Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Condor senza meta

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    1247
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    83

Tutto il contenuto pubblicato da Condor senza meta

  1. Con un ritardo degno di Trenitalia ho recuperato e letto il secondo albo cartonato. Un formato che sto lentamente rivalutando, grazie soprattutto all'impostazione insolita del formato delle gabbie e il taglio cinematografico che gli autori possono dare alla narrazione. Mauro getta giù una storia seccamente classica, senza tanti fronzoli ma che trasuda puro western da ogni vignetta. Un bel personaggio femminile, una vendetta da compiere, il giovane Tex deciso e incisivo, il consueto marciume nel corpo dei rangers, come da oliato copione da parte di Borden. Sceneggiatura che corre spedita e si fa apprezzare, episodio breve ma intenso e sebbene il soggetto non sia ricchissimo, l'esito è gradevole. Particolare l'incipit con un Tex che inizialmente ho faticato a riconoscere in catene ma suppongo che gli autori lo abbiano fatto di proposito per spiazzare i lettori e mettere pepe all'avvio di narrazione. Il comparto grafico di Alberti è possente e molto piacevole per gli scenari, gli sfondi e l'inquadrature delle vignette. Ammetto di aver apprezzato molto meno la caratterizzazione dei due pards, ma visto la collana, ci sta un'interpretazione diversa dai consueti canoni. Buona la gestione delle gabbie e davvero notevole la colorazione, molto più accattivante e valida rispetto a quella piatta che ci viene propinata nei color e nella ristampa. Non un capolavoro, ma una bella storia western che mi son goduto tutto d'un fiato. Il mio voto finale è 7
  2. Condor senza meta

    [Color Tex N. 21] La gazza ladra

    Può benissimo essere . Come si suol dire dalle mie parti, l'uomo in copertina sembra aver "u culuri du cani quannu fuii" , evidentemente si è truccato male! Si scherza eh, non è affatto una critica alla copertina la mia. Se devo muovere un appunto più serioso, forse è un tantino caotica ma è la scena a chiederlo, trattandosi di un corteo in maschera.
  3. Condor senza meta

    [Color Tex N. 21] La gazza ladra

    Ahahaha non è che ti sbagli Mauro! Gli occhi cominciano a farmi cilecca, che farci, l'età avanza. Tuttavia daltonico o no, visto che si è cambiata la carnagione dell'uomo in primo piano (che è diventato praticamente caffellatte più che di colore) perchè non variare pure la colorazione degli occhi? Non sono tanti gli uomini di colore con gli occhi verdi!
  4. Condor senza meta

    [Color Tex N. 21] La gazza ladra

    Sembra di giocare alla "Settimana enigmistica" Tuttavia una differenza l'ho notata: Il violinista ha cambiato tipologia di copricapo!
  5. Secondo me, Gian Luigi Bonelli non aveva alcun interesse a focalizzarsi su alcuni punti che oggi ci spingono a riempire pagine e pagine di post. Da vulcanico autore qual era, ciò che più gli interessava era cavalcare la sua fantasia e lasciarsi guidare dall'ispirazione del momento per creare ottime storie, questo spiega pure il fatto che spesso cascava in incongruenze tempistiche e di continuity, ma in fondo suppongo che ai lettori dell'epoca poco interessassero. La scena in cui Mefisto cade dalla rupe del deserto, colpito dal piombo di Tiger, servì esclusivamente all'autore per porre fine al suo episodio e giustificare il fatto Kit e Carson si liberassero al momento dal potere ipnotico. Mefisto morì nello stesso istante? Per i lettori del tempo sì e forse pure per l'autore in quel momento, fino a quando, qualche anno dopo ebbe l'idea giusta per riproporlo ed ecco che spunta Padma ad affiancarlo e renderlo ancor più addentro nei segreti della magia nera. Presumibilmente i due Kit si liberarono dal giogo mentale di Mefisto dopo la sua grave ferita, ma Bonelli evita di spiegarlo, d'altronde nella nuova storia ciò non gli serviva chiarirlo. La presenza di Padma nel deserto era una coincidenza dura da spiegare ma a Bonelli poco importò, tanto è vero che lasciò celata la cosa ed evitò qualsiasi tipo di flashback per spiegarlo ai lettori. Il passaggio del santone tibetano è il pretesto per narrare "Incubi" e al lettore doveva bastare questo. Ovviamente al giorno d'oggi l'appassionato è più smaliziato e richiede un nesso logico più ferreo per alcuni passaggi narrativi. (In alcuni casi pure a torto, ammettiamolo!) Mauro ha deciso di riempire quel buco lasciato da Bonelli e lo ha fatto con la sua ottica di Mefisto (già accennata in Tex Willer), un personaggio che vuoi e non vuoi non coinciderà mai perfettamente con l'originario abbozzato e sviluppato dall'illustre predecessore. La cosa potrà piacere o meno, ma ormai la sua scelta è stata questa. Personalmente avrei lasciato nel vago l'incontro fra Mefisto e Padma, così come lo stesso Bonelli aveva fatto in "Incubi" ma evidentemente esigenze narrative hanno spinto il curatore a scrivere quel flashback, che rivede sotto una chiave personale un passaggio a dire il vero mai chiarito.
  6. Il contributo del compianto Marcello nella riuscita di queste stupende storie fu fondamentale e l'intesa con Boselli perfetta e proficua. Anche su Zagor non dimentichiamolo. Episodi che ne decretarono indubbiamente la sua consacrazione texiana e la fama fra i lettori bonelliani, ma già all'epoca il disegnatore ligure aveva alle spalle quasi quarant'anni di onorata carriera, soprattutto nel panorama fumettistico estero. Il suo ingaggio in Bonelli fu un bel colpo di Sergio e i risultati lo ripagarono ampiamente visto la mole di storie realizzate e l'affidabilità di resa. Per non tacere della sua velocità, che gli permise proprio di essere affidato a Borden, formando così un duo preziosissimo su Tex e non solo.
  7. La si può fare alleare e innamorare con Nick Castle e i dado è tratto.
  8. Nell'altro post, riguardante l'albo della regolare presente in edicola, si è accennato alla tecnica sopraffina usata da Civitelli per ottenere i suoi splendidi chiaro-scuri in puntinato. In par modo, mi va di evidenziare come lo stesso Brindisi, autore di grande talento e dallo stile altrettanto pulito e contraddistinto dalla classica "linea chiara", su Tex Willer abbia "sporcato" il suo tratto per renderlo più adatto al genere western. Seguendo Brindisi da decenni, posso dire che, a mio modo di vedere, l'artista è riuscito a trovare un efficace compromesso fra cifra stilistica, genere e velocità di realizzazione. Tavole dinamiche, molto espressive e adatte alle tematiche del giovane fuorilegge e su tutto, il suo inconfondibile marchio grafico. Suppongo che anche il buon Bruno, ancora privilegi il vecchio formato cartaceo per le sue tavole e mi par di notare che usi parecchio, per gli effetti sugli sfondi e le sfumature, le matite grasse su fogli ruvidi a righe orizzontali. In molte vignette la grana del foglio appare sotto la sfumatura anche in fase di stampa e presumibilmente con questa tecnica, semplice ma efficace, l'autore riesce pure a essere molto celere nell'esecuzione. P.s. Brindisi non è nuove a sperimentazioni per i suoi effetti; su Facebook confermò che su Dyd usasse ricaricare vecchi pennarelli a punta per ottenere strati meno carichi d'inchiostro, ideali per le sfumature, tuttavia su Tex Willer a me pare che usi proprio una matita 6B o similare.
  9. Che dire: "Gli invincibili" e "Il passato di Carson" (a cui aggiungerei pure "Morte sul fiume " e "Gli eroi del Texas") sono autentici cult della saga. Episodi maiuscoli che hanno consacrato Mauro nell'Olimpo degli sceneggiatori del fumetto italico. Rileggere simili capolavori è sempre un tuffo al cuore.
  10. Civitelli è un fuoriclasse a mio giudizio. Negli anni ha arricchito il suo consueto tratto pulito ed elegante con questi personalissimi chiaro-scuri. Gradualmente ha preso padronanza fino a giungere a un livello di resa impressionante. I suoi sfondi ed effetti notturni sono magistrali e alcune storie (ad esempio "Missione a Boston" rasentano il capolavoro grafico. Mi par di aver letto che essendo un grandissimo appassionato di fotografia, studia proprio sugli scatti gli effetti dei suoi tramonti o paesaggi notturni e gli esiti ottenuti sono straordinari a mio avviso. Continuo a pensare che il puntinato sia eseguito integralmente a mano, senza ausilio di pattern. Sovrapponendo vari strati di puntini, via via con pennini più spessi, riesce ad ottenere la sfumatura, in alcuni casi lavora in negativo, ovvero dispone lo sfondo nero a china e il puntinato lo realizza con una penna a gel bianco o similare. Proprio la varietà del puntinato mi porta a credere che il processo sia del tutto artigianale e il riuscire a coniugare tanta qualità ed estrema celerità è da lodare. Denota una passione per la professione innata. Lo so per esperienza personale, cimentarsi con una tecnica simile porta via un'infinità di tempo e occorre tanta pazienza.
  11. Trovo anch'io che sia un argomento interessante. Avevo provato a chiedere a Mauro la lista degli autori texiani che son passati al digitale, ma per carenza di tempo non ha potuto rispondermi. Tuttavia, a mio avviso, Civitelli è un autore che usa ancora il metodo classico cartaceo. L'effetto puntinato dovrebbe essere realizzato manualmente con pennini a punta variabile. Un pennello digitale suppongo dia un effetto più freddo. Ma preciso, sono solo mie impressioni e potrei benissimo sbagliarmi. P.s. L'effetto puntinato civitelliano lo adoro così tanto che spesso ho provato a ricrearlo. L'esito è molto efficace ma richiede molta pazienza e grande manualità.
  12. Così come feci lo scorso anno con "L'agente indiano", riporrò a parte il numero bis. In effetti ha poco senso metterlo in sequenza con gli altri albi; a mio avviso, è pur sempre un albo extra dalla regolare.
  13. Condor senza meta

    [Color Tex N. 21] La gazza ladra

    Ahahaha un esempio che ben si presta; in fondo, considerando il mio modesto Q.I., mi ci vedo nei panni di un intontito asinello. A parte tutto, sia nella nostra passione per i fumetti che nella vita in generale, anche l'illusoria carota che seguiamo senza raggiungere è importante: ci dona lo stimolo di continuare ad andare avanti e non fermarci. Toglierla dalla nostra vista è più logico e razionale, ma equivale a rinunciare ai propri sogni e senza illusioni si può cedere più facilmente alla tentazione di accasciarsi al suole e smettere di incedere. (Perdonate l'attacco di filosofite da un euro al quintale!) Verissimo caro Loriano; dipendesse da me acquisterei tutti gli albi, ma vuoi per mancanza di spazio, di tempo e per via di conticini di bilancio che purtroppo bisogna sempre fare (e di questi tempi ancor più!), mi ritrovo costretto a una sofferta forma di selezione. Però mi capita spesso di fare degli strappi alla regola o recuperare in seguito uscite prima scartate, spinto dall'immensa passione per Tex. Bisogna comunque ammettere che al giorno d'oggi la produzione è cresciuta a dismisura e si fa fatica a star dietro a tutto, come è oggettivo che non sempre la qualità tiene il passo alla quantità, e anche questo è fisiologico visto il numero extra di uscite. Tuttavia per quanto legittimamente noi lettori di vecchio corso ci lamentiamo, non credo che la situazione sia destinata a cambiare se le logiche editoriali hanno i loro riscontri.
  14. Credo sia razionale, se si volesse testare il mercato digitale, iniziare, come da te detto, dalle ristampe. Non dovendo sostenere costi elevati di produzione, si potrebbe optare su un prezzo competitivo, sperando di captare nuove schiere di lettori. In Bonelli materiale arretrato ce n'è in abbondanza e in alcuni casi con albi esauriti sul mercato. Uno streaming periodico dal sito, previo bonifico con carta di credito, a riproporre dall'inizio le saga storiche e non, potrebbe anche avere il suo perchè, magari con un'accattivante veste grafica dei "prodotti virtuali" In caso di fallimento di una simile iniziativa non credo che le perdite possano essere così elevate per l'editore, suppongo ci si rimetta molto di più a proporre nuove serie che chiudono i battenti dopo poche decine di numeri.
  15. Condor senza meta

    [Texone N. 38] I due fuggitivi

    Concordo pard, il giudizio sul comparto grafico è davvero ben scritto, non a caso mi son sentito di "adulare" il nostro moderatore . Piuttosto, ben tornato pard, si sentiva la tua mancanza sul forum.
  16. Condor senza meta

    [Texone N. 38] I due fuggitivi

    Ahahaha non era affatto mia intenzione arruffianarmi un moderatore, ma se ci tieni tanto ad affibbiarmi una bella sanzione, scrivo a caratteri cubitali: "TUTTE LE STORIE DI NOLITTA SONO CAPOLAVORI E RAPPRESENTANO LA PURA ESSENZA DI TEX!"
  17. Condor senza meta

    [Color Tex N. 21] La gazza ladra

    Pochi giorni fa scrivevo in un post che presumibilmente avrei saltato l'acquisto del color estivo! Puntualmente dovrò smentirmi (ormai ho perso credibilità lo ammetto! ) poiché la presenza della Zuccheri e le anteprime hanno incuriosito anche me. Rinvio al maxi autunnale lo stop (sempre se non mi dovrò rimangiare nuovamente la "promessa" )
  18. Condor senza meta

    [Texone N. 38] I due fuggitivi

    Visto quanto sono interessanti le tue recensioni pard, spero che tu riprenda in pianta stabile a rileggere Tex.
  19. Ho letto il primo numero e mi è subito passata la voglia di continuare. Un genere non affine ai miei gusti; una serie che non fa affatto per me.
  20. Credo che sia una scelta voluta per rifarsi allo stile vintage di alcune copertine generiche degli anni 70. Anche il titolo in verticale del prossimo albo "Sierra Nevada" mi fa rievocare le cover di quegli anni. Non credo sia casuale.
  21. Iniziativa interessante, ma non essendo un collezionista compulsivo, ho deciso di mollare dopo la prima serie. Il formato ormai desueto non mi appaga, essendo un lettore figlio degli anni 80, oltretutto sono storie che già possiedo, seppur "censurate". Inizialmente sono stato tentato dalla curiosità, ma ben presto la fiammella si è spenta in me ed era inutile proseguire a tal punto. Ho preferito spostare il budget sull'acquisto di qualche uscita extra inedita. Il discorso sarebbe diverso se si decidesse di ristampare anastaticamente anche l'intera collezione degli albi giganti, ma temo che che non vedrò mai realizzata questa mia speranza.
  22. Condor senza meta

    [Texone N. 38] I due fuggitivi

    Visto le temperature infernali di questi giorni, si spera che non evaporino prima le meningi , tuttavia, afa a parte, non ho pianificato una rilettura dei texoni ancora, magari più avanti. Al momento mi sto concedendo qualche rilettura in modalità "riproduzione casuale" da intervallare con altre letture arretrate, purtroppo il tempo al momento è ridotto al limite e temo che prima d'agosto la situazione non migliorerà. Buon per voi pards che vi risparmiate così i miei soliti pipponi Sul valore della coppia mi sono espresso nel mio commento e siamo sulla stessa frequenza di pensiero, l'aggettivo "profondo" mi è stato suggerito dall'ottima espressività che è riuscito a ottenere Freghieri. D'altronde nella prima tavola non conoscevamo ancora Billy, ma quel primo piano è molto eloquente. Col proseguo la creatura di Manfredi non si rivelerà comunque caratterialmente degna di quell'interessantissimo primo piano. Ahahaha fosse solo questo il problema dei miei voti! Ripeto da sempre che lo considero un giochino che inaugurai nei primi commenti e ormai per tradizione mantengo, ma non sempre sono affidabilissimi lo ammetto. P.s. La mancanza dei mezzi voti è dovuta al fatto, che alcuni topic delle vecchie storie, presentavano il sondaggio in cui si inviava la valutazione (da 1 a 10), di conseguenza, dopo aver barrato il voto prescelto (che rimaneva anonimo nel sondaggio) palesavo la mia valutazione a fine commento.
  23. Lo scorso anno Mauro fece un ottimo lavoro, valorizzando al meglio l'ennesima uscita extra annuale. Riuscirà Ruju a fare altrettanto? Lo spero, ma temo sia difficile pareggiare il livello dell' Agente indiano. Confido tuttavia sui disegni di Freghieri, una garanzia che dovrebbe giustificare l'esborso aggiuntivo di eurini.
  24. Condor senza meta

    [Texone N. 38] I due fuggitivi

    Questo ricco giugno texiano si chiude con la lettura del corposo texone annuale. Non nascondo che ho da sempre adorato questo format, fin dal lontano 1990 quando, appena undicenne, acquistai "Il segno del serpente" con l'inconfondibile tratto di Galep ad arricchire quelle pagine dal formato particolare e a me gradito. Ancora non sapevo che il texone che stringevo in mano e portava la firma del compianto papà grafico di Tex, rappresentava una forma di eccezione nel piano editoriale atto ad affidare la pubblicazione a grandi firme alle prese la prima volta con l'universo di Aquila della Notte, lo scoprii in seguito, anche recuperando le prime due uscite. In fondo poco mi importava, a me emozionava molto godermi la lettura in quel formato, dimensioni che mi permettevano di ammirare al meglio le vignette di maestri del calibro di Galep, Ticci, Ortiz, De La Fuente, Zaniboni e Giolitti. Così come ricordo con affetto quanto mi piacque l'idea d'impaginazione con il noto logo interno spalmato su due pagine: lo trovavo sontuoso, perfettamente in tema con la proposta editoriale che tanto amavo. Lo ammetto, ho preso il giro molto largo, ma essendo il primo texone che provo a recensire, queste mie impressioni mi andava esternarle; ricordi del lettore che ero e che mi hanno portato a essere il lettore di oggi. Infatti son passati più di tre decenni da allora, ma ancora oggi, quando prendo dagli scaffali il texone fresco di stampa, sono felice come un ragazzino. (Stavolta puzza un po' lo confermo!) Poi, per chi ama il disegno come il sottoscritto, come non rallegrarsi quando in pochi anni la testata ti offre autori del calibro di Villa, Majo, Zuccheri, Casertano, Breccia e Carnevale? Anche in questo ricco 2022, la firma dei crediti rappresenta un disegnatore che seguo e adoro da più di vent'anni; quel Giovanni Freghieri che mi ha letteralmente stregato sulle tavole di Dyd, con il suo tratto riconoscibilissimo e le sue stupende espressioni facciali e tratteggi a effetto. Uno degli autori che ho ricopiato di più nelle ore e ore dedicate alla mia passione del disegno. Come già accennato in un precedente commento di qualche giorno fa, si è ricostituita nell'occasione, per la prima volta su Tex, una coppia di artisti (Manfredi-Freghieri) che apprezzai oltremodo in un Dylan Dog gigante degli anni 90; la mia attesa "tracimava" nella trepidazione, all'idea di poterli rivedere daccapo all'opera insieme, sebbene il buon Gianfranco (autore da me sempre molto stimato) su Tex non mi ha mai del tutto convinto e addirittura in alcune ultime uscite, mi ha proprio deluso. Volendo usare una similitudine calcistica, Manfredi lo paragonerei al Rivaldo che vestì la maglia rossonera nei primi anni 2000: indubbiamente il giocatore era un campione e il suo spessore era innegabile, tuttavia appena sbarcato a Milanello non riuscì mai ad avvicinarsi ai suoi livelli soliti, limitandosi al compitino che lo traslocò in panchina nel corso della stagione: anche Gianfranco è un "calciatore di spessore" ma con la casacca gialla della Bonelli non eccelle e ci si chiede quanto possa rimanere ancora titolare se non inverte la tendenza. Mi scuso per la chilometrica premessa; è vero che la dote di sintesi non mi appartiene, ma stavolta temo di aver esagerato . Visto che l'opera è uscita da poco, mi avvarrò del comando spoiler.
  25. Vero! Soprattutto l'ultima delle tre citate a me è piaciuta. Di contro però episodi come Thunderman, Le dodici fatiche o il fantasy del regno di Golnor le ho trovate alquanto indigeste per i miei gusti. Comunque tornando in topic, dubito che un artista della personalità di Tiziano fosse adatto a una saga come Tex. Non abbiamo le controprove, è vero, ma ho la sensazione che il carattere del nostro eroe sia agli antipodi con lo stile narrativo dell'autore, basti vedere la personalità di Dylan Dog per farsene un'idea.
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.