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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 25/06/2023 in tutte le sezioni

  1. Se ti può consolare ho la stessa idiosincrasia, forse la differenza è che io me ne sono fatta una ragione, quando inciampo in una scena del genere alzo gli occhi al cielo, sospiro e vado avanti come se niente fosse*... Tra l'altro comincio ad avere la stessa reazione con i machissimi "duelli al coltello"... * Ovviamente la cosa inficia comunque la mia valutazione della storia.
    1 point
  2. Temo che tu non abbia colto il senso della mia affermazione (il galateo mi imporrebbe di dire che "non mi sono espresso bene", però qui siamo tra cowboys e cowgirls): Kate vorrebbe che Carson capisse che la sua "attrazione" per l'ancor giovane cammello è genuina, cioè che Carson non è per lei il burattino che generalmente sono gli altri uomini. Ciò non fa di lei una santarellina, ma una donna con un'anima certamente sì. E nel contesto della storia, tutta giocata sulla contrapposizione di valori e ideali, un contrasto interiore all'interno di uno stesso personaggio (l'eterno contrasto tra l'attore e l'uomo) ci sta come il cacio sui maccheroni e dà una caratterizzazione ancor più spessa e meno stereotipata a Kate. P.S. @Leo mi ha preceduto e, con altre parole, ha reso il mio stesso concetto. Grazie, Leo.
    1 point
  3. Io credo invece che il personaggio sia bello proprio per questo. Una spia è questa, fini nobili e mezzi ignobili. Se la edulcorasse troppo, non sarebbe credibile. Dobbiamo solo accettare che Kate è questa qua, senza aspettarci niente di diverso...
    1 point
  4. Un utente di Facebook mi ha fatto notare tramite messaggio privato che ci sarebbe un'evidente contraddizione tra questo Texone e "Tra due bandiere" (specificando che comunque è roba di poco conto). Nel Texone Carson incontra Tex e Damned Dick durante la guerra civile poco tempo dopo la battaglia di Shiloh. Ergo, quando Tex incontra di nuovo Dick all'inizio di "Tra due bandiere" Carson dovrebbe riconoscerlo. Invece, subito dopo la scena della rissa, Tex presenta Dick ai pards (presentazione che avviene fuori campo), poi nella vignetta successiva Carson commenta "Così voi due eravate insieme durante la guerra", lasciando sottintendere che per lui fosse una novità! Invece nel Texone interagisce con lo stesso Dick più volte. Sono andato a controllare al volo sull'app e in effetti è così Sia chiaro che è davvero una robetta di poco conto (Carson ormai ha una certa età e la sua memoria inizia a fare cilecca) che non inficia in nulla il valore enorme di questo Texone che non vedo l'ora di rileggere (prestato oggi a mio nonno per la consueta lettura, fino a sabato non lo rivedo).
    1 point
  5. È vero. E nulla gli impediva di farlo anche qui. Ma la storia va bene così com'è. Assolutamente questo texone è una ottima pubblicità anche per la serie Tex Willer. Anche perché ormai Carson appare anche lì Ed è un Carson non solo spalla, ma coprotagonista vero, perché anche lui è giovane, nel fulgore delle sue capacità. Come dice lui stesso nel Texone, Tex al suo confronto a quel tempo era un pivello
    1 point
  6. Allora...Questo Texone parte già con tanti applausi per le tavole di Dotti. Veramente incantevoli, profonde, dinamiche...Insomma per me perfette. Boselli come con la serie Tex Willer ci porta dentro la Storia. Ci mostra un aspetto poco noto (gli immigrati tedeschi), ci mostra le atrocità fisiche e mentali della guerra civile americana. Le scorie che si è portata dietro per anni. Lo fa sempre con maestria facendoci vedere diversi personaggi e situazioni. Forse mancano un po' di pathos e sorpresa ma il Boss ha scelto un'altra strada. Comunque buon Texone e molto adatto a chi segue la serie Tex Willer. Chi non la segue ma ha gradito l'atmosfera del Texone, beh non gli resta che recuperare gli arretrati di Tex Willer Nella Grande Invasione ad esempio il Boss si gioca alla grande le carte di pathos/sorpresa.
    1 point
  7. E' la ben nota questione della sorpresa vs. la suspence. Spesso (e sicuramente in quest'albo) funziona meglio la seconda rispetto alla prima. Il maestro Hitchcock diceva: "Se faccio sedere un po' di persone intorno a un tavolo facendole discutere per 10 minuti fino a che improvvisamente scoppia un ordigno da sotto il tavolo, ho dato allo spettatore 10 minuti di noia e 10 secondi di sorpresa. Ma se PRIMA faccio vedere che c'è un ordigno sotto il tavolo e POI faccio sedere quelle persone intorno al tavolo, do allo spettatore 10 minuti di suspence in cui in ogni secondo egli trepiderà affinchè succeda qualcosa che faccia sì che uno dei personaggi si chini e si accorga della bomba". Ma questa è proprio la chiave di lettura e il senso dell'intero albo, espresso nella chiusura, prima da Carson a Cass morente e infine suggellato da Tex davanti alla stele commemorativa. E' sicuramente ciò che Boselli vuole trasmettere al lettore, non coglierlo potrebbe lasciarlo rammaricato ed è il motivo per cui ho ribadito, estrapolandolo e rendendolo esplicito nel mio commento, il concetto introdotto tra le righe da Diablero. Ormai l'esperienza mi ha insegnato che i redazionali che contestualizzano e storicizzano la vicenda narrata nell'albo vanno letti rigorosamente DOPO, per non spoilerarsi nulla. L'ideale per me è perciò: 1) gustarsi l'albo senza condizionamenti 2) leggersi i redazionali 3) rileggere l'albo potendo sfruttare le informazioni dai redazionali che potrebbero non essere state colte dalla nostra mente nella prima lettura.
    1 point
  8. Letto questo albo, mi associo con i giudizi altamente positivi nettamente dominanti. Mi è piaciuto tutto di questa storia, sia la bravura di Boselli nel riprendere alcune situazioni e personaggi già noti, ma facendoli comparire in modo molto pertinente e non forzato, sia la narrazione retrospettiva, attuata per lo più con un'alternanza di Tex e di Carson. Questo racconto "a due voci" non solo rende più vario e meno monotono questo lungo flashback, ma fa parte di una voluta (e molto apprezzabile) volontà di dare a Kit un ruolo almeno di pari valore a quello di Tex nelle vicende che si dipanano in modo da avvincere il lettore, con una sequenza di eventi piuttosto complessa ma mai caotica né tanto meno noiosa. Unico dettaglio che, a mio avviso, risulta un pochino più discutibile è il personaggio di Kate Warne. Ovviamente, la scelta narrativa è più che legittima, si può chiaramente comprendere che, rispetto a "Pinkerton Lady", qui abbia un ruolo molto più marginale, anche perché qui giganteggiano Carson e Tex (e forse, nel suo cuore, questi due sono pure diventati inconsapevoli rivali). Adesso mi è parsa una donna molto più fredda e calcolatrice, decisamente arrivista nel suo desiderio di svolgere al meglio il suo non facile ruolo, ma si direbbe a qualsiasi costo e senza scrupoli morali. Insomma, mi viene da pensare che, nella sua evoluzione, questo personaggio abbia preso alcuni tratti di personalità dalla Lily Dickart contro cui aveva lottato nella storia antecedente. Niente di grave, chiaramente. Ottimi senza dubbio i disegni di Dotti.
    1 point
  9. Anche qui, ci sono i sudisti che vogliono violentare Kate... e lì c'era il soldato confederato del campo di Anderville che si faceva scrupoli sul trattamento riservato ai nordisti. Credo si tratti di scelte narrative, di esigenze della trama, non di una visione manichea o di incapacità di sceneggiare. Devo ammettere che ho trovato questa scelta curiosa. La scena degli impiccati, già tragica di per sé, sarebbe stata ancora più d'impatto se fosse stata inattesa. Avrebbe creato un vuoto nello stomaco in tanti lettori. Invece, Borden rinuncia all'effetto sorpresa per una precisa scelta narrativa. Non so, tu parli di trucchi: ma non sono solo degli espedienti onesti con cui tutti i narratori hanno sorpreso, e preso a pugni, i fruitori delle loro storie? Non avrebbe avuto un maggior effetto drammatico la scelta di non anticipare nulla? Nel caso in cui Borden avesse fatto un'altra scelta, avrebbe potuto avvisare il lettore di non leggere l'introduzione per evitare spoiler. Il testo di Barbieri rende a mio parere l'albo ancora più prezioso. Non solo la storia è portentosa, non solo è disegnata da un Dotti che ha tutta l'intenzione di sfruttare l'occasione per entrare nell'olimpo, ma è anche accompagnata da un testo che ci racconta puntualmente gli eventi che stanno dietro l'opera di fantasia, risultandone ulteriormente esaltata. Avevo colto il particolare anche nella prima lettura , e lo avevo molto apprezzato. Tu hai parlato di puttanata, io nel mio precedente post di esagerazione. Devo dire che, durante la lettura, mi ci sono fermato un attimo, ho storto anche un po' il naso. Poi, ecco la soluzione raffinata di Boselli: consapevole che potesse sembrare un eccesso, fa dire a Tex che certo, potevano essere lui e Damned, su quella collina, ma potevano soltanto, non è detto che lo fossero. La dimensione della possibilità salva la scena e la rende straordinaria: il fatto che lì, nello stesso posto, ci fossero Tex e Carson fa sì che i due avrebbero potuto incontrarsi, ma non è accaduto davvero. O se è accaduto non lo sapremo mai. In questo senso, quella vignetta diventa quasi un metafumetto, un omaggio, che visto così può ben dirsi ispiratissimo, a "Tra due bandiere". Non ci avevo pensato. Questa tua lettura, che sicuramente coincide con le intenzioni di Borden, sarebbe da stampare e tenere dentro l'albo, una sorte di appendice critica che valorizza ulteriormente l'opera. Complimenti, anzi grazie! Perché stavo perdendomi un particolare importante, che invece ora mi rende la storia ancora più cara.
    1 point
  10. Storie come questa spiccano (purtroppo) in una marea di storie mediocri, non solo per i temi ma anche per l'uso di "tecniche" che tutti paio aver dimenticato. E non parlo nello specifico di tecniche del fumetto (Boselli usaa pochi trucchi "fumettistici" rispetto a, per fare un esempio, lo Sclavi dei primi Dylan Dog), quanto di tecniche più generali della narrativa. A volte sono stato accusato (magari a ragione) di essere troppo severo con storie che semplicemente abusano sempre degli stessi "trucchi", ma sarà che di fumetti ne ho letti e ne leggo ancora tanti, ma non ne posso davvero più di storie basate solo sul "sorprendere il lettore", sul "colpo di scena" o sulla "scene tamarra con frase da guappo di borgata in favore di telecamera", del "cattivo che picchia i cuccioli", cioè delle pochissime cose (e sempre le stesse) che vengono utilizzate dal 99% degli autori di fumetti, come se per scrivere un fumetto (e Tex in particolare) bastasse mettere in fila diverse scene pum-pum con qualche "satanasso" in mezzo, più qualche origlione e gente che sbafa patatine... Ecco alcune cose che fa Borden in questa storia. Cose che prese una per una non hanno NULLA di strabiliante o innovativo, anzi sono cose che sono state usate dai narratori per secoli... ma che troppi autori attuali non usano mai, come se si fossero dimenticati che esistono... 1) Invece di cercare di "sorprendere il lettore", Boselli facendo partire la storia con la commemorazione funebre ci dice già che Tex non riuscirà a salvare quelle persone. E non c'è nemmeno mistero su chi siano i morti (come c'era invece ne "Gli Eroi del Texas"), subito ci vengono detti i nomi, così che in seguito man mano che li incontriamo sappiamo già che moriranno prima della fine della storia. Già il lettore è preparato ad una storia tragica e in cui sa che Tex e Carson, almeno per queste persone, falliranno. 2) Non solo. Anche se questa cosa non è nel fumetto e riguarda l'edizione, il fatto che Luca Barbieri nell'introduzione "storica" descriva così in dettaglio il massacro dei coloni ribelli, tanto da fare anche lì i nomi di diversi personaggi, elimina altre "sorprese" (l'introduzione l'ha scritta Barbieri e non Boselli, ma Boselli è il curatore, se voleva evitare spoiler poteva dirgli di non metterceli o eliminarli dall'articolo prima della pubblicazione). 3) Immediatamente, il "fatto storico" viene umanizzato: dal monumento e dalla bandiera si passa alla scena della madre di Konrad. Non l'abbiamo ancora nemmeno incontrato ma gia ci vengono fatte vedere le conseguenze del massacro anche sui familiari superstiti. 4) Una cosa piccolissima, appena accennata che ho notato solo nella seconda lettura: a pagina 22 il cameriere che serve il caffè è di colore. Facendoci caso, anche nelle scene post-armistizio, tutti quanti, protagonisti e comparse, sono bianchi. La guerra, la pace, i massacri, gli eroismi, li fanno tutti i bianchi. E anche dopo che sono stati "liberati", l'unico nero presente appare in due pagine e fa il cameriere... È una piccola cosa che non attira l'attenzione ma che rappresenta bene il fatto che anche dopo la guerra, la "liberazione" è solo formale, ma rimane la differenza sociale, fra chi fa il ranger, il cuoco, lo sceriffo, etc... e chi fa il cameriere. (purtroppo oggi il fanatismo "woke" non renderebbe accettabile una scena simile in un fumetto americano, anzi se fosse ristampato negli USA mi sa che dovrebbero annerire il colore della pelle di un buon numero di personaggi (solo quelli positivi) per fare equa rappresentanza, finendo come in certe serie dove per "rappresentanza" anche duchi, marchesi, regnanti e ricchi capitalisti devono essere di colore. Al che mi chiedo che razza di idea della storia avranno i ragazzi che cresceranno con quella roba, per me diventeranno tutti nazisti convinti che il razzismo non sia mai esistito...) 5) Un evento che abbiamo già visto in una storia (la battaglia di Shiloh) ci viene mostrato da un diverso punto di vista, quello di Kit Carson. E all'inizio sembra un "doppione" della più famosa scena di Tex che seppellisce Rod (e se fosse stato così sarebbe stato appunto un inutile doppione). E invece la scena viene rovesciata, con Carson che salva il giovane Sam Junior. Ma mentre al momento della morte Rod ha capito come ha buttato via la sua vita per nulla, maledicendo insieme a Tex la guerra, il giovane Sam rimane intriso del veleno della retorica guerresca. 6) il "possibile" incontro a distanza con Tex di cui ho già parlato. Onestamente, se fosse stato dato come una certezza, con Carson che dice "ah, sai ti ho visto quella volta..." avrei alzato gli occhi al cielo pensando "che puttanata". Mi avrebbe ricordato quelle assurde ret-con Marvel dove ormai c'è qualche centinaio di persone che, dietro le quinte o viaggiando nel tempo, ha assistito al momento in cui il ragno punge Peter Parker. O quelle storie dove pare che nel medioevo non potevi uscire di casa cinque minuti senza incontrare Leonardo Da Vinci, ovviamente accompagnato da Monna Lisa e subito dopo incrociano Michelangelo, quelle storie da cui sembra che l'Europa fosse abitata solo da gente famosa tipo un party ad Hollywood (e Borden c'è andato un po' vicino a questi eccessi nella storia di Tex Willer nell'Alto Missouri). Invece così è un incontro che forse non è mai avvenuto, come una sorta di miraggio, che ci ricorda cosa stava facendo Tex in quello stesso momento in un altro punto di quel campo di battaglia. E in quel momento come "magico", proprio il fatto che l'incontro sia presentato solo come possibilità, te lo fa apparire come "possibile", non seguendo più la logica del mondo reale. 7) L'incontro di Tex e Damned Dick con Kate Warne segue un po' lo stesso principio del non cercare tanto il "colpo di scena", quanto il far capire, poco a poco con una catena di dettagli (la descrizione prima di vederla, gli occhi chiaramente da donna, gli accenni all'incontro precedente, etc). il lettore capisce che si tratta di Kate (se ha letto Tex Willer, ovvio) prima di Tex, ma la scena è così veloce che comunque non si capisce quando Tex ha davvero capito, e non fa la "figura da scemo" che è sempre il rischio di far capire le case al lettore prima che al protagonista. E intanto, se un lettore di Tex non ha mai letto Tex Willer (o almeno, non ha letto Pinkerton Lady) in poche vignette si presenta il personaggio di Kate: agente Pinkerton, spia, abile trasformista, e ha collaborato con Tex per salvare Lincoln (punti extra per il fatto che il riassunto è davvero limitato al necessario, senza nemmeno citare Mefisto o riassumere la trama) 8) Gli stacchi, come per esempio la maniera in cui la scena della morte del maestro di scuola diventa, in maniera assolutamente fluida e naturale, la scena fra Carson e Tegener che a sua volta diventa il dialogo fra Carson e Duff (e senza metterci nemmeno una bistecca con patatine in mezzo! ) 9) Anche a livello di singola scena, il senso del "dread" incombente prima dell'agguato nella scena di Carson che attraversa il fiume... i fumetti dove gli agguati arrivano sempre "di sorpresa" somigliano a certi film horror dove ci sono solo jump scare in sequenza, dopo un po' non funzionano più, mentre i classici agguati alla Nizzi dove vediamo i banditi per pagine e pagine preparare un agguato per poi sbagliare la mira da tre metri mentre Tex raccoglie margherite fanno sbadigliare. Guardate invece come è più efficace far vedere il tutto dal punto di vista di Carson, che SA che probabilmente qualcuno gli sparerà addosso, ma deve comunque tentare di attraversare il fiume... 10) La narrazione "separata" di Tex e Carson, avere due narratori gli consente non solo di far vedere cose che avvengono in posti diversi, ma anche di "giocare" con il tempo, facendo andare avanti una storia rispetto all'altra (come fa quando Tex scopre che lo sceriffo e diversi altri sono stati arrestati, prima che la cosa "avvenga" nella narrazione di Carson, che era rimasta indietro... (funziona meno bene la narrazione "indiretta" di Kate Warne che avviene con lei che racconta a Tex o Carson che poi raccontano a Kit Willer: le scene funzionano, ma non la "cornice", suona un po' "strano" che lei gli vada a raccontare nei dettagli chi ha ucciso, specie sapendo i loro scrupoli... avrebbe forse funzionato meglio il farla semplicemente vedere agire, se poi un lettore si chiede "come fa Tex a sapere che lei ha fatto così" gli si dice "zitto,lasciami leggere e non rompere con domande stupide, può averglielo raccontato anche anni dopo, che importa?") 11) Ancora l'annuncio della tragedia incombente, quando a pagina 167 Tex dice che non vedrà mai più Konrad vivo. lo si sapeva già dalle prime pagine che moriva, ma questa scena non solo lo ricorda al lettore distratto che poteva essersene dimenticato, ma specifica che morirà prima che possa rivedere Tex... P.S.: sulla critica alla guerra... concordo con Poe sul fatto che sia molto chiara ed esplicita sia qui che in "tra due bandiere" (dove lo è anche di più), e ci aggiungo... 12) La storia si intitola "per l'onore del Texas", e su questo concetto la storia gira intorno per un bel po', in generale in tanti citano l'onore, la bandiera, etc come motivazione per combattere, a partire dal giovane "patriota" Sam Junior. ma avete fatto caso a CHI dice davvero quella frase, alla fine? Pagina 231, Cass, ex ranger che è diventato un criminale, un assassino che pianificava il massacro di uomini, donne e bambini... è lui alla fine che dice che l'ha fatto per... "l'onore del Texas" All'inizio sembra che il titolo si riferisca ai commemorati dal monumento, come a persone che hanno salvato "l'onore del Texas", ma no, erano persone che andavano da gente decisa a combattere per l'Unione e contro lo schiavismo a poveri contadini che semplicemente non volevano essere arruolati, ma nessuno di loro parla di "onore"... A giustificare le loro colpe, a nascondere i loro crimini dietro vuota retorica sull'"onore" e la "bandiera", sono uomini come Cass. E il titolo non parla degli eroi, in realtà parla dei massacri e dei crimini commessi "per l'onore del texas" Anche gli scopi della guerra... scusate se ogni tanto faccio il confronto con "fuga da Anderville", ogni volta si rischia di litigare per il disprezzo che ho per quella storia venerata da tanti, ma vi ricordate come praticamente ogni singolo abitante di uno stato del Sud non vedeva l'ora di massacrare "i ne**i", godendo e pregustando l'idea del poterli frustare, impiccare e torturare? Ogni singolo uomo, donna o bambino del sud, così come ogni singolo soldato`sudista, come gli sgherri del "catti-catti-vissimo" di Bruno Bozzetto, praticamente si esaltava all'idea di quanto era razzista... Non funziona così. La gente non si sveglia la mattina dicendo "oh, che bello, sono cattivo! Cattivohhh! Quanto sono cattivohhhh! oggi voglio andare a fare qualche cosa cattiva!". la gente trova sempre giustificazioni per considerarsi, nella sua testa, il "buono". uno che segue alti ideali. Tipo "l'onore e la bandiera" E cinque minuti dopo il primo sparo, gli "alti motivi etici e morali" per cui nascono i conflitti fra nazioni sono totalmente dimenticati, e ci si ammazza semplicemente perchè "quelli sono i nemici". Come cantava Edoardo Bennato quasi 50 anni fa... (a pensarci, praticamente negli anni in cui su Tex veniva pubblicata "Tra Due Bandiere"...)
    1 point
  11. MAL DI TESTA Perché ti viene. Perché la trama è intricata, la storia è complessa. Ha ragione Diablero quando dice che c'è bisogno di una seconda lettura, perché i personaggi sono tanti, tanti sono i fronti, tante le situazioni. Stupisce come Boselli riesca a tirare tutti i fili senza perderne nessuno, anche se due volte si è un po' perso: 1) Pag.166: Eva chiama il giornalista Karl Wagner "papà", ma all'inizio della storia era suo zio; 2) Pag.173: Tex dice a Carson che ha assaltato Camp Verde perché non poteva lasciare il padre di Konrad nel campo di prigionia; ma ad essere prigioniero era il padre di Klaus, non di Konrad. Questo per dire che quando una trama è zeppa di personaggi può capitare di imbrogliare la matassa. Ma al cospetto di un intreccio così intricato, non saranno questi due peccati veniali a non farci levare il cappello di fronte alla mente che ha generato questa stupefacente avventura. Stupefacente, sì, lo dico dopo il perché. APPAGAMENTO Leggevo leggevo leggevo, ma ero sempre all'inizio. Prima a pag.30, poi a pag.40... ma cosa mi succede? Solitamente, le storie di Tex le divoro. Com'è che questa la leggo in maniera serrata e sono ancora lì? Succede che questa storia è densa. Densa di balloon, e questi densi di parole. Verbosa? No. Piena, ricca, tanta. Copiosa di dialoghi, di confronti, di personaggi che dicono la loro. Storia densa e colma, è un bicchierone traboccante di nettare appagante e squisito. La doppia narrazione contribuisce a rendere fluida una trama che di per sé non lo è; poi questa confluisce in un unico alveo e lo fa in modo naturale, perfetto, come un meccanismo di precisione che scatta quando deve farlo, non un secondo prima né un secondo dopo. E l'appagamento sta lì, nel vedere che nonostante la densità tutto funziona a meraviglia, tutto gira come deve, e gira attorno a un contesto storico ben ricreato, credibile, avvincente. La guerra civile è uno sfondo perfetto per le storie di Tex, ma è un tema già sfruttato. Renderlo nuovamente originale, farci leggere del nuovo, beh, quello è stupefacente. Lo è davvero. EMOZIONE C'è chi lo sta definendo un CARSONONE. Ebbene, questo inventore di neologismi ha ragione. E Carson se lo meritava, noi carsoniani ce lo meritavamo. Dopo Il Passato di Carson, questo ulteriore dono di Boselli rende quest'ultimo l'autore "definitivo" di Carson. Carson, creato da GLB e valorizzato (ma non sempre) da Nizzi, solo con Boselli diventa un protagonista a tutto tondo, solo con lui raggiunge picchi simil-texiani. Un'operazione analoga la fece anche con I Giustizieri di Vegas, come se volesse dire a tutti che Carson è affar suo, un affare di cuore, che lo renderà sempre più grande, che non è un'eresia farlo, ogni tanto, più texiano dello stesso Tex. Bello il dialogo su una possibile sfida giovanile, significativo il riconoscimento di Tex all'amico di "essere in gamba ma di avere la testa sulle spalle" (in occasione del rinvio voluto da Carson dell'attacco a Camp Verde), magnifica, perfetta, sublime tutta la gestione del personaggio lungo l'intero arco della storia. E poi quella frase smozzicata di Kate: cosa voleva dire, a Carson? Che la ragazza si sia invaghita del baffo e pizzetto bruni che campeggiano sul rude volto di un uomo giovane ma già maturo e navigato come il nostro? Diavolo di un Boselli, vecchia volpe... a stuzzicare questi bambinoni cresciuti che non siamo altro nascondendo poi la mano... E ancora, quella vignetta a Shilo. Fino a oggi, mai avremmo immaginato che Tex e Dick mentre salutano Rod sulla sua tomba potessero aver incrociato le loro piste con quella di Carson. All'inizio mi era parsa un'esagerazione. Poi, però, guardate bene: saranno davvero Tex e Dick? Potrebbero essere chiunque. Una soluzione molto delicata, quella di Boselli: non è detto che le loro strade si siano incrociate per davvero, ma butto lì questa suggestione, quel tramonto, quel pazzesco tramonto di Dotti. Che questo sole morente di Dotti si fonda e confluisca in quello di Galep, Boselli non lo dice. Lo pensiamo noi, sognatori. Ma lasciateci sognare... STUPORE Stupefacente. La perfezione dei meccanismi, la gestione della densità, la capacità di emozionare. Dopo aver polverizzato tutte le statistiche, e a dispetto della carta d'identità, questo nostro caro forumista se ne esce con un'altra prestazione da campione, con un'altra opera di valore eccelso, con l'ennesima prova che ci sono vene che non si inaridiscono, e che anzi trovano sempre il modo - misterioso, sorprendente - di rigenerarsi, di risplendere. Trovano il modo di stupire.
    1 point
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