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TWF - Tex Willer Forum

[400] La Voce Nella Tempesta


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Per esprimere il mio parere su questa storia, che almeno nelle intenzioni intendeva essere doppiamente celebrativa, parto dai disegni, cosa che faccio assai di rado: purtroppo, prescindendo dal giusto onore che era da tributare a Galep prossimo a passare il testimone, è lapalissiano che quest'ultima performance del creatore grafico di Tex sia del tutto insufficiente, poiché evidentemente la malattia non consentiva al Maestro di poter disegnare al meglio. Troppa disomogeneità nei tratti del volto dei personaggi da un disegno all'altro, ivi compreso Pat Mac Ryan, la cui stessa mole addirittura cambia da una pagina all'altra. Col senno di poi, pur non disapprovando la scelta editoriale di avallare comunque la pubblicazione della storia, non posso non essere del parere che sia stato davvero un peccato non poter assistere ad una prova degna dei tempi migliori (per quanto, anche osservando con attenzione le sue ultime copertine, si poteva e può evincere chiaramente che, causa malattia, il declino era iniziato da tempo).

 

Parlando invece della sceneggiatura e della trama curate da Nizzi, nulla di particolarmente rilevante da dire: storia molto classica, avversari alquanto inconsistenti e sin troppo facili da sbaragliare, unici elementi in grado di regalare un po' di brio (ma neanche troppo, a dircela tutta) la presenza del già citato Pat e le gag di cui si rende involontariamente protagonista con la sua innata goffaggine. In altre parole, 110 pagine in cui Tex ed i pards aiutano Pat a scagionarsi da una pesante accusa e provvedono a punire i veri colpevoli, 110 pagine che scorrono senza grandi emozioni, ma al contempo senza grossi strafalcioni a livello di sceneggiatura, da cui risulta una storia giustappunto sufficiente, senza grande infamia e senza grande lode (per quanto mi riguarda, devo aggiungere inoltre di vederci una certa similitudine con le ultimissime prove di Nizzi), come purtroppo accaduto con altre storie che intendevano essere "celebrative", centenarie e non. A ciò, ripeto, va aggiunto il rammarico di non aver potuto, per ovvie ragioni, assistere ad un degno canto del cigno del Maestro Galep.

 

Modificato da juanraza85
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  • 3 mesi dopo...

Finalmente sono arrivato alla fine della rilettura di questo centinaio che, purtroppo, si chiude con uno dei capitoli meno piacevoli.

Vuoi per la storia in sé e per l'obbiettivamente scarsa qualità dei disegni, vuoi perché è l'ultimo Tex del grande Galep.

Già si accetta con tristezza ed amarezza che un grandissimo come lui arrivi alla "fine della pista" (morirà poco dopo la pubblicazione di questo numero), ma c'è anche un grande dispiacere che ci arrivi con disegni che, secondo me, hanno poco a che vedere con le tante splendide tavole che ci ha regalato in passato.

Non starò qui a discutere se sia stato giusto congedarsi con i lettori con quest'opera (è successo e basta) ma resta un pò di rammarico perché, come nel caso del "Medaglione spagnolo", finisce la grande epopea di uno dei "padri" di Tex con una storia oltremodo deludente.

Restano comunque ancora validi i suoi cavalli e la dinamicità del suo tratto ma l'incertezza di molte tavole e alcune figure umane un pò sghembe mostrano senza pietà che l'età e relativi acciacchi (nel caso di Galep decisamente seri) presentano sempre il conto.

Purtroppo anche se cambia la firma dello sceneggiatore, anche questo numero celebrativo finisce per essere una storia prescindibile e poco ispirata.

Colpa anche di un Nizzi arrivato alle soglie della famosa "crisi" che mi sembra non si sforzi molto di arricchire la trama con i suoi proverbiali spunti narrativi; anche perché in più occasioni aveva dimostrato di cavarsela egregiamente anche con storie brevi.

L'unica cosa che non si può scordare di questo albo è il commosso saluto di Galep sulla copertina (sembra Tex ma in realtà è proprio lui!).

Saluto senza lacrime come si conviene al più famoso dei Rangers!

E' un "Adios Amigos!" da vero uomo del West.

  • +1 1
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  • Sceriffi

Grande Juan!

Non so perchè, però quando vedo la cover del 400 mi emoziono sempre. E' strano, a me Galep che non piace per nulla, con questa cover mi fa quasi commuovere.

La Cover è la parte migliore del volume, Galep faceva sempre Cover che non riprendevano in toto la storia, ma qui anche se lo fa, non mi da fastidio. Questo è (grazie anche al rimaneggiamento di qualcuno forse... Corteggi) IMHO il Tex è il più bello che Galep abbia mai fatto, assieme a quello de "Il Figlio di Mefisto" che Civitelli ha ripreso nella sua Cover per il cartonato de "Il Segno di Yama". La trama non è un granchè, qualche Gag carina con Pat, ma nulla di più. I disegni non parlo perchè anche se Galep non mi piace, va rispettato.

P.S Il Tex della tua immagine è quello di "Gilas"?

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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, MacParland dice:

Non so perchè, però quando vedo la cover del 400 mi emoziono sempre.

Io lo so: perché sei un giovane-adulto!;)

<span style="color:red;">3 ore fa</span>, MacParland dice:

P.S Il Tex della tua immagine è quello di "Gilas"?

Yes!

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  • 1 anno dopo...

Riletto questo n. 400 dopo aver ripreso il n. 300. Soggetto nizziano nettamente migliore del precedente di G.L. Bonelli, ottimo sviluppo dell'intreccio e conclusione, peccato la sceneggiatura fin troppo elementare. Per la parte grafica la troppa disomogeneità dei tratti è l'evidente testimonianza del declino fisico e artistico di Galleppini. Mi permetto avanzare l'ipotesi che le pagine 61/101 non siano state neppure disegnate da lui, ma da qualcuno che abbia cercato malamente di copiarne i tratti senza riuscirci. Le proporzioni non possono essere totalmente abbandonate, pur comprendendo in quale stato di salute si trovasse Galleppini. Nessuno sembra averlo notato, ma vorrei evidenziare che la copertina è un tributo ad un'altra copertina che ha fatto storia, ovvero quella della dipartita del mitico Gary Cooper, disegnata da Walter Molino per La Domenica del Corriere. Si chiude un'epoca.

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