegata. Ma, nondimeno, perché ogni autore che ha raggiunto certe vette apicali libera totalmente il proprio io, nello sfoderare una creatività che spinge come l'acqua sugli argini di un fiume.
    1 point
  6. Perfetto! Una parodia di Tex esattamente come le sue! A parte le battute, se un fumetto dà al lettore "solo quello che vuole" (che siano patatine e bistecche su Tex o L'uomo Ragno che picchia Goblin), i fumetti sarebbero tutti roba mediocre e priva di inventiva e non varrebbe la pena leggerli. Paghiamo apposta dei PROFESSIONISTI per darci DI PIÙ di quello che saremmo capaci di fare da soli. Se un autore vede il pubblico che vuole Tex che mangia patatine, e sceneggia solo Tex che mangia patatine, più le altre scene "tipo" chieste dal pubblico... cosa ci ha messo di suo? (sulla gente felice su Facebook, io ci "farei la tara", molte sono maniere per lamentarsi di nuovo della storia di Mefisto, acclamano le storie "semplici" di Nizzi per dire a Boselli di farle "più semplici" (per me i problemi di quella storia erano altri ma non divaghiamo), non so se sarebbero così contenti a leggere Nizzi mese dopo mese per anni, io me li ricordo i commenti online degli ultimi anni di Nizzi prima dell'abbandoni... e in ogni caso, Facebook non è rappresentativa perchè i commenti negativi vengono semplicemente cancellati dai moderatori delle pagine Bonelli)
    1 point
  7. Ciao Antonello, in primis ancora congratulazioni per il tuo secondo soggetto (l'esordio è una stupenda soddisfazione, ma quando si riesce a bissare, è ancor più significativo e denota che la stoffa c'è e sono davvero molto contento per te). Per ciò che riguarda la scorciatoia narrativa (termine più adatto rispetto a quello scritto da me), ben lungi dal voler rinfuocare le vecchie e solite polemiche (non vorrei che parta il solito mantra) , ho specificato che non è una sola prerogativa di Nizzi e in ogni modo la mia non voleva essere una critica ma una constatazione personale. In fondo ci può stare in un'opera di fantasia uno snodo così per rendere più avvincente la scena del recupero. Nella realtà, così come fatto notare giustamente da @Carlo Monni , certi incartamenti senza prove fisiche e confessioni dirette, erano buone solo per poterci rullare il tabacco.
    1 point
  8. Solo una Borden. Soltanto una. Per mostrare che si può fare Nizzi meglio di Nizzi.
    0 points
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