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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [001] Il Totem Misterioso

    E c'era anche la piccola caffettiera fumante... Sergio Bonelli ha raccontato che Galep disegnava Tex solo di notte perchè di giorno si dedicava a Occhio Cupo, un altro personaggio di GLBonelli su cui l'autore aveva puntato tutto (mentre Tex costituiva una "produzione" minore e transitoria!). Lavorando di notte, spesso l'artista sardo sentiva l'esigenza di "staccare" con quelle vignette ironiche, che spesso palesavano suoi bisogni materiali (tipo un bel caff? per tenersi sveglio nel cuore della notte...)Tempi eroici...
  2. Leo

    [Maxi Tex N. 05] Nei Territori Del Nord Ovest

    Domanda per Boselli, semmai dovesse capitare da queste parti: quando uscir? il seguito di questa storia (sempre che sia vero che ci sarà)?
  3. Leo

    [Maxi Tex N. 05] Nei Territori Del Nord Ovest

    Signori, qui ci troviamo di fronte ad una storia TIPICA di Boselli, una storia che contiene tutte le caratteristiche e tutti gli elementi delle sceneggiature boselliane. 1) E' una storia d'atmosfera, dove la componente EVOCATIVA è fortissima e sfruttata al meglio. Già la prima scena provoca un brivido lungo la schiena, quando si vede una canoa solitaria che placidamente viene lungo il fiume. Una canoa a prima vista placida, ma che "ha la morte a bordo!" e, mentre il lettore legge queste inquietanti parole, vede contemporaneamente l'ombra di una mano pendere dal bordo della piccola imbarcazione. Le prime vignette iniziali sono già un capolavoro. Subito dopo incontriamo Jim Brandon, destinatario della lettera trovata addosso al morto della canoa. In quel suo dire e non dire, in quella sua mascella contratta, in quella sua fronte corrugata, il maggiore Dickens come il lettore leggono una verità nascosta, una consapevolezza di Brandon circa il contenuto di quella lettera che tuttavia il colonnello non vuole svelare. E la scena successiva, in cui Brandon, vestito in borghese, saluta i suoi sottoposti con le parole "Addio, amici", conferma che il Colonnello ha capito chi si cela dietro quel messaggio oscuro, e sa di dover fare i conti con il proprio passato. In questa scena rivedo il Carson de Il Passato di Carson, quando fa il misterioso davanti allo sceriffo Devlin, dicendo: "Bannock non esiste! Ma io sarà l' per partecipare alle esequie del caro, vecchio Ray": stesso sguardo pensoso, stesso modo di fare misterioso, stessa sensazione di un passato lontano e oscuro che riaffiora. Che spettacolo, Boselli: chapeau. 2) I comprimari di spessore naturalmente Jim Brandon, che qui ha più "dimensioni": non è solo la giubba rossa, è anche il giustiziere in cerca di vendetta, l'amico di un uomo che non è riuscito a salvare e l'uomo innamorato e non corrisposto. E poi Dawn, per cui non posso non quotare l'ottimo Virgin per quanto dice nel post precedente: anche lei è una personalit? a più dimensioni, forte e fragile, dapprima fa il doppio gioco e poi si schiera dalla parte giusta. La sua scena sexy ? inusuale in Tex, ma nient'affatto sgradita: aggiunge anzi vigore e pepe al personaggio. Quindi il vecchio sciamano che chiama e salva Brandon: poche vignette, ma splendide. E infine i cattivi: il malvagio Jericho, l'inquietante Ghost, ed ovviamente Red Duck: viso aperto da simpatica canaglia, uomo che fa girare la testa alle donne, ma anche violento e perverso (uccide la sua donna perchè la considera cosa sua e non può permetterle di lasciarlo), e scaltro e ipnotico, dato che riesce, con i suoi modi, il suo carisma, la sua follia e con l'indubbia sconcertante orbita d'oro, a soggiogare con la paura una tribù di Seskan (questo probabilmente è l'aspetto meno credibile della storia, ma non essendo del tutto inverosimile ed essendo anzi stato sfruttato in molteplici soluzioni narrative, me lo faccio andare più che bene). 3) Il sapiente uso del flashback qui scaglionato in più tranches, il flashback rivela il passato di Jim, il suo amore non corrisposto e l'omicidio della donna amata. Ed è un flashback non sempre netto, ma spesso trasognato, rivissuto da un uomo delirante, e questa sua indefinitezza, questo suo svelarsi strato dopo strato, questo suo essere più sogno che non effettivi ricordi, lo rendono straordinariamente ricco di pathos ed estremamente emozionante. Scena indimenticabile è quella della tomba sul ciglio dello strapiombo sul mare: scenario quanto mai suggestivo e commovente, degno di un grande regista. A Borden il tema del passato che ritorna è molto caro, e nelle sue avventure i flashback non mancano mai: espediente narrativo efficacissimo per emozionare, in cui il Nostro, anche in tal caso, si rivela Maestro. Certo, ho rilevato delle incongruenze: all'inizio, Gros-Jean dice che è meglio non avere a che fare con quella gatta selvatica, alludendo a Dawn, ma poi si scopre che invece lui è addirittura il suo tutore ed a un certo punto è anzi ben felice di averla con sè come guida. Inoltre, sempre Gros-Jean racconta a Tex di aver tentato di salvare il padre di Dawn insieme a Jim Brandon, ma in seguito si apprende che Gros-Jean non ha mai parlato di Dawn a Brandon in quanto questi era pur sempre una giubba rossa: ma come, prima tentano di aiutare insieme il padre e poi Gros-Jean diffida al punto di non parlargli della figlia? Inoltre, e soprattutto, Brandon SA che Noatak ha una figlia: dopo la sua morte e la morte della madre Mary, Brandon se ne disinteressa? Come è possibile che non riesca a scoprire che fine abbia fatto? Possibile che non faccia ricerche e non scopra che la figlia è accudita da una famiglia grazie all'intervento di Gros-Jean° Mi sembrano incongruenze belle e buone, forse Borden qui, IMHO, non è stato troppo attento... Ma ciò comunque non sminuisce la grandezza di questa straordinaria storia. Infine, anch'io avrei preferito che fosse Brandon a uccidere Red Duck, anche se mi sono molto piaciute le parole di quest'ultimo che, in punto di morte, si compiace che Brandon ancora una volta non sia riuscito a prendersi la sua vendetta: canaglia fino alla fine, e con stile. E' una storia TIPICA di Boselli, dicevo all'inizio: per questo, ritengo che Borden sia il più grande autore mai apparso su Tex (e non solo.) Ovazione.
  4. Leo

    [Texone N. 27] La Cavalcata Del Morto

    Ragazzi, sarà sincero: mentre lo leggevo, questo Texone mi divertiva e mi teneva incollato alla sedia, e questa è già una gran cosa per un fumetto, il cui scopo principale è quello di divertire ed interessare. Finita la lettura, però, avevo dentro la testa più di un tarlo per diverse cose che non riuscivo a farmi tornare. Io proprio non riesco nella "sospensione d'incredulità" cui accennava Borden, per me una storia è una grande storia solo se è VEROSIMILE, senza scorciatoie. Storia che resta comunque bellissima, e qui parte un ammirato applauso al nostro grande Boselli, e un inchino alla sua Maestria. Il miglior Texone di sempre, a detta di alcuni? Io dico che se la gioca senz'altro, magari in finale (come la nostra Italia ) con qualcun altro (io dico La Grande Rapina). Disegni: non mi sento all'altezza di fare alcun commento. Sono davvero troppo per un misero mortale come me.
  5. Leo

    Galleria Di Alfonso Font

    Secondo me, pur non intendendomi di arte, i disegnatori di Tex sono tutti grandi disegnatori. Il loro stile, semmai, può piacere o non piacere, ma è una questione di gusti. La professionalità non è in discussione. A me Font piace molto. Il suo tratto agile, nervoso, scattante, sintetico eppure molto dinamico, mi rende sempre molto gradite le sue storie.
  6. Leo

    Tex E Pecorella Belante

    Io la trovo divertente. E poi, direi, FINALMENTE... anche Tex è umano... L'unica cosa che IMHO stona è far vedere il sedere di Tex e le sue braghe calate: ecco, quello (con l'aquila tatuata sulla chiappa, poi) forse me lo sarei risparmiato...
  7. Leo

    [242/245] Il Segno Di Cruzado

    Io invece mi dissocio da West10, Ulzana, Paco e quanti sono contenti di questa storia. Come storia western, niente da dire, è anche bella. Il protagonista è un ingenuo, ed è la sua ingenuità il motore di tutta la storia. La storia si sviluppa su questo, e se il protagonista (che si fa chiamare Tex, che somiglia al nostro Tex, ma che NON è Tex) facesse qualche scelta più azzeccata semplicemente la storia NON ESISTEREBBE. E lo dice uno a cui il Tex umano di Nolitta piace, e molto. In El Muerto, Tex è più umano che mai, nei pensieri malinconici che si concede nell'avviarsi alla sfida con El Muerto, nella scena in cui si fa disarmare nel saloon e nella scena in cui, con la pistola ormai scarica, si fa salvare da un inaspettato Tiger. Mi piace tantissimo, quella storia, nonostante (o forse proprio per questo) Tex faccia tanti errori. Ma l' è un Tex che sbaglia (come in Caccia all'uomo, altra storia da me molto amata). Qui non si tratta degli errori di un uomo in momenti concitati (nel saloon o durante la sparatoria), che pure possono starci, ma di MACROSCOPICI errori di valutazione, fatti a mente del tutto fredda. Chi è quest'uomo che non va subito a riprendersi i suoi Navajos, e aspetta invece che gli stessi si macchino delle più efferate colpe e che la tragedia si consumi? Che consente ai suoi giovani di poter compiere atroci delitti compromettendosi per sempre di fronte alla legge dei bianchi (genitore illuminato, dice Luca Raffaelli? Genitore totalmente al buio, dico io, miope e cinico come dice ottimamente Pedro Galindez)? Non è Tex. Chi è quest'uomo che, intervenuto a frittata fatta, va a scatenare suo malgrado un vespaio inimicandosi tutto un villaggio? Villaggio che sembra non riconoscere in lui una figura autorevole ma solo un rinnegato qualsiasi, come se Tex fosse un perfetto sconosciuto e quindi un nuovo nemico da abbattere a cuor leggero (che scena imbarazzante, poi, quella in cui tutti sparano addosso ai nostri senza acchiapparli neanche di striscio...)? Non è Tex. E Carson° Che si presenta davanti alla prima mezza calzetta di militare sentendo il bisogno di dover esibire le sue credenziali di "ex scout dell'esercito"? E' semplicemente ridicolo, come ridicole (sono totalmente in disaccordo con Paco qui) sono le maldestre parole di Carson a difesa degli indiani e ridicolo è l'arresto (con quali accuse?) suo e di Kit. Non è Carson. Neache a me, West10, piace leggere sempre storie con i soliti semidei, e per questo mi piace Nolitta, con il suo Tex uomo e non semidio. Ma qui Tex non è semplicemente un uomo, è un uomo troppo ingenuo, e rasenta la stupidit?. Ripeto, se la vediamo come storia western, può essere bella. Un uomo (che non è Tex) è troppo indulgente verso un giovane bellimbusto, non si sente di intervenire contro i fuggitivi, ed è preso a pistolettate in una città che lo vede come un rinnegato. Ci sono le scene della "chicken race" e quella della morte del Navajo legato al carro che sono molto belle (la seconda è molto ricca di pathos, davvero emozionante), mentre un'appendice di cui si poteva fare tranquillamente a meno è l'intervento, IMHO davvero posticcio, dei cacciatori di scalpi. Una buona storia, con disegni straordinariamente evocativi quando si tratta dei paesaggi e dell'ambiente circostante (Galep ti porta "fisicamente" nel West, ti fa entrare nei saloon, ti fa galoppare su piste polverose), ma molto meno soddisfacenti nei volti dei personaggi. Ma non una storia con Tex. Con nessun Tex, neanche quello umano di Nolitta.
  8. Leo

    Galleria Di Sandro Scascitelli

    Queste tavole sono un'ulteriore conferma della bravura di questo autore. E credo proprio che non mi lascer? sfuggire Briganti, che mi sembra molto ben curato e che tocca un periodo storico per me particolarmente interessante. Un sincero benvenuto a Scascitelli nell'universo texiano.
  9. Io non vedo alcun controsenso in questo personaggio. Boselli tratteggia, a mio parere, la classica figura del tiranno, che finch? è sulla cresta dell'onda è tronfio e appare astuto e coraggioso, mentre nelle situazioni di difficolt? diviene pavido e tremante. Quante volte la Storia ci ha proposto simili personaggià E così è anche Narvaez, e credo che Boselli abbia voluto, consapevolmente, richiamare con esso la figura del dittatore che si rivela un bluff nei momenti topici. Narvaez a mio parere è una figura ben riuscita e l'ambientazione viene ricreata in maniera molto efficace, prima con le parole (le allusioni alla Sierra Negra quale inferno dominato dal Diablo Rojo) e poi con i sempre evocativi disegni di Marcello. Peccato però che Boselli, a cui spesso rimproveriamo finali un p? accelerati, qui abbia proprio deciso di battere tutti i record di velocit?: troppo improbabile che Tex e company, DA SOLI, riescano a salvarsi da quell'inferno di trappola in cui si erano cacciati. Lo stesso Tex, che riesce a divellere a mani nude le sbarre della gabbia, mi sembra eccessivo: poteva essere un pezzo d'archeologia quella gabbia, va bene, magari arrugginita e quindi non più granch? resistente, ma comunque mi sembra estremamente improbabile che un uomo possa riuscire in una tale impresa. Per non parlare dello sforzo titanico compiuto nel momento immediatamente precedente da Pat, che si libera dai propri vincoli anche qui con una forza sovrumana... Senza questi espedienti, un p? troppo "facili", Tex non sarebbe potuto uscire dal vicolo cieco in cui si era cacciato. Sarebbe meglio, IMHO, che il personaggio non si infili in situazioni senza via d'uscita, se poi per averla vinta gli si consente di prendere simili, poco verosimili, scorciatoie.
  10. Leo

    [279/281] Il Ritorno Del Carnicero

    Trovo questa storia all'altezza di quella precedente. El Carnicero lo ritroviamo malvagio come lo avevamo lasciato, ma con l'aggiunta di un piano molto ben elaborato che gli consente di rapire ben tre pards su quattro e di arrivare vicinissimo alla vittoria. Trovo molto ricca di suspence anche la parte recitata da Tex, quando si finge inerme per farsi rapire egli stesso. Insomma, davvero un buonissimo esordio di Nizzi, che già fin d'ora mette in mostra tutte le caratteristiche (trama avvincente, bei dialoghi, personaggi ben costruiti, un brillantissimo Tex) che lo renderanno un Grande.
  11. Leo

    [217/219] Guerra Sui Pascoli

    Una bella storia, che si caratterizza per la ben riuscita figura del Carnicero,
  12. Leo

    [166/168] La Notte Degli Assassini

    Il Montana innevato di Ticci... il Maestro è formidabile nel ricreare il suggestivo scenario di questa bellissima storia, contraddistinta da felicissimi dialoghi e da un ritmo serrato. I visi smunti e la desolazione del villaggio Dakota e la corsa verso la morte di Billing aggiungono alla vicenda forte pathos, tale da renderla tra le migliori prove di GLB. Applausi.
  13. Leo

    [183/185] - Caccia all'uomo

    Come al solito, tutto quello che avrei voluto dire io, lo ha già detto quel tizzone d'inferno di Paco ::evvai:: Anch'io, come West10, ho provato sincero stupore di fronte alle critiche negative mossegli dagli altri pards, di cui mi sento di condividere solo la parte in cui Don Fabio sottolinea la stranezza del titolo del secondo albo, dedicato ad un personaggio "comparsa" come Mingo (questa sè è una vera assurdit?). Ma, glissando sul titolo del secondo albo (che ovviamente non incide per nulla sulla bontà o meno della storia), anch'io ritengo che siamo di fronte a un vero Capolavoro. Avendo gli albi originali, non potevo sapere che l'autore non era GLB, ma l'ho capito dopo poche pagine (non che ci volesse tanto, naturalmente). Ai dialoghi esplosivi, ironici e divertenti di Bonelli padre si sostituisce un Tex più meditativo, e le sequenze al fulmicotone lasciano il posto a quelle che, ad esempio, vedono Tex entrare in silenzio in un saloon (a pag.72 del primo albo si vede Tex mentre sta per entrare nel saloon, e a quest'ingresso sono dedicate addirittura tre vignette: Tex di lato, Tex di spalle mentre sta per entrate, Tex di fronte visto dall'interno del saloon. Ho apprezzato molto queste dilatazioni dal forte sapore cinematografico) o rullarsi una sigaretta. A mio parere, queste scene, facendo vivere questi particolari al lettore, fanno entrare lo stesso nella storia; così che il lettore non è più solo semplice spettatore ma VIVE la storia. Il lettore ENTRA nel saloon, il lettore RULLA una sigaretta (? come nell'altra splendida storia di Nolitta, I Dominatori della Valle, in cui il lettore GIOCA A BILIARDO con il Colonnello Watson). Una scena che ho sempre amato tanto è quella dell'incipit di C'era una volta il West di Sergio Leone, quando tre banditi attendono il protagonista alla stazione: è una scena lunghissima, con i tempi ultradilatati, in cui non succede niente di niente, salvo piccolissimi avvenimenti per nulla degni di nota: una mosca che ronza, una goccia d'acqua che cade... quando hanno chiesto a Leone perchè avesse girato una simile scena, il regista ha risposto che voleva far vivere allo spettatore l'attesa del treno. Ecco, in questa storia ho respirato quella stessa atmosfera, e ho sentito di averla VISSUTA. E non solo per i tempi dilatati: in questa storia, infatti, ho l'impressione di incontrare non personaggi di un fumetto, ma persone IN CARNE E OSSA: l'anziano, umanissimo nel suo essere patetico, sceriffo Kenyon, il vecchio della fattoria che si decide a dare a Tex la propria pistola solo quando comprende che Tex non si arrende (figura IMHO straordinaria), il peone Felipe di Agua Fria. E ovviamente Andy Wilson, il cui personaggio, in chiaroscuro, è un antesignano dei personaggi boselliani e per me è uno dei più bei comprimari della saga. Non capisco come si possa dire che il secondo albo è un allungamento di brodo, che poteva benissimo non essere scritto, come dice Wasted. Ma il secondo albo è l'albo di Andy, e se conosciamo questo personaggio e se ci sconcertiamo insieme a Tex per la sua morte lo dobbiamo proprio a questa parte di storia. Il secondo albo è FONDAMENTALE, direi... E l'altro personaggio in carne ed ossa è Tex, il Tex umano di Nolitta, che si fa fregare nel ranch di Andy, quando questi spara al vecchio Kenyon e fugge, che si fa sfuggire il ricercato anche al saloon, non immaginando che il giovanotto sia potuto fuggire dalla finestra, che si fa mettere nel sacco due volte dallo stesso Andy (senza conseguenze per lui solo perchè Andy non è un assassino), che resta sconcertato di fronte al ragazzo penzolante nella main street. In definitiva, in questa storia ho incontrato delle PERSONE, e ho camminato accanto a loro. Questa mia sensazione ovviamente non dipende dalla sola grandezza della sceneggiatura, ma anche dalla consistenza dell'ambiente attorno a me: per Fusco non ho parole, o meglio ne ho una sola: FANTASTICO. Se per me questa storia è un Capolavoro, lo si deve anche a lui.
  14. Leo

    [180/183] Una Stella Per Tex

    Beh, ragazzi, consentitemi di dissentire... ma credo veramente esagerato dare 10 o 9 a questa storia. La trovo molto divertente, intendiamoci, si fa leggere con una facilit? estrema appagando totalmente il lettore, ma proprio perchè si tratta di una storia "passatempo", brillante e veloce, senza avere nulla di epico o che comunque possa farle meritare, IMHO, addirittura un 10. La trama è "disinvolta": i cattivi sono cattivi, non importa sapere perchè. In definitiva, sappiamo solo che a Canyon Diablo si ammazzano gli sceriffi per continuare con lucrosi affari illeciti, ma stavolta GLB non si sforza neanche di inventarsi in cosa essi consistano realmente (se traffico d'armi, o di contrabbando di whisky con gli indiani, o rapine, ecc). Sono affari sporchi, e tanto basta, e i cattivi sono cattivi. Punto. Ma sono anche ben poco consistenti, questi cattivi. Jerry non sa far altro che prenderle, mentre mister Clebber assolda sicari su sicari a dir poco ridicoli (Black Larry mi ricorda tanto il Mortimer dei Trinit?, per intenderci, mentre la posse assoldata sul finale si ritrova addirittura a recitare la parte degli spazzini che ripuliscono le macerie del saloon). Per non parlare del ricatto, congegnato brillantemente proprio durante la presenza di Tex in paese; hanno scelto proprio il momento opportuno, questi cattivoni brillantissimi. E chiedono nientepopodimeno che DIECIMILA DOLLARI. Più tardi, però, GLB dimentica questa esorbitante cifra, e li fa diventare solo MILLE ( a meno che sulla versione originale non fossero mille, e su TuttoTex non siano poi diventati diecimila: Una stella per Tex ce l'ho infatti come TuttoTex - e qui la cifra è diecimila - mentre Canyon Diablo è un trestelle - e la cifra è mille). Ma, quale che sia la cifra, ideare il ricatto con Tex in paese che già sta spazzolando tutti è idiozia pura... E se Daniel è ricattato, Keno, che è colui che ha assoldato Tex e con il quale i fuorilegge dovrebbero essere quindi più arrabbiati, è lasciato libero e tranquillo per il paese, e nessuno lo infastidisce, e soprattutto nessuno pensa a collegare Keno a Tex, nonostante i due cenino insieme amabilmente quasi ogni sera. Ma di distrazioni questa storia è zeppa: durante la loro fuga dopo aver derubato Clebber, Jerry e Slim (le grandi menti del ricatto) attentano alla vita del loro ricattato, ricevendo una robusta dose di piombo da Tex e pards nel cuore della notte. E' strabiliante come, di notte, e in quello sputo di paese, nessuno senta gli spari, tanto meno Clebber, che se la ronfa della grossa e si accorge di essere stato derubato solo la mattina dopo! Tex è micidiale, d'accordo (ma solo Tex: Carson e gli altri stanno praticamente a guardare, sono spalle che più spalle non si può, e questa è un'altra debolezza della storia, n° è sufficiente che siano Tiger e Kit a mettere fuori gioco il killer da strapazzo vestito da becchino), e qui mi viene da pensare a quanti hanno nostalgia di questo Tex, subito pronto ad estrarre la pistola. In particolare, la scena che lo vede sparare all'impazzata al Devil's Luck solo per ricambiare la sparatoria appena subita, o la scena in cui spazzola del tutto gratuitamente il cappello di Mister Clebber nel'ufficio di sceriffo, a mio parere possono ben essere accettate in queste storie, con un Tex più giovane sia come personaggio di fumetto che "anagraficamente". Ma oggi non credo che scene del genere mi potrebbero fare piacere: le posso accettare, come detto, da un Tex più giovane, anagraficamente e come personaggio, e quindi più impulsivo e spaccone. Ma il Tex di oggi, IMHO, deve necessariamente essere un p? più posato e riflessivo: lui è cresciuto e con lui è cresciuto il lettore, che, pur volendo il solito grande Tex, credo desideri assistere a situazioni più "mature", più ponderate e meno immediate. Almeno, io ho queste esigenze e queste aspettative, e se il Tex che sfodera la pistola in situazioni totalmente gratuite (Clebber è disarmato, che bisogno c'è di minacciarlo con la pistola?) mi diverte e mi fa sorridere in queste prime storie, oggi mi vedrebbe un p? storcere il naso. Insomma, tra gli antagonisti salvo solo la bella Lena Bond, ed è tutto dire. Tra i protagonisti, Tex è quello che "arriva e le suona a tutti", a volte anche esagerando, e soprattutto facendo impallidire terribilmente i suoi compagni. La trama non mi sembra granch? solida. Tutti questi elementi mi fanno scadere di molto questa storia. Le do' sette solo perchè mi ha comunque divertito, i dialoghi GLBonelliani sono al solito molto vivi e spassosi, e la scena finale è adrenalina pura.
  15. Leo

    Quel Che Si Dice Capolavoro...

    Capolavoro... per me il capolavoro è quello che ti artiglia l'anima, e non te la lascia più. Il capolavoro ti entra in profondit?, e ti procura, al suo solo ricordo, un'inesprimibile sensazione di piacere e di "complicità". Complicit? con chi? Con il capolavoro, ma anche con te stesso, con quel te stesso che tanto tempo fa ha letto o visto quel capolavoro e lo ha saputo riconoscere. E' anche orgoglio, il ricordare e il riconoscere (o credere di riconoscere) un capolavoro. Il capolavoro ti tocca delle corde ignote dell'anima che ogni volta che lo ricordi ricominciano a vibrare e sprigionano una musica silenziosa che d' gioia alla mente. Questo, per me, è capolavoro. E, come dice, West10, ti viene subito in mente se lo devi citare. Ciò che viene in mente a me ?:1) "A chi appartiene quel morello l' fuori, quello con la sella messicana?": è il giovane Carson nel trading post di Cyrus Skinner. Per me Il Passato di Carson è un Capolavoro integrale, ma la scena del trading post, pur non essendo più significativa delle altre, mi è rimasta nel cuore. Non è neanche la prima scena nel mio indice di gradimento, ma mi d' emozioni inspiegabili.2) "Shan Van Vocht, sei venuta per me?... Riportami... a casa" e non dico altro perchè non ci sono parole.3) "E tu chi sei, il suo angelo custode? No, il tuo castigo.": è Tex in Oklahoma di Berardi. e, fuori da Tex:"cosa hai fatto in tutti questi anni? Sono andato a letto presto..." in C'era una volta in Americae I Miserabili e il Novantatre, di V. Hugo"e qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure..."e Shevchenko che segna l'ultimo rigore della finale del 2003 e l'Appia Antica... Emozioni.
  16. In effetti in Chinatown c'è una vera e propria cesura che divide la storia in due. Qui non si può dire la stessa cosa; resta il fatto però che, dopo la morte di Ho-Kuan, il mio interesse per la storia è un po' scemato, perchè il Cattivo non c'era più e gli altri (molto poco interessanti) avevano il destino segnato. Non c'è la sensazione di trovarsi di fronte a due storie, ma l'unica storia, per me, poteva finire un po' prima (anche se non posso escludere che molto di questa sensazione dipenda dalla mia stanchezza; ormai leggo solo di sera con gli occhi cascanti dal sonno... zzzz)
  17. Anche a mio parere questa è una gran bella storia, che ti prende tenendoti incollato alla sedia fino alla fine. Ecco, la fine è ciò che mi è piaciuto di meno, e non perchè la trovi affrettata, come è sembrato a Paco di primo acchito, ma anzi un po' troppo allungata. Come in Chinatown la scena finale poteva ben essere quella della morte del Drago, qui a mio parere la scena perfetta per il finale era quel primo piano del corvo morto, a simboleggiare la fine del perverso Ho-Kuan. Trovo che, a volte, le storie di Bonelli si dilunghino un po' troppo, anche dopo che gli eventi clou della storia sono accaduti. Ciò porta inevitabilmente a cali di tensione che si potrebbero invece evitare se si facesse terminare la storia nel suo culmine, quando se ne consumano gli eventi decisivi. Anche qui ho avuto la stessa sensazione, anche se ciò non sminuisce il mio più che positivo giudizio per una storia ben costruita, avvincente, con bei dialoghi e magistrali disegni. Per non parlare della figura di Ho-Kuan, un cattivo indimenticabile. Alla sua storia e al suo passato, decisamente singolari, si uniscono il significativo e divertente particolare del corvo "parlante" e, soprattutto, un ghigno (grande Ticci nella smorfia beffarda che conferisce al volto del perverso sciamano) che costituisce l'emblema di questo personaggio, rivelatore della sua anima sadica e nera. Grande storia, quindi, indimenticabile nell'ambientazione e nei personaggi cardine, pur non raggiungendo, IMHO, le vette del capolavoro.
  18. Leo

    [618/620] Gli Schiavisti

    Mi sembra invece che le ultime due (I Trappers di Yellowstonre e i Sabotatori) abbiano avuto riscontri positivi (tra cui i miei). La storia che piace a tutti forse è una chimera, ma credo che proprio a te, in "PASSATO", sia riuscita questa impossibile impresa Purtroppo le parole scritte, diverse dal confronto verbale, di sicuro non aiutano a capire appieno lo stato d'animo di chi abbiamo di fronte, e più volte quello che tu definisci un tono "polemicuccio" può essere sembrato qualcosa di più...(anche) da qui le reazioni accese della giornata odierna. Sul maisucolo, lungi da me gridare, io volevo sottolineare. Scusandomi per la mia ignoranza netiquettiana, porr? rimedio le prossime volte, anche se non nascondo che il grassetto mi piace meno del maiuscolo sisi Infine, sul Signore dell'Abisso: la rilegger?, ormai l'ho promesso... ma, omini verdi a parte, la ricordo come una storia non verosimile, e questo proprio non mi va già in Tex. Le uniche due che oggi ricordo con piacere (ma sono proprio le uniche, forse perchè l'elemento inverosimile è comunque discreto) sono la bellissima Colorado Belle e l'avvincente Omicidio in Bourbon Street. Per il resto (UDITE UDITE, e qui urlo) io non ho mai più riletto (e quindi neanche ricordo) le storie di Mefisto (non espelletemi dal forum, vi prego :_sigh ). Sempre per la stessa ragione. Leggo Dylan Dog, leggo Dampyr, e li leggo per i loro temi. Ma in Tex, voglio trovarci il West, non l'horror West!Comunque la legger?: vi farà sapere...
  19. Leo

    [618/620] Gli Schiavisti

    Beh, Mauro, ognuno ha le sue motivazioni, e ce le avranno anche quelli del Ku Klux Klan o i nazisti. Non si possono conoscere le motivazioni di tutti, questo è vero, ma le motivazioni di UN personaggio di una storia, peraltro centrale come vorrebbe il titolo, penso che debbano essere spiegate. L'assenza di motivazioni rende questo personaggio, IMHO, debole, DEBOLISSIMO. E, ribadendo che non ricordo Il Signore dell'Abisso (e lo dico tranquillamente, senza crocifiggermi, perchè a me le storie con gli uomini verdi o comunque non verosimili non piacciono e poich? la lettura è svago quella lettura probabilmente non mi svagherebbe) e quindi non posso sapere se le motivazioni di Esmeralda fossero note oppure no, mi pongo dal punto di vista di chi NON HA MAI LETTO TEX, e quindi se ne infischia di Esmeralda e delle storie inspiegate GLBonelliane. Se uno non ha mai letto Tex, e legge questa storia, può restare preso dalla stessa, ma può anche (a molti è successo, è un dato di fatto) storcere il naso di fronte a un personaggio senza storia. E questo SOPRATTUTTO perchè non conosce Tex, appunto. Ymalpas parla di tradizione e di maturit?: sono d'accordo, se GLBonelli non spiegava le motivazioni dei personaggi che creava, non vuol dire che questa fosse una scelta felice, o replicabile ai nostri tempi. A mio parere ora il lettore vuole di più. E tra i "COLPEVOLI" di questo volere di più, ci sei proprio TU che in altre occasioni hai creato personaggi la cui storia e il cui retroterra, pur riassunti in pochissime vignette, ce li hanno resi cari. Quelli erano PERSONE, tangibili e con lo spessore conferitogli dal loro passato che il lettore ha potuto conoscere (ripeto, anche in pochissime vignette, non ci vuole necessariamente un albo in più), questo (Espectro) chi ?? Boh!
  20. Leo

    [618/620] Gli Schiavisti

    Vabb? va, tra te e Borden, non mi lasciate molta scelta... io me li vado a riprendere, ma ricordo quegli incredibili uomini verdi... Quello è un Tex che non mi piace: non conosco Tex? No, conosco Tex, ma evito qualche suo lato a me non troppo gradito... Comunque tra qualche giorno commenter? la storia nell'apposito topic dopo averlo letta: ripeto, non mi lasciate alternative, tra te e Borden...
  21. Leo

    [618/620] Gli Schiavisti

    Quello del Signore dell'Abisso sono io > Ne ho talmente un brutto ricordo (non amo le storie inverosimili in Tex) che non l'ho mai più riletto. Però non si può dire, per questo, che non conosca Tex. Non conosco UNA storia di Tex che ho letto, ho odiato e per questa ragione non ho mai più ripreso... E poi, se anche non conoscessi affatto Tex, e lo leggessi PER LA PRIMA VOLTA, come dici tu, credo comunque di avere il diritto di "salire sul pulpito" per criticare una storia che non mi è piaciuta. Io amo le tue storie, mi esaltano, mi emozionano, mi lasciano dentro qualcosa di profondo: sei stato il mio idolo di ragazzino (un MITO), e ho fatto addirittura un viaggio in Irlanda per una "fissazione" che mi era venuta dopo aver letto Gli Invincibili... Per rimanere alle tue storie recenti, I Trappers di Yellowstone e i Sabotatori mi sono piaciute molto, e i miei commenti a quelle storie sono più che positivi (non conoscevo Tex neanche allora? ). Stavolta però mi ergo sul pulpito per criticare, anche in maniera forte, un personaggio (non una storia, che in fondo mi è piaciuta) che proprio non ho capito: senza passato, n° futuro, n° presente, visto come si fa liquidare in pochissime pagine. Per me Espectro non ti è riuscito, e come amo Shane e Clemmons, Mitch e Corbett, così consentimi di odiare questo Espectro , senza accusarmi di non conoscere Tex!
  22. Leo

    [618/620] Gli Schiavisti

    Beh, Ammiraglio, se provassimo a togliere il Tenente dalla storia, avremmo che Iniquez va subito ad avvertire il colonnello Ramos della presenza dei rangers e dei navajos, il Colonnello parte subito ad affrontarli e si ha lo scontro finale. Fine della storia. Il Tenente è molto importante, invece, perchè, non dando retta, coraggiosamente, a Iniquez, differisce il momento della comparsa del Colonnello consentendo alla storia di avere un maggiore respiro. E poi, una delle scene più belle è quella che vede gli uomini del Coronel attaccare addirittura con un cannone un povero villaggio messicano solo per far fuori questo Tenentino che ha avuto il coraggio di ribellarsi ai soprusi del ras locale. Ed eccolo lo scontro finale, che avviene alla fine del terzo albo e la cui causa indiretta è proprio la rettitudine di questo ufficiale della Guardia Rural. L'albo Gli Schiavisti e la fine di Nel rifugio di Espectro lo vedono sempre protagonista, e io trovo che sia uno degli elementi migliori dell'intera vicenda. Lo spazio ad altri protagonisti lo si è tolto non concedendo un quarto albo a questa storia, semmai, ed ?, questo sè, un vero peccato.
  23. Io esco dalla lettura di questa storia con un forte senso di soddisfazione e di appagamento: la ritengo davvero bella, per la varietà di situazioni che si presentano, per il ritmo galoppante e per la copiosa messe di bei personaggi che la popolano. L'ambientazione e i disegni, innanzitutto, sono superbi, e già abbiamo quindi un grande scenario per gli attori di questa storia, che sono tanti e ben costruiti. Innanzitutto i ricconi dell'est, e tra tutti il britannico Lord Brunel. La sua figura di piedidolci che però se la sa cavare e riesce a guadagnarsi con il proprio valore l'amicizia dei Nez Percé secondo me è davvero ben riuscita. Jack65 cita Blekmacigno e il Comandante Mark, e non mi sento di dargli tutti i torti, ma, a mio parere, i siparietti dolci e la gran quantit? di complimenti vanno contestualizzati nella particolarissima situazione propostaci da Boselli: in definitiva, pensare che dei rudi guerrieri Nez Percé concepiscano il piano di rapire degli influenti ostaggi per farne oggetto di una complicata trattativa diplomatica (e quindi da non maltrattare), richiede un pò di "connivenza" da parte del lettore. Accettata però quest' idea, ecco che anche il rapporto di simpatia che si instaura tra rapitori e rapiti non è più così improbabile, e il rapporto tra Lord Brunel e Tall Bull acquista verosimiglianza, accattivandosi (almeno per me) le simpatie del lettore. Oltre a Lord Brunel, proprio Looking Glass è l'altro gran personaggio di questa storia. Non si vede tantissimo, ma sua è l'idea che muove la vicenda: il rapimento volto a conquistare una posizione di forza nelle trattative a difesa del territorio della sua bellissima riserva. Nel dialogo tra lui e Langford, il capo indiano mostra tutta la sua consapevolezza sulla politica dei bianchi, che non faranno mai propria la causa degli animali del parco e dei nativi Nez-Percé. Ed è proprio per questa sua consapevolissima sfiducia che architetta un piano così ardito e in definitiva ricco di fantasia: un piano innovativo, pazzesco, quasi, che però mi rende molto gradito questo personaggio. Non è uno stupido, è conscio delle difficoltà del suo piano, eppure lo porta avanti con fiducia sapendo di non avere alternative per fasi ascoltare, ed è semplicemente straordinario nell'autorevolezza (condita anche da un bel cazzotto) con cui riduce alla ragione uno dei suoi giustamente scettico per quel piano troppo aleatorio. Poi c'è Randy, con il suo rinsavimento prima e con la sua morte poi, che per me ha costituito un autentico colpo di scena. E lo stesso Brent, con quel gesto a suo modo "pietoso", pur essendo una carogna, si dimostra una figura interessante nella sua imprevedibilità. Infine, Harry Yount. Al di là della simpatia che subito ispira questa "vecchia pellaccia", lui è il risolutore della storia, con la complicità delle forze della natura da lui ben conosciute e sfruttate al meglio (che rischio però far passare i rangers su quello stesso punto!). E mi è davvero piaciuto il fatto che non sia stata la mano dei rangers ma quella della natura a fare giustizia di chi di quella stessa natura voleva impossessarsi per biechi fini. E tutti questi attori si muovono, come detto, in uno scenario molto suggestivo, anche grazie alla bravura di Piccinelli, alternandosi alla scena con sincronismi perfetti che tengono lo spettatore incollato alla lettura, senza mai concedergli uno sbadiglio ma anzi tenendo sempre vivo l'interesse. Una storia in definitiva atipica, ma forse proprio per questo IMHO davvero molto bella.
  24. Paco, straquoto tutto quello che dici. Mi discosto solo dal definire questa storia un capolavoro: d'altronde, se tu ti sei autodefinito un lettore "sempliciotto", io mi autodefinisco un rompib... Non un capolavoro, per me, ma una grandissima storia, e ti do assolutamente ragione quando la definisci paradigmatica tanto da doverla far leggere ai neofiti texiani per introdurli al mondo del ranger. La scena della vasca è in effetti tra le più belle a mia memoria, e quando Tex rimprovera a Carson la sua lentezza nello sciogliere i nodi, dicendogli: "la verità è che tu in questa vasca ti stai sollazzando un mondo" l' mi è partito l'applauso: mi è venuto da pensare (ma forse è solo una mia sensazione) che questa battuta sintetizza perfettamente l'intimit? tra questi due grandi amici, che riescono a sorridere e a tirarsi su anche di fronte a una morte terribile... Altra straordinaria scena è quella del processo iniziale descritta da Wasted: veramente un capolavoro, con il Giudice Bean (che, come giustamente sottolinei tu, improvvisamente scompare dalla storia) - che non trova alcun articolo che parli di omicidi di cinesi - semplicemente da Oscar.
  25. Leo

    [618/620] Gli Schiavisti

    Naturalmente questa tua considerazione mi trova del tutto d'accordo.... Beh, ragazzi, sui personaggi boselliani siamo su due lunghezze d'onda totalmente differenti. Per me i personaggi "complessi" di Boselli sono quanto di meglio abbiamo mai visto in Tex. Ray Clemmons, Shane O'Donnell, Glenn Corbett, il Sergente Torrence con la sua squadra e lo stesso Mickey Finn, la delicatissima Colorado Belle, l'Avvocatino de La lunga pista, il tedesco di Montagne Maledette, lo splendido Mitch de Gli Assassini, l'Eroe per Caso dell'Almanacco, il grande Laredo, e mettiamoci magari, nonostante il loro essere estremi, anche i Sette Assassini... avercene, di queste storie e di questi personaggi. E alla lista, per tornare alla storia di questo mese, ci aggiungo anche il Tenente Castillo: a me è proprio piaciuto, il Tenentino coraggioso conscio però della propria estrema debolezza in quella landa selvaggia in cui a dominare sono gli affaristi bastardi alla Ramos. Io non lo vedo affatto vigliacco, solo consapevole e disilluso. Ecco perchè torna a "respirare" quando trova l'insperato aiuto di Tex. E si vede che anche lo stesso Tex lo prende in simpatia e lo invita a "chiamarlo pure Tex". E quello di rimando si ricorda di quando quel Willer era stato un eore del suo paese: e in questo non ci vedo nulla di inopportuno, perchè anzi il dialogo è funzionale all'instaurarsi di una simpatia tra i due uomini che è la necessaria premessa della loro collaborazione. Quindi, nessun gran ballo delle debuttanti, secondo me. Castillo mi è piaciuto, Ramos ci poteva stare che fosse il classico cattivo che non lascer? traccia nella memoria di noi texiani, ma da Espectro, francamente, mi aspettavo di più. Preferite ai personaggi "complessi" che non amate troppo un personaggio come questo di cui non sappiamo nulla? La cui storia personale è totalmente vuota? Io, francamente, no. Lunga vita al Boselli d'antan.
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