C'è poco da fare ragazzi è cambiato il mondo e velo dice uno che un pò di annetti sul groppone ce li ha.
il rilancio di un fumetto come Tex è praticamente impossibile, qualcosa puoi ottenerlo come dice Diablero
lavorando sulla QUALITA' delle storie, quindi ci vogliono sceneggiatori capaci e disegnatori validi (a tutt'oggi
mi pare che non si stia andando in questa direzione a parte qualche eccezione, più apprezzabile sul lato
dei disegni) e chiudendo qualche collana collaterale che sono troppe, il che comporta mettere a disposizione
di Tex un numero rilevante di autori (vedi le categorie di cui sopra), senza contare i copertinisti, i coloristi, gli
addetti al lettering ecc.). Si imbarca di tutto insomma per dare il giro alle pubblicazioni a discapito appunto
della qualità, e anche della qualità delle altre collane.
Il miglioramento però sarebbe molto limitato poichè dobbiamo fare i conti con la società attuale che è molto
cambiata rispetto a quando il sottoscritto, giovincello di buone speranze, comprava e leggeva Tex, Zagor ,
Mister No, il comandante Mark ecc. Per dire mio figlio che ha 31 anni legge i manga (che allora non esistevano)
e ha il telefono in mano in ogni momento libero (guarda i video) e mia figlia di 28 è praticamente una cellulare
dipendente, così come tutti i giovani di adesso. Ho provato a fargli leggere i "nostri" fumetti, risultato zero.
Una volta acquistavamo fumetti e ce li scambiavamo uno con l'altro, li prestavamo ad altri col risultato che
parecchi andavano persi e te li dovevi ricomprare. Ricordo quand'ero militare a Udine, avevo scoperto una
fumetteria vicino alla caserma e quando tornavo a casa in licenza avevo il borsone pieno di arretrati di Tex.
Sono cose adesso ininmaginabili perchè i nostri giovani si conoscono tra di loro tramite social, ma per
rapporti personali siamo al minimo sindacale, manco conoscono i ragazzi della loro età che abitano lungo
la nostra stessa via.
In conclusione credo sia facile comprendere che la diffusione dei fumetti che c'era allora oggi è un'utopia,
il che costringe gli editori a vivere sfruttando (brutta parola) i lettori che sono rimasti illesi dall'erosione del
tempo. Tenendo conto anche che negli anni c'è stato un continuo calo delle nascite e di tutte le opzioni che
hanno attualmente i giovani per trascorrere il tempo libero, il miglioramento della qualità a cui alludevo prima
servirebbe solo a contenere la perdita di vecchi lettori, stanchi di leggere ciofeche, ma quanto a catturarne
di nuovi i risultati sarebbero comunque risibili.
Perdonate la prolissità di un pover vecchio...