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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 13/03/2023 in tutte le sezioni

  1. Episodio curioso. Da un lato Burattini trattiene in parte il suo spiegazionismo, ma dall'altro sciupa il secondo albo con una sceneggiatura che non è all'altezza di un soggetto ricco e che non mantiene le promesse di una prima parte che mi aveva colpito abbastanza positivamente. Disegni notevoli, Rubini è una garanzia. Testi: 6 Disegni: 8,5 Dissi.
    1 point
  2. Dopo circa due mesi dal sondaggio il risultato è abbastanza chiaro e consolidato: l'82% dei forumisti preferirebbe un numero limitato di uscite annuali di Tex (la serie regolare e poco altro). Quando è stato fatto questo sondaggio, a Gennaio, ancora non si conosceva la "bella idea" delle Mini Copertine, ora invece sappiamo che la "proliferazione delle uscite" avverrà davvero. Oltre ad aumentare le storie (quest'anno rispetto al precedente ci saranno un doppio Magazine e forse una miniserie a strisce in più, o comunque un'altra uscita speciale), si moltiplicano anche le edizioni, una con allegato Mini Copertina X e l'altra con Mini Copertina Y (+ placchette magnetiche). Insomma lo scopo dichiarato ora non è solo farti acquistare più albi possibili bonelli (legittimo) ma di farti acquistare due copie dello stesso albo! Solo perché si inseriscono 2 gadget diversi. E poi (ammesso che ti interessi il gadget) cosa te ne fai del doppio albo uguale? Mah!... Probabilmente i negozi e le bancarelle di fumetti usati fra un po' saranno stracolmi di albi doppi che la gente tirerà via. Naturalmente dopo questa iniziativa tra un anno o due ce ne sarà un'altra simile. Puzzle di Tex con tessere diverse in tre albi uguali?... Perché no? Così il prossimo Aprile usciranno: 2 Tex n. 750 2 Maxi Tex 2 Tex Willer 54 2 SuperTex 18 Insomma dopo "La mesa della follia", il mese della follia! BUONA COLLEZIONE!
    1 point
  3. Bravo. Troia era una città talmente piccola che Ettore, inseguito da Achille, ne percorse il perimetro tre volte. Non vi pare leggermente assurdo che il suo assedio sia durato 10 anni? Omero, a quanto pare, ne ne infischiò.
    1 point
  4. A parte le battute sulla vera e propria ossessione che ha Burattini per le "origini" di qualunque cosa (pure le origini del Going Going ha scritto, non so se mi spiego...), i problemi di questa storia sono quelli tipici purtroppo dell'ultimo Burattini: una sceneggiatura sciatta, svogliata e frettolosa, che spreca gli elementi interessanti della storia. Sull'ossessione di Burattini per le "origini", e in generale, per gli "spiegoni" si è già scritto tanto: una delle migliori storie burattiniane degli ultimi anni è il secondo "zagorone", dove riesce per gran parte della storia a creare tensione, dramma e mistero... ma ad un certo punto, a metà storia, gli parte la logorrea e prende una tangente in cui racconta le "origini" di un gruppo di patrioti polacchi (e quindi le origini di un nemico storico di Zagor) che per diverse pagine ammazza ogni tensione. Poi si riprende nel finale, ma davvero dà l'impressione di un autore che, come un tossicodipendente, dopo cento pagine senza uno "spiegone" non ce la faceva proprio più e gli è scappata "l'origine", poi calmata la tossicodipendenza è ritornato alla storia principale. Qui si è abbastanza limitato rispetto al solito. Non ha raccontato per filo e per segno perchè l'alchimista è diventato alchimista e le origini dei suoi alambicchi. Ha conservato un minimo di mistero su che cavolo c'era nel laboratorio e cosa ha trasformato animali e persone. Ma comunque, se ci pensate, la trama della storia è "Tex arriva e scopre le origini dei Chupacabras". Era un "animale misterioso" ancora senza origini, la cosa evidentemente per Burattini era intollerabile, e ha fatto una storia basata sulla scoperta delle sue origini. Pensateci. Tex non è lì a salvare qualcuno. Non è lì per vendicare qualcuno. Nella trama principale, affronta mostri ma non sono mai un serio problema. Viene aggiunta una trama secondaria con banditi e indiani per metterci un "cattivo", ma alla fine anche questi più che combattere contro Tex combattono anche loro contro i mostri. L'arco narrativo della storia e davvero "Tex scopre le origini dei Chupacabras". Una storia simile per funzionare deve costruire questa "scoperta" come un avventura, con tensione, emozioni, etc... eppure la sceneggiatura è ultrapiatta. Tutti parlano nella stessa maniera (tutti hanno notato l'umorismo involontario nella scena in cui El Morisco e i pastori parlano fra di loro come dotti sapienti in una conferenza scientifica, possibile che non se ne sia accorto lui?) Di "carne al fuoco" ce n'è tanta, pure troppa: i Chupacabras, l'alchimista, i vampiri nel finale, l'arena, le grotte, il laboratorio, i banditi, gli indiani, i fratelli, ma tutto viene trattato in maniera piatta e frettolosa. Con il senno di poi si potrebbe dire che era meglio se ci metteva meno roba dedicandoci più tempo a ciascuna...
    1 point
  5. Tanto rumore per nulla. Scomodare El Morisco e i chupacabras per usarli in maniera fiacca, sprecando un soggetto che avrebbe meritato una sceneggiatura migliore. È una brutta storia, questa "Mesa"? No. Soprattutto la prima parte, finché perdura un certo alone di mistero sui terribili segreti della Mesa e sui reali intenti dei due fratelli, intriga molto; poi, però, pur non cadendo in picchiata, la storia atterra lentamente, strozzando un decollo che di fatto non avviene mai. Se a proporci una simile sceneggiatura fosse stato un autore esordiente, il mio giudizio sulla storia non sarebbe stato diverso, ma forse avrei visto del buono nel nuovo sceneggiatore, ci avrei visto potenzialità che andrebbero coltivate. Ma un Burattini? Cioè, una sorta di guest star, sceneggiatore principe e curatore di Zagor, autore di lungo corso? Che venga qui, alla sua prima volta sulla serie regolare, a proporci questo bel soggetto ma con una sceneggiatura che si adagia ingloriosamente verso terra, è a mio parere un passo falso, non all'altezza del nome sul tamburino. Tutti, al loro esordio, hanno probabilmente fatto meglio, da Faraci a Rauch, per non parlare di Berardi e Medda, o di Boselli e Nizzi, passando pure per Nolitta. Peccato.
    1 point
  6. Capolavoro, una storia magnificamente drammatica raccontata splendidamente e altrettanto ben illustrata. Tex esce dalla sua confort zone ed insieme a suo figlio Kit è protagonista di una storia simile, anche se più spietata, alle sue abituali ma con uno sfondo completamente nuovo, la pampa e il "desierto" argentino. Riccardo, maggiore dell'esercito argentino ma ex aiutante di Montales in Messico, chiama Tex in suo aiuto per risolvere le faide fra coloni e i vari indiani della Patagonia. I suoi saldi principi di onesta, amore per la patria e giustizia sono messi a dura prova durante questa storia. I suoi dubbi e le sue decisioni difficili sono molto ben descritti. Il rapporto di Kit Willer è Tex sono raccontati in modo quasi emozionante dall'ottimo Boselli. La scelta che Tex compie ad un certo punto della storia mi ha convinto appieno, dimostrando ancora una volta il suo senso di giustizia. Capitolo disegni decisamente all'altezza della storia, uno spettacolare uso di neri e ombreggiatura, drammaticità a massimi livelli che a volte sfiora l'horror. Proprio a voler essere pignoli non mi hanno convinto alcuni volti frontali di Tex e Kit mentre sono di un'espressivita esemplare quelli di Mendoza e degli indiani d'Argentina. Sontuosi alcune scene iniziali della fossa e dei vari fortini. Tirando le somme, al momento il mio Texone preferito (ne ho letti una ventina) che per mio gusto supera per media anche quelli di Magnus, Ortiz e De la Fuente. Soggetto e sceneggiatura 10 Disegni 9,5
    1 point
  7. Questo è uno dei molti Texoni che ho letto ed è il mio preferito, oltre che una delle migliori storie di Tex. Boselli, in quest'occasione, scrive una delle sue migliori sceneggiature. Per prima cosa, ho apprezzato come in questa storia Tex decida di farsi accompagnare dal figlio Kit e non dal "solito" Carson. Mi è poi piaciuta tantissimo l'insolita ambientazione, quella della Patagonia e della Pampa argentina, e i fatti storici della reale guerra avvenuta tra i popoli indigeni e l'esercito argentino. Ma soprattutto ho apprezzato il cambiamento nella seconda parte della storia che l'ha resa una vicenda molto più complessa: infatti Tex, che prima era con l'esercito argentino (pur cercando la pace), decide di schierarsi con gli indigeni, rassegnandosi all'idea che sia inevitabile dopo i soprusi dell'uomo bianco. E questa scelta (in cui si è comunque consapevoli di essere destinati alla sconfitta), mi ha ricordato molto la decisione di Magico Vento di combattere coi Lakota di Toro Seduto e Cavallo Pazzo contro l'esercito degli Stati Uniti. Ottima la scena dell'addio tra Tex e Kit e bellissimo il finale, in cui Tex e gli indiani comunque in qualche modo vincono. Quindi grandissimi complimenti a Boselli, uno dei più grandi sceneggiatori di tutti i tempi. Ottimo Frisenda, il mio disegnatore di fumetti preferito, che realizza delle ambientazioni bellissime nella Pampa argentina, e ne rappresenta anche la fauna in modo davvero realistico (vedi lo struzzo). Splendida l'espressività dei volti e tutte le tavole, precise e dettagliate. Superlativa anche la copertina. In conclusione, uno dei migliori Texoni per disegni e sceneggiatura. Storia: 10 Disegni: 10
    1 point
  8. Dopo qualche storia un tantino sottotono, il grande G.L. Bonelli tirò fuori dal cilindro questo splendido episodio. Già dall'incipit si comprende che la lettura degli albi sarà tutt'altro che noiosa e deludente. L'arrivo dei quattro pards nel villaggio dei Dakotas, che portano stampati nei loro scheletrici volti l'inconfondibile marchio dell'inedia, è una scena che lascia il segno. Ci si immedesima così tanto, che viene quasi la tentazione di aprire la dispensa o partecipare personalmente alle battute di caccia per fornire il proprio aiuto a quei poveri affamati. Ancor più rabbia mette il diabolico piano ideato dal bieco Billing che pur di impossessarsi delle pepite d'oro della vallata, non esita a condannare a morte un'intero villaggio, non fornendo le riserve di viveri per l'imminente inverno. Altro che pelo sul cuore, il pezzo grosso di Great Falls è davvero un verme di prim'ordine! L'intervento dei nostri, divisi in due coppie per l'occasione, sarà risolutivo e dopo vari agguati falliti e tanta azione, riusciranno a far miseramente fallire il criminoso piano e garantire la tranquillità ai pacifici Dakotas. Ancora una volta lo sceneggiatore opta per la punizione divina per il villain di turno, infatti ormai isolato e incalzato da Tex, Billing sparirà sotto le lastre di un fiume ghiacciato durante il suo disperato tentativo di attraversarlo durante la fuga. Una fine tanto orribile, quanto meritata, visto l'indicibile crudeltà dei suoi progetti. Ottima la sceneggiatura, avvalorata da una magistrale gestione dei quattro pards nella storia. Eccezionali, come di consueto, i disegni di Ticci, abilissimo a tratteggiare la disperata fame dei Dakotas, ma anche dei paesaggi innevati mozzafiato. Nessuno meglio di lui riesce a immortalare gli scenari naturali, sia se si tratti di deserti assolati,o foreste imbiancate. Un autentico maestro! Il mio voto finale è 9
    1 point
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