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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 29/01/2023 in tutte le sezioni

  1. @Diablero Senza offesa, ma mi sembra che tu non ne abbia detta una giusta. SPOILER Per prima cosa, sei subito partito da una base sbagliata, dicendo che questa storia non va bene perché ha un finale a sorpresa. Questa è una storia di MISTERO. Se a te piacciono di più le storie di semplice azione, benissimo, ma in una storia di mistero, la rivelazione finale con twist è d'obbligo. A maggior ragione in questa caso che la storia è pure breve!... Non è una ricerca sensazionalistica a tutti costi dell'autore, è semplicemente che una storia del genere si scrive così. Senza un minimo di pepe e di rimescolio di carte, diventa piatta e prevedibile, e questo è un difetto che una storia di mistero NON DEVE avere. Inoltre non ha un finale frettoloso proprio per nulla. E se te lo dico io, da autore ultradecennale e con qualche migliaia di tavole all'attivo, mi sa che ti tocca darmi ragione a scatola chiusa. Per il resto, mi sa che è il tuo approccio metodologico alla critica che è un po' contorto. Tu parli di presunti errori nella storia, fondandoti su delle motivazioni che presenti come oggettive, ma che invece di oggettivo non hanno proprio nulla. Esempio. Il fucile. Tu dici che non è credibile né che l'abbia gettato, né che poi non l'abbia ritrovato. Ma scusa. Da dove l'hai dedotto che l'ha 'gettato' a caso? E in un luogo in cui era facile recuperarlo? Se nel testo ci fosse stato scritto che l'ha gettato nella prateria, potrei anche darti ragione, ma Tex usa invece queste parole "RECUPERATO" "NELLA PALUDE" ed "ERA NELL'ACQUITRINO". Dal che si deduce semmai, com'è logico, che l'abbia gettato in un luogo inaccessibile. E proprio perché ci sono le sue iniziali scritte sopra e nessuno deve ritrovarlo mai più. Ora, tutto questo non c'è bisogno di spiattellarlo in sceneggiatura. Uno dei lavori dello sceneggiatore è sfrondare e ripulire, essere sintetico ed essenziale, perché la narrazione deve rispettare dei tempi per essere efficace, e se mi fossi impelagato a spiegare per filo e per segno tutte le cose di cui sopra, ci avrei messo tre vignette e il climax sarebbe andato a farsi friggere. Basta invece dire "RECUPERATO" "NELLA PALUDE" ed "ERA NELL'ACQUITRINO" e tutto è più che esplicito. Stop. Non c'è bisogno di aggiungere altro. Tutte le altre tue osservazioni sono su questa stessa falsa riga e, per fortuna, ci hanno già pensato @Poe e @Letizia a riponderti nel merito in maniera più che egregia. Su Zagor, infine, mi permetto di dirti che sono abbastanza sicuro che tu non abbia mai letto una mia storia. Perché, sebbene io su Zagor faccia abbondante uso del soprannaturale, non l'ho mai presentato come cosa normale, per Zagor e soci. E questo, se vuoi risparmiarti una rilettura della saga, puoi anche verificarlo andando a leggerti i commenti sui forum dello Spirito con la Scure. Detto tutto ciò (senza alcuna venatura polemica, beninteso) chiudo qui la conversazione, perché so per esperienza che parlare delle mie storie coi lettori conduce solo a battibecchi che detesto e che mi drenano energie e tempo che non ho in abbondanza. E anche perché in fondo un lettore deve essere libero di dire quello che cavolo gli pare senza sentirsi redarguito dall'autore di turno. Un saluto e un abbraccio. Caro @Exit, ti ringrazio molto del tuo consiglio, ma io sono già un profondo conoscitore dell'opera texiana di GL, che leggo fin dalla più tenera età e che considero caposaldo della mia formazione professionale (e non solo). Ciao J
    4 points
  2. Certo, e infatti ho premesso nel mio commento che la situazione è texiana. Ma è un abuso che io credo vada corretto e non riproposto. Io non credo che il problema sia una conoscenza di facciata, che tu imputi ad autori di cui non fai nomi ma che sono ovviamente riconoscibilissimi. E ti dico che mi è parso curioso - e poco rispettoso - il tuo consiglio non richiesto a Rauch: mai mi sarei sognato di dirgli di rileggersi queste o quelle storie. Per due ragioni: 1) Rauch è un professionista e già lo avrà fatto di suo 2) Immagino che già Borden gli abbia detto cosa leggere se vuole scrivere Tex, e probabilmente gli avrà detto di leggersi sì le storie di GLB ma anche quelle degli ultimi trenta anni, cioè tutte le sue e anche quelle di Nizzi. Ora, Exit, io sono un vecchio utente del forum e chi mi conosce sa che non amo polemizzare; riconosco peraltro la tua buona fede nel dare questo consiglio (per me infelice, non il consiglio ma proprio il fatto di darlo), ci vedo in questo tuo desiderio di darlo la tua passione, la tua speranza che le nuove generazioni seguano il solco dei padri. Se però mi va di risponderti è perché in questo consiglio io ci vedo tutto il tuo misconoscimento nei confronti di ciò che è venuto dopo GLB, vale a dire innanzitutto il detestato Nizzi e poi, in tempi più recenti, il buon Ruju. Ora che c'è Rauch, la storia non l'hai letta, però ti senti di dare dei consigli e dici: Conoscendo Diablero immagino che leggendo il racconto è possibile che rimarrei insoddisfatto. Qui siamo alla bocciatura preventiva. Ma perché? Perché Rauch è il nuovo, che forse si conforma o forse no ai dettami del grande vecchio? E dalle osservazioni di Diablero, arguisci che anche qui siamo sulla falsariga di Ruju? Peccato che Diablero si soffermi soprattutto sulla storia di Rauch, e peccato che le sue rimostranze siano legate principalmente alle scelte narrative contingenti dell'autore (per inciso, non concordo di una virgola con le osservazioni di Diablero su questa storia, a differenza di quanto era accaduto con quella di Ruju, sulla quale alcune questioni poste dal Diablo le ho trovate condivisibili, pur non apprezzando la bocciatura complessiva che quest'ultimo ne fa). Io capisco il tuo piacere nel rileggere le vecchie storie, ma ora ci sono altri autori, che portano il proprio bagaglio di esperienza, il proprio vissuto, la propria personalità, il proprio stile. E portano, io questo non lo metto assolutamente in dubbio, una professionalità che li rende degli "scienziati" di Tex, che di sicuro conoscono benissimo, meglio di tanti di noi. Poi ne danno una loro interpretazione, quanto più possibile aderente all'originale, ma sempre loro, soggettiva, figlia dei loro tempi, delle loro esperienze, dei loro studi. Se hanno passato il vaglio di Borden, questi autori conoscono perfettamente il Tex di GLB. Solo che, non essendo lui, ne scrivono una propria versione. Scusa se il tono ti sembra antipatico, non vuole essere un attacco personale, ma una critica al tuo post di prima e un rimbrotto per un certo modo di vedere il nuovo Tex che tu (e anche Diablero) spesso avete O forse i fantasmi si palesano davvero. La storia è bella anche per questa ambiguità. Per me anzi è proprio questa "fumosità" il punto di forza. Ricordi Chester de Il Passato di Carson? Non lo vedo così diverso. Chissà che anche questo garzone non fosse un orfano e le storie non possano dirsi simili.
    3 points
  3. Perché l'ha perso: era dentro l'acquitrino. L'ha cercato più volte in tempi diversi senza successo (per quello che ne sappiamo, non possiamo escludere che sia ritornato a cercarlo). Io ho visto che ne ha almeno altri due, uno l'ha preso il ragazzo e l'altro è quello a canne mozze, ma magari ne ha altri 3 o 4. Perché era dentro l'acqua. Tex non trova nulla, glielo dice Zina. Il ragazzino, visto che Zachary era in pericolo, doveva aspettare la pagina 112. Infatti non esistono, si tratta solo di rimorso e suggestione dovuta anche ai luoghi. Zina poi non vede fantasmi ma sente delle presenze: è una sensitiva paranormale. Cose cui non credo minimamente ma che ammetto in un'opera di fantasia. Colpa di Corrado? I fantasmi, che non esistono, non parlano. Zina ha delle percezioni extrasensoriali che, appunto perché fantastiche, non possono essere fallaci. Le informazioni che Zina percepisce sono un po' troppe e un po' troppo particolareggiate? E Allora? Se utilizzo il paranormale, devo farlo con parsimonia? Il corpo non presenta segni di ferite di armi da fuoco, presenta evidenti segni di avvelenamento (labbra scure per esempio), sospetta di... caspita, è un bel problema, ci sono troppi sospettati (il ragazzo e Zachary, magari anche il ragazzo era complice). E per quanto riguarda il fucile, già detto, non ci inciampa. Quando si fanno le pulci, dobbiamo stare attenti di non cadere nello stesso tranello: potrebbero fare le pulci a noi. Origlioni e colpi di scena non ti piacciono? Benissimo. Ma io a dire il vero non ho visto né i primi né i secondi. Il coinvolgimento di Zachary nell'eccidio, almeno per me, è stato palese, fino dalla sua prima apparizione. Il paragone poi con SS e resistenza è fuori luogo. Mia nonna paterna, sfollata a Seravezza, ha rischiato, se non veniva avvisata della presenza di tedeschi nella zona, di finire tra le vittime di Sant'Anna.
    3 points
  4. Mah... io sinceramente di tutti questi difetti non ne ho visto neanche uno... Senza offesa, ma mi pare che a volte ci si perda in elucubrazioni che non hanno riscontro nella storia, che in realtà è molto semplice e immediata. SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER Una cosa non esclude l'altra: Hogan è stato avvelenato, poi come si vede nella prima sequenza gli spettri (o la loro proiezione immaginata da Hogan) hanno completato l'opera. Zachary l'ha gettato nella fuga (ci può stare no? per scappare veloce) in un acquitrino dove nessuno sa che c'è e nessuno riuscirà a recuperarlo. Una volta data la colpa ai Mc Cullen nessuno s'è messo a fare indagini. E vallo a trovare immerso in un acquitrino! Forse ne ha comprato un altro, appena messosi al sicuro? Tex lo trova SOLO GRAZIE A ZINA, che è una sensitiva, altrimenti non l'avrebbe trovato neppure lui nascosto nella palude. Il ragazzo spara perché è complice di un pluriomicida: rischia anche lui l'impiccagione. Cosa dovrebbe fare? Se i suoi colpi vanno a segno fa fuori Tex e poi Zachary l'aiuta a far fuori gli altri. Tutto normalissimo, secondo me. Gli spettri potrebbero esistere o essere una proiezione delle paure dei personaggi. Zina è una sensitiva e riesce a percepire cosa è successo vent'anni prima, cosa ha fatto Zachary e dov'è il suo fucile. L'elemento sicuramente magico qui sono le "percezioni" di Zina. I fantasmi forse esistono, forse no. Zachary è colpevole: 1) di avere ucciso i viandanti che si fermavano alla locanda 2) di aver provocato indirettamente la morte degli innocenti McCullen (non di aver ucciso l'ufficiale nemico). Poteva scagionarli dalle accuse , invece non l'ha fatto, quindi è colpevole della loro morte. Nella storia non si dice da nessuna parte che gli spettri volevano punire Zachary, è solo una tua impressione. Quando Zina dice che la storia non è ancora finita non si riferisce al fatto che gli spettri devono uccidere ancora Zachary, ma che Tex deve fare giustizia di un pluriomicida. E l'ultima frase di Tex lo conferma: ha fatto giustizia, spettri o non spettri, e infatti nel finale loro non compaiono (spariscono dopo la morte di Spade e non compaiono più). Zachary ha provocato la morte degli innocenti McCullen. Ha lasciato che venissero accusati ingiustamente e li ha lasciati ammazzare. E' questa la sua colpa. E le SS non c'entrano molto. Magari Zina ha avuto la "percezione" che dopo vent'anni tutti i responsabili sono passati a miglior vita. Oppure sono morti i principali responsabili del gruppo di irregolari, e dei pesci piccoli chi se ne frega (mentalità, tra l'altro, tipicamente texiana)... La battuta finale di Tex non c'entra niente con gli spettri, anche perché Tex non crede agli spettri. Quella frase vuol dire semplicemente che I Mac Cullen hanno ottenuto giustizia perché sono morti i loro assassini diretti e quello indiretto (Zachary), e soprattutto hanno ottenuto una riabilitazione, perché finalmente si è detta la verità sulla vicenda, e ci sono persino le prove (il fucile). E i partigiani e le SS ancora una volta non c'entrano molto... Infine una piccolo commento alla storia di Mefisto Bella ma troppo corta. Il problema non è che chi non conosce Mefisto non la capisce (secondo me si apprezza lo stesso, anche se ovviamente chi non conosce i precedenti si perde tutte le sfumature), il problema è che è una storia sospesa. Sembra l'incipit, il prologo, di una storia di 3 albi, non ha un finale, come invece per esempio le precedenti storielle sul Magazine di Montales (l'anno scorso) o Jim Brandon l'anno prima. Qui, appunto, sembra il prologo di una futura storia che sicuramente vedremo, magari in un prossimo Speciale Tex Willer (magari con De Angelis ai disegni?). Comunque, anche se sospesa, a me è piaciuta. Due osservazioni: 1) i Cestaro sono bravissimi come sempre, tranne per una cosa: lo scimmione che appare a Myriam. Poco impressionante. Potevano fare meglio. Sarà che ho in mente quelli di Galep, che erano veramente inquietanti (vedi quello che appare dall'oblò ne "I quattro amuleti"). 2) non mi appassiona molto il tema "poteri di Mefisto", ma mi sorge spontaneo: non ne ha un po' troppi in questa storia? Uccidere a distanza un generale...??!
    2 points
  5. O forse i fantasmi si palesano davvero. La storia è bella anche per questa ambiguità. Per me anzi è proprio questa "fumosità" il punto di forza. A mio avviso, (SPOILER) invece, in questa storia i fantasmi dei McCullen si palesano solo a chi "deve" vederli (Hogan e Spade, che ne hanno l'eccidio sulla coscienza), o a chi possiede la capacità di vederli o percepirli (Zina), tant'è che Tex, a differenza di varie altre sue passate esperienze con il paranormale, stavolta non li vede né li percepisce in alcuna maniera. Per quanto invece concerne l'ambiguità che viene a determinarsi ed il fascino che essa determina concordo in pieno, poiché come già ho sottolineato di questa storia ho molto apprezzato la gestione dell'elemento soprannaturale. Diciamo che, più che altro, ho voluto porre la questione a Rauch per togliermi una curiosità . Ricordi Chester de Il Passato di Carson? Non lo vedo così diverso. Chissà che anche questo garzone non fosse un orfano e le storie non possano dirsi simili. (RISPOILER) Ricordo perfettamente Chester, anche perché ho riletto Il passato di Carson per l'ultima volta pochi giorni addietro , ed anche io in realtà ho pensato alla stessa possibilità. Ma resto dell'opinione che la sua partecipazione alla sparatoria finale, così insufficientemente contestualizzata, non tolga né aggiunga alcunché alla storia.
    1 point
  6. Io ho visto che GLB a Carson gli ha fatto fare di peggio. Cioè supereroismi che Nembo Kid in confronto era un neonato.
    1 point
  7. Tex arriva in corsa e spara a una mano, vicinissimo alla testa della ragazza. Non mi piace, si prende un rischio enorme. Tex non è, non deve essere mai, un supereroe dai poteri magici, deve restare un grandissimo, eccezionale uomo. Sempre e solo un uomo.
    1 point
  8. Intuisco che la conversazione su questa storia è movimentata ma non voglio leggere nulla prima di aver espresso le mie opinioni a caldo su questa avventura. Per una volta, vado al di fuori dei miei consueti schemi e parlo per prima cosa del disegnatore: dopo la tripla di Ruju, quest'altra sua prova è semplicemente clamorosa. Mastantuono dimostra che può andare al di là dei generi, e se le sue performance puramente western sono eccezionali, l'autore romano non è da meno nel ricreare atmosfere gotiche e noir come quelle di questa storia, in cui la palude del morto e i fantasmi dei poveri McCulleen sono così potentemente evocativi da contribuire in maniera determinante alla resa della sinistra ambientazione pensata da Rauch. Già, Rauch. Una delle prime scene mi fa storcere subito il naso: Jack Spade si fa scudo di una donna, ma ecco che arriva il suo Tex rambo e, da un cavallo in corsa, riesce col fucile a colpire solo la mano del bandito, non mettendo minimamente a repentaglio la vita dell'ostaggio. La scena è texiana, l'abbiamo vista altre volte. Ma per me resta un abuso: Tex è comunque un uomo, non un robocop, e non capisco come gli autori non colgano che una scena del genere, che toglie verosimiglianza al personaggio, non rende affatto un buon servizio allo stesso, e lungi dall'esaltarlo, invero lo sminuisce. Tanto più che dopo, in circostanze più comode, a Tex ci vorranno diversi colpi di pistola per avere la meglio sui suoi avversari, così che anche all'interno della stessa avventura possiamo vedere due versioni, contraddittorie tra di loro, di Tex: quello che spara senza pensarci (direi quasi infischiandosene) al bandito nonostante la donna faccia da schermo a quest'ultimo, e quello nella stalla nel trading post che ha bisogno di tre colpi per mettere il suo avversario in condizioni di non nuocere. Curioso, poi, poco oltre, mi è parso che non si sia più parlato del povero gambler che, con un gesto eroico, ha tentato di aiutare Tex, pagando con la vita. Al netto di quanto sopra, devo dire che raramente io sono contento di una storia breve, e questa è una di quelle volte. Bella la leggenda della palude, con la povera famiglia di coloni sterminata dai guerriglieri nordisti; carismatici e ben tratteggiati questi pendagli da forca al servizio del Colonnello Warren, da Ben Hogan a Jack Spade, con le loro grinte truci; ben caratterizzati anche i comprimari, a partire da Doc William fino a Zina, per finire all'ex sergente di Fort Defiance. Tutti loro danno vita a una trama appassionante, che sa essere cattiva e cruda, con avversari crudeli e impreziosita dalla tragica atmosfera dei tempi della Guerra Civile. Ben architettato è anche l'elemento soprannaturale, che solitamente io non amo in Tex ma che qui si innesta perfettamente nel solco di quelle storie inverosimili "soft", come la Dama di Picche o Colorado Belle, i cui tratti gotici ben convivono, ed anzi diventano il punto saliente, con i solidi contesti western cui siamo abituati. Inaspettato anche il finale, che mi ha sorpreso e divertito. A questo punto, non mi resta che fare i miei più sinceri complimenti ad una accoppiata di autori che spero lavorino sempre più spesso, magari insieme, su Tex, di cui sono già oggi risorse preziose e di cui possono diventare, sperabilmente, i punti di riferimento del futuro.
    1 point
  9. Questa storia mi è piaciuta. La trama scorre bene e IMHO funziona, i personaggi sono credibili ed il cattivo è molto azzeccato. In altri termini, una storia che rileggerei volentieri, visto che mi ha fatto passare un paio d'ore piacevoli e mi sono divertito: praticamente, quello che cerco in un fumetto. Storia memorabile? No. Ci sono dei difetti? Sicuramente, ma niente di eclatante. Alcune situazioni potevano essere gestite diversamente? Ma certo, come in tutte le storie ed a seconda delle sensibilità di ognuno. Vorrei approfondire solo alcuni punti. L'incendio poteva essere sfruttato di più. L'unico appunto serio che mi sento di fare: un evento come una città che va a fuoco poteva (e secondo me doveva) essere sfruttato meglio, tipo con sparatorie tra le fiamme e cose del genere. Invece viene "liquidato" in poche pagine, quasi tutte incentrate sul salvataggio della popolazione (che tra l'altro è stato pure ben rappresentato). Il famoso duello Kircher-Carson. Per me ci stava: credo sia stata la prima volta che il vecchio cammello è protagonista di un duello (anche se poi è Tex a chiudere il conto a Kircher). Anche perchè, dato il rapporto con Angela, ci sta che Kircher lo provochi e lui accetti la sfida, volendo castigarlo di persona senza ucciderlo. Tamarro? Per me no. E comunque è una bella sequenza. Il duello sulle barche. Sono d'accordo, alcune parti potevano essere gestite diversamente, ma non mi soffermerei troppo su fattori come distanze degli spari o velocità delle canoe: a parte che nel mondo reale ci possono essere parecchie variabili, è pur sempre un fumetto, e non ci vedo niente di grave se lo sceneggiatore si prende qualche licenza (certo, sempre senza esagerare. E qui di esagerazioni non ne ho viste) o se il disegnatore raffigura una canoa un pò troppo vicina (in una vignetta 6x6 cm a 200 metri vedi un puntino). Sul finale, non mi ha convinto del tutto lo stratagemma usato per far confessare Warberg, anche se la sua fine mi è sembrata coerente con la storia ("chi scherza col fuoco prima o poi ne paga il conto"). Insomma, una storia godibile, con molte più luci che ombre e che rileggerei volentieri.
    1 point
  10. I miei post tendono ad essere troppo lunghi, quindi per ridurne la lunghezza parlo separatamente delle due storie. Qui parlo de "La palude del morto" (non dovrebbe essere "dei morti"?) di Rauch e Mastantuono. La presenza di Rauch nella discussione cambierà radicalmente questo post. Se non fosse intervenuto questo sarebbe stato il solito rant contro gli sceneggiatori moderni e il loro abuso del "colpo di scena" nelle storie, mettendo in un unico pentolone questa storia e le ultime di Ruju, ma visto che abbiamo l'autore qui mi sembrerebbe un post sprecato a dedicarlo al solito rant. Parlerò quindi solo della sua storia. Con una premessa per specificare le "condizioni al contorno" di cui lui non ha colpa: negli ultimi mesi (anni) come sa chi frequenta il forum, sono stato sempre più infastidito dall'eccesso di storie "weird" più adatte a Zagor che a Tex e dall'abuso del "colpo di scena" come unica stella polare degli sceneggiatori, a scapito di caratterizzazione dei personaggi, atmosfera, logica e coerenza della storia, etc. Quindi, mi scuso con Rauch dell'importanza che darò a questi elementi, probabilmente esagerata se fosse un UNICA storia, ma quando una tendenza arriva all'esasperazione finisci per diventare più sensibile a certi difetti, se li trovi ogni volta... Da qui in avanti, ATTENZIONE, SPOILER!!!!!!!!!!!!!!!! Esperienza di lettura: all'inizio positiva. Mastantuono a volte è un po' frettoloso e alcune facce sono caricaturali (soprattutto nelle espressioni) ma non si può negare che sia bravo, e quelle espressioni "esagerate" (soprattutto gli occhioni spalancati di alcuni personaggi) non sminuiscono troppo la sua capacità di farli "recitare" e renderli ben riconoscibili. La storia segue un percorso coerente (almeno all'inizio), senza stravolgere tutto alla ricerca di colpi di scena, e riesce a creare un atmosfera di pericolo e tensione. C'è qualcosa, anche all'inizio, che mi ha disturbato un po', ma con un buon finale me ne sarei pure dimenticato (ne parlo dopo) Purtroppo, il finale per me fa precipitare la storia: come in tante storie recenti, la ricerca del "finale a sorpresa" (in questo caso, che gli spettri erano innocenti della morte di Hogan e che il locandiere l'aveva avvelenato E CONTEMPORANEAMENTE era pure il colpevole della morte del Colonnello e IN PIÙ era pure un serial killer) e il voler prendere subito una strada quasi "gialla" in poche pagine porta ad un finale frettoloso con cose che hanno ben poco senso. 1) Perché Zachary non è tornato a prendere il fucile? Già ha poco senso che l'abbia gettato (ti insegue gente armata e getti il fucile? Il fucile su cui, guarda caso, hai inciso le tue iniziali, così ti trovano subito?), anche se l'avesse perduto è un abitante della zona, non è credibile che non saprebbe ripercorrere il suo percorso per ritrovarlo, una volta andati via i soldati. E poi, in tempo di guerra, sta senza fucile? Come fa a cacciare per procurarsi il cibo? Non stiamo parlando di qualche giorno: Zachary ha lasciato lì il fucile per VENT'ANNI. E andava regolarmente nella palude (anche per recuperare i corpi delle sue vittime e derubarli, e i fantasmi non gli hanno mai dato il minimo fastidio, segno che anche per loro non era responsabile, direi...) 2) Perché nessuno ha trovato il fucile per vent'anni? Era "non lontano dall'albero dei McCuller", cioè in un percorso fatto probabilmente da dozzine di persone quando hanno recuperato i corpi e li hanno sepolti... già è strano che non l'abbia trovato un intera compagnia di soldati che ha organizzato il linciaggio e hanno girovagato per quell'area per chissà quanto tempo, e Tex lo trova in cinque minuti? Sa tanto di "devo sbrigarmi, ho chiuso la trama horror per aprirne una gialla ma mi rimangono solo 2 pagine, inventiamoci una cosa qualunque anche se molto improbabile" 3) Nella locanda ci sono 4 uomini armati compreso Tex (ed escluso Zachary, che è disarmato) e due donne. Ha senso che il ragazzino di sua iniziativa in preda al panico si metta a sparare da solo contro tutti? Anche questa, non è una cosa impossibile, si può sempre dire che il ragazzo era molto affezionato a Zachary, o aveva paura di essere impiccato, e ha perso la testa. Il problema non è tanto l'improbabilità, quanto la frettolosità: a differenza della trama "horror" creata con un adeguato numero di pagine e poi buttata via, questa nuova trama "gialla" post-colpo-di-scena deve risolversi in pochissime pagine e quindi tutto è "buttato là" rapidamente senza tante sfumature, il ragazzo spara perché mancano solo 7 pagine e così Tex li fa fuori tutti e due e amen. Ma riprendiamo dall'inizio parlando della cosa che mi aveva un po' disturbato: la maniera di usare gli elementi "weird". Su Zagor negli ultimi anni (decenni) si è imposta una maniera di utilizzare questi elementi molto "banalizzante": Zagor incontra alieni, aliens (quelli proprio del film Aliens), terminator, stregoni, etc ed è come fare una gita dal droghiere, niente lo scompone e tutto è normale. Su Tex, anche se si vedono anche qui stregoni, spettri, magie, etc, non vengono trattate in maniera così "quotidiana". Mentre Zagor ormai gli alieni li invita ogni domenica per il pranzo, Tex quando ha incontrato un alieno non l'ha nemmeno riconosciuto come tale, non ci ha proprio pensato. Anche se ha visto spettri, erano casi rari, e di solito l'elemento centrale della storia (La Dama di Picche, Santa Cruz, Colorado Belle, etc), non un "red herring" per distogliere l'attenzione dal vero colpevole... Adesso, specialmente con le ultime storie di Ruju, anche Tex ha preso un po' la strada di Zagor, e la cosa mi sta dando molto fastidio (anche perchè ho visto i danni che ha fatto su Zagor, che non leggo più) Ho visto che Rauch ha scritto "i fantasmi, ammesso che esistano", come se potessero essere visioni o allucinazioni, anche per il fatto che Tex in realtà non li vede mai. Onestamente, mentre la leggevo, quando ho visto che Tex non li vedeva ho pensato che mostrandoli così sfacciatamente Rauch avesse perso un occasione, e che sarebbero stati molto più inquietante se anche il lettore non li avesse visti, mentre Zina gli diceva che erano lì attorno. Insomma, l'idea detta da Rauch, che i fantasmi potrebbero non esistere veramente, mi piace... ma penso che per come è presentata la storia, come ipotesi non stia in piedi. Gli spettri vengono presentati da subito come reali, vengono mostrati chiaramente al lettore, e vengono addirittura usati come colpevoli della morte di Hogan. Più tardi vengono mostrati quando attaccano Jack, e sono IDENTICI. Due persone senza parlarsi hanno la stessa identica allucinazione? Poi, parlano a Zina... e gli danno informazioni ESATTE? Direi che l'interpretazione "gli spettri non esistono davvero" non sta in piedi, questi spettri non solo esistono, ma sono pure ciarlieri... Il fatto che Tex non li veda lo rende un po' uno "spettatore" della storia, i cui veri protagonisti sembrano essere gli ex confederati e gli spettri con la loro vendetta. E oltretutto, uno spettatore che, a differenza dei lettori, non vede niente... come ho detto, avrei preferito che non si vedessero, così che 1) L'idea detta da Rauch, che gli spettri in realtà non ci siano, fosse più plausibile, e il lettore avesse gli stessi dubbi che ha Tex (invece di vedere Tex che...brancola senza vederli) 2) Fosse minore il livello di "sovrannaturale palese", e venisse trattato con più "mistero" e quindi in maniera più adatta a Tex Però, fino a qui sono difetti minimi. Avrei potuto citare altri difetti, come il fatto che i personaggi sono un po' di cartone e praticamente degli stereotipi, ma mi rendo conto non è che si possa pretendere chissà quale approfondimento in una storia di 78 pagine. Nonostante questi difetti, come storia di vendetta sovrannaturale funziona, c'è l'atmosfera lugubre, la vendetta è un tema che funziona sempre, e ci sono abbastanza pagine per non avere un finale frettoloso. e finire la storia coerentemente. E invece no. Puntuale come la morte, le tasse e le nuove patacche dei settantacinquesimo in copertina, ecco che arriva il colpo di scena. I fantasmi sono buoni, al massimo fanno paura ma non uccidono (e se poi uno dalla coscienza sporca muore di paura a vederli, mica è colpa loro, era lui che aveva il cuore debole). Però fanno da origlioni, spiattellano tutto, e in una manciata di pagine Tex trova il corpo, deduce che è morto avvelenato, indovina subito chi l'ha avvelenato, e poi mentre torna alla taverna per sbaglio inciampa in un fucile che è lì da vent'anni con le iniziali del taverniere. Davvero, cosa ha dato "in più" questo "colpo di scena" finale alla storia? Per me ha solo tolto fascino e atmosfera, riducendo il tutto al solito "giallo", risolto con "origlioni" (spettrali) e coincidenze. Ed per mettere questo "colpo di scena", la storia prende anche una piega molto antipatica... il taverniere è un pluriomicida e va punito, e va bene. Accetto anche, come dice Rauch, che i fantasmi l'abbiano fatto sgamare dalla legge solo perchè sono chiacchieroni e non perchè la loro vendetta comprenda anche lui, Ok. Ma comunque la cosa rimane "storta". Che sia un pluriomicida viene detta alla fine ed è una mera deduzione da parte di Tex, anche se noi lettori sappiamo che ha ragione. Ma non non abbiamo "visto" nella storia tutti questi omicidi. L'unico che abbiamo visto è quello del Colonnello. E anch'io alla fine ho avuto l'impressione, anche per i dialoghi, che gli spettri volessero punirlo per quello. Durante la guerra, Zachary ha semplicemente sparato ad un ufficiale nemico. Un ufficiale che oltretutto si era macchiato di crimini di guerra contro la popolazione civile. Un buon paragone potrebbe essere quello delle SS naziste in Italia nella seconda guerra mondiale. Era un crimine sparargli addosso? La cosa diventa ancora più antipatica perchè effettivamente c'è una corrente di pensiero, in Italia, secondo cui le SS erano timidi agnellini indifesi, e se i cattivi partigiani non gli avessero sparato addosso non avrebbero fatto male a nessuno... Ora, non credo che Rauch aderisca a questa corrente di pensiero (altrimenti avrebbe detto chiaramente che Zachary andava punito per quell'azione di guerra senza aggiungere i viandanti avvelenati) ma per me come minimo la cosa è presentata in modo abbastanza maldestro, da dare l'impressione che si consideri Zachary come responsabile, LUI, della strage di civili, solo perchè ha sparato ad un ufficiale nemico, in guerra. insomma, per me non solo ha "annacquato" la storia diluendo la componente horror su cui si basava all'inizio, per fare il solito "colpo di scena", ma si è andato dritto dritto ad infilare per similitudine dentro un vespaio "politico" abbastanza "caldo" negli ultimi tempi. Tutto per fare un colpo di scena. Ma, dico... è una nuova legge? Gli sceneggiatori sono obbligati ad inserire una modica quantità di colpi di scena? (poi, chiamarla modica, pare che non fanno più una storia senza...) Davvero, una preghiera, a Rauch se sta ancora leggendo questo thread, e a tutti gli altri sceneggiatori che eventualmente lo stiano leggendo: provate a fare, per un po', storie senza "colpi di scena finali"? A fare storie basate sui personaggi, sull'atmosfera, che abbiano uno svolgimento coerente con le loro premesse? E magari con meno fantasy, grazie! P.S,: Alla fine Tex dice che "quei poveretti hanno avuto giustizia" e "potranno riposare in pace"... ma nel flashback si vedono DECINE di soldati... sono tutti morti? Sono tutti passati dalla palude? Quante cavolo di tombe ha trovato Tex per essere sicuro che sono finiti tutti? (e anche quella battuta fa davvero pensare che gli spettri fossero lì soprattutto per Zachary, e morto "il partigiano", le SS rimaste si potrebbero pure perdonare...)
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  11. Esiste solo il coreano! Adesso si scherza dai; ora è chiaro ciò che intendevi!
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  12. Jeff Weber, come spesso gli accade, capisce le cose a rovescio. Anche dopo che cli sono state spiegate un sacco di volte. Colpa mia. Lo spiego al secondo, terzo paragrafo, a volte addirittura in fondo ai post. È probabile che non legga così tanto prima di rispondere con le sue continue frecciatine multithread che si stanno moltiplicando. Stavolta provo con un post breve, chissà che non funzioni... 1) Analisi ridicole come quella che hai messo "ad esempio" (con affermazioni oltretutto FALSE) non le faccio MAI. Se lo facessi, saresti in gradi di ribattere. È proprio perchè non sei in grado che devi ricorrere alla parodia e alla presa per il xulo. 2) I miei post dove analizzo i dettagli, sono praticamente sempre per SMENTIRE BOIATE ALTRUI. Magari le tue. È quando devi smentire che ti tocca essere pedante (il problema degli smontatori di Fake News, per dire una falsità ci vuole un attimo, per smentirla poi serve un sacco di tempo) 3) I difetti che ho citato nell'ultima discussione (quella sulla serie regolare) si vedevano chiaramente in primissima lettura. Non stiamo parlando di velocità delle canoe (quella l'ho tirata fuori proprio per smentire un affermazione altrui, e l'ho fatto IN DIFESA DI RUJU, anche se questo concetto proprio non ti entra in testa), stiamo parlando di AZIONI SENZA SENSO, IMPOSSIBILI IN PRATICA E OUT OF CHARACTER. Se non sei capace di vederle in primissima lettura il problema è tuo, non mio.
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  13. Ho terminato da pochissimi minuti di deliziarmi con la lettura del Magazine, e come credo molti intuiranno sono rimasto abbastanza soddisfatto. Interessanti i contenuti extra in merito ai vari tentativi di commistione tra western ed horror/fantasy che negli anni hanno avuto luogo nella letteratura e nel cinema, ma va da sé come il vero banco di prova dell'albo fossero le due storie, e devo dire di esserne rimasto abbastanza ben impressionato. La palude del morto, di Rauch e Mastantuono, sulla carta avrebbe potuto rischiare di passare come storia riempitiva destinata ad occupare spazio nell'albo, ed invece a me è sembrata una storia ampiamente dotata di una propria dignità, ovvero perfettamente in grado di risultare avvincente e gradevole da leggere. La carta vincente risiede nel tocco di soprannaturale (dal sapore quasi "magicoventesco", oserei , non a caso valorizzato dai disegni di un ex veterano di quella serie), non plateale né tangibilissimo ma anzi sfumato ed intriso di valenze psicologiche, che accompagna quella che sulla carta sarebbe una classica avventura western. A mio modo di vedere, Rauch avrebbe forse potuto realizzare un finale un po' meno prevedibile ed un po' meno vago, ma resta comunque il mio giudizio positivo. Pochissimo da dire, nel senso più edificante di tale espressione, riguardo La strada del Male, ennesima graditissima incursione nel passato dell'Arcinemico, curata nei minimi dettagli da Boselli in sede di sceneggiatura ed ai disegni dai Cestaro, bravissimi quasi quanto nella recente storia sulla regolare ad evocare con il loro tratto le atmosfere cupe ed orrorifiche che circonda(va)no il "buon" Mefisto. Finalmente abbiamo appreso un altro fondamentale tassello sul suo passato, relativo al periodo intercorso tra il primo ed il secondo scontro vis a vis con Tex, periodo nel quale Steve Dickart non si risparmia certo in nefandezze e turpitudini di varia natura. Ed ho tratto la vaga impressione che potremmo aspettarci, prima o poi, ulteriori ragguagli sulla sua fase di "apprendistato"...
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  14. Tra i capolavori indiscussi dell'ultrasettantennale saga texiana, una storia contraddistinta da fortissime emozioni e da un fortissimo sapore crepuscolare, una resa dei conti definitiva con il passato: questa, in sintesi, l'essenza dell'avventura in cui, più di tutti, Kit Carson è davvero a tutti gli effetti protagonista assoluto, riuscendo per una volta a scalzare dal trono Tex, per effetto della valorizzazione che gli riserva Boselli, autore di una delle sue migliori sceneggiature di sempre (sono sempre stato un grande estimatore delle trame che, come questa, si dipanano tra "passato" e "presente" texiano), e coadiuvato dai disegni di un eccelso Marcello, in grado di suscitare al contempo ed in maniera quasi palpabile nostalgia e spirito d'avventura. Imbattutosi casualmente in fantasmi del passato, il Vecchio Cammello assurge come meglio non potrebbe al ruolo di colonna portante della storia, decidendo senza esitazione di recarsi fin su nel Montana per il "funerale" di un vecchio amico/nemico, Ray Clemmons. Quest'ultimo è, senza ombra di dubbio, uno dei personaggi più interessati scaturiti dall'inventiva di Boselli: personalità estremamente complessa, perennemente in bilico tra Bene e Male, ex sceriffo di Bannock nonché leader nell'ombra della famigerata Banda degli Innocenti, ambiguo ed opportunista, capace tanto di fregare e/o uccidere a sangue freddo i complici vecchi e nuovi quanto di dimostrare slanci di genuino affetto nei confronti di Carson (assai indicativa, in tal senso, la frase che Clemmons Usa spesso nei suoi riguardi: "Per un amico, questo ed altro!"). Parimenti interessante il variegato campionario di pendagli da forca ex complici di Clemmons, che i due (ex?) amici per diverse ragioni si ritrovano ad affrontare: Boone "Il Cannibale", Waco Dolan, il sioux One-Eyed Hawk, l'ex bottegaio Grimes, il suo ex garzone Chester, il gambero Roger Laval, Larry "il Contabile" e lo zoppo Johnny Lame,, tutti individui segnati da una vita dura, ognuno con la propria storia e tutti con il dente avvelenato nei confronti di Clemmons. I soli superstiti superstiti degli oltre 100 membri della banda (insieme agli impalpabili Jess e Reuben ed a Rafe ed Otis, intercettati e neutralizzati da Tex e Kit Willer), decisi a vendicarsi dell'ex capo e, soprattutto, a riprendersi il bottino che questi aveva sottratto loro 25 anni addietro, fregando loro ed anche Kit Carson. Un rapporto inevitabilmente improntato al contempo all'amore ed all'odio, quello tra il ranger e l'ex sceriffo, ma nel quale è comunque impossibile non ravvisare un profondo e sincero legame, che emerge distintamente tra le pagine sia nei ricordi del passato che in "presente", ed al netto della legittima diffidenza di Carson e, benché la circostanza sia poco valorizzata, della presenza di Lena, da sempre contesa tra i due (così come la paternità di Donna, che Lena rivela ma non rivela in una toccante vignetta). Fondamentale perché il Vecchio Cammello chiuda a suo favore tale pagina del proprio passato, risulta però fondamentale l'apporto di Tex e Kit, a loro volta prontissimi a scapicollarsi in quel di Bannock non appena giunti a conoscenza di quanto accaduto, per dare manforte al loro pard. Tex, ovviamente, si incarica della parte più rognosa, spacciandosi per un reduce degli Innocenti per minarli dall'interno, ma non da meno è il rischio assunto dal giovane Kit nel liberare Donna dalle grinfie di Boone ed Hawk. Memorabile e degno di applausi scroscianti il confronto finale, lungo la main street della città fantasma, tra Tex, Carson e Clemmons da una parte e Boone e Waco Dolan dall'altra (con Kit e Donna loro ostaggi): Clemmons tenta uno dei suoi tiri per mettere in salvo i due ragazzi, segue una selvaggia sparatoria in cui i due fuorilegge hanno la peggio, non prima però che Boone riesca a colpire a morte l'ex sceriffo, che in un commovente commiato ringrazia dell'aiuto Carson, il quale a sua volta non manca di sottolineare che avrebbe fatto "questo ed altro, per un amico".
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  15. però è innegabile che questa storia sia dannatamente bella da leggere, pur con qualche suo difetto, e riesce a coinvolgerti e a dimostrare pienamente le doti di grande narratore che aveva Nizzi in quel periodo. Io le darei un voto positivo, l'ho riletta sette-otto mesi fa mentre mi immergevo nella rilettura di tutte le storie nizziane in ordine di uscita (adesso sono arrivato a "Filo Spinato"). Ottimi i disegni di un Letteri ancora di grandissimo livello, con un segno grafico inequivocabile, unico, convincente, e che mette a proprio agio il lettore nel rito della "texanietà". Letteri è classicismo puro, forse tra i disegnatori della saga il più nitido di tutti, mi si passi il termine. La forza dei disegni di questa storia, nelle scene in cui Tex e Carson si ritrovano rinchiusi nei sotterranei della famigerata miniera, merita un plauso incondizionato.
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  16. E poi faceva vivere sua moglie in una capanna! Vergogna!
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