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Tex E Il Sovrannaturale


NuvolaRossa75
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Mi è capitato, in altre discussioni, di tirare in ballo l'elemento sovrannaturale nelle storie di Tex e di discutere sull'opportunità della sua presenza in un fumetto di ambientazione realistica e western. Pensavo, con questa discussione, di sistematizzare un po' le varie espressioni del sovrannaturale in "Tex" (servendomi della collaborazione di mio fratello Pedro Galindez, che ringrazio, per la bibliografia) e la loro funzione, discutendo con tutti voi dei risultati.

Le tipologie del sovrannaturale e le loro espressioni in diversi personaggi di "Tex" si possono più o meno riassumere così:

a) Espressioni dell'elemento magico nelle culture nativo-americane o minoritarie : ne sono un esempio lo stregone Navajo Nuvola Rossa e Zhenda(visti per la prima volta in Pueblo Bonito nn.70-72), Padma (in Incubo! nn.78-80), Mitla e il Diablero (Diablero! nn. 135-137), Kabagi lo stregone ( Nelle paludi della Lousiana nn.330-333)

b ) Magia nera e occultismo : Mefisto (apparso in queste vesti in La gola della morte nn. 39-40) , Yama (in Il figlio di Mefisto nn. 125-128), i neri del vodoo (apparsi per la prima volta, con il baron Samedi e Loa in Terrore sulla Savana nn. 93-95)

c) Presenze dall'aldil' : la Dama di Picche (storia omonima, nn. 116-117), padre Matias (in Santa Cruz nn. 215-217), Colorado Belle (storia omonima, nn. 538-539) e (questi due con un grosso punto interrogativo), Nana lo stregone Apache (in Il tesoro di Victorio , nn. 191-193) e padre Venustiano (in Guerriero Apache nn. 378-381).

d) Scienza ai confini del paranormale : il Morisco (apparso per la prima volta in Il tesoro del tempio nn. 76-77), il professor Steiner (in Un mondo perduto nn, 282-283), i fratelli Herrera (in Gli uomini giaguaro nn. 387-392) e Ten°br?s/Cairfax (in Omicidio in Bourbon Street nn. 576-578)


Le funzioni narrative del sovrannaturale, così come espresse da Vladimir Propp in Morfologia della fiaba , possono essere riassunte così:

Danneggiamento: provoca una situazione di pericolo o un danno al protagonista (Tex) e al suo nucleo familiare e di sodali (che è quello che fanno sempre Mefisto e Yama, per citare gli esempi più noti, ma possono farlo anche personaggi legati al magico come espressione di cultura "altra", come i neri del vodoo, Zhenda e i diableri).

Azione del mandante : invia l'eroe (Tex) in una missione (lo fanno soprattutto gli ectoplasmi: si pensi a Colorado Belle e a padre Matias)

Azione degli aiutanti : forniscono all'eroe (Tex) strumenti e conoscenze legate al sovrannaturale, ossia a una sfera che esula dalle sue conoscenze e abilità, necessarie per affrontare una situazione di pericolo o danneggiamento (Nuvola Rossa, El Morisco - sono "aiutanti" in un certo senso anche Nana e padre Venustiano, anche se Bonelli e Nizzi, gli autori delle due storie in cui compaiono, danno alla loro natura una vena di ambiguit? - veri fantasmi o espressioni della paura e del rimorso dei personaggi a cui appaiono?, T?n°bres/Cairfax)

Il magico, secondo me, diventa elemento ingombrante quando il personaggio che lo introduce, esula dalle funzioni sopra descritte per diventare protagonista; in pratica, quello che mi faceva considerare il soggetto e la sceneggiatura di "Omicidio in Bourbon Street" inadatti a Tex, che - spero sarete d'accordo - può utilizzare il magico, ma mai farsene sopraffare, n° in senso negativo n° in senso positivo.

Buona discussione! :indiano:

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Un saggio detto popolare ci informa che "il troppo stroppia". Naturalmente la cosa vale anche per l'elemento magico o sovrannaturale in Tex. Di tutti questi punti che hai citato io trovo "accettabile" il punto a per i motivi impliciti nella domanda (? qualcosa che fa parte della vita di diversi gruppi etnici) e, in parte, il punto d ma - sono sincera - solo per "merito" del curandero di Pilares. Del punto c farei senza dubbio a meno, e così dicasi del punto b soprattutto quando i due aspetti si sovrappongono e si confondono. In poche parole, era già un po' troppo un Mefisto che dalla sua camera con vista nell'oltretomba mandasse messaggini vari al figlio, ma la resurrezione del di cui sopra, IMHO, non ha portato nulla alla serie (forse la Loa di Villa? :lol:) e se ne poteva tranquillamente fare a meno. Il mio parere è che questi aspetti possano essere inseriti con molta parsimonia, evitando di riproporre il caso Lazzaro e lasciando spazio invece a nemici e amici notoriamente vivi o presunti morti, e naturalmente a nuovi personaggi. P. S. Sperando che il Carfax non si sia ingollato prima di morire una scorta di elisir e non ce lo ritroviamo di nuovo in giro per l'albo :blink:

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  • Collaboratori

Vorrei dare il mio piccolo contributo a questa interessantissima discussione partendo con un breve accenno all'ultima storia di Mefisto. Riportarlo alla vita non era una cosa facile da immaginarsi per l'autore. Nizzi si serve indubbiamente della teoria della trasmigrazione delle anime. Pur essendo propria di molte culture ( compresa quella greca ) essa trova la più concreta espressione nell' Induismo. A volte chiamata - metempsicosi - si basa sull'idea che un'anima può passare da un corpo e soggiornare in un altro (umano o animale) oppure in un oggetto inanimato. Nizzi, come dicevo, l'ha romanzata efficacemente, aumentandone la portata. In effetti Mefisto si sostituisce del tutto a Narbas. Gli ruba l'anima e il corpo. Il lettore, messo di fronte a questo particolare non irrilevante, vede praticamente compiersi la resurrezione ( e non reincarnazione ) del diabolico personaggio, che non cristianamente, ma satanicamente, risorge. Abbiamo quindi diversi elementi di diverse dottrine amalgamate alla meno peggio dall'autore modenese. Fermo restando l'opportunità di una simile operazione ( più di marketing e sicuramente poco sentita dal pubblico ), c'è da chiedersi perchè Nizzi non si sia limitato alla sola trasmigrazione dell'anima di Mefisto nel corpo di Narbas, dato che il suo non esisteva più, terrenamente parlando, essendo stato divorato anni prima dai topi. Messa così sarebbe stato sicuramente più accettabile agli cchi del lettore, specie se si fosse richiesto al bravo cvilla di modellare la figura di Narbas quanto più possibile vicina al diabolico personaggio, garantendone comunque la propria individualit?, cioè un corpo fisicamente diverso da quello del vecchio Mefisto e tuttavia non troppo dissimile.

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IMHO, più che di metempsicosi ( anche se l'origine di Narbas fa volgere i pensieri in questa direzione in maniera molto naturale ) si potrebbe trattare di possessione demoniaca, un po' come capita in Dante ( Inferno XXXIII, 91 - 157 ) in cui si racconta che i traditori degli ospiti, non appena commettono la loro colpa, finiscono ipso facto all'inferno, mentre un diavolo si impadronisce del loro corpo fino al naturale termine della loro vita fisica. Che questo sia il caso di Narbas e di Mefisto lo fanno sospettare due cose:
a ) Narbas, dedito alla magia nera, viene trascinato all'inferno proprio mentre compie le sue pratiche
b ) Mefisto può essere visto più come un demone che come un'anima dannata: non solo Tex, parlando di lui a El Morisco in "Tex contro Yama" ( n. 267 ) afferma che era "più un demonio che un uomo", ma Mefisto stesso, parlando ripetutamente col suo rampollo nel corso di quella stessa storia ( "L'ombra di Mefisto", nn. 265 - 268 ) afferma che, se Yama riuscir? a distrugger Tex e i pards, lui, che già è stato ammesso alle più basse gerarchie infernali ( afferma di possedere i "poteri dei signori dei cerchi inferiori", cosa peraltro confermata da El Morisco dopo una consultazione dei suoi libri di magia ), assurger? ai più alti gradi demoniaci.
Che Nizzi possa essersi ricordato dell'episodio dantesco mi sembra piuttosto verosimile: nella parte iniziale di "Mefisto!" non mancano le citazioni e gli ammicchi alla grande letteratura europea ottocentesca ( "Guerra e pace" ecc. ); fare implicitamente ricorso a Dante non mi pare eccessivamente difficile per uno sceneggiatore italiano.

Modificato da Pedro Galindez
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Se Tex ha avuto tanto successo in sessantanni e' anche perche' il suo creatore(G. L. Bonelli)ha saputo, nel corso degli anni, alternare alle storie western, delle vicende a sfondo fantastico o sovrannaturale, specie nei primi ventanni di vita. Personalmente non ritengo che sia un elemento ingombrante sulle pagine di Tex, ma anzi è una variante ben accetta specie se scritta e fatta bene. Pero' dalle tipologie del soprannaturale descritte ottimamente da NuvolaRossa75, c'e' un punto che non gradisco molto come "filone" magico del nostro ranger, ovvero quello del punto D. Non ho mai gradito molto tutte quelle storie(a parte qualcuna)degli scienziati pazzi o di civilta' perdute e nascoste da secoli come "Un mondo perduto" o "Thonga il tiranno", per non parlare di quelle storie che andavano di moda negli anni '50 sia al cinema e sia nei fumetti, e cioe' la lotta degli uomini contro animali preistorici o sconosciuti alla scienza. Una su tutte "Le terre dell'abisso" che l'ho trovata sempre esagerata, con tutti quei mostri inverosimili che sembravano uscire da un Bmovie. Prediligo molto di piu' il punto C, ovvero quando siamo presenti a storie con defunti che non trovano pace come "Santa Cruz" e anche quella piu' recente "Colorado Belle". Giustamente queste storie non possono essere troppo frequenti nella serie, ma ogni tanto col giusto dosaggio sono ben gradite.

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Per quanto mi riguarda, l'elemento sovrannaturale, se utilizzato con capacità e parsimonia è sicuramente un elemento funzionale e vivacizzante per le storie del nostro ranger. Per come la vedo io, se gli autori si limitassero a trattare solo ed esclusivamente trame prettamente "western" ci ritorveremmo ad avere storie tra loro molto simili ed eccesivamente ripetitive con sceneggiature che sembrerebbero l'una il clone dell'altra. Pesonalmentente ( da bravo modernista ;) ;) ) ho sempre letto con grande passione tutte le avventure in cui Tex si cimentava con nemici dotati di poteri magici, mostri preistorici, et similia. E questo perchè io vedo Tex si come un fumetto western, ma soprattutto lo vedo come un western avventuroso, e in ogni saga avventurosa che si rispetti, per quanto basata su elementi empirici ( penso ad esempio ai racconti di giulio verne ) la presenza di qualche mistero insondabile, qualche defaiance nell'occulto, qualche impresa al limite dell'impossibile è indubbiamente un piaceole diversivo. Certo, con questo non voglio dire che Tex debba essere trasmutato nel "ranger dell'impossibile", ma semplicemente affermare che se Nolitta/Boselli/Nizzi/Faraci ( come già in passato fece lo stesso GLB mettendo Tex a confronto con alieni venuti da altri pianeti e mefistofelici fiori della morte ) vogliono concedersi uno "stacco dalla cruda realtà", il personaggio di Tex non ne può certo risentire, anzi...

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Vorrei premetere che ritengo il lavoro degli sceneggiatori, arrivati doppo il lungo lavoro di Bonelli, veramente arduo. Cioè trovare qualche spunto originale dopo che G. L. aveva, in tanti anni di lavoro, spaziato in lungo ed in largo su temi western era impresa quasi imposibile. Detto questo ritengo cje gli "sconfinamenti" di Tex nel sovrannaturale sono quasi obbligatori, visto l'esiguit? delle situazioni esistenti nel West (soprusi di allevatori nei confronti di contadini, eliminare il "boss" che incute timore nel paese, rivolte indiane, etc) quindi si al paranormale (magia nera, voodoo, qualche dinosauro) ma limitato a poche eccezioni e sicuramente mai più marziani dalla pelle squamosa che sparano con pistole laser, quello è veramente troppo.

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  • 3 anni dopo...

Io son del parere che l'elemento del sovrannaturale sia un elemento caratterizzante di Tex, non tanto in quantit? ma in qualità. E' un elemento che va usato con parsimonia. Con qualità intendo che uno dei migliori amici di Tex, El Morisco, compare in storie simili: Come non ricordare la storia alle prese con Tulac e il signore degli abissi? oppure la storia con la bellissima Mitla? Oppure ancora con il sacerdote egiziano RakosèLa nemesi per eccellenza di Tex è Mefisto, un personaggio da alcuni amato e da alcuni ora malvisto, però che ha fatto la storia in Tex. La prima storia in cui compare l'elemento sovrannaturale è "La montagna misteriosa" (albo N.15), vi ricordate il gran sacerdote (le cui fattezze sono uguali a quelle del Coyote Nero)?Inoltre recentemente anche nel texone "I ribelli di Cuba" compare questo elemento, ossia lo stregone Rayado. Prossimamente una altra storia sarà nel prossimo texone "La cavalcata del morto". Insomma di storie, in cui Tex ha avuto a che fare con entit? non normali, con scienziati pazzi, con maghi, ce ne sono state diverse, alcune degne di memoria altre meno. Però questo è anche Tex!A me piacciono vicende di questo genere se usate con parsimonia

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  • 5 mesi dopo...

Il sovrannaturale è più che accattivante, a patto che non se ne abusi, altrimenti tanto varrebbe buttarsi esclusivamente su serie horror come Dampyr o Dylan Dog. Ciò che va oltre l'umana comprensione esercita automaticamente un certo fascino e, soprattutto, permette a Tex e compagni di confrontarsi con avversari meno canonici e, dunque, più ostici da affrontare. Con il risultato di una storia, almeno potenzialmente, più avvincente e meno scontata. Non è un caso che il Nemico per antonomasia di Aquila della Notte sia un certo negromante dal ghigno satanico...

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