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TWF - Tex Willer Forum

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Contenuto popolare

Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 01/03/2024 in tutte le sezioni

  1. Le azioni di chiunque abbia lasciato un segno del proprio passaggio nella storia si prestano a varie chiavi interpretative. E del resto, a mio avviso, il fascino della figura di Shane O'Donnell risiede principalmente nella sua contraddittorietà, oltre che nel suo modo contorto di agire; fosse stato al contrario meglio inquadrabile e delineabile sotto il profilo psicologico e caratteriale, secondo me non avrebbe avuto altrettanta presa sui lettori di Tex.
    1 point
  2. Il mucchio selvaggio non c'è solo nella scena finale, ma anche nella sequenza, drammatica e bellissima, della processione di sangue. Sono omaggi ma al contempo sono scene perfettamente incastonate nella storia, non sterili rimandi ma momenti centrali delle vicende narrate. E' una sceneggiatura ricca di rimandi: coglie elementi dalla Storia, dalla letteratura, dal cinema e li mescola in una vicenda raccontata in maniera semplicemente entusiasmante. Pensate che gli Invincibili sono esistiti davvero, davvero hanno assaltato il cellulare e davvero hanno ucciso un poliziotto. È tratta dalla Storia anche la successiva fuga verso la ferrovia nonché l'assassinio politico, narrato poche pagine dopo, di Lord Cavendish, a seguito del quale Boselli fa fuggire Shane verso l'America. Per l'assassinio del poliziotto, inoltre, furono condannati a morte - pare - alcuni uomini che forse non avevano commesso il fatto, mentre il principale colpevole riuscì a fuggire. Mi è sempre piaciuto pensare che quegli uomini fossero tanti Danny Moran, che magari avranno maledetto, in punto di morte, il loro Shane, colui che nella realtà li ha abbandonati. Mi piace pensare che Boselli abbia attinto anche da questa circostanza per tratteggiare il personaggio di Danny, traditore per un senso di rivalsa nei confronti di Shane ma in definitiva vittima della sua codardia. Per me questa resta la storia più bella della saga. Dopo Il Passato di Carson.
    1 point
  3. L'ispirazione a "The Wild Bunch" è palese, basta vedere anche la copertina del primo albo... Di solito apprezzo poco queste "citazioni", ma qui Boselli lo fa "alla vecchia maniera", come già avvenuto in storie come Il Tranello in passato: senza fastidiose "strizzatine d'occhio", senza piegare i personaggi alla voglia di "citare" (come ha fatto Recchioni trasformando il fratello di Tex in un pistolero per citare "Cane di Paglia"): questa è una storia di Tex che cita The Wild Bunch, ma rimane prima di tutto una storia di Tex. E che è perfettamente godibile anche se non vedi nessuna delle cuitazioni, perchè non ti lascia l'impressione che stia facendo riferimento a qualcosa che non hai visto...
    1 point
  4. Una buona storia, corale come dice Paco (anche se io non la paragonerei mai a Gli Invincibili :malediz... ), in cui spicca in particolare la figura di Sagua, un debole animato comunque da sentimenti nobili di lealt? e coraggio. Il lettore lo apprezza, e lo apprezza anche Tex che in fin dei conti accetta di buon grado di dividere il potere con lui (che peraltro è suo cognato, nonchè zio di suo figlio ). Bellissima la sequenza iniziale, con i segni nefasti interpretati da Ta-hu-na fino all'assassinio dello sciamano, e la parte finale, con Big Elk che si immola per salvare il suo amico Piccolo Falco e Sagua che non si lascia irretire dalla rabbia mantenendosi lucido dopo la morte della madre. In mezzo tanta (forse troppa) azione, e un abuso di comunicazioni via etere: tra segnali di fumo, rulli di tamburi e riflessi del sole nello specchio, si eccede forse nel rappresentare le possibilità di comunicazione dei tempi, che per come è resa sembra più efficiente della nostra stessa Telecom :fumo:
    1 point
  5. CAPOLAVORO!Capolavoro e pietra miliare della saga!A mio modesto parere, questa è una delle storie più avvincenti tra quelle scritte da Bonelli, e una delle più complesse e significative a livello di sceneggiatura. Personaggi straordinari caratterizzati a tutto tondo, di cui viene messa in mostra la tridimensionalit? caratteriale e la profondit? psicologica;cambi repentini di scena, in cui la camera del regista Bonelli si sposta in piena libertà da un ambiente all'altro, da un gruppo di personaggi all'altro;e la grande commistione di generi, tra i fiori all'occhiello del creatore di Tex:questa volta, in una avventura quasi totalmente avventurosa e razionale, si insinua l'elemento magico, con pochi ma significativi momenti. E soprattutto, l'elemento che più salta all'occhio, e che maggiormente dovrebbe farci riflettere in merito ai presunti ?canoni texiani?,? il fatto che questa è non solo una storia corale tra altre storie corali, ma è la storia più corale della lunga saga di Tex, al cui confronto la coralità de ?Gli invincibili? impallidisce!In questo senso, si potrebbe pensare che la vicenda sia scritta da un Boselli sotto sbornia di comprimari? e invece no!,?Il segno di Zhenda? è scritta proprio da Bonelli Magno;un Bonelli Magno che fa quello che mai nessuno ha fatto in tal misura:mettere Tex completamente in disparte, farlo comparire in un numero di pagine davvero esiguo e, soprattutto, non fargli avere alcun peso nella risoluzione della vicenda! L'autore regala al suo ranger una sola lunga sequenza avventurosa in cui poter mettere in risalto le proprie doti e il proprio eroismo, e poi più nulla -una sequenza spettacolare, quella al Pueblo Bonito, tra l'altro intervallata dall'inserimento di altre scene con altri personaggi, in pura marca boselliana. Quindi, credo che i ?canoni texiani?, se davvero devono corrispondere alle storie di Bonelli (e così deve essere!), devono essere un po' rivisti. Forse, prima di gridare al tradimento dei canoni (cosa che ho fatto spesso anche io) bisognerebbe rileggere le storie che vanno da ?I figli della notte? al, più o meno, numero 100. Si scoprirebbe un Tex in parte diverso, soprattutto da un punto di vista caratteriale (e anche, forse, narrativo). E si potrebbe scoprire che se Nizzi si rifece alla classicit?,Boselli si rif? a una pre-classicit? altrettanto classica. E ancora:l'uso dei pards è quanto di più innovativo (innovativo per i canoni consolidati) si sia visto in 62 anni. Già ho detto della scarsa presenza di Tex, a livello sia quantitativo che qualitativo? e che dire di Tiger? Mi chiedo, come al solito, cosa sarebbe successo se questa storia fosse uscita oggi firmata da un Nizzi o un Boselli:già li immagino i cori di protesta:perchè Tiger (e anche sul ruolo di Carson ci sarebbe da discutere) sembra messo in scena al solo scopo di essere impiombato, senza che abbia il minimo peso non solo nell'insieme della storia, ma addirittura nella singola lunga scena in cui compare!Ora, a me un uso del genere di Tiger non piace?. ma se la storia in sè è stupenda, chi se ne strafrega se, per una volta,Tiger è inutile? Credo che a rileggere queste storie bonelliane si ha un insegnamento ancora più grande:godiamoci Tex, divertiamoci a leggerlo in maniera più spensierata, lasciando un attimo da parte i canoni, gli arrovellamenti intellettuali, le sindromi da ubc e da incongruenza, ecc?Divertiamoci!Splendida l'ultima vignetta di pag.119 di ?Pueblo Bonito?!.... ci mostra un uomo piegato dai dubbi, incerto sulla giustezza dei propri atti. Sagua è un personaggio straordinario proprio per questa sua complessit? psicologica:? un grande guerriero, uno che vorrebbe giungere alla gloria mettendo in mostra il suo valore senza l'aiuto delle arti magiche della madre;? una persona saggia che, proprio come Tex, vorrebbe a tutti i costi evitare una guerra fratricida. Ma è anche, in un certo senso, un debole:uno la cui volont? soccombe al carisma di Zhenda. Ecco, il personaggio Sagua è un altro elemento che rende questa storia non solo straordinariamente bella, ma anche straordinariamente moderna;e ancora una volta, pensando all'approfondimento psicologico effettuato da Bonelli, non posso che ritornare a Boselli e ai suoi personaggi tridimensionali. E Zhenda? Secondo me anche Zhenda rientra, almeno parzialmente, in questo discorso:anche lei, cioè, non è un avversaria comune, una che agisce per soldi o sete di potere. No, lei agisce per amore. Ogni suo atto è attuato in nome della gloria futura di suo figlio, gloria che considera come suo diritto inalienabile. Poi, ovviamente, non è che abbia tutte le rotelle al posto giusto;e probabilmente, un indagine psicologica che indaghi sulle dinamiche di questo rapporto madre-figlio, ci potrebbe dire qualcosa di interessante. In ogni caso,Zhenda è un personaggio che adoro, fin da quando, in tenera età, lessi il seguito di questa storia scritto da Nizzi, a mio parere un altro capolavoro ben degno di figurare accanto a questo. La strega navajo non è forse una delle avversarie storiche di Tex, ma io (e sembrer? blasfemo) ho sempre preferito lei al vecchio Mefisto!Il finale è entusiasmante:la tensione è costante, e cresce affidata a momenti in cui la magia la fa da padrone (e tutto il finale della storia sembra deciso non dai personaggi o da eventi con cause logiche, ma da spiriti e profezie) ad altri, realistici, in cui leggiamo l'apprensione di Tex che cavalca verso il covo di Zhenda per salvare suo figlio. Il momento in cui si sentono rullare i tamburi di morte in tutta la riserva è spettacolare!Il finale è anche abbastanza strano:la storia si chiude con una sorta di armistizio, senza che tra i rivali ci sia lotta, e anche le decisive decisioni del consiglio degli anziani non ci vengono rese note:un Tex più diplomatico del solito, che non punisce nemmeno gli ultimi ribelli- poi giustiziati dai soldati (e per fortuna, ripeto, che la storia l'ha scritta Bonelli!)!L'ultima vignetta è bellissima:la storia si conclude così come era cominciata:uno stregone, la mesa degli scheletri, e simboli profetici.
    1 point
  6. Questa è una di quelle storie "importanti" per la saga Texiana. Per la prima volta Aquila Della Notte, rischia di essere spodestato dal suo comando dei Navajo, in quanto rispunta un altro figlio di Freccia Rossa. Sagua che si mostra comunque dubbioso fin da subito dei metodi usati dalla madre Zhenda, vera arteficie della ribellione. Viene eliminato un grosso nome del passato di Tex, Ta-Hu-Na, lo stregone che celebr? il matrimonio tra Aquila Della Notte e Lylith. La ribellione scoppia tra i Navajos delle Terre Alte e quelli delle Pianure, anche se non ci sono mai veri e propri scontri fraticidi tra le due fazioni. Memorabile la battaglia al Pueblo Bonito, Tex e Tiger se la vedono veramente brutta, anche se mostrano i denti e decimano senza pietà gli avversari. Entrambi feriti, si trovano veramente nei guai. Tutta la storia è ben congegnata, l'attacco dei ribelli al ranch, l'omicidio di un capo che fino alla fine voleva rimanere fedele a Tex, i dubbi di Sagua. Abbiamo anche qualche trovata ironica: la lettera che Carson spedisce al capitano di Fort Defiance che "sbavava" all'idea di guadagnarsi qualche medaglia sul campo. Nella lettera c'è l'accenno alla stupidit? di Custer. Il finale eccezionale, sembra portare alla chiusura della faccenda e alla fine della strega. Il suo ritorno sarà ripreso parecchi anni dopo da Nizzi, ma Sagua ormai ha fatto le sue scelte. :)Da rileggere. Voto 9.
    1 point
  7. Che è la stessa risposta, con i medesimi esempi, fornita da Craxi illo tempore quando gli si rimproveravano le sue simpatie per Arafat. Andreotti, più sobriamente, diceva: "Fossi nato in un campo profughi in Giordania, sarei diventato un terrorista anch'io"; Cossiga si limitava a dire che definire Arafat un terrorista fosse una bestialità. Pentapartitico e basatissimo Borden.
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