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Magic Wind

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Tutto il contenuto pubblicato da Magic Wind

  1. Magic Wind

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Ma tu leggi le storie di Tex con il sussidiario di storia a fianco? Bei tempi quando Tex agiva in un Far West “indefinito”, la reale cronologia storica non era vincolante e Tex poteva incontrare senza problemi Geronimo, Cochise, Mangas Coloradas e Butch Cassidy...
  2. Magic Wind

    Il Pugno Di Tex A Carson...

    Non sono d’accordo nemmeno su questo. Su Tex sicuramente la cosa risalta di più perché Tex è un eroe “granitico”, che non ammette dubbi ma solo certezze, ma non è vero che Nolitta scrivendo Tex certe cose le “facesse apposta” mentre sui suoi personaggi invece no. Assonanze e convergenze nolittiane: Tex che prende a pugni Carson sulla copertina (bocciata) di Tex n. 241: Esse-Esse che prende a pugni Mister No sulla copertina (pubblicata) di Mister No n. 194: Tex che non ha il coraggio di uccidere a sangue freddo il navajo morente ne Il segno di Cruzado: Mister No che non ha il coraggio di uccidere a sangue freddo il colonnello Fonseca ne La vendetta del Gringo: PS: come mai solo a me quando inserisco le immagini vengono ‘rimpicciolite’?
  3. Magic Wind

    Il Pugno Di Tex A Carson...

    Sul gradimento o meno dei lettori al Tex di Nolitta: qui ovviamente dati certi non ce ne sono (ok Tex in quegli anni soffrì di un importante calo di vendite, come tutte le altre testate Bonelli, ma non esiste nessuna controprova che senza Nolitta questo non ci sarebbe stato ugualmente), ma alcune storie che ha scritto - El Muerto, I ribelli del Canada, Il solitario del West - sono notoriamente molto amate dai lettori (anche sui forum fumettistici, che non siano quelli texiani “ortodossi”). El Muerto se non ricordo male vinse anche il sondaggio sulla storia più apprezzata lanciato dalla casa editrice a inizio anni ottanta (quello per cui ti regalavano il portachiavi). Sul gradimento critico: qui un articolo della nota webzine 'Lo spazio bianco' che incensa nientemeno che Il segno di Cruzado https://www.lospaziobianco.it/guido-nolitta-e-aurelio-galleppini-tex-e-il-segno-di-cruzado/ Insomma, com’è giusto ognuno hai propri gusti e le proprie opinioni, ma che il Tex nolittiano fosse causa dell’emoraggia delle vendite e non fosse apprezzato dai lettori (che magari gli preferivano storie di GLB come Tex contro Yama), mi sembra del tutto opinabile.
  4. Magic Wind

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    Non esce nella stessa identica data in tutta Italia, le consegne alle edicole dipendono dal distributore
  5. Magic Wind

    Il Pugno Di Tex A Carson...

    I lettori di TUTTI i fumetti italiani ad inizio degli anni ‘80 crollarono. La Corno, che pubblicava i supereroi, la rivista Eureka, Alan Ford e le Sturmtruppen fece fallimento. Il Corriere dei ragazzi chiuse per sempre nello stesso periodo. La Edifumetto chiuse tutti i suoi pocket erotici (che al di là di ogni giudizio di merito erano comunque una palestra formativa per molti grandi disegnatori) e si rilanciò con roba come Il paninaro. L’Intrepido e Il Monello della Universo si trasformarono in una rivista per adolescenti e in una di calcio per poi chiudere definitivamente negli anni novanta. E la Bonelli non se la passava certo meglio visto che tutte le serie che mandò in edicola tra la fine degli anni settanta e la metà degli anni ottanta chiuse per scarse vendite (Judas, Gil, Full, Bella & Bronco, Indiana Jones, TuttoWest…), tranne Martin Mystère, che comunque non si avvicinava minimamente al venduto delle testate della casa editrice del decennio precedente. Gli stessi Zagor e Mister No, oltre a Tex, persero centinaia di migliaia di lettori (Zagor negli anni settanta vendeva qualcosa come 600.000 copie, alla fine degli anni ottanta Sergio Bonelli affermava che entro pochi anni sarebbero stati costretto a chiuderlo), mentre Il piccolo Ranger chiuse i battenti. Quindi in questa situazione generale, in cui l’intero mercato del fumetto italiano entrò in una profonda crisi, dire che Tex perdeva migliaia di copie a causa di Nolitta che scriveva 1 albo su 3 mi pare decisamente fuorviante. Sarà stato l’arrivo dei cartoni animati giapponesi, dei videogiochi o delle videocassette, come soleva ripetere Sergio Bonelli, ma fatto sta che TUTTO il fumetto italiano in quel periodo perdeva copie su copie e gli adolescenti, che ne erano il target di riferimento, non sembravano più interessati ad esso. Poi, alla fine del decennio, arrivò il fenomeno Dylan Dog, che di fatto “salvò” il fumetto italiano.
  6. E’ un cascame del romanzo d’appendice ottocentesco. Boselli probabilmente è un lettore anche di Dumas, oltre che di Salgari. L’amicizia virile, in quei romanzi, era appunto condita di smancerie e risulta un po’ stucchevole (Sandokan che chiama “fratellino” Yanez), perlomeno a un lettore di oggi. L’amicizia virile “muta” di cui scrive Diablero deriva invece dal cinema western, soprattutto quello di John Ford, e dai romanzi hard-boiled. Anche GLB si ispirava sicuramente a Dumas (in una storia ci mette anche la maschera di ferro e i 4 pards possono essere visti come una rivisitazione dei 4 moschettieri), però per i dialoghi e la raffigurazione di Tex si ispirava molto di più ad autori come Mickey Spillane e Peter Cheyney.
  7. Magic Wind

    Il Pugno Di Tex A Carson...

    Ogni Autore (soprattutto se con la A maiuscola) scrive secondo una propria peculiare sensibilità e i suoi "stilemi" restano riconoscibili anche se scrive personaggi creati da altri. In Zagor uno dei momenti più divertenti è quando al rendez-vous dei trapper Zagor e Rochas (che è uno dei suoi più grandi amici) si sfidano a chi con un pugno spedisce l'altro più lontano. Probabilmente secondo la sensibilità di Nolitta il pugno di Tex a Carson (che comunque andrebbe contestualizzato all'interno della vicenda narrata, noi ne abbiamo visto solo un paio di vignette estrapolate) non era una cosa così "eretica" come può apparire a molti lettori. Del resto lo stesso Gian Luigi Bonelli quando scriveva Zagor non lo faceva certo secondo gli stilemi nolittiani, visto che di solito faceva sparire Cico con una botta in testa all'inizio della storia per poi farlo tornare solo alla fine visto che non sapeva come usarlo...
  8. Magic Wind

    Razzie Awards texiani - Commenti

    Cicogna, assieme al fratello, aveva però scritto una bella serie western per la Universo sulla falsariga della Storia del West, Western Family, che forse non era passata inosservata a Bonelli. E anche le sue 2 storie per Mister No non erano affatto male. Un bravo autore scomparso molto giovane.
  9. Magic Wind

    Il Pugno Di Tex A Carson...

    Questa, come scriveva un utente in un altro topic, è una scena “alla Mister No” (Mister No ed Esse-Esse per quanto siano amici per la pelle si sono scazzottati spesso e volentieri). Ed è probabilmente una scena con cui Nolitta, grande appassionato di cinema, voleva richiamare analoghi momenti di famosi film western, come Il fiume rosso. E’ una scena quindi in puro “Nolitta style”, i cui personaggi hanno spesso le “emozioni a fior di pelle”, che è magari fuori contesto, ma non certo scritta con l’intenzione di ridicolizzare Tex per più o meno oscure motivazioni psicologiche.
  10. Magic Wind

    [236/239] Contro Tutti

    Non vedo errori. Una delle grandi storie di Nolitta, indubbiamente. Giustissima anche l'osservazione che il GLB del terzo centinaio è più cupo e violento di quello precedente.
  11. Magic Wind

    TOP 5 Maxi Tex

    In ordine di pubblicazione: - Oklahoma (Berardi / Letteri) - Il cacciatore di fossili (Segura / Ortiz) - Il treno blindato (Segura / Ortiz) - Lungo i sentieri del West (Segura / Ortiz) - L'ora del massacro (Segura / Ortiz)
  12. Magic Wind

    Razzie Awards texiani - Commenti

    Non poteva essere Graziano Cicogna, che in effetti negli anni '80 collaborò con Bonelli a Mister No e (mi pare) anche alla rivista FULL?
  13. Rotundo mi pare avere cambiato un po' il suo stile, lui è sempre stato famoso per le linee morbide ed eleganti, dalle anteprime vedo invece un tratto molto "graffiato" Aspetto di vederla dal vivo, ma la cover mi sembra gli sia venuta proprio male...
  14. Dovrebbe contenere i nn. 20 e 21 della coppia Boselli-Majo, una delle storie iconiche della serie. Non so se ci sarà anche l'albo n. 19 che ne costituisce una sorta di prologo...
  15. Ottimo balenottero celebrativo. Concordo assolutamente con chi ha scritto che La valle dell'ombra sarebbe stata la storia commemorativa perfetta per l’albo del settantacinquesimo al posto di quella mattonata de La cavalcata del destino. Questa infatti è una storia bella e stratificata, con rimandi sia ai classici interni della serie che ai grandi poemi epici del passato, con la catabasi (la discesa agli inferi) dell’eroe che compie un viaggio nel regno dei morti per ritrovare se stesso, una sorta di pellegrinaggio dantesco - come qualcuno ha giustamente osservato - che ricorda l’analoga esperienza che Boselli fece vivere allo Spirito con la scure (Zagor #400, Il ponte dell’arcobaleno). Un quarto fratello Ordonez e un altro duello col carillon a Boot Hill forse come trovata è un po’ tirata per i capelli, ma in una storia-omaggio ci può stare. Da notare che Boselli ripescando il personaggio di Zhenda ha evitato di prendere in considerazione il sequel di Nizzi, con la pubblicazione di Ombre di morte e l’imminente seconda parte scritta da lui probabilmente diventerà questa la storia canonica, mentre quella di Nizzi verrà considerata un What If. Tra i sette disegnatori coinvolti quello che secondo me meglio coglie l’atmosfera di sospensione e indefinitezza della storia è Civitelli. Un gioiellino anche la storia celebrativa dell’arte di Ticci, un omaggio che ho trovato giusto e doveroso, visto che non è solo il più grande disegnatore di Tex, ma anche uno dei più grandi illustratori western di tutti i tempi (per me lui e Remington pari sono).
  16. Magic Wind

    Razzie Awards texiani - Prima fase

    Tex con entrambe le pistiole in mano che salta fuori dal suo riparo correndo incontro a una mezza dozzina di avversari con le linee cinetiche stile manga e li fa fuori tutti come in in videogioco [#630, Lotta senza respiro] Tex cecchino che fa il tiro a segno da lontano col winchester con i banditi che sono tanto scemi da farsi ammazzare tutti [#687, Gli stranieri] Tex che sconfigge il sergente sterminatore di indiani con la sola forza del suo carisma [#665, Partita pericolosa] Far fare a Tex figure da poveraccio mostrandolo pavido e inetto come fa Nizzi è facile, fargli fare le stesse figuracce mostrandolo eroico e invincibile come fa Faraci è di altro livello. Questa è classe.
  17. Non capisco il senso di fare un’uscita di Tex in più all’anno, se poi ci pubblicano storie di questo tipo. Il Tex “naif” di Zamberletti alla prima uscita (la storia col monaco shaolin) non mi era nemmeno dispiaciuto - era una storia talmente sopra le righe, basata su una trama minimale e sorretta da dei dialoghi simil-bonelliani che si mantenevano costantemente sul filo del ridicolo senza mai caderci fino in fondo, che finiva pure per essere simpatica -, ma certo se l’autore pensa di scrivere ogni storia di Tex con questo approccio mi sa che abbiamo un problema. Certo si vede che Zamberletti cerca di recuperare la “grammatica” di GLB e questo sforzo mi pare pure apprezzabile (è uno dei pochi che mi sembra avere capito che la tipicità e la forza dei dialoghi sono caratteristiche fondamentali di una storia di Tex), però un minimo di canovaccio sui cui scriverci sopra una storia degna di questo nome secondo me lo devi costruire, così come devi dare uno straccio di profondità psicologica ai personaggi (quelli di GLB per quanto rispondessero a dei precisi cliché non erano mai figurine intercambiabili). Scascitelli lo trovo parecchio legnoso e molte sue posture mi sembrano riprese da altre parti, così come i volti dei personaggi (il curandero indiano è l’attore Wes Studi). Non dico non vada bene per Tex, ma certo non mi fa impazzire.
  18. Attenzione, potrebbe contenere SPOILER Ottima storia dal respiro salgariano (con tutto che Salgari a me non ha mai detto granchè, i paragoni con London e Stevenson, ma anche con Verne, che vengono fatti nell’introduzione mi sembrano abbastanza fuori luogo). Non ho capito bene il senso di fare ritornare la Tigre Nera, morta e sepolta alla fine della precedente apparizione, per farla morire nuovamente - desiderio di chiudere i buchi logici della precedente storia di Nizzi o di realizzare il soggetto che lui avrebbe voluto come conclusione della saga? In ogni caso una volta “resuscitata” per me tanto valeva tenerla come villain ricorrente -, però la storia funziona e mantiene un fascinoso appeal esotico e avventuroso dall’inizio alla fine. Il finale mi è sembrato sia “affrettato” (secondo me, a vedere le strisce a tre vignette verso la conclusione dell’albo, Boselli è arrivato “lungo” e ha dovuto chiudere un po’ repentinamente per non sforare la lunghezza delle 110 pagine) sia “forzato”: è un finale che funziona unicamente perché tutto va nel solo modo possibile per risolvere la situazione salvando capra e cavoli, in qualunque altra maniera (ad es. se la Tigre fosse sopravvissuta) Tex sarebbe finito in un’“impasse” difficile da superare. Per quanto riguarda la prolissità e verbosità dell’ultimo Boselli, evidenziata da alcuni utenti, mi pare sia un dato di fatto incontestabile. A me non da fastidio (Boselli su Dampyr “sbrodola” molto di più), però posso capire che alcuni lettori preferiscano una prosa meno densa. Per me una cosa che penalizza gli attuali sceneggiatori è l’abbandono delle didascalie (che chissà perché vengono considerate una tecnica desueta): con le didascalie si potevano risolvere dei lunghi passaggi narrativi in modo molto semplice (es. “Tex spiega a Carson il suo piano”) evitando di far vedere i personaggi che si parlano addosso e si raccontano cose che il lettore giù conosce. I disegni: Venturi per me attualmente è uno degli migliori disegnatori sella serie, un artista che ritengo ancora troppo sottovalutato, però la rigidissima “gabbia bonelliana” di questa quadrupla secondo me non gli rende un gran servizio, anzi gli gioca proprio contro: le sue tavole hanno bisogno di “respirare”, mentre qui finiscono per essere soffocate dalla sovrabbondanza dei baloon, con delle bellissime sequenze d’insieme costrette in vignette troppo piccole (ok ogni tanto c’è la vignettona a 2/3 di tavola ma sono troppo poche). Ritengo che Venturi sia uno di quei disegnatori che avrebbero bisogno di avere la libertà di comporre la tavola senza seguire pedissequamente le direttive dello sceneggiatore, dal punto di vista grafico il suo lavoro ne guadagnerebbe enormemente.
  19. Nulla toglie, però, che possa essere gay Daniel Silva. Come potrebbe anche essere che il rapporto tra Kit e Daniel sia semplicemente ispirato a quello tra Sandokan e Yanez, che si amano “più che come fratelli”...
  20. Se, come si intuisce dal tuo nickname, sei appassionato di cinema western ti consiglio queste storie che contengono elementi del western cinematografico (un paio te le hanno già segnalate altri utenti): [438/440] Gli invincibili (Boselli / Marcello): atmosfere e soprattutto il massacro finale de Il mucchio selvaggio [458/460] Sulla pista di Fort Apache (Boselli / Ortiz): guerre indiane e cavalleggeri fordiani come nella Trilogia della cavalleria [609/610] Sei divise nella polvere (Manfredi / Ticci): soldati disertori e desperados messicani in una storia dal sapore quasi “spaghetti western” [613/615] I sabotatori (Boselli / Leomacs): scontri tra compagnie ferroviarie e duelli all’ultimo sangue [654/655] Oro nero (Manfredi / Leomacs): l'avvento delle compagnie petrolifere come in La ballata di Cable Hogue (c’è anche la bella Hildy) Se invece ti è piaciuto Un ranger per nemico recupera queste altre storie scritte sempre da Ruju (che ha esordito su Tex scrivendo dei bellissimi western-noir, poi purtroppo e chissà perché ha cambiato registro): [621/622] Mezzosangue (Ruju / Font) [625/626] Le catene della colpa (Ruju / Ortiz) [645/646] Furia comanche (Ruju / Garcìa Seijas) [708//709] La tribù dei dannati (Ruju / Font) No, attenzione. Mi è capitato recentemente tra le mani il volume della Tigre Nera, non solo la carta mi è sembrata più sottile, ma soprattutto la resa di stampa mi è sembrata pessima (con i neri tutti pasticciati). Ti consiglio di recuperare gli originali.
  21. Magic Wind

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Il "white savior" non ha connotazioni positive, è una definizione critica / negativa / sarcastica. Non la si usa per "nobilitare" qualcuno, infatti anche per Madre Teresa viene usata in senso negativo (in giro ci sono molti blasfemi)
  22. Magic Wind

    [750/751] Ritorno a Redrock

    Storia esemplificativa di una tendenza che ultimamente noto sempre più spesso sulla collana, quella di andare a manomettere i classici del passato per poi presentarne degli pseudo-remake narcotizzati. L’originale di GL Bonelli era un piccolo gioiellino facente parte del filone minerario/cittadino, perfettamente compiuto e che non lasciava spazio a seguiti (sarebbe da ridere se una storia del genere venisse pubblicata oggi visto che Tex e Carson passano metà del tempo tra saloon e ristoranti a bere birra e mangiare bistecche). A che pro andarne a recuperare i personaggi (uno dei quali era morto alla fine della storia e l’altro finito a spaccare pietre a Yuma), dimostrando che i nostri avevano di fatto fallito completamente nella loro opera di "pulizia", per fare una storia che ripresenta a grandi linee lo stesso canovaccio (l’unico cattivo che era morto e non poteva essere resuscitato, il predone apache, viene sostituito con uno uguale facente le medesime funzioni)? L’idea mi pare pessima anche perché espone Ruju al massacrante confronto con l’opera originale: l’ineguagliato page turning di GLB viene sostituito da una narrazione soporifera e anestetizzata e i dialoghi taglienti e briosi da scambi di battute forzati e legnosi. Ciliegina sulla torta il finale 'faraciano' con i nostri che fanno fuori da soli una ventina di uomini, chiosa imbarazzante su una storia che per me non doveva essere scritta.
  23. Magic Wind

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Ma lo leggi bene quello che scrivo? No, perché altrimenti o io mi spiego proprio male o tu hai seri problemi di comprensione. Ma proprio per niente. Il fenomeno white savior, anche come tropo cinematografico / letterario / fumettistico, implica una differenza di razza tra il salvatore (bianco) e il salvato (non bianco).
  24. Magic Wind

    [297/299] Fuga Da Anderville

    La definizione presuppone che ci sia un "salvatore bianco" e delle persone, di una razza non bianca, che devono essere da lui salvate. Quindi San Francesco e la mamma non vanno bene come esempi, mentre Madre Teresa viene in effetti considerata spesso come uno degli esempi supremi di "white savior"...
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