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TWF - Tex Willer Forum

Tex E' Sempre Dalla Parte Giusta?


Anthony Steffen
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Ultimamente con gli albi a colori di Repubblica sto avendo modo di rileggere tutte quelle storie che da tempo non rileggevo. Qualche mese fa' mi sono imbattuto nella drammatica avventura che vedeva il nostro Tex alle prese con alcuni giovani navajos scappati dalla riserva per unirsi al sanguinario Cruzado. La storia e' presente negli albi n°243-244-245 della serie regolare, sceneggiata da Guido Nolitta alias sergio Bonelli.

Immagine postata


Rileggendola, in piu' di un occasione ho storto un po' il naso per la posizione un po' troppo "faziosa" di Tex a favore dei suoi navajos. A questo proposito, riporto un mio commento alla storia nel topic a lei dedicato:


"In quasi tutte le storie in cui Tex ha patteggiato per la causa indiana e quindi il modo in cui pensava e agiva si trovavano sempre in sintonia con il mio modo di pensare.
Questa volta e per la prima volta non mi trovo molto d'accordo sul fatto di proteggere in maniera eccessiva i suoi navajos, rei di aver partecipato a sanguinose scorrerrie a ranch e fattorie.
Cio' che trovo veramente esagerata e' la difesa di Carson e Kit durante il colloquio tenutosi col tenente del forte Lancaster:

Lancaster:"come chiamereste voi una banda di indiani in rivolta che , dopo essere scappati dalle loro riserve, hanno dato il via ad una sanguinosa serie si scorrerie in tutto il nostro territorio?"

Carson:"non potete parlare di quegli indiani come di un orda di selvaggi assetati di sangue e pronta a saccheggiare villaggi e città."

Kit Willer:"non si tratta di un orda di selvaggi, ma di un branco di giovani guerrieri, di cui una buona parte non si rende conto della gravit? di crimini che sta commettendo."

Ebbene io credo che, per giovani che siano, i crimini che hanno commesso sono troppo pesanti per essere tollerabili e perdonati!

Quindi in definitiva, trovo che la presa di posizione di Tex e i suoi pards sia alquanto di parte ed eccessiva."


Mi domando a questo punto, ma Tex, per quanto riguarda la questione indiana, si trova sempre dalla parte giusta?A volte non e' un po' eccessiva la sua presa di posizione a favore del popolo rosso?la parola "rinnegato" che molto spesso gli viene attribuita, rispecchia in alcune occasioni, la veridicita' di tale accusa?

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  • Collaboratori

Stimolato dall'interessante spunto inziale di questa discussione, ho ripreso in mano gli albi de "Il segno di Cruzado", la storia più atipica mai apparsa sulle pagine del Tex mensile. Votata e contesta dai lettori già trent'anni fa per l'approccio anticonvenzionale all'eroe, è un'avventura che colleziona tutta una serie di temi dai quali ogni buon autore dovrebbe stare alla larga. Se in effetti Tex NON è assolutamente dalla parte giusta nel giudicare i suoi lupacchiotti navajos, che hanno lasciato la riserva al seguito del pazzo Cruzado, desiderosi di un po' di sana avventura condita di sangue innocente, c'è tutta una sfilza di cose che proprio non vanno. Prendiamo ad esempio la famosa chicken race, con quella testa di gallina che spunta dal suolo, disegnata in maniera grottesca da Galep: che dite, gli animalisti non dovrebbero prendersela è perchè è chiaro che appena Tex l'afferra e tira per il collo per strapparla alla terra, qualche ossicino deve essere già andato in frantumi, e se così non ?, se non gli toglie il fiato il fatto di restare appesa impiccata alla mano di Tex durante tutto il tragitto, il colpo finale non può non che darglielo il gesto di Tex, che in segno di sprezzo la scaraventa sul volto dell'antagonista. Tex non esita infatti a umiliare il più giovane avversario, che riconosce allora colpevole solo di superbia e ribellione. Abilmente provocato dalle parole del paiute, che l'accusa di essere un capo e non un vero guerriero, Tex sembra tenersi tutto dentro fino a che, venuta la giusta occasione, mette in ridicolo l'avversario. Se non bastasse il colpo basso della gallina, ecco che davanti a Cruzado, che schiumante di rabbia lo minaccia con un coltello, non trova di meglio che schiaffeggiarlo platealmente davanti ai suoi sparuti compagni! E Cruzado, desideroso di compiere gesta più grandi di lui, di mostrare che non è un vile coyote, lascer? il SEGNO, di morte, come la cicatrice a forma di croce che gli è impressa dal destino sulla fronte. Tex compie l'errore non solo di lasciarlo libero di andare a compiere scorrerie trascinandosi dietro i giovani navajos più focosi, ma ha la responsabilità di averlo aizzato a farle quelle scorrerie! E' normale dunque che sul suo cuore gravino dei forti sensi di colpa e il suo giustificare i navajos colpevoli di aver seguito Cruzado è sicuramente molto dovuto a questo. D'altro canto le argomentazioni di Cruzado non sembrano del tutto errate, allorche Nolitta cerca di farlo diventare il portavoce della nazione indiana oppressa dai bianchi: se Tex invoca la LEGGE che vieta di comportarsi come predoni, Cruzado si fa forte del DIRITTO: se i bianchi non avessero ucciso tutti i bisonti, fonte primaria della sussistenza degli indiani delle praterie, i pellerossa non avrebbero avuto il bisogno di saccheggiare le loro fattorie. Tex risponde con parole sagge, di un uomo che sa che Cruzado non ha tutti i torti, ma in fondo le sue parole sono tutt'altro che convincenti. E' tutta la storia che andrebbe riscritta insomma. E per fortuna, la scena del febbriccitante Carson che si becca uno sganassone da Aquila della Notte è stata provvidenzialmente tagliata dalla redazione!

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Come ha detto Ymalpas ( e come IMHO sarebbe difficile negare anche per un ammiratore incondizionato di Nolitta ) ne "Il segno di Cruzado" Tex commette davvero tutti gli errori possibili ed immaginabili, talch? il fatto che difenda i suoi "lupacchiotti" navajos che vogliono fare una "esperienza formativa" a base di assalti a fattorie e diligenze rappresenta semplicemente una "perla" tra le tante ( anche se poi interviene la mano del destino a colpire coloro che Tex non ha voluto fermare o punire ). Per quanto invece riguarda altri casi, a mio parere Tex di solito cerca pragmaticamente di tenere conto dei rapporti di forza esistenti tra le tribù indiane e i loro avversari bianchi ( specie se questi sono incarnati dall'esercito Usa ) in modo tale da ottenere per loro giustizia senza che esse debbano arrischiare la loro sopravvivenza: così, la guerriglia che il nostro ranger organizza contro le "giacche azzurre" è sempre incruenta ( anche in "Segnali di fumo", in cui Tex deve vendicare una strage di Apache a Santa Rita del Cobre, gli abitanti della cittadina e i soldados messicani che hanno commissionato la strage sono colpiti nelle loro abitazioni e nelle loro risorse, mentre solo gli esecutori materiali americani vengono uccisi, per di più quasi per caso ), per quanto fastidiosa, mentre la punizione dei bianchi colpevoli è pressoch? sempre demandata alle autorit? statunitensi e non agli indiani cui è stato fatto torto ( nel recente Texone "Patagonia" Tex pretende abbastanza irragionevolmente invece che il maggiore Rocabarren, reo di aver fatto strage di una intera tribù di indios, venga consegnato ai Patagoni perchè ne facciano giustizia, ma la cosa serve soltanto a far sè che la sua rottura con l'amico Mendoza sia completa, mentre nel seguito della vicenda egli viene battuto su tutta la linea insieme agli indios al fianco dei quali si è schierato ) . Persino in "Sangue Navajo", Tex, prima di lanciarsi alla caccia dei due altolocati assassini di alcuni giovani della sua tribù, fa nominare se stesso e i pards vicesceriffi in modo tale che tutto sia fatto con tutti i crismi di legge. In "Vendetta Indiana", è vero, il perfido Arlington, dopo essere stato radiato dall'esercito, subisce la vendetta di Nashiya, che ha privato del suocero e del marito, ma ( perlomeno ufficialmente ) Tex non ne sa nulla. Di conseguenza, in base a queste linee di condotta, mi sembra difficile accusare Tex di essere un "rinnegato"; potrebbe IMHO al limite avere maggiori ragioni Chunz in "Sulla pista di Fort Apache" nell'accusare, come fa, Aquila della Notte di aver consapevolmente cercato di assopire lo spirito di resistenza delle tribù indiane......

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Dal punto di vista del rapporto con gli indiani Tex, per quanto si sforzi di essere giusto e imparziale tende prevalentemente ad assumere (e Bonelli con lui, in primis) la posa e il ruolo del buon governante bianco, rappresentante, checch? se ne possa pensare, di una legge imposta a seguito di continue occupazioni e violazioni di trattati. Tex è il bianco amico e spesso fratello degli indiani, ma rimane bianco in ogni fibra (anche quando - con indubbia sincerit? - afferma di vergognarsi di quel colore). Non ci si può aspettare che colpisca, se non è inevitabile, l'esercito del proprio paese; infatti anche in "Documento d'accusa" abbandona, sia pur a malincuore, Natay alla sua sorte per non sparare alle giacche azzurre. Chi cerca un eroe pronto a identificarsi totalmente con la comunit? di infelici con la quale di volta in volta ha a che fare (indiani in particolari, ma anche schiavi neri, ribelli scozzesi, vichinghi....) deve puntare su Zagor, che da tempo di bianco ha solo il colore... e nemmeno tanto :D

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mi sembra difficile accusare Tex di essere un "rinnegato"

Ok, dagli esempi riportati dal buon Pedro, anch'io concordo che Tex non sia un rinnegato. Pero' proviamo per un attimo ad immedesimarci nei parenti delle persone trucidate dai giovani navajos che hanno seguito Cruzado. Ad un certo punto, dopo la tragedia, vediamo un bianco vestito da indiano che si fa' chiamare Aquila della Notte venire a bussare alla nostra porta dicendoci che lui e' il capo bianco di quei sbandati navajos e dopo averci detto che e' molto dispiaciuto per quel che e' successo, afferma anche che vorrebbe riportare quei giovani alla riserva, prima che li prenda l'esercito e li punisca. Insomma vuole farci capire che sono solo dei giovani che non sono consapevoli di quello che hanno fatto e quindi in un certo senso da "giustificare". E voi cosa avreste risposto a Tex dopo aver visto il proprio fratello o marito assassinato?Non e' questa una presa di posizione eccessiva?
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Ciao Anthony, io non son troppo d'accordo col tuo discorso... Cioè: lo sarei se fossimo nella realtà. Qu? non siamo nella realtà, siamo nel mondo di Tex, e il postulato per entrare nel mondo di Tex è che il nostro Aquila Della Notte sia il bene assoluto. Il punto di partenza deve essere che quella madre già sa che Tex è buono, che i suoi navajos sono giovani che hanno sbagliato, ma non cattivi. E' un postulato, e come tale indimostrabile: Tex è il bene, c'è l'ha detto G. L. Bonelli ( in questo caso il figlio! ) e noi dobbiamo crederci !E' chiaro che nella realtà una madre non farebbe un dscorso del genere, ma qu? siamo in una metarealtà manichea in cui bene e male sono conosciuti da tutti... In altre parole, non vi può essere una logica per cui i Navajos ribelli son buoni, e i Piutes cattivi: semplicemente i Navajos son buoni perchè il postulato di tutto Tex (non nel senso della ristampa) è che siano buoni, nonostante abbiamo sbagliato ( errore di giovent?...) : gli antagonisti ( i Piutes, in questo caso) sono cattivi : e poich? lo sanno tutti dov'? il bene, ecco che la madre comprende ( ed è ovvio che lo faccia) !

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E' un discorso che penso possa essere interessante, questo... Ho usato il termine 'postulato', ma potevo dire 'precondizione'... Quando leggiamo Tex, ci sono, secondo me, cose che non possiamo non sapere ( Tex e i navajos son buoni, i Pards sono fedelissimi, Carson ha il pizzetto, Kit è un leccaculo del padre, non vi è via di mezzo tra buoni e cattivi - in questo senso, Boselli non scrive Tex- i militari sono bacchettoni, i commercianti sono disonesti, i politici tramano, i grandi allevatori latifondisti tiranneggiano i piccoli, etc. etc. ). Sono sicurezze indimostrabili che dobbiamo avere, in un mondo di sicurezze come quello texiano ( in questo senso, le insicurezze boselliane non sono Tex! ), e che costituiscono la base della lettura stessa ! Se ci poniamo la domanda ' E' normale? ', dobbiamo sempre riferire il concetto di 'normalit?' all'universo- Tex, non alla realtà del nostro vissuto, che è in genere n° bianca n° nera, bensì grigia... e il grigio è il colore del Western crepuscolare, che, come il nostro Claudio Villa disse - acutamente- in un'intervista, non è il mondo di Tex... Tex è la certezza, sa dov'? il bene, dov'? il male, che giorno ?, che ora ?, dove siamo sulla cartina, e noi con lui... Non c'entra col Topic, ma son le ragioni per cui Boselli, persona simpaticissima e scrittore, in generale, di straordinario talento, è secondo me il peggiore sceneggiatore che potesse scrivere su Tex : il suo torto, fregarsene di queste sicurezze...

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Non sono del tutto d'accordo con te, Giacomo. Sebbene sia vero - entro certi limiti - che il lettore texiano si pone fiduciosamente nei confronti del suo eroe (e già questo non vuol dire che Tex agisca sempre bene e in modo irriprovevole, piuttosto che, alla fine di ogni avventura, il bilancio del bianco e del nero pender? sempre e comunque dalla sua parte), la posizione degli altri personaggi non può essere la stessa. Perchè noi non siamo nella realtà, ma in questa irrealtà le persone che chiedono giustizia anche sui giovani navajos si trovano invece nella realtà... non so se mi faccio capire. Tra Tex e i suoi fittizi contemporanei funziona come nel mondo e nella vita reale, cosicch? chi ha subito un torto gravissimo difficilmente si adatta, sul momento, a ragionamenti sulla giovane età, l'inesperienza, e l'usuale buona condotta della persona che lo ha commesso.
L'errore di Tex, in fondo, è quel liquidare la fuga dei suoi giovani con un "Gli servir? da lezione", ratificando così in qualche modo ciò che succeder? più tardi, e che Aquila della Notte, dall'alto della sua esperienza, dovrebbe ben immaginare. E perchè il cerchio si chiuda alla texiana, cioè in modo che gli eventi diano in qualche modo ragione al protagonista della saga, occorrerà che i giovani navajos dimostrino che in fondo non sono malvagi ribelli, facendosi torturare e massacrare in un impeto di nostalgia e pentimento. Della storia, infatti, non Tex ma Cruzado è il protagonista indiscusso.

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Ciao Cheyenne, il mio ragionamento è un po' diverso. Fermo restando che la storia f? acqua da molte parti ( come giustamente hai ricordato tu, è folle che Tex, venuto a conoscenza della fuga dei suoi 'lupacchiotti?', li lasci andare senza dire nulla ), cerco di spiegare il mio ragionamento. Tu dici che quella di Tex è un'irrealtà verosimile ( come un film), in cui le persone dovrebbero avere comportamenti verosimili (non giustificare i Navajos e distinguerli dai malvagi Piutes) : io invece credo che non sia una irrealtà così verosimile, quella texiana, anzi. Non è verosimile che uno non si becchi mai una pallottola, nonostante gli sparino a un metro di distanza, non prenda mai un pugno in faccia, ma non solo: che abbia sempre una camicia gialla, che conosca a memoria tutti i sentieri dal Messico all'Alaska, che parli con tutti i capi tribù indiani, nonostante le lingue indigene siano migliaia, etc... Quello texiano è un universo che il lettore sa già non essere verosimile, ed è ciò che ha, d'altro canto, permesso alla fantasia di Gianluigi Bonelli di evadere nel fantastico ( Mefisto, La Città D'Oro, etc... ) : fosse stato verosimile, ciò, secondo me, non sarebbe potuto essere. Dunque, in questo Mondo-Tex inverosimile, ecco che la base di tutto è una condizione impossibile in natura, cioè che un uomo agisca sempre per il bene, e che ciò sia risaputo da tutti. Quel che voglio dire, in sostanza, è che, essendo Tex intrinsecamente giusto ( e non, come hai detto tu, in quanto il lettore si ponga fiduciosamente nei suoi confronti), e sapendolo tutti tale, basta la sua parola per garantire la bontà dei Navajos ribelli, che son stati ingenui, e non malvagi, vittime, e non complici, di Cruzado. Non so se son riuscito a esprimere bene il mio pensiero... Comunque la storia è veramente scadente, con quell'inutile allungamento della vicenda che sa tanto di solito obiettivo nolittiano delle 5000 pagine... Fine Off Topic!

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Quel che voglio dire, in sostanza, è che, essendo Tex intrinsecamente giusto e sapendolo tutti tale, basta la sua parola per garantire la bontà dei Navajos ribelli, che son stati ingenui, e non malvagi, vittime, e non complici, di Cruzado.

D'accordo, ma basta la sua parola fino ad un certo punto!Il fatto di essere stati ingenui, e comunque di non essere cattivi nell'animo, non giustifica la mancanza di una punizione: in pratica Tex dice '? vero, hanno sbagliato, ma in fondo in fondo sono dei bravi ragazzi e non è necessario punirli'!Molto probabilmente Tex ha visto giusto mentre garantiva la bontà di fondo dei ribelli, però una giusta punizione ci vuole comunque, secondo me questa volta ha sbagliato.

Ad un certo punto, dopo la tragedia, vediamo un bianco vestito da indiano che si fa' chiamare Aquila della Notte venire a bussare alla nostra porta dicendoci che lui e' il capo bianco di quei sbandati navajos e dopo averci detto che e' molto dispiaciuto per quel che e' successo, afferma anche che vorrebbe riportare quei giovani alla riserva, prima che li prenda l'esercito e li punisca. Insomma vuole farci capire che sono solo dei giovani che non sono consapevoli di quello che hanno fatto e quindi in un certo senso da "giustificare". E voi cosa avreste risposto a Tex dopo aver visto il proprio fratello o marito assassinato?Non e' questa una presa di posizione eccessiva?

Sono totalmente d'accordo con il senso di quello che ha detto Anthony, il fatto che uno non si rende conto di quello che fa può essere un'attenuante, ma non può impedire una punizione.
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E' chiaro che tutta la storia è tirata per i capelli, ma non si deve dimenticare un elemento. Nessuno ci dice che anche i Navajos ribelli abbiano ucciso: per quello che ne sappiamo, possono aver ucciso solo i Piutes di Cruzado, che, anzi, hanno punito i Navajos che volevano dissociarsi dalle stragi con la tortura ( penso all'indiano che, morente, implora a Tex di sparargli ). Qu? la parola di Tex è sufficiente perchè anche i parenti delle vittime capiscano che i veri colpevoli sono i Piutes, che hanno reso vittime gli stessi ingenui ragazzi Navajos: secondo me ci può stare, fin qu?. Mi sembra quasi che valga l'equazione seguente:Navajos: Piutes = Pinocchio: Il Gatto e La VolpeCiò che mi pare puramente assurdo sono altre due cose: il fatto che Tex, per due mesi, dopo la fuga dei giovan° guerrieri, non faccia un'emerita sega; e, cosa ancora più folle, che l' Esercito permetta a Tex di riportare i Navajos alla riserva !Questo discorso non c'entra con l'argomento trattato, ma insomma... ce ne vuole!

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Capisco Giacomo, ma a mio parere non è tutto così scontato. Tex è l'eroe di una saga che, bench? strizzi sovente l'occhio alla storia, volge moltissimo alla fantasia. Da ciò quanto di straordinario tu segnali, come la padronanza delle diverse lingue indiane, bench? non vada trascurato il fatto che le varie tribù potevano comunicare con una certa facilit? attraverso il linguaggio dei gesti, e che alcuni idiomi hanno radici comuni. Non è invece sempre vero che Tex non becchi mai pallottole e pugni, diciamo piuttosto che, infallibile come ci è stato a lungo prospettato, per beccarsele deve fare spesso la parte del piccione che tanto indigna, e che a me non d' invece eccessivo fastidio se per un attimo rimette il ranger in posizione umana. Ma tutto ciò non ha a che fare con la statura morale di Tex, statura alta senza dubbio ma non immensa. Credo che un po' tutti ci siamo infastiditi davanti ad un atteggiamento un tantino prepotente del Tex degli inizi (quando non si poteva mettere in dubbio una sua affermazione che subito partiva con i pugni), o ad altre posizioni che ne dimostrano una certa supponenza, tanto per dirne alcune. Ci infastidiscono come tutto ciò che in un amico ce lo rivela più terreno di quanto il nostro cuore lo aveva disegnato, e che comunque gli perdoniamo ben volentieri perchè gli vogliamo pur sempre molto bene. E noi, come ho detto prima, vediamo tutto il ciclo dal di fuori, e ci possiamo dunque permettere addirittura di intuire il seguito; ma pensiamo alla persona - immaginaria - che vive invece la stessa avventura dal di dentro e che, come veniva ipotizzato, si sente dire "Guarda, alcuni navajos hanno massacrato tuo figlio, ma è solo perchè hanno seguito stupidamente alcuni piutes cattivi e quindi non ti arrabbiare con loro, me li porto via prima che l'esercito li prenda". Non credo che l'aura di "Tex-ha-sempre-ragione" farebbe molto effetto su di lei. Del resto, non fa effetto su tutti, è dimostrato... e non sono tutti mascalzoni. Nonostante questo non trovo la storia scadente; non è tra le migliori, e tanto meno un capolavoro, ma è leggibile, forse proprio alla luce dei suoi difetti. N° mi stupisce che l'esercito lasci andare i navajos, visto che non sarebbe affatto illogico fare una concessione, quando ormai il nemico più pericoloso è stato sconfitto, per evitare altri inutili scontri. E forse il castigo morale più profondo star? nel fatto che la vendetta per i morti la farà non la legge dei bianchi n° quella navajo (e cosa sarebbe successo tra l'altro nel secondo caso? qualche frustata dai rispettivi babbi? l'esilio? un paterno pestaggio da parte di Aquila della Notte?), ma un branco di sciacalli a caccia di taglie.

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La causa indiana che Tex ha sposato per anni e' una causa giusta, anche se persa dall'inizio. Nelle belle storie filoindiane come "Sangue Navajo" o "Le colline del Vento",Tex vince una battaglia ma non la guerra che terminera' come la storia ci insegna. Ma credo che la posizione che Tex assume, e cioe' quella di mettersi al servizio de piu' deboli e quindi del popolo che ha subito un torto, sia all'unanimita' quella piu' giusta. Solo che in certe occasioni, come appunto nella storia con Cruzado e in qualche altra, si e' un po' "abusato" del fatto che Tex sia un amico del popolo rosso, anche quando quest'ultimo si e' macchiato di colpe imperdonabili. Qualche volta il nostro Aquila della Notte ha "appoggiato" indiani per partito preso, come nella storia presa in questione in questo topic. In questi casi faccio fatica a criticare coloro che lo giudicano un rinnegato. In definitiva, penso che gli sceneggiatori, alle volte, hanno fatto assumere a Tex una posizione eccessivamente buona nei confronti degli indiani.

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Guest Wasted Years

Non esistono popoli e non esistono nazioni. Esistono solo uomini. E non ci sono "parti" giuste in assoluto, solo ragioni e torti contingenti. Il Tex di Nolitta non è il Tex di GLB, è completamente diverso, è un Texgor, la parte zagoriana del quale è il difensore della "nazione" indiana, cosa che Tex non ?, visto che non sposa la causa "nazionale" ma quella della giustizia. Chi sta dalla "parte giusta" non esiste. La parte "giusta" è quella di chi vince, ed in una guerra dura non vince nessuno, che non siano il lutto ed il dolore. Tex è la giustizia sopra le parti.

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  • 2 settimane dopo...

Mi domando a questo punto, ma Tex, per quanto riguarda la questione indiana, si trova sempre dalla parte giusta?A volte non e' un po' eccessiva la sua presa di posizione a favore del popolo rosso?la parola "rinnegato" che molto spesso gli viene attribuita, rispecchia in alcune occasioni, la veridicita' di tale accusa?

Argomento interessantissimo! :inch: Tex e il suo rapporto coi pellerossa è una delle pietre angolari sulle quali si basa tutta la saga. La moglie indiana, il figlio meticcio, il fatto di essere capo dei Navajos, hanno messo spesso il nostro eroe in una posizione invisa alla popolazione bianca. La mia opinione, che riconosco potr? sembrare un p?... eccessiva, è che sono sempre e comunque d'accordo con Tex quando difende gli indiani, anche se questi sono in una posizione di torto. Non nascondo di essere felice quando, leggendo il fumetto, vedo bande di indiani avere la meglio sui bianchi, siano essi criminali incalliti o semplici coloni. Almeno l', nell'ovattato mondo del fumetto, qualche volta gli indiani si prendono una rivincita... Sono stato sempre pro-indiani, ma la lettura di "Seppellite il mio cuore a Wounded Knee" ha acuito la mia posizione
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