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Tex E Il Signore Degli Abissi


ymalpas
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A proposito di film western e acrobazie degli attori, vi segnalo questo articolo apparso su Repubblica il 12 aprile 1997...



UNA COLT PER RINGO



Sergio Leone si era cercato almeno un protagonista americano e tocc? così a Giuliano Gemma, sia pure sotto lo pseudonimo di Montgomery Wood, essere il primo eroe western tutto nostrano. Veniva dai "sandaloni" ma nel 1964, come egli dice con una frase che sembra un titolo di un suo film, "lasciammo le daghe per impugnare le Colt". E lui non si risparmi?. "Ne feci una ventina, e nel 1985 ci riprovai con Tex Willer, ma ormai quei tempi erano finiti". "Io lavoravo anche in altri film, come Corbari o successivamente Il deserto dei Tartari, ma tornavo poi sempre all' avventuroso. E Una pistola per Ringo, Un dollaro bucato, I giorni dell' ira, Wanted, Sella d' argento restano degli ottimi prodotti. Di tutti i film che ho fatto ce ne sono solo tre o quattro che mi piacciono poco. Avevo un mio personaggio un po' ironico, con qualche strizzata d' occhio, che si distingueva dagli altri. Solo Un dollaro bucato era duro e drammatico". "Tutto, naturalmente, era iniziato con Ringo. Ma il personaggio è nato dalla fantasia di Duccio Tessari, io non ci ho messo niente. Tessari mi disse solo: 'Ti vestiamo come Gary Cooper in Mezzogiorno di fuoco: pantaloni a righe, cravattino, cappello nero' . E io lo seguii, anche perchè ero all' inizio e avevo solo da imparare". "Ho sempre cercato di lavorare con attori veri ma questi o non sapevano andare a cavallo o non riuscivano a tirare a pugni e così si ripiegava sugli acrobati.
Ce n' erano di molto preparati, mi ricordo Nellone Pazzafini, sè, Giovanni Pazzafini detto Nellone, ex giocatore di calcio, enorme ma bravissimo a muoversi e anche buon attore. Altri ricordi? Solo situazioni in cui venivano a mancare i soldi, i sacrifici di tutti per portare a termine certi film, come California di Michele Lupo o Sella d' argento di Fulci, che poi sono venuti benissimo ugualmente.
In uno c' erano solo tre acrobati e io facevo a pugni con questi, poi mi giravo ed erano gli stessi, vestiti in un altro modo, e così diventavano sei. Si girava soprattutto in Spagna, con qualche eccezione come Un dollaro bucato girato in 29 giorni tra la Elios e la zona di Manziana, il bosco e dintorni. Interni, saloon e villaggi si facevano a Roma, gli esterni a Almeria, una zona immensa che offre infinite possibilità, tant' è che anche gli americani sono poi venuti a farci il loro western: risparmiavano e trovavano un ambiente accettabile. Poi, quando ho visto il New Mexico e l' Arizona, vi ho ritrovato gli stessi colori e gli stessi paesaggi. Solo le distanze erano un po' maggiori".

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Il primo telefilm italiano doveva essere Tex. E' una storia che risale alla fine degli anni Settanta. Uno degli sceneggiatori di quel Tex televisivo doveva essere Alberto Abruzzese, che tre anni fa ha consegnato la laurea honoris causa a Sergio Bonelli. Abruzzese, chi ha avuto l' idea di fare i telefilm di Tex? ?Era un progetto della Rai di Fichera, alla fine degli anni '70, molto prima dell' accettazione della serialit?. Un lavoro pioneristico, guidato da Achille Pisanti che aveva studiato sceneggiatura negli Stati Uniti e che vedeva coinvolti anche Gino Frezza, Marco Videtta e Francesco Nardella, tutti professionisti della comunicazione. Era un lavoro dal forte impianto teorico: io sostenevo che era più importante leggere un saggio sull' estetica di Lukacs che non un manuale di sceneggiatura?. Ma perchè sceglieste proprio Tex? ?Perchè il fumetto ha delle articolazioni interne che sono vicine alla scansione di un telefilm. Ci sono elementi che si ripetono, e c' è il climax finale. Ma c' è anche un problema: un fumetto dipende moltissimo dalla partecipazione del lettore alla costruzione del testo. La traduzione in un telefilm doveva tenerne conto?. Quante sceneggiature ha scritto? ?Ognuno di noi ne ha scritte quattro, tratte dalle storie di Gianluigi Bonelli. E andando avanti con il lavoro ci si convinceva sempre di più che Tex non poteva diventare un film, ma una serie. Invece purtroppo il nostro lavoro è stato totalmente sprecato e travisato con la realizzazione di due episodi che divennero un disastroso film di Duccio Tessari. Una vera follia, un massacro in cui noi non avemmo alcuna responsabilità?. E invece quella dei telefilm è un' idea da riprendere? ?Certamente. Anche se oggi non potendoli più fare a basso costo, si dovrebbe usare l' intreccio dei generi tipico di Tex per un prodotto televisivo che sfrutti al meglio le nuove tecnologie?. Tratto da un articolo di Luca Raffaelli apparso su Repubblica.

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RAGAZZI, TORNA TEX IL SATANASSO



Articolo a cura di Alberto Farassino, pubblicato su Repubblica del 06 settembre 1985



LIDO DI VENEZIA - A differenza di Pecos Bill, che negli anni Cinquanta ne rappresentava il contrapposto beneducato e borghese (albi più costosi, colorati, col marchio Disney-Mondadori che rassicurava i genitori), Tex Willer non è quasi mai stato un eroe western puro. Le sue avventure lo hanno spesso portato lontano dai paesaggi del West, fra popolazioni orientali, sette magiche, in città esotiche e grotte misteriose, alle prese col soprannaturale e il fantastico. Tex e il signore degli abissi di Duccio Tessari, produzione Rai-Cinecittà, non può dunque essere inserito che marginalmente nella stagionale "rinascita" del film western. Si colloca piuttosto nel ben più vasto filone fantasy-avventuroso, rinato ormai già da qualche anno. E rimane soprattutto un "eroe di carta", che dal fumetto originale eredita la povert? e l' approssimazione sbrigativa senza riuscire a nasconderla con la ricchezza cinematografica e spielberghiana delle scenografie, degli effetti speciali e anche del ritmo e dell' intensit? narrativa. Pu? sembrare paradossale per un fumetto, ma l' "immaginario" prodotto da "Tex" è sempre stato più verbale che visivo. E anche nel film i momenti più divertenti e familiari, quelli che a Venezia Giovani hanno strappato risate e applausi a schermo acceso, sono quelli in cui Tex e i suoi amici escono in alcune delle loro più famose espressioni. Fossi matto. Quel vecchio satanasso. Le carogne come te non muiono mai. Ritornate nei canili dai quali siete venuti. Ricacciamoli nelle loro sputacchiere. E naturalmente "una bistecca alta tre dita con una montagna di patatine fritte". L' inizio del film ne infila una bella serie e anche le prime sventole, i primi colpi di pistola o carabina, le prime cadute plateali dei colpiti e i primi sfracelli di tavoli e sedie si accolgono con piacere. Poi inizia la vera avventura di Tex, alla ricerca di certi fucili trafugati ma soprattutto alla scoperta del mistero di certe morti improvvise che trasformano in pochi istanti le vittime in orrende mummie pietrificate. Si lasciano alle spalle i paesaggi ispano-laziali del vecchio spaghetti-western e ci si inoltra in intricate foreste e città sotterranee dove vivono malefici aztechi dominati da Flavio Bucci, camuffato da Montezuma con una corona di piume ritte sul capo. E l' impresa western travalica nell' horror e nella fantascienza. La coppia Gemma-Tessari, che aveva debuttato nel mitologico già autoironico (Arrivano i Titani) e aveva poi dato vita con Ringo a uno dei più fortunati protagonisti della stagione del western italico, sembra voler recuperare entrambe le tradizioni, non poi così distanti, nel p?plum e del western. Nel film ci si d' il braccio invece che la mano, come facevano gli antichi romani di Cinecittà. Grotte e templi derivano direttamente dall' iconografia del p?plum e così il catastrofico crollo finale alla "Ultimi giorni di Pompei" con i massi in polistirolo che rimbalzano qua e l'. Ma la fantasia figurativa è scarsa, la sceneggiatura sprovvista di veri intrecci e invenzioni. Tessari ci mette qualche belluria visiva in controluce e indovina qualche scena efficace come l' automummificazione finale nella sala del trono. Ma il film rimane come il suo protagonista Giuliano Gemma, ancora capace ogni tanto di qualche scatto e capriola senza controfigura, ma lento e appesantito in salita e sulle distanze.

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TEX WILLER: SARAI IL NOSTRO INDIANA JONES



- di Paolo D' Agostini

Repubblica è 04 luglio 1985



Cinecittà: Tex Willer se ne sta appoggiato a un muro - il muro del Teatro 12 - e si fa fotografare nel caldo soffocante di mezzogiorno. La camicia gialla con tutte le cuciture al posto giusto, e con i polsini abbottonati è proprio quella delle copertine, anche il fazzoletto nero sottile legato stretto al collo e svolazzante nel vento torrido è regolamentare, come gli stivali speronati e naturalmente il cinturone allacciato sui jeans. Ma sotto al cappello marrone calcato sugli occhi il sorriso smagliante è quello di Giuliano Gemma. L' interno del teatro di posa è stato trasformato da Duccio Tessari, regista del film, e dai suoi collaboratori in un lungo cunicolo (di cartapesta) che sbuca in una grande grotta (di cartapesta anch' essa realizzata dallo scenografo Antonello Geleng). E' qui che sta girando Tex e il signore degli abissi: è qui che, dopo le sei settimane di riprese effettuate in Spagna (Almeria), il set trascorrer? i prossimi, conclusivi, dieci giorni. Lo stato maggiore della "operazione Tex" siede a un lungo tavolo sotto un tendone improvvisato nel piazzale all' ingresso della città del cinema. Il prof. Rossini, direttore della Terza rete tv della Rai, produttrice del film, sottolinea con soddisfazione che si tratta di una produzione tutta affidata a mezzi interni, e annuncia che se il film (che uscir? nelle sale a fine anno) dar? la verifica commerciale che ci si aspetta, si passer? a una seconda fase: il film, insomma, sarà il "pilota" di una successiva serie televisiva (13 episodi da un' ora). Il passaggio allo sfruttamento seriale, dice il professore, "? già predisposto", ma la Terza rete non sarebbe in grado di affrontarlo da sola: lo farà, se lo farà, con l' aiuto della ReteUno. C' è anche l' anziano signor Giovanni Bonelli, creatore del più celebre fumetto italiano, il quale si dice "contento" di vedere il suo personaggio passare, a 37 anni dalla nascita, allo schermo. Cosa che non era ancora mai accaduta malgrado le molte richieste. E perchè ha concesso ora i diritti alla Rai? "Perchè mi sono simpatici". La parola a Tessari che, dai "sandaloni" agli spaghetti-western, è una vecchia volpe del cinema "popolare", e che recentemente ha avuto ripetutamente a che fare con la serialit? televisiva ("Liala", "Caccia al ladro d' autore"). Dice che ha avuto carta bianca e che perciò se il film verr? brutto sarà colpa sua. Dice poi la cosa che forse sta più a cuore a chi ha voluto questo viaggio di Tex dal fumetto allo schermo, e lo dice dando atto a "pap?" Bonelli di aver precorso Spielberg di qualche decennio. Questo Tex infatti, di cui si è valorizzato "il cot? fantastico e magico", impegnato in un' avventura dove ha come partner una regina azteca che si chiama Tulac (ed è Isabel Russinova), si propone molto decisamente di competere con Indiana Jones, l' avventuriero/archeologo/giustiziere di cui si rilev?, alla prima apparizione, l' evidente matrice fumettistica. La fortuna del genere western si rinnova, la sua terra d' origine americana lo rivaluta (Clint Eastwood): con Tex non si fa western tradizionale n° "all' italian"; si cerca qualcosa di originale, si vuole giocare la "carta vincente" di una tradizione avventurosa che risale a Salgari. L' amministratore delegato della Sacis, distributrice all' estero del film (in Italia è a cura Titanus), Gianpaolo Cresci, esalta il concorso di tutte le industrie pubbliche dell' audiovisivo, dice che Tex è già venduto in Spagna, che le prevendite avevano già raggiunto l' Estremo oriente, Giappone incluso, che c' è "interesse" dalla Francia, dagli Usa, dal Medio Oriente. Che il film ha ricevuto l' invito della Mostra di Venezia, nella sezione (e l' uditorio non trattiene una certa ilarit?), "Venezia Giovani". Il funzionario di RaiTre Stefano Munaf? aggiunge che il preventivo era di un miliardo e 400 milioni, ma che si andr? più in l'. Giuliano Gemma: Tessari dice che è stato scelto "a furor di popolo": un' inchiesta appositamente ordinata l' ha collocato in testa ai gusti del pubblico, che nei panni di Tex lo ha preferito a Paul Newman e Robert Redford. E' vero che si era parlato anche di Patrick Wayne (figlio di John) ma solo come eventuale ripiego. "Un' occasione di rivincita" la definisce pacatamente ma fermamente l' attore: dopo un Marco Polo americano, un Verdi inglese e un Colombo irlandese, non potrebbe essere un Tex italiano a imporsi sui mercati mondiali?

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TEX WILLER DAI FUMETTI AL CINEMA


di Daniela Brancati

Repubblica è 27 luglio 1984



E' da aprile che se ne parla, ma finalmente sembra che Tex Willer c' è l' abbia fatta a superare tutti gli scogli, amministrativi, legali ed anche affettivi. Ora, se tutto andr? liscio anche nel consiglio di amministrazione della Rai, dove la proposta definitiva approder? presto (forse perfino la prossima settimana), si dovrebbe dare il via alla produzione e il popolare fumetto diventer? film entro dicembre e poi serie televisiva di tredici puntate. Dato il lungo e faticoso lavoro di preparazione, le uniche perplessit? residue potrebbero essere sul perchè proprio RaiTre, la rete regionale e culturale, debba condurre in porto un' operazione di telefilm, abbastanza al di fuori dalla filosofia generale della rete. Ma sembra che difficolt? di questo tipo non ne sorgeranno. Le traTtative con Gian Luigi Bonelli, autore e padre del fumetto nato 35 anni fa, letto da quattro milioni di persone, sono state laboriose, dal momento che a lui spettava l' opzione sull' attore protagonista, e il gradimento sulla sceneggiatura. Ora, dopo averlo negato per ben due volte, Bonelli ha finalmente detto sè alla terza stesura della sceneggiatura predisposta dal regista Duccio Tessari, da Gianfranco Clerici e Marcello Coscia. Il protagonista, come è noto, sarà Patrick Wayne, figlio del popolarissimo John. La scelta americana è giustificata dal fatto che gli attori italiani sono spesso molto caratterizzati, difficili trovarne uno che si muova come un cowboy, che ne abbia la faccia scolpita dal sole e dalle intemperie. Costo dell' intera operazione è un miliardo e quattrocento milioni per 11 film, e quattrocento milioni a puntata per la serie alla quale, se va bene, ne seguirò una seconda. Dice Filippo De Luigi, amministratore della parte di produzione televisiva di Cinecittà, partner a metà di RaiTre nell' "affare Tex": "L' idea iniziale era quella di fare un episodio pilota, ma ci sarebbe costato 900 milioni, senza offrire nessuna possibilità di sfruttamento immediato nelle sale". Il film invece sarà utilizzato per due puntate della serie, ma ne sarà anche promozione e sondaggio, andando prima nel circuito cinematografico. Cosè a settembre cominceranno le riprese - cinque settimane di lavorazione per il film e due episodi per la serie - che si svolgeranno in parte a Cinecittà, col criterio di set polivalente, adatto cioè ad essere smontato e riconvertito in breve tempo per girare tutte le scene in interni razionalizzando al massimo i ritmi di lavoro e le risorse, e in parte ad Almeria, in Spagna. E' l' infatti una specie di Disneyland, dove Sergio Leone gir? il suo "C' era una volta il West", perfettamente tenuta, dove girare un western è possibile a costi molto più bassi che altrove e, naturalmente molto più bassi che ricostruendo ex novo. Dice Stefano Munaf?, capostruttura di RaiTre: "Noi siamo una rete povera che negli ultimi tempi ha prodotto molto a costi bassissimi. I film di Luciano Odorisio, di Peter Del Monte, ci sono costati poche centinaia di milioni. Quando siamo andati a Cinecittà, ci siamo scontrati con la mentalit? di chi è abituato a produrre film d' autore. Le scenografie erano pensate con materiali pregiati, ma lavorandoci su, ne abbiamo ridotto i costi di due terzi". E Duccio Tessari, chiamato a dirigere l' intera operazione: "Forse nella prima sceneggiatura c' era più fantastico e movimento, era meno tradizionale rispetto ad ora, avevamo tentato di coniugare il genere western col fantastico di Arca Perduta, ma la stesura attuale sarà forse più gradita alla marea di affezionati lettori di Tex".

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  • 8 mesi dopo...

Ho sempre desiderato vedere questo film, anche se già avevo sentito dire che non era un granch?:mio padre me lo diceva che era una porcheria... Ma ovviamente uscito in edicola il dvd corro a comprarlo, e dopo essre giunto alla fine del film tra molte bestemmie e una fatica immane, ecco quel che penso:non solo e non tanto film bruttissimo oltre ogni decenza, ma film che è un insulto al personaggio Tex e alla serietà, alla maturit? delle sue storie!... mi chiedo sempre come abbiano potuto prendere una delle più belle storie di Bonelli e trasformarla in questo obbrobrio... Adesso quel dvd è da qualche parte nei meandri di casa mia, seppellito dalla polvere e rosicchiato dai roditori:non farà niente per salvarlo! :indianovestito:

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  • 1 mese dopo...
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Dal libro IL CINEMA DEI FUMETTI di Roberto Chiavini, Andrea Lazzeretti, Luca Somiglie Michele Tetro, pubblicato da Gremese Editore, la scheda del film di Tessari:



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Guest Wasted Years

ciao a tutti. A me personalmente il film e' piaciuto. peccato che non ne abbiano fatti altri. :generaleN:

Post di moderazione.


Che cosa ti è piaciuto e cosa no, perchè e perchè no, come mai hai deciso di intervenire senza dire nulla di significativo nonostante i precedenti ammonimenti, perchè vuoi contribuire nel rafforzare la mia fama di inflessibile rompiscatole e dittatore prendendoti un ulteriore periodo di "ferie"?
Se a te il film è piaciuto, spiega il perchè ed il percome, altrimenti che senso ha che tu lo scriva? Risulta essere interessante quanto il fatto che ti è piaciuto il pranzo di ieri.

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  • 8 mesi dopo...
  • Collaboratori

Qualche notizia in merito a questo film...1 ) tra idee e progetti, ci vollero più di 10 anni prima di portare il film sullo schermo;2 ) Gianluigi Bonelli, a un certo punto, aveva anche fondato una sua casa di produzione;3 ) Charlton heston e Jack Palance si erano resi disponibili per interpretare Tex & Carson;4 ) la Warner Bros aveva dato la sua adesione ( ad un altro progetto ), mettendo a disposizione 1,5 milioni di dollari;5 ) Tessari acquist?, per conto di Rai3 i diritti di riduzione per 300 milioni di lire;6 ) Gemma, consigliato dal suo agente, aveva inizialmente rifiutato la parte;7 ) In alternativa a Gemma, Tessari aveva pensato agli attori Patrick Wayne e Keith Carradine;8 ) In caso di successo del film, era prevista una serializzazione in 13 episodi TV;9 ) Il film è stato girato, in esterni, in America;10 ) nei primi giorni il film aveva fatto buoni incassi;11 ) il film è costato in tutto due miliardi di lire;12 ) secondo Gemma la colpa del fallimento è da addebitare al poverissimo budget, impossibile rivaleggiare con "Alla ricerca dell'arca perduta" al quale si ispirava ( come modello ).

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Il film è stato girato, in esterni, in America;

Su questo punto ho qualche dubbio. Io so, e me ne accorgo anche vedendo il film, che gli esterni sono stati giratiin Almeria, in Spagna, locations di moltissimi spaghetti western.
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1 ) tra idee e progetti, ci vollero più di 10 anni prima di portare il film sullo schermo;3 ) Charlton heston e Jack Palance si erano resi disponibili per interpretare Tex & Carson;4 ) la Warner Bros aveva dato la sua adesione ( ad un altro progetto ), mettendo a disposizione 1,5 milioni di dollari;

A questo punto, come diceva Antonio Lubrano ( :D ) la domanda sorge spontanea... anzi, più di una!1) Dieci anni per produrre una str... simile??? 2)Perchè non hanno scelto due grossi big del cinema come Heston e Palance per fare Tex???3)Perchè non si è seguita la "strada Warner bros"???
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Sandro, credo vi sia un errore: gli esterni furono girati in Spagna, come, del resto, quasi tutti gli spaghetti western. Sono quasi certo di questo: se non sbaglio, vi è un'intervista dello stesso Tessari in cui racconta i luoghi delle riprese, che aveva già visitato più volte in occasione delle sue opere precedenti...

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  • Collaboratori

Sarà, anzi forse hai ragione perchè mi sembra di ricordare qualcosa di simile anche io... cmq notizie queste ultime prese dalla carta stampata: forse qualche esterno in America l'hanno fatto...

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  • Collaboratori

@ Paco, 10 anni non per fare questo film, ma per decidere di fare un film di Tex, idea che evidentemente si scontrava con tante difficolt?, non solo quella di Gemma che non voleva saperne.

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  • Rangers

2)Perchè non hanno scelto due grossi big del cinema come Heston e Palance per fare Tex???

Beh evidentemente i due attori avrebbero innalzato (e non di poco) i costi di produzione. Alla fine si è optato per Gemma, forse l'unico attore che si è reso disponibile alla parte. Da qualche parte, non ricordo più se qui sul forum o altrove in rete (al limite faccio una ricerca) avevo letto che per il ruolo di Tiger Jack era stato contattato Terence Hill. Si proprio lui, avete letto bene. Io sono rimasto allibito: la bravura di Terence è certamente nota, ma la sua fisionomia è completamente differente da quella di Tiger. Per quanto riguarda Carson invece, secondo me l'attore che è stato scelto si avvicina molto al modello del fumetto. :trapper:
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  • Rangers

Ecco qualche notizia tratta da http://www.filmbrutti.com/articles. php?ShowArticle=30

Nella scheda si parla dei ricordi dell'attore Carlo Mucari (Carlo Mammuccari, l'attore che interpreta Tiger):

TEX WILLER E IL SIGNORE DEGLI ABISSI
Doveva essere una produzione televisiva di quattordici episodi, ma durante le riprese pensarono di adattare il ?pilota? al cinema, e di presentarlo a Venezia. Purtroppo fu un mezzo fiasco, lo stile e le battute del fumetto al non resero al meglio su pellicola, e gli effetti speciali non erano all'altezza degli altri film avventurosi dell'epoca (ad esempio ?Indiana Jonesè). La Rai, prefer? pagare le opzioni per i restanti tredici episodi ai membri del cast, ma non fece girare più la serie su Tex, con grande disappunto di Carlo.
Il film fu girato in Almeria, nel villaggio creato da Sergio Leone per ?C'era una volta il West?.


Qualche aneddoto:

Duccio Tessari si divertiva a prendere un po' in giro Carlo che girava il suo primo film importante (appunto Tex Willer e il Signore dell'Abisso), ad esempio facendogli ripetere più volte le scene d'azione più pericolose, nonostante avesse una controfigura, che però veniva usata solo per le scene a cavallo.

Terence Hill: Chiacchierando con il buon Mario Girotti, venne fuori un aneddoto curioso: ai tempi di ?Tex Willer?, la produzione aveva contattato lo stesso Hill per il ruolo di Tiger Jack, che poi and' a Mucari.

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Terence Hill interpretare Tiger?... questa fa troppo ridere!!-a quel punto avrebbero potuto prendere Bud Spencer per fare Kit! :lol:Comunque è vero,Carson non era affatto male:l'unica cosa che non mi piaceva era l'aria un p? troppo pacioccona e i pantaloni alla militare!Comunque Kit nel film non l'hanno messo, ma a un certo punto a Tex lo vestono come lui! :D

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  • 1 anno dopo...
  • 3 mesi dopo...

Ho visto questo film la settimana scorsa su Youtube: L'unica cosa di mio gradimento è stata la scelta dell'attore che interpreta Kit Carson. Altrimenti troppo distante dalla vera storia: Tiger ed Eusebio poco convincenti, Tex con troppa poca grinta, l'assenza dei rurales alla presa del Castillo e la mancanza di Kit, Tulac una principessa. Poi le trasformazioni in mummia sono grottesche, inadatte secondo me.

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  • 1 anno dopo...
  • Rangers

Da qualche minuto ho appreso della scomparsa di Giuliano Gemma, avvenuta a causa di un incidente stradale, nelle vicinanze di Cerveteri.

Immagine postata

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/ci... te_9392920. html

http://www.postcardcult.com/articolo. asp?id=6357&sezione=11

Modificato da Santana
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