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TWF - Tex Willer Forum

L' Era Di Nolitta Tra Capolavori E Assurdit


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Apertasi con " Caccia all'uomo"(n.182-185) e conclusasi con "Il Colonnello Watson" (n.289 - 292) - con sporadici ritorni in seguito - l'era nolittiana su Tex è per me indecifrabile. Ho appena riletto " Contro tutti" e vi ho visto un Tex purissimo, così come in "El Muerto" e in "Giungla crudele " ; ma basta che arrivi il mese successivo e mi trovo di fronte a storie sconclusionate , se non tragicomiche, come " Il segno di Cruzado" ( con tanto di Carson che si addormenta nella vasca) , " Il disertore" ( con Tex che cala le braghe di fronte a un banditello da strapazzo) , " Indian Agency" e tante altre. Anche in storie di qualità, come "Grido di guerra" e " Il Colonnello Watson" , o comunque IMHO con dei pregi come "La grande minaccia" e "Uccidere o morire" , vedo frequenti stranezze nella gestione dei personaggi, spesso tanto sfaccettati quanto strampalati ( tradotto: l'autore sembra perderne il controllo) . Da molti la fascia-200 è considerata ( complice la decadenza di GLB ) come un'età texiana di crisi : se questo giudizio è IMHO per molti aspetti condivisibile ( di sicuro il personaggio Tex non avrebbe retto a lunghissimo con Nolitta al timone) , penso sia allo stesso tempo giusto riconoscerne e rivalutarne i pregi , concedendo a Nolitta quel che è di Nolitta. Mi piacerebbe insomma scambiarci un po' di idee sul tema: intervenite numerosi ! :trapper:

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Per quanto mi riguarda, non ho mai considerato la fascia 200 come una fascia di crisi. Questo proprio grazie alla presenza di Nolitta-senza contare che, seppur con alcune storie mediocri,Gl Bonelli comunque ci regal' almeno un paio di Capolavori ("Gli eroi di Devil Pass" e "Il clan dei Cubani") e un buon numero di grandi storie ("L'aquila e la folgore","Tucson","Il marchio di Satana","Segnali di fumo"). Il Tex di Nolitta ?, per certi versi, indubbiamente diverso da quello di Bonelli, soprattutto, credo, a livello di linguaggio-e questa diversit? a me sembra normale, per il solito motivo che qualsiasi personaggio in mano a un autore diverso non può che cambiare, almeno parzialmente. Inoltre mi sembra che Nolitta si divertisse molto a mettere Tex in situazioni estreme, soprattutto per quel che riguarda il suo status di paladino dei deboli:in "Grido di guerra", per esempio, la sua onest? viene messa in dubbio proprio da quegli indiani di cui è il difensore riconosciuto. Inoltre una certa "piccionaggine" la si può vedere anche nel Tex nolittiano-che però, a differenza di un certo Tex dell'ultimo Nizzi, ha sempre l'occasione di rifarsi, di mettere in mostra le sue doti straordinarie, di far quindi dimenticare le "piccionate". Anche storie non amate dai più, come per esempio "Il segno di Cruzado", io le ho trovate splendide. E sono comunque d'accordo sul fatto che l'epoca nolittiana termini, alla grandissima, col Capolavoro "Il colonnello Watson". "La strage di Red Hill" in molti, troppi passaggi,? di una prolissit? e una pesantezza insostenibili.

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  • Collaboratori

Da molti la fascia-200 è considerata ( complice la decadenza di GLB ) come un'età texiana di crisi : se questo giudizio è IMHO per molti aspetti condivisibile ( di sicuro il personaggio Tex non avrebbe retto a lunghissimo con Nolitta al timone) , penso sia allo stesso tempo giusto riconoscerne e rivalutarne i pregi , concedendo a Nolitta quel che è di Nolitta.

Non è una fascia di "crisi" se guardiamo al valore delle storie, ce le sognamo oggi avventure come quelle. Fu vissuta però come tale all'epoca ( della quale, pur giovanissimo, sono stato testimone ). Crisi, innanzitutto, di vendite. Si passa dalle 600/700.000 copie degli anni settanta alle 350.000 degli anni novanta, un decennio insomma in cui il ranger perde metà dei suoi lettori. Le storie, pur annoverando diversi capolavori, non sono più paragonabili a quelle del periodo classico. Passando di mano a Nolitta, l'eroe perde molto del suo smalto e attraversa in diverse storie una vera e propria crisi d'identit?. Pensiamo per esempio alle sue paure di padre ne "Il solitario del west". L'oro del Colorado, Tucson, Santa Cruz, Guerra sui pascoli, Il clan dei cubani, Gli eroi di Devil Pass, Il marchio di satana, di Gl Bonelli. I ribelli del Canada, Giungla crudele, di Nolitta. Queste storie contribuiscono a mantenere ad altissimo livello la fascia ma SOLO fino al n° 250 circa. I restanti 50 numeri, se escludiamo "I delitti del lago ghiacciato", "Il colonnello Watson" e "Fuga da Anderville" dei tre autori che si alternano al timone, costituiscono un evidentissimo calo rispetto alla produzione immediatamente precedente. Che pure aveva dovuto fare i conti con alcune storie di Nolitta in cui Tex veniva parecchio sminuito. "Sasquatch" è fin troppo zagoriana. In "Uccidere o morire" il protagonista perde per la prima volta una partita a carte ( quanta pena con Don Navarrete, tramontati i tempi de "L'ultimo poker" ), con "Cruzado" si segna addirittura un punto di non ritorno, con la gara a chi prende per primo per il collo il gallinaccio ( mai vista una cosa simile su Tex ) fino alle responsabilità dell'eroe in tutto quello che ne viene a conseguire dopo. La crisi vera e propria l'abbiamo a partire da questa storia. Nolitta sforna inseguito storie insipide come "la scogliera dell'orrore" e storie un pizzico più convincenti come "Indian agency", ma non esenti da pecche. Lo stesso G. L. Bonelli che aveva dato segni di stanchezza con "La piramide misteriosa", l'inguardabile " o quasi "Ombre del passato", delude profondamente col ritorno di Mefisto. Svogliato ne "Il segreto della Sierra Madre", stona ancora in "Un mondo perduto". Negli stessi anni Nizzi esordisce ma tarda ad ingranare la marcia, alternando ottime storie ad altre semplicemente passabili. Insomma i lettori di allora avevano ben ragione di preoccuparsi o di smettere l'acquisto degli albi. Nolitta ha certamente le sue responsabilità, paragonabili nella smitizzazione del personaggio, alle colpe del Nizzi odierno. Su ciò non ho dubbi.
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Le storie, pur annoverando diversi capolavori, non sono più paragonabili a quelle del periodo classico.

Devo dire che su questo non sono d'accordo. Cioè, non saprei dire quale sia oggettivamente migliore tra "Sulle piste del Nord" e "I ribelli del Canada". L'unica cosa su cui credo ci si possa basare sono i propri gusti personali. Però do ragione a Ymalpas su un altro punto:quelo secondo cui, dopo più o meno il n.250, la qualità cali un p?-anche se grandi storie non mancano, così come un pugno di capolavori. Sulla nascita del Tex "padre preoccupato" si potrebbe aprire un bel topic, però non credo che compaia per la prima volta con quella storia di Nolitta...
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A me la fascia 200/300, e l'apporto di Nolitta in generale, non è mai dispiaciuto. E' un Tex diverso, sè, ma non sgradevole. E non ho mai compreso troppo le ragioni dell'indignazione contro storie assolutamente pregevoli, come - a mio parere - "il segno di Cruzado".

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Non è una fascia di "crisi" se guardiamo al valore delle storie, ce le sognamo oggi avventure come quelle. Fu vissuta però come tale all'epoca ( della quale, pur giovanissimo, sono stato testimone ).[...]Le storie, pur annoverando diversi capolavori, non sono più paragonabili a quelle del periodo classico. Passando di mano a Nolitta, l'eroe perde molto del suo smalto e attraversa in diverse storie una vera e propria crisi d'identit?. Pensiamo per esempio alle sue paure di padre ne "Il solitario del west". L'oro del Colorado, Tucson, Santa Cruz, Guerra sui pascoli,  Il clan dei cubani, Gli eroi di Devil Pass, Il marchio di satana, di Gl Bonelli. I ribelli del Canada, Giungla crudele, di Nolitta. Queste storie contribuiscono a mantenere ad altissimo livello la fascia ma SOLO fino al n° 250 circa.[...]alcune storie di Nolitta in cui Tex veniva parecchio sminuito. "Sasquatch" è fin troppo zagoriana. In "Uccidere o morire" il protagonista perde per la prima volta una partita a carte ( quanta pena con Don Navarrete, tramontati i tempi de "L'ultimo poker" ), con "Cruzado" si segna addirittura un punto di non ritorno, con la gara a chi prende per primo per il collo il gallinaccio ( mai vista una cosa simile su Tex ) fino alle responsabilità dell'eroe in tutto quello che ne viene a conseguire dopo. La crisi vera e propria l'abbiamo a partire da questa storia. Nolitta sforna inseguito storie insipide come "la scogliera dell'orrore" e storie un pizzico più convincenti come "Indian agency", ma non esenti da pecche. Lo stesso G. L. Bonelli che aveva dato segni di stanchezza con "La piramide misteriosa", l'inguardabile " o quasi "Ombre del passato", delude profondamente col ritorno di Mefisto. Svogliato ne "Il segreto della Sierra Madre", stona ancora in "Un mondo perduto". Negli stessi anni Nizzi esordisce ma tarda ad ingranare la marcia, alternando ottime storie ad altre semplicemente passabili. Insomma i lettori di allora avevano ben ragione di preoccuparsi o di smettere l'acquisto degli albi. Nolitta ha certamente le sue responsabilità, paragonabili nella smitizzazione del personaggio, alle colpe del Nizzi odierno. Su ciò non ho dubbi.

io smisi di leggere Tex dal n.268, dalla fine della storia di Yama. Non distinguevo per niente gli autori, mi ricordo che percepivo un certo calo qualitativo, a partire da Santa Cruz, I due rivali e La piramide misteriosa. Dovrebbero essere tutte di GLB, se non sbaglio, quindi non do nessuna "colpa" a Nolitta se cominciai a dubitare di Tex. I ribelli del Canada mi sembra sia sua, e mi piacque tanto, così come Il segno di Cruzado e Giungla Crudele. Sasquatch all'epoca non mi piacque, rileggendola invece la trovo davvero interessante. Il clan dei cubani non mi è mai piaciuta particolarmente, come L'oro del Colorado, molto meglio L'aquila e la folgore e Tucson. Di Nolitta poi, nel centinaio precedente mi erano piaciute molto sia Il giudice Maddox che El Muerto. Non mi ricordo di chi siano la storia coi vichinghi, bruttina, quella coi dinosauri sulla nave, pessima, e soprattutto quella degli extraterrestri con tanto di missile, che mi fece prendere la decisione definitiva di smettere. Del periodo 268-300 non ho tanti ricordi, segno che le storie non mi hanno fatto una grande impressione, tranne Il colonnello Watson, che mi piacque e mi piace tuttora. A parte qualche orrore, però, a posteriori questo periodo non è stato così tragico come quello dell'ultimo Nizzi, in questo dissento da Ym al mille per cento, Tex sarà diverso, sarà demitizzato, ma non rincoglionito, ridicolizzato e rottamato. Concludendo con Nolitta, la Strage di Red Hill, pur verboso in certi punti, mi è sempre piaciuta molto, invece la storia sugli uomini-giaguaro, pur discreta e apprezzabile, è come un brodo un po' allungato. Ripensato oggi, Nolitta mi rimane impresso per questo suo Tex con meno certezze e più dubbi ma non meno sicuro o eroico, cosa che a me piace parecchio, come carattere.
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nolitta e' per me uno dei migliori sceneggiatori di tex, le sue storie non sono state mai banali, anzi avvincenti e imprescindibili, nella sua carriera su tex , nolitta ha incastonato nella storia narrativa del ranger dei veri e propri diamanti. come non menzionare "el muerto" e i "i ribelli del canada", veri e propri pezzi di storia di un personaggio, in cui magari sergio bonelli cerca di ripercorrere le orme paterne di quel gian luigi bonelli che aveva fatto grande tex . poi ci sono le trasposizioni vere e proprie di nolitta, nelle quali cambia in parte i toni classici del western, traendo ispirazione da elementi fantastici come "sasquatch", che considero un capolavoro, anche perche' sono molto affascinato da questi misteri e tutto quanto concerne l'esoterismo. infine c'e' "il segno di cruzado" che mi fa sempre piacere leggere anche perche' nolitta pone tex ( per la prima volta) in una situazione ambigua che vede il "nostro" dover prendere una decisone alquanto critica quanto delicata : sparare ad un uomo per farlo finire di soffrire. non c'e' che dire, e' proprio nolitta il primo innovatore del fumetto texiano. ed e' per questo che lo pongo tra i miei autori preferiti e considero la fascia temporale in cui ha scritto storie per tex molto aurea e prosperosa !

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Qui non si tratta di fare un elenco delle storie che ci piacciono e che non ci piacciono. Il senso del topic è diverso: riflettere sui pregi e i difetti di una particolare fase dell' avventura texiana nel suo complesso. Personalmente, apprezzo moltissimo alcune storie ( " El Muerto", "Giungla crudele" e " Contro tutti" sono IMHO assoluti capolavori ) e mi piace quel taglio romantico ( nel senso culturale del termine) impresso a Tex. Tuttavia, ho sempre ritenuto Nolitta troppo discontinuo per tenere bene il timone della serie, che è stata certamente salvata da Nizzi: a storie solide (pur se atipiche) , si alternano storie assurde se non tragicomiche ( come Cruzado, che è la galleria della follia, nonostante la legga anche volentieri). Allo stesso modo, personaggi perfetti si alternano personaggi tanto sfaccettati quanto incerti, con l' autore che sembra averli persi per strada ( penso ad esempio al Maggiore Carter in " Grido di guerra" , che nel finale diventa un villain tout court, nonostante fosse stato creato per essere lui stesso una vittima) . Anche da un punto di vista del ritmo narrativo, si passa da storie perfette nel loro essere coincise a storie insostenibili nella loro prolissit? ( ad esempio, " Uccidere e morire", che pure avrebbe dei pregi ). In sostanza, IMHO Nolitta è un autore tanto innovativo quanto imprevedibile, adatto a scrivere da "seconda punta" ( un po' come Boselli ) ma non di tenere saldo il timone della serie. In tal senso, il mio giudizio sulla sua 'era texiana' , che pure presenta dei pregi talvolta notevolissimi, è abbastanza critico.

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Il problema,Don Fabio,? che io in "Uccidere o morire" e "Grido di guerra" non ci vedo nulla che non vada, anzi:le considero due grandissime storie!Insomma, del periodo nolittiano l'unica che non mi va a genio è "Artigli nelle tenebre", più o meno mediocre. Quindi i problemi quali sono? Tematiche "particolari" -tipo il tema del suicidio, tra l'altro di un amico di Tex, in "La valle infuocata"?Un Tex "diverso", più riflessivo e un p? più insicuro?... ebbene, questi per me non sono problemi!

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Diciamo che il Tex di Nolitta si discosta non poco da quello G. L. Bonelliano, o comunque da un qualsiasi altro autore cimentatosi su Tex. La vicinanza caratteriale e di conseguenza comportamentale del nostro eroe è alquanto paragonabile ad un altro grande personaggio di casa Bonelli, vale a dire Lo Spirito Con La Scure, alias Zagor. Son gusti... L'eroe che perde nel fumetto ci può stare, rende tutto più realistico, ma se qualcuno trova da ridire, beh, ben venga... In fondo il fumetto è immaginazione, avventura, si può sempre preferire il Tex infallibile dato da Bonelli padre, perchè affermare il contrario?Jason Ducaux

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  • Rangers

Secondo me il problema di Nolitta autore di Tex, sta nel fatto che alcune storie ha dovuto scriverle per garantire l'uscita del fumetto in edicola. Che poi queste storie a me piacciano parecchio è un altro discorso. Storie come Caccia all'Uomo ed El Muerto, cioè le sue prime prove su Tex, quando il padre aveva qualche problema di salute e non poteva scrivere regolarmente, non presentano imho eccessivi difetti. Anche se il personaggio è stravolto e la visione dell'universo Texiano è completamente diverso da quello visto da pap? Bonelli. Forse la storia dove si avverte di più una certa verbosit? o comunque dove l'autore ha chiaramente "allungato il brodo" (termine che non piace :P ) è la più tarda "Gli Uomini Giaguaro" che comunque a me ha sempre fatto un effetto positivo (forse perchè è tra le primissime che ho letto ed acquistato con la ristampa Tre stelle)!Concordo che tra una sua storia e l'altra ci sono aspetti che cambiano continuamente, e forse questo non è neppure un grosso difetto dato che si cerca di movimentare e di renderle più originali. Quello che imho non cambia è la visione del personaggio Tex (e anche dei suoi pards). Un eroe colto molto spesso da dubbi e messo in situazioni drastiche (vedi la decisione dolorosa di porre fine alle sofferenze di un suo Navajo) o comunque sempre in difficolt? estreme (legato al palo di tortura e varie sfortune praticamente sempre presenti)!! :trapper:

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A parte qualche orrore, però, a posteriori questo periodo non è stato così tragico come quello dell'ultimo Nizzi, in questo dissento da Ym al mille per cento, Tex sarà diverso, sarà demitizzato, ma non rincoglionito, ridicolizzato e rottamato.

Non si puo' non essere d'accordo con te, circa questa affermazione. ::evvai:: Pero' non è che questo processo di "demitizzazione", indubbiamente avviato da Nolitta, abbia dato, poi, l'input che ha permesso, successivamente e pian piano, al Nizzi degli ultimi lustri la quasi "distruzione" di Tex....? :shock: Insomma, siccome Nolitta/Bonelli non "sopportava" troppo lo "spaccone" Tex, ad un certo punto non è che, dismessi gli abiti di sceneggiatore ed indossati quelli di Editore, abbia lasciato correre, proprio per questo, tutte le nefandezze nizziane è :malediz... :_sigh Potrebbe essere una spiegazione ai miei annosi dubbi circa l'incredibile "immobilismo" che ha caratterizzato la gestione della testata per tanti anni e che, pur in minima parte, continua ancor oggi. Mah....?! :fumo:
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  • Collaboratori

Insomma, siccome Nolitta/Bonelli non "sopportava" troppo lo "spaccone" Tex...

Io invece in Tex la spacconeria la vedo proprio come una delle caratteristiche offerte da Nolitta, sebbene non presente in tutte le sue storie. Per inciso, il Tex spaccone lo adoro. Diciamo che non è nelle corde di Boselli, mentre in Nizzi è diventata - guasconeria - all'inizio; e XXX alla fine.
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Io non ci vedo nelle storie scritte da Nolitta assurdit? mentre ci trovo parecchi capolavori. La principale differenza tra il Tex di GLB e quello di Nolitta sta nel fatto che quest'ultimo è più incline a scrivere storie in cui il persongaggio principale (nel nostro caso Tex) è si un eroe ma rimane comunque un uomo. GLB invece era più incline a scrivere storie in cui il suo Tex era un eroe ed allo stesso tempo un superuomo, probabilmente anche perchè nel momento in cui fu creato il personaggio andava molto di moda il supereroe anche nei fumetti. Poi Nolitta, al contrario di GLB, amava far agire Tex in solitario e appena poteva inseriva qualche siparietto comico. Ovviamente le storie di Tex scritte da Nolitta sono differenti rispetto a quelle scritte dal padre ma se guardiamo al centinaio di storie citate (200-300) le peggiori non sono sicuramente quelle scritte da Nolitta ma alcune scritte dal padre. Lungi da me ovviamente di lanciare un atto di accusa a GLB, e ovvio che ad una certa età e dopo aver tanto scritto su un personaggio alcune ciambelle possano non uscire con il buco ma questo non ci deve far rivolgere l'atto d'accusa del calo di vendite contro Nolitta perchè GLB è intoccabile.

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Poi Nolitta, al contrario di GLB, amava far agire Tex in solitario e appena poteva inseriva qualche siparietto comico.

Esattamente, perlopiù spesso in compagnia di Tiger, evitando comunque di mettere a confronto il nostro eroe con il pard per eccellenza, ovvero Carson. Jason Ducaux
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Lungi da me ovviamente di lanciare un atto di accusa a GLB, e ovvio che ad una certa età e dopo aver tanto scritto su un personaggio alcune ciambelle possano non uscire con il buco ma questo non ci deve far rivolgere l'atto d'accusa del calo di vendite contro Nolitta perchè GLB è intoccabile.

GLB, per me, è "intoccabile". :old::trapper: Detto questo, il calo di vendite ci fu con l'avvento della TV commerciale e, pian piano, con la nascita di altre proposte ( videogames, ecc. ) che non c'erano certo negli anni '60 e '70 ( 1, 2 canali RAI e basta ). Difatti, il crollo di vendite interesso' tutte le testate Bonelli e, in generale, tutto il mondo dei fumetti che, solo con l'avvento del "fenomeno" Dylan Dog, riprese un po' di fiato per ripiombare, piu' tardi, nella stagnazione odierna. :fumo:Nolitta non c'entra, anche se, per il sottoscritto, non è intoccabile... B)
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Lungi da me ovviamente di lanciare un atto di accusa a GLB, e ovvio che ad una certa età e dopo aver tanto scritto su un personaggio alcune ciambelle possano non uscire con il buco ma questo non ci deve far rivolgere l'atto d'accusa del calo di vendite contro Nolitta perchè GLB è intoccabile.

GLB, per me, è "intoccabile". :old::trapper: Detto questo, il calo di vendite ci fu con l'avvento della TV commerciale e, pian piano, con la nascita di altre proposte ( videogames, ecc. ) che non c'erano certo negli anni '60 e '70 ( 1, 2 canali RAI e basta ). Difatti, il crollo di vendite interesso' tutte le testate Bonelli e, in generale, tutto il mondo dei fumetti che, solo con l'avvento del "fenomeno" Dylan Dog, riprese un po' di fiato per ripiombare, piu' tardi, nella stagnazione odierna. :fumo:Nolitta non c'entra, anche se, per il sottoscritto, non è intoccabile... B)
A scanso di equivoci ribadisco che non intendevo criticare GLB. Comunque sono d'accordo sul fatto che il calo delle vendite sia iniziato proprio per i motivi da te citati e si sia amplificagto negli ultimi tempi proprio per l'aumentare dell'offerta multimediale, videogiochi in primis, come ho più volte detto anch'io in passato in questo forum.
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Ragazzi, da qualche parte nel forum ricordo che qualcuno aveva postato o linkato sei interessanti "immagini" con un approfondimento sul 'Tex di Nolitta', scritto da Angelo Palumbo. Si riesce a recuperare quella discussione o perlomeno quelle sei interessanti tavole? Alla fine dell'articolo c'era anche la cronologia completa delle storie.

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Trovata!La funzione search del forum funziona. Avrei editato il mio messaggio qui sopra ma non sono riuscito, essendo inutile ai fini della discussione ritengo che possa essere cancellato.http://www.texwiller. forumfree. org/index. p...+tex+di+nolitta

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