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TWF - Tex Willer Forum

Tex E La Politica


ymalpas
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Ringrazio entrambi per i quasi gratuiti complimenti.

Essendo in classe non ho molto tempo per scrivere ciò che vorrei

Tranquillo, per quanto mi riguarda anche io ho le ore contate di libertà.

non dipende dalla carica/ruolo dell'antagonista, ma del comportamento dello stesso.

Il comportamento di Tex , come quello di ogni essere umano, non può che essere relativo al mondo e all' ambiente da cui s'è circondati. Non è la stessa cosa trattare allo stesso modo un uomo che ruba per vivere ed un altro che lo fa per arricchirsi; il fatto è che gli avversari di Tex vengono sporadicamente sottoposti a questo tipo di problemi. Troppo spesso vediamo una suddivisione elementari in buoni e cattivi. Di quelle a cui credono i bambini. E forse nemmeno più loro.

Corto ha definito Tex antimilitarista, ma non dimentichiamoci che fa parte di un gruppo (i Ranger) che ha una medesima struttura che l'esercito.

Io non conosco l' organizzazione dei Rangers, ma da ciò che emerge nella serie, questa sembra avere una organizzazione meno verticale di quella dell' esercito. Tex accetta i casi ben specificando che farà a modo suo. Ostenta inoltre sempre un bisogno di autonomia e giammai di subordinazione. Ovviamente poi, è quasi impossibile condurre una vita in piena autosufficienza ed autonomia: che si sia cow boy , killer o impiegati in banca, si lavora sempre per qualcuno.

Tex non parla della pena di morte, ma perchè? Se si definisse a sfavore perchè lui allora uccide? Inoltre, a quanto io sappia, all'epoca nella quale Tex è incentrato il problema della pena capitale non aveva ancora raggiunto livelli quali gli attuali, indi risulterebbe anche una forzatura.

A questo non avevo pensato, ma hai detto proprio la verità. La mia osservazione a questo punto risulta stupida e cade. Soltanto gli intellettuali d' europa cominciavano a porsi il problema. Effettivamente sarebbe stato fuori luogo. Si ritorna sempre al discorso 'ognuno è figlio del suo tempo'. Anche se ricordo un Ken Parker in cui questo aveva una lunga discussione con un boia, e quindi sulla problematica pena di morte.
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Beh ragazzi per l'evoluzione dei pensieri suilla pena di morte possiamo pensare a un altro personaggio dei fumetti:L'ISPETTORE GINKO: le Giussani erano di sinistra,DIabolik è un fumetto di sinistra (? stato ripetuto più e più volte) MA in origine Ginko era favorevole appieno alla pena di morte, solo dagli anni '80 in poi cambia idea (c'è infatti un numero dedicato alla pena di morte e alla sua assurdit? che si intitola L'ORA DELL'ESECUZIONE se non erro), questo perchè prima un ispettore di polizia DOVEVA approvarla,, non sarebbe stato logico un poliziotto progressista nell'Italia del 1962 e tantomeno negli anni di piombo dal '70 in poi... dopo invece si, perchè c'è stata una revisione sia nel modo di vivere che nelle forze di polizia (1981 la polizia diventa corpo civile, e anche s enon lo dicono, Clerville assomiglia molto all'Italia)... e la pena di morte viene quindi messa in luce secondo l'ideologia delle sorelline... e abolita nello stato di CLerville (tranne che per DIabolik). QUindi direi che la storia della pena di morte in Tex è puramente cronologica, esattamente come l'ironia del voto alle donne che ha scatenato la furia di mia mamma (nella storia"Orrore"("il nemico senza volto").

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Detournement è un termine francese che significa - deviazione - oppure - svolta - che è stato impiegato per indicare ogni intervento diretto a stravolgere il significato originario di un testo.


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I fumetti sono stati a più riprese oggetto di questa "violenza" e fra di essi anche Tex.


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Agli inizi degli anni settanta un collettivo politico milanese ha affisso parecchie copie di un giornale-manifesto intitolato "Robinud" in molte città della Lombardia.

Le rarissime immagini che da l' provengono e che vedete in esclusiva su questo forum, contengono infatti classici interventi di detournement che consistono nel sostituire il normale dialogo delle strisce, lasciate inalterate sul piano grafico, con dei testi con scoperti intendimenti politici di stampo marxista.

Nei turbolenti anni settanta, marchiati a ferro e fuoco dalla lotta politica, neanche il popolare Ranger è rimasto escluso...

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vorrei sottolineare che la storia del Solitario del West forse è di Nolitta! ... non so, se parliamo del Tex di Mauro Boselli credo sia naturale pensare ad un "eroe di sinistrase invece parliamo del Tex di Nolitta... fare voi: io l'ho sempre conosciuto come il compagno capitalista. "(qualcuno mi corregga ma quando c'è l'eroe c'è lo spunto da destra) Bonelli senior un anarcoide, sicuro. ma non mi farei ingannare dalla formuletta anarchico=sinistra o comunista. non vorrei andare oltre perchè non mi sento cosi sicuro dall' esprimere un giudizio sull'argomento ma non posso ridurre il discorso che chi sta dalla parte degli indiani... chi avversa i militari... chi difende i deboli... chi arresta i prepotenti e così via è di sinistra!!significa dire che chi è di destra non sta dalla parete degli indiani, non difende i deboli, è militarista e gli vanno bene i prepotenti.

bah nei fumetti nn c? politica ci mancherebbe solo questami basta sentirne parl' al telegiornale x farmi venire il mal di stomaco

vorrei tanto darti ragione ma la politica sta dentro ogni cosa
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Guest Wasted Years

vorrei sottolineare che la storia del Solitario del West forse è di Nolitta!

Il solitario dell'West è CERTAMENTE di Nolitta

... non so, se parliamo del Tex di Mauro Boselli credo sia naturale pensare ad un "eroe di sinistrase invece parliamo del Tex di Nolitta... fare voi: io l'ho sempre conosciuto come il compagno capitalista. "(qualcuno mi corregga ma quando c'è l'eroe c'è lo spunto da destra) Bonelli senior un anarcoide, sicuro. ma non mi farei ingannare dalla formuletta anarchico=sinistra o comunista. non vorrei andare oltre perchè non mi sento cosi sicuro dall'esprimere un giudizio sull'argomento ma non posso ridurre il discorso che chi sta dalla parte degli indiani... chi avversa i militari... chi difende i deboli... chi arresta i prepotenti? e così via è di sinistra!!significa dire che chi è di destra non sta dalla parete degli indiani, non difende i deboli, è militarista e gli vanno bene i prepotenti.

Anche a me le formule riduttive non convincono. E poi, se all'epoca il pensiero politico non era quello attuale, che senso ha fare etichette?Sinistre e Destre si modificano di continuo. Essere liberal in uno stato conservatore è essere di sinistra, in uno socialista è essere di destra. Non credo in queste etichette. Credo nei valori che vengono dal basso, dalle persone che vivono in una società, e che si fanno tanto la guerra perchè non ricordano di essere mortali e che la loro vita è breve. In questo senso preferisco L'aquila della notte indiano, che ha scelto di vivere tra uomini con semplici valori ma genuini. Le tavole di De La Fuente /Nizzi con Joselito sono emblematiche... (Clicca qui)
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Quelle tavole cui fai riferimento , credo siano indiscutibilmente identificabili come di sinistra. Le frasi fatte ed i luoghi comuni di appartenenza sono sempre da prendere con onest? intellettuale ed alla larga, ma non dimenticate che le convizioni si diffondono perchè hanno fondi di verità. Possiamo anche dire che destra e sinistra spostano continuamente i loro confini spazio temporali, ma restano dei punti , soprattutto sul sociale , che dubito possano mai appartenere ad esntrambi gli schieramenti. Per farla breve, nessuno sta qui a dire che i buoni difensori dei deboli stiano tutti a sinistra e che gli speculatori siano tutti di destra, ma state certi che di uomini di sinistra che pretendono l' imperialismo dal proprio paese o che credono nella razza pura, non ne troverete mai.

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Guest Wasted Years

Per me quelle tavole sono solo espressione di un'altra cultura, che qui non appartiene a nessuno, dato il materialismo che è tipico della nostra società, incentrata sulle COSE, a destra come a sinistra. Imperialismo e razzismo sono brutte bestie, da estremisti, quindi per definizione fuori dal gioco democratico. Grande Nizzi che ci ricorda che La nostra cultura ha i suoi limiti, e che dovremmo aprirci i valori di altri popoli. Relativismo etico contro gli assolutisti, ecco la mia/sua ricetta.

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Dobbiamo tenere anche conto che Tex è un fumetto nato del secondo dopoguerra e che molto probabilmente molte storie sono sta contestualizzate alle varie epoche. Per esempio la guerra civile poteva essere interpretata come la seconda guerra mondiale, le continue frizioni con gli indiani potevano avere più interpretazioni. Per esempio c'era chi vi vedeva la contrapposizione USA URSS o Israele Palestina e Tex in mezzo che cercava di evitare i conflitti anche a causa della presenza dei falchi nei due schieramenti.

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  • 10 mesi dopo...

Rispolvero questo vecchio topic perchè vorrei dire la mia opinione. Secondo me la questione è abbastanza semplice: Tex non può appartenere ad una precisa parte politica perchè, come è stato detto anche prima di me, si rif? a valori riconosciuti universalmente, e non prerogativa di questa o quella fazione politica. Infatti il nostro ranger fa propri valori come l'uguaglianza di tutti i cittadini senza discriminazioni e davanti alla legge, la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, il rifiuto della guerra e così via... Tutte cose assicurate dalla nostra costituzione (che fu appunto frutto del compromesso tra forse politiche diverse) e in cui tutti si riconoscevano che decisamente mi sembra potessero essere ragionevoli anche all'epoca di Tex. Proprio per il fatto che questi valori fondamentali assunti da Tex furono scaturiti dal confronto tra posizioni politiche diverse, penso che egli non possa essere etichettato in alcun modo.

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  • 1 anno dopo...
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C'è sempre qualcuno che non resiste alla tentazione di schierare Tex da una parte, politicamente parlando, facendo paragoni troppo azzardati. E' il caso di quest'articolo: Tex Willer, il nemico degli indiani di recente pubblicazione sul web. Vi invito a leggerlo e a fare le vostre valutazioni.

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C'è sempre qualcuno che non resiste alla tentazione di schierare Tex da una parte, politicamente parlando, facendo paragoni troppo azzardati. E' il caso di quest'articolo: Tex Willer, il nemico degli indiani di recente pubblicazione sul web. Vi invito a leggerlo e a fare le vostre valutazioni.

da questo articolo si edince solo una cosa : l'autore non sa' affatto chi sia tex willer .....

tenta di abbozzare dei discorsi che non stanno ne' in aria ne' in terra con il nostro beniamino
e' vero che tex cerca di bloccare l'indiano ribelle ed e' un azione che va condivisa perche' chi sbaglia va punito anche se il colore della sua pelle e' nera, bianca , rossa , blu , gialla o verde
la giustizia deve essere uguale per tutti !!!
non fare distinzione tra rossi o bianchi !

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Pensavo che una discussione del genere fosse vietata! Invece, per fortuna, eccomi qui a dir la mia. Qualche giorno fa, una fonte ben informata (che non posso rivelare! ) mi ha lasciato sbigottito, indicandomi l' orientamento politico di Gianluigi Bonelli. Io ho sempre pensato votasse PCI : e invece pare di no. Tuttavia, il figlio non è il padre: e se c'è un personaggio di sinistra, quello è Tex ! Una sinistra progressista ( non certo rivoluzionaria, come dimostra la lotta ai ribelli e l'invito a non disseppellire la scure di guerra ) , i cui valori sono l ' uguaglianza dei diritti ( istanza più propriamente liberale ), la difesa dei più deboli ( non si è mai visto peraltro in Tex un cattivo indigente, mentre , guarda caso, i capitalisti sono quasi sempre malvagi ), il rifiuto della guerra ( pensiamo a una storia come "Tramonto Rosso" ai tempi del Vietnam ). Pensiamo poi al giudizio profondamente negativo sulla vita cittadina , sempre fredda e insidiosa, e viceversa alla prospettiva pura nella quale ci viene mostrata la semplicit? dei nativi: ciò in anticipo di molti anni sul western filo-indiano. E pensiamo a un personaggio come Don Fabio Esqueda , quando lascia i suoi beni ai suoi campesinos, a condizione che li dividano in parti uguali !Casomai sono di destra i metodi : sbatacchia di qua, sbatacchia di l', meglio un pugno in più che un pugno in meno! E sono tuttavia sempre botte meritate , dato che Tex ha naso per i cattivi ( quello in versione nolittiana molto meno ). Vero è che Tex pare davvero favorevole alla pena di morte, nonostante odi i linciaggi (non essendo tuttavia un garantista; garantismo di cui è difficile parlare in un universo di certezze come quello di Tex); la cosa è spiegabile se ragioniamo sul mondo dicotomico di Tex (almeno nele versioni di Bonelli e Nizzi) , in cui il cattivo non può non essere tale. D'altra parte, non abbiamo mai assistito a un'esecuzione, se non di un innocente ( Andy Wilson, il ranger di "I Quattro Evasi", lo stesso Santos di "Documento D'Accusa", il quale, pur colpevole per la Legge, è puro nell'animo, al contrario del vilain Leland ) : la qual cosa sembra davvero indicare una contrarietà degli autori nei confronti dell'orrenda (IMHO, almeno) pratica capitale. In definitiva, mi piace pensare a Tex come a un Berlinguer coi muscoli di John Wayne !

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Vero è che Tex pare davvero favorevole alla pena di morte

Questa cosa credo che vada contestualizzata nel periodo in cui "vive" Tex: è pur sempre un uomo del XIX secolo, è logico che la consideri come una punizione, in certi casi, dovuta. L'articolo mi ha lasciato un p? perplesso. Nel primo punto non è propriamente vero che Tex cerca di riportare la pace uccidendo meno indiani possibile: cerca di fare del male a meno persone che può, che siano esse indiani o soldati. E questo mi pare chiaro. Tenta sempre di risovlere le cose per via pacifica, mentre dal primo punto di quell'opinione sembra sempre che Tex veda come prima possibile soluzione quella armata e repressiva. Sul secondo punto non riesco a capire quale sia il problema: chi l'ha scritto si chiede il perchè di certe soluzioni narrative? O il perchè venga punito solo il responsabile dei crimini commessi? Non capisco... Sul terzo punto non sono d'accordo. Chi viene dipinto come colui che fa il suo dovere, viene semplicemente rappresentato come colui che tratta con uguaglianza e con onest? qualunque persona, garantendogli gli stessi diritti. I due brevi paragrafi scritti dopo quello in cui Tex viene paragonato a politici di oggi sono totalmente veri, ma quella è la Storia, e ha poco a che fare con la volont? di Tex, che poi è il modo in cui agisce. Non capisco come dovrebbe comportarsi Tex, secondo l'autore di questo articolo, per dimostrare di essere a favore degli indiani: dovrebbe forse affrontare da solo tutti coloro che, per un motivo o per l'altro, vorrebbero (e nella realtà hanno voluto) lo sterminio di un gran numero di esseri umani?
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Quanto all'articolo di Fernando Rossi ( che, se qualcuno si ricorda, è il parlamentare dell'allora maggioranza che, insieme a Turigliatto, non vot? il rifinanziamento della missione in Afghanistan nell'ultimo governo Prodi ), francamente mi fa pena. Tex è Tex e ha il diritto di essere com'?. Non è un rivoluzionario ( stessa cosa che ho detto nel mio intervento precedente) bensì un progressista: pietoso che debba essere criticato per questo come nemico dei Palestinesi!Altrettanto ridicole tutte le accuse riguardanti l'esercito e quant'altro. Aggiungo che la Storia batte sempre Tex: ho detto tutto. Preciso che sono di sinistra, onde nessuno mi dia del 'sionista' , come il cervellone Rossi , in modo assai improprio, continua a dire. P. S. Si dice che la vignetta postata è dell'albo 182. Muzzi? Fusco?A me sembra Ortiz, o sbaglio è Che sia "Sulla Pista Di Fort Apache"?

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a volte anch'io mi sono chiesto se Tex potesse essere un artefice, un complice, anche se inconsapevole, del genocidio degli indiani. La logica texiana è sempre stata quella di punire l'ingiustizia e il crimine, indipendentemente dal colore della pelle degli artefici, quindi su un piano di responsabilità individuale verso le azioni incriminate. Tex non ha mai trasceso questo piano di analisi, quindi non si è mai posto una visione, anche sociale, più ampia, ma ad un semplice cowboy non so se questo si possa chiedere. Rimane quindi secondo me sempre una profonda ambiguit? nell'atteggiamento da tenere, per esempio, di fronte alle ribellioni indiane, che avevano una sua logica ed erano da un punto di vista etico anche giuste. Ribellioni violente, sia chiaro, segnate dal sangue, ma pur sempre frutto di una violenta reattiva in risposta a una violenza ben più grande, attiva e costante. Si può quindi pensare che Tex in realtà sia al servizio del genodicio quando stronca le ribellioni, mentre dall'altra parte lo vediamo in moltissime occasioni farsi portavoce dei diritti degli indiani. Ecco l'ambiguit?. Ma se cerco d'inquadrare Tex nel contesto storico reale, quest'ambiguit? svanisce. Tex opera, vive, quando le guerre indiane sono quasi tutte finite, quando quasi tutte le tribù sono costrette nelle riserve, e allora ecco l'atteggiamento base di Tex, visto il contesto storico: il realismo. Tex sostiene la pace e il sistema delle riserve, perchè le vede come l'unico baluardo possibile per le tribù ai fini di conservare, con evidentissime limitazioni, la propria cultura e le proprie tradizioni. La riserva e la pace sono vita, al di fuori c'è solo la morte. Visto poi che le rappresaglie dell'esercito colpivano indiscriminatamente anche tribù che non c'entravano niente, ecco che risulta perfettamente comprensibile come Tex contribuisca, se si vuole, alla politica repressiva, proprio per evitare danni maggiori alle tribù. Anch'io ho fatto spesso il paragone cowboy=israeliani-indiani=palestinesi, come l'articolista, paragone da utilizzare e che può funzionare da un punto di vista etico assoluto, per poter vedere chi ha "ragione" o sia nel "giusto" sul piano dei principi. Ma il paragone, nei fatti concreti, non funziona molto, epoche e situazioni diversissime, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Ma con "Patagonia" si d' risposta ad un interrogativo quasi nascosto, inconscio: come si comporterebbe Tex all'inizio di un processo di colonizzazione e/o assimilazione e/o sterminio, senz'altro violento?Mi pare che la risposta sia ovvia, io l'ho paragonato a un mujaheddin, a un combattente per la libertà. Ci sarebbe tanto da dire, passo oltre. La visione di Tex dell'articolista non è completamente sbagliata, secondo me è stato visto con occhio un po' troppo militante, anzi con l'occhio del militante, che va benissimo ma che per un fumetto è forse un po' troppo forzata. Estrapolare alcuni comportamenti del personaggio di fantasia Tex e domandarsi che conseguenze avrebbero se applicati alla Palestina reale di oggi mi sembra abbastanza assurdo. Cosè come mi sembra assurdo pensare a un Tex di destra o di sinistra, prendendo questo o quell'atteggiamento per schierarlo da una parte o dall'altra. Lasciamo perdere poi cosa significhino oggi destra e sinistra, verrebbe il mal di testa. Mi sembrerebbe invece molto interessante fare un confronto a grandi linee fra Tex e il pensiero liberale, il cardine della nazione in cui fumettisticamente questo si trova a vivere e di cui incarna alcune aspirazioni, negandone con ugual forza altre. Ma di questo non mi ritengo troppo capace. Per il momento.

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Molto interessante l'intervento di Jack65: dopo interverr? in modo esaustivo. Adesso mi sento di dire che, in effetti, il finale di "Patagonia" è piuttosto snaturante Tex , che non è un rivoluzionario.

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Io credo che l'autore dell'articolo si sia lasciato prendere la mano dai suoi ideali politici, perdendo di vista l'oggetto della sua critica:Tex Willer, un personaggio di fumetti western che col sionismo non ha niente a che fare (dopo aver letto questo parallelo mi sono reso conto di quanto l'estremismo politico possa a vaolte offuscare la mente) e che, non essendosi mai iscritto al Partito Comunista, può anche essere pubblicato da "Libero", senza che questo ne intacchi la moralit? (come se poi la moralit? di un personaggio di fantasia debba coincidere con quella di una casa editrice che deve vendere un prodotto)!Dopodich?, quell'equazione ebrei/cowboys palestinesi/indiani è un equazione da quattro soldi, poich? astorica-e quindi, senza alcun fondamento oggettivamente verificabile.- al limite, se similitudine c'è, c'è fra tutti gli episodi di colonialismo. Io condivido totalmente il senso del discorso di Jack 65. La miglior risposta al tizio che ha scritto l'articolo la da proprio il nostro utente:dal punto "Ma secerco di inquadrare Te..." a "... sotto i ponti ne è passata tanta". Jack, cioè, fa quello che il tizio dell'articolo non fa:contestualizza. La mancanza di un minimo di contestualizzazione, secondo me, rende la lettura di quell'articolo tempo sprecato inutilmente.

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L'annosa querelle sul fatto che Tex sia di destra o di sinistra la sento sollevare fin da quando ero bambino ed ancora non ha trovato risposta. :colt: Personalmente credo che sia sciocco volere a tutti i costi ingabbiare Tex in una di queste categorie. Se parliamo di giustizia non possimo che concludere che Tex ne ha una visione piuttosto personale che, secondo me, lascia insoddisfatti i duri e puri sia della destra che della sinistra. I suoi metodi sono spesso sbrigativi e poco rispettosi dei diritti dell'imputato, ma altrettanto spesso lo abbiamo visto difendere imputati e condannati davanti a prospettive di linciaggio con assoluta inflessibilit?. Venendo poi al contenuto dell'articolo di Fernando Rossi, mi pare ovvio che commette l'errore di guardare le cose con lo sgurdo deformato dell'ideologia e dimentica di contestualizzare le cose. Innanzitutto non prende in considerazione che sia nella vita reale che nella fiction (tra cui si annoveranoi fumetti), che ne vuole essere specchio non è possibile fare una distinzione netta tra buoni e cattivi e spesso torti e ragioni stanno da entrambe le parti. Questo è vero sia per ciò che riguarda la questione palestinese (dove, almeno per me, è indubbio che entrambe le parti hanno le loro buone ragioni e che da entrambe le parti sono stati e sono tuttora usati metodi condannabili. E se questo mi d' la patente del sionista agli occhi di qualcuno, pazienza, me ne farà una ragione) che per la cosiddetta questione indiana. Gli Apaches avevano le loro ragioni, non le si può negare, ed è certo più facile simpattizare per la loro causa, ma non si può nemmeno negare che non fossero dei teneri angioletti e nelle loro azioni sono stati spesso duri e spietati. D'altro canto, dall'altra parte non tutti i militari erano spietati macellai e non tutti i politicanti erano malvagi. Chi aveva una fattoria e ci viveva con la sua famiglia non era certo solo per questo meritevole di essere ammazzato e torturato ed allo stesso modo i Cheyennes avevano il diritto di starsene in pace sul fiume Washita. In tutta la sua "carriera" abbiamo visto Tex fare le sue scelte sempre e solo sulla base di un unico principio: la difesa dei più deboli contro i soprusi dei più forti, fregandosene del colore della pelle di chi aveva davanti e lasciatemi dire che questo per me è un vero modo di agire equalitario e democratico. Quanto a questioni che giudico secondarie come il fatto che Tex sia favorevole alla pena di morte, devo dire che non solo non lo trovo strano, ma l'ho sempre giudicato coerente con le convinzioni dell'epoca. In quel particolare periodo storico la pena di morte non era praticamente messa in discussioen da nessuno e quale che fosse l'opinione di G. L. Bonelli al riguardo è irrilevante, visto che secondo me ha fatto benissimo a rendere Tex un fautore della pena di morte, com'era normale per un uomo del suo tempo. Attenzione, però, perchè Tex è favorevole alla pena di morte, ma, lo abbiamo già detto, non al linciaggio, che è cosa ben diversa. Per quanto mi riguarda, se proprio dobbiamo interrogarci sulle tendenze politiche di Tex, tanto vale chiedersi se sia un democratico od un repubblciano. Ma anche qui, attenzione a riicordarsi del contesto storico ed a non confondere i partiti di allora con quelli di oggi. _ahsisi Dobbiamo forse biasimarlo perchè ha cercato di farlo senza spare

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Un solo piccolo appunto per una questione che non mi pare sia stata ancora sollevata. Almeno in un'occasione Tex ha dovuto scegliere un campo di battaglia, è avvenuto durante la guerra di successione. Ha scelto il Nord progressista e liberale, ha sostenuto la causa delle "palle di neve", ha rifiutato di sparare contro i "fratelli" del sud. La giustizia non è di destra e non è di sinistra, è giustizia. Cosè è Tex, non possiamo schierarlo.

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Segnalo sull'argomento il recente articolo di Dario Ceccarelli per ilSole24ore, con interventi di Sergio Bonelli e Cofferati. Potete leggerlo qui!

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Da un'intervista a Sergio Bonelli tratta dal sito "http://www.ioacquaesapone.it/":


Spesso gli albi Bonelli sono stati molto politici. E molto strumentalizzati. Tex icona della destra, Nathan Never e Dylan Dog della sinistra.

?Una cosa inevitabile: se ora ci chiudiamo nel mio ufficio e sfogliamo tutti i Tex, a ogni pagina tu dirai destra e io sinistra, o viceversa. E un altro centro. è così da almeno 30 anni, noi facciamo storie, non politica: pap? se faceva un banchiere ladro, era perchè gli serviva. Ricordo una storia di Tex in Canada in cui alcuni vedevano nei ribelli le Brigate Rosse, altri i poliziotti, spesso dipende da chi legge e non da scrivere. E dalla ripetitivit? della Storia. Le guerre hanno la pessima abitudine di somigliarsi tutte, così come le dinamiche sociali e politiche. Ma, detto fra noi, leggendo Nathan Never o le nostre altre serie, non ho mai scoperto per chi votano i nostri autori. Vero è che in tutti c'è un sentire comune pacifista?.

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  • 1 mese dopo...

Ragazzi ho letto le prime 2 pagine delle vostre risposte ma ero ansioso di esprimere un mio parere. Premetto che io sono esplicitamente comunista (marxista-leninista ecc ecc).... e sin dalla prima lettura ho cercato di cogliere qualsiasi gesto di Tex per capire se sia di destra o di sinistra.... ma ammetto di non esserci riuscito. Le dichiarazioni che tex fa sulla politica però secondo me aiutano a poco. Tex disdegna la politica come interessi, affarri, strumento di potere ecc... ma quello che cerco di capire è l'ideologia politica. Ognuno di noi agisce in base ad una scala di valori, in base ad una propria ideologia che alla fine può essere o di destra o di sinistra (e secondo me non ci sono mezze vie). Pertanto non sono d'accordo con chi dice che non è giusto classificare tutto in destra o sinistra... Secondo me tutto si classifica da sè. Ma ritornando a Tex... bh? nella destra io non lo inquadrerei sicuro... è amico degli indiani, non ha pregiudizi, si ribella all'ordine costituito quando qualcosa non lo convince... lo riterrei quindi implicitamente di sinistra anche se come ho detto prima non ci sono suoi comportamenti che lo farebbero rientrare in modo chiaro in questa categoria tranne il fatto che si schiera sempre dalla parte dei deboli.. Condivido l'idea espressa da qualcuno più su secondo cui Tex segue una propria politica... ma nonostante ciò non mi dispiacerebbe assolutamente leggere una storia in cui emerga chiaramente un ideologia comunista!

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