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Premetto che alcuni effettivamente non li ho letti (ho smesso di acquistare i Maxi), altri invece non li ricordo proprio. TOP5 quindi un pò zoppa, ma ci provo lo stesso: 1) Oklahoma (migliore per distacco) 2) Nei territori del NordOvest 3) L'oro del Sud 4) Rio Hondo 5) Il treno blindato
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[253/254] Artigli Nelle Tenebre
Juan Ortega replied to Pedro Galindez's topic in Le Storie dal 201 al 300
E' successo: LIVE AID con Collins alla batteria. Non hanno tirato i pomodori ma avrebbero dovuto. -
[253/254] Artigli Nelle Tenebre
Juan Ortega replied to Pedro Galindez's topic in Le Storie dal 201 al 300
Dovrei indignarmi, fare fuoco e fiamme, minacciare ritorsioni inenarrabili. Invece mi fai ridere come un cretino -
Quanti Tex rileggete mediamente in un mese?
Juan Ortega replied to Loriano Lorenzutti's question in Domande dei lettori
Questa domanda mi ha incuriosito, perché effettivamente non me la sono mai posta. Allora ho appena finito di rileggere il centinaio 101-200: la prima storia (Il signore dell'abisso) l'ho commentata qui su TWF il 10/02/2021, ergo ci ho impiegato un anno a leggere tutti e 100 gli albi. La media è quindi di 8/9 al mese. -
[289/292] I Dominatori Della Valle
Juan Ortega replied to ymalpas's topic in Le Storie dal 201 al 300
Parole sante, non vedo l'ora di rileggerla! #iostoconleo -
Storia che ho sempre apprezzato molto. La presenza di El Morisco è sinonimo di episodi appassionanti e intrisi di magia e mistero. In questo caso un po' meno magia del solito ma, soprattutto nella mefitica laguna, riesce a dare sfoggio di tutto il suo sapere. Tra l'altro un Morisco che si rivela pure abile stratega e insospettabile uomo d'azione. Sicuramente qua e là c'è qualche passaggio un po' forzato ma, quando la storia ti piace, ci passi sopra senza problemi. Curiosa sta cosa effettivamente, l'avevo notata anch'io ... forse l'esclamazione era per Kit anziché il padre? Letteri è sempre una garanzia. In scenari simili personalmente gli preferisco il Fusco di "Nelle paludi della Louisiana" e Galep in "Black Baron" e nel "Figlio di Mefisto" ma trovo che il suo lavoro sia comunque molto buono. Un'altra cosa che mi ha sempre colpito è proprio il titolo, "Gli Scorridori del Rio Grande", con questa parola (scorridori) di cui da bimbetto fantasticavo sul significato, proprio perché un po' inusuale. Stupenda la copertina di quel numero (197), una delle mie preferite di Galep.
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Episodio che ricordavo per sommi capi e che ho riletto con grande piacere. In primis per la presenza ai disegni di Nicolò che mi predispone sempre positivamente alla lettura. E' inutile negarlo, la presenza di un certo disegnatore fornisce già l'approccio (positivo o negativo) che si avrà verso una determinata storia. Poi se c'è GL Bonelli ai testi allora siamo a cavallo! In effetti la storia è molto ben fatta, con tanti siparietti gustosi (il pestaggio di Morley è da antologia, il devastante "free for all" nel saloon), i soliti dialoghi frizzanti, momenti comici (il povero cavallo Gelsomino) e un susseguirsi di eventi che ti fanno leggere la storia, seppur decisamente lunga, senza pause. Tex, come sa fare solo GL Bonelli, è perfetto: duro e deciso ma anche ironico (specie con Pat alle prese con lo sfortunato cavallo) e, in base alle situazioni, sa essere spietato o conciliante con i tanti nemici incontrati nel suo cammino. Buono anche il bilanciamento della presenza degli altri tre pard all'interno della storia, attivi e protagonisti anch'essi. L'unico neo che posso trovare è la presenza decisamente anonima dell'irlandese Pat, spesso trascurato nella seconda parte della storia se non addirittura dimenticato in certi frangenti. Bonelli ci aveva abituato ad un personaggio sempre sopra le righe e decisamente fracassone mentre qui fa un po' da contorno. Nicolò è sempre una garanzia: il suo Tex "buono e bello" come ebbe a dire Decio Canzio è il mio preferito da sempre. Lo adoravo da bambino e con gli anni ho potuto ammirare sempre di più il suo splendido lavoro. Ad onor del vero non posso negare che la sua rappresentazione di Pat MacRyan sia decisamente fuori dal canone a cui ci aveva abituati Galep (molto meno massiccio). Tuttavia, a differenza di alcune critiche accese che ci furono nel tempo (ad esempio quella su Fumo di China), la cosa non mi ha disturbato più di tanto, considerando quanto poco sia protagonista. In definitiva storia che si incastra bene nel finale di un centinaio strepitoso.
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Ecco questo è un esempio di come NON scrivere una storia di Tex. "Fort Sahara" non è brutto (a mio gusto ho letto ben di peggio su Tex) ma non azzecca praticamente nulla. Più volte c'è un umorismo involontario tanto i dialoghi e le situazioni risultano assurde. Ecco quello non è Tex. E qui non ci sono piccionate o mutandoni ma un sosia nemmeno troppo sveglio del nostro Ranger. Perdonate l'enfasi ma quando lo lessi mi incazzai di brutto (mai successo né prima né dopo). Ricordo ancora una recensione meravigliosa su TWO che mi fece sbellicare dalle risate. Anche per me.
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Non potrei essere più d'accordo. Lo vedo talmente legato a Mister No che su Tex mi sembra quasi fuori posto. Resta sempre un grandissimo, personaggio amabile e grande professionista. Per chi fosse interessato riporto una sua bellissima intervista del "solito" Manuel di 8-Bit:
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Anche se prima ho scritto l'esatto contrario, condivido questo sentimento. Questo perché non ragiono con la testa ma col cuore. E al cuore, si sa, non si comanda
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Io credo che sia la sintesi tra sceneggiatura e disegni a rendere una storia bella o brutta. Non puoi prescindere dalla buona riuscita di queste due componenti. Altrimenti la storia ti potrà piacere perché è fatta bene ma i disegni sono così così, oppure l'esatto contrario. Io ho un debole per Erio Nicolò e, non a caso, le mie due storie preferite di Tex sono state disegnate da lui. Questo però grazie anche a due sceneggiature appassionanti. Potrei citarti diverse storie disegnate divinamente ma senza una trama coinvolgente e viceversa. In genere un disegnatore che non ami particolarmente ti indispone alla lettura (a me è capitato soprattutto con Blasco, il cui tratto non digerisco per nulla) mentre lo sceneggiatore gode di maggior propensione alla fiducia del lettore. A meno di qualche eccezione
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[Prologo] Signori ricordiamoci che Montanari e Grassani prendono 2000 euro al mese e rischiano la vita!! ecchecaxxo .... ecchecaxxo
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Su "Collezionare Tex" ho ritrovato un articolo su Muzzi a firma Pasquale Iozzino (purtroppo manca la datazione) dove da un lato si rimarca la sua bravura come illustratore western e dall'altra si afferma "disegnando Tex troviamo spesso un Muzzi demotivato, poco in sintonia con il personaggio". Nell'intervista lo stesso Muzzi riguardo a Tex così risponde: "Che devo dire? E' un personaggio celebre, che però io non sentivo molto mio". Non è che siano delle sentenze, ci mancherebbe, però indizi di un rapporto disegnatore/personaggio non proprio ottimale forse sì.
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Quando si dice che la cura è peggiore del male... Per quanto non ami minimamente Muzzi la trovo anch'io una scelta ampiamente discutibile. Mi chiedo se sia stata imposta oppure lo stesso Muzzi si sentisse più "sollevato" nel non fare il volto di Tex. Questione di lana caprina, ma mi è rimasta questa curiosità.
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Seguendo Manuel e il suo canale la ricordavo benissimo anch'io. Premettendo che in Dylan Dog gli preferisco altre matite (Casertano sicuramente, il primo Piccatto, i tanto bistrattati Montanari&Grassani, Brindisi, lo stesso Stano) lui resta una colonna della serie, tra l'altro osannatissimo nelle community che frequento ("Craven Road" e una delle tante FanPage di FB). A volte diffido un po' di certe su esternazioni, soprattutto quando accentua l'aria da bohemien, ma qui sembra veramente rammaricato per non aver dato quanto poteva. Spezzo una lancia a favore di Manuel e del suo canale 8-Bit; lui è veramente un'entusiasta, amante del fumetto e del mondo nerd in generale. Consiglio a tutti il suo canale dove ci sono tantissime cose interessanti e soprattutto una marea di interviste. Tra gli altri alcuni "eroi" del mondo bonelliano come Civitelli (simpaticissimo!), Villa, Stano, Casertano, Chiaverotti (divertentissimo!), Boselli, Ruju, Dotti, Diso, ecc. Capisco questo discorso e personalmente lo condivido anche. Stimo tantissimo Galep e ammiro tanti suoi lavori ma onestamente come stile gli preferisco altri disegnatori "storici". E' un fatto di gusto, solo questo.
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Grazie @Don Fabio Esquedae a quanti hanno espresso la loro solidarietà. Anche se le condizioni del mio papà sono quelle che sono me lo tengo ben stretto fino a quando sarà possibile. Spesso non occorre vedere con gli occhi o parlare con la bocca ma è sufficiente stringere una mano e accarezzare un viso. Anche se non ci siamo mai "incrociati" nel forum, mi fa piacere rileggere un tuo post. Leggendo vecchie discussioni, in particolare i commenti alle storie meno recenti, leggevo spesso il tuo nome accanto a quello di altri che oggi non vedo più (compreso il povero Ulzana). Curioso anche il motivo di questa tua pausa, ovvero.... non c'è un motivo preciso Mi associo all'invito del buon @Leo a tornare in prima linea sul fronte texiano!
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Non posso fare il paragone con le attuali pubblicazioni perché, a parte il Texone, non compro più nulla (sul magazine ancora ci sto riflettendo se continuare). Però in passato questo rispetto verso il lettore io l'ho sempre percepito: c'era un editore che dialogava e si confrontava con il suo pubblico e, soprattutto, non si metteva mai su un piedistallo ma si mischiava a noi comuni lettori. Per 35 anni ho collezionato TuttoTex che, nonostante l'orrenda grafica di copertina, aveva l'enorme pregio di comprendere la Posta che curava Sergio: un dialogo sempre onesto, diretto, senza fronzoli e auto celebrazioni, a volte anche scomodo ma che ti faceva SEMPRE sentire parte di un'enorme famiglia allargata. Non compro le Strisce (alla fine ho preferito investire su altro) ma quando, in questo thread, leggo i post di @Diablerosinceramente ci rimango male. Questa è una pubblicazione che esigeva una cura e un'attenzione migliore.
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Personalmente ho trovato una grandissima distanza tra questa seconda fatica nolittiana e il primo episodio "Caccia all'uomo". Al di là del soggetto completamente diverso, mi sembra ci sia una volontà di aggiustare un po' il tiro rispetto alle tante peculiarità della prima storia. Ecco ho trovato un Tex più GLBonelliano e una storia più vicina a certi canoni già utilizzati nella serie. Certo, restano indiscutibilmente alcune delle caratteristiche del Tex di Nolitta, che possono disporci alla lettura più o meno felicemente. Sinceramente ho trovato questo "El Muerto" un po' deludente nella sua recente rilettura. A dirla tutta non è mai stata una delle mie preferite del Tex di Nolitta. Lo svolgimento della storia mi è sempre sembrato piatto, con diverse situazioni telefonate. Intendo dire che non ci sono colpi di scena, non ci sono sorprese, intuisci subito dove andrà a parare la vicenda. E questo mi ha impedito di appassionarmi alla storia. Tutto questo fino alla resa dei conti della boot-hill. Perché lì tutto cambia. La storia letteralmente si impenna: El Muerto ritorna Paco Ordonez, Tex ricorda i fatti passati e questo gli permette di capire chi ha difronte e perché sia finito proprio in quel lugubre luogo. Poi Paco Ordonez ritorna lo sfigurato assassino, mentre Tex rimane sempre lo stesso. E questo gli permetterà di non farsi condizionare nell'estrarre la pistola per primo, non gli darà nessun tipo di emozione. E questa volta Paco Ordonez morirà definitivamente, seppellendo con sé la sua tragica esistenza ed il suo delirio vendicativo. E' un passaggio fondamentale, sceneggiato con maestria e illustrato da un grande Galep! I rimandi a Leone sono evidenti ma non mi disturbano, anzi, li trovo calati alla perfezione nella storia. D'altra parte, giusto per citare il caso che mi sta più a cuore, era anche una delle prerogative di Sclavi in Dylan Dog quella di trasportare il tema cinematografico nel fumetto. Qui Nolitta lo fa anche sfacciatamente (vedi il carillon) ma lo sa dosare benissimo.
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Cronologie semplificate del Giovane Tex Willer
Juan Ortega replied to Diablero's topic in La Serie e i Personaggi
Qui ti volevo -
[276/277] La Grande Minaccia
Juan Ortega replied to Pedro Galindez's topic in Le Storie dal 201 al 300
Da filo-nolittiano potrei, anzi, dovrei controbattere, ma: 1) i tuoi commenti su Nolitta mi divertono un sacco e, credimi, spero sempre di trovare nei topic delle storie del buon Sergio qualcuna delle tue sagaci e salaci interpretazioni; 2) irritare uno sceriffo è sempre pericoloso: ho i polsi delicati e le manette (perché Tex ha anche usato le manette) non le sopporterei; 3) potrebbe intervenire qualcuno a darti man forte (ogni riferimento a @Diablero non è casuale) e lì sarei veramente fottuto; 4) quello che considero il merito più grande di Nolitta è già stato espresso: Aggiungo che "Linciaggio" è una delle storie più nolittiane della serie: estremamente curioso che non l'abbia scritta lui. Vorrà dir qualcosa? -
Caro @Leo, mi permetto un consiglio: non iniziare la lettura di sera, perché questo tomo è peggio di un sonnifero! Non puoi farcela a restare sveglio, non saresti umano! Certo che passare da "Furia Rossa" all'amico del giaguaro è una bella mazzata ....
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Tu quoque, Mattia, fili mi! Che duro colpo mi hai inferto con queste parole ... Al di là dei gusti personali (sacri e inviolabili) io non sono tra gli "adoratori" di questa storia. Mitizzata quando la lessi per la prima volta, decisamente ridimensionata nella mia recente lettura adulta. Senza entrare nei dettagli, per me mancano alcuni passaggi nella sceneggiatura stesa da GLB che mi fanno preferire a questa tanti altri episodi della serie. Beninteso, storia buona ma non eccelsa. Poi anche a me questa storia del Tex fallibile ha sinceramente stufato. E' un'etichetta che considero senza senso. Mi preoccuperei se il Tex fallibile fosse il sbagliar mira e colpire Carson a 10 metri di distanza dal villain di turno! Qui c'è un chiaro errore di valutazione, umano e comprensibile.
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[186/188] Il Mistero Della Miniera
Juan Ortega replied to Pedro Galindez's topic in Le Storie dal 101 al 200
Storia senza infamia e senza lode. Lo spunto del soggetto è anche interessante (bisogna dire che il figlio Giorgio aveva delle idee niente male) ma, per un motivo o per l'altro, la storia proprio non decolla. Intendiamoci, rimane nel pieno della sufficienza, ma lo sviluppo non riesce a mantenere fede al bello spunto iniziale. Come già sottolineato da altri, la prima parte è la più riuscita, anche grazie al grande Nicolò che illustra in modo magistrale la fitta e ininterrotta pioggia notturna che fa da sfondo all'arrivo a Little Rock dei due pard. Tra agguati maldestri e indagini un po' approssimative dei due ranger, la storia si trascina fino al lungo inseguimento finale, secondo me un po' troppo allungato e nemmeno troppo interessante. Insomma, tanto mestiere ma poco genio. Poco male, GLB saprà regalare nei seguenti numeri diverse altre storie di grandissima qualità. -
In un periodo in cui sto penando tanto con il mio anziano papà, leggere messaggi come il tuo @Condor senza meta e come il tuo @Leo mi scalda il cuore. Perché trasudano sincerità e commozione, lontano anni luce da tanta bieca retorica che ci circonda. Un messaggio di solidarietà e condivisione come il vostro riesce a lenire anche lo sconforto difronte a notizie dolorose come la scomparsa di Ulzana e a tutti i piccoli e grandi drammi che la vita ci pone davanti ogni giorno. Grazie.