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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 16/11/2023 in tutte le sezioni

  1. Mi viene da dire: povero Boselli! Stretto tra un forum di appassionati che gli creano attorno un "clima tossico" (sono le sue parole) e un ambiente di lavoro che sicuramente è molto diverso da quello sergiobonelliano in cui ha lavorato per molti anni, ci credo che veda la pensione come un traguardo agognato.
    2 points
  2. Letto questo volume. Partiamo dalle cose positive, a cui non si può non dare il massimo dei voti, perchè parliamo di una storia nel più puro stile GLB, magistralmente disegnata da Tarquinio, proseguita brevemente da Boselli con un sapore che ricrea sapientemente quello di GLB, mentre lo stacco si nota ovviamente sui disegni di Torricelli. Il valore del volume non risiede solo nella storia in sè (peraltro coinvolgente, specie se letta subito dopo "Sinistri presagi" (Tex gigante 70-71-72), ma anche (direi soprattutto) nell'importanza storica del ritrovamento e nella carica sentimentale e affettiva che suscita. Per intendersi, l'inedito dei Beatles "Now and then" appena pubblicato non è musicalmente ai livelli dei capolavori, ma un beatlesiano che ama le composizioni di John Lennon lo compra anche e soprattutto per il valore storico-affettivo, a scatola chiusa, un critico musicale lo valuta nel merito. La breve prosecuzione pubblicata con la sceneggiatura di Boselli ha, nella mia percezione, un duplice scopo: interrompere in modo meno incompiuto la storia di GLB e allo stesso tempo introdurre delle succose premesse al futuro completamento della storia. Ovviamente Boselli dovrà fare in modo che questo completamento si incastri senza incongruenze tra la prima apparizione di Zhenda e Walcott in "Sinistri presagi" e il loro ritorno nella storia di Nizzi. Esercizio non semplice ma stimolante per un autore, nonchè portatore di curiosità per un attento lettore texiano. Una probabile riduzione al formato bonelliano da edicola, una volta che la storia sarà completata, è ragionevole se conterrà solo le tavole disegnate, in quanto ridurre la sceneggiatura di GLB alle dimensioni del formato bonelliano penalizzerebbe la leggibilità di testi e commenti di GLB. Il formato del "texone" sarebbe certamente preferibile. Veniamo ora all'unica vera grossa nota negativa: SBE non dichiara, nè sul suo sito nè nel retro del volume, che si tratta di una storia INCOMPLETA; inoltre, nei credits in copertina e sul sito non si citano neanche Boselli-Torricelli come autore-disegnatore del breve seguito. Questo nascondere la natura del contenuto non mi pare proprio indice di correttezza verso il potenziale acquirente: le esigenze di marketing (leggi vendibilità del prodotto) non giustificano il minare il rapporto di trasparenza tra editore e platea.
    2 points
  3. Questa è una risposta che ho postato in un altro topic, ma direi che è un argomento che merita un topic dedicato (sperando che non ce ne sia già uno) ------------------ Vediamole una per una. Le strisce pubblicate terminano a pagina 68 del numero 96 ("La caccia"), la storia successiva è di Muzzi: Muzzi: l'inizio de "la caccia" era sicuramente a striscia (c'è ancora la testatina) e il primo "cambio" doveva avvenire a pagina 95 (le tre strisce "uniche" e ripetitive sono un chiarissimo indizio), e infatti l'80-ma striscia è la seconda di pagina 95. Anche il "cambio" successivo, terza striscia di pagina 12 del 97, è evidentissimo. Idem per quello della striscia 2 di pagina 39. A pagina 67 il "cambio" non è più tanto chiaro, la striscia di mezzo sembra aggiunta ma dal dialogo non si direbbe. Idem a pagina 94, c'è la striscia finale ma non è chiaro dov'è l'iniziale. Passando al numero 98 il cambio si vede a pagina 10 e fra la 36 e 37, e a pagina 63. A pagina 90 non è tanto evidente e la storia finisce nella prima striscia (segno evidente che era sceneggiata ancora a strisce) a pagina 99. Mia ipotesi: sono 747 strisce (328 per albo x2 + 91 finali) che sarebbero 9 strisce (ricordiamo che le strisce andavano a 3 per 3) + 27 strisce (quelle finali) che sono state o sceneggiate "liberamente" senza più il limite delle 80 strisce, oppure sono state aggiunte per arrivare di precisione al numero 100 (o forse, entrambe le cose) Galep: "Silber Bell" inizia a pagina 99 del 98, e a pagina 17 del 99 addirittura c'è ancora la testatina di "tramonto rosso!" (cancellata nelle ristampe successive). Non corrisponde a 80 strisce precise, probabilmente sempre per arrivare con precisione a fine del 99. A pagine 43 il secondo "cambio", a pagina 70 dovrebbe esserci il terzo ma non lo vedo (in poche pagine comunque ci sono un sacco di strisce "larghe" che si presterebbero) e in ogni caso il conto non torna con la durata totale (328+46=374 strisce) assolutamente incompatibile con blocchi di tre strisce, secondo me le prime 240 strisce sono state sceneggiate per il formato a striscia, le successive no. (Galep aveva disegnato le ultimissime strisce, quindi era probabilmente quello che aveva disegnato meno tavole per la storia successiva quando fu deciso il cambio, direi quindi che come minimo ne avevano fatte 3 tutti) Successivamente c'è "SuperTex", fatta evidentemente per la pubblicazione in albo. La successiva, "Il giuramento", idem, per me è stata fatta per la pubblicazione in albo gigante. Letteri: la storia "el morisco" inizia evidentemente a striscia, con i cambi ben visibili (fine pag. 31, pag.58 2a striscia, 85 1a striscia, poi pagina 111 o pagina 113, direi la seconda ma non è chiaro, pagina 30 del 102, pag 56 o 60, e da lì non è più chiarissimo, è chiaro che ci sono strisce aggiunte o tolte, ma il finale "a un terzo di pagina" di pagina 107 del 103 fa pensare che tutto sia stato realizzato fino alla fine a striscia (sarebbero 962 strisce, pari a 12 albi netti + 2 strisce aggiunte, direi che la cosa più probabile è che questa storia fosse stata finita ancora con la sceneggiatura "a strisce", troppo precisa come durata come multiplo di 240 strisce...) La storia successiva di Letteri, "Chinatown", conferma l'impressione, ci sono tracce di "strisce" nei primi 2 albi, segno che il supervelocissimo Letteri aveva fatto almeno 15 o 18 strisce già pronte all'epoca del cambio, ancora da pubblicare! Diavolo di un Letteri! Nicolò: "Pista di Morte" nel numero 106 (più conosciuta come "Gilas") è a striscia (primo cambio a pagina 109, poi a pagina 27 del 107, pag 54, 80, 107, pag 24 del 108, ma poi non coincide con il finale. Ipotesi: avevano 6 strisce pronte, chiusura della storia sceneggiata direttamente in albo gigante (altro indizio, la storia termina a fine pagina). Ticci, "Territorio Apache", inizia nel numero 108 a pagina 45 "a striscia" con una strip aggiunta ad inizio storia e cambio a fine pagina 71 poi a pag 98, pag 14 del 109, forse pag 41, forse 68 e termina a pagina 89, totale 462 strisce. Secondo me ci sono 3 strisce come Galep (ma Ticci era più lento) e poi si prosegue sulla tavola. Insomma, secondo me è vero che si è arrivati con le strisce fino a "Chinatown", ma solo perchè quel diavolo di supervelocista di Letteri era in vantaggio di almeno 15 albi strisce all'epoca del "cambio". Gli altri sono durati meno! Galep aveva solo tre strisce (fino al numero 99), idem Ticci (numero 109), Nicolò ne aveva 6 (numero 108), Muzzi aveva una storia quasi completa con 9 strisce ed è stata pubblicata subito e completata già nel 98. Quindi: prima sceneggiatura "a tavola" già nel numero 98, con Muzzi, poi ancora con Galep (numero 100 e poi numero 103) con in mezzo il velocissimo Letteri ancora a finire le strisce, poi l'ultima a strisce di Nicolò terminata a tavole nel 108, poi quella iniziata a strisce e terminata a tavole di Ticci (massacro) e infine le ultime a striscia di Letteri. Quando sono finite le strisce? "Chinatown", numero 110. Quando sono iniziate le tavole? "Lo straniero", numero 98. Escluderei che "fra due bandiere" (citata in precedenza) sia mai stata a strisce, Galep aveva già fatto due storie precedenti a tavole.
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  4. Niente affatto. Io non sono un amico. Sono un'amica.
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  5. Ahi no, Diablero. Non mi dire che il mondo di Tex di Boselli è un mondo alternativo, perché manderesti in malora chilometri di discussioni sulla Cavalcata. Se quello della Cavalcata (non certo scritta da GLB) è un mondo alternativo, la lancia (in quel mondo) non si è spezzata, la spazzolata di Tex a Higgins non era poi così grave ecc. ecc. Tutto è successo in un mondo alternativo e quindi di cosa abbiamo parlato per trenta pagine? Nei miei racconti su Tex anch'io descrivo un mondo alternativo e me ne infischio dell'incompatibilità con il passato, presente e futuro canonici di Tex. Se anche quello del Bos è un mondo alternativo, non credi che anche lui abbia il diritto di infischiarsene? Ma quello di Boselli non è un mondo alternativo, non lo è affatto. Parlami di un mondo alternativo quando ti riferisci a quello di Nizzi (per me anche quello di Nolitta) ma, per favore nnonquello di Boselli. E non venirmi a dire che il mio verso il Bos è cieco fanatismo perché, se ti vai a rileggere i miei vari commenti, non ne trovi molti in cui non critico @borden negativamente.
    1 point
  6. Direi che sono 2 motivi da escludere: 1) "GLB non aveva terminato la sceneggiatura" sarebbe un motivo abbastanza grave, a quanto ne so alla Bonelli capita solo in caso di incidente grave, morte dello sceneggiatore, o crisi depressiva acuta (Nizzi). Pensa come il fatto che Nizzi non riuscisse a terminarla per qualche mese ha gettato nel panico e nella confusione tutta la casa editrice. Ti immagini cosa sarebbe successo se GL Bonelli di colpo negli anni 60 non fosse stato più in grado di scrivere? Eppure non c'è traccia di questo, le storie per gli altri disegnatori le scriveva tranquillamente... 2) "oppure non convinceva gli autori fino in fondo". Immagina la scena. Non so che lavoro fai, ma ipotizza che sei un carrozziere, stai riparando una macchina, ma poi dici al cliente "basta, non mi convince, non vado più avanti a lavorare, la tua macchina te la scordi" Se un autore non è convinto da quello che ha scritto... strappa il foglio e lo riscrive! Non è che pianta una storia a metà perchè un pezzo di dialogo, a rileggerlo, non gli piace... Credo che ancora oggi, non importa quante volte si ribadisce come stavano le cose, vinca ancora il cinema: l'idea "cinematografica" dell'autore ricco e annoiato che decide lui quando scrivere o no, con l'editore che gli telefona disperato e implorando l'autore di lasciare un attimo le sue Ferrari e le sue top model con cui si diverte a Montecarlo per scrivere almeno due righe... GL Bonelli e Tarquinio lavoravano per un editore, che li pagava. Erano professionisti. SOLO L'EDITORE poteva decidere (come ha deciso) di chiudere quella storia DICENDO loro di fare altro. Non è un iniziativa che potevano prendere loro (certo, potevano smettere singolarmente e sarebbero stati SOSTITUITI DA ALTRI, come è capitato spesso con i disegnatori e come è capitato con Nizzi al tempo della sua crisi)
    1 point
  7. Come ho già scritto in occasione di "Ritorno a Red Rock" non sono affatto anti-Ruju (anzi semmai il contrario) e scrivere "ritorni" non è facile*. Questa nella mia personalissima opinione non è, sotto tutti gli aspetti, all'altezza della storia "originale" di Wolfman, ma è decisamente meglio di "Red Rock" e resta una prova oltre la sufficienza sia a livello di sceneggiatura che dal punto di vista grafico (in quest'ultimo caso forse non aiuta l'ambientazione "non invernale"). Di per sè il ritorno di Wolfman, utile a farci sapere come se la cavano alcuni personaggi (fin troppi, quando ho visto il barista a pagina 32 sono sobbalzato, dato che sembrava morto stecchito a pagina 92 de "I difensori di SilverBow"**) pare quasi un pretesto collaterale allo sviluppo di una nuova ed articolata trama gialla, il cui fulcro (e questa a me è parsa un'ottima trovata di Ruju) è lo sfruttamento da parte del classico capitalista dell'Est dei filoni auriferi presenti nei dintorni del villaggio (il collegamento è con lo sfortunato Pruett del numero 684), con conseguente trasformazione di Silver Bow in centro di attrazione per minatori, disoccupati e cercatori di fortuna. Certo, personalmente qualche "imperfezione" l'ho trovata: delle modalità con cui Wolfman sopravvive non parlo neanche (ma nessuno in Tex cerca mai i cadaveri dei cattivi?), Carson appare nuovamente in ombra, lo scontro finale nella miniera non è dei migliori ed è rivelato eccessivamente dalla copertina, ma tutto sommato anche questa storia si è fatta leggere facilmente e la valuto positivamente. Riguardo ai disegni... Del Vecchio è sempre Del Vecchio. Sta facendo ottime cose sulla "Tex Willer" e anche in questa occasione ha i suoi momenti, ma ogni tanto qualcosa mi è sembrato un po' "tirato via", pur valutando la sua prova positivamente l'ho trovata meno incisiva di altre volte. In sintesi, un discreto riempitivo per la serie regolare in attesa della Tigre Nera, ma la storia del 2017 era superiore. Questa però fornisce sicuramente altri elementi a coloro che da qualche tempo pongono il quesito "è proprio necessario far ritornare antagonisti non di primo piano?", ma questo è un altro discorso. * O forse si, vista la quantità dei medesimi ... diciamo che scrivere ritorni di buon livello non è affatto facile. ** Si, lo so, forse era solo gravemente ferito e poi quando leggo un fumetto devo sospendere l'incredulità e bla bla bla, tutte obiezioni che conosco, ma resto della mia opinione, il ritorno del barista è una cazz..., ahem, è un'errore o quantomeno una scelta evitabile.
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  8. (lunga) premessa: Mi accorgo sempre più spesso di leggere ormai Tex, e per qualche strano motivo solo Tex (non mi accade con altri fumetti o libri), in due passaggi. Il primo passaggio è più veloce, direi da lettore “puro”, in cui mi lascio portare dalle sensazioni e dalle emozioni che la lettura mi suscita. Questo non significa affatto “farsi andare bene tutto”, perché le sensazioni ed emozioni di cui sopra includono anche il fastidio, la noia o l’irritazione a fronte di palesi buchi di sceneggiatura, incongruenze, “tamarraggini”, eccesso di stereotipi, soluzioni affrettate o “telefonate”. Solo che il tutto avviene in maniera istintiva nel corso di un'esperienza “spensierata”, che cerca solo il piacere della lettura. Il secondo passaggio, che in genere non è una rilettura completa ma si concentra su alcuni passaggi e situazioni specifiche, è fatta più razionalmente, direi quasi da “cercatore di errori” ed è molto meno soddisfacente. Devo ammettere che questo è un tratto che si sta acuendo con la frequentazione del Forum e non sono sicuro che mi faccia piacere… Ma torniamo alla storia in questione, che ho letto per prepararmi al ritorno di Wolfman pubblicato pochi mesi fa, storia che sinceramente mi è piaciuta e mi ha fatto passare un paio d’ore piacevoli. La trama “gialla” relativa all’omicidio di Justin Lang tiene quasi fino alla fine, Ruju copre bene le carte ed offre diversi potenziali candidati credibili prima di arrivare alla soluzione. La vendetta familiare come motivazione per un soggetto come Wolfman mi è parsa valida. E' vero che poco prima sembrava voler ammazzare lui stesso il fratello, ma proprio perchè è "suo" fratello lui può farlo, gli altri no. La configurazione di Silver Bow, vicinissima ai boschi e circondata da terreno più elevato, crea tensione in modo naturale, l’ambientazione innevata è sempre una delle mie preferite e i personaggi di contorno sono ben delineati. Il finale per noi lettori abituati hai ritorni è abbastanza aperto*** (in Tex quasi nessuno muore cadendo da un dirupo o nell’acqua, ormai lo sappiamo) e Carson forse è un po’ sottotono, ma tutto sommato l’unica cosa che non mi è piaciuta è che le poche brave persone di Silver Bow che decidono di aiutare Tara vengono sterminate (tranne lo sceriffo Pete), mentre la folla di vigliacchi che vogliono cedere al ricatto di Wolfman ad un certo punto sparisce dalla scena e (teoricamente) e si suppone che i codardi siano tornati a vivere felici e contenti come se niente fosse. Riguardo ai disegni, a me Font piace e qui a mio parere ha dato una buonissima prova, confermandosi perfettamente a suo agio nelle storie “nordiche”. *** Ad esempio @Il dottor Sandoral lo aveva anche scritto, con quasi 6 anni di anticipo
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  9. Ma non si potrebbe indire una raccolta firme sul forum, per chiedere la reintegrazione di Mauro? In effetti si sente molto la sua mancanza.
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  10. Leggermente fuori topic, ma sfogliando diversi Tex attorno al numero 400 leggo che prima di morire Galeppini stava lavorando ad una nuova storia ed aveva completato alcune tavole. Curiosità: sono mai state pubblicate?
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