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TWF - Tex Willer Forum

[589/590] La Rivolta Dei Cheyennes


Voto alla storia  

56 utenti hanno votato

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Terminata la lettura proprio ora. Primo capitolo molto buono. E' sè una classica storia western, ma la lettura scorre molto bene, snella, senza tanti inutili riassunti e spiegazioni; la trama non è mai scontata. Un Nizzi complessivamente in forma che affronta temi spigolosi quali i diritti dei nativi americani e l'anti-militarismo... anzi meglio definirlo "pacifismo", e la lampante sfiducia nelle forze militari insensibili a scovare il marcio degli speculatori e che pensano a fare solo il loro "cieco" dovere. Molto positivo anche il fatto che Tex e Kit abbiano la mano calda sin dalle prime battute; fa ben sperare... :trapper: Con soddisfazione ho constatato che c'è un generale revisionismo nei confronti degli indiani; da gente diversa, in situazioni diverse, ai nativi americani viene riconosciuto il diritto di poter vivere in pace. Per approfondire il discorso della poca fiducia nelle giacche blu voglio evidenziare il

willer-pensiero sul colonnello Blackmore, il racconto di Ned Gillespie e, soprattutto la bellissima sequenza del dialogo col cacciatore "filosofo"
Si, la storia mi piace. Aspetto fiducioso il n.590. I disegni di Del Vecchio sono eccellenti, stupendi. Toglie il respiro per la sua bellezza e dinamicit? l'inquadratura
dell'attacco Cheyenne al carro dei familiari dei militari
a pag. 56.
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Viceversa da me è uscito. Ho poco da aggiungere a quanto detto da Texone, che condivido pressoch? del tutto, tanto per il soggetto che per la sceneggiatura. Ho solo da rilevare una curiosa incongruenza cronologica: la storia, dato l'accenno che si fa a pag. 81 a Little Big Horn, dovrebbe essere posteriore al 1876, ma a pag. 76 ci viene detto che il Commissario per gli Affari Indiani è ancora Ely Parker, che lo è stato fino al 1871; la cosa comunque potrebbe essere spiegata col fatto che Parker, come altri personaggi storici incontrati da Tex ( Cochise, Buffalo Bill ) è stato "assorbito" nel West atemporale in cui opera il nostro ranger, e pertanto si presuppone sia sempre dietro la sua scrivania di Washington quale che sia la durata storica della sua permanenza in carica.

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Io non vedo l'ora che escano tutti e due per leggerli senza spezzare la trama. Comunque, riguardo la copertina di "Tre lunghi giorni" vista da così sembra ancora più bella. Era da "La grande sete" che non c'era una copertina "chiara", cioè non particolarmente ombreggiata. Comunque più passa il tempo e più NON mi rendo conto come facevo ad aspettare un anno per leggere le storie di Tex. :D:o

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Appena finito di leggerlo, e devo dire che mi è piaciuto moltissimo! Lo definirei un tipico albo di Tex, dove c'è quasi tutto quello che si vorrebbe trovare in una storia dl nostro Ranger. Un soggetto classico, ma una sceneggiatura molto ben scritta che rende tutta la vicenda dinamica e senza particolari momenti di stallo, eccetto quelli "necessari" e comunque tipici, come per esempio

il momento della bistecca con patate quando Tex e Kit si ritrovano nel saloon del forte e vengono poi attaccati, oppure come quando si ritrovano a bivaccare con il vecchio cacciatore.
Inoltre condivido anch'io in pieno quanto detto precedentemente da Texone a proposito dei passaggi sull'antimilitarismo e sui diritti degli indiani. Insomma, questa prima parte mi ha lasciato davvero contento, penso che sia riuscita meglio della prima parte dell'ultima storia di Nizzi (L'Artiglio della Tigre) che pure mi aveva soddisfatto. Adesso non vedo l'ora del 5 dicembre per il seguito!Per finire dico quello che penso sui disegni di Del Vecchio: ebbene, li ho trovati semplicemente stupendi! Questo disegnatore ha un tratto essenziale eppure completo! Ho inoltre l'impressione che usi molto il bianco nelle sue tavole, e l'effetto che ne viene fuori è splendido! E poi i personaggi mi sembrano praticamente vivi, forse è per merito di come Del Vecchio ne disegna gli occhi: essi sono ben definiti, proprio come quelli che disegnava Nicol', con la pupilla ben visibile che d' al lettore l'impressione che il personaggio stia fissando proprio lui!
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Appena finita di leggere.. dai così così. In alcuni punti non è male, soprattutto l'introduzione che mi sembra innovativa: non mi sembra un topos tipico texiano quello dei "villains" che si ritrovano subito all'inizio della storia. Interessante anche il personaggio del vecchio ambulante. Per il resto una classica storia sulle guerre indiane un tema che ci ha regalato molto e che non stufa mai. B)Una cosa che mi ha infastidito invece è l'uso di alcune parole secondo me troppo forbite e oscure per uno dei fumetti più popolari d'Italia: (prosopopea?) ok che probabilmente è un caso isolato ma se si continua così non dovremo più stupirci se saranno sempre meno i giovani che leggono tex.. Per quanto riguarda i disegni tecnicamente sono molto buoni ma hanno un nonsoch? che stona in alcuni visi fra i quali quelli di tex e kit. Invece il paesaggio è molto ben curato e da l'idea della pulizia, ma allo stesso tempo si distacca da Civitelli.

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  • Rangers

La storia, come sapevamo già dalle varie anteprime, è di stampo classico. Con questa trama ne ritroviamo parecchie nell'intera serie. Detto questo però non mi sono mai annoiato nella lettura.

Nizzi riesce a sfruttare bene questa "vecchia" situazione: abbiamo la solita cricca di potenti della ferrovia, che vuol far passare la linea sulla riserva non per questioni di progresso o di benessere, ma come spesso in passato per arricchirsi maggiormente. Abbiamo gli indiani, divisi ancra una volta in due fazioni: quelli tranquilli che ancora reggono le ingiustizie (ancora non si son visti) e quelli ribelli che scorrazzano quà e là, lasciandosi dietro morti e fattorie incendiate. Mi son piaciute parecchio le scene all'interno del saloon, con la scazzottata marca-Willer e la successiva sparatoria. A proposito di sparatorie, Tex e Carson in formissima a livello d'azione e di mira. Molto azzeccato il personaggio del vecchio cacciatore, che i nostri incontrano lungo il cammino. Un associale che preferisce la vita all'aria aperta e che pensa che l'uomo sia la creatura più ingorda che Dio abbia messo sulla Terra. :DPer ora non mancano scene d'azione gestite in maniera davvero eccellente. L'unica scena che mi ha fatto un p? pensare è quando i nostri, dopo che li hanno salvati dall'attacco degli indiani ribelli, lasciano andare verso il loro destino la famiglia di coloni, senza assicurarli una minima protezione, ma solo confidando in speranze. Ma vabb? è una piccolezza, la storia mi sembra partita davvero bene. Direi che il livello è pari a quello raggiunto dal Maxi "Lo Squadrone Infernale" che a me era piaciuto molto.
I disegni di Del Vecchio continuano a piacermi, un altro ottimo acquisto nello staff. :DOra attendo il 5 Dicembre, son sicuro che il finale non deluder?!! :D;)
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  • Collaboratori

Comprato e letto questo pomeriggio. La copertina conferma i giudizi espressi un mese fa, con dei colori poco azzeccati. La sfumatura marrone del cappello è poco realistica, così come la colorazione rossiccia delle dita e il giallo acceso delle pallottole del cinturone. Inoltre la situazione descritta è altamente fuorviante. In effetti lascerebbe pensare a un Tex schierato con gli indiani e fatto prigioniero dalle giacche blu. Della rissa, nella copertina di Villa, resta solo l'eco della sedia rovesciata, peraltro soffocato dalla presenza del famoso bicchiere vuoto e intatto, che ci lascia immaginare il fatto che Tex si sia bevuto una birra in santa pace, salvo essere poi sorpreso, come un piccione, dai soldati. C'è un unica vignetta nell'albo che può aver suggerito a Villa questa situazione e devo dire che è la meno azzeccata per figurare nella copertina, quasi che nella redazione di Via Buonarroti si sia ancora una volta voluto mettere in condizione di inferiorit? il ranger di Nizzi. Probabilmente mi sbaglio, ma la scelta che è stata fatta mi sembra davvero poco opportuna. Per il resto, lettura gradevole per una storia che si conferma di stampo classico. L'ultima che abbiamo letto sulle guerre indiane è quella di Boselli e Ticci "Buffalo Soldiers". Che di variazioni sul tema era un esempio perfetto. L'impostazione di Nizzi è invece tradizionale che più non si può. La solita missione, i soliti antagonisti bene informati, un sicario nella figura di Jack Braden che non riesce per ora ad essere incisivo come i grandi del passato, mi riferisco a Stingo o a Lou Caudill. C'è il cattivo agente indiano che fomenta la rivolta e anche i giovani guerrieri teste calde, per ora gli unici che si sono rivoltati ( avrei voluto conoscere il titolo di lavorazione scelto da Nizzi ). Non voglio fare un commento troppo spoilerante, per cui mi limito a segnalare solo i due deludenti scontri con i cheyennes che Nizzi risolve troppo sbrigativamente mostrandoci degli indiani stranamente rinunciatari dopo una manciata di perdite. Stonano anche le due successive rivelazioni ( del trapper e dei coloni ) sulle responsabilità dell'agente indiano. Il momento più alto e significativo della storia è l'incontro con il vecchio trapper e il magnifico dialogo o meglio monologo che ne segue, che ce lo mostra come una figura autentica del West. I disegni di Del vecchio sono ottimi e confermano i meriti della prova d'esordio. Mi sono spesso soffermato su delle vignette che trasudano particolari, ho studiato la disposizione degli edifici dell'agenzia indiana che l'autore ha mostrato sotto diverse prospettive e a differenza di quanto è accaduto con l'ultima dei Cestaro, tutto coincide alla perfezione. Una nota di merito va estesa agli indiani la cui fisicit? è rappresentata in maniera pressoch? perfetta. Ottimi anche gli scenari che deliziano il nostro palato. L'agente indiano Wes Turbin ha il volto di una carogna. Buone anche le fisionomie degli altri personaggi. Del Vecchio dovrebbe però curare di più la faccia di Tex che, se devo dirlo, è la cosa che mi piace di meno nelle sue tavole. Voti al primo albo:SOGGETTO: 6SCENEGGIATURA: 7DISEGNI: 8

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Finito di leggere la prima parte. Condordo con il messaggio di ymalpas. Storia molto classica che si lascia leggere. Senza infamia e senza gloria. Sufficciente per quanto riguarda soggetto e sceneggiatura 6, molto belli i disegni di Del Vecchio che mi era piaciuto anche nella sua prova precedente 8. Nell'operato diNizzi non mancano però alcuni dei suoi difetti soliti:Carson f? un infinit? di domande come se non avesse un minimo di esperienza in situazioni del genere. Ha sempre bisogno del conforto del pard, come un novellino qualunque. Nizzi poteva anche far fare ai nostri pard una visitina all'agente indiano, che già da subito non la raccontava giusta. Invece i nostri sono stati avvisati come al solito da un ben informato (coloni e trapper), poteva raggiungerlo e porre qualche domanda alla maniera Tex Willer. In definitiva ho letto di peggio.

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Letta ieri, ed ormai ampiamente digerita. Come molti di voi sanno, non è mia abitudine lasciarmi andare a grandi commenti e/o valutazioni ( salvo particolari eccezioni )prima di aver letto tutta la storia.

Tuttavia concordo ampiamente con quanto detto da coloro che mi hanno preceduto. Una storia dallo stampo indubbiamente classico, ricca di clich? cui il nostro o cchio e la nostra memoria si sono da tempo abituati, il che non fa che confermare un sorta di ritorno alle origini da parte dell'immortale sceneggiatore modenese.

Gli elementi per dare adito ad una bella storia ci sono tutti, indiani in rivolta, speculatori, sicari, agenti indiani corrotti, ufficiali assetati di gloria ed onore. Cosè come ( almeno in questa prima parte ) sembrano esserci tutti i presupposti per una buona dose di azione, infatti in questo primo albo Tex viene coinvolto per ben tre volte in scontri a fuoco dai quali riesce a scamparla senza chiedere troppo aiuto alla dea bendata.

I presupposti però ( e di questo me ne dispiaccio ) si mostrano in linea per una BUONA STORIA, ma non per una storia EPOCALE ( cosa che io dal buon vecchio Nizzi mi aspetto sempre... :D ).

Gli elementi cardine della trama non mostrano n° una lucentezza particolare ( a livello scenografico ) n° una fuga dai canoni classici delle storie Nizziane, e questo, temo, ci porter? a dire al termine della lettura del prossimo albo "bah, niente di che... una buona storia ma ne abbiamo lette di migliori...". Io spero vivamente che non si verifichi nulla del genere, ma i presupposti, mi portano a presagire quanto ho appena affermato.

Ottima la prova di Del vecchio. Tratto pulito e senza sbavature.

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  • Collaboratori

Nelle prime pagine i ballons si riferiscono a diverse finestre, cioè diverse stanze, della "Colorado railroad". I personaggi sono cioè ubicati in diversi punti a seconda dell'inquadratura. Inaccettabile su 110 pagine intorno alle quali gira il lavoro di più persone. Assolvo Del Vecchio dal discorso e spero di ispirare più attenzione a chi di dovere, nella trascrizione dei ballons. Per rispetto dei lettori...

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  • Rangers

Credo, a tal proposito, che la prima immagine della casa sia quella "posteriore", mentre le altre si riferiscono al lato della strada, opposto a quello della ferrovia. E' una mia idea, in quanto la porta, le finestre e l'insegna non combaciano tra quella di pag. 5 e pag. 6, e non si vede neanche il cavallo di Braden con relativa staccionata.

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Guest Wasted Years

CONTIENESP OILERIl Nizzi che non ti aspetti ti fa la sorpresa. Scrive una storia con un classicissimo soggetto, eppure l'albo iniziale è affascinante ed immediato come non mai. Si rivede il prologo senza i pard che arrivano al centro dell'azione con il classico incarico stavolta già in tasca. Ma finalmente si risfascia un locale, finalmente i pard vincono un bel po' di scontri, finalmente i dialoghi riprendono una certa simpatica freschezza, dentiere della vecchia zia comprese. E finalmente salta fuori una figura di trapper solitario quasi zagoriano, che credevo che solo Segura avrebbe avuto il coraggio di riproporre. Insomma bella azione, bei dialoghi, lettura rilassante ed intrigante con dei bei disegni a contorno. Qualche difettuccio e lieve incongruenza non manca, ma è normale. Non vedo l'ora di leggere il seguito.

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Letta questa prima parte non posso che concordare con quanto scritto dal pard Wasted Years. Mi permetto di aggiungere alcune cose su certi " difettucci ":
il primo rilievo che mi sento di fare a Nizzi è che poteva far balenare, ai nostri due rangers, l' idea che dietro la rissa del saloon ci fosse il losco Braden, invece di usare il suo solito ed abusato espediente del ben informato di turno, sebbene, in questo caso, l'uso che ne viene fatto sia meno scandaloso che in altre occasioni.
Altro rilievo, questo piu' " pesante ", è che i coloni, dapprima salvati dall' attacco loro inferto da parte degli indiani, grazie al provvidenziale intervento di Tex e Carson, questi, per mano del nostro buon Claudio, li lascino poi bellamente andare per il loro destino senza neanche accompagnarli, almeno fin quasi la destinazione concordatata. Mah.....?! :bandito:
Sui disegni, che giudico decisamente piu' che discreti, avrei ancora qualche perplessit? sul volto di Tex ( non sempre ben azzeccato da Del Vecchio ) e sugli stetson non sempre ben proporzionati, a parer mio.
Nel complesso prima parte che si fa leggere. Ora incrociamo le dita confidando che Nizzi, questa volta, prosegua e concluda come iniziato. :rolleyes:;)

P. S.: per il colonnello Jim Brendon
Caro Jim, una storia epocale da Nizzi mi sa che non la leggerai ( leggeremo ) piu'. E, forse, nemmeno buona. Personalmente sarei già soddisfatto se le sue ( ultime ) storie che ci proporr? fossero piu' che sufficienti.
Hasta lu?go, amigo. :trapper:

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Letto oggi. A me è piaciuto abbastanza sotto tutti i punti di vista. Trovo buoni i disegni, che rendono bene le scazzottate e le sparatoria a cavallo e l'assedio alla casa della famigliola!Il fatto che Tex e Carson vengano imbeccati prima dal vecchio venditore di intrugli e poi dal deus ex machina trapper solitario potrebbe far storcere il naso, ma io ho trovato la cosa più simpatica che altro. Insomma, anche nella vita di tutti i giorni capita spesso di venire a conoscenza di cose importantissime da voci di corridoio insperate e non cercate no!? :D

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"La rivolta dei Cheyennes" e' senza dubbio una storia dallo stampo molto classico, anzi classicissimo, dove vengono ripresi molti luoghi comuni texiani, presenti sia nelle storie di G. L. Bonelli e sia in quelle dello stesso Nizzi:dai loschi speculatori, agli agenti indiani truffaldini, dalle piccole bande di indiani in rivolta, agli ufficiali ambiziosi, anche se c'e' ancora l'incognita del colonnello Blackmore. Tuttavia, malgrado la sensazione di dejavu che si prova leggendo, e' una storia abbastanza gradevole, anche se non priva di alcune forzature. Come per esempio la facilita' con cui Tex cade nella provocazione di Jack Braden nello spaccio del forte. Mi e' parsa un po' troppo artefatta e "pilotata" da Nizzi. Comunque sia, la lettura scorre piacevole e l'autore modenese inserisce nei dialoghi certi vecchi cliche', accennando ancora una volta a quella vecchia strega papaga che predisse lunga vita al simpatico Kit Carson. C'e' piu' di un motivo per attendere il prossimo albo:che ruolo ha il colonnello Blackmore in questa storia?e' solo uno dei tanti ufficiali in cerca di gloria o e' anch'esso in combutta con i cinici speculatori?quale piano attuera' Tex per far fallire lo sporco gioco di Rockman e Hazel senza spargere sangue innocente tra l'esercito e i Cheyennesè

Del Vecchio si riconferma uno dei piu' giovani talentuosi disegnatori di Tex. Ottima la sua interpretazione dei luoghi, cosi' come e' ottima la caratterizzazione grafica di alcuni comprimari:

Jack Braden-Mike Rockman-Blackmore-Ned-Wes Turbin-Adam Hazel

Immagine postataImmagine postataImmagine postata
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Il soggetto scelto per la copertina di questo primo albo, come gia' detto da Ymalpas, e' un po' slegato dal titolo, e francamente, nulla togliendo alla qualita' del disegno di Villa, e' un po' debole e poco riuscito a mio avviso.

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Il soggetto scelto per la copertina di questo primo albo, come gia' detto da Ymalpas, e' un po' slegato dal titolo, e francamente, nulla togliendo alla qualita' del disegno di Villa, e' un po' debole e poco riuscito a mio avviso.

Puro Vangelo! :capoInguerra: Continuo a chiedermi se in Redazione, quando si tratta di Tex, affrontino ancora la "causa" con supponenza e/o superficialit? ( vale anche per certe "sviste" sui testi, su certe situazioni in cui si fanno agire Tex ed i pards, ecc. ). In sostanza, che viga, tutt'ora, una carente supervisione. Qui?n sabe è :mellow::rolleyes:
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Albo comprato stamattina, e non ancora letto: non è un caso, il Tex di adesso non mi piace, per mille motivi... Una prima sfogliata, e devo dire che, nei disegni di Del Vecchio, pur non male, c'è una cosa che non mi piace proprio: le continue linee di movimento, specie intorno alla testa di Tex...

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Comprato e letto, storia scorrevole ma che sicuramente non mi ha svoltato la giornata più di quanto lo abbia fatto una vecchia storia(che ho rispolverato dall'archivio) scritta da Nolitta........ l'ho letta subito dopo la rivolta dei cheyennes...... non c'è proprio paragone..... la rivolta sa di già visto, e non una sola volta..... pensiamo alla storia delle colline del vento, oppure a quella dei kiowas..... mah.....

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Questa storia è una riprova di come una sceneggiatura fresca, pulita e "sfrondata" (oserei dire essenziale) rendano gradevole un soggetto trito e ritrito, e piacevole la lettura. Non capisco, però, perchè far spifferare tutto ai pards sin dal principio, da parte di Ned; se le stesse rivelazioni fossero arrivate dal trapper incontrato nella foresta, la trama non ne avrebbe risentito (dopo l'agguato tra le rocce, i pards avrebbero potuto pensare a una reazione di Braden per il conto lasciato in sospeso nel saloon, e iniziare a pensare che sotto vi fosse qualcosa di più grosso), mentre avrebbe acquistato maggior rilevanza la comunque azzeccatissima figura del vecchietto solitario. Complessivamente, oltre la sufficienza.

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