L'ho riletta adesso a distanza di tanti anni. Ha un ottimo ritmo, certamente non annoia per essere una storia così lunga. Un racconto che, dietro inseguimenti e trappole, ci mostra anche la vita del West: bivacchi, piogge torrenziali, fiumi in piena, cavalli che si azzoppano.
Il titolo "Lo sfregiato" è di effetto, ma credo che il messicano non faccia niente per meritarselo, è un personaggio che non si fa ricordare.
La scena per me più bella è quella di Tex che corre dal dottore per aiutare il suo amico e ne difende la reputazione davanti ad uno sbruffone alla sua maniera ( cioè boccale di birra in faccia e destro a seguire ). Non mi è invece piaciuto quando stringe la mano al bandito, con tanto di "auguri di cuore". È un'immagine che stride con quelle viste solo poche pagine prima, dove si vede il delinquente lanciare dinamite contro un villaggio di donne, vecchi e bambini, pure divertendosi e affermando alla fine "bello spettacolo".
Capisco che lo lasci andare per pescare il pesce più grosso, ma pensare che quello sia veramente pentito ce ne vuole! Avrei fatto rispondere a Tex: " no, la mano adesso non posso proprio dartela, come hai detto tu non meriti questo onore. Io dietro le mie spalle sento gli occhi dei comanche a cui hai ammazzato la madre o il figlio. Cosa direbbero se Aquila della Notte credesse alle tue parole? Dimostra coi fatti di voler cambiare la tua vita e un giorno verrò a stringertela. Adios!" E così secondo me gli avrebbe dato una lezione ancora più importante.