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Un cavallo non ha raziocinio nel senso che attribuiamo all'uomo: un cavallo non si pone le domande sull'esistenza, al massimo aspetterà l'ora del fieno o della biada e di trottare un po' in giro, o di passare l'estate allo stato brado in montagna (pratica diffusa in Alto Adige con gli Avelignesi, i cavalli con la chioma bionda). Non ci sono dubbi tuttavia che - come tutti gli animali che da decine di migliaia di anni convivono con l'uomo a vario titolo, da quelli di utilità (cane 'da lavoro', cavalli 'da tiro', l'umile asino o il suo cugino mulo), da 'fattoria' (mucche, capre, pecore) e ovviamente da 'compagnia' (il cane carlino, per quanto 'perculato', secoli e secoli fa era già ritratto in compagnia degli imperatori cinesi) - il cavallo, per chi ci convive e ne conosce i caratteri fondamentali - diventa un compagno e, in molte situazioni, si comporta come si comporterebbe un amico umano: a furia (ah ah ah) di vivere con noi da decine di migliaia di anni, anche 'loro' hanno imparato a comprendere molti dei nostri stati d'animo e quindi, come un amico-umano dotato di empatia (e non tutti lo sono...), reagiscono di conseguenza: se il suo 'umano' è triste, felice, pensieroso, preoccupato, stanco, rilassato, impegnato, il cavallo - così come, molto spesso anche il cane, idem il gatto (questo ultimo, tuttavia, spesso se ne frega), si dice anche il maiale, il pappagallo, e vari altri - 'reagisce' a questo stato d'animo. L'essere umano è una cosa, l'animale un'altra (e quindi non si sta affatto 'umanizzando'), ma tra i due può esistere, e spesso esiste, un rapporto di empatia e di reciproca comprensione, esattamente come tra due amici-umani.2 points
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Formalmente il tuo discorso non fa una piega, @joe7. Però è anche vero che in una relazione ognuno partecipa come può, facendo affidamento sull'altro in base ai propri bisogni e contribuendo in base alle proprie capacità. Un animale forse non ci può comprendere (ma a volte lo fa meglio di quanto noi riusciamo a comprendere lui), ma è innegabile che possa provare affetto, che senta la nostra mancanza quando non ci siamo e che gradisca la nostra compagnia. C'è qualcosa di più di un semplice "ti faccio le feste così mi dai le crocchette". La relazione ha un certo grado di asimmetria, ma ciò non toglie che ci sia un'intesa e che entrambi le parti tengano al proseguimento del rapporto al di là del proprio tornaconto. Forse il mio gatto non è mio amico, ma io lo percepisco come tale e sono sicuro che anche lui, a modo suo faccia lo stesso Curiosità: hanno aggiornato la descrizione della storia sul sito SBE. Quella nuova è quella riportata da @MacParland nel primo post, ma fino a stamattina avevano usato la descrizione originale del Magazine (quella in cui si dice che Dinamite fosse il cavallo di Tex ai tempi in cui era fuorilegge).1 point
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I cavalli nel farwest erano così importanti e considerati, tant'è che il furto veniva punito con una cravatta di canapa.1 point
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Ti autosqualifichi: si può dare un giudizio su un fumetto senza averlo letto? Certo, se uno ha l'animo dello sputasentenze, lo farà. Qui è la stessa cosa: chi non ha condiviso l'affetto e, sì, l'amicizia tra un essere umano e un animale può parlare solo per esporre elucubrazioni mentali, convinzioni aprioristiche, concezioni astratte.1 point
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Grazie, mi permetti di spiegare meglio quello che volevo dire. Il cavallo, come tu lo hai descritto, non è un amico: è un alleato (da "aligare", legare insieme). Infatti, un cavallo e il cowboy sono legati insieme: ma non sono amici nel senso vero che diamo a questa parola. L'uomo può tradire, ma è anche l'unica persona che può esserti amico, è l'unico essere vivente col quale puoi confidarti e parlare o avere consigli, perchè è come te. Un cavallo questo non lo può fare, perchè non è un uomo, è un animale, per quanto prezioso e utile sia. Puoi parlare al tuo cavallo, ma lui non ti risponderà mai, perchè i cavalli non possono parlare. Un cavallo, ripeto, è un animale, non è un uomo. E questo non è un insulto, è un dato di fatto. Solo accettando questo dato di fatto potrai rapportarti giustamente a un cavallo e gli vorrai davvero bene: perchè lo accetterai così com'è, e non come non è. Si deve sparare al cavallo azzoppato, purtroppo, perchè non potrà mai più galoppare, e lo si fa con grande dispiacere, perchè è stato con te tutta la vita. Mi ricordo il momento terribile in cui il giovane Bill Adams, della Storia del West, quando era piccolo, ha dovuto sparare al suo amato cavallo Moro, perchè aveva la zampa rotta. Ma non si potrà mai sparare a un uomo perchè ha la gamba rotta. E' una delle tante differenze tra uomo e animale. Quindi, il cavallo è un alleato dell'uomo, è il suo compagno di avventure, ma non è il suo "amico": qui si travisa la realtà e si umanizza un animale. E' un giudizio squalificante: in questo modo, può risponderti solo chi è proprietario di un cavallo, e solo in quel caso lo ascolteresti. A proposito, tu sei proprietario di un cavallo? Anche se tu lo fossi, ebbene, non saresti un buon proprietario, perchè considereresti il tuo cavallo come se fosse un uomo. In fatto di non avere un cavallo non significa non capire che un cavallo è un cavallo. Non un uomo. Non c'è bisogno di possedere un cavallo per capire questo concetto. PS: la persona che ha scritto la presentazione, dicendo di Dinamite che va a salvare il suo "amico umano", è proprietario di un cavallo?1 point
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Secondo me il miglior amico di un cowboy era il cavallo, altro che amico/uomo! L'uomo appena può ti scrocca soldi, ti porta via la donna e ci mette un attimo a spararti nella schiena. Il cavallo intanto ascolta le tue confidenze e non le spiffera a nessuno, beve dal tuo cappello e spesso stramazza al suolo una volta che ti ha fatto seminare quei bei compagnoni che intendevano adornarti con una cravatta di canapa. Non ti scrocca bistecche e patatine alte tre dita, ma una manciata di biada o se non c'è altro erba o fieno secco. Ma guai a non strigliarlo a dovere quando (sempre a causa tua) si ricopre di schiuma umidiccia e puzzolente. Occhei i ferri costano un occhio e qualche volta li perde, ma è un amico, Peste! Io nei film quando sparano ai cavalli azzoppati mi commuovo di più di quando ammazzano la bellona di turno.1 point
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No. Un cavallo, comunque, non è un "amico". L'amico è una persona con la quale si ha un rapporto di amicizia: non è un animale. "Amico" è un rapporto tra pari. Un animale come il cavallo, per esempio, va trattato bene, con rispetto, con cura, si sta attenti al suo stato, si è contenti che stia bene e dispiace se sta male, si cura. È una buona compagnia. Ma non è un "amico" come può esserlo un uomo. Chi ha il cavallo è il padrone del cavallo, da " patronum", che significa protettore, difensore. Sono il padrone del mio cavallo, quindi mi prendo cura di lui. Ma "amico" è tutta un'altra cosa. Con un amico, che è un uomo come te, si scambiano confidenze, si dividono le preoccupazioni e le gioie, si discute, si riflette. Che senso ha fare questo con un cavallo? Parli da solo, in questo caso, e ti comporti da matto.1 point
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Non dovrebbe essere "in aiuto del suo padrone"? "Amico umano" mi sembra una frase ridicola: stiamo parlando di un cavallo!1 point
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Dico la mia: personalmente non vi è alcun calo di stima verso l'operato di Mauro; ovviamente ci sono storie che reputo migliori e altre più criticabili, ma ciò è fisiologico e giusto, suppongo. Così come non ho mai disprezzato il lavoro di nessun autore che esso sia Nolitta, Nizzi, Faraci o Ruju. Anche qui vi è una giustificabile scala di gradimento, ma ciò che piace meno non va disprezzato, casomai criticato motivandone i criteri. Perfino l'ormai "famigerato" Nizzi, l'ho difeso a spada tratta nelle storie migliori e criticato nel suo oggettivo declino artistico, come è giusto che sia. Se altri utenti usano altri toni o hanno idee diverse dalle mie, cosa posso fare? Di certo so per esperienza che personalità come Diablero non mutano il loro punto di vista solo per far contento l'interlocutore. Si può chiedere cortesemente di non travalicare sui toni come spesso ho fatto in passato, ma non posso imporre il mio giudizio o imbavagliare quello altrui. Si finirebbe per litigare e non mi sembra mai il caso, soprattutto su un forum tematico che accomuna le nostre passioni. Spiace enormente che Mauro non partecipi più attivamente al Forum, si è perso tanto con la sua defezione, tuttavia son convinto, in primis che nessuno lo disprezzi (anzi...) e sopratutto, che non necessita alcun arringa difensiva da parte nostra, parla il suo operato. Ammetto però, che spesso sorvolo su argomenti triti e ritriti, poichè avendo ormai classificato alcuni punti di vista, non ha senso fossilizzarsi su di essi o incalzare chi la pensa in modo diverso dal mio. Preferisco continuare a esprimere i miei personali giudizi sulle storie che leggo o rileggo e descrivere nel possibile le mie emozioni. Di far cambiare le idee agli altri, non mi passa nemmeno per la capa.1 point
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Ma non è questione di "accontentarsi". Il tuo metro non è un metro infallibile e inoppugnabile. E' il "tuo" metro, infallibile e inoppugnabile solo nel tuo mondo. Una questione soggettiva non può diventare, unilaterlmente, oggettiva. Io apprezzo una storia perchè mi piace. E se mi piace significa che non mi accontento, ma che giudico con il mio metro. Storie non insoddisfacenti significa storie tutte sufficienti. Se tuo figlio al liceo ha tutti i voti sufficienti, viene promosso. Quindi, promuovo gli ultimi 3 anni di Tex. E' logico che in questo "non insoddifacente" ci stanno i (per me) da 8-9 come Mefisto, Artico, Tigre, da 7,5 come Rainier, da 7 come Creature o Vancouver, da 6,5 come Mostro del lago salato, da 6 come Red Rock, Wolfman o i bis. Ma non ho visto ciofeche come Creature d'acqua, Jenny (sia la morte, che il passato), la banda degli assassini, Uomo in fugache invece sono comparse su Zagor: Ps. Sono andato a vedere cosa signifca quella strana parola che hai postato, "retcon". Beh, scoperto il signifcato, devo dire che benedetto il momento in cui GLB ne ha fatto uno clamoroso, che ha portato a una delle storie più belle della saga. Ovviamente Tra due bandiere.1 point
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Non c'è bisogno di essere aggressivi per mostrare un punto di vista. Affrontiamo insieme, invece, questo argomento, senza aggressività. In ogni caso, il fumetto l'avevo già letto: era stato pubblicato in passato su un Tex Magazine. Infatti è una ristampa. Però non è del fumetto che stavo parlando. L'affetto è inclinazione, sentimento, verso qualcuno o qualcosa. Si può quindi avere affetto per un animale, anche molto affetto: ma non ha senso dire che si prova "amicizia", perchè allora non si comprende cosa significa questo termine. "Amicizia" è comprensione reciproca tra due persone, tra due uomini, affinità di sentimenti, stima reciproca. Non ha senso parlare di questo rapporto tra una persona e un animale, perchè non sarà mai una comprensione reciproca. C'è una differenza ontologica, di esistenza, di essenza, tra l'uomo e l'animale: non può esserci reciprocità da pari a pari. Si tratta di due piani diversi di qualità. Se però tutto questo ti sembra essere solo una elucubrazione mentale, una convinzione aprioristica, una concezione astratta, allora ti riassumerò tutto in un concetto molto concreto: un cavallo non è un uomo.0 points
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"Lei è il padrone di questo cane?" "No, razza di imbecille, sono il suo amico umano!" *Da un pugno sul mento*0 points