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TWF - Tex Willer Forum

Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Carlo Monni

    5 - Tex Willer Magazine

    Scusa se recupero un tuo messaggio dopo olte un mese, ma, chissà perchè, per un p? ho avuto difficolt? ad entrare in questa sezione. Ti faccio un esempio in questo senso, peraltro tratto proprio da uns storia di Boselli: ne "Gli invincibili", Dolores, dopo più di 20 anni dal suo primo incontro con Tex e gli Irllandesi è ancora... ahem... appetibile, quindi perchè non Lupe (o Tesah, se è per quello)? Io sarei più che favorevole. Il vero problema (per chi lo vede come tale, ovviamente) è che secondo me sarebbe impossibile che Tex riesca ad essere realmente distaccato nei suoi confronti. Per quanto mi riguarda (nel caso non si fosse capito) io credo che far tornare Lupe senza un p? di ammiccamenti sarebbe inutile. Certo ci vorrebbe un bravo autore per gestire senza sbavature la cosa, ma di bravi autoiri su Tex ce en sono eccome. ma non io, il che non mi impedisce di fare comunque i complimenti a Ymalpas. clap Temo che dipenda esclusivamente da una questione di età. _ahsisi Quelli che, come me, erano adolescenti negli anni 70 dovrebbero ricordare benissimo Nadir Quinto e le sue collaborazioni con il Corrier Boy (Swea, principessa di sole) o il Giornalino (Larry Yuma). Comunque, detto in sintesi, Nadir quinto, nato nel 1918, è entrato in pianta stabile nel mondo dei fumetto a partire dal 1945 collaborando con vari edirtori e testate tra cui il Corriere dei Piccoli, e finendo poi per lavorare per lungo tempo quasi esclusivamente per il mercato britannico, anche se faceva comunque anche illustrazioni per la Domenica del Corriere ed altri lavori per il mercato italiano. A partire dagli anni settanta, alterna lavori per il Corriere dei ragazzi (poi Corrier Boy) ed il Giornalino Se ne vuoi sapere di più http://www.nadirquinto.it/Biografia. htm Anche se la storia fosse stata completata, ormai sarebbe impossibile pubblicarla sul Texone, visto che la versione disegnata da Fusco è già apparsa sulla serie regolare (peraltro ridotta, visto che la storia pubblicata è lunga 191 pagine mentre il Texone di solito ne conta 224) Si potrebbe proporne una pubblicazione "fuoir serie" con veste particolare ed apparato redazionale adeguato, magari dandone licenza ad un altro editore se non vuol farlo la SBE.
  2. Carlo Monni

    [19] [Almanacco 2012] Il Ciarlatano

    Bah.. per me possono osannare o denigrare chi vogliono loro, non mi interessa, ma qualcuno mi deve spiegare come si fa' a scrivere e postare cosi' velocemente una recensione di una storia quando ancora ufficilamente l'albo non dovrebbe essere uscito e quando tre quarti d'Italia non l'ha ancora letto?non e' un po' sospettosamente prestino? Beh... dipende. qui ad Arezzo la storia è uscita sabato. Magari anche dove abita il recensore Vincenzoi Oliva lo hanno ricevuto prima, oppure gli è stato dato in anticipo come omaggio dalla SBE, chi può sqperlo? E poi... importa davvero? Sia il recensore che gli estensori della scheda (l'inossidabile coppia Giorgio Loi e Michela Feltrin, di cui sono amico da anni, anche se non sempre sono d'accrodo con certe loro opinioni e recensioni) hanno evidentemente lletto 'albo, che importanza ha quando lo hanno avuto tra le mani?Quanto al credito da dare alle recensioni di UBC, non facciamo di ogni erba un fascio: i recensori di UBC sono persone diverse l'uno dall'altro e con idee differenti. Oliva è notoriamente severo e non risparmia neanche Boselli se è per questo e con faraci ci è semrpe andato già duro. Si può dire che la sola cosa su cui siamo sempre stati d'accordo è sul valore del Nizzi post 2000. Giorgio Loi è sempre stato criticissimo nei confronti di Segura. Michela Feltrin è un peperino a cui non bisogna toccare Kit Willer. UBC denigra sistematicamente Nizzi? Opinioni. Chi stronca implacabilmente le storie di Nizzi post 500 (e qualcuna anche prima) per me fa solo bene, perchè le trovo indifendibili quasi tutte (e le altre la massimo appena passabili). Altri la vedranno diversamente, ma chi ha detto che dobbiamo essere tutti d'accordo?Chi invece estende le critiche alle storie precedenti, specie quelle pre 400, ovviamente ragiona col paraocchi, ma sono problemi suoi. Io guardo la firma del recensore e so cosa aspettarmi. Nel caso in specie, Oliva, a mio parere, esagera, La storia è effettvamemte leggerina, ma è scritta bene e si fa leggere piacevolmente, il che per me significa che i soldi per l'Almanacco sono stati comunque ben spesi e tanto mi basta. Non solo non si può avere un capolavoro ogni mese, ma ogni tanto è fisiologico che esca una storia semplicemente senza iparticolare nfamia e senza particolare lode. Non l'ho mai trovato scandaloso. Io invito tutti a leggere e giudicare con la propria testa
  3. Carlo Monni

    Tex E' Morto?

    Un Tex è morto, certo... peccato che quel Tex esistesse solo nella mente di chi lo afferma. Personalmente non ho mai apprezzato le posizioni di chi esalta il passato e non vede il buono del presente. Da un certo punto di vista, anch'io faccio parte di coloro che dicono che non si fanno più i fumetti, i film, i telefilm del passato e lo dico sottintendendo che quelli di una volta erano meglio... il che non è sempre vero peraltro, perchè il giudizio ?, per l'appunto, deformato dalla lente della nostalgia. Obiettivamente certi modi di narrare moderni mi piacciono più di quegli degli anni 60 e 70 quando ero bambino. Questo cosa c'entra con Tex? Beh, più di quanto si creda. Non sono pochi quelli che criticano le nuove storie perchè non sono scritte con lo stile di G. L. Bonelli, perchè non si usano le didascalie, perchè Tex appare a pag. 20 piuttosto che a pag. 1 e per altre cose del genere. Che il Tex moderno non sia come quello di G. L. Bonelli è dire un'ovvietà che non merita nemmeno di essere commentata. Non lo è perchè chi scrive oggi le storie di Tex è una persona diversa da GLB, ha una diversa storia, una diversa formazione, diversi interessi ed è inevitabile che questo influenzi quello che scrive e come lo scrive. La cosa veramente importante è che il personaggio non sia stravolto, non ne siano modificate le caratteristiche fondamentali. Finch? questo accadr?, io non avrà da lamentarmi. Tex è morto? No, è ben vivo, secondo me. ::evvai::
  4. Carlo Monni

    Galleria Di Giovanni Romanini

    Gran bel disegino, molto suggestivo. Potrebbe essere una buona copertina per qualche pubblcazione dedicata a Tex. Qui Romanini, libero da sudditanze grafiche o psicologiche al modello di Magnus, ci offre un Tex convincente e che non ricalca nemmeno Villa o Ticci. A dire il vero, nel volto ci trovo un p? di Gary Cooper, ma forse è solo suggestione. Carson semplicemente perfetto. clap clap
  5. Carlo Monni

    Domande A: Claudio Villa

    Di nulla, vecchio amico. laughing Condivido ed apprezzo il tuo pensiero. clap Questo non è forse il topic giusto, ma lo dico lo stesso, vista l'affinit? di tema. Uno dei motivi che Gianfranco Manfredi (che ringrazio sempre per la squisita disponibilit? e pazienza) adduce come motivo per non aver ancora inserito Tiger Jack nelle sue storie proprio il fatto che gli piacerebbe far risaltare il suo essere un indiano ma teme, facendo in questo modo, di modificare la visione del personaggio in modo tale da costringere i successivi autori a seguire la sua versione e non vuole arrivare a quello, che se ho capito bene il suo pensiero, riterrebbe una sorta di manifestazione di arroganza da parte sua. Personalmente ne apprezzo la correttezza, ma ritengo che il problema (come quello analogo di tipo grafico prospettato da Claudio) sarebbe risolvibile discutendone con il curatore della serie, che, se convinto che l'idea non comporta uno snaturamento del personaggio, autorizzerebbe, in tutto od in parte, l'autore ad intraprendere quella strada, avvisando nel contempo gli altri autori (tra cui se stesso, nel caso il suddetto supervisore si identificasse con lo scrittore principale della saga _ahsisi) ad uniformarsi al nuovo "modello". Da parte mia, dico che un'esaltazione delle caratteristiche indiane di Tiger sia a livello psicologico che grafico mi vedrebbe favorevole al 100%, purch? comunque rispettosa del lavoro di G. L. Bonelli e Galep.
  6. Carlo Monni

    Domande A: Claudio Villa

    1) clap clap clap 2) ma...? possibile fare ciò è :shock: :malediz... :shock: :malediz...La questione dei diritti d'autore in questo caso è alquanto complicata. Il disegno come cosa fisica è di proprietà dell'autore (in questo caso Claudio Villa), a meno che lui stesso non l'abbia ceduta, gratuitamente o dietro un compenso a terzi questo spetta a lui deciderlo volta per volta, ma i diritti di riproduzione e pubblicazione dei personaggi raffigurati non gli appartengono. L'autorizzazione andava, quindi, chiesta alla SBE e forse anche a Giorgio Bonelli ed alla famiglia Galleppini, detentori dei diritti d'autore, a cui (non conosco i termini del loro contratto con la SBE relativamente alle licenze a editori terzi) potrebbe spettare un compenso sull'utilizzo di quell'immagine. Claudio ha comunque il diritto di tutelare il suo disegno da arbitrarie modifiche se ritiene che siano lesive della sua "onorabilità di autore" (cosiddetto diritto morale d'autore, distinto da quello economico).
  7. Carlo Monni

    [613/615] I Sabotatori

    Una semplice domanda: ma qual è per te il parametro per giudiicare "vera" una donna in un racconto d'avventura?? In questo genere di racconto, infatti, tutti personaggi svolgono una determinata funzione. Le donne, se non sono le eroine esse stesse, hanno altri ruoli evidentemente. Nel costruire questi ruoli si parte sempre da un modello o stereotipo che dir si voglia, che sia la tenera orfanella, la bisbetica, la dark lady, la belal in pericolo, la dura e quelle che sospira per il suo uomo, la vedova nei guai o la vedova risoluta. Da questo punto di vista Alison era basata su uno stereotipo quanto qualsiasi altro personaggio femminile apparso nella saga. Ciò che conta è non fermarsi allo stereotipo, ma riempire il modello con qualcosa di molto concreto. Boselli ci è riuscito stavolta? Per me si, anche se in precedenti occasioni ha fatto di meglio. Di sicuro, almeno per me, in diverse storie di tutti (e sottolineo tutti) gli autoiri che hanno scritto Tex ci sono stati molti personaggi femminili che non erano (e se lo erano all'inizio non lo erano più in seguito) semplici stereotipi o dubito che ce le ricorderemmo ancora.
  8. Carlo Monni

    [613/615] I Sabotatori

    Personalmente preferisco usare il titolo di uno degli albi e quindi "I sabotatori" mi sta benissimo.
  9. Carlo Monni

    [613/615] I Sabotatori

    Ah già, è vero, su Tex è dovremmo vedere sempre e solo rudi uomini della frontiera! :DNon capisco proprio il perchè di questa frase: "ma su Tex no". Perchè su Tex no? Per quale motivo?Nel west il sesso era ben presente, anche se c'erano poche donne! E sinceramente non vedo il motivo per cui ci si debba scandalizzare se si leggono queste cose su Tex e non su Dylan Dog... Mi risponderai: perchè Dylan Dog ci ha abituato fin dall'inizio a queste cose! E' vero, ma le scene su Tex sono infinitamente più pudiche, per non parlare della loro estrema rarit?! Mi ricordo di aver visto anch'io recentemente, per caso, quel programma su Rai Storia a proposito di Diabolik: è stato detto che negli anni '60, un avvocato di non so più quale paese, cerc? di vietare la diffusione di Diabolik perchè in un numero c'erano delle vignette in cui si vedevano un uomo e una donna in camera da letto che andavano insieme verso il letto, per l'appunto. Ed eravamo negli anni '60, non nel 2012. Con questo non voglio dire che tu sia bacchettone in generale: ma che tu lo sia su Tex sè! ;)Posso capire che cominci a dare fastidio se si leggessero scene esplicite con regolarit?, ma su Tex si vede una donna ogni morte di papa! Che almeno quella volta sia una bella donna che trasmetta anche la sua femminilit?, il che può anche comprendere il verificarsi di scene di questo tipo. Che c'è di male? Mi permetto di accodarmi a quanto detto da Paco. Anche lui ha su certe cose il suo grado di conservatorismo (ma non è così per tutti noi, in fondo?) su cui abbiamo avuto i nostri battibecchi in passato, ma su questo argomento specifico non posso che essere d'accordo con lui. Che lo voglia o no, presumibilmente del tutto inconsciamente, l'atteggiamento di capelli d'Argento finisce per essere, o quantomeno per apparire, effettivamente bigotto. Come ho scritto più volte, io non mi faccio certo araldo di scene di sesso esplicito sulle pagine di Tex (e per sesso esplicito intendo il mostrare proprio l'atto sessuale mentre avviene), ma l'allusione ad una vita sessuale dei pards o dei comprimari delle vicende di cui sono protagonisti non mi da assolutamente fastidio e nemmeno le eventuali nudit? femminili purch? siano in qualche modo funzionali alla narrazione e non fini a se stesse (il nudo esposto solo per titillare le fantasie del lettore maschio ha sempre dato fastidio a me per primo). In ogni caso Leomacs ha fatto un lavoro egregio a coprire con lenzuoa od ombre startegicamente piazzate, le parti "sensibili" di Bethanie. clap L'obiezione che su Tex queste cose non si sono mai fatte o che non è il fumetto adatto, non regge, a mio parere. Le donne non c'erano o avevano un ruolo marginale nelle storie di Tex di G. L. Bonelli a causa della sua sensibilit? personale (ed in parte di suo figlio). In sostanza il lato sentimentale non lo interesssava, preferiva narrare altro. Non dipendeva da un dogma inciso nella pietra. I nuovi autori hanno sensibilit? diverse, che li spingono ad inserire angolazioni e punti di vista differenti a cui, per temperamento ed educazione (era pur sempre figlio del suo tempo come tutti noi del resto) GLB non aveva nemmeno pensato, am non certo escluso a prioriu per tutti. In fondo è il solito discorso sul rinnoivamento. Io trovo assurdo ingabbiare autori moderni in stilemi narrativi e grafici del passato e ritengo più imprtante il rispetto dei personaggi a quello di uno stile. Altri la vedono diversamente. Per parte mia, sono contento che in future storie di Boselli (le due di Civitelli e quelle di Andreucci, Fernandez e Acciarino, per esempio) siano presenti personaggi femminili e così anche sicuramente nella storia di Faraci & Rossi. N° mi stancher? di ripetere che voglio il ritorno di Lena e Donna (e di Lupe e di Tesah e di Marie Gold e... ) e non disdegnerei nemmeno la fglia di Satania. _ahsisi laughing
  10. Carlo Monni

    [613/615] I Sabotatori

    Cheyenne ti ha risposto adeguatamente e non solo lei. Per parte mia, ti ribadisco che le pagine da 35 a 41, lungi dall'essere superflue, servono a caratterizzare meglio il personaggio di Bill Norton ed a chiarire chi siano i veri mandanti di Mondego (Non la Rio Grande, come pensava l'ingegner Benton e nemmeno Bethanie, come poteva pensare qualcuno più smaliziato). Per quanto riguarda Bill Norton, Tex e Carson capiscono che tace qualcoisa (Carson lo dice esplicitamente a pag, 41), ma il lettore è indotto a pensare, che ciò riguardi il modo in cui si è impadronito delle lettere e non altro. Pagine necessarie, quindi, a portare Tex a comprendere i risvolti della vicenda e dare al lettore (sia pure sviandolo abilmente, come è giusto in questo tipo di narrazione) la possibilità di arrivare alle stesse conclusioni. Quanto alle due pagine finali, per tacere d'altro, sono semplicemente un classico texiano e tanto min basta., premesso che non mi è comunque dispiaciuto che si fosse chiarito com'era finita la disfida tra ferrovie.
  11. Carlo Monni

    [613/615] I Sabotatori

    Ehm... a dire il vero, dura più dei soliti diue albi, è lunga esattamente 269 pagine. In realtà si potrebbe sotenere che in questa storia non ci sono "buoni" ins enso stretto, a parte i poveracci assacrati da Wagoman ed i suoi. Non è un buono Mondego, che comunque ha pochi scrupoli ad uccidere innoicenti se gli torna utile; non lo è Bill Norton, che commissiona un omicidio (e che sia per una buona caus anon cambia la soistanza delle cose per me); men che meno lo è Bethanie Marsh, spetata e calcolatrice. Prenditela con Leomacs. _ahsisi Dicono le voci di corridoio che sia questa storia che la precedente erano state concepite per durare tre albi, ma la lentezza dimostrata da Piccinelli e Leomacs abbia spinto la Redazione ad accorcoarle. A dire il vero, io non ho notato particolari tagli od accelerazioni dell'azione ( e non conto in questo l'abitudine boselliana di concentrare tutta la risolozione dellea vivcdnda raccontata nelle ultime 10/15 pagine a prescndere dal numero di pagine) a disposizione). Dipender?, forse , dal fatto, che la lunghezza finale è stata decisa quando i disegnatori avevano appena iniziato. Beh... più che irretire, la bella Bethanie mi pare essere rimasta irretita da Bill Norton, il quale ne sa approfittare Sottolineerei che questsa è la prima storia di Tex in cui lelemento sesso entra in maniera esplcita. Non fraintedetemi: non viene mostrato nulla di volgare od esplicita nel senso crudo del termine. Solo che in storie precedenti il fatto che due personaggi avessero rapporti sessuali fra loro era al amssimo oggetto di allusioni molto velata, mentre in questo caso la cosa è chiara coem il soile. Personalmente mi va benissimo. Se sono contrario a scene di sesso esplicito nel senso più crudo del termine, come capita di vedere in altri fumetti o film, non saar? io a scandalizzarmi per un fatto della vita pewrfettamente naturale o se viene mostrata un p? di pelle femminile scoperta in più. Credo che noi lettori dovremmo essere ababstanza intelligenti da accettare anche questo. Questa smania per i ritorni, a volte non la capisco. I ritorni piacciono anche me, ma mi chiedo che senso avrebbe un ritorno di Bethanie Marsh. Che ruolo potrebbe avere in una futura storia? In effetti, era la soluziona gusta: Mondego non era un giustiziere alla Mitch Anderson, che agiva in prima persona, era davvero un killer spietato. Fin dalla sua prima apparizione lo abbiamo visto uccidere o far uccidere innocenti solo perchè potevano essee testimoni scomodi. Il suo alibi: "Non ci sono innocenti", non regge. Tex non poteva lasciarlo andare e Mondego non poteva farsi catturare. Il duello era l'unica soluzione posibile. Dissento: a conti fatti, il peso di Mondego nella storai è pressoch? identico a quello di Bethanie Marsh. casomai è Wagoman ad essere nettamente in secondo piano. A me non è dispiaciuto.
  12. Carlo Monni

    [613/615] I Sabotatori

    Giusto per curiosità, ma quali sarebbero queste 9 pagine "superflue"? Perchè io non le ho notate affatto. Per me ogni pagina è stata funzionale. Non ho visto rallentamenti o simili.
  13. Carlo Monni

    Le Storie Con Lilith

    Atteggiamento che rispetto, ma che non condivido assolutamente. Per me le storie di Tex sono tutte uguali a prescindere dalla serie in cui sono pubblicate. D'altra parte la stessa SBE e gli autori non trattano di certo quelle storie come se facessero parte di una continuity separata. Riferimenti incrociati tra le varie pubblicazioni infatti, non sono certo mancati. Basti vedere, tanto per fare un solo esempio, che alcuni persoanggio del Maxi n° 5 "Nei territori di Nordovest" sono ritornati nel n° 600 della serie regolare, "I demoni del Nord".
  14. Carlo Monni

    Le Storie Con Lilith

    Ed è per questo che non l'ho considerata. _ahsisi
  15. Carlo Monni

    Le Storie Con Lilith

    Mi sento molto archivista quando rispondo a queto tipoi di domande. Lilith compare per la prima volta nella'avventtura "Il patto di sangue" (nn° 7/8) la notizia della sua morte viene data nella storia pubblicata immediatamente dopo "La banda dei Dalton", dove apprendiamo che è avvenuta un anno prima. Lilith riappare in flashback nella storia "Il giuramento" (nn° 104/106) in cui apprendiamo le esatte circostanze della sua morte (prima di allora sapevamo solo, genericamente, che era morta durante un'epidemia) Riappare ancora in "Furia Rossa" (nn° 384/386, ovvero la storia del primo incontro tra Tex e Tiger Jack, ambientata prima de "Il giuramento". L'ultima volta che è apparsa è stato nella storia "Il sentiero dei ricordi", ambietanta non molto dopo "Il patto di sangue" Tralascio le non poche volte in cui è stata semplicemente menzionata. La più rilevante è "La grande invasione", ambientata subito dopo la nascita di Kit, ma in cui n° lui n° Lilith appaiono. La sequenza cronologica delle apparizioni di Lilith ?, quindi, per ora, la seguente: "Il pattto di sangue" "Il sentiero dei ricordi" "Furia rossa" "Il giuramento"
  16. Carlo Monni

    [19] [Almanacco 2012] Il Ciarlatano

    Amigo... Per quel che mi riguarda.... S? ! Per quello che può valere la mia opinione, poi, io ti dico che su 18 storie dell'Almanacco, ne ho trovate 3 ottime, 6 buone, 4 più che sufficienti, 2 appena sufficienti e solo tre assolutamente insoddisfacenti... ma non dico chi le ha scritte o mi tacciano di parzialit?.
  17. Carlo Monni

    Galleria Di Stefano Andreucci

    Stando a quanto mi ha detto lo stesso Andreucci, la sua storia dovrebbe essere prevista per il primo semestre del 2013. Bisogna aspettare poco più di un anno, quindi.
  18. Carlo Monni

    [613/615] I Sabotatori

    Ma Juan Raza a differenze dei primi due personaggi che hai citato, non è morto!Direi proprio di no e che goda di ottima salute. Che Boselli abbiai intenzione di farlo tornare credo che non ci siano dubbi, che la cosa sia già programmata in una delle storei già in lavora<ionbe è invece tutt'altro che certo. Correva voce che volesse farlo tornare nella storia di Garcia Sejias in uscita dal prossimo aprile, ma lo stesso Boselli lo ha smentito. Verissimo, mi scuso.
  19. Carlo Monni

    Le Domande A Leomacs

    caro Ymalpas, queste tue domande dovrebbero essere così riformulate: hai già cominciato a lavorare alla nuova storia di Tex scritta da Manfredi o sei ancora impegnato con la storia per il Dylan Dog Color Fest? Sarei curioso di saperlo anch'io.
  20. Carlo Monni

    [Texone N. 26] Le Iene Di Lamont

    Eccomi qua a commentare questa storia. Comincio col dire che all'inizio sono rimasto piacevolmente sorpreso: la storia parte con un buon ritmo e la sequenza della rissa nel saloon è ben coreografata. Leggendola e leggendo anche buona parte dei dialoghi sembrava di essere tornati al Nizzi dei vecchi tempi. Purtroppo l'impressione è durata poco. Il Nizzi dell'epoca in cui la storia è stata scritta era ancora abbastanza dotato di un certo mestiere e si vede, ma stava già percorrendo la parabola discendente. Non sono tra quelli che considerano lo slacciamento dei cinturoni un male assoluto, ma qui è del tutto gratuita ed ininfluente allo svolgimento della storia. Completamente fuori personaggio, poi, il fatto che Tex paghi i danni al gestore razzista. La motivazione data e cioè che Tex non vuol far sapere che lui ed i pards sono rangers non regge. Infatti, solo poche pagine dopo Tex scopre tutte le carte proclamando ai quattro venti di essere un ranger. In ogni caso, il fatto che all'epoca il gestore fosse autorizzato a non accogliere chi voleva e che la discriminazione contro indiani ed altre minoranze fosse legale e legittima (la cosiddetta dottrina del ?Separati, ma eguali? affermata dalla Corte Suprema sino al 1957 circa) non ha mai avuto importanza per Tex in precedenza. Alla buona sequenza dell'entrata nell'ufficio del notaio (a proposito, ma qualcuno alla SBE si metter? mai in testa che negli USA, Louisiana a parte, non esistono i notai come li conosciamo noi?) si contrappone la sequenza in cui i pards lasciano l'ufficio sotto la minaccia dello sgherro del notaio. Il Tex che conosco io sarebbe sè andato via, ma avrebbe disarmato lo sgherro e lo avrebbe pestato di nuovo, giusto per ribadire chi è e che non se ne andava per paura o simili. Per il resto, la storia prosegue con interminabili sequenze di chiacchiere fino ad un'unica vera sequenza di azione, che da sola non basta a risollevare il tono. Taciamo poi del fatto che durante la scena del primo colloquio con la matrigna cattiva Tex viene zittito dallo sceriffo come se fosse un cowboy qualunque e che certi personaggi potenzialmente interessanti come il vicesceriffo non vengono minimamente sviluppati o perfino utilizzati. Insomma, se è pur vero che non la si può definire propriamente una brutta storia, è anche vero che è irrimediabilmente noiosa ed anche questo è un peccato grave per qualunque storia, chiunque la scriva, a mio parere. Il soggetto della giovane defraudata dell'eredit? di per se, infatti, non è malvagio, ma è sviluppato senza mordente. Tex non è ?La casa nella prateria? e necessita di una robusta dose di azione che non sarebbe stato difficile inserire se solo lo si fosse voluto. Tuttavia, anche se posso capire certe perplessit? di Sergio Bonelli, devo dire che non giustificano il posponimento della pubblicazione sino ad oggi. Altri Texoni in lavorazione contemporaneamente a questo (originariamente previsto per il 2003) e per la precisione quelli di Kubert, Brindisi e Sommer erano, come storie, di livello almeno pari, se non inferiore a questo eppure sono stati pubblicati senza problemi, per tacere di storie decisamente peggiori pubblicate anche sulla serie regolare e non solo. La mancata pubblicazione trova, a mio modesto parere, solo nell'ostinazione di Sergio. Sui disegni c'è poco da dire: Ernesto Garcia Sejias è un bravissimo disegnatore e si vede. Il suo stile ricrea un'atmosfera che rimanda ai film western degli anni 50 ed ai telefilm degli anni 50/60 e questo per me è un pregio. Già in questa sua prima prova mostra di trovarsi a suo agio con Tex ed i pards.@Ymalpas. Per quanto ne so, il solo rifacimento che è stato fatto riguarda solo la trasformazione di alcuni personaggi femminili in maschili. Sospetto che gli interventi riguardino la famiglia presso cui va a stare Katie quando si trasferisce in paese ed un abbruttimento dell'assistente del dottore. Il resto della storia è rimasto sostanzialmente inalterato ed il Texone non è stato più toccato dal 2004, quando è stato letterato da Monica Husler.@Virgin. Secondo me ti accontenti di poco. Io personalmente spero di non leggerlo più un Tex così, nel senso che spero di leggere un Tex con più grinta e che sia meno poliziotto e più guascone. P. S. Non capisco come si possa dare 8 a questa storia. Allora a ?Sei divise nella polvere? bisognerebbe dare 15, perchè 10 sarebbe insufficiente.
  21. Mah, penso sia difficile dirlo. Conosco D'Antonio solo in relazione alla "Storia del West" (senza sicuramente esserne un esperto)Pe quanto mi riguarda, è più che sufficiente. Considero la Storia del West un caoplavoro assoluto e lo stesso Bonelli ha più volte detto che si ttrattava dell'opera fumetti chemera più orgoglioso di aver pubblicato. Più che dallo stile di Tex io diri da quello di G. L. Bonelli e su questo non c'è dubbio Tu ricadi in quello che io considero un errore di fondo e cioè considerare come paradigma lo stile di scritturra di GLB. Personalmente ho ritenuto sempre un errore forzare un autore a seguire il modo di scrivere di qualcun altro. Ciò che considero imprtante davvero è che i personaggi e l'ambiente siano rispettati e no stravolti, lo stile vero e proprio, ovver come viene scritta la storia, mi interessa molto di meno. Per me il vero modello di GLB da segure non riguarda, lo ripeto senza problemi, non tanto la tecnica di sceneggiatura, quanto il contenuto, ovvero il fatto che Tex debba sempre essere riconoscibile come tale nel comportamentop e nel linguaggio. Se poi vi siano o non vi siano didascalie, se la storia sia narrata in prima o terza persona, che i flashback siano in presa diretta o narrati da uno dei protagonisti agli altri, questo dipende dall'indole e sensibilit? dei singoli autori e per me ha molto meno importanza del rispetto sostanziale di personaggi ed ambiente. Bado, insomma, più alla sostanza che alla forma. Del resto, anche lo stesso GLB aveva pian piano mutato il suo stile, adattandolo al mezzo usato ed ai tempi. Dalle ampie didascalie dscrittive e molto letterariedei primi episoidi si era passati a didscalie meramente introduttive di stacchi spazio-temprali. A giudicare dalla tabella che Nizzi consegn° a Medda (e che io ho postarto in questo forum) con le storie in lavorazione all'epoca della crisi, direi che la stessa si è verificata tra la fine del 1991 e la primavera 1992. Se è pur vero che sono stato un feroce critico di Nizzi sin dal 200 abbondante, ho sempre riconosciuto la validit? delle prime storie da lui scritte, ceh, purr criticando quello che chiamavo e chiamo tuttora imanierismo e l'adagiarsi in formule ripetitive nel costruire i soggetti, mi sono comunque piaciute ed anche parecchio in certi casi.. D'altra parte non ho mai capito perchè la critica verso gli indubbi demeriti di un autore ormai siciamnte bollito abbia finito in taluno per spingersi fino al voler cercare ossessivamente certi difetti anche nelle storie preceenti il suo crollo. Stesso difetto metodologico, pur da proospettive differenti, di chi si ostinava a negare il suddetto crollo peraltro. I meriti di Nizzi io di sicuro non li nego solo perchè critico il Nizzi attuale, ma mi rifiuto di usare i suoi meriti passati per giustificare i demeriti odierni.
  22. Nel ribadire che tutto quello che ho scritto è rigorosamente vero, non so comunque cosa rispondere. Forse Sergio non voleva alimentare leggende su soggetti lasciati da D'Antonio. Da parte mia posso dire che D'Antonio era uno sceneggiatore notoriamente pigro o lento, se preferito (Credo che fosse per quello che "Bella e Bronco" avesse 64v pagine invece delle solite 96) e per questo a settembre 2006 non aveva ancora scritto niente, anche se le idee sicuramente gli frullavano in testa. Ricordo che a Città di Castello la figlia, che era con lui, lo prese bonariamente in giro perchè era uno specialista nel perdere tempo senza produrre. Se mai ha scritto qualcosa (ma io non lo credo) non ha mai fatto in tempo a sottoporlo a Sergio. Che i suoi soggetti sarebbero stati accettati non ho il minimo dubbio. Da quel che ho potuto vedere Sergio nutriva per D'Antonio un'ammirazione ed una fiducia assolute ed era ben disposto ad accogliere idee che ad altri avrebbe bocciato o su cui li avrebbe costretti a discutere. Indubbiamente i soggetti di cui mi ha parlato non erano, da un certo punto di vista, particolarmente originali (In particolare quello sugli Hopi e gli Apaches e quello sui Nootka avrebbero potuto essere rielaborazioni di spunti usati per la "Storia del West"), ma ciò conta poco, perchè D'Antonio è sempre stato più famoso per la forza del suo modo di raccontare più che per l'originalità delle trame. In più, , nonostante avesse in precedenza detto che considerava Tex un personaggio non nelle sue corde, con il Texone aveva già dimostrato di aver ben capito chi fosse Tex e come agisce. Il che rende ancora più amaro il fartto che non abbia potuto dare un contributo maggiore alla saga del nostro Ranger preferito.
  23. Carlo Monni

    Gros-jean, Meticcio

    Praticamente una Sioux termine che è meglio non usare, perchè vuol dire"menper l'occasione mancatao di un serpente", per cui il termine corretto è quello di Ymalpas ovvero Dakota... interessante perchè tale alleanza di tribù viveva dalle grandi pianure centrali degli Stati Uniti alle regioni meridionali del Canada e qu? con Gros-Jean i conti tornano... fonte wikipedia:http://it. wikipedia. org/wiki/Sioux Visto che grazie a Tex mi sono appassionato agli indiani d'america dico la mia. Dakota è il vero nome dei Sioux (tra l'altro, come ricordava pallino, termine spregiativo quest'ultimo), però su Tex a quanto si capisce quando ci si riferisce ai Sioux si intendono i Lakota (Teton) mentre i Dakota sarebbero i Santee (che è anche giusto linguisticamente)... ora spiego: Infatti i Sioux si dividevano in 7 gruppi: di questi 7, 4 formano i Santee (Dakota), 1 i Teton (Lakota), 2 gli Yankton (Nakota). Tra parentesi ho messo la pronuncia del nome Dakota, infatti alla fin fine si possono dividere linguisticamente in questi tre gruppi. Sta di fatto che i Teton (che pronunciavano quindi il nome Dakota come Lakota) sono il gruppo più popoloso anche se si mettono assieme i restanti 6. A loro volta si dividono in 7 gruppi (i più conosciuti sono gli Hunkpapa, Oglala, ...). Quindi direi che Gros-Jean visto il termine Dakota, si identifica ai Santee, o meglio a uno dei 4 gruppi: (vado a memoria scusate) -Mdewkanton -Sisseton -Wahpetu -Wahapetuke Ecco, Gros-Jean dovrebbe appartenere a uno di questi... Chiaro che non è importante, ma mi sono divertito a rispolverare le tribù indiane Da quanto ho letto, sempre su Wikipedia, gli Yankton e gli Yanktonai sarebbero in realtà apaprtenenti al ceppo dakota, i veri Nakota sarebbero solo gli Assiniboin e gli Stoney, che vivono in Canada. Se consideriamo che all'epoca in cui GLB scrisse "Il tranello" c'erano scarse informazioni e si faceva molta confusione tra i vari gruppi etnici, si potrebbe concludere che la nonna di Gros Jean era un Assiniboin e quindi uan Nakota e non una Dakota, i quali vivevano più a sud.
  24. Nella posta tuttoTex n° 433, del maggio 2007, Sergio Bonelli scrive: ... nei mesi scorsi, ho notato - con un certo stupore, lo ammetto - che molti "navigatori" internettiani, appassionati di fumetti, erano d'accordo nel sostenere come Gino D'Antonio fosse impegnatissimo a scrivere avventure di Tex, diventando, di conseguenza, uno degli autori fissi della serie. Mi sono dunque chiesto ( e ancora me lo chiedo ) da dove nascano simili "leggende metropolitane" e chi sia il primo che butta l' una notizia priva di fondamento, così a casaccio. E per quale motivo è Bah... Oggi, purtroppo, Gino D'antonio ci ha lasciati per sempre e non è in grado di replicare, con uno dei suoi disarmanti sorrisi, che con Tex non aveva niente in comune: troppo lontano dal comportamento degli eroi che piacevano a lui. Tale frase, più o meno, me la sono sentita ripetere ogni qualvolta ( nel corso di un'amicizia e di una collaborazione professionale durata una quarantina d'anni ) gli proponevo di sceneggiare una storia del personaggio creato da mio padre Gianluigi Bonelli. La sua cortese, ma convinta presa di posizione si era incrinata solo una volta quattro anni orsono, quando aveva accettato (per una sorta di giocosa sfida tra noi due ) di scrivere quella storia texiana sui - Seminoles - che io ( nascosto dietro lo pseudonimo di Guido Nolitta ) mi proponevo di dedicare a voi lettori per farci perdonare alcune inesattezze storiche rifilatevi nei tempi passati. Comunque consegnatami la pagina con la parola "Fine", D'Antonio non si sogn° neanche di affrontare una seconda vicenda di Aquila della Notte! Si concentr?, invece, sulla sceneggiatura del "romanzo illustrato".... ( cioè "Banddos", con Calegari ). ----------------------------------------------------------------------------------------------- Questa secca smentita da parte di Sergio Bonelli, che ho potuto leggere solo oggi, è anteriore rispetto al mio messaggio postato tempo dopo, nel quale ho raccolto per l'appunto quelle "voci" internettiane di cui parla l'editore. Non sono più in grado di dire dove le avevo trovate, ma se c'è qualcuno che ci legge e vuole intervenire per una controreplica ( nel senso che non credo che queste voci siano state inventate di sana pianta ) può farlo qui di seguito. Beh, io non pretendo certom ndi essere considerato una fonte attendibile, ma sta di fatto che ho sentito con le mie orecchie nel luglio m2006, nel corso di un pranzom a cui eravamo presentii: Sergio Bonelli, Decio Canzio,, Mauro Marcheselli e fabio Civitelli, oltre, naturalmente a Gino D'Antonio in cui fu lui stesso a dire che ha avrebbe volentieri scritto altre storie di Tex, ma era titubante per via delkla lunghezza abituale delle storie del Ranger. Sia Bonelli che Canzio gli dissero che non doveva preoccuparsi della lunghezza ed allora D'Antonio chiese se poteva presentare qualche soggetto. Ovviamente gli fu risposto di si (e vorrei vedere ). Allora D'?Antonio chiese se Tex avesse mai incontrato gli Indiani della Costa dell'Oregon e Californiana (Nootka a e simili) e se avesse mai incontrato Calamity Jane. In quell'occasione Civitelli si candid' a disegnare una di quelle storie. Sergio storse il naso all'idea di Calamity Jane, ma alla fine disse che andava bene se proprio D'Antonio ci teneva. In seguito ne parlai con Boselli, il quale non mi sembr? molto entusiasta all'idea che D'Antonio usasse Calamity Jane. Solo di recente ho capito che temeva di vedersi bruciare il soggetto de "La mano del Morto" a cui evidentemente stava già pensando. Quello che mi colp? all'epoc fu l'estrema ulmilt? di D'Antonio: quando chiese se poteva presentare dei soggetti sembrava quasio un debuttante alle prime armi e non il rispettsato professionista (per non dire il genio ) che era. Un paio di mesi dopo rividi D'Antonio a Città di Castello e mi conferm? che aveva in mente o?ltre a quelli citati anche un altro soggetto che vedeva il coinvolgimenmto di Hopi e Apaches. Purtroppo non ebbe il tempo di trasformare queste sue idee in veri e propri soggetti da presentare a Sergio, ma posso confermare senza tema di smentite che la sua intenzione era quella di scrivere Tex e sembrava anche galvanizzato dall'ioea. Peccato che non ci sia riuscito. Ancor oggi mio chiedo come sarebbe stato Tex oggi se D'Antonio avesse accetato di scriverlo già dagli anni 80 (ed è abbastanza chiaro ai miei occhi chi tra lui e Nizzi sarebbe diventato lo scrittore guida) e non posso che provare un forte rimpianto. per l'occasione mancata
  25. Carlo Monni

    Il 2011 Di Tex.

    Immagino fosse una battuta. Davvero ti sembra così lontana dallo stile boselliano? Comunque, se proprio ti interessa saperlo, l'idea alla base (ma non, a quanto ne so, un vero e proprio soggetto) è stata fornita da Moreno Burattini, credo che ormai si possa dire. Il difetto tipico dell'ultimo Nizzi: anche quando le storie non sono pessime, sono comunque svogliate e noiose e spesso spunti buoni sono rovinati da una sceneggiatura senza nerbo. Su Revekti posso essere d'accordo: anch'io mi aspettavo qualcosa di più, lo confesso, ma per il resto. la storia anche se non la considero un capolavoro mi è decisamente piaciuta. Condivido abbastanza, con una precisazione: Manfredi non è GLB, i suoi ritmie dil suo stile sono diversi, ma di certo, a aprte qualche piccola sbavatura qua e l', sa coem far agire Tex ed i suoi dialoghi sono sempre all'altezza. Condivido qualsi alla lettera. Uhm, forse è presto per tirare delle somme, ma ho la sensazione che Tex si trover? preso in mezzo tra due campi in cui trovare dei veri buoni sarà molto difficile.
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