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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 27/10/2023 in tutte le sezioni

  1. PRIMO DI QUATTRO GRUPPI CHE RAGGRUPPANO LE MIGLIORI ANNATE COME SONO STATE VOTATE PER DECENNIO PRIMA DELL'ESTATE. Si possono votare solo due annate tra le seguenti uscite dal sorteggio: 1959 1969 1988 1999 2008 2016 Passano le migliori due più votate. Clicca sulle immagini per ingrandirle e vedere gli albi che contengono le storie per ogni annata. 1959 1969 1988 1999 2008 2016 Le votazioni si concludono venerdì prossimo.
    1 point
  2. A me finora sta piacendo, Boselli al solito è insuperabile nel creare la giusta suspence e sono sicuro che la storia prenderà il volo nel prossimo album. D'altronde gli ingredienti ci sono tutti, la Tigre Nera, i tre amici poliziotti al completo e anche i rimandi alla storia "Omicidio in Bourbon street" li ho trovati interessanti. Lo "spiegone" era necessario e non mi ha infastidito specie dopo la buona entrata in scena della Tigre Nera nell' incipit. Finora trovo un solo unico grandissimo difetto: troppe pagine dedicate alla sottotrama Jim-Lohana...8 pagine di smancerie, pianti, dichiarazioni d'amore (e poco importa che siano finti e funzionali al triplo gioco di Loa, facilmente indovinabile dal lettore prima ancora che da Tex) sono francamente troppe!
    1 point
  3. Bellissima recensione, tanto di cappello, ho provato a tagliarla ma più di tanto non ne ho il coraggio: concordo su molti aspetti, tuttavia, senza "fargliene [proprio!] una colpa", trovo che Boselli molte volte esageri coi comprimari e i loro tormenti.In alcune storie francamente un po' mi perdo, un po' mi stufo di vedere un plotone di comprimari che dovrebbero esprimersi e finiscono solo per ammucchiarsi nell'albo finale (penso alla ricerca delle navi perdute: ottimo spunto, bei personaggi nei primi albi, ma per me finale pesantissimo: speravo quasi morissero tutti, Tex compreso-ORRORE absit omen- pur smettere di leggere.Tralascio il triste, cinematografico e inutile colpo di scena finale).Ma anche questa m'è piaciuta poco.
    1 point
  4. Scherzi, vero? Parlare con gli autori è generalmente piacevole e stimolante, almeno per quelli che autori non sono. Credo però che, in situazioni di "conflitto", come è successo in questo casi, un simile confronto non sia molto produttivo. Non so voi ma io, che credo di essere un buon professionista ma che al pari di tanti posso commettere errori (ed infatti li commetto), sarei in difficoltà a dover sostenere pubblici "processi" sul mio operato. Ribadito che si tratta del mio punto di vista, e che non mi aspetto che ognuno lo condivida, resto dell'opinione che con gli autori sia meglio parlare di questioni più "generali" o, al limite, delle loro opere più riuscite. All'ennesima sottolineatura, da parte della stessa persona, di quanto "imperdonabile" sia stato un errore (vero o presunto), a molti la pazienza potrebbe saltare. In quanto "lettore" io sono più incline a comprendere l'ostinazione con cui un utente si lamenta di qualcosa, e ad auspicare che gli autori limitino al minimo la "difesa" e si concentrino su discussioni più generaliste e meno divisive.
    1 point
  5. È vero questa storia ha dei limiti, Tex e Carson sono praticamente sempre un passo indietro rispetto l'azione e non fanno altro che passare da uno sceriffo e un ristorante all' altro... Gbl ci darà altre storie simili, basti pensare a Cavalcata selvaggia e sopra Dinamite nella fascia 200 oltre alla già citata Apache Kid, ma in tutte queste storie almeno i pards sparavano qualche colpo. Ciò nonostante per me questa storia è da 8, per me le pagine in cui i due bianchi torturano ripetutamente il vecchio Nana sono tra le più toccanti dell' intera serie, un vero pugno nello stomaco. Bonelli è quanto mai crudo e realista, e e che importano le incongruenze della sceneggiatura? Sembra di vedere un western all'italiana, un b-movie, cruento e spietato, oppure un film crepuscolare anni 70 sulle ultime rivolte indiane, eppure il messaggio di fondo c'è, eccome, attraverso le sagge parole di Tex. E in fondo a tutto questo realismo e disillusione (lo stesso Nana, la vittima della situazione, è presentato come un vigliacco per aver abbandonato Victorio) che cosa ci mette il mitico Gbl? Un appendice horror! Solo un genio come lui poteva fare tutto ciò senza cadere nel ridicolo. Anzi, grazie al contrasto con il realismo precedente, le pagine finali sono in grado di lasciare un'angoscia e un terrore senza eguali. Detto questo, per me la storia non è certo un capolavoro e si ferma a un 8 , a causa di tutti i difetti sopra menzionati tra cui soprattutto come ha detto qualche utente quello di essere stato mal distribuito su tre albi nonostante la brevità della storia. Merita però a mio modo di vedere di essere ricordata proprio per la sua particolarità
    1 point
  6. "Meccanismi della scrittura creativa" é un ossimoro davvero ilare... Prego, rileggi quello che ho scritto.
    1 point
  7. Ragazzi, che topic...43 pagine di botte e risposte, non senza asprezze... Probabilmente la storia merita un topic così ricco, in quanto essa stessa è ricca di spunti di discussione. Il primo è la solita diatriba sui comprimari di Boselli, qui presenti in larga copia: Laredo, Parkman, Cunningham e tutti i suoi uomini, Mazay e suo fratello Goyaklee, e naturalmente Revekti e i suoi fanatici seguaci: non saranno un po' troppi, e troppo scarsamente delineati è La centralit? di Tex non ne risente in maniera eccessiva? L'autore milanese dice spesso che il suo Tex è fedele a quello di GLB, e molti forumisti (vd Capelli d'Argento, o Anthony Steffen) dissentono da questa sua pretesa in quanto affermano che le storie di Bonelli senior sono texcentriche, manichee e in definitiva lineari. Don Fabio addirittura dice che sta perdendo quel vecchio amico (Tex) che era solito scambiare quattro chiacchiere con i pards e con i lettori (e qui ci vedo nostalgia per GLB ma anche per Nizzi, secondo me impareggiabile nelle gustosissime pantomime tra i pards). Io sono fondamentalmente d'accordo con loro, ma, nonostante le premesse comuni, le mie conclusioni sono totalmente differenti. Anch'io ritengo che Boselli, checch? lui stesso dica (non me ne voglia Borden per questa mia presunzione), non sia troppo fedele a Bonelli senior: Boselli ha in qualche modo rivoluzionato Tex, facendogli perdere molto spesso centralit? nelle storie e privilegiando i comprimari delle stesse. Comprimari molto diversi da quelli classici GLBonelliani, perchè tormentati, non scontati, molto umani nelle loro psicologie tutt'altro che granitiche. Per me Boselli ha portato questi elementi di novità in Tex, discostandosi non poco dagli schemi originari di Bonelli (seguiti abbastanza fedelmente da Nizzi), ed io ritengo che queste innovazioni costituiscano invece il punto di forza dell'autore milanese. Tex lo conosciamo, lui vincer? sempre, i suoi esiti sono scontati. Boselli allora ci fa appassionare a personaggi i cui esiti sono incerti, ed ecco che il lettore ha tutto il tempo di "legare" con questi comprimari, più umani di Tex e in quanto tali fallibili, e con i quali almeno per me è più facile un processo di identificazione. Quale sarà il destino del tenente Parkman° e di Laredo? e di Glenn Corbett? edi Colorado Belle? e di Mitch? Tex non può morire, n° essere sconfitto. Con Boselli entrano in gioco invece più ordinari esseri umani, ed è al loro destino che ci appassioniamo, un destino aperto a tutte le soluzioni. Questo amo di Boselli. In questo l'autore milanese si allontana da GlB, e lui stesso in un'intervista ha confessato che di fronte a Oklahoma di Berardi ha pensato che "allora Tex si può scrivere anche così". E lui lo scrive così, e alleggerisce Tex, e gli fa rubare la scena da un Laredo o da un Parkman, come avviene in questa storia. E' la sua cifra, a molti non piace, io ne sono invece entusiasta. Per queste stesse ragioni giudico positivamente questa storia. Qui vi è un comprimario perfettamente caratterizzato, e tanti personaggi di contorno comunque ben delineati. Revekti stesso lo annovero tra i personaggi di contorno, perchè in effetti è un po' leggerino, alla fine della storia. Ma non si puo' dire che sia un personaggio mal riuscito, o addirittura paragonarlo all'inguardabile Espectro. Revekti lo vediamo poco, è più un pretesto per la storia, pero' è un pretesto appassionante, un nemico in potenza molto pericoloso: assolda indiani per l'odio nei confronti dell'uomo bianco, e alla fine comprendiamo anche (e non mi pare un approfondimento da poco) che questo suo inestinguibile odio risiede in quell'umiliazione patita da bambino ad opera del suo stesso padre, il bianco Cunningham. Lui, il doppio, lui, il meticcio, rinnega la sua metà bianca e si vota alla causa della riscossa indiana in contrapposizione a quei bianchi che odia, e che ha ben ragione di odiare. Per questo è diventato un predone sanguinario. Non è caratterizzato questo personaggio? Vi sembra forse inconsistente? Certo, fa una magra fine, ma egli era il pretesto della storia, non ne era il protagonista. La storia non è incentrata su di lui, così come non è incentrata su Laredo. Già, Laredo. Chi si lamenta della sua evanescenza non ha torto. Qui Laredo ha peso scarsissimo, sembra quasi che ci sia solo per giustificare le presenze del suo ben più pesante scout Mazay e del di lui fratello Goyaglee. In effetti Boselli se lo sarebbe potuto risparmiare, Laredo, perchè è fin troppo evidente che l'autore non ha alcun interesse per lo scout, lo considera una mera comparsa, uno che non ha più nulla da dire. Il suo interesse è tutto per Parkman, il vero protagonista e il personaggio tutto sommato più riuscito della storia. Sono i flashbacks di Parkman che viviamo, la sua frustrazione e la sua amarezza per la perdita della donna amata, i suoi ricordi dolorosi rievocati dal ritratto di lei sempre conservato gelosamente. Ma Parkman non è solo uno che si piange addosso, ha un suo concetto dell'onore e non è un vigliacco, e il lettore può apprezzare entrambe queste caratteristiche dalle reazioni dell'ex tenente alle provocazioni delle carogne assoldate da Cunningham. Questa storia è la storia di Parkman: la storia dei suoi rapporti tesi con quei nuovi e atipici compagni d'arme, dei suoi conflitti interiori e delle sue reazioni alle provocazioni esterne e alla sua amarezza interiore. Ed è una bella storia, che Boselli ci sa raccontare, anche attraverso il sempre evocativo flashback, con le consuete delicatezza e sensibilit?. Certo, la scena dell'eccidio del villaggio Pima, con Parkman che dice che nel furore della battaglia non si è avveduto, se non troppo tardi, del massacro che stavano compiendo non l'ho proprio digerita, e la considero un vero infortunio di Boselli: come fa un soldato, e un ex ufficiale per giunta, a non accorgersi di stare infierendo su degli inermi? E? una forzatura troppo grossa, un errore talmente grande che rischia di minare pesantemente il processo di rivalutazione del tenente che l'autore ha perseguito con questa storia. E questo non ?, a mio modo di vedere, l'unico punto debole della storia: il finale è indubbiamente affrettato, e non parlo qui della pochezza di Revekti (che, ripeto, a mio parere ha comunque ben recitato il suo ruolo e la quantit? di vignette per spedirlo al creatore non mi sembra poi essenziale ai fini della storia), quanto dell'intera scena, che vede Tex e pards avere la meglio (sia pure con il provvidenziale aiuto di Kit e dei navajos) su un avversario che doveva essere (anche se non è ben specificato) di molto superiore in termini numerici. Trovo forzata e poco verosimile questa scena in cui un nemico così forte e così ben guarnito di guerrieri possa essere stato battuto tutto sommato così facilmente. Queste due forzature (ed altre piccole sbavature qua e l') non mi consentono di gridare al capolavoro. Resta però una bella storia. Il mio amico Don Fabio dice che in Boselli ci vede il dolo, inteso come intenzionalit? a discostarsi dal Tex classico: in qualche modo è vero, Boselli tenta di stupire e di appassionare il lettore, anche uscendo dagli schemi se del caso, e lo fa con la passione e l'amore del cantastorie o del bardo per la propria affezionata platea. Non riesco proprio a fargliene una colpa; anzi, gliene sono grato. E pazienza se non tutte le ciambelle riescono col buco. Bisogna provarci sempre, per partorire capolavori.
    1 point
  8. ho scoperto tutto ecco perché consiglia la birra e non i fumetti!
    0 points
  9. il colmo sarebbe se fosse anche astemio
    0 points
  10. Critiche fondate? Mi verrebbe da ridere se non fosse patetico. Qui si travalica il -sempre legittimo- mi piace o non mi piace, qui si pretende di possedere la Verità, qui si dice all'autore come dovrebbe scrivere. Altro che detratori; qui io vedo tante Annie Wilkes.
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