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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 22/01/2024 in tutte le sezioni

  1. Apro questa discussione che riprende il vecchio titolo di un thread del lontano 2006 del forum dedicato proprio alle immagini per presentare le più belle illustrazioni inerenti il fumetto Tex peril corrente anno 2024. Inizio da un bel Tex con l'amata Lylith, seguito da un Tex con una bellissima Tesah.
    2 points
  2. Attenzione, potrebbe contenere SPOILER Ottima storia dal respiro salgariano (con tutto che Salgari a me non ha mai detto granchè, i paragoni con London e Stevenson, ma anche con Verne, che vengono fatti nell’introduzione mi sembrano abbastanza fuori luogo). Non ho capito bene il senso di fare ritornare la Tigre Nera, morta e sepolta alla fine della precedente apparizione, per farla morire nuovamente - desiderio di chiudere i buchi logici della precedente storia di Nizzi o di realizzare il soggetto che lui avrebbe voluto come conclusione della saga? In ogni caso una volta “resuscitata” per me tanto valeva tenerla come villain ricorrente -, però la storia funziona e mantiene un fascinoso appeal esotico e avventuroso dall’inizio alla fine. Il finale mi è sembrato sia “affrettato” (secondo me, a vedere le strisce a tre vignette verso la conclusione dell’albo, Boselli è arrivato “lungo” e ha dovuto chiudere un po’ repentinamente per non sforare la lunghezza delle 110 pagine) sia “forzato”: è un finale che funziona unicamente perché tutto va nel solo modo possibile per risolvere la situazione salvando capra e cavoli, in qualunque altra maniera (ad es. se la Tigre fosse sopravvissuta) Tex sarebbe finito in un’“impasse” difficile da superare. Per quanto riguarda la prolissità e verbosità dell’ultimo Boselli, evidenziata da alcuni utenti, mi pare sia un dato di fatto incontestabile. A me non da fastidio (Boselli su Dampyr “sbrodola” molto di più), però posso capire che alcuni lettori preferiscano una prosa meno densa. Per me una cosa che penalizza gli attuali sceneggiatori è l’abbandono delle didascalie (che chissà perché vengono considerate una tecnica desueta): con le didascalie si potevano risolvere dei lunghi passaggi narrativi in modo molto semplice (es. “Tex spiega a Carson il suo piano”) evitando di far vedere i personaggi che si parlano addosso e si raccontano cose che il lettore giù conosce. I disegni: Venturi per me attualmente è uno degli migliori disegnatori sella serie, un artista che ritengo ancora troppo sottovalutato, però la rigidissima “gabbia bonelliana” di questa quadrupla secondo me non gli rende un gran servizio, anzi gli gioca proprio contro: le sue tavole hanno bisogno di “respirare”, mentre qui finiscono per essere soffocate dalla sovrabbondanza dei baloon, con delle bellissime sequenze d’insieme costrette in vignette troppo piccole (ok ogni tanto c’è la vignettona a 2/3 di tavola ma sono troppo poche). Ritengo che Venturi sia uno di quei disegnatori che avrebbero bisogno di avere la libertà di comporre la tavola senza seguire pedissequamente le direttive dello sceneggiatore, dal punto di vista grafico il suo lavoro ne guadagnerebbe enormemente.
    2 points
  3. Secondo me, la maniera più sicura e più rispettosa per i lettori è il lasciare la scelta a loro. Proprio come con il sesso: in passato GL Bonelli diceva che "Tex a donne ci va, ma fra una storia e l'altra", ma in realtà ciascun lettore era libero di crearsi il suo "canone" da solo, immaginarsi Tex castissimo che non ha toccato una donna in maniera "peccaminosa" da vent'anni, o immaginarselo avere brevi avventure romantiche fra una storia e l'altra, o addirittura immaginarlo come abituale frequentatore dei bordelli locali: il fumetto non ne parlava, e questo soddisfaceva tutti. (Poi si è scelto di rendere praticamente "ufficiale" la castità, scegliendo per noi, dando ragione solo ai più bacchettoni e mettendo a dura prova la sospensione dell'incredulità degli altri: un errore, come sempre quando non si seguono le buone pratiche passate...) Allo stesso modo, se nella serie "Tex" non vengono mai citate le retcon di Tex Willer, ogni lettore è libero e soddisfatto: chi non legge Tex Willer può continuare a farlo, rispettato dall'editore e non obbligato a doversi leggere (e comprare) altri albi per capire le storie nuove (se succedesse, per me sarebbero di più quelli che smettono e basta), chi invece legge e gradisce Tex Willer può immaginarselo come il vero passato di Tex. Proprio per il fatto che Boselli sta cercando di restare il più vicino possibile alle storie di GL Bonelli, è perfettamente possibile fare storie che citano il passato di Tex senza citare esplicitamente Tex Willer, non sarebbe difficile. Il problema è il nerdismo acuto che spinge non solo i fan ma anche gli autori a voler dire "ho ragione io!" e a dire che se Kate Warne è apparsa su Tex Willer iniziano a pigolare "adesso la vogliamo anche su Tex serie regolare!". Con il bel risultato che sempre più lettori si rompono i co####ni di questa continuity interserie e decidono di mostrare verso l'editore lo stesso tipo di rispetto, lasciandogli gli albi in edicola e usando i soldi per comprasi qualcosa di meno nerdato... [Kate Warne non è un esempio a caso, visto che la sua apparizione sul Texone è una chiara rottura di questa "distanza": ma lì tutto il Texone era un episodio di Tex Willer. Avrebbero dovuto per onestà chiarirlo già in copertina, ma questo avrebbe voluto dire che chi non compra Tex Willer non l'avrebbe forse preso. E invece ti vogliono obbligare a leggere Tex Willer, mica lasciarti decidere da solo... ] Personalmente compro tutti i Tex Willer e da quando è uscita è sempre stata costantemente la serie con le storie migliori (è ovvio che anche Boselli ormai la preferisce), e quindi CONSIGLIO di leggerla, ma se la mettono come un OBBLIGO per capire le storie di Tex... beh, girerebbero le scatole anche a me.
    2 points
  4. Concordo, come segnalava @Diablero l'ultimo texone che abbiamo apprezzato tutti (almeno credo in base alle recensioni) rientra nel contesto delle storie del giovane Tex Willer alla stessa maniera di molti cartonati alla francese. Si doveva ufficializzare? Qualcuno si è già strappato i capelli avendo scoperto l'arcano? Forse sì, ma fa nulla ... Pregiudicarsi il piacere di leggere Tex Willer, scritto magnificamente e altrettanto disegnato, soltanto per il timore una continuity interna o perché si possono trovare differenze con la serie regolare, credo sia un tantino masochistico. E sono quasi totalmente (attenzione, quasi !) concorde con il resto di quanto affermato nell'ultimo post da @Diablero. Anche quando parla di una personale visione che ciascun lettore si è fatto delle storie di Tex, fra quelle mostrate e il dietro le quinte. Sulla questione ret-con, difformità e incongruenze piccole o grandi, resto dell'idea che tralasciando la provocazione di @Diablero su Tex Terra1 e Tex Terra2 (ma non ci sarebbe nulla di male se qualcuno la vedesse in questo modo pur di fruire del meglio di tutte le testate etichettate Tex) la soluzione a mio personale avviso più congrua sia quella di leggere per ... autore. Non ho sempre pensato in questa maniera, ma dall'ultimo ritorno di Mefisto è mia ferma convinzione che tutto quanto scriva @borden faccia parte del suo personale universo narrativo nel quale convivono le avventure del giovane Tex Willer e quelle per il "suo" Tex nella serie regolare e in quelle collaterali. Un universo autoriale diverso da quello di Nizzi, dove possono succedere cose mai viste nelle storie di @borden, come pure dell'universo narrativo Nolitta e ... ovviamente di GL Bonelli. Pensiamo al Ciclo Arturiano, tanto caro a @borden. Quanti autori hanno raccontato anche in maniera diametralmente opposta le medesime storie nel corso di pochi anni e perfino del corso dei secoli? Una miriade ! E quanti racconti di quel ciclo poco noti o dimenticati continuano a uscire? Uno è stato giusto pubblicato lo scorso anno da un giovane docente universitario italiano. Perché non fare lo stesso con Tex? E in questa maniera possiamo fra l'altro ritenere certe storie che contengono retcon piccole o grandi l'interpretazione personale di uno specifico autore del personaggio iconico di Tex. Forse Tex è realmente esistito, come Artù, forse il vero nome era un altro, ma GL Bonelli l'ha voluto chiamare così per una sua scelta artistica. Ha partecipato realmente a tutte quelle avventure? Certamente no, come per tutti i Cavalieri della Tavola Rotonda. Cosa è reale e cosa fantasia? Tutto e il contrario di tutto. O forse così è se vi pare ...
    1 point
  5. Sono d'accordo con @Diablero, stesso personaggio, ma due fumetti diversi. "Tex Willer" prende le storie di "Tex" e ne riorganizza la cronologia al fine di renderla più storicamente e geograficamente coerente, accurata, verosimile forse, apportando piccole correzioni dove necessario. Questo lavoro di revisione però è da intendersi funzionale esclusivamente internamente alla testata "Tex Willer", ovvero non agisce retroattivamente anche sulla testata "Tex". I due fumetti sono indipendenti. Non credo di dire nulla di strano, le intenzioni di Boselli credo siano sempre state queste fin dalla creazione della testata. Non sta riscrivendo la storia di Tex (quella l'ha scritta già G.L. Bonelli e nessuno la tocca) ma la sta rinarrando. C'è una importante differenza. Oltretutto, sta facendo un ottimo lavoro. Sono due fumetti diversi, entrambi ottimi. Comprate Tex Willer senza paura.
    1 point
  6. Il punto è che nella versione di GL Bonelli Tex NON VENIVA dalla Nueces Valley... "Tre miglia a Est di Rock Spring, nel sud del Texas, poco lontano dalle sorgenti del Nueces" "Sorgenti", non "vallata". Vedere mappa esplicativa su dove sono le sorgenti: GL: Bonelli guardava i nomi dei luoghi dalle mappe e dalle cose che leggeva, ma avrà avuto mappe moderne, non dell'epoca (quante volte hanno raccontato che all'epoca manco avevano buoni riferimenti per le pistole?), quindi è irrilevante quanto è stata fondata Rock Spring (o se esiste o meno) Boselli ha "spostato" il ranch verso la foce di diverse centinaia di miglia. E ha pure spiegato uno dei motivi: dal posto indicato CON PRECISIONE da GL Bonelli, non si poteva raggiungere il confine del Messico nei tempi indicati dalla storia "il passato di Tex" (e un altro possibile motivo è che era poco credibile avere una fattoria lì in un epoca in cui era territorio Comanche e non c'erano uomini bianchi...) È una differenza importante? No. Fra il cambiare la trama de "il passato di Tex" e cambiare un piccolo dettaglio citato in una vignetta, ha fatto la scelta giusta. Ma è molto importante il MOTIVO per cui era necessaria questa scelta: Il motivo è che Tex Willer non è Tex. Sono sì lo stesso PERSONAGGIO ma non è lo stesso FUMETTO. Come quando fanno un fumetto molto più "storicamente corretto" su Calamity Jane e la presentano com'era veramente rispetto ad un fumetto degli anni 50 dov'è una sventola da paura: il personaggio è lo stesso, ma sono fumetti diversi. Tex Willer ha una continuity stretta, con tanto di date, tipo Ken Parker. Su Tex a parte quando torna qualcuno le storie potrebbero anche non essere nemmeno avvenute nell'ordine di pubblicazione. Tex Willer è il più possibile "storicamente corretto", Tex no, su Tex ci sono i dinosauri e il Messico ha fatto guerra agli stati uniti per avere l'oro recuperato da Tex. Tex Willer è un interessante "esperimento letterario", cercare di incastrare la vita e le storie di Tex (che nella serie regolare erano raccontate con la "storicità" dei film western anni 50...) nel west "storico". un "esperimento" che richiede adattamenti della storia di Tex (che non può più stare tre anni fermo a lavorare nel rodeo) e adattamenti alla "storia" (Cochise nato più tardi, Juan Cortina che inizia la sua "guerra" anni prima, i Texas ranger che non vengono mai sciolti e hanno un "servizio segreto", etc. etc.) Lo vedo che Boselli sta cercando di rendere "canonico" Tex Willer anche in PRATICA su Tex (lo è già "formalmente", visto che si è sempre detto che è proprio lo stesso personaggio, non una versione di un universo alternativo), ma per me fare riferimento agli avvenimenti avvenuto su Tex Willer nella serie regolare è un grave errore: 1) Non tutti i lettori leggono Tex Willer (anzi, sono più quelli che non lo leggono) e non è mai bene far incavolare i lettori... 2) uno dei motivi per cui Tex è sopravvissuto fino ad adesso è che ogni lettore può prenderne un numero, iniziare a leggerlo, e gli basta sapere chi è Tex e cosa fa. O può prendere un numero ogni tanto senza preoccuparsi di avere "perso le storie in mezzo". Iniziare a dirgli troppo spesso "vedi Tex Willer xx" rendendo Tex una serie con una continuity più stretta... lo farà chiudere prima. Perché come tutti i fumetti in continuity, diventerà ostile verso i nuovi lettori. È per questo che le ret-con fatte da Boselli sulla serie regolare ultimamente mi hanno fatto inxxxxare a bestia (eufemismo) perchè andavano ad alterare in parti SOSTANZIALI (non il nome di un posto, ma proprio avvenimenti fondamentali in storie fondamentali) le cose CHE NON DOVEVA TOCCARE di avventure "mitiche" nell'immaginario di milioni di lettori. (E per questo le rigetto completamente: potete dire quello che vi pare sul fatto che hanno il "bollino ufficiale" dell'editore, conta un xxxxx rispetto a milioni di lettori che hanno letto quella storia nel corso degli anni, e che le robe attuali non le leggono neanche più: per me quelle storie di Boselli sono "canoniche" tanto quanto la Calver City in Texas di Nizzi, cioè ZERO). Mentre invece le modifiche (molto piccole per ora, ne ha fatte di gran lunga peggiori nella serie regolare) fatte su Tex Willer le accetto proprio in nome di questo "esperimento collaterale". Ma solo finché rimane un collaterale e una "sfida letteraria" avvincente: se fa l'errore di Burattini che ha reso "canoniche" citando nella serie regolare le sue insensate "origini" di Zagor che tolgono a Zagor qualunque senso... finirà (de)trattato come Burattini dagli stessi lettori che oggi lo osannano.
    1 point
  7. "Meglio che ti ci abitui" non è una risposta garbata, anche se molto attuale (mi ha ricordato i recenti "ora ci siamo noi, abituatevi" che ho sentito in diverse conferenze stampa politiche recenti). Prima che tu mi risponda per l'ennesima volta dicendo che la tua risposta non è un giudizio di merito e che io sono permaloso (come accaduto di recente) scrivo in anticipo che qui dalle mie parti "meglio che ti ci abitui" è una risposta con una connotazione negativa ben definita, esattamente come il "problema tuo" che mi hai riservato in un'altra occasione. Una risposta che implicitamente dice "la tua opinione non conta nulla, le cose stanno così e se non ti vanno bene devi comunque accettarle", cosa che in un forum di opinioni mi sembra perlomeno bizzarra. Per fortuna almeno nel mondo dei fumetti esiste un'alternativa, quella di lasciare gli albi in edicola, alternativa che per il momento non ho intenzione di attuare con la serie Tex Willer (almeno finchè Borden è il curatore/sceneggiatore principale). Comunque, anche se pensavo di aver spiegato la mia opinione nel commento alla storia, proverò comunque a precisare meglio... Prima di tutto non ho bisogno che mi si dica che è un "classico", non interagisco con il western da ieri (o l'avventura, il thriller, lo spy-action, i romanzi storici e/o di guerra, insomma ovunque si spari o ci siano situazioni pericolose per il protagonista). Sappiamo che praticamente tutto è gia visto o letto, che le situazioni tipiche del western sono una manciata (con le loro declinazioni), che gli ingredienti sono noti e quello che distingue le storie è l'abilità di "cucinarli" in maniera interessante. Prendo ad esempio la successiva storia di Cochise per indicare un caso in cui questo tipo di situazioni sono state gestite in maniera più convincente, con le conseguenze di torture, colpi, ferite rappresentate più realisticamente sia dal punto di vista grafico che dei loro effetti nel breve periodo, aumentando l'effetto di "difficoltà" che l'eroe si trova a dover superare. In questa storia (come in altre), a mio sindacabilissimo parere, così non è stato. E non ho nessuna intenzione di abituarmi.
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