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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 16/04/2024 in tutte le sezioni

  1. Farò la "voce fuori dal coro", ma questa è una storia che ho sempre amato, fin da quando uscì (si, non sono un "giovanissimo") e proprio domenica scorsa me la sono riletta, dopo un tot di anni. Mi sono sempre piaciute le storie dove Tex si confronta con episodi realmente esistiti e non mi sembra affatto sconfitto o sminuito. La "storia", semplicemente, è stata quella. Ed è una sorta di "omaggio", nel bene e nel male, ad un personaggio storico: Apache Kid.
    2 points
  2. Nizzi scrive una trama fatta sostanzialmente di azione, con atti di guerriglia ai danni di nemici poco all'altezza e con un finale sbrigativo e "faraciano". Nulla di nuovo sotto il sole, sempre la solita minestra per i suoi lettori da "bagno caldo". Leggi in relax, senza impegno, nessuna sorpresa, poco interesse. Ma tutto sommato è una buona lettura. Perché c'è ritmo, ci sono dialoghi frizzanti, c'è fluidità di narrazione. C'è tutto il mestiere di un autore che sa scrivere Tex e che continua a saperlo scrivere, magari anche divertendosi, nonostante e forse anche grazie alla sua età. Perché è meglio questo Nizzi che scrive senza particolari vincoli, da vecchio leone che ogni tanto si diverte a dare una zampata, con una leggerezza che in questo caso si traduce nel brio di questa sua buona sceneggiatura, che quello che non si vergognava di proporre Cane Giallo e i Fratelli Donegan, quando era bollito ma non voleva, perniciosamente, mollare.
    2 points
  3. Non solo quelli, che pure mi sono piaciuti. Vedere battibeccare i due come ai vecchi tempi è per me un piacere, e credo che anche Nizzi si sia divertito nel riproporre le consuete, gustose pantomime tra i due pards (a onor del vero, nell'ultima parte della storia forse eccede un po'). Ma anche il resto l'ho trovato svelto, dinamico, tosto al punto giusto, complici anche i disegni di Torti che trovo molto efficaci. Se devo giudicare l'operato dell'ultimo Nizzi, non posso che concordare con la proposta di Diablero su una collana Nixi-Tex. Ciascuno legge ciò che gli piace senza nemmeno il timore di inoltrarsi in polemiche infinite sul forum: stiamo di fatto leggendo cose diverse, assecondando i nostri gusti. Così io posso continuare a pensare che i dialoghi proposti da Nizzi siano davvero frizzanti, non semplici battibecchi tra comari né acqua gasata con la CO2
    1 point
  4. io proporrei di riassumere Nizzi (ovviamente, con una clausola che se apre di nuovo bocca in pubblico, gli arriva un multone, e con un tariffario da autore "normale", non ha senso strapagare per certa roba) e dedicargli ufficialmente la collana dei Maxi, rinominata da "Maxi Tex" in "Nixi Tex". 1) Assodato che ci sono fan a cui quei "dialoghi frizzanti" (boh,l'avranno ri-gasato con la CO2, le ultime volte pareva la ferrarelle lasciata al sole due anni, manco una bollicina in tutta la bottiglia...) piacciono, e quindi c'è mercato. 2) Assodato che 4000 pagine all'anno fanno passare la voglia di leggere Tex, e quindi bisogna tagliare. 3) Assodato che alla Bonelli i soldi che arrivano da 2 maxi tex all'anno piacciono e non ci rinunceranno mai. ...direi che sarebbe la soluzione perfetta: la fame di "grana" della Bonelli viene saziata dai fan di Nizzi, che pagano il privilegio dell'avere nuove storie di Nizzi, e chi non sopporta Nizzi può finalmente essere sicuro che i maxi li può lasciare tutti in edicola, risparmiando sia i soldi che il tempo di lettura senza avere la numerazione altalenante in libreria (io non ce l'ho perchè da quando ho smesso di prendere tutto ho visto solo Maxi felicemente evitabili, ma questa storia che in futuro usciranno di nuovo Maxi scritti da Boselli mi preoccupa, mica voglio doverne comprare altri numeri...)
    1 point
  5. Ma quella è narrazione, non sono dialoghi. Boselli è l'esatto opposto: zero didascalie e nuvolette rigurgitanti di parole.
    1 point
  6. 1 point
  7. In questa storia di Tex, senza alcun dubbio tra le migliori negli oltre 75 anni di vita editoriale, a farla da padrona incontrastata è l'epicità. Quella tipica epicità che non solo si può leggere, ma si può nitidamente percepire vignetta dopo vignetta, pagina dopo pagina, lungo la lettura di tutti e tre gli albi. Un risultato merito della sceneggiatura di Boselli, abilissimo a plasmare una trama avvincente e circostanziata al meglio, narrata da Tex in flashback (uno dei cavalli di battaglia del Bos), contestualizzando le peripezie e le imprese di un pugno di uomini e donne coraggiosi in fuga dalla Grande Scorreria dei Comanches, e valorizzata egregiamente da un'altra prova superlativa del compianto Marcello, persino più attento del consueto nel curare anche il minimo dettaglio delle sue tavole (chissà come mai, del resto, almeno tre delle storie più memorabili della saga hanno i suoi disegni). Impegnato nella non facile missione di mettere in salvo più coloni possibili dalla scorreria intrapresa dai bellicosi ed irriducibili Comanches, Tex si ritrova a condurre alla salvezza una dozzina di coloni e sei condannati ai lavori forzati, tra le mille difficoltà ed i mille imprevisti che inevitabilmente si presentano in simili circostanze; costretti più volte a fuori programma ed a veri e propri cambi di programma, i membri dell'improvvisata carovana si dirigono infine verso Fort Quitman, trovandolo però abbandonato, dove si ritrovano improvvisamente assediati da circa un migliaio di Comanches. Pur senza averlo voluto, ed al prezzo di molte vite, hanno qui modo di dare un contributo fondamentale, respingendo l'assalto dei nemici e resistendo stoicamente fino al ritorno della guarnigione, di fatto salvando un Texas ancora semiselvaggia da fine certa, sotto la guida determinata di Tex, al contempo oculato e disposto a correre rischi. Il Tex di questa avventura è sicuramente uno dei migliori di sempre: carismatico, sempre deciso, sempre determinato, sempre pronto a rischiare in primissima linea, sempre in grado di prendere la decisione giusta (poi è chiaro che neanche lui avrebbe potuto prevedere l'assedio di Fort Quitman), emerge distintamente quale leader indiscusso e punto di riferimento imprescindibile, sia in occasione dei vari imprevisti, sia in occasione di decisioni non facili da prendere (nello specifico, togliere le catene ai forzati e successivamente dare loro un'arma), sia soprattutto durante il drammatico attacco dei Comanches al forte, quando la determinazione che mostra funge da sola ad infondere fiducia negli altri, facendo in modo che non si diano per vinti. Perché tale impresa riesca, tuttavia, si rende necessario l'arrivo dei soldati di stanza ad El Paso, avvertiti da Glenn Corbett, il tipico eroe che non ti aspetti. Se già con la caratterizzazione dei galeotti, scandagliati abbastanza a fondo nella loro psiche, Boselli svolge un ottimo lavoro, con Corbett in particolare egli tocca punte ancor più elevate: personaggio contraddittorio, almeno in apparenza senza etica né morale, sinceramente legato solo all'inseparabile amico Kirby Doyle, dà più volte prova di essere un combattente provetto seppur cinico, e soprattutto ha il grande merito di mantenere il livello di tensione altissimo fino alla fine, per via dell'ambiguità che lo contraddistingue letteralmente sino all'ultimo. In apparenza, fugge dal forte insieme al soldato Madsen (una vera carogna) con la promessa di condurlo in salvo in Messico, in realtà con l'obiettivo di darlo in pasto al nemico per assicurarsi via libera e recarsi oltre il Rio Grande, ma non per eclissarsi bensì per andare in cerca dei soccorsi. Un personaggio senza dubbio perennemente in bilico tra Bene e Male, estremamente riuscito, che trova infine il modo di riscattare i passati errori salvando Tex la maggior parte degli altri compagni di viaggio, guadagnando la loro stima ed eterna riconoscenza.
    1 point
  8. Dialoghi frizzanti i battibecchi da vecchie comari tra Tex e Carson?
    1 point
  9. Fermo restando la soggettività dei gusti (personalmente a differenza tua ho apprezzato nel complesso la prova di Bocci ai pennelli), concordo sull'aspetto della poca leggibilità di alcune sequenze. La ricchezza di dettagli rende molto accattivante sfondi e vignette "statiche", ma andrebbe dosata con più parsimonia nelle scene dinamiche e di azione pura. Come te, ho faticato non poco durante alcune sequenze tipo quella dello stampede: gli sfondi ricchi in queste vignette distraggono l'occhio o lo distolgono dal soggetto principale della vignetta. Bocci è un disegnatore di talento ma questo aspetto dovrebbe curarlo di più e non farsi prendere la mano dalla mania del dettaglio a tutti i costi. Questa osticità di lettura la riscontravo nel primo Mastantuono, ma il disegnatore romano pian piano ha messo a fuoco il suo stile ed è migliorato tantissimo sotto questo aspetto, son certo che può farlo benissimo pure Bocci.
    1 point
  10. uhhhhhhhh qui adesso come minimo mi aspetto 18 pagine di discussione
    0 points
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